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Evviva siamo in lista, e i fascisti vanno al corteo
by dal manifesto Tuesday, Feb. 28, 2006 at 12:37 PM mail:

Manifestazione con Romagnoli e Boccacci a Albano, sui colli dove l'ultradestra ha messo radici. Antifascisti caricati. Il piccolo corteo della Fiamma fa da contorno ai comizi dei leader. La polizia interviente contro la manifestazione dei centri sociali.

L'ultimo è stato due settimane fa. La libreria «Le Baruffe» di Albano Laziale, nel pieno del piccolo centro storico, imbrattata con un'enorme scritta: «Negozio ebreo. Zecche vi bruciamo tutti». Avvolta dal presidio antifascista che ieri pomeriggio ha cercato di contestare il corteo di Fiamma Tricolore finendo per essere caricato un paio di volte mentre un centinaio di teste rasate passeggiavano tranquillamente verso la loro meta, Paola, la titolare del negozio, racconta affannata che di episodi così ce n'è quasi uno a settimana: «Ormai capita sempre più spesso. Il giorno prima avevano tirato delle molotov contro l'ingresso del centrosociale I'po' di Marino. E' diventato pericoloso persino girare per strada la notte. E per di più loro gestiscono i campi sportivi della villa comunale, villa Doria, un posto che sarebbe di tutti e che invece ora è completamente nelle loro mani». «Loro» sono quelli di Fiamma Tricolore, a destra persino nell'Alternativa sociale di Alesssandra Mussolini e Roberto Fiore, di cui fanno parte. Quasi due anni fa il gruppo è passato nelle mani di Luca Romagnoli e da allora ha raggranellato vari pezzi dell'ultra destra locale e nazionale. Tra questi, Base autonoma di Maurizio Boccacci, l'ex leader di Movimento politico occidentale (l'organizzazione nata negli anni `80 sulle ceneri di Terza posizione). Nato e cresciuto ad Albano laziale, dove gestisce anche una cooperativa sociale, Boccacci ha costruito sui colli che circondano Roma il cuore del radicamento della sua organizzazione. La manifestazione di ieri pomeriggio, dunque, era soprattutto una prova di forza. Più simbolica che altro, visto che a seguire il corteo che si è mosso da piazza Mazzini alle 17.30 sulle note dell'Inno di Mameli c'erano sì e no un centinaio di persone e a parlare al comizio finale sono rimasti solo i capolista della formazione che, incassato l'accordo con Forza Italia, si candideranno nel Lazio alla Camera (Bevilacqua) e al Senato (Emiliani).

Contro la parata che per alcune ore ha bloccato la strada nazionale Appia c'erano ben due presidi antifascisti - uno «autorizzato», indetto da Ds e Rifondazione e l'altro «illegale» indetto dalla rete antifascista che ruota attorno al centro sociale di Marino I' po'- che appena il corteo di Fiamma tricolore ha messo i primi passi sono diventati un'unica manifestazione. Corteo e presidio non si sono mai toccati. A tenere le distanze c'erano più di duecento agenti tra poliziotti e carabinieri che hanno caricato appena il presidio antifascista ha cercato di muoversi verso il corteo: due i feriti , un ragazzo portato via in ambulanza e un signore anziano. «Almeno ci siamo mobilitati tutti insieme», dice la signora Tilde ex dirigente del Pci locale: «Sono anni che subiamo questa presenza senza far nulla».

Sindaco di destra in forza all'Udc, un passato con una sinistra forte, Albano è la sede della cooperativa sociale «Allodola» diretta da Maurizio Boccacci: una organizzazione «sociale», che dà lavoro a disoccupati ed ex tossicodipendenti «anche immigrati, il nostro pizzaiolo è egiziano», precisa lo stesso Boccacci. Due anni fa l'«Allodola» ottennne un appalto che fece gridare allo scandalo tutta la sinistra locale, dai Ds ai movimenti, che qui tra loro hanno davvero pochi rapporti: la gestione della villa comunale, villa Doria, oggi «Doria club» (ieri notte Fiamma tricolore ha organizzato all'interno il concerto del gruppo nazi-rock La peggio gioventù). La gara era stata bandita a metà dell'agosto 2003 e subito attribuita al gruppo di Boccacci a prezzi stracciati visto il valore «sociale» della cooperativa. «Quando la sinistra è insorta - racconta Marco Minucucci, un professore di filosofia che per diletto gestisce l'unico giornale locale, l'Info - il comune stava cercando di fare un passo indietro. Ma Boccacci si presentò di persona in comune e prese a schiaffi un dirigente dell'amministrazione».

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