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Governo cinese nazi-comunista-liberista filo statounitense?
by Francesco S. Tuesday, Sep. 10, 2002 at 3:52 PM mail:

Partito comunista cinese:il maledetto governo cinese di nazi-comunisti-liberisti!!!!Adesso che l'ho scritto come fare qualcosa di utile?Come essere attivisti contro le ingiustizie tutte?Non solamente contro gli usa si combatte il MALE!!!

LA LIBERAZIONE DEI PRiGIONIERI POLITICI:
Alcune considerazioni
"Il rilascio dei prigionieri: niente di cui rallegrarsi" è il titolo dell’interessante editoriale pubblicato nel numero di maggio della Tibetan Review. Analizzando le vicende che portarono all’arresto di Ngawang Choephel, Tanag Jigme Sangpo e Chadrel Rinpoche, l’articolo evidenzia la mera formalità del loro rilascio da parte di Pechino che, in realtà, non ha concesso nulla.

In tutto il mondo, istituzioni e gruppi umanitari hanno calorosamente salutato il rilascio di alcuni importanti prigionieri politici, quali Ngawang Choephel, Chadrel Jampa Trinley e Tanag Jigme Sangpo, liberati dalla Cina in questi ultimi mesi. Per l’Unione Europea, l’Australia e altri paesi, queste scarcerazioni rappresentano il trionfo del lavoro in sordina della diplomazia bilaterale su quello che Pechino chiama "confronto diretto", sotto forma di nette risoluzioni di condanna in occasione dei convegni ONU sui diritti umani; per coloro che si battono a favore di tali diritti, gli avvenuti rilasci costituiscono invece il felice epilogo delle dure lotte combattute da chi, in ogni caso, Pechino non aveva alcun motivo di arrestare; per i tibetani, infine, sono il segno tangibile del fatto che la questione del Tibet è finalmente diventata un elemento rilevante nei rapporti della Cina con il resto del mondo oltre a offrire loro, forse, buoni argomenti per appoggiare la grande speranza e la pia fiducia del Dalai Lama nel ruolo della pressione internazionale quale efficace strumento per costringere la dirigenza cinese a risolvere in modo corretto il problema del Tetto del Mondo.

Sfortunatamente tuttavia, i soli a ridere di cuore dell’intera faccenda sono proprio i comunisti cinesi. Dopo ogni rilascio, tutti i commenti si sono tradotti in un deferente omaggio nei confronti della Cina per essersi apparentemente mostrata così indulgente nei confronti dei prigionieri e avere compreso i sentimenti della comunità internazionale sulla questione dei diritti umani. Le espressioni di gratitudine sono state tali che la Cina comunista è sembrata il vero eroe. Nell’euforia del momento, le parole di speranza sul possibile rilascio di altri prigionieri politici, se non di tutti, sono sembrate aggiungersi al nulla perché, in realtà, liberando quei detenuti, Pechino nulla ha concesso.

Tanag Jigme Sangpo è un ammalato cronico settuagenario non più in grado di causare alcun problema al governo cinese. E’ stato rinchiuso in carcere e nei campi di lavoro così a lungo da non possedere più una casa cui fare ritorno una volta rilasciato. E’ un combattente di grande coraggio, sprezzante della propria sicurezza e del benessere personale, ma non è né capo né un organizzatore. Per questo motivo la Cina gli ha concesso di restare in Tibet anziché farlo salire forzatamente su un aereo con destinazione gli Stati Uniti o la Svizzera.

Ngawang Choephel non è né un attivista né una spia come Pechino ha cercato di far credere. E’ soltanto un entusiasta musicista tibetano in esilio con l’innocuo desiderio, del tutto accademico, di raccogliere dati sull’arte teatrale della tradizione tibetana, ormai sul punto di scomparire. Ma il fatto che avesse vissuto in India e studiato per un anno negli Stati Uniti ha fornito alla Cina il succulento pretesto per sollevare un caso politico e rovinare la vita di quest’uomo innocente. Lo hanno definito una spia del governo tibetano in esilio in missione eversiva in Tibet con il finanziamento di alcuni governi stranieri (un ovvio riferimento agli Stati Uniti). Le brutali torture e la condanna a diciotto anni di carcere e di lavori forzati avrebbero dovuto dimostrare la gravità del suo crimine del quale, peraltro, non è mai stata presentata la minima prova o evidenza. Ciò nonostante, dopo avergli fatto scontare sei anni di carcere, la Cina è stata ringraziata per averlo liberato.

Ritenendo sufficiente il suo grado di collaborazione, gli occupanti cinesi avevano affidato a Chadrel Rinpoche la guida del comitato di ricerca della reincarnazione del decimo Panchen Lama. Tuttavia, trattandosi di una delegazione nominata dal governo di Pechino, priva pertanto del riconoscimento e della benedizione del Dalai Lama, l’incarico ricevuto si è rivelato ben presto troppo oneroso. Certo, se si fosse attenuto ai patti, Chadrel Rinpoche sarebbe stato ben ricompensato, ma come lo avrebbero giudicato la storia e il popolo tibetano? Cosa ne sarebbe stato della sua fede nelle istituzioni religiose tradizionali di cui egli stesso era una figura importante? Turbato da questi interrogativi, l’abate di Tashilunpo scelse una via rischiosa e fece pervenire segretamente al Dalai Lama i risultati delle sue ricerche. Di conseguenza, Chadrel Rinpoche, malgrado si sia sacrificato per una nobilissima causa, non è un combattente per la libertà né un difensore dei diritti umani. E non vi è motivo di rallegrarsi per il suo rilascio, poiché aveva già ampiamente scontato la pena che gli era stata ingiustamente inflitta.

Alla luce delle relazioni pubbliche e delle manovre diplomatiche che si intrecciano in questi giorni, la liberazione dei prigionieri politici non significa che la Cina comunista si stia aprendo al riconoscimento dei diritti umani o alle riforme. I rilasci sono senza dubbio ottimi eventi, ma solo per le persone interessate. Non vi è nulla di più: non significano certamente che il governo comunista voglia cambiare il sistema vigente che sopprime i dissidenti e i diritti umani e monopolizza il potere politico. Solo coloro che si rallegrano con la Cina ritengono che a Pechino sia in atto un processo di liberalizzazione. I comunisti hanno invece ampiamente fatto sapere che, i loro, sono soltanto gesti umanitari, destinati a favorire la prosecuzione dei rapporti diplomatici e commerciali.

Per concludere, alla domanda se la Cina abbia finalmente iniziato ad allentare la sua morsa in Tibet, la risposta non può che essere il più assoluto "No". I recenti sviluppi mostrano uno spostamento o, meglio, un aggiustamento della strategia di Pechino, finalizzato al mantenimento dello "status quo", con l’inizio di una nuova fase in cui i governanti cinesi, pur sembrando accettare i diritti umani quale argomento di discussione tra le nazioni, mirano in realtà ad un "non - risultato" finale basato sull’"accordo nel disaccordo" tra le parti.

NOTIZIE

PECHINO BLOCCA L’ACCREDITO DI I.C.T. AL SUMMIT MONDIALE SULLO SVILUPPO
New York, 8 febbraio 2002. Per la prima volta dal 1965 la questione del Tibet è stata sollevata alle Nazioni Unite. E’ accaduto in occasione del dibattito circa la partecipazione di International Campaign for Tibet, il noto gruppo con sede a Washington operante a sostegno della causa tibetana, al Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile che si terrà a Johannesburg, in Sud Africa, dal 26 agosto al 4 settembre 2002. Sostenuto da una mozione della Spagna, l’accredito di I.C.T., che lo scorso anno aveva preso parte alla Conferenza Mondiale contro il Razzismo, è stato subito apertamente contrastato dalla Cina che ha accusato International Campaign for Tibet di perseguire una politica "separatista", ponendo al centro della discussione non tanto i requisiti di I.C.T. a sostenere il punto di vista dei tibetani su una politica di sviluppo sostenibile in Tibet ma focalizzando il dibattito sulla questione, del tutto politica, dell’indipendenza del paese. Dopo avere presentato senza successo una mozione di non azione sulla proposta spagnola, la Cina ha chiesto ai 189 stati membri delle Nazioni Unite di votare una successiva mozione di non partecipazione a favore della quale si sono espressi 93 paesi; 44 i contrari e 16 gli astenuti mentre i restanti aventi diritto non erano presenti o non hanno partecipato alla
votazione. "Ironicamente, è stata la stessa Cina a sollevare la questione dello status del Tibet alle Nazioni Unite" – ha dichiarato Buchung Tsering, direttore di I.C.T. Nel ringraziare i paesi che hanno sostenuto il diritto dei tibetani a far sentire la loro voce (di fatto si è verificata,al momento del voto, una spaccatura tra il nord e il sud del mondo), Tsering ha inoltre rilevato che l’orientamento espresso evidenzia la crescente influenza cinese presso le Nazioni Unite e il forte potere della sua azione di "lobbying".

TRE MESI DI RIPOSO PER IL DALAI LAMA

Dharamsala, 10 febbraio 2002. Dimesso dall’ospedale Lelavati di Mumbay dove era stato ricoverato il 27 gennaio a causa di un’infezione intestinale, il Dalai Lama ha fatto ritorno a Dharamsala. Il leader tibetano, che aveva contratto la malattia alla vigilia del conferimento dell’iniziazione di Kalachakra nella città sacra di Bodh Gaya, dietro consiglio dei medici osserverà tre mesi di assoluto riposo annullando tutti gli impegni precedentemente assunti, compresi gli insegnamenti religiosi, le udienze private e le visite, già programmate, negli Stati Uniti e in Canada. Il 12 febbraio il Dalai Lama ha voluto tuttavia incontrare un gruppo di cinquecento tibetani arrivati dal Tibet. "Non dovete preoccuparvi" – ha detto loro – "ora sto completamente bene". Ha inoltre sottolineato l’importanza della presenza dei tibetani all’interno del paese per preservare le peculiari e ricche tradizioni culturali e artistiche la cui sopravvivenza è ora in pericolo a causa dell’occupazione cinese.

Mentre il Dalai Lama, ormai convalescente, stava per lasciare l’ospedale di Mumbay, l’agenzia Xinhua diffondeva un articolo apparso il 2 febbraio sulla rivista China’s Tibet in cui il governo cinese, con parole forti, chiedeva al leader tibetano di "rinunciare a ogni richiesta di indipendenza e di porre fine al suo esilio per ritornare alla madrepatria". Il 4 febbraio, il governo tibetano in esilio, nella persona di Sonam Dagpo, segretario del Dipartimento Informazioni e Relazioni Internazionali, rendeva noto che l’apertura cinese al rientro in patria del Dalai Lama altro non era se non la retorica ripetizione della consueta proposta subordinata al riconoscimento dell’appartenenza del Tibet alla Cina, precondizione assolutamente inaccettabile dai tibetani. Sonam Dagpo ha inoltre rilevato che simili "aperture" si ripetono puntualmente alla vigilia della visita a Pechino di qualche alto dignitario straniero o della presentazione di una risoluzione sul Tibet da parte della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite. "Il rilascio, dopo sei anni, del musicista Ngawang Choephel così come questo invito a rientrare in patria offerto al Dalai Lama" – ha dichiarato il funzionario tibetano – "fanno parte del piano con cui Pechino vuole mostrare al mondo che intende seriamente risolvere il problema". u

DOCUMENTATE LE PERSECUZIONI RELIGIOSE IN CINA

Washington, 13 febbraio 2002. Il quotidiano Washington Post ha dato notizia della pubblicazione di un rapporto di 141 pagine sulla persecuzione in atto in Cina ai danni della comunità cristiana e di altre minoranze religiose. Il documento, redatto dal Comitato di Ricerca sulla Persecuzione Religiosa in Cina, con sede a New York, raccoglie quanto riportato in otto attendibili dossier sull’argomento trafugati all’estero da un gruppo di cristiani cinesi con la complicità di alcuni ufficiali di polizia. I discorsi e le note di alcuni alti funzionari di varie province cinesi confermano la campagna governativa contro chiese, sette e culti operanti in Cina. Sun Jinxin, vice direttore della pubblica sicurezza nella provincia di Anhui, prende posizione contro il Vaticano "pronto a cogliere ogni opportunità per intervenire negli affari interni delle chiese cattoliche cinesi" ed afferma che le forze di intervento al suo comando "hanno iniziato a cercare, rieducare e convertire alcuni importanti membri del mondo cattolico". Analoghi accenti sono riservati ai membri della setta Falun Gong di cui si vogliono impedire raduni e assembramenti, soprattutto a Pechino. Alcuni documenti fanno esplicito riferimento al ricorso di agenti segreti speciali infiltrati nei vari gruppi i cui membri sono a volte costretti con la forza a lavorare per la polizia di stato. u

PROGETTO DULAN: FERVONO I LAVORI NEL QUINGHAI

Londra, 14 febbraio 2002. Il gruppo londinese Tibet Information Network ha reso noto che la Cina sta alacremente dando corso alla realizzazione del controverso "progetto Dulan", noto anche come piano di "Riduzione della Povertà nella Cina Occidentale". Come i lettori ricorderanno, il progetto, che prevede tra l’altro il trasferimento di 58.000 contadini cinesi in stato di povertà nella contea di Dulan, un’area di tradizione e cultura tibetana situata nella regione del Quinghai, avrebbe dovuto essere finanziato dalla Banca Mondiale. A seguito della mobilitazione di tutti i gruppi operanti a sostegno della causa tibetana, nel luglio 2000 la Banca decise di non erogare il finanziamento. Pechino annunciò allora che avrebbe realizzato l’impresa con le proprie forze. Secondo dati fornite dal Quinghai Daily e ripresi da T.I.N., Pechino intende portare a termine la "parte sostanziale" del lavoro entro il 2002 e ultimare le restanti opere nell’arco dei prossimi due anni. Testimoni oculari riferiscono che quasi tutti gli edifici situati nella strada principale della città di Xingride, nella contea di Dulan, recano la scritta "chai", demolizione. L’entità delle demolizioni indicherebbe la volontà di cambiare completamente la fisionomia dell’area urbana consentendo la creazione di strutture amministrative e commerciali più consone all’accrescimento della popolazione destinata a raddoppiare con l’arrivo degli immigrati la cui presenza comporterà una forte diluizione della presenza tibetana. u

RILASCIATO CHADREL RINPOCHE

Dharamsala, 20 febbraio 2002. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha reso noto di aver saputo da fonti attendibili che Chadrel Rinpoche, abate del monastero di Tashilunpo e capo del comitato di ricerca della reincarnazione del 10° Panchen Lama è stato scarcerato e si trova ora agli arresti domiciliari nella città di Shigatse. Chadrel Rinpoche era stato arrestato il 17 maggio 1995, tre giorni dopo il riconoscimento da parte del Dalai Lama di Gedhun Choekyi Nyima quale 11° Panchen Lama. Le autorità cinesi avevano dato ufficialmente la notizia del suo arresto solo nel maggio 1997 con un comunicato dell’agenzia Xinhua che riportava la sentenza di condanna dell’abate a sei anni di carcere con l’accusa di aver complottato per dividere il paese e divulgato segreti di stato. Nel dare l’annuncio, il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha posto in relazione la liberazione di Chadrel Rinpoche con l’imminente visita a Pechino del presidente Bush, definendo il gesto cinese un mero espediente politico. u

BUSH INVITA PECHINO AD AVVIARE COLLOQUI CON IL DALAI LAMA

Pechino, 21-22 febbraio 2001. Nel corso della sua prima visita ufficiale a Pechino, il presidente Bush, per l’occasione significativamente accompagnato da Paula Dobriansky, Coordinatore Speciale per gli affari tibetani, ha chiesto a Pechino di avviare colloqui con il Dalai Lama e con il Vaticano per una larga intesa sulla libertà di culto. Il 22 febbraio, parlando in diretta alla televisione cinese, Gorge W. Bush ha invitato la Cina a garantire le libertà personali e politiche, a tollerare la diversità e il dissenso e a rispettare il governo della legge. "In una società libera" – ha affermato il presidente americano – "dibattito non significa conflitto e disordine non è rivoluzione". Da parte sua, Jiang Zemin ha riaffermato che in Cina non esistono intolleranze religiose e ha dichiarato che alcuni esponenti del clero, soprattutto vescovi e preti cattolici, sono stati arrestati non per il loro credo ma per aver contravvenuto alla legge praticando il culto al di fuori delle chiese approvate dal governo. Il giorno precedente, 21 febbraio, un imbarazzatissimo Jiang Zemin, non abituato a rispondere alle libere domande dei giornalisti stranieri, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente Bush aveva finto di non capire o di avere dimenticato quanto gli veniva chiesto a proposito della repressione religiosa in atto in Cina. Aveva comunque dichiarato di avere letto, sebbene non credente, la Bibbia, il Corano e le Scritture buddiste. I due capi di stato, pur convenendo sulla necessità di dare corso a dialoghi bilaterali in vari campi e ad ogni livello, non hanno tuttavia raggiunto alcun accordo su alcune questioni chiave quali la proliferazione delle armi, la libertà religiosa e lo status di Taiwan. u

RICORDO DI UNA COMBATTENTE: ANI PACHEN DOLMA

Il 2 febbraio 2002, all’età di 69 anni, si è spenta Ani Pachen Dolma, conosciuta come "la monaca combattente". Figlia di Pomdha Gonor, comandante di un gruppo armato di resistenza contro le forze di occupazione cinesi, Ani Pachen mostrò fin dalla prima giovinezza il suo carattere tenace e ribelle imparando a cavalcare e a maneggiare le armi. Rifiutò il matrimonio e divenne monaca buddista. Tuttavia, quando, nel 1958, alla morte del padre, gli anziani del suo clan le chiesero di sostituirlo al comando, Dolma lasciò il monastero e, alla testa di 600 uomini, per lo più contadini e nomadi, prese il suo posto conducendo la lotta armata contro l’esercito cinese. Quando il suo villaggio fu sopraffatto trovò riparo con la famiglia sulle colline circostanti e continuò a combattere. Fu catturata e arrestata nel 1960, mentre cercava la via dell’esilio. Per ventuno anni, fino a che fu rilasciata, nel gennaio 1981, Dolma dovette sopportare il freddo, la fame, i continui interrogatori e la tortura fisica. Per un anno le furono applicati i ceppi, fu spesso appesa a testa rovesciata e per nove mesi fu rinchiusa in una buia cella di isolamento. Passò undici anni nella prigione di Drapchi dove fu assegnata all’unità di lavoro incaricata della produzione di mattoni. Improvvisamente liberata, Dolma, assieme a centinaia di altri tibetani, lavorò come volontaria alla ricostruzione del monastero di Gaden e prese parte attivamente alle dimostrazioni del settembre e ottobre 1987 e del marzo 1988. Temendo di essere nuovamente arrestata, fuggì in India nel 1989. In esilio ha scritto la sua autobiografia (Sorrow Mountain: The Journey of a Tibetan Warrior Nun), pubblicata nel 2000, "per raccontare alla gente e alle nuove generazioni quello che è successo e quello che sta succedendo al mio paese". u

GLI USA: PECHINO DIA INIZIO A COLLOQUI CON IL DALAI LAMA

Washington, 7 marzo 2002. Il Comitato per le Relazioni Internazionali del Congresso, a chiusura di una speciale sessione sul tema "Considerazioni sulla Politica degli Stati Uniti sul Tibet", ha invitato il governo di Pechino a risolvere la questione del Tibet dando avvio a colloqui con il Dalai Lama. Parlando al Comitato, Paula Dobriansky, coordinatore del Dipartimento di Stato per il Tibet, ha definito "grave" la situazione sul Tetto del Mondo e ha affermato che il paese continua ad essere una delle regioni più povere malgrado i considerevoli investimenti economici compiuti dalla Cina negli ultimi vent’anni. Dopo avere citato le persistenti discriminazioni esistenti in campo linguistico e medico e il continuo flusso migratorio di popolazioni Han, la signora Dobriansky ha tra l’altro dichiarato che, pur manifestando apprezzamento per il recente rilascio di Ngawang Choephel, l’amministrazione degli Stati Uniti non ritiene sufficiente l’occasionale rilascio di alcuni prigionieri politici ma ritiene importante "ridurre il divario su alcune questioni, quali ad esempio quella dei diritti umani, condizione indispensabile per uno sviluppo delle relazioni bilaterali tra i due paesi". "Se il governo cinese non tratta con il Dalai Lama, che strenuamente ricerca il dialogo e una soluzione soddisfacente per entrambe le parti" – ha proseguito il sottosegretario americano – "il movimento di resistenza tibetana potrebbe crescere con il conseguente aumento del rischio di agitazioni politiche". Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, anche l’attore Richard Gere, nella sua qualità di presidente di International Campaign for Tibet e Lodi Gyari, rappresentante speciale del Dalai Lama negli Stati Uniti. Il primo ha sottolineato l’importanza del ruolo e della figura del Dalai Lama nella soluzione del problema tibetano; Lodi Gyari, dal canto suo, ha riaffermato l’impegno del Dalai Lama a proseguire sulla strada della "Via di Mezzo" nelle trattative con Pechino, malgrado i suoi sforzi non abbiano finora prodotto concreti risultati.

