Il ministro dell'Interno: "In Italia troppa conflittualità politica
la campagna elettorale deve essere combattuta con serenità e compostezza"
Pisanu: "A Milano scontri programmati
La violenza politica verrà repressa"
Secondo il Viminale "sono ricomparsi alcuni che hanno fatto parte
di coloro che assaltarono le forze dell'ordine al G8 di Genova"
MILANO - Quarantuno arrestati, dodici feriti tra le forze dell'ordine, sei cittadini medicati in ospedale, cinque auto, un motorino e un'edicola incendiati, altre cinque macchine con i vetri infranti così come le vetrine di parecchi negozi, danneggiate un paio di "gazzelle" dei Carabinieri. Il questore di Milano traccia il resoconto degli scontri di ieri a Milano, un bollettino di guerra metropolitana, considerati anche gli oggetti sequestrati, fra i quali compaiono bastoni, tirapugni, scudi in plexiglass, zaini pieni di pietre, taniche di benzina, bombe carta con chiodi a tre punte, coltelli e martelletti.
L'attenzione si sposta sul piano politico. Il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, annuncia che le forze dell'ordine "faranno ogni sforzo per prevenire e reprimere" ogni episodio di violenza politica, da qui alle elezioni: "L'Italia ha bisogno di una campagna elettorale combattuta con serenità e compostezza - osserva - c'è troppa conflittualità politica, tropppe volte il confronto viene infliltrato da estremisti che vogliono far degenerare la situazione, come nel caso delle proteste contro la Tav".
Pisanu sostiene che "l'assalto di ieri era stato accuratamente programmato e freddamente predisposto" e aggiunge che tra gli autori degli scontri "sono ricomparsi alcuni che hanno fatto parte di coloro che hanno assaltato le forze dell'ordine al G8 di Genova": "250 facinorosi" che "venivano dai centri sociali, così come venivano dai centri sociali, e vi hanno spesso trovato rifugio, gli anarchici, i marxisti leninisti e gli autonomi che hanno messo a ferro e fuoco Genova".
"I responsabili - invoca - devono pagare fino in fondo i danni provocati", annuncia che "lo Stato si costituirà parte civile nel processo" e auspica che così facciano anche i cittadini danneggiati, perché "ci si difende con la forza delle legge".
Duro il giudizio espresso dal ministro nei riguardi del candidato di Rifondazione comunista, Francesco Caruso: è "l'incarnazione del criterio della violenza adoperato come strumento di lotta politica", "ha una fedina penale lunga due metri". "Come si fa - si chiede Pisanu - a condannare la violenza e poi a candidare uno che della violenza politica ha fatto la sua bandiera?".
Nella vicenda interviene anche Umberto Bossi: "Abbiamo portato milioni di persone in piazza senza rompere una vetrina, senza mai bruciare un'auto - osserva il leader del Carroccio - i nostri giovani sono giovani educati ai valori lontani dalla violenza. La nostra è una strada sana".
In quanto al bilancio degli scontri, la relazione del questore Paolo Scarpis è dettagliata: parla di "circa 300 aderenti ai centri sociali e ad alcune realtà anarchiche, non solo cittadine ma anche di altre province del Nord Italia" e spiega che "sono state fermate 45 persone, di cui 41 tratte in arresto per i reati di devastazione e saccheggio, incendio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale".
La successiva manifestazione del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, ha proseguito il questore, "alla quale hanno aderito circa 600 persone provenienti da varie province italiane, si è regolarmente svolta dopo un ritardo di circa un'ora rispetto al previsto, perché erano presenti bandiere e striscioni non consentiti, ritirati dalle forze dell'ordine. E in piazza Mercanti si è regolarmente tenuto un presidio organizzato dall'Anpi, al quale hanno partecipato circa 300 persone".
Alla fine della giornata di scontri, poco dopo le 19, un'auto della Polizia ferroviaria, parcheggiata di fronte alla stazione Nord Bovisa, è stata data alle fiamme. Poco dopo, è giunta al 113 una telefonata anonima: "La macchina della polizia è solo l'inizio".
(12 marzo 2006)
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