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Nucleare: Greenpeace protesta contro il trasporto marittimo del MOX
by Fabiocchi Wednesday, Jul. 24, 2002 at 11:17 AM mail: fabiocchi@inwind.it

Greenpeace protesta contro il trasporto di materiali nucleari nel Mar di Tasman

Nucleare: Greenpeace protesta contro il trasporto marittimo del MOX
23 Luglio 2002 - Per quasi una settimana la flotta di Greenpeace composta da
10 barche ha vagato attraverso l'oceano Pacifico per manifestare la propria
opposizione al pericoloso trasporto marittimo di materiale nucleare. Sabato
21 Luglio le 10 barche si sono posizionate nelle acque internazionali del
Mar di Tasman, a meta' strada tra la Nuova Zelanda e l'Australia, per
mostrare al mondo le immagini di due navi battenti bandiera britannica, una
delle quali trasporta un combustibile nucleare chiamato MOX (un composto di
ossidi di plutonio e uranio) mentre l'altra fa da scorta armata, provenienti
dal Giappone e dirette in Gran Bretagna. Le due navi hanno in vari modi
tentato di evitare l'incontro con gli attivisti di Greenpeace, ma non ci
sono riuscite. Non appena individuate, un parlamentare dei Verdi del Nuovo
Galles del Sud e un altro manifestante si sono buttati in mare a una
distanza di 400 metri dalle navi e hanno mostrato un cartello che diceva
"Nuclear Free Pacific". Lo scorso 17 Luglio il governo del
le isole Vanuatu aveva condannato il trasporto del MOX e il giorno seguente
il governo delle Fiji aveva fatto altrettanto. Poi ben 78 nazioni al Summit
regionale Africano-Caraibico-Pacifico (ACP) hanno condannato il Giappone e
la Gran Bretagna nella dichiarazione finale del summit stesso per il fatto
che tali operazioni mettono a rischio i cittadini dei paesi del Pacifico. La
Nuova Zelanda ha utilizzato le proprie forze aeree per accertarsi che le
navi non entrassero nelle acque della Zona Economica Esclusiva (EEZ) che
rientrano sotto sua giurisdizione. Nel 1999 il MOX era stato trasportato dal
Regno Unito al Giappone, tuttavia la compagnia statale britannica
produttrice del combustibile (la BNFL) aveva falsificato molti dati sulla
qualita' e sulla sicurezza del composto, cosi' il governo Giapponese ne
chiese, ottenendolo, il ritorno in Gran Bretagna. Fonte: Greenpeace Int.;
trad. di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@inwind.it
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