Il giorno 9 marzo Pechino ha respinto l’appello degli Stati Uniti. Kong Quan, un portavoce del ministero degli esteri, ha dichiarato che il Dalai Lama non è soltanto una figura religiosa e, da tempo, sta lavorando per dividere la Cina. "Se il Dalai Lama desidera sinceramente il dialogo con il governo cinese" – ha dichiarato il portavoce – "deve porre fine a ogni attività separatista, dichiarare che il Tibet è parte integrante della Cina e riconoscere che Taiwan è una provincia cinese". u

L’UE A GINEVRA: NO A UNA RISOLUZIONE CONTRO LA CINA

Bruxelles, 11 marzo 2002. I quindici stati membri dell’Unione Europea hanno deciso di non presentare alcuna risoluzione di condanna della Cina per violazione dei diritti umani alla prossima annuale sessione della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite che si terrà a Ginevra dal 18 al 26 marzo. L’U.E. ha reso noto che si limiterà a considerare l’opportunità di appoggiare un documento presentato da altri paesi, eventualità assai remota dal momento che gli Stati Uniti, che dal 1990 hanno sempre presentato una risoluzione di condanna, quest’anno non fanno parte della Commissione e saranno presenti a Ginevra solo in qualità di osservatori. L’Unione Europea ha motivato la sua decisione rendendo noto che, alla luce del soddisfacente dialogo bilaterale esistente con la Cina in materia di diritti umani, ritiene più opportuno dare seguito a questo tipo di approccio.

Pressoché unanime la condanna della decisione dell’Unione Unione Europea, da molti accusata di codardia. "Nessuno ritiene che i dialoghi bilaterali sui diritti umani abbiano prodotto risultati concreti in merito alla questione tibetana" – ha affermato Tsering Jampa, direttore della sede europea di International Campaign for Tibet". Ancora più indignata Alison Reynolds, direttore di Free Tibet Campaign, che ha così commentato: "L’Unione Europea non ha scuse, non ha giustificazioni per una decisione che danneggia l’integrità e l’oggettività della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite: come può l’U.E. pretendere che la Cina si preoccupi seriamente del problema dei diritti umani se essa stessa ha un comportamento ipocrita e usa due pesi e due misure"?

Naturalmente positiva la reazione cinese alla decisione dell’Unione Europea. Il 14 marzo, l’agenzia Xinhua ha riportato una dichiarazione del portavoce del ministero degli esteri della Repubblica Popolare in cui si afferma che la Cina vorrebbe collaborare con l’Unione Europea per ridurre le divergenze nel campo dei diritti umani attraverso un dialogo "basato sull’uguaglianza e il reciproco rispetto".

A Ginevra, i diritti dei tibetani, assieme a quelli degli Uiguri, sono stati perorati dal ministro degli esteri tedesco, dal rappresentante svizzero e, per la prima volta, da quello del Guatemala che ha rivendicato il diritto del popolo Maya, dei Curdi e dei tibetani al rispetto delle proprie libertà politiche, economiche, sociali e culturali. u

DELEGAZIONE T.A.R. AL PARLAMENTO EUROPEO

Bruxelles, 25 marzo 2002. Per la prima volta una delegazione cinese proveniente dalla Regione Autonoma Tibetana è in Europa, per una visita di cinque giorni, su invito del Parlamento Europeo e della Camera dei Rappresentanti del Belgio. La delegazione è capeggiata da Raidi, presidente del Comitato del Congresso del Popolo in Tibet. Il 22 marzo, International Campaign For Tibet, con una lettera indirizzata al presidente Patrik Cox, ha chiesto al Parlamento Europeo di valutare la natura propagandistica della visita e di cogliere questa opportunità per esprimere al gruppo dirigente cinese la propria preoccupazione per la situazione tibetana e sollevare la questione dell’avvio di negoziati da tempo sollecitati dal Dalai Lama. L’agenzia ufficiale di stato Xinhua ha dato grande risalto all’avvenimento riportando la notizia della grande mostra fotografica sul Tibet "cinese", definita "un canale per una migliore, reciproca comprensione", inaugurata per l’occasione all’interno del Parlamento Europeo. Il 27 marzo, l’agenzia cinese ha invece esaltato il grande interesse dimostrato dai parlamentari belgi nei confronti della Regione Autonoma unitamente all’auspicio che la visita contribuisca a consolidare legami e contatti tra Belgio e T.A.R. u

PATTEN AUSPICA L’AVVIO DI COLLOQUI TRA PECHINO E IL DALAI LAMA

Shanghai, 29 marzo 2002. Chris Patten, ultimo governatore di Hong Kong, ora Commissario per gli Affari Esteri dell’Unione Europea, parlando agli studenti dell’Università Fudan di Shanghai ha così dichiarato: "Vorremmo che iniziassero colloqui tra la leadership cinese e il Dalai Lama in quanto il dialogo faciliterebbe la riconciliazione e gioverebbe all’immagine della Cina a livello internazionale". Rispondendo a un universitario cinese che gli aveva chiesto come mai era stato concesso al Dalai Lama di parlare al Parlamento Europeo, fornendogli così una "piattaforma" da cui parlare, in modo distorto, della situazione dei diritti umani in Tibet, Patten ha affermato che in Europa non esistono dubbi sul fatto che il Tibet è una provincia cinese ma sussistono forti preoccupazioni sulla preservazione delle tradizioni culturali e linguistiche tibetane. Commentando la visita, appena conclusa, della delegazione cinese a Bruxelles, l’ex governatore inglese di Hong Kong ha dichiarato di essere soddisfatto perché, come al Dalai Lama, anche ai dirigenti della Regione Autonoma Tibetana è stata data l’opportunità di esporre il loro punto di vista al Parlamento Europeo. Circa la divergenza di vedute tra la Cina e l’Unione Europea sulla questione dei diritti umani in Tibet, Patten ha asserito che le "risolute e civili discussioni" sull’argomento sono un sintomo della crescente maturità delle relazioni tra le due parti. u

RILASCIATO TANAK JIGME SANGPO

Dharamsala, 4 aprile 2002. Il governo tibetano in esilio ha diffuso la notizia del rilascio di Tanak Jigme Sangpo, il prigioniero politico più a lungo detenuto nelle carceri cinesi. Jigme Sangpo, oggi settantaseienne, è stato liberato il 31 marzo 2002 per motivi di salute dopo un periodo di detenzione durato oltre trentacinque anni. Attualmente si trova a Lhasa, a casa della nipote, Pema Chozom. Arrestato per la prima volta nel 1960, all’età di trentaquattro anni, sotto l’accusa di "corrompere le menti dei bambini con idee reazionarie", fu nuovamente condannato nel 1964 per avere espresso il suo pensiero sulla repressione in Tibet. Nel 1970, sorpreso mentre cercava di far pervenire al Dalai Lama un documento sulle atrocità commesse in Tibet dai cinesi, gli furono inflitti altri dieci anni di carcere. All’età di 53 anni, Jigme Sangpo fu inviato al campo di lavoro di Nyethang, a 60 chilometri da Lhasa, ma, nel 1983 subì una nuova condanna a quindici anni di prigione e privato per cinque anni dei diritti politici per avere attaccato dei manifesti scritti di suo pugno all’ingresso principale del Jokhang, il più importante tempio della capitale tibetana. Questa volta fu accusato di "incitamento e propaganda antirivoluzionaria". Nel 1988, con la stessa accusa, la sua pena fu prolungata di altri cinque anni. Il 6 dicembre 1991, durante la visita di una delegazione svizzera, Jigme, dalla sua cella, gridò forte "Free Tibet" e altri slogan in cinese e in tibetano. Le autorità carcerarie cercarono di minimizzare l’incidente dicendo agli ospiti che la voce era quella di un pazzo ma, il 4 aprile 1992, fu condannato ad altri otto anni di carcere. Avrebbe terminato di scontare l’intera pena il 3 settembre 2011, dopo quarantuno anni di reclusione.

A favore del suo rilascio si sono battuti da alcuni anni molti gruppi di sostegno al Tibet e organizzazioni non governative di tutto il mondo. Il governo americano e quello svizzero hanno sollevato più volte il caso di Tanak Jigme Sangpo con le autorità di Pechino. Negli ultimi due anni gli era stata prospettata più volte la libertà "per motivi di salute", ma Jigme, temendo di essere allontanato dal suo paese con il pretesto delle cure mediche, diceva di essersi abituato al carcere e di non volere essere di peso ai suoi parenti.

A nome del governo tibetano in esilio, Samdhong Rinpoche ha espresso la sua soddisfazione per la liberazione dell’anziano prigioniero. "Chiedo alla Repubblica Popolare Cinese di liberare anche gli altri prigionieri politici" – ha affermato il primo ministro tibetano – "e mi auguro che la leadership cinese trovi il coraggio, la saggezza e la giusta visione per risolvere il problema tibetano attraverso negoziati". u

TIBET JUSTICE CENTER ESCLUSO DAL SUMMIT DI JOHANNESBURG

Berkeley (CA), 5 aprile 2002. Dopo International Campaign for Tibet, anche Tibet Justice Center (il gruppo a sostegno del Tibet con sede a Berkeley, in California, che molti ricorderanno sotto il nome di Committee of Lawyers for Tibet) è stato escluso dalla rosa delle Organizzazioni non Governative ammesse dalle Nazioni Unite a partecipare al Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (WSSD) che si terrà a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002. Il presidente di TJC, Dennis Cusak, ha chiesto a Kofi Annan di indagare sui reali motivi che impediscono alle organizzazioni operanti a sostegno del Tibet l’accredito al vertice. Cusak ha inoltre accusato il segretariato della conferenza di Johannesburg di cedere alle pressioni cinesi dopo che Wang Yingfan, ambasciatore di Pechino presso le Nazioni Unite, in una lettera indirizzata al Segretario Generale si era opposto all’accredito di TJC affermando che "l’obiettivo primario del lavoro del gruppo mirava a separare il Tibet dalla Cina". Wang aveva altresì accusato l’organizzazione californiana di non avere contribuito in alcun modo allo sviluppo economico, sociale e culturale del Tibet.

Kofi Annan ha reso noto che il segretariato del summit, esaminato l’operato di TJC, lo ha trovato "importante per la conferenza" ma, al contempo, ha rilevato l’esistenza di "attività politicamente motivate, riguardanti il Tibet, non direttamente connesse alla questione dello sviluppo sostenibile".

Il giorno 30 maggio 2002 è stato ufficialmente negato l’accredito al WSSD anche al Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia, l’Organizzazione non Governativa con sede a Dharamsala. Ancora una volta la Cina ha impedito la discussione circa l’ammissione del gruppo presentando una mozione di non azione che ha ottenuto l’appoggio di 90 paesi tra i quali il Pakistan e Cuba. Stranamente assenti i rappresentanti di ben 50 paesi e 37 i contrari tra i quali gli Stati Uniti e, in rappresentanza dell’Unione Europea, la Spagna. u

ARRESTATO IMPORTANTE LAMA TIBETANO

Dharamsala,16 aprile 2002. Tenzin Delek Rinpoche, un alto lama tibetano appartenente al monastero di Nyachu, situato nella prefettura autonoma di Karze (Kham orientale), è stato arrestato dalla polizia cinese il giorno 7 aprile 2002, assieme ad altri quattro monaci, sotto l’accusa di avere progettato e organizzato l’esplosione di un ordigno lo scorso anno, a Chengdu. Samdhong Rinpoche, primo ministro del governo tibetano in esilio, in un comunicato ha deplorato l’arresto dell’importante religioso, definito "un fautore, da molti anni, della rinascita spirituale del suo paese", affermando che questo nuovo sopruso non farà che accrescere il risentimento dei tibetani. In realtà Tenzin Delek Rinpoche sconta la sua immensa popolarità e l’incrollabile fedeltà al Dalai Lama apertamente professata in molte occasioni. Nel mirino della polizia cinese per essersi rifiutato di riconoscere il "falso"Panchen Lama voluto da Pechino e per essersi prodigato a favore della popolazione locale, Tenzin era già stato minacciato d’arrestato nel 1997. La sua instancabile attività non era comunque mai cessata. u

SINGOLARE MANIFESTAZIONE ALL’ASSEMBLEA ANNUALE DI BP

Londra, 18 aprile 2002. Una dozzina di azionisti e di votanti per ricevuta procura si sono presentati all’annuale assemblea generale della British Petroleum travestiti da soldati cinesi. In queste insolite vesti hanno accolto con uno scrosciante applauso il discorso del presidente esecutivo, Lord Brown, al termine della sua esposizione sugli investimenti della compagnia inglese in Cina. Con questa insolita manifestazione, i "soldati dell’Esercito di Liberazione" hanno voluto ironicamente rendere edotta l’assemblea circa il sicuro apprezzamento del governo cinese per il costante contributo che la British Petroleum continua a fornire allo sfruttamento delle risorse naturali dell’altopiano tibetano. Come i lettori ricorderanno, BP è la maggiore azionista straniera della compagnia petrolifera di stato cinese PetroChina i cui progetti in Tibet e nel Turkestan orientale fanno parte del cosiddetto "Piano di Sviluppo delle Regioni Occidentali" volto a consolidare, secondo quanto affermato in un comunicato congiunto da Free Tibet Campaign e Students for a Free Tibet, "il controllo di Pechino in queste aree e a indebolire l’identità culturale e il nazionalismo dei tibetani e delle popolazioni uigure". Il comunicato, nel richiamare BP al rispetto di una speciale risoluzione adottata lo scorso anno da una parte degli azionisti con la quale veniva chiesto alla compagnia britannica di rinunciare agli investimenti con PetroChina, esprime altresì lo scetticismo dei due gruppi circa l’effettiva possibilità di BP a dare corso ai ventilati propositi di rispetto dell’ambiente e dei diritti umani delle popolazioni locali interessate stante il suo attivo e crescente coinvolgimento con la compagnia cinese. u

IN UN VIDEO LA DISTRUZIONE DEL CENTRO MONASTICO DI SERTHAR

New Delhi, 18 aprile 2002. E’ stato presentato ai giornalisti, a New Delhi, un video della durata di dieci minuti che mostra le immagini della distruzione degli edifici del complesso monastico di Serthar da parte delle "squadre di lavoro"cinesi (vedi Tibet News Nr. 35, pag. 5 e Nr. 36, pag. 6). Il documentario è stato realizzato grazie alle sequenze trafugate da due monaci fuggiti da Serthar a piedi, attraverso l’Himalaya. Le immagini non lasciano adito a dubbi: armati di grossi martelli, picconi e sbarre di ferro, gruppi di volontari affiancati da personale di polizia paramilitare radono al suolo le abitazioni dei monaci e delle monache. Un religioso, intervistato, afferma che il 26 giugno 2001 arrivarono al monastero cinquanta camion "pieni di cinesi" che iniziarono a distruggere migliaia di case. Il video mostra inoltre alcune monache che rovistano tra le macerie delle proprie abitazioni alla ricerca dei loro effetti personali. "Mi sento tanto triste" – dichiara una delle religiose – "ho rinunciato alla mia famiglia per raggiungere il monastero e passare la mia vita negli studi religiosi. Quando sono stata espulsa mi sono sentita come un pesce lasciato a morire fuori dall’acqua".

Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha così commentato: "Il documentario smentisce completamente le affermazioni cinesi in materia di libertà di religione. Quest’anno, davanti alla Commissione Diritti Umani, la Cina è riuscita ad evitare una condanna ma di fronte a prove di questo genere il mondo non può continuare a chiudere gli occhi". u

IL PARLAMENTO TEDESCO ADOTTA UNA RISOLUZIONE SUL TIBET

Berlino, 18 aprile 2002. "I Diritti Umani e lo Sviluppo in Tibet": questo il titolo della risoluzione adottata dal parlamento tedesco nella quale si chiede al Congresso Nazionale del Popolo della Repubblica Popolare Cinese di "avviare un negoziato con il Dalai Lama al fine di concordare uno Statuto sul Tibet che tenga conto del diritto dei tibetani all’autodeterminazione e garantisca loro ampia autonomia all’interno della Repubblica Popolare". La risoluzione, appoggiata da tutti i principali partiti della Repubblica Federale, sostiene la prosecuzione del dialogo tra l’Unione Europea e Pechino sulla questione dei diritti umani anche se "finora questo dialogo non ha consentito alcun progresso" in Tibet.

In particolare, a proposito della questione tibetana, definita "un problema sentito da tutti gli stati europei", la risoluzione "fa appello a tutti gli stati membri dell’Unione Europea e al Parlamento Europeo affinché, nei loro contatti bilaterali con la Cina, si adoperino perché, in tempi brevi, inizi un dialogo tra il Dalai Lama e la leadership cinese. Il parlamento tedesco ritiene tuttavia indispensabile per una soluzione duratura della vertenza un dialogo diretto tra le parti così come proposto in numerose occasioni dal Dalai Lama".

IL PRESIDENTE DEL CIO: LA CINA RISPETTI I DIRITTI UMANI

Londra, 24 aprile 2002. Nel corso di un’intervista rilasciata alla BBC, Jacques Rogge, il nuovo presidente del Comitato Olimpico Internazionale, ha dichiarato di ritenere che la Cina, dopo avere ottenuto l’assegnazione dei Giochi Olimpici dell’anno 2008, rispetterà la promessa di migliorare la situazione dei diritti umani. "Tuttavia" – ha proseguito – " il CIO è un’organizzazione responsabile e se la sicurezza, la logistica o il rispetto dei diritti umani non saranno conformi ai nostri standard, agiremo di conseguenza". Rogge, che ha preso il posto di Juan Antonio Samaranch, ha negato che lo scorso anno, a Mosca, il Comitato Olimpico abbia ignorato la situazione esistente in Cina e abbia deciso di premiare Pechino per aprire ai suoi sponsor un potenziale, vasto mercato. "Abbiamo chiesto alla Cina di migliorare al più presto la questione dei diritti umani" ha affermato il neo presidente, chiarendo però che il monitoraggio della situazione non spetta al Comitato Olimpico ma è compito di "specialisti", quali le Nazioni Unite e Amnesty International con i quali il CIO è frequentemente in contatto.

ESPLODE UNA BOMBA A CHENGDU

Londra, 25 aprile 2002. Si è appreso da Tibet Information Network che il 3 aprile una bomba rudimentale è esplosa a Chengdu, la città situata a est della regione nota come Kham, ferendo almeno una persona. L’agenzia Xinhua, nel confermare l’accaduto, ha reso noto che la polizia cinese ha effettuato alcuni arresti ma nulla è trapelato circa gli autori dell’attentato e i motivi del loro gesto. Secondo alcune voci, l’esplosione è opera di tibetani anche se non è esclusa la possibilità che gli attentatori siano lavoratori cinesi esasperati o praticanti di Falun Gong. Xinhua ha fatto sapere che uno studente di nome Zhang ha ricevuto una ricompensa di 20.000 yuan per avere fornito informazioni. T.I.N. ricorda che, in questi ultimi anni, nello Sichuan sono esplose almeno due bombe di cui una a Dartsedo, il 2 agosto 2001, e una seconda, nell’ottobre 1999, nella contea di Kardze. In quest’occasione fu arrestato Sonam Phuntsog, un monaco tibetano. Otto sono invece le esplosioni che si sono succedute a Lhasa negli ultimi sette anni.

CELEBRATA A DHARAMSALA LA "GIORNATA DEI MARTIRI"

Dharamsala, 29 aprile 2002. Il movimento Tibetan Youth Congress ha consacrato la giornata del 29 aprile al ricordo delle migliaia di martiri tibetani caduti per la causa dell’indipendenza del loro paese. La data prescelta coincide con il quarto anniversario della morte di Pawo Thubten Ngodup, l’eroe tibetano che, il 27 aprile 1998, a New Delhi, preferì immolare la sua vita cospargendosi di benzina e dandosi fuoco piuttosto che consegnarsi alla polizia indiana che, con la forza, voleva porre termine a uno sciopero della fame fino alla morte organizzato dai militanti della Gioventù Tibetana.

Ricoverato in ospedale con ustioni gravissime su tutto il corpo, Thubten Ngodup si spense due giorni più tardi. Per ricordarne il sacrificio assieme a quello di tutti coloro che si sono battuti per liberare il Tibet dall’oppressione cinese, è stata scoperta a Dharamsala una statua che lo raffigura. Nel corso della cerimonia, Tenzin Samphel, vice presidente di TYC, ha dichiarato, tra l’altro, che il recente rilascio di alcuni prigionieri politici tibetani, avvenuto in coincidenza con la visita in Cina di alte personalità del mondo politico straniero, altro non è se non un espediente con cui Pechino cerca di salvare la sua immagine di fronte alla comunità internazionale. Ne è prova il recente arresto di Tenzin Delek e di altri patrioti tibetani.

