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Comunicato stampa dell'Alleanza di Olten dopo Davos
by bossa Tuesday, Jan. 28, 2003 at 3:19 PM mail:

Davos, 25.01.03 (testo originale in tedesco, tradotto dalla versione francese dal coordinamento antiWTO Ticino)

Circa 6000 persone volevano manifestare giovedi 25 gennaio contro il WEF e contro la guerra che incombe sull’Iraq. Consideriamo ciò un grande successo. Purtroppo, malgrado ciò, solo la metà circa dei manifestanti ha potuto raggiungere Davos.

L’Alleanza di Olten aveva chiaramente comunicato che il dispositivo di controllo di Fideris era inaccettabile.
I filtraggi e i respingimenti di manifestanti era fuori questione e contraddicevano il concetto di sicurezza basato sulla prevenzione e l’abbassamento della tensione annunciato dalle autorità. Sapendo che numeros* sarebbero stat* i/le manifestanti che si sarebbero rifiutati di passare per queste gabbie, un treno con una delegazione di 250 persone, determinate a non accettare i controlli, è partito verso le 10 da Landquart. Questa delegazione non è scesa dal treno esigendo il libero passaggio per tutti e tutte. Simultaneamente, arrivati con alcuni bus, il SEI e i Giovani Socialisti hanno fatto anche loro pressione, bloccando la strada, perché i controlli venissero annullati.

Questo rifiuto ha portato ad una negoziazione tra i manifestanti, rappresentati da Rita Schiavi e Roman Burger del sindacato SEI, e il capo della polizia criminale grigionese Gianfranco Albertini. Hans Peter Michel, delegato delle autorità davosiane, era pure presente in qualità di mediatore. Dopo un’oretta di trattative, si è arrivati ad una soluzione, la quale doveva assicurare non solo al primo treno, bensì a tutt* coloro che volevano manifestare a davos, il libero passaggio.
L’accordo si basava sulla nostra disponibilità a far controllare le borse per loro sospette a 3 poliziotti, sotto il controllo di una rappresentaza dei Giuristi Democratici. Grande è stata la gioia di chi era a Fideris, così come a Landquart. Dopo il passaggio del primo treno, i manifestanti a Landquart si sono messi dunque in viaggio convinti di poter partecipare ad una grande manifestazione anti WEF a Davos.

All’arrivo del secondo treno a Fideris la polizia, contrariamente all’accordo preso mezz’ora prima, esige che le persone passino per le gabbie del check point. Circa 20 persone hanno accettato i degradanti controlli, mentre le altre 700 sono restate sul treno. Sono riprese le negoziazioni. La polizia ha rifiutato di tener fede alla propria parola e si è opposta a lasciar proseguire il treno.

La meta dell’Alleanza di Olten è sempre stata quella di portare a Davos tutte le persone che intenono manifestare per l’abolizione del World Economic Forum, comprese quelle che si trovano nella scandalosa « lista nera ». L’enorme maggioranza de* manifestanti sosteneva questa rivendicazione. Il fatto che solo una ventina di persone del secondo treno abbiano accettato di passare per il check point, lo conferma.

Durante questi fatti migliaia di persone si trovavano già nel parcheggio di Davos-Parsen intorno al centro di convergenza dell’Alleanza di Davos. Alla stazione di Davos-Platz, luogo di partenza della manifestazione, si trovavano appena una quarantina di persone, mobilitate per la maggior parte dal Partito Socialista che ha sostenuto il check point e i respingimenti. Il Partito Socialista non ha mai fatto parte del movimento di contestazione alla globalizzazione e ha a più riprese propagandato e imposto concetti economici neoliberisti; non ci sorprende che così poche persone abbiano seguito il suo appello.

Non avendo la polizia tenuto fede alla sua parola, la situazione ha cominciato a farsi tesa a Landquart. Un gruppo di manifestanti ha cercato, per protesta, di recarsi all’autostrada ed è stato respinto dagli idranti della polizia tedesca. Gas lacrimogeni e pallottole di gomma sono stati utilizzati in maniera spropositata. L’utilizzazione degli idranti anche contro il treno ha messo la Ferrovia Retica nelle condizioni di non permettere la partenza dei treni navetta verso Davos. Intanto i passeggeri del secondo treno, di ritorno da Fideris, hanno dovuto scendere, nel fango e nella neve fino alle ginocchia, 800 metri prima della stazione di Landquart, il cui accesso gli era stato vietato. La polizia li ha poi incomprensibilmente caricati violentemente. Neanche un rappresentante del comune di Landquart ha potuto riportare alla ragione i poliziotti, che parlavano francese.

A Davos, i manifestanti sbalorditi dal comportamento inqualificabile della polizia erano circa 3000. La libertà di espressione in queste condizioni non era garantita, i sindacati e qualche altro gruppo hanno allora deciso di lasciare Davos. Queste persone hanno raggiunto insieme la stazione di Davos-Dorf e da li hanno preso un treno in direzione di Landquart. Verso le 16.30, camminando all’indietro per simbolizzare come questo mondo stia andando a marcia indietro, circa 2000 persone si sono dirette verso il municipio di Davos per rendere l’autorizzazione a manifestare. Verso le 18 la maggior parte dei manifestanti è tornata a fondo valle.

Dopo aver pazientato tra 5 e 7 ore a Landquart, 1500 persone circa hanno deciso di andare a manifestare nella piazza Federale a Berna. Volevano protestare contro i responsabili politici delle misure di polizia prese a Landquart, Fideris e Davos e contro i respingimenti alle frontiere. Ma come il corteo si stava cominciando a formare davanti alla stazione di Berna, sono stati aggrediti dalla polizia con idranti e gas lacrimogeni. La prova che questo attacco era stato pianificato : i servizi pubblici erano già stati soppressi in precedenza, così come la rete elettrica. Inoltre la popolazione è stata esortata a lasciare il centro della città prima ancora che il treno fosse arrivato.

Malgrado l’andamento di questa giornata di manifestazioni, il movimento critico contro la globalizzazione in Svizzera, è oggi più forte dopo le mobilitazioni contro il WEF. Nonostante i/le manifestanti siano stati divisi geograficamente, non si sono lasciat* dividere politicamente, restando solidali gli uni con gli altri durante tutta la giornata.

Malgrado il tentativo massiccio di divisione da parte delle autorità, dei media e del Partito Socialista Svizzero, malgrado gli attacchi brutali della polizia, l’Alleanza di Olten ha tenuto. La buona collaborazione con i sindacati è una nota particolarmente positiva di questa giornata. L’Alleanza di Olten intende intensificarla.

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