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Aggiornamento Cinque
by IMC Italy Sunday, Sep. 01, 2002 at 12:33 PM mail:

In questi giorni l'Argentina riceve una nuova visita degli emissari del Fondo Monetario Internazionale. Mentre nelle stanze dei palazzi lussuosi di Buenos Aires e Olivos il governo argentino proverà ad elemosinare appena qualche milione di dollari, nel paese tutto la crisi economica e sociale si aggrava. E' tornato lo spettro del saccheggio in diverse province argentine; a Neuquen gli episodi più duri di scontri con la polizia. Organizzati o meno, pianificati dalle istituzioni o dai movimenti, i saccheggi sono l'ultimo segnale che la società argentina ci manda dall'altra parte dell'oceano. Quel baratro che il governo ogni giorno dice di non voler raggiungere o scansare con l'aiuto dei prestiti internazionali, il paese in gran parte lo ha già raggiunto. Non è più una questione di lavoro, diritti sociali, lotta e repressione, siamo su di un livello ancora più critico: latte, pane, carne, acqua. Non è la stessa cosa.

"Questo non è un processo contro di me, bensì contro milioni di persone a cui hanno rubato tutto; la legge però è come la vipera, morde solo il piede scalzo. Noi siamo stanchi di essere arrestati; ascoltate le migliaia di persone riunite qui fuori, sotto la pioggia. Noi non ci siederemo sul banco degli imputati, perché su quel banco devono sedersi coloro che ci hanno derubato. Ogni accusa che ci viene rivolta è la conseguenza delle nostre lotte popolari. In 48 anni non siamo mai stati arrestati per processi a carico di un singolo, eppure tante volte avremmo potuto trovare un comodo accordo. Non sa che orgoglio che si prova a venire qui e accusare lo Stato. Io sono socialista e rivoluzionario, e sono orgoglioso di essere marxista, sono orgoglioso della nostra lotta. Noi non chiediamo niente, veniamo invece a rivendicare la nostra lotta e a denunciare questa farsa che lor signori pretendono di utilizzare come esempio per dire a milioni di persone -non lottate, perché vi accadrà ciò che è accaduto a Castells-. Ma il popolo continuerà a lottare". Queste parole sono state pronunciate da Raúl Castells, che si difendeva dal giudizio di classe a cui lo Stato argentino lo sottopone. "Blocco stradale nel centro di Buenos Aires"; "danneggiamenti e scritte sui muri del PAMI (Istituto Nazionale di servizi sociali per pensionati)"; "tentativo di ingresso irregolare in Plaza de Mayo"; Castells ha dovuto rispondere a queste ridicole accuse (ancora oggi per le stesse resta agli arresti domiciliari) e lo ha fatto a sua volta accusando. Ha riportato sul banco degli imputati i veri criminali argentini e internazionali, coloro che sono colpevoli della miseria che milioni di argentini da anni patiscono. La classe politica corrotta, i giudici della Corte Suprema asserviti, le banche straniere e il Fondo Monetario Internazionale, la Policía Federal, la stampa ufficiale colpevolmente silenziosa, tutti hanno seguito e incarnato alla perfezione le ricette neoliberiste. L' "alunno modello" del continente, il preferito degli Stati Uniti d'America è al collasso; si sono già alternati sulla scena politica farsesca 3 presidenti della repubblica e 5 ministri dell'economia in pochi mesi, ma il ricambio e l'alternativa non convince chi ha cominciato a ribellarsi e a dare vita all' "argentinazo", a dire "ya basta. Que se vayan todos". " ora basta. Che se ne vadano tutti!". Il presente è tragico, il futuro già alle spalle, e con il passato recente tragicamente macchiato dalla dittatura militare la società argentina deve ancora fare i conti.

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