LHASA: DEMOLIZIONE DEI VECCHI EDIFICI TIBETANI

Lhasa, 29 aprile 2002. A partire dal 26 aprile è iniziata a Lhasa la demolizione di numerosi edifici costruiti in stile tradizionale tibetano. Ai residenti sono stati dati cinque giorni di preavviso prima di lasciare le abitazioni, assieme alla promessa di una "corsia" preferenziale nell’assegnazione dei nuovi appartamenti (peraltro più piccoli e con un maggiorato costo d’affitto) negli edifici di cemento armato destinati a sostituire le case tradizionali. Nel divulgare la notizia, Tibet Information Network ha reso noto che uno dei complessi edilizi si trova nell’area adiacente il tempio del Jokhang ed è sotto la protezione dell’UNESCO mentre un altro edificio di tre piani, vecchio di secoli, è situato nelle vicinanze del Lingkor. Alcuni residenti hanno chiesto alle autorità di non dare corso alla demolizione ma il loro appello non è stato accolto. Un portavoce dell’UNESCO, intervistato a Parigi, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione ed ha affermato che l’organismo internazionale cercherà di intervenire prima che sia troppo tardi anche se non tutte le case destinate ad essere abbattute rientrano nella lista dei tesori "dell’Eredità Mondiale". E’ rilevante comunque ricordare che nel 2000 le autorità cinesi hanno espulso da Lhasa il "Fondo per l’Eredità del Tibet", un’organizzazione non governativa europea operante nel settore della preservazione del patrimonio architettonico e culturale tibetano.

La demolizione dei vecchi edifici rientra nel nuovo piano urbanistico, approvato dalle autorità di Lhasa, mirante a quadruplicare l’area urbana portandola dagli attuali 53 chilometri quadrati ai 272 previsti entro l’anno 2015. Il particolare accento posto da Pechino sullo sviluppo della città sta privilegiando il settore edilizio a detrimento della preservazione del patrimonio storico-artistico e dello "sky line" della città, già deturpato dalla costruzione di un edificio di tredici piani, a nord del Barkor, destinato a ospitare gli uffici della Pubblica Sicurezza e di un monumento alto trentasette metri, nella piazza del Potala, eretto per commemorare la "pacifica liberazione del Tibet".

Nel deplorare la distruzione degli antichi quartieri, il giorno 2 maggio 2002, Samdong Rinpoche, Kalon Tripa (primo ministro) del governo tibetano in esilio, ha così dichiarato: "Questi edifici sono non soltanto simboli storici. Sono testimonianze fisiche dell’eredità culturale tibetana. Poiché la Cina ha ratificato la Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale, ha il dovere di garantire la protezione, la conservazione e la trasmissione alle future generazioni di quanto si trova sul suo territorio". u

L’UE FINANZIERA’ UN PROGETTO DI AIUTI IN TIBET

Lhasa, 30 aprile 2002. L’Unione Europea e la Cina hanno congiuntamente concordato, a Lhasa, il finanziamento di un programma di aiuti e riduzione della povertà di cui beneficeranno circa 40.000 abitanti della regione rurale di Bainang, in Tibet. Il programma si articola in nove progetti riguardanti principalmente i settori dell’istruzione, dell’assistenza medica e del rifornimento di acqua potabile. Il contributo dell’Unione Europea sarà di 7,6 milioni di Euro; la Cina investirà nel progetto 16,05 milioni di yuan (1,94 milioni di dollari).

LE AUTORITA’ DI LHASA AGEVOLANO IL RIENTRO IN PATRIA DEI TIBETANI

Londra, 1 maggio 2002. Il gruppo di informazione inglese Tibet Information Network ha reso noto che le autorità di Lhasa sembrano voler incoraggiare i tibetani in esilio a tornare nel loro paese. Secondo una disposizione dell’ambasciata cinese a Katmandu, è consentito ai tibetani che ne fanno richiesta di tornare in Tibet per un anno. La procedura dà seguito a dichiarazioni rilasciate i mesi scorsi dalle autorità della Regione Autonoma Tibetana che auspicavano un rientro in patria dei "compatrioti residenti all’estero per fare visita alla famiglia, ai parenti e agli amici, per rendere omaggio a Buddha o solamente per vedere il paese". L’ottenimento dei permessi, in vigore già negli anni ’80 e divenuto estremamente difficile negli anni ’90, prevede la concessione di un visto di entrata e di uno in uscita. I tibetani, tuttavia, temono che, allo scadere dell’anno di permanenza in Tibet, le autorità nepalesi non concedano loro l’autorizzazione ad attraversare il Nepal per rientrare in India, come ormai frequentemente accade a molti profughi (vedi Tibet News Nr. 36, pag. 10). Inoltre, in alcuni casi, l’ambasciata cinese a Katmandu condiziona il rilascio del permesso alla consegna del "Libro Verde", il documento rilasciato dal governo tibetano in esilio ai minori di 18 anni. Un giovane tibetano ha dichiarato a T.I.N. che non cederebbe mai il suo documento in cambio di un visto d’ingresso in Tibet perché questo gesto significherebbe la sua uscita dalla comunità dei profughi e un futuro incerto nelle mani dei cinesi.

CONTESTATA LA PRESENTAZA SHELL NEL TURKESTAN ORIENTALE

Londra, 15 maggio 2002. Con un comunicato stampa, Free Tibet Campaign ha annunciato che alcuni suoi rappresentanti saranno presenti all’annuale assemblea degli azionisti, che si terrà contemporaneamente a Londra e a Le Hague, e chiederanno alla compagnia petrolifera di salvare la propria reputazione abbandonando il progetto di partecipazione alla costruzione del gasdotto "Ovest-Est", nel Turkestan Orientale. Dopo febbrili trattative (vedi Tibet News Nr. 35, pag. 3), il gruppo Royal Dutch/Shell è a capo di un consorzio che dovrebbe affiancare la compagnia di stato cinese PetroChina nel piano di costruzione di un gasdotto che si snoderà per 4.000 chilometri dal bacino di Tarim, nello Xinjiang (Cina nord-occidentale), fino alla città di Shanghai. Il consorzio dovrebbe detenere il 45% delle azioni mentre il 90% del restante pacchetto sarebbe detenuto da PetroChina. I gruppi operanti a sostegno del Tibet (assieme a Free Tibet Campaign partecipano alla campagna anche International Campaign for Tibet, Milarepa Fund, Students for a Free Tibet e US Tibet Committee) si oppongono al coinvolgimento di Shell nel progetto sia per solidarietà con il popolo Uiguro sia perché PetroChina è impegnata in lavori di sfruttamento delle risorse naturali tibetane di gas.

Sebbene la compagnia sancisca, nei principi ispiratori del proprio operato, di "compiere i propri affari nel rispetto dei diritti umani e di tenere in debito conto la salute, la sicurezza e l’ambiente in conformità ai dettami dello sviluppo sostenibile", si teme che PetroChina possa chiedere a Shell di sottoscrivere l’accordo finale prima che l’azienda petrolifera possa concretamente verificare la compatibilità del progetto con i propri principi guida.

IL DALAI LAMA IN AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA

Melbourne, 20 maggio 2002. Con l’arrivo a Melbourne è iniziata la lunga visita del Dalai Lama in Australia e Nuova Zelanda, primo impegno ufficiale del leader tibetano dopo il periodo di assoluto riposo consigliatogli dai medici per riprendersi dai postumi della preoccupante infezione intestinale che lo ha colpito alla vigilia della celebrazione dell’iniziazione di Kalachakra lo scorso mese di gennaio, a Bodh Gaya. Mentre da Dharamsala giungevano confortanti rassicurazione sullo stato di salute di Sua Santità e sull’imminenza della sua partenza, l’attenzione dell’opinione pubblica si concentrava sul primo ministro australiano John Howard che, in visita a Pechino negli stessi giorni, è stato accusato di cedere alle pressioni cinesi e voler evitare qualsiasi incontro ufficiale tra il governo del suo paese e il capo tibetano. Il quotidiano The Age ha pubblicato la notizia che alcuni alti esponenti della delegazione Australia-Cina per il dialogo sui diritti umani avrebbero incontrato ufficialmente il Dalai Lama che, malgrado il grandissimo interesse suscitato dalla sua visita, non è stato ricevuto dal alcun membro del parlamento. In Nuova Zelanda, il 28 maggio, il leader tibetano è stato invece calorosamente accolto, a Wellington, dal parlamento e, trovandosi il primo ministro Helen Clark in Australia, ha incontrato il facente funzioni, Jim Anderton.

In una lunga intervista concessa a Radio Australia il 21 maggio, il Dalai Lama ha tra l’altro affermato che, malgrado l’assenza di ogni contatto formale tra Dharamsala e Pechino dal 1993, qualcosa all’interno della Cina sta cambiando. Intellettuali, scrittori e alcuni artisti iniziano a comprendere l’importanza del Tibet e della sua cultura. "Sebbene la dirigenza cinese mantenga una diversa opinione" – ha dichiarato -"queste nuove idee finiranno per avere ripercussioni anche sul regime, si tratta senza dubbio di segnali positivi".

DHARAMSALA SI CONGRATULA CON TIMOR EST

Dharamsala, 21 maggio 2002. Dopo 300 anni di occupazione portoghese, il 20 maggio 2002 Timor Est ha celebrato il ritorno all’indipenden-za. Per l’occasione, Samdhong Rinpoche, primo ministro del governo tibetano in esilio, ha inviato al presidente Xanana Gusmao le proprie felicitazioni. "Sono consapevole" – recita tra l’altro il messaggio - "delle importanti sfide che lei e la sua gente dovrete affrontare e vi auguro tutto il coraggio e la saggezza necessari. Sono certo che il suo lavoro e quello del suo governo si ispirerà ai principi del rispetto della lotta dei popoli per l’autodeterminazio-ne, dei diritti umani e della democrazia e si farà garante di tali principi anche nei confronti di situazioni simili alla vostra".

PECHINO RIFIUTA LE CRITICHE SULLE CONDIZIONI CARCERARIE IN TIBET

Pechino, 28 maggio 2002. Con la pubblicazione di ben nove rapporti nell’arco di una settimana, Pechino ha ricusato le critiche di maltrattamento dei prigionieri all’interno delle carceri tibetane. In risposta alle numerose lettere ricevute da organizzazioni internazionali e da membri del congresso degli Stati Uniti, Lu Bo, direttore della prigione di Drapchi, ha così dichiarato: "Nessun prigioniero, a Drapchi, è morto per cause non naturali o per mancanza di assistenza medica. Negli ultimi cinque anni abbiamo contato tra i nostri detenuti quindici decessi, tredici uomini e due donne, ma tutti sono mancati per cause naturali, principalmente per malattie cardiache o cerebrali". A sua volta, il vice direttore del carcere, Wang Huadong, ha affermato che il presidio medico all’interno della struttura è garantito da tredici dottori qualificati e che le cure ospedaliere sono paragonabili a quelle prestate da cliniche private. Ha inoltre stimato in un milione di yuan il costo annuale delle prestazioni sanitarie fornite gratuitamente ai prigionieri

I DIRITTI UMANI IN CINA NEL RAPPORTO ANNUALE DI AMNESTY

Londra, 28 maggio 2002. Anche quest’anno l’importante e atteso rapporto annuale di Amnesty International sulla violazione dei diritti umani nel mondo dedica una rilevante sezione alla Cina. In particolare, dopo avere rilevato l’eccessivo uso della forza da parte della polizia contro le proteste di operai e contadini, Amnesty denuncia la prosecuzione delle campagne contro le cosiddette "organizzazioni eretiche"quali la setta Falun Gong e alcuni gruppi cristiani. Circa 200 praticanti di Falun Gong sono morti in custodia a causa delle torture subite; altri sono detenuti arbitrariamente o sottoposti a sbrigativi processi. Il rapporto evidenzia inoltre l’imprigionamento di alcuni dissidenti, le restrizioni imposte ai giornalisti, agli organi mediatici e all’uso di Internet, il diffuso ricorso alla tortura e alla pena di morte che continua ad essere applicata in modo esteso ed arbitrario. Nel corso dell’anno 2001 sono state sentenziate 4015 condanne a morte: 2468 le esecuzioni, con un picco di 200 esecuzioni il giorno 21 aprile 2001 in seguito a massicci rastrellamenti compiuti in tutto paese allo scopo di "estirpare il male". Il rapporto prende inoltre in esame la situazione nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang, nella Regione Autonoma Tibetana, nella Mongolia interna e nella Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong. Sono denunciate le esecuzioni sommarie, le torture, le detenzioni arbitrarie perpetrate nei confronti delle popolazioni uigure, il maggiore gruppo etnico, a maggioranza musulmana, dello Xinjiang con un particolare riferimento all’ondata di arresti ed esecuzioni, all’indomani dell’attacco dell’11 settembre negli Stati Uniti, di persone etichettate come "separatiste" e "terroriste".

Continuano le violazioni dei diritti umani in Tibet dove oltre 250 prigionieri di coscienza, molti dei quali monache e monaci, continuano ad essere detenuti. Alcuni monasteri sono stati chiusi e i religiosi espulsi. Dure le condizioni nelle carceri: i detenuti sono torturati e molti hanno problemi di salute a causa della malnutrizione, delle precarie condizioni igieniche, del duro lavoro e delle percosse loro inflitte.

SENATO USA APPROVA RISOLUZIONE SUL PANCHEN LAMA

Washington, 5 giugno 2002. Il senato degli Stati Uniti ha approvato una Risoluzione con la quale condanna la violazione dei diritti umani in Tibet, chiede il rilascio del Panchen Lama e sollecita l’inizio di un dialogo tra la leadership cinese e il Dalai Lama o i suoi rappresentanti. Il documento, presentato dal senatore Paul Wellstone il giorno 25 aprile, giorno del tredicesimo compleanno del Panchen Lama, era stato redatto con l’intenzione di far conoscere al vice premier Hu Jintao, nell’imminenza della sua visita nella capitale americana, la preoccupazione del congresso per le sorti del piccolo prigioniero politico.

SUMMIT DI ROMA: NULLA DI FATTO PER IL TIBET

Roma, 13 giugno 2002. Il problema di un adeguato sostentamento alimentare delle popolazioni nomadi tibetane ha ricevuto scarsa attenzione da parte dei rappresentanti dei governi riuniti a Roma per il vertice mondiale FAO. La situazione dei nomadi dell’altopiano tibetano è stata sollevata nel forum delle Organizzazioni Non Governative, svoltosi parallelamente al summit. Carol Samdup, portavoce di Canada Tibet Committee, ha così dichiarato: " La politica cinese di rendere stanziali i nomadi e di chiudere il bestiame in recinti minaccia non solo lo stile di vita tradizionale tibetano ma anche la conservazione delle diversità genetiche delle famiglie contadine".


CONFERITO A JETSUN PEMA IL PREMIO "DONNA CORAGGIO"

GRANDE FOLLA AGLI INCONTRI CON PASSANG E CHOYIN
Enorme interesse e grande affluenza di pubblico agli incontri organizzati dalla sezione italiana di Amnesty International assieme all’Associazione Italia-Tibet con Passang Lhamo e Choyin Kurzang, due giovani profughe tibetane recentemente fuggite dal Tibet, che hanno portato anche in Italia la testimonianza della loro drammatica storia e delle torture subite. In ognuna delle nove conferenze in programma (vedi Tibet news Nr. 36, pag. 1) tenutesi dal 17 al 25 febbraio, le loro parole hanno commosso le affollate platee e ricordato le continue sopraffazioni e gli abusi cui il popolo del Tibet è continuamente sottoposto. Il coraggio e la determinazione delle due giovani monache costituiscono un esempio della determinazione con la quale il popolo tibetano lotta per la propria libertà. La serie degli incontri, caratterizzati anche da un grande interesse mediatico, si è conclusa a Roma con una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Paolo Pobbiati, responsabile del Coordinamento Estremo Oriente e Pacifico di Amnesty International e Piero Verni, presidente dell’Associazione Italia-Tibet. Entrambi hanno partecipato e condotto l’intera serie delle conferenze. Un particolare ringraziamento a Karma Chukey che, con grande disponibilità, ha superbamente svolto il lavoro di traduttrice.
CONFERITO A JETSUN PEMA IL PREMIO "DONNA CORAGGIO"
Brescia, 26 febbraio 2002. Jetsun Pema, direttrice generale della Tibetan Homes Foundation e sorella del Dalai Lama, è stata insignita a Brescia del premio "Donna Coraggio 2002" riconosciutole dal Comune assieme alla sezione locale dell’Associazione Nazionale Donne Elettrici "per la fermezza e l’impegno nell’affermare il diritto di vivere liberamente i propri diritti". Nel consegnarle la targa, il sindaco di Brescia Paolo Corsini l’ha definita "un altissimo esempio del coraggio di agire che ha in sé l’immenso potere di trasformare le cose". Jestun Pema ha dedicato il premio al popolo tibetano "che oggi non ha ancora una voce ma che ogni giorno continua a credere nei diritti umani e nella libertà di cui la Cina, che ci ha occupato, non ha rispetto. E’ importante poter far conoscere la causa tibetana perché crediamo fortemente in una soluzione pacifica del problema: non sarà la violenza a scacciare la violenza".Accompagnata dal marito, Tempa Tsering, Jetsun Pema, ricevuta da Roberto Cota, presidente del Consiglio Regionale, ha presenziato a Torino, il 28 febbraio, presso la sede del Consiglio Regionale, alla conferenza stampa di presentazione dell’Assemblea Costituente dell’ "Associazione dei Comuni, delle Province e delle Regioni per il Tibet", promossa dalla Regione Piemonte. I giorni 1 e 2 marzo si è recata a Bolzano dove, oltre ai soci locali dell’Associazione Italia-Tibet, ha incontrato il presidente della Provincia autonoma Luis Durnwalder. Nel corso dell’incontro sono state delineate nuove forme di aiuto ai rifugiati tibetani; in particolare, la Provincia favorirà la formazione di tre studenti tibetani che saranno ospitati in Alto Adige e fornirà aiuto ai nuovi centri di accoglienza dei profughi in esilio.
COSTITUITA L’ASSOCIAZIONE DEI COMUNI, PROVINCE E REGIONI PER IL TIBET
Torino, 9 marzo 2002. Su iniziativa della Regione Piemonte e con l’adesione dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), si è tenuta a Torino, presso l’Aula del Consiglio Regionale del Piemonte, l’Assemblea Costitutiva dell’Associazione delle Regioni, delle Province e dei Comuni per il Tibet. Hanno finora aderito tre regioni (Basilicata, Lombardia e Piemonte), sei province (Alessandria, Asti, Cuneo, Lucca, Pavia e Vercelli) e centootto comuni di cui otto capoluoghi di provincia.
Nella sessione mattutina, nel corso della quale hanno tenuto i loro interventi, tra gli altri, Giampiero Leo, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Olivier Dupuis, Segretario del Partito Radicale Transnazionale, deputato europeo e promotore della risoluzione sul Tibet al Parlamento Europeo, e Gianni Vernetti, deputato e portavoce del costituendo Intergruppo Parlamentare per il Tibet, è stato illustrato l’impegno delle istituzioni europee a sostegno della causa tibetana. Nella sessione pomeridiana l’Assemblea si è proposta l’obiettivo di coinvolgere altri enti locali nella campagna "Una bandiera per uno status di reale autonomia per il Tibet", caratterizzata dall’approva-zione di ordini del giorno sulla questione tibetana e dall’esposizione permanente di centinaia di bandiere tibetane nelle sedi istituzionali di comuni, province e regioni.Nella dichiarazione di costituzione dell’Associazione, i comuni, le province e le regioni hanno richiamato e fatto proprio "l’invito del Parlamento Europeo agli stati membri dell’Unione Europea, espresso nella risoluzione del 6 luglio 2000, di riconoscere, sotto l’egida del Segretario generale delle nazioni Unite, il governo tibetano in esilio come legittimo rappresentante del popolo tibetano qualora le autorità di Pechino continuassero a rifiutare negoziati". L’Associazione ha inoltre deciso di organizzare una campagna di gemellaggio tra i comuni italiani e quelli che, in India, ospitano profughi tibetani, a cominciare da Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio, e di promuovere la propria attività in sede europea. Nella seduta pomeridiana sono intervenuti Claudio Tecchio, coordinatore della "Campagna di solidarietà con il popolo tibetano", Ciampa Tender, responsabile europeo di Tibet Humanity Organisation e Piero Verni, presidente dell’Associazione Italia-Tibet.

GIORNATA DI SOLIDARIETA’ CON IL TIBET
Roma, 10 marzo 2002. Per commemorare il 43° anniversario dell’insurre-zione di Lhasa del 10 marzo 1959, l’Associazione Italia-Tibet ha organizzato a Roma, presso l’Hotel Nazionale, una giornata di solidarietà con il Tibet. L’incontro è iniziato alle ore 10 con un discorso introduttivo di Carmen Leccardi, vice presidente dell’Associazione Italia-Tibet. Dopo la lettura dei messaggi dell’onorevole Gianni Vernetti, coordinatore del Gruppo Interparlamentare per il Tibet (la cui costituzione sarà ufficialmente annunciata nel mese di maggio), e di Claudio Tecchio, responsabile della Campagna di Solidarietà con il Popolo Tibetano, Dechen (in rappresentanza delle donne tibetane in Italia) ha dato lettura, con grande commozione, del messaggio per il 10 marzo dell’Associazione Donne Tibetane. E’ seguito l’intervento di Lama Jimpa, presidente della comunità tibetana in Italia, che ha sottolineato la necessità del lavoro congiunto di tutti i gruppi, senza dispersione di energie. Per l’Associazione Italia-Tibet, Piero Verni ha rilevato l’importanza della costituzione dell’Associazione delle Regioni, Province e Comuni per il Tibet e dell’Intergruppo Parlamentare, segnali, entrambi, di un positivo passo in avanti. Ha inoltre auspicato contatti continuativi con tutte le realtà in grado di contribuire alla destabilizzazione della Cina, a cominciare dai rappresentanti di Falun Gong e le istituzioni. La sessione mattutina dell’incontro si è conclusa con un dibattito e interventi liberi.Nel pomeriggio sono stati proiettati due documentari sul Tibet e, con l’intervento di un rappresentante romano di Amnesty International, è stato presentato il libro "La prigioniera di Lhasa" (casa editrice Fandango), dedicato a Ngawang Sangdrol.

DELEGAZIONE DELLA PROVINCIA DI MILANO A DHARAMSALA
Dharamsala, 28 marzo 2002. Il presidente della Provincia di Milano, Ombretta Colli, accompagnata dai consiglieri Gian Mario Vitali ed Enrico Fini, è stata ricevuta a Dharamsala da Jetsun Pema e dai bambini del locale Tibetan Children Village. I membri della delegazione milanese hanno voluto prendere personalmente contatto con questa istituzione che, dall’inizio degli anni ’60, fornisce ai piccoli profughi assistenza ed istruzione. Hanno inoltre preso visione dei lavori di costruzione del nuovo complesso di Selakui, a Dhera Dun (Uttar Pradesh), che, graz

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?
by Francesco S. ??? Tuesday, Sep. 10, 2002 at 7:08 PM mail:

Bè, o ci chiamiamo nello stesso modo, o non capisco perché ti firmi col mio nome; prima avevi messo un post che consisteva solo in UNA frase contro il governo cinese, frase che condivido al 100% ma che non capivo che cazzo ci stesse a fare, forse hai solo fatto un po' di casino col form delle pubblicazioni.

Ah, comunque sono d'accordissimo.

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Io preti a governare non ne voglio da nesuna parte
by jo ta ke Tuesday, Sep. 10, 2002 at 11:01 PM mail:

Io preti a governare non ne voglio da nesuna parte...

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Io preti a governare non ne voglio da nesSuna parte
by jo ta ke Tuesday, Sep. 10, 2002 at 11:06 PM mail:

Io preti a governare non ne voglio da nessuna parte

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O preti o iniziati laici
by Francesco S. Wednesday, Sep. 11, 2002 at 12:34 PM mail:

Il piú Grande Tempio Massonico degli Stati Uniti del Nord America, caro jo ta ke 8degli usa se non mi riesci a seguire!) si trovava ad appena un centinaio di metri dalle TWINS TOWERS (l'oggetto dell'attuale celebrazione commemorativa dell' 11 di settembre ;o é che si celebra il loro abbattimento?)
Massoni sono quasi tutti i plutocrati, gli oligarchi, i politici a stelle e strisce:per non parlare delle varie commissioni tipo la Trilateral Commission i Bildenbergher le multinazionali le corporazioni finanziarie(la tanto famigerata WALL STREET é una corporazione finanziaria privata come un qualsiasi negozio solo che fa soldi col denaro dei debbiti MONDIALI!)
Morale?
Tu non vuoi essere governato dai Dogmi di nessuna religione caro il mio jo ta ke?E te lo fanno pure credere povero scemo....!!!!Ma bello guardati in giro un pó per piacere:le banche come BancaD'Italia,i partiti politici TUTTI(dalla sinistra alla destra!) e moltre altre entitá sono tutte dirette e governate da massoni diretta od indirettamente:che DOGMA é peggiore di una DOTTRINA come quella MASSONICA che si camuffa rivestendosi di concetti come: LIBERTÁ DI ESPRESSIONE, DEMOCRAZIA, LIBERO SCAMBIO, LIBERO MERCATO ..... ED INVECE COLLOCA AI VERTICI DELLA FAO, WWF,NATO FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE,CIA, FBI,BANCA D'ITALIA ECC. DEI PROPRI INIZIATI CHE CONTROLLA NELLA PIÚ PICCOLA ISTRUZZIONE DI GRADO IN GRADO, DI INIZIAZIONE IN INIZIAZIONE??????????????????????????????????????????
TI DICE NIENTE LA LOGGIA P2?
MEGLI UNA DOTRINA VISIBILE QUINDI SINCERA CHE IL GOVERNO DI QUALCOSA DI LOSCO FATTO DA gRANDI mAESTRI ad uso e consumo esclusivo di gRANDI iNIZIATI, o no?

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P2 (Loggia Propaganda Due)
by Francesco S. Wednesday, Sep. 11, 2002 at 12:39 PM mail:

Che cos'è? Una MERDACCIA perfetta!!!(Fracchia la Belva umANA)
La data di fondazione della loggia massonica Propaganda Due si perde nel tempo, come spesso accade per simili consorterie. E' noto, comunque, che era un antico sodalizio che accoglieva gli elementi più importanti e prestigiosi, fin da quando, nel secolo scorso, la massoneria, aveva avuto un ruolo centrale nelle vicende italiane. Dopo la seconda guerra mondiale era stata riorganizzata anche la loggia P2, con l'aiuto della massoneria USA, trasferendovi i massoni più in vista o che dovevano restare "coperti". Nel Dicembre 1965 il Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli presenta l'apprendista Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il quale lo eleva immediatamente di grado nella gerarchia massonica e lo inserisce nella loggia P2. Nel 1969 Ascarelli e Gamberini affidano a Gelli un non meglio precisato incarico speciale nella loggia. Nel 1971 Gelli diviene segretario organizzativo e ha il totale controllo della loggia. Nel frattempo molti personaggi eccellenti, soprattutto militari e finanzieri si sono iscritti, tra questi il generale Allavena che porterà in dote le copie dei fascicoli delle schedature del SIFAR. Nel '69 capi massonici diranno che grazie a Gelli 400 alti ufficiali dell'esercito sono stati iniziati alla massoneria al fine di predisporre un "governo di colonnelli", sempre preferibile ad un governo comunista. Nel 1972 il nuovo segretario organizzativo cambia nome alla loggia in "Raggruppamento Gelli-P2" accentuandone le caratteristiche di segretezza evitando qualsiasi tipo di controllo. Nel 1973 la loggia segreta "Giustizia e Libertà" si fonde con la P2. Alla Gran Loggia di Napoli del Dicembre 1974, qualcosa di simile a un conclave massonico alcuni tentarono di sciogliere la P2 e di abrogarne i regolamenti particolari, ma senza successo, Gelli aveva acquisito troppo potere nel frattempo. Lino Salvini, maestro del Grande Oriente d'Italia, quindi, nonostante non vedesse di buon occhio tanto potere concentrato in quella loggia, il 12 Maggio 1975 decretò ufficialmente la ricostituzione della loggia P2 elevando Gelli al grado di maestro venerabile. La loggia P2 valicherà presto i confini nazionali e conterà affiliati in diversi paesi dove non si limiterà a fare proselitismo, ma parteciperà, nei modi che la caratterizzano alla vita politica, economica e finanziaria di tali paesi. In Argentina, per esempio favorirà il golpe militare, per poi perorare la causa del ritorno di Peron, così come risulterà implicata nello scoppio del conflitto delle isole Malvinas. La loggia P2 risulterà attiva in Uruguay, Brasile, Venezuela, negli Stati Uniti, in diversi paesi europei e non ultima in Romania, dove Gelli avrà importanti rapporti con il regime "socialista" di Ceausescu, nonostante l'anticomunismo viscerale di tutti gli aderenti alla P2. Evidentemente a Ceausescu non era rimasto niente di comunista e Gelli lo sapeva. Analizzare gli intrighi, la partecipazione a tentativi di colpo di stato o a colpi di stato riusciti, a stragi, attentati, omicidi, depistamenti, operazioni finanziarie sporche e' praticamente impossibile. Basti pensare che dopo il ritrovamento di una parte dei documenti relativi alle attività della loggia ad Arezzo il 17 Marzo 1981 e di altri a Montevideo in Uruguay e' stata costituita una commissione parlamentare di inchiesta presieduta da Tina Anselmi, i cui atti sono raccolti in 76 volumi di dimensioni consistenti e che la documentazione raccolta occupa diverse scaffalature anch'esse di dimensioni consistenti. Semplicemente ci limiteremo a dare un parziale elenco delle vicende in cui la P2 e' implicata. Anche l'elenco degli iscritti che forniamo e' parziale, purtroppo però è l'unico conosciuto, si calcola comunque che gli iscritti alla loggia fossero 2500/3000 e non 963 come risulta dalle liste sequestrate ad Arezzo.

Il 10 Dicembre 1981 il Parlamento ha ufficialmente sciolto la P2. Si tratta però solo di un atto formale, in realtà Gelli, nonostante i molti anni di carcere a cui e' stato condannato, e' ancora a piede libero e ha a disposizione un'enorme patrimonio per continuare a tessere i suoi intrighi. Il "piano di rinascita democratica" sequestrato a Maria Grazia Gelli nel Luglio 1982, che rappresenta la "carta programmatica per l'Italia" della P2, e' divenuto il programma di Silvio Berlusconi, in gran parte attuato. Ma ciò che più preoccupa e' che non può essere un semplice decreto a sciogliere un simile agglomerato di "veri criminali". Finché esisteranno enormi gruppi finanziari, potentati economici, multinazionali che dominano i popoli, continueranno ad esistere cosche mafiose e massoniche come la P2. Del resto, come anche attraverso questo lavoro abbiamo cercato di spiegare la P2 travalica i confini nazionali anche formalmente, Gelli nella Primavera del 1975 ha fondato a Montecarlo l'OMPAM che nessuno si sogna di sciogliere. L'unica cosa che ci rimane da fare e' combattere simili accozzaglie di moderni fascisti con ogni mezzo necessario.

Lo Statuto

PREMESSA
1) L' aggettivo democratico sta a significare che sono esclusi dal presente piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema
2) il piano tende invece a rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori.
3) Il piano si articola in una sommaria indicazione di obiettivi, nella elaborazione di procedimenti - anche alternativi - di attuazione ed infine nell'elencazione di programmi a breve, medio e lungo termine.
4) Va anche rilevato, per chiarezza, che i programmi a medio e lungo termine prevedono alcuni ritocchi alla Costituzione successivi al restauro delle istituzioni fondamentali.

OBIETTIVI
1) Nell'ordine vanno indicati:

a) i partiti politici democratici, dal PSI al PRI, dal PSDI alla DC al PLI (con riserva di verificare la Destra Nazionale)
b) la stampa, escludendo ogni operazione editoriale, che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattutto: Corriere della Sera, Giorno, Giornale, Stampa, Resto del Carlino, Messaggero, Tempo, Roma, Mattino, Gazzetta del Mezzogiorno, Giornale di Sicilia, per i quotidiani; e per i periodici: Europeo, Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia Cristiana. La RAI-TV va dimenticata.
c) i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione anche al prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori;
d) il Governo, che va ristrutturato nella organizzazione ministeriale e nella qualità degli uomini da proporre ai singoli dicasteri;
e) la magistratura, che deve essere ricondotta alla funzione di garante della corretta e scrupolosa applicazione delle leggi;
f) il Parlamento, la cui efficienza e' subordinata al successo dell'operazione sui partiti politici, la stampa e i sindacati.

2) Partiti politici, stampa e sindacati costituiscono oggetto di sollecitazioni possibili sul piano della manovra di tipo economico finanziario. La disponibilità di cifre non superiori a 30 o 40 miliardi sembra sufficiente a permettere ad uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al loro controllo.
Governo, Magistratura e Parlamento rappresentano invece obiettivi successivi, accessibili soltanto dopo il buon esito della prima operazione, anche se le due fasi sono necessariamente destinate a subire intersezioni e interferenze reciproche, come si vedrà in dettaglio in sede di elaborazione dei procedimenti.

3) Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell'operazione e' la costituzione di un club (di natura rotariana per l'etereogenità dei componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori, imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati, nonché pochissimi e selezionati uomini politici, che non superi il numero di 30 o 40 unità. Gli uomini che ne fanno parte debbono essere omogenei per modo di sentire, disinteresse, onestà e rigore morale, tali cioè da costituire un vero e proprio comitato di garanti rispetto ai politici che si assumeranno l'onere dell'attuazione del piano e nei confronti delle forze amiche nazionali e straniere che lo vorranno appoggiare. Importante e' stabilire subito un collegamento valido con la massoneria internazionale.

PROCEDIMENTI
1) Nei confronti del mondo politico occorre:
a) selezionare gli uomini - anzitutto - ai quali può essere affidato il compito di promuovere la rivitalizzazione di ciascuna rispettiva parte politica (per il PSI, ad esempio, Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra Nazionale (eventualmente): Covelli);
b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilità esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica;
c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti finanziari sufficienti -con i dovuti controlli- a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti;
d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l'immediata nascita di due movimenti: l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altro sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra Nazionale). Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs promotori composti da uomini politici ed esponenti della società civile in proporzione reciproca da 1 a 3 ove i primi rappresentino l'anello di congiunzione con le attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il mondo reale. Tutti i promotori debbono essere inattaccabili per rigore morale, capacità, onestà e tendenzialmente disponibili per un'azione politica pragmatistica, con rinuncia alle consuete e fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto da da parte della pubblica opinione e' da ritenere inevitabile.

2) Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l'impiego degli strumenti finanziari non può, in questa fase, essere previsto nominativamente. Occorrerà redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell'altro. L'azione dovrà essere condotta a macchia d'olio, o, meglio, a catena, da non più di 3 o 4 elementi che conoscono l'ambiente. Ai giornalisti acquisti dovrà essere affidato il compito di "simpatizzare" per gli esponenti politici come sopra prescelti in entrambe le ipotesi alternative 1c e 1d.
In un secondo tempo occorrerà:
a) acquisire alcuni settimanali di battaglia;
b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia centralizzata;
c) coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa locale;
d) dissolvere la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.

3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria e' fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari dell'UIL, per poi agevolare la fusione con gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti.
Gli scopi reali da ottenere sono:
a) restaurazione della libertà individuale, nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica, con effettive garanzie di segretezza del voto;
b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello legittimamente assente di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative.
Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo e' da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi.

4) Governo Magistratura e Parlamento

a) selezionare gli uomini - anzitutto - ai quali può essere affidato il compito di promuovere la rivitalizzazione di ciascuna rispettiva parte politica (Per il PSI, ad esempio Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra Nazionale (eventualmente): Covelli);
b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilità esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica;
c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti finanziari sufficienti - con i dovuti controlli - a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti;
d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l'immediata nascita di due movimenti: l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI - PSDI - PRI - Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altro sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra Nazionale). Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs promotori composti da uomini politici ed esponenti della società civile in proporzione reciproca da 1 a 3 ove i primi rappresentino l'anello di congiunzione con le attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il mondo reale. Tutti i promotori debbono essere inattaccabili per rigore morale, capacità, onestà, e tendenzialmente disponibili per un'azione politica pragmatica, con rinuncia alle consuete e fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto da parte della pubblica opinione e' da ritenere inevitabile.

2) Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l'impiego degli strumenti finanziari non può, in questa fase, essere previsto nominatim. Occorrerà redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell'altro. L'azione dovrà essere condotta a macchia d'olio, o, meglio, a catena, da non più di 3 o 4 elementi che conoscono l'ambiente.
Ai giornalisti acquisiti dovrà essere affidato il compito di "simpatizzare" per gli esponenti politici come sopra prescelti in entrambe le ipotesi alternative 1c e 1d.
In secondo tempo occorrerà:
a) acquisire alcuni settimanali di battaglia;
b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia centralizzata;
c) coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa locale;
d) dissolvere la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.

3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria è fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari della UIL, per poi agevolare la fusione con gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimorti.
Gli scopi reali da ottenere sono:
a) restaurazione della libertà individuale nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto;
b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quella illegittimamente assente di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative.
Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo e' da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiore all'altra ipotesi.

4) Governo, Magistratura e Parlamento

E' evidente che si tratta di obiettivi nei confronti dei quali i procedimenti divengono alternativi in varia misura a seconda delle circostanze. E' comunque intuitivo che, ove non si verifichi la favorevole circostanza di cui in prosieguo, i tempi brevi sono - salvo che per la Magistratura - da escludere essendo i procedimenti subordinati allo sviluppo di quelli relativi ai partiti, alla stampa e ai sindacati, con la riserva di una più rapida azione nei confronti del Parlamento ai cui componenti e' facile estendere lo stesso modus operandi già previsto per i partiti politici.
Per la Magistratura e' da rilevare che esiste già una forza interna (la corrente di magistratura indipendente della Ass. Naz. Mag.) che raggruppa oltre il 40% dei magistrati italiani su posizioni moderate.
E' sufficiente stabilire un accordo sul piano morale e programmatico ed elaborare una intesa diretta a concreti aiuti materiali per poter contare su un prezioso strumento, già operativo nell'interno del corpo anche al fine di taluni rapidi aggiustamenti legislativi che riconducano la giustizia alla sua tradizionale funzione di elementi di equilibrio della società e non già di eversione. Qualora invece le circostanze permettessero di contare sull'ascesa al Governo di un uomo politico (o di un'equipe) già in sintonia con lo spirito del club e con le sue idee "ripresa democratica", e' chiaro che i tempi dei procedimenti riceverebbero una forte accelerazione anche per la possibilità di attuare subito il programma di emergenza e quello a breve termine in modo contestuale all'attuazione dei procedimenti sopra descritti. In termini di tempo ciò significherebbe la possibilità di ridurre a 6 mesi e anche meno il tempo di intervento, qualora sussista il presupposto della disponibilità dei mezzi finanziari.

PROGRAMMI

Per programmi si intende la scelta, in scala di priorità, delle numerose operazioni in forma di:
a) azioni di comportamento politico ed economico;
b) atti amministrativi (di Governo);
c) atti legislativi; necessari a ribaltare - in concomitanza con quelli descritti in materia di procedimenti - l'attuale tendenza di disfascimento delle istituzione e, con essa, alla disottemperanza della Costituzione i cui organi non funzionano più secondo gli schemi originali. Si tratta, in sostanza, di "registrare" - come nella stampa in tricromia - le funzioni di ciascuna istituzione e di ogni organo relativo in modo che i rispettivi confini siano esattamente delimitati e scompaiano le attuali aree di sovrapposizione da cui derivano confusione e indebolimento dello Stato.
A titolo di esempio, si considerano due fenomeni:
1) lo spostamento dei centri di potere reale dal Parlamento ai sindacati ed al Governo ai padronati multinazionali con i correlativi strumenti di azione finanziaria. Sarebbero sufficienti una buona legge sulla programmazione che rivitalizzi il CNEL e una nuova struttura dei Ministeri accompagnate da norme amministrative moderne per restituire ai naturali detentori il potere oggi perduti;
2) l'involuzione subita dalla scuola negli ultimi 10 anni quale risultante di una giusta politica di ampliamento dell'area di istruzione pubblica, non accompagnata però dalla predisposizione di corpi docenti adeguati e preparati nonché dalla programmazione dei fabbisogni in tema di occupazione.
Ne e' conseguente una forte e pericolosa disoccupazione intellettuale - con gravi deficienze invece nei settori tecnici nonché la tendenza a individuare nel titolo di studio il diritto al posto di lavoro. Discende ancora da tale stato di fatto la spinta all'egualitarismo assolto (contro la Costituzione che vuole tutelare il diritto allo studio superiore per i più meritevoli) e, con la delusione del non inserimento, il rifugio nella apatia della droga oppure nell'ideologia dell'eversione anche armata. Il rimedio consiste: nel chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro; nel predisporre strutture docenti valide; nel programmare, insieme al fenomeno economico, anche il relativo fabbisogno umano; infine nel restaurare il principio meritocratico imposto dalla Costituzione.
Sotto molti profili, la definizione dei programmi intersecherà temi e notazioni già contenute nel recente Messaggio del Presidente della Repubblica - indubbiamente notevole - quale diagnosi della situazione del Paese, tenendo, però, ad indicare terapie più che a formulare nuove analisi.
Detti programmi possono essere esecutivi - occorrendo - con normativa d'urgenza (decreti legge).
a) Emergenza a breve termine . Il programma urgente comprende, al pari degli altri provvedimenti istituzionali (rivolti cioè a "registrare" le istituzioni) e provvedimenti di indole economico-sociale.
a1) Ordinamento giudiziario: le modifiche più urgenti investono:
- la responsabilità civile (per colpa) dei magistrati;
- il divieto di nomina sulla stampa i magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari;
- la normativa per l'accesso in carriera (esami psicoattitudinali preliminari);
- la modifica delle norme in tema di facoltà libertà provvisoria in presenza dei reati di eversione - anche tentata - nei confronti dello Stato e della Costituzione, nonché di violazione delle norme sull'ordine pubblico, di rapina a mano armata, di sequestro di persona e di violenza in generale.
a2) Ordinamento del Governo
1 - legge sulla Presidenza del Consiglio e sui Minister (Cost. art. 95) per determinare competenze e numero (ridotto, con eliminazione o quasi dei Sottosegretari);
2 - legge sulla programmazione globale (Cost. art. 41) incentrata su un Ministero dell'economia che ingloba le attuali strutture di incentivazione (Cassa Mezz. - PPSS - Mediocredito Industria - Agricoltura), sul CNEL rivitalizzato quale punto d'incontro delle forze sociali e sindacali, imprenditoriali e culturali e su procedure d'incontro con il Parlamento e le Regioni;
3 - riforma dell'amministrazione (Cost. artt. 28 -97 - 98) fondato sulla teoria dell'atto pubblico non amministrativo, sulla netta separazione della responsabiltà politica da quella amministrativa che diviene personale (istituzione dei Segretari Generali di Ministero) e sulla sostituzione del principio del silenzio-rifiuto con quello del silenzio-consenso;
4 - definizione della riserva di legge nei limiti voluti e richiesti espressamente dalla Costituzione e individuazione delle aree di normativa secondaria (regolamentare) in ispecie di quelle regionali che debbono essere obbligatoriamente limitate nell'ambito delle leggi cornice.
a3) Ordinamento del Parlamento
1) ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR);
2) modifica (già in corso) dei rispettivi Regolamenti per ridare forza al principio del rapporto (Cost. art. 64) fra maggioranza-Governo da un lato, e opposizione, dall'altro, in luogo della attuale tendenza assemblearistica;
3) adozione del principio delle sessioni temporali in funzione di esecuzione del programma
governativo.

b) Provvedimenti economico-sociali
b1) abolizione della validità legale dei titoli di studio (per sfollare le università e dare il tempo di elaborare una seria riforma della scuola che attui i precetti della Costituzione);
b2) adozione di un orario unico nazionale di 7 ore e 30' effettive (dalle 8,30 alle 17) salvi i turni necessari per gli impianti a ritmo di 24 ore, obbligatorio per tutte le attività pubbliche e private;
b3) eliminazione delle festività infrasettimanali e dei relativi ponti (salvo 2 giugno – Natale - Capodanno e Ferragosto) da riconcedere in un forfait di 7 giorni aggiuntivi alle ferie annuali di diritto;
b4) obbligo di attuare in ogni azienda ed organo di Stato i turni di festività - anche per sorteggio - in tutti i periodi dell'anno, sia per annualizzare l'attività dell'industria turistica, sia per evitare la "sindrome estiva" che blocca le attività produttive;
b5) revisione della riforma tributaria nelle seguenti direzioni:
1 - revisione delle aliquote per i lavoratori dipendenti aggiornandole al tasso di svalutazione 1973-76;
2 - nettizzazione all'origine di tutti gli stipendi e i salari delle P.A. (onde evitare gli enormi costi delle relative partite di giro);
3 - inasprimento delle aliquote sui redditi professionali e sulle rendite;
4 - abbattimento delle aliquote per donazioni e contributi a fondazioni scientifiche e culturali riconosciute, allo scopo di sollecitare l'autofinanziamento premiando il reinvestimento del profitto;
5 - alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali destinati a riserve, ammortamenti, investimenti e garanzie, per sollecitare l'autofinanziamento delle aziende produttive;
6 - reciprocità fra Stato e dichiarante nell'obbligo di mutuo acquisto ai valori dichiarati ed
accertati;
b6) abolizione della nominatività dei titoli azionari per ridare fiato al mercato azionario e
sollecitare meglio l'autofinanziamento delle aziende produttive;
b7) eliminazione delle partite di giro fra aziende di Stato ed istituti finanziari di mano pubblica in sede di giro conti reciprochi che si risolvono - nel gioco degli interessi - in passività inutili dello stesso Stato;
b8) concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali
dall'estero;
b9) costituzione di un fondo nazionale per i servizi sociali (case - ospedali - scuole
- trasporti) da alimentare con:
1 - sovraimposta IVA sui consumi voluttuari (automobili - generi di lusso)
2 - proventi dagli inasprimenti ex b5)4;
3 - finanziamenti e prestiti esteri su programma di spesa;
4 - stanziamenti appositi di bilancio per investimenti;
5 - diminuzione della spesa corrente per parziale pagamento di stipendi statali superiori a
L. 7.000.000 annui con speciali buoni del Tesoro al 9% non commerciabili per due anni.
Tale fondo va destinato a finanziare un programma biennale di spesa per almeno 10.000 miliardi. Le riforme di struttura relative vanno rinviate a dopo che sia stata assicurata la disponibilità dei fabbricati, essendo ridicolo riformare le gestioni in assenza di validi strumenti (si ricordino i guasti della riforma sanitaria di alcuni anni or sono che si risolvette nella creazione di 36.000 nuovi posti di consigliere di amministrazione e nella correlativa lottizzazione partitica in luogo di creare altri posti letto) Per quanto concerne la realizzabilità del piano edilizio in presenza della caotica legislazione esistente, sarà necessaria una legge che imponga alle Regioni programmi urgenti straordinari con termini brevissimi surrogabili dall'intervento diretto dello Stato; per quanto si riferisce in particolare all'edilizia abitativa, il ricorso al sistema dei comprensori obbligatori sul modello svedese ed al sistema francese dei mutui individuali agevolati sembra il metodo migliore per rilanciare questo settore che e' da considerare il volano della ripresa economica;
b10) aumentare la redditività del risparmio postale elevando il tasso al 7%;
b11) concedere incentivi prioritari ai settori:
I - turistico
II - trasporti marittimi
III - agricolo specializzato (primizie zootecnia)
IV - energetico convenzionale e futuribile (nucleare - geotermico - solare)
V - industria chimica fine e metalmeccanica specializzata di trasformazione; in modo da
sollecitare investimenti in settori ad alto tasso di mano d'opera ed apportatori di valuta;
b12) sospendere tutte le licenze ed i relativi incentivi per impianti di raffinazione primaria del petrolio e di produzione siderurgica pesante.

c) Pregiudiziale e' che oggi ogni attività secondo quanto sub a) e b) trovi protagonista e gestore un Governo deciso ad essere non già autoritario bensì soltanto autorevole e deciso a fare rispettare le leggi esistenti. Così e' evidente che le forze dell'ordine possono essere mobilitate per ripulire il paese dai teppisti ordinari e pseudo politici e dalle relative centrali direttive soltanto alla condizione che la Magistratura li processi e condanni rapidamente inviandoli in carceri ove scontino la pena senza fomentare nuove rivolte o condurre una vita comoda. Sotto tale profilo, sembra necessario che alle forze di P.S. sia restituita la facoltà di interrogatorio d'urgenza degli arrestati in presenza dei reati di eversione e tentata eversione dell'ordinamento, nonché di violenza e resistenza alle forze dell'ordine, di violazione della legge sull'ordine pubblico, di sequestro di persona, di rapina a mano armata e di violenza in generale.

d) Altro punto chiave è l'immediata costituzione di una agenzia per il coordinamento della stampa locale (da acquisire con operazioni successive nel tempo) e della TV via cavo da impiantare a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese. E' inoltre opportuno acquisire uno o due periodici da contrapporre a Panorama, Espresso, Europeo sulla formula viva "Settimanale".

MEDIO E LUNGO TERMINE

Nel presupposto dell'attuazione di un programma a breve termine come sopra definito, rimane da tratteggiare per sommi capi un programma a medio e lungo termine con l'avvertenza che mentre per quanto riguarda i problemi istituzionali è possibile fin d'ora formulare ipotesi concrete, in materia di interventi economico-sociali, salvo per quel che attiene pochissimi grandi temi, è necessario rinviare nel tempo l'elencazione di problemi e relativi rimedi.
a) Provvedimenti istituzionali
a1) Ordinamento Giudiziario
I - unità del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione - articoli 107 e 112 ove il P.M.
e' distinto dai giudici);
II - responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull'operato del P.M. (modifica
costituzionale);
III - istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti, con abolizione di ogni segreto istruttorio con i relativi e connessi pericoli ed eliminando le attuali due fasi di istruzione;
IV - riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);
V - riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile;
VI - esperimento di elezione di magistrati (Costit. art. 106) fra avvocati con 25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali;
a2) Ordinamento del Governo
I - modifica della Costituzione per stabilire che il Presidente del Consiglio e' eletto dalla Camera all'inizio di ogni legislatura e può essere rovesciato soltanto attraverso le elezioni del successore;
II - modifica della Costituzione per stabilire che i Ministri perdono la qualità di parlamentari;
III - revisione della legge sulla contabilità dello Stato e di quella sul bilancio dello Stato (per modificarne la natura da competenza in cassa);
IV - revisione della legge sulla finanza locale per stabilire - previo consolidamento del debito attuale degli enti locali da riassorbire in 50 anni - che Regioni e Comuni possono spendere al di là delle sovvenzioni statali soltanto i proventi di emissioni di obbligazioni di scopo (esenti da imposte e detraibili) e cioè relative ad opere pubbliche da finanziare, secondo il modello USA. Altrimenti il concetto di autonomia diviene di sola libertà di spesa basata sui debiti;
V - riforma della legge comunale e provinciale per sopprimere le province e ridefinire i i compiti dei Comuni dettando nuove norme sui controlli finanziari;
a3) Ordinamento del Parlamento
I - nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di secondo grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari - ex magistrati
- ex funzionari e imprenditori pubblici - ex militari ecc.);
II - modifica della Costituzione per dare alla Camera preminenza politica (nomina del Primo Ministro) ed alla Senato preponderanza economica (esame del bilancio);
III - stabilire norme per effettuare in uno stesso giorno ogni 4 anni le elezioni nazionali, regionali e comunali (modifica costituzionale);
IV - stabilire che i decreti-legge sono inemendabili;
a4) Ordinamento di altri organi istituzionali
I - Corte Costituzionale: sancire l'incompatibilità successiva dei giudici a cariche elettive in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze cosiddette attive (che trasformano la Corte in organo legislativo di fatto);
II - Presidente della Repubblica: ridurre a 5 anni il mandato, sancire l'ineleggibilità ed eliminare il semestre bianco (modifica costituzionale);
III - Regioni: modifica della Costituzione per ridurre il numero e determinarne i confini secondo criteri geoeconomici più che storici. Provvedimenti economico sociali.

b1) Nuova legislazione antiurbanesimo subordinando il diritto di residenza alla dimostrazione di possedere un posto di lavoro e un reddito sufficiente (per evitare che saltino le finanze dei grandi Comuni);
b2) Nuova legislazione urbanistica favorendo le città satelliti e trasformando la scienza urbanistica da edilizia in scienza dei trasporti veloci suburbani;
b3) nuova legislazione sulla stampa in senso protettivo della dignità del cittadino (sul modello inglese) e stabilendo l'obbligo di pubblicare ogni anno i bilanci nonché le retribuzioni dei giornalisti;
b4) unificazione di tutti gli istituti ed enti previdenziali ed assistenziali in un unico ente di sicurezza sociale da gestire con formule di tipo assicurativo allo scopo di ridurre i costi attuali;
b5) disciplinare e moralizzare il settore pensionistico stabilendo: il divieto del pagamento di pensioni prima dei 60 anni salvo casi di riconosciuta inabilità; il controllo rigido sulle pensioni di invalidità; l'eliminazione del fenomeno del cumulo di più pensioni;
b6) dare attuazione agli articoli 39 e 40 della Costituzione regolando la vita dei sindacati limitando il diritto di sciopero nel senso di:
I - introdurre l'obbligo di preavviso dopo aver spedito il concordato;
II - escludere i servizi pubblici essenziali (trasporti; dogane; ospedali e cliniche; imposte; pubbliche amministrazioni in genere) ovvero garantirne il corretto svolgimento;
III - limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare comunque la libertà di lavoro;
b7) nuova legislazione sulla partecipazione dei lavoratori alla proprietà azionaria delle imprese e sulla gestione (modello tedesco);
b8) nuova legislazione sull'assetto del territorio (ecologia, difesa del suolo, disciplina delle acque, rimboscamento, insediamenti umani);
b9) legislazione antimonopolio (modello USA);
b10) nuova legislazione bancaria (modello francese);
b11) riforma della scuola (selezione meritocratica - borse di studio ai non abbienti - scuole di Stato normale e politecnica sul modello francese);
b12) riforma ospedaliera e sanitaria sul modello tedesco.
c) Stampa - Abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare bilanci deficitari con onere del pubblico erario ed abolire il monopolio RAI-TV.

Vicende in cui è implicata la loggia P2

- Strage del treno Italicus
- strage di Bologna
- strage di Ustica
- strage di Piazza Fontana
- strage del rapido 904
- omicidio Calvi
- omicidio Pecorelli
- omicidio Olof Palme
- omicidio Semerari
- colpo di stato militare in Argentina
- tentativo di colpo di stato di Junio Valerio Borghese
- tentativo di colpo di stato della Rosa dei Venti
- caso dei dossier illegali del SIFAR
- operazione Minareto
- falso rapimento Sindona
- tentativo di depistamento durante il rapimento Moro
- rapimento Bulgari
- rapimento Ortolani
- rapimento Amedeo
- rapimento Danesi
- rapimento Amati
- rapporti con la banda della Magliana
- rapporti con la banda dei marsigliesi
- inchiesta sul traffico di armi e droga del giudice Carlo Palermo
- riciclaggio narcodollari (caso Locascio)
- caso Cavalieri del Lavoro di Catania
- fuga di Herbert Kappler
- crack Sindona
- crack Banco Ambrosiano
- crack Finabank
- scandali finanziari legati allo IOR
- caso Rizzoli-Corriere della Sera
- caso SIPRA-Rizzoli
- scandalo dei Petroli
- caso M. Fo. Biali
- caso Eni-Petronim
- caso Kollbrunner
- cospirazione politica e truffa di Antonio Viezzer
- cospirazione politica di Raffaele Giudice
- cospirazione politica di Pietro Musumeci
- cospirazione politica e falsificazione documenti di Antonio La Bruna
- finanziamenti FIAT alla massoneria

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Breve storia dei rapporti tra Sionismo,Usa e lobby mondialiste
by Francesco S. Wednesday, Sep. 11, 2002 at 12:42 PM mail:

Lo Stato d'Israele fu costituito nel 1948. Lo volle e l'impose l'Onu per iniziativa congiunta degli Americani e dei Sovietici, i quali ultimi sostennero l'invasione israeliana assicurandole un ponte aereo dalla Cecoslovacchia.

I soli avversari con i quali i coloni ebrei si trovarono a combattere furono coloro che a quel tempo amministravano la Palestina, ovvero gli Inglesi, e quelli che vi abitavano da sempre, cioè i Palestinesi.

Forti del sostegno internazionale, gli invasori usarono le maniere forti ricorrendo più volte ad azioni terroristiche e stragiste tra le quali spicca il massacro di diplomatici ed alti ufficiali britannici all'hotel King David.

Una volta affermatosi, Israele si propose e si impose come testa di ponte dell'Occidente nel mondo arabo, nel sud mediterraneo e nell'area del petrolio. In questa veste lo Stato ebraico ottenne il sostegno politico, militare e soprattutto finanziario di tutto il mondo occidentale.

Ciò divenne allo stesso tempo la salvezza e la dannazione d'Israele. La salvezza, in quanto consentì ad uno Stato economicamente improduttivo di assicurarsi introiti talmente cospicui da garantirgli una floridezza ed un'acquisizione di potenza altrimenti impensabili.

La dannazione, in quanto, da quel momento, Israele fu condannato a dover creare instabilità intorno a sé e ad alimentare l'odio, il terrore e l'incertezza, sentimenti che, soli, potevano garantire a Tel Aviv il continuato e massiccio sostegno americano, occidentale e delle Comunità ebraiche internazionali.

Con alterne vicende e senza grossi contraccolpi, tutto filò liscio fino alla Guerra dei Sei Giorni (1967) e, sia pur con qualche complicazione, fino alla Guerra del Kippur (1973). La diplomazia ed i servizi segreti dello Stato Ebraico in questo periodo contribuirono a far sprofondare nel caos il Libano, fino agli anni Sessanta paradiso fiscale e turistico che per la sua stabilità e fioridezza infastidiva a ragion veduta Tel Aviv, nonché ad alimentare le tensioni in Italia, in Francia e, per una via meno diretta, in Spagna.

Tutto cambiò all'improvviso benché impercettibilmente.

Nascita della Trilateral

La decolonizzazione, tra la seconda metà degli Anni Quaranta e gli Anni Sessanta, aveva contrassegnato l'affermazione di un nuovo imperialismo, quello operato dalle Multinazionali, dall'FMI, da alcune branche dell'Onu (particolarmente la Fao) e dalla Banca Mondiale.

Questo nuovo imperialismo impose il dominio assoluto del Dollaro, schiacciando inesorabilmente le altre valute indice, quali il Franco e la Sterlina. Il processo di decolonizzazione calzava a pennello per le aspirazioni di Israele che si ritrovò a rappresentare il ruolo di sentinella dell'occidente e perciò a consolidare le sue credenziali di credito, ma non di certo per quelle delle potenze coloniali europee. Tutto sommato fu abbastanza vantaggioso per l'Urss ma nemmeno la soddisfece pienamente.

Durante il decennio sessanta perciò, nacque una fronda anti-americana che vide Francia, Inghilterra ed Urss condurre, di concerto, la cosiddetta guerra del dollaro che consisteva nel restituire vagonate di biglietti verdi agli Stati Uniti pretendendone in cambio, come da indicativo, il corrispondente in oro.

L'oligarchia americana reagì prontamente. Non soltanto rovesciando i governi francese, inglese e sovietico (in quest'ultimo caso tramite il putsch che permise a Breznev di sostituire Kruscev) ma compiendo due atti rivoluzionari.

Il primo, datato del 1971, fu la decisione unilaterale di non convertibilità del dollaro in oro (il che stette a significare che il dollaro, in sé e di per sé diveniva l'indicatore della ricchezza mondiale, e ciò senza alcuna giustificazione tecnica o giuridica a sostegno).

Il secondo, pressoché contemporaneo, fu la nascita della Strategia Trilateral, una strategia che fu messa in atto subito dopo la crisi del petrolio, crisi, questa, immediatamente successiva alla Guerra del Kippur, e che si consolidò allorquando il Capitalismo occidentale nel suo insieme dovette fronteggiare la massiccia insolvenza debitoria del Terzo Mondo verso il Fmi. In che si concretizzò questa vera e propria rivoluzione strutturale?

Nel definitivo svincolamento dell'unità di misura finanziaria da qualsiasi riferimento solido, il che permise l'impennata borsistica ed il trionfo dell'economia speculativa, consentendo a molte banche apolidi, parecchie delle quali a stretta predominanza wasp americana, di prescindere dalla dittatura centralista del Gold Exchange esercitata sulla piazza finanziaria londinese, fino ad allora ancora predominante, da cinque banche di antica ed indiscussa tradizione filosionista. Nella riduzione dell'importanza economica, e dunque anche strategica, del petrolio. La rinnovata struttura finanziaria individuò difatti la principale fonte di sostegno e di speculazione nel narcotraffico e nel riciclaggio dei proventi della droga. Nel tentativo d'imposizione di un disegno imperialista mondiale (che, nella versione kissingeriana, potremmo definire come mondialista imperiale) che prevede lo spegnimento dei focolai inutili.

In un quadro così sconvolto e rivoluzionato tra i focolai inutili va appunto annoverato quello israeliano che ha di colpo cessato di rivestire la consueta importanza, ragion per cui da allora Israele si sente minacciato.

Si sente in pericolo perché ha perduto l'importanza geopolitica fino a quel momento conseguita, perché nel quadro rinnovato le banche hanno preso a fare affari in tutt'altre zone del mondo attratte da altre fonti e da altre logiche speculative e di conseguenza l'Alta Finanza ha perduto molto ardore per la causa sionista, perché nello scenario rivoluzionato gli Stati Uniti si sentono ogni giorno meno coinvolti nel sostegno incondizionato a Tel Aviv e perché le stesse Comunità ebraiche internazionali hanno perso gran parte dell'interesse a compiere esborsi onerosi verso un Paese che si è trovato di colpo a retrocedere da un ruolo chiave nello scacchiere internazionale ad uno sicuramente meno strategico.

Tel Aviv contro Carter

A metà degli Anni Settanta Israele è passato al contrattacco. Non che avesse molto da temere concretamente: l'abbandono di alcuni sostegni importanti e, comunque, il ridimensionamento degli aiuti, non lo condannavano a subire la rivincita palestinese, non significavano altro che una riduzione delle pretese territoriali dello Stato ebraico che, comunque, vantava sostanziali simpatie in Usa ed in Occidente.

La riduzione inevitabile del sostegno finanziario e militare avrebbe però messo Israele con le spalle al muro: in prospettiva non sarebbe più potuto essere una Potenza né probabilmente un Paese ricco. Entrambe le prospettive apparvero orrende agli Israeliani.

Nel 1976, quando Carter conquistò la Presidenza degli Usa, l'intera amministrazione americana fu gestita da membri della Trilateral. Gli obiettivi della Casa Bianca furono due: la pace in Medio Oriente e la distensione con l'Urss.

Il momento emblematico di questa rivoluzione in politica estera fu rappresentato dagli accordi di Camp David in seguito ai quali fu intimato agli Israeliani di restituire il Sinai all'Egitto ed i Territori Occupati alla Giordania ed alla Siria.

Israele reagì immediatamente. Strinse un'alleanza politica con gli oppositori interni dei governi arabi laici che lo minacciavano. Ciò si concretizzò nel sostegno di Hamas contro I'Olp, dei Fratelli Musulmani contro il partito nasseriano (il che portò all'assassinio del Presidente egiziano Sadat) e nella collaborazione con alcuni governi integralisti islamici.

Gli Israeliani si spinsero fino ad armare l'Iran in chiave anti-irachena. Il che nel 1980, nell'imminenza delle elezioni presidenziali in Usa, permise al Mossad di ottenere da Teheran un ritardo nel rilascio degli ostaggi americani prigionieri in Iran, sicché Carter, indiscutibilmente indebolito dall'impasse impostagli durante la crisi persiana, venisse sconfitto da Reagan sul filo di lana.

In un colpo solo Israele riusciva così a frenare la strategia della Trilateral e a stringere delle relazioni privilegiate con la nuova amministrazione americana, soprattutto a livello di servizi segreti e di concezione delle strategie internazionali.

Nel contempo il Mossad si era immischiato con totale impudenza in azioni di destabilizzazione e di terrorismo o quantomeno di manipolazione del terrore in tutta l'area mediterranea (Moro, P2, Argo 16, Ustica, BR, Bologna: solo per citare i fatti limitati alla sola Italia nei quali fu in qualche modo invischiato).

Tutta quest'instabilità era necessaria per garantire agli Usa l'insostituibilità dell'affidabilità israeliana, così come il fantasma di un nuovo antisemitismo era indispensabile a tenere coese le Comunità ebraiche internazionali sì da ottenerne la continuità di un sostegno politico e finanziario molto controverso.

Da allora si prese a parlare della Shoah come non si era fatto in precedenza.

L'apogeo israeliano

L'era reaganiana segnò l'apogeo della potenza israeliana. Agli inizi degli Anni Ottanta il Mossad, forte della relazione privilegiata di cui godeva con la Casa Bianca, partecipò attivamente all'ammodernamento ed al potenziamento del programma di controllo informatico e satellitare messo in opera dalla Cia.

Vi partecipò tanto attivamente che riuscì ad immettersi nei programmi fino a spiare la stessa Cia.

Utilizzò la straordinaria situazione in cui versava per fare piazza pulita tutto intorno ai propri confini, invadendo il Libano, menando colpi a tutto andare e schiacciando i profughi, direttamente o per mezzo di milizie parallele, come avvenne a Sabra e Chatila.

E soprattutto Tel Aviv non mancò l'occasione di farsi strada nella nuova economia mondiale, la narco-economia.

In stretta alleanza con la City, ambienti israeliani parteciparono alla costituzione di un sistema internazionale della droga, alternativo a quello già da tempo istituito dagli Americani.

La nuova coalizione comprendeva, insieme all'accoppiata israelo-britannìca, vari governi sudamericani, la Spagna, la mafia colombiana e buona parte di quella italoamericana.

La coalizione godeva inoltre della partecipazione di vari gruppi insurrezionalisti, guerriglieri e secessionisti latinoamericani ed europei, tra i quali l'Eta

Tutto questo non impressionò nessuno: in quell'epoca, che da noi è passata ai posteri sotto l'ombra di Tangentopoli trionfava infatti una sorta di trimalchionismo godereccio fondato sull'immoralità.

Gli sfidanti però passarono il segno: rompendo gli accordi iniziarono a produrre eroina dalla Colombia (che doveva invece limitarsi alla cocaina) e giunsero ad invadere il mercato interno americano praticando prezzi di cinque volte inferiori a quelli in vigore nel sistema statunitense.

Ciò metteva a rischio la stessa economia americana.

Ma, soprattutto, questo accadeva sotto un nuovo Presidente, Gorge Bush Sr, che a differenza di Reagan era membro della Trilateral, ne condivideva alcuni aspetti strategici ma, principalmente, era un petroliere ed aveva interessi economici diretti con i Paesi Arabi.

Bush attacca Israele

Bush Sr, ex dirigente della Cia, rampollo di una famiglia di petrolieri del sud, nazionalista a stretta osservanza Wasp, partì al contrattacco.

In primo luogo, mettendo a frutto la crisi della Guerra del Golfo, riuscì a stanziare le truppe americane sui pozzi sauditi ed in prossimità di quelli iraniani ed iracheni, assicurando così il controllo strategico sull'oro nero a destinazione europea nonché un lauto finanziamento per se stesso e per il suo clan.

Forte di questo successo pretese dagli Israeliani l'evacuazione dei Territori Occupati e la pacificazione dell'area medio orientale, pena l'interruzione del finanziamento annuo americano.

Inoltre mosse guerra al sistema narco alternativo, colpendo Panama, la Colombia, la mafia italoamericana, il governo Gonzalez e lo stesso establishment thatcheriano.

Durante il suo Mandato e fino ai primi anni della Presidenza Clinton, la Cia compì una serie di vendette sugli agenti del Mossad che ne avevano piratato i sistemi informatici. A questa logica pare non siano estranei l'abbattimento di un aereo di linea in Gran Bretagna, presso Lockerbie, e più tardi, nel pieno del caso Whitewater, l'omicidio alla Casa Bianca del più stretto collaboratore di Hilary Clinton, stretto collaboratore di Tel Aviv.

Gli Israeliani maledicono letteralmente il Presidente Bush e non c'è da stupirsi che abbiano messo tutto in opera per impedirne la conferma (tramite il finanziamento al candidato di disturbo, Perot) e che qualche mese fa si siano strenuamente mobilitati per evitare l'elezione di suo figlio alla più potente carica del pianeta.

Bush junior

L'era Clinton è stata contrassegnata da un continuo e magistrale lavoro di compromesso tra gli equilibri vigenti; il che ha consentito ad un Israele indebolito rispetto all'età reaganiana ma pur sempre forte di segnare il passo senza cedere granché.

L'avvento di Bush Jr, contemporaneamente all'elezione dell'estremista Sharon, ha invece significato la riapertura delle ostilità. Beninteso di ostilità limitate, perlomeno nelle forme e nella propaganda, ma comunque sostanziali. Bush Jr. non appena in carica ha infatti preteso il ritiro dei carri israeliani da Betlemme.

Subito dopo gli attentati a Twin Towers e Pentagono, la Casa Bianca ha rinnovato per ben due volte l'imposizione agli Israeliani di ritirarsi dai Territori Occupati, minacciando a sorpresa l'intervento di una forza multinazionale di pace in Palestina con il sostegno americano. Lo Stato palestinese ed Arafat sono stati ripetutamente riconosciuti dal presidente statunitense.

La politica internazionale americana (che nella versione di Bush è imperialista più ancora che mondialista) si rivolge al Pacifico e sembra orientarsi verso una sorta di esarcato a strati che prevede l'assoluta predominanza statunitense, una partnership plivilegiata degli Inglesi e dei Paesi del Commonwealth, e la compartecipazione subordinata di potenze tra di loro conflittuali quali la Russia, la Cina, l'India e l'Islam moderato.

Il che, oltre al relegare il Mediterraneo e buona parte dello scacchiere atlantico ad un ruolo subalterno, comporta anche la revisione dei rapporti di collaborazione nell'economia mondiale di valore strategico (armamenti, tecnologia, petrolio e droga) con tanto di rovesciamento di complicità e di alleanze.

Contesto in cui spicca ciò che sta oggi avvenendo in Pakistan ed in Afghanistan laddove gli interessi inglesi ed americani sembrano riavvicinarsi, non solo geopoliticamente ma anche nell'area dell'oppio, a danno dei partners dei Britannici, fra cui va annoverato Israele che non risulta avere avuto rapporti tesi con i Talebani.

Insomma, per la prima volta in assoluto, lo Stato ebraico rischia un ridimensionamento assai brusco, sicuramente più brusco di quanto sia disposto ad accettare.

Per non cedere Israele le prova tutte. Da un lato opera la carneficina dei Palestinesi con l'allargamento delle zone militarmente occupate, al fine di poter trattare con margini migliori se e quando l'America, libera dal suo impegno ad Est, potrà occuparsene seriamente. Sempre che sia ancora saldamente in sella il team di Bush, il che non è detto con assoluta certezza: specie se la campagna del terrore all'antrace dovesse alienargli definitivamente l'opinione pubblica.

Dall'altro lo Stato ebraico rinfocola l'alleanza con alcuni settori integralisti islamici (ma non tutti i movimenti integralisti) nella speranza, assai fondata, che aiutino ad indebolire i partners arabi credibili nell'area (Arafat, Mubarak) ed in quella un po' meno certa che giungano a mettere in pericolo la permanenza militare ameiicana in Arabia Saudita presso i pozzi. Perché se gli Usa dovessero togliere il disturbo dalla zona, Israele riacquisirebbe spessore strategico per gli interessi occidentali e, dunque, potrebbe sentirsi relativamente sicuro per il futuro.

Infine la diplomazia israeliana tenta il rovesciamento delle alleanze. In questo quadro spicca la carta russa recentemente provata da Tel Aviv, coincidenzialmente poco prima dell'abbattimento del Tupolev sul cielo d'Ucraina.

Sotto la cenere il fuoco dunque è assai vivo.

Interessanti paradossi

La Globalizzazione, l'impulso mondialista, l'imperialismo rinnovato, se da un lato omologano, quantomeno deculturando, e sembrano destinati a trasformare tutto e tutti in una grigia melma informe, dall'altro paiono mettere tutto in discussione, anche i privilegi atavici di potenti che sembravano intoccabili.

Neppure la Commissione Trilateral, nata su impulso di banchieri, faccendieri ed usurai e volta ad assicurare stabilità all'imperialismo del crimine organizzato, è sfuggita all'inesorabile legge dell'eterotelia.

Nel tentativo di razionalizzare e di stabilizzare lo sfruttamento internazionale, nell'affermazione incondizionata dei pregiudizi razzistici e culturali dell'Antico Testamento, la Commissione, in quanto propugnatrice di un disegno assai più ambizioso di quello sionista, è finita col ritrovarsi in attrito prolungato e ripetuto con i falchi di Israele.

E non è l'unica conseguenza sorprendente del suo operato: tra gli effetti collaterali dell'azione dei Superoligarchi vanno difatti annoverati lo strangolamento dell'impero sovietico, la caduta del Muro di Berlino, l'unificazione della Germania e la costituzione della zona dell'Euro.

Eventi, questi, che quando non sono indiscutibilmente trionfali mantengono quantomeno una doppia valenza ed una potenzialità deflagrante non indifferente.

La storia non ha alcuna intenzione di giungere ad un punto di non ritorno; al contrario genera ogni giorno nuove prospettive, inquietanti forse, interessanti sicuramente.

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Il raggiro del debito
by Francesco S. Wednesday, Sep. 11, 2002 at 12:45 PM mail:

E' impossibile capire il sistema bancario mondiale se non si tiene conto dei retroscena. Ciò non si insegna a scuola e nessun economista in giacca e cravatta, né alcun corrispondente del telegiornale, vi dirà mai la verità in proposito. Alcuni di loro non sanno quello che sta succedendo perché sono stati programmati dal sistema dell'istruzione a credere in assurdità, mentre altri semplicemente non vogliono che sappiate. I fondamenti della manipolazione che mira alla creazione di un governo, un esercito, una banca e una valuta mondiali si basano su quella truffa clamorosa che chiamiamo sistema bancario. Una volta che la gente capisce come questo funziona, si rende conto facilmente di come pochi possano controllare la vita di tutti gli altri.
Alle banche viene dato il potere di "creare" denaro, il che significa "creare" denaro che non esiste, noto come credito. Questo non gli costa niente, ma dal momento in cui questo credito viene fatto teoricamente esistere, le banche possono cominciare a caricarlo di interessi. E' questo il sistema che controlla la vita di tutti. Ma va anche oltre. Quando prendi un prestito, la banca "crea" il credito pari all'ammontare del prestito richiesto, diciamo 20.000 sterline.
Anche se solo in teoria, questo è comunque denaro "nuovo". Ma tu non rimborserai solo 20.000 sterline, perché sopra quel prestito dovrai pagare gli interessi. L'interesse non è stato "creato" dalla banca, ma deve comunque essere ricavato da qualche parte. Da dove allora?
Dalla ricchezza e dal credito che già circola nel mondo.

In questo modo, fin dalle sue origini, questo folle sistema bancario risucchia la vera ricchezza del pianeta sotto forma di interesse relativo ad ogni prestito concesso a persona, azienda o governo.
Questo ha inoltre consentito alle banche di prestare denaro non esistente in quantità ancora maggiore e di far sprofondare sempre di più nel debito il mondo. La ricchezza accumulata e la capacità di concedere crediti supera ogni immaginazione, ed è assai superiore a quella degli Stati Uniti, il paese più ricco della Terra. In realtà, le banche possiedono gli Stati Uniti, così come possiedono quasi tutti i paesi del mondo. I banchieri hanno usato questa ricchezza e questa montagna di crediti per comprare e controllare le compagnie petrolifere globali, le multinazionali di ogni genere, i media, le industrie di armamenti, le aziende farmaceutiche, i politici, i "consiglieri" politici e praticamente tutto quello che gli serve per controllare il mondo. Le stesse poche persone e famiglie possiedono tutto! Nascondono questa verità dietro le organizzazioni di facciata, un insieme di aziende con i loro direttori burattini, e il loro desiderio di rimanere nell'ombra viene assolutamente rispettato da patetici mezzi di informazione e dal sistema dell'istruzione. Solo i Rockefeller e i Rothschild controllano una rete incredibile di banche, compagnie petrolifere, multinazionali, compagnie aeree e numerose altre organizzazioni. La Chase Manhattan Bank dei Rockefeller/Rothschild ha di per sé abbastanza potere da scatenare, volendo, il panico finanziario globale. Nel 1995 la Chase si è fusa con la Chemical Bank che aveva già assorbito la Manufactures Hanover. Questa concentrazione di potere è incredibile. Ma i veri controllori di questi imperi vengono celati al pubblico grazie a uomini ombra, trust, fondazioni e compagnie. L'abilità dei Rockefeller di nascondere il loro reale potere è fenomenale. Ma con i Rothschild tale abilità sfiora il genio. In particolare è dalla Seconda Guerra Mondiale che essi cercano di promuovere l'immagine di un potere il declino che opera fuori della grande lega. Sciocchezze. Sono loro la grande lega insieme ad altri elementi dell'Elite Globale.

Controllando la creazione del credito, i banchieri possono provocare boom o crolli economici, sia a livello nazionale che internazionale, ogni volta che vogliono realizzare le proprie ambizioni. Una depressione economica non è causata da un crollo nella domanda di beni e servizi. Non è la gente a decidere che alcuni servizi o alcuni prodotti non servono più. La depressione economica si viene a creare quando non ci sono in circolazione abbastanza pezzi di carta e "denaro" elettronico con cui pagare quelle merci e quei servizi. E chi controlla l'ammontare di credito monetario in circolazione? Le banche. Se vogliamo causare una depressione per un secondo fine, come nella Germania e negli Stati Uniti prima della guerra, esse adottano misure per ridurre l'ammontare del denaro in circolazione. Riducono il numero di prestiti concessi e alzano i tassi di interesse.

Ciò è estremamente vantaggioso per le banche più grandi. La gente infatti deve continuare a pagare gli interessi sui prestiti prima dell'architettato collasso economico e se viene meno a questi pagamenti, le banche le sottraggono i suoi beni e aumentano nell'ordine di centinaia di migliaia il numero di fattorie, aziende e case di loro proprietà. Durante una depressione con ogni pagamento di interesse da parte di chi continua a rimborsare i propri prestiti sempre più denaro viene tolto dalla circolazione senza essere rimesso nel ciclo economico, e ciò contribuisce ad aggravare la crisi.

Questo processo di riduzione del denaro in circolazione che causa la depressione economica si può osservare in ogni momento. Gli economisti e i loro tirapiedi, i politici e i giornalisti economici, definiscono tutto questo come parte del "ciclo economico". Fandonie.
La terribile depressione degli anni Trenta, in cui morirono di fame uomini, donne e bambini in un mondo di abbondanza, fu causata dal fatto che le banche ritirarono il denaro dalla circolazione,rifiutando di concedere prestiti. Non è che la gente non volesse mangiare; semplicemente non poteva permettersi di comprare cibo, perché il denaro era stato intenzionalmente ritirato dalla circolazione. Ma chi fu "addentro alle segrete cose" può riassumere meglio di me la situazione che sono andato delineando. Ecco ciò che disse a questo proposito Robert H. Hemphill, un dirigente della Banca della Riserva Federale di Atlanta:

<<E' un pensiero sconcertante. Dipendiamo totalmente dalle banche commerciali. Qualcuno deve prendere in prestito ogni dollaro che è in circolazione, contante o credito. Se le banche creano denaro sintetico in grande quantità noi siamo ricchi, altrimenti moriamo di fame. Siamo assolutamente privi di un sistema finanziario permanente. Quando si arriva ad avere un quadro completo della situazione, la tragica assurdità della nostra situazione disperata sembra quasi incredibile, ma di fatto è così. E' la materia più importante su cui dovrebbe investigare e riflettere le persone intelligenti. E' così che la nostra attuale civiltà potrebbe crollare, a meno che non si arrivi a una maggiore comprensione del fenomeno e non si adottino al più presto le misure necessarie>>.

Non c'erano soldi, si disse alla gente, per costruire le case e sfamare la popolazione. Ma improvvisamente, quando per l'Elite Globale giunse il momento di fare la guerra, ecco che il denaro a disposizione per finanziare Hitler, il Giappone e lo sforzo bellico degli Stati Uniti divenne illimitato. Si sente spesso dire dalla gente che il denaro per fare le guerre non manca mai. Certo che non manca, perché i banchieri che controllano il sistema economico mondiale vogliono quelle guerre. Non vogliono che la gente abbia delle belle case e la pancia piena e riceva un'istruzione appropriata, perché poi diventerebbe assai più difficile da controllare. Non fu la tanto strombazzata politica del "Nuovo Corso" di Franklin Roosevelt a porre fine alla depressione degli anni Trenta, ma furono le banche che rimisero in circolazione il denaro per finanziare la guerra che stavano creando. Ecco la verità riguardo alla vita sulla Terra:

Il freddo, la fame, la mancanza di un'abitazione o l'indigenza non sono in nessun caso inevitabili. Tutte queste cose sono causate dalla mancanza di quei pezzi di carta e numeri elettroni che chiamiamo denaro e dagli interessi che su di esso vengono imposti. Potremmo cambiare questa situazione oggi stesso se solo volessimo.

A controllare il sistema finanziario mondiale e il succedersi di boom e crisi economiche sono solo tredici persone, i membri della Commissione bancaria internazionale di Ginevra, in Svizzera, fondata da David Rockfeller, su incarico dell'Elite, nel 1972. La Commissione è composta da due membri rispettivamente della Riserva Federale statunitense, della Banca d'Inghilterra, delle banche centrali di Germania, Francia e Svizzera, e di un solo membro delle banche centrali di Olanda, Austria e Scandinavia. Ha la sua agenzia di servizi segreti nota come "Four-I" (quattro I), l'International Intelligence Information Institute. Questa elite delle banche è controllata da famiglie come i Rothschild, i Rockefeller, i Bilt e i Goldberg. Legata alla Commissione è la Banca dei Regolamenti Internazionali, anch'essa con sede in Svizzera. Contribuisce a coordinare le
politiche della banche centrali nazionali, come fa negli Stati Uniti la Riserva Federale, il cartello di banche private che decide i tassi
economici e di interesse americani, senza curarsi minimamente dell'opinione di quei burattini dei presidenti e dei politici.

La maggior parte degli americani non si rendono neanche conto che la Riserva Federale è un'organizzazione privata.
Essi credono:
a) che il governo non possa essere così stupido o corrotto da permettere a un cartello di banche private di governare il paese (sbagliato!) o
b) che la parola "federale" significa che essa fa parte del governo (ugualmente sbagliato!).
Nel Regno Unito, ci viene venduta l'illusione che la Banca d'Inghilterra sia nazionalizzata e quindi sotto il controllo del governo. La Banca d'Inghilterra è uno dei punti focali della rete finanziaria dell'Elite, ed ha continuato ad essere controllata dall'Elite dopo che è stata nazionalizzata dal Governo laburista del dopoguerra, diventando una banca privata non ufficiale.
L'intero castello di carte e il controllo della razza umana si basa sull'imposizione di interessi sul denaro. La questione dell'interesse è cruciale. Non c'è niente di male nel denaro se esso viene usato solo come strumento di scambio per beni e servizi. E' quando si cominciano a imporre interessi sul denaro, la maggior parte del quale non esiste nemmeno materialmente, che sorgono enormi pericoli. A quel punto si può ricavare più denaro solo manipolando pezzi di carta e numeri elettronici di quanto se ne possa ricavare producendo beni essenziali e servizi che rispondono alle esigenze della gente. Con l'imposizione di interessi, il denaro insegue quelli che ce l'hanno già e ignora chi non ne ha. Le abissali divisioni sociali e finanziarie del mondo sono provocate dall'imposizione di interesse sul denaro. La produzione viene modificata sulla base dell'avidità e non della domanda, e i ricchi si arricchiscono, mentre i poveri si impoveriscono. Spesso non è il costo di una casa che impedisce alla gente di comprarla, ma il fatto che ne dobbiamo comprare tre o quattro per averne una!

Non c'è alcuna ragione per cui un governo non possa stamparsi i suoi soldi privi di interesse e prestarli, senza gravarli d'interesse alla popolazione affinché si compri una casa, magari con una piccola tassa una-tantum per coprire i costi di amministrazione. L'unica cosa che frena questa soluzione è la mancanza di volontà da parte dei politici appartenenti a tutti i partiti, controllati direttamente dall'Elite o dai suoi manipolatori economici. Pensate a come le tasse potrebbero essere drasticamente ridotte, o addirittura abolite,se i nostri governi - in altre parole, la gente - non dovessero rimborsare cifre stratosferiche sotto forma di interessi su denaro "preso in prestito" dalle banche. Un amico che lavora nel settore finanziario mi ha detto che per ogni sterlina o dollaro esistente in contante, ne esistono (o meglio non esistono!) altri 30 milioni sotto forma di "credito" elettronico. Il pastore Sheldon Emery ha descritto molto bene questo sistema di creazione del debito da parte del governo nel suo libro,
Billions For The Banks, Debts For The People:
<<Il governo federale, avendo speso più di quanto ha incassato dai suoi cittadini in termini di tasse, ha bisogno, mettiamo, di 1 miliardo di dollari. Dal momento che non ha i soldi (il Congresso ha rinunciato alla sua facoltà di "crearlo"), il governo deve andare a chiedere ai "creatori" 1 miliardo di dollari. Ma la Riserva Federale, una compagnia privata, non concede denaro tanto facilmente! I banchieri sono disposti a consegnare 1 miliardo in contanti o sotto forma di credito al governo federale solo se quest'ultimo lo rimborserà con gli interessi! Così il Congresso autorizza il Ministero del Tesoro a stampare 1 miliardo di dollari in buoni del tesoro, che vengono poi consegnati ai banchieri della Riserva Federale. La Riserva Federale paga il costo della stampa del miliardo di dollari (circa 1.000 dollari) e lo consegna al governo, il quale lo usa per pagare le sue obbligazioni. Quali sono i risultati di questa fantastica transazione? Beh, 1 miliardo di dollari va a sanare le fatture del governo, ma il governo ha ora indebitato la gente nei confronti delle banche per una cifra pari agli interessi imposti su 1 miliardo di dollari! Decine di migliaia di simili transazioni sono avvenute dal 1913 [quando la Riserva Federale è stata creata] cosicché negli anno Ottanta, il governo statunitense si è indebitato nei confronti dei banchieri per più di 1 miliardo di miliardi di dollari, su cui la gente paga più di 100 miliardi di dollari all'anno di interesse senza alcuna speranza di riuscire a rimborsare il capitale... [Oggi le cifre sono molto più alte]... Probabilmente i nostri figli e le generazioni future continueranno a pagare per l'eternità! Voi dite, "E' terribile!" Si, lo è, ma vi abbiamo mostrato solo una parte di questa sordida storia. All'interno di questo scellerato sistema, quei buoni del tesoro sono ora diventati "patrimonio" delle banche del Sistema della "riserva" per "creare" ulteriore "credito" da dare in prestito. Gli attuali fabbisogni di "riserve" gli permettono di usare quel miliardo di dollari in buoni del tesoro per "creare" 15 miliardi in nuovo "credito" da prestare agli Stati, ai Comuni, ai privati e alle aziende. Oltre all'originale miliardo di dollari, essi potrebbero avere 16 miliardi di "credito creato" dal pagamento degli interessi sui prestiti, mentre l'unico costo da loro sostenuto equivale ai 1.000 dollari della stampa del miliardo originale! Dal momento che il Congresso statunitense non emette denaro costituzionale dal 1863, se la gente vuole avere i soldi sufficienti a portare avanti attività commerciali, è obbligata a prendere in prestito il "credito creato" dai banchieri del monopolio e a pagare loro interessi da usura!>>

Il termine "denaro costituzionale" allude alla Costituzione degli Stati Uniti, che afferma: "Il Congresso avrà il potere di coniare il denaro e regolarne il valore". Purtroppo, vuoi per caso o di proposito, essa non dice che il Congresso avrà sempre il potere di coniare denaro e regolarne il valore, e che nessun altro potrà fare queste cose. Le conseguenze di ciò sono state abbastanza spaventose per l'America e per il mondo: nel 1910, il debito federale era solo di 1 miliardo, o 12,40 dollari a persone. I debiti statali e locali erano molto ridotti o inesistenti; nel 1920, solo sette anni dopo che la Riserva Federale era stata fondata, il debito del governo statunitense ammontava a 24 miliardi di dollari, 228 dollari per ogni cittadino; nel 1960, il debito nazionale era di 284 miliardi di dollari o 1.575 dollari a testa; nel 1981, il debito salì a un miliardo di miliardi di dollari e da allora è andato aumentando sempre più. Se gli Stati Uniti nella loro interezza venissero ceduti ai banchieri come risarcimento dei debiti, ci vorrebbero ancora due, forse tre America per saldare completamente i debiti! Non fu senza ragione che Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori, disse:
<<Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l'emissione del denaro, dapprima attraverso l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le compagnie che nasceranno intorno... [alle banche] ...priveranno il popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato>>.

Dopo gli anni Sessanta, il governo del Regno Unito pagava ogni anno 1 miliardo di sterline di interesse sui prestiti. Nel 1993 la cifra era salita a 24,5 miliardi. Il governo aveva preso dei prestiti per pagare gli interessi sui prestiti mentre il capitale non era ancora stato rimborsato.
Confrontate quei 24,5 miliardi di sterline spese per pagare gli interessi con i 33 miliardi spesi quell'anno per la sanità e gli 11 miliardi che sono andati all'istruzione. Non lamentatevi se mancano i libri scolastici o se gli edifici vanno a pezzi. I banchieri devono pur mangiare, no?
La creazione del debito attraverso l'imposizione di interesse rende anche possibile la conquista del mondo da parte di una minoranza. I banchieri possono accumulare o manipolare affari concedendo o rifiutando prestiti.
Un tipico scenario si verifica con lo sviluppo dell'agricoltura e l'allevamento basata su grandi aziende, che utilizzano tecniche industriali, insetticidi, erbicidi, fertilizzati chimici e con le multinazionali che utilizzano OGM.
Ci viene raccontato che tali aziende assicurerebbero profitti più alti, in realtà è vero il contrario: sono le piccole aziende che utilizzano le tecniche della bioagricoltura a generare maggiori profitti.
Nonostante questo, succede che la produzione agricola è quasi tutta effettuate dalle prime aziende, perché le banche elargiscono in abbondanza crediti alle prime, mentre li rifiutano alle seconde. Non bisogna farsi impressionare dalla capacità di creare profitto delle multinazionali: in realtà, una tipica multinazionale, di solito fa profitti intorno al 2-3% del fatturato, ma richiede ogni anno nuovi investimenti per circa il doppio. Quindi le multinazionali possono affermarsi e svilupparsi solo se sono finanziate dalle banche, in caso contrario fallirebbero nel giro di qualche anno.
Un altro scenario di conquista è quello in cui i banchieri dell'Elite, tutti insieme, rifiutano prestiti a una particolare azienda o compagnia multinazionale. Questo riduce il suo valore in borsa.
A questo punto, quando il prezzo delle sue azioni in borsa precipita, i banchieri comprano grossi blocchi di azioni a prezzi stracciati. Poi cambiano improvvisamente idea e concedono il prestito, aumentando così il valore delle azioni dell'azienda. Allora le banche o vendono le azioni realizzando un buon profitto, o rinsaldano il loro controllo sul consiglio d'amministrazione di quell'azienda.
Cosa fanno le banche una volta acquistato il controllo? Si assicurano che l'azienda prenda sempre più prestiti dalle banche finché viene sommersa dal debito al punto tale che le banche possiedono tutto.
E' così che le stesse poche persone hanno finito per possedere tutte le maggiori aziende, i media e così via. Una volta acquisito il controllo dei media, è stato facile, nascondere la verità alla gente e propinarci le menzogne necessarie a fuorviarci e a confondersi.
Niente migliorerebbe le condizioni di vita della gente più velocemente della fine dell'imposizione di interessi sul denaro e della ripresa da parte dei governi della stampa del proprio denaro privo di interesse.
Il Presidente Abraham Lincoln si mosse in questo senso creando le banconote "greenbacks", ma venne ucciso poco dopo, nel 1865, da John Wilkes Booth, un presunto agente della casa Rothschild. Anche il Presidente John F. Kennedy propose la stessa soluzione e alcune delle sue banconote prive di interesse sono ancora in circolazione. Ma fu ucciso dall'Elite a Dallas, in Texas, nel 1963.

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Compromesso alle Nazioni Unite
by Francesco S. Wednesday, Sep. 11, 2002 at 12:48 PM mail:

Compromesso alle Nazioni Unite. Gli Usa si opponevano alla corte internazionale perché temevano per i loro militari.
Accordo sul tribunale dell'Onu Soldati Usa: un anno d'immunità. Erano a rischio le missioni di pace

NEW YORK - Con voto unanime, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato ieri sera l'immunità per un anno dei cittadini americani dall'incriminazione per eventuali delitti ricadenti sotto la giurisdizione della Corte Penale Internazionale (CPI): si tratta di un compromesso cui il Consiglio di Sicurezza si è piegato per salvare le missione militari di pace delle Nazioni Unite, minacciate dal veto degli Stati Uniti. La pretesa di Washington, intesa a sottrarre i propri militari all'estero al giudizio della magistratura internazionale, aveva suscitato una tempesta di proteste,
in particolare da parte dell'Unione europea fermissima su questo punto. Ma poi la risoluzione di compromesso, che ammette tale immunità, sia pure limitata ad un periodo di un solo anno, è stata approvata dal Consiglio di
Sicurezza con 15 voti a favore e nessuno contrario.
Un compromesso che ha la sua origine un paio di giorni fa quando, rispetto alla loro intransigenza iniziale, gli Stati Uniti avevano già fatto una prima marcia indietro: subissati di critiche da parte degli europei, avevano
presentato martedì scorso una bozza di risoluzione in cui si proponeva che la Corte Penale, insediata il primo luglio all'Aja, non indagasse nè processasse funzionari o militari delle missioni dell'Onu per un anno, passato il quale il Consiglio di Sicurezza avrebbe dovuto tornare a riunirsi per rinnovare l'accordo.

Il documento non faceva alcuna menzione della richiesta di immunità permanente per i "peacekeeper" Usa contenuta nelle precedenti richieste americane. Ciò nonostante molti membri del Consiglio avevano continuato a porre dubbi sulla opportunità di investire il Consiglio di Sicurezza di una modifica a un trattato internazionale.

Nelle ultime ore poi c'è stata la svolta. Gli Usa a caccia di voti all'Onu per mantenere per un anno i loro "peacekeeper" fuori dalla giurisdizione della Corte Penale Internazionale hanno fatto una nuova piccola marcia
indietro: Washington ha accettato modifiche di linguaggio alla sua risoluzione e questo ha convinto alcuni stati membri finora contrari a passare dall'altra parte della barricata. Solo Messico e Francia hanno continuato ancora ad avere delle riserve ma, anche grazie alla robusta azione di lobby che i diplomatici americani hanno messo in campo nelle capitali, le posizioni dei membri del Consiglio si sono avvicinate fino ad arrivare, grazie alla mediazione inglese, al testo votato all'unanimità.

(13 luglio 2002)

http://www.repubblica.it/online/esteri/corte/corte/corte.html

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Che cos'è una banca?
by Ghislaine Lantot Wednesday, Sep. 11, 2002 at 12:51 PM mail:

E' la casa della paura che ospita il denaro e il suo esattore, l'interesse.
Quando ci metto piede, cerco di tenere ben presente che mi trovo in una istituzione bancaria. La direttrice e i suoi impiegati possono essere molto gentili e servizievoli, ma non dimentico che sono al servizio della banca. Sono remunerati grazie alle mie commissioni sul denaro che mi estorcono. lo fanno in modo molto educato e gentile per ottenerlo. Una volta che l'hanno ottenuto, diventano spietati. Se non pago le scadenze sulla casa, ad esempio, la vendono e si tengono per sé tutto il denaro...anche se ne ho già pagato una buona parte. le banche sono istituzioni private a scopo di lucro. Il loro fine non è quello di farmi un favore, ma di estorcermi più denaro possibile. Tutti i mezzi sono buoni. I clienti sono catalogati in base al potenziale rendimento per la banca. I ricchi hanno diritto a favori e sono corteggiati: sorriso della direttrice e nessuna attesa in coda. I poveri non ricevono nessuna attenzione da parte della direttrice e fanno la coda.
E non dimentico neanche che le banche mi prestano aria: denaro che non hanno. Se i clienti venissero tutti a reclamare i loro soldi, potrebbero rimborsare solo un 5%...e poi chiuderebbero i battenti. Non hanno che un 10% (e spesso meno) del denaro che prestano. Ci prelevano sopra gli interessi. Esigono che io rimborsi il denaro aria che mi hanno prestato. E' una frode. Niente da stupirsi se sono ricche. Quel che fa stupire, al contrario, è che io faccia affari con queste; che io accetti di farmi defraudare. Dov'è finito il mio amor proprio? -li ho venduti, lui e la mia anima, in cambio di protezione e/o di comodità. Esistono miliardi di risparmi dei cittadini nel paese. Tutto intorno a me, è pieno di persone che hanno soldi. Perché vado a fare affari con dei noti truffatori? Può darsi che io preferisca "farmi imbrogliare a colpo sicuro" da una banca piuttosto che "rischiare di farmi imbrogliare" da una amica?...E che l'amica preferisca farsi imbrogliare dalla banca per gli stessi motivi?...La paura di farsi imbrogliare. Io non faccio più affari con le banche. E non vado neanche a chiedere al lupo di far la guardia al mio ovile... Non ci tengo un conto. E, se ho depositato dei soldi, mi affretto a ritirarli. Prendo coscienza del fatto che solo un 5% delle persone può ricuperare il suo denaro. Per i rimanenti 95% rimane solo aria. Mi sbarazzo anche delle loro carte di credito, di debito, ecc. Mi fa piacere pagare in contanti. Mi sento ricca quando ho dei soldi in tasca. Prendo a prestito e presto dei soldi SENZA INTERESSI direttamente dalle persone. Ed è assai simpatico. Creo nuovi modi di fare le cose!
La Banca Centrale:
E' una banca nazionale gestita da società private. E' autorizzata dal governo a emettere denaro -aria a partire dal niente- per dei prestiti. E' un'istituzione privata a fini di lucro. Detiene il monopolio privato della valuta del paese. Si è mascherata da banca nazionale, federale, banca di Stato. Ha un nome che induce in errore: Federal Reserve, negli USA; Banca di Francia, in Francia; Banca del Canada, in Canada; Banca d'Inghilterra, in Inghilterra. Esse controllano l'emissione del denaro: la quantità di denaro disponibile, il valore del denaro, i tassi d'interesse. Il paese non può dire una parola. "Lasciatemi emettere e controllare la valuta di una nazione e me ne infischio di chi formula le leggi", ha dichiarato Amschel Moses Rothschild, nel 1790, dalla sua banca di Francoforte, in Germania. Ogni paese ha ora la sua banca centrale. E' un rapimento finanziario, politico e legale del paese. Per ricompensa di servizi resi i politici si vedono accordare lo svago di spendere a volontà; prendono a prestito del denaro -con interesse composto- dalla banca centrale e rifilano il conto al popolo aumentando le tasse. E' in questo modo che il Denaro prende il controllo dell'economia di un paese e fa la legge. Con la legge costringe il popolo a pagare l'imposta sul reddito cha va direttamente in tasca al Denaro. Bisognava pensarci.

La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale
La Banca Mondiale è la banca del governo mondiale, l'ONU. Il Fondo Monetario Internazionale è il suo esattore. Decidono delle politiche mondiali della finanza e dell'economia internazionali in seno alle loro società segrete, "La Commissione Trilaterale" e il "Bilderberg". Inoltre, attraverso la BM e il FMI, le impongono ai paesi con l'intermediario delle banche centrali. La loro tattica (governanti segreti) è sempre la stessa: la BM e il FMI indebitano il paese, lo prosciugano -esso e i suoi abitanti- con l'interesse sul debito; impongono la loro economia dei profitti ad ogni costo alle imprese del paese e si impossessano delle risorse del paese per il mancato pagamento del debito. Uno dei modi per arrivarci, è quello di privatizzare le risorse e i servizi pubblici.

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Chi controlla il mondo oggi
by Giorgio Bongiovanni Wednesday, Sep. 11, 2002 at 12:54 PM mail:

Nuovo Ordine Mondiale: i Signori del Mondo
di Giorgio Bongiovanni

Durante alcuni dei miei viaggi a Londra ho potuto conoscere un personaggio che ha lavorato per anni nel settore del Marketing. Tutto ciò che leggerete di seguito è frutto di indagini che lui ha condotto personalmente; coinvolgendo, in varie parti del mondo, figure di spicco legate alle grandi famiglie economiche. Ho deciso di pubblicare integralmente la ricerca così come lui l’ha scritta, ma penso sia giusto per etica professionale che tutto debba essere formulato sotto forma di ipotesi. A mio parere la maggior parte delle informazioni sono vere, faccio questa dichiarazione in relazione anche agli eventi che si stanno manifestando nel mondo.

Chi controlla il mondo oggi

La conferma alla mia ricerca è partita da un trafiletto, pubblicato il 7 giugno 1999 dal Corriere della Sera, dove si parlava di un gruppo di persone fino allora a me sconosciute i “Bilderbergers”. Così sono chiamati i membri del Gruppo Bilderberg. L’articolo si riferiva alla loro riunione ufficiale annuale del 1999, che si era appena conclusa in Portogallo in un Resort di un paese chiamato Sintra. In questa riunione si era discusso, tra i vari temi, anche sul dopo guerra in Kosovo. Il Gruppo Bilderberg, diceva l’articolo, è nato nel 1954 e riunisce i personaggi più illustri dei vari campi a livello internazionale. Tra i personaggi presenti alla riunione venivano citati: U. Agnelli, H. Kissinger, Mario Monti ed altri ancora. Leggendo queste informazioni sono rimasto insospettito dal fatto che una riunione di questa importanza (per argomento e personaggi) non avesse ricevuto maggior pubblicità dagli organi di informazione. Incuriosito, ho sentito la necessità di conoscere, e capire più a fondo la natura di questa organizzazione. Sono così venuto a conoscenza di quelle che possono essere definite le forze negative che oggi detengono il potere materiale nel mondo, dei loro pensieri e dei loro programmi. Se pensiamo alla situazione del nostro pianeta possiamo fare finta di niente ed essere felici e sereni oppure possiamo interrogarci su che mondo stiamo preparando per le prossime generazioni e soprattutto sul perché siamo in questa situazione: guerre civili e religiose in ogni continente, violenza e corruzione ovunque anche negli stati che si definiscono più evoluti, uso di droghe in aumento (persino legalizzate), la condizione di povertà in continua espansione in tutto il mondo, un senso di ingiustizia diffuso, scandali che coinvolgono tutti i personaggi che occupano posizioni di potere etc …….. Purtroppo, il trend, della nostra società è drammaticamente negativo e ai nostri giorni il degrado è il vero protagonista.
La domanda che vale la pena porsi è: ma c’è qualcuno che alimenta queste cose, esiste un comune denominatore dietro tutto questo, qualcuno che ne trae beneficio? Solo la verità ci può rendere veramente liberi, liberi di capire e quindi di rispondere. Allora la domanda che ci dobbiamo porre è conosciamo la verità? Conosciamo veramente cosa si nasconde dietro il maturare di tutti questi fenomeni? Certo i mass media, i politici, i sociologi ci “martellano” con le loro interpretazioni, ma ci possiamo fidare?
Come provocazione guardate la Tavola 1, questa è secondo David Icke (dal libro “And the truth shall set you free”) la “Catena dei Comandi” del nostro pianeta ai nostri giorni. Lo so è un po’ diversa da quella che siamo soliti pensare e soprattutto ci sono tanti nomi, là in cima, con i quali non siamo familiari e di cui nessuno parla. C’è anche il Gruppo Bilderberg ma non è il vertice della gerarchia, quindi prima di parlare di loro vediamo di scoprire chi sono quelli che sembrano comandarli.

Gli Illuminati e la Nobiltà Nera

Come dice la parola stessa gli Illuminati sono i portatori di luce, quelli che sanno, ma la loro luce è, apparentemente, Lucifero o Satana. Appartengono a tredici delle più ricche famiglie del mondo e sono i personaggi che veramente comandano il mondo da dietro le quinte. Vengono anche definiti la Nobiltà Nera, i Decision Makers, chi fa le regole da seguire per Presidenti e Governi. La loro caratteristica è quella di essere nascosti agli occhi del pubblico. Il loro albero genealogico va indietro migliaia di anni e sono molto attenti a mantenere il loro legame di sangue di generazione in generazione senza interromperla.
Il loro potere risiede nell’occulto e nell’economia, uno dei loro motti è: “il denaro crea potere”. Possiedono tutte le Banche Internazionali, il settore petrolifero e tutti i più potenti settori industriali e commerciali; ma soprattutto sono infiltrati nella politica e comandano la maggior parte dei governi e degli organi Sovranazionali primi fra tutti l’ONU ed il Fondo Monetario Internazionale. Un esempio del loro modo di operare è l’elezione del Presidente degli Stati Uniti, chi tra i candidati ha più Sponsor sotto forma di soldi, vince le elezioni perché con questi soldi ha il potere di “distruggere” l’altro candidato. E chi è che sponsorizza il candidato vincente? Ovviamente gli Illuminati attraverso le loro molte organizzazioni di facciata, fanno in modo di finanziare entrambi i candidati, per mantenere il “gioco” vivo anche se loro hanno già deciso chi sarà il vincitore e a questo assicurano più soldi. I loro piani sono sempre lungimiranti, sembra che Bill Clinton sia stato preparato alla missione di Presidente dall’entourage degli Illuminati fin da quando era giovane. Qual è l’obiettivo degli Illuminati? Creare un Unico Governo Mondiale ed un Nuovo Ordine Mondiale, con a capo loro stessi per sottomettere il mondo a una nuova schiavitù, non fisica, ma “spirituale” ed affermare il loro credo: l’ideologia Luciferica. Questo obiettivo non può essere conseguito nel periodo di una vita, le sue origini sono antiche e risalgono già al 1700 quando il complotto venne formalizzato, con l’elaborazione di veri e propri documenti programmatici. Nella prima metà del 1700 l’incontro tra il Gruppo dei Savi di Sion e Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale, porta alla redazione di un manifesto: “I Protocolli dei Savi di Sion”. In 24 paragrafi, viene descritto come soggiogare e dominare il mondo con l’aiuto di un sistema economico. Sempre Mayer Amschel Rothschild aiuta e finanzia l’ebreo Adam Weishaupt, un ex prete gesuita, che a Francoforte crea un Gruppo Segreto dal nome “Gli Illuminati di Baviera”. Weishaupt prendendo spunto dai “ Protocolli dei Savi di Sion” elabora all’incirca verso il 1770 “Il Nuovo Testamento di Satana” un piano che dovrà portare, non più gli Ebrei ma un gruppo ristretto di persone (gli Illuminati o Banchieri Internazionali) ad avere il controllo ultimo del mondo intero. La strategia di Weishaupt era basata su principi molto fini e spietati. Bisognava arrivare alla soppressione dei Governi Nazionali e alla concentrazione del potere in Governi ed Organi Sovranazionali ovviamente gestiti dagli Illuminati. Ecco alcuni esempi operativi sulle cose da fare:
Creare la divisione delle masse in campi opposti attraverso la politica, l’economia, gli aspetti sociali, la religione, l’etnia etc … Se necessario armarli e provocare incidenti in modo che si combattano e si indeboliscano.
Corrompere (con denaro e sesso) e quindi rendere ricattabili i politici o chi ha una posizione di potere all’interno di uno stato.
Scegliere il futuro capo di stato tra quelli che sono servili e sottomessi incondizionatamente.
Avere il controllo delle scuole (licei ed Università) per fare in modo che i giovani talenti di buona famiglia siano indirizzati ad una cultura internazionale e diventino inconsciamente agenti del complotto.
Assicurare che le decisioni più importanti in uno stato siano coerenti nel lungo termine all’obiettivo di un Nuovo Ordine Mondiale.
Controllare la stampa, per poter manipolare le masse attraverso l’informazione.
Abituare le masse a vivere sulle apparenze e a soddisfare solo il loro piacere, perché in una società depravata gli uomini perdono la fede in Dio.
Secondo Weishaupt, mettendo in pratica le sue raccomandazioni si doveva arrivare a creare un tale stato di degrado, di confusione e quindi di spossatezza, che le masse avrebbero dovuto reagire cercando un protettore o un benefattore al quale sottomettersi liberamente. Da qui il bisogno di costituire degli Organi Sovranazionali pronti a sfruttare questo stato di cose, fingendosi i salvatori della patria, per istituire un Unico Governo Mondiale . Nel 1871 il piano di Weishaupt viene ulteriormente completato da un suo seguace Americano Albert Pike che elabora un documento per l’istituzione di un Nuovo Ordine Mondiale attraverso tre Guerre Mondiali. Il suo pensiero era che questo programma di guerre avrebbe generato nelle masse un tale bisogno di pace, che sarebbe diventato naturale arrivare alla costituzione di un Unico Governo Mondiale. Non a caso dopo la Seconda Guerra Mondiale venne fatto il primo passo in questa direzione con la formazione dell’ONU, che possiamo definire la polizia del mondo degli Illuminati. Tornando al pensiero di Pike, la Prima Guerra Mondiale doveva portare gli Illuminati, che già avevano il controllo di alcuni Stati Europei e stavano conquistando attraverso le loro trame gli Stati Uniti di America, ad avere anche la guida della Russia. Quest’ultima avrebbe poi dovuto interpretare un ruolo che doveva portare alla divisione del mondo in due blocchi. La Seconda Guerra Mondiale sarebbe dovuta partire dalla Germania, manipolando le diverse opinioni tra i nazionalisti tedeschi e i sionisti politicamente impegnati. Inoltre avrebbe portato la Russia ad estendere la sua zona di influenza e reso possibile la costituzione dello Stato di Israele in Palestina. La Terza Guerra Mondiale sarà basata sulle divergenze di opinioni che gli Illuminati avranno creato tra i Sionisti e gli Arabi, programmando l’estensione del conflitto a livello mondiale.
Col passare degli anni il Quartiere Generale di questo complotto passa dalla Germania (Francoforte), alla Svizzera, poi all’Inghilterra (Londra) ed infine agli Stati Uniti d’America (New York). E’ quindi dal 1700 che le famiglie degli Illuminati, generazione dopo generazione, influenzano la storia per raggiungere i propri traguardi. Ecco un elenco dei fatti principali che negli ultimi 3 secoli sono stati architettati, fomentati o finanziati dagli Illuminati: la Rivoluzione Francese, le Guerre Napoleoniche, la nascita dell’ideologia Comunista, la I Guerra Mondiale, la Rivoluzione Bolscevica, la nascita dell’ideologia Nazista, la II Guerra Mondiale, la fondazione dell’ONU, la nascita dello Stato di Israele, la Guerra del Golfo, la nascita dell’Europa Unita…
Nella Tavola 3 e Tavola4 è rappresentata la rete di potere che gli Illuminati si sono costruiti in quasi 300 anni. Ovviamente non potevano pensare di conseguire i loro obiettivi da soli, avevano ed hanno bisogno di una “struttura operativa”, composta da organizzazioni o persone che esercitando del potere operino più o meno consapevolmente nella stessa direzione. Come potete constatare gli Illuminati controllano o hanno i loro uomini ovunque, possiamo tranquillamente dire che sono i signori del mondo. La loro strategia ha fatto leva su 2 capisaldi: a) la forza del denaro, hanno costituito e controllano il Sistema Bancario Internazionale; b) la disponibilità di persone fidate, ottenuta attraverso il controllo delle Società o Associazioni Segrete (logge massoniche). Queste ultime con i loro diversi gradi di iniziazione hanno garantito e garantiscono tutt’ora quell’alone di discretezza necessario al piano degli Illuminati. Gli Illuminati, e chi con loro controlla queste Società, sono Satanisti e praticano la magia nera. Il loro Dio è Lucifero e attraverso pratiche e riti occulti manipolano e influenzano le masse. E pensare che la cultura dominante ci dice che la magia non esiste anzi, considera ridicolo chi ci crede. E’ anche da questa scienza di tipo occulto, che gli Illuminati hanno sviluppato la teoria sul controllo mentale delle masse. Per chiarire ecco un esempio: a quanto sembra anche Hollywood, le maggiori Case Cinematografiche e Discografiche internazionali, fanno parte della rete degli Illuminati. Molte volte i loro prodotti sono usati come strumenti di indottrinamento e agiscono in modo “invisibile” sulla psiche. Penso che nessuno possa negare che oggi esistono certi tipi di musica, privi di qualsiasi qualità, il cui unico effetto voluto è quello di provocare nei giovani apatia, robotismo, violenza ed essere uno stimolo all’uso di droghe.
Dicevamo prima, che gli uomini che controllano gli Illuminati fanno parte di tredici delle famiglie più ricche del mondo. I loro nomi sono rimasti segreti negli anni e la leadership famigliare è stata passata da uomo a uomo generazione dopo generazione. Comunque nessun segreto può essere tenuto per sempre e anche in questo caso recentemente sono stati resi noti i loro nomi, grazie a qualcuno che, abbandonando l’ordine, ha deciso di cambiare vita e rivelare le informazioni più importanti. Ecco quindi le tredici famiglie che sembrano avere il compito di gestire il pianeta da dietro le quinte per condurlo al Nuovo Ordine Mondiale:
ASTOR
BUNDY
COLLINS
DUPONT
FREEMAN
KENNEDY
LI
ONASSIS
ROCKFELLER
ROTHSCHILD
RUSSELL
VAN DUYN
MEROVINGI
(famiglie Reali Europee)
Sono dunque loro il vero governo del mondo o meglio il governo segreto?

Il Gruppo Bilderberg

Il Gruppo Bilderberg, rappresenta uno dei più potenti Gruppi di facciata degli Illuminati. Nasce informalmente nel 1952, ma prende questo nome solo nel 1954 quando il 29 maggio viene indetto il primo incontro presso l’Hotel Bilderberg di Oosterbeek in Olanda. Da allora le riunioni sono state ripetute 1 o 2 volte all’anno. All’inizio solo in Paesi Europei, ma dagli inizi degli anni ‘60 anche in Nord America. Tra i promotori del Gruppo bisogna menzionare almeno due personaggi: Sua Maestà il Principe Bernardo de Lippe di Olanda (ex Ufficiale delle SS), che ne è rimasto il presidente fino a quando nel 1976 ha dovuto dare le dimissioni per lo scandalo “Lockheed” e Joseph Retinger un “faccendiere” Polacco che si era costruito una fitta rete di relazioni tra personaggi della Politica e dell’Esercito a livello Mondiale. Retinger viene descritto come l’istigatore del gruppo, la sua visione era costruire un’ Europa unita per arrivare ad un Mondo unito in pace, dove potenti Organizzazioni Sovranazionali avrebbero garantito con l’applicazione delle loro ideologie, più stabilità dei singoli governi nazionali.
Fin dalla prima riunione furono invitati banchieri, politici, universitari, funzionari internazionali degli Stati Uniti e dei paesi dell’Europa Occidentale per un totale all’incirca di un centinaio di personaggi, tra questi, sembra anche Alcide De Gasperi.
Ai tempi della costituzione l’obiettivo dichiarato ufficialmente, era quello di creare l’unità Occidentale per contrastare l’espansione Sovietica.
In realtà malgrado le apparenti buone intenzioni, il vero obiettivo era quello di formare un’altra organizzazione di facciata che potesse attivamente contribuire ai disegni degli Illuminati: la costituzione di un Nuovo Ordine Mondiale e di un Governo Mondiale entro il 2012.

La Strategia

William Cooper un anziano Sotto Ufficiale dei Servizi Segreti della Marina Statunitense, include nel suo libro “Behold a pale horse” (Light Technology 1991) del materiale top secret nel quale è illustrato il pensiero e la strategia adottati dal comitato politico del Gruppo Bilderberg. Questo documento programmatico ha un titolo quanto mai significativo “Armi Silenziose per delle guerre tranquille”. Il documento riporta la data del maggio 1979, ma fu ritrovato solo nel 1986. Cooper spiega “ Ho letto dei documenti top secret che spiegano che “Armi Silenziose per delle guerre silenziose” è una dottrina adottata dal comitato politico del Gruppo Bilderberg durante il suo primo meeting nel 1954. Una copia trovata nel 1969 era in possesso dei Servizi di Informazione della Marina Statunitense”.
L’assunto principale del documento è che chiunque voglia assumere una posizione di potere all’interno di una comunità è come se “simbolicamente” dichiarasse guerra alle persone che la compongono. La guerra che però deve essere intrapresa non è su un piano fisico/materiale e le armi utilizzate sono silenziose munizioni invisibili.
Il documento spiega la filosofia, le origini operative (che sembrano essere legate ai famosi documenti scritti tra il 1700 ed il 1800 e finanziati da Mayer Amschel Rothschild), i principi raffinati, le linee guida e gli strumenti di questa dottrina dalle “armi silenziose”. Un vero manuale per l’uso, per professare una scienza che attraverso il controllo dell’economia vuole soggiogare il mondo intero. Vista l’importanza e la complessità del documento sarebbe necessario dedicargli un approfondimento specifico. In questa sede è sufficiente accennare alle principali aree in cui si articola questo programma:
Perché serve un sistema economico per controllare le masse.
Come controllare l’economia mondiale attraverso l’istituzione di un modello economico che sia manipolabile e prevedibile.
Come addormentare le masse che subiscono l’attacco.
Grazie alla segretezza con cui si muovono, ma soprattutto grazie al potere che esercitano sugli organi di informazione i Bilderbergers sono riusciti a controllare la pubblicità sulle loro riunioni e sui temi discussi. Negli anni però qualche notizia è riuscita a trapelare sui principali temi trattati durante le loro delibere segrete:
i problemi finanziari internazionali;
la libertà di emigrazione e immigrazione;
la libera circolazione dei prodotti senza dogane;
l’unione economica internazionale;
la costituzione di una forza internazionale con la soppressione degli eserciti nazionali;
la creazione di un parlamento internazionale;
la limitazione della sovranità degli stati delegati all’ONU o a tutti gli altri governi sovranazionali.
Temi che fanno capire il potere che questo Gruppo è in grado di esercitare. Sembra che tutte le decisioni più importanti a livello politico, sociale, economico/finanziario per il mondo occidentale vengano in qualche modo ratificate dai Bilderbergers. D’altronde scorrendo i loro biglietti da visita una cosa è certa: hanno le “leve” per fare qualsiasi cosa.
Accennavamo prima alla segretezza, questo è sicuramente un aspetto centrale per la strategia del Gruppo. Le riunioni sono tenute in forma non pubblica e solo i giornalisti ufficialmente invitati possono essere ammessi. Al termine delle conferenze annuali (normalmente durano un paio di giorni) viene redatto un semplice comunicato stampa di un paio di pagine; ovviamente non viene tenuta nessuna conferenza stampa. I vari partecipanti interrogati al riguardo di queste riunioni sono sempre molto evasivi e se possono non rispondono. Gli organi di informazione di massa non danno nessuna notizia su queste conferenze o se lo fanno, lo fanno con un peso assolutamente insignificante non adeguato all’evento. Chi osserva e conosce i Bilderbergers da parecchi anni afferma che anche la preparazione delle riunioni segue un rituale “curioso” mirato a tutelare questo ambito di segretezza. L’Hotel selezionato viene occupato con qualche giorno di anticipo. Parte del normale personale viene sostituito con personale di fiducia.
La domanda da porsi è perché tutto questo? Perché personaggi pubblici che discutono temi di interesse pubblico non vogliono rendere note le loro decisioni? Questa è forse la prova più grossa sulla natura e sulle vere finalità di questa organizzazione.

L’Organizzazione

Il Gruppo dei Bilderberg recluta Politici, Ministri, Finanzieri, Presidenti di multinazionali, magnati dell’informazione, Reali, Professori Universitari, uomini di vari campi che con le loro decisioni possono influenzare il mondo. Tutti i membri aderiscono alle idee precedenti, ma non tutti sono al corrente della profonda verità ideologica di alcuni dei membri principali, i quali sono i veri istigatori e fanno parte anche di altre organizzazioni degli Illuminati dal nome: Trilaterale (riunisce industriali e businessman dei tre blocchi continentali USA, Europa, Giappone/Asia) e Commission of Foreign Relationship (3D CFR che ormai dal 1921 riunisce tutti i personaggi che gestiscono gli USA ). Questi membri particolari sono i più potenti e fanno parte di quello che viene definito il “cerchio interiore”. Il “cerchio esteriore” è invece l’insieme degli uomini della finanza, della politica ed altro, che sono sedotti dalle idee di instaurare un governo mondiale che regolerà tutto a livello politico ed economico. Il “cerchio esteriore” è composto da quelli che vengono definiti “le marionette” che sono utilizzati dal “cerchio interiore” perché i loro membri sanno che non possono cambiare il mondo da soli ed hanno bisogno di collaboratori motivati. Quindi il “cerchio interiore” ed il “cerchio esteriore” agiscono di concerto ma non con le stesse motivazioni. “Le marionette” dei vari “cerchi esteriori” sono spinte dal desiderio di arricchirsi, di avere potere o/e sono convinti che un governo unico mondiale sia la soluzione di tutti i problemi e che apporterà più pace e coesione di una moltitudine di piccoli paesi. Dal canto loro le persone del “cerchio interiore” sono già ricche e potenti, la loro consapevolezza è ad un gradino superiore, le loro motivazioni sono solo ideologiche, per intenderci dovrebbero essere quelle espresse nel piano degli Illuminati.
Il primo cerchio esteriore è composto da chi solo partecipa alle conferenze annuali senza essere affiliato al Gruppo. Possono essere personaggi di cui si vuole valutare il reclutamento oppure invitati per discutere specifici argomenti. Gli affiliati del gruppo possono anche non essere presenti alle conferenze annuali, i contatti vengono tenuti attraverso altri canali. Il primo Cerchio interiore è composto solo da Bilderbergers, membri del Gruppo e rappresenta il Comitato di Direzione (Steering Committee). Vi risiedono europei ed americani (tutti parte del CFR). Alcuni di questi membri fanno parte di un secondo cerchio interiore ancora più chiuso e formano il Comitato Consultativo (Advisory Committee) del Gruppo. L”Advisory Committee” dovrebbe essere composto da 9 persone tra i quali spiccano i nomi di Giovanni Agnelli e David Rockfeller. Nello Steering Committee, composto da circa una trentina di persone, sono citati come rappresentati nazionali per l’Italia: Mario Monti (attualmente ex Commissario della Comunità Europea) e Renato Ruggiero (ex Direttore Generale del WTO World Trade Organization, attualmente Presidente dell’ENI).

Gli Italiani del gruppo

L’Italia sembra giocare il suo ruolo nell’organizzazione, se non altro perché Giovanni Agnelli è uno dei membri dell’Advisory Committee e perché come Francia, Germania ed Inghilterra ha 2 nomi nello Steering Committee. In Italia sono state tenute 3 delle conferenze fatte nel periodo 1954-1999: nel 1957 a Fiuggi, nel 1965 e nel 1987 a Villa d’Este.
Ecco i nomi degli Italiani che sembrano aver partecipato alle ultime riunioni annuali:
> 1995 Giovanni ed Umberto Agnelli, Mario Draghi, Renato Ruggiero
> 1996 Giovanni Agnelli, Franco Bernabè, Mario Monti, Renato Ruggiero, Walter Veltroni
> 1997 Giovanni ed Umberto Agnelli, Carlo Rossella, Stefano Silvestri
> 1998 Giovanni Agnelli, Franco Bernabè, Emma Bonino, Luigi Cavalchini, Rainer Masera, Tommaso Padoa-Schioppa, Domenico Siniscalco
> 1999 Umberto Agnelli, Franco Bernabè, Paolo Fresco, Francesco Giavazzi, Mario Monti, Tommaso Padoa-Schioppa, Alessandro Profumo.
La presenza della Bonino alla riunione del 1998, serve a spiegare il perché dei suoi exploit del 1999, oppure è solo una coincidenza? Ha forse trovato qualche gruppo di potere pronto a finanziarla? In cambio di che cosa? Non lo sapremo mai, però il dubbio rimane.

L’ultimo incontro

L’ultimo incontro del Gruppo si è tenuto in Portogallo dal 3 al 6 giugno. Un settimanale Portoghese dal nome “The News” (tutti gli articoli scritti al riguardo sono ancora disponibili sul sito
(HYPERLINK http://www.the-news.net) è stato il primo ad annunciare la notizia della riunione annuale con l’edizione del primo maggio e da allora ha seguito l’escalation della preparazione dell’incontro fino ad arrivare a pubblicare la lista dei partecipanti. Sembra che il Governo portoghese abbia ricevuto migliaia di dollari dai Bilderbergers per organizzare un servizio militare compreso di elicotteri che si occupasse di garantire la loro privacy e sicurezza. Nella tavola 2 trovate i nomi di chi ha partecipato all’incontro. Le informazioni che sono trapelate, hanno permesso la stesura di una possibile agenda dei temi trattati:
1) Governo Globale: stato di avanzamento della formazione di un blocco Asiatico sotto la leadership del Giappone. Libero mercato, moneta unica e unione politica sono gli obiettivi da raggiungere nella regione. Il modello Europeo è anche il punto di riferimento per la costituzione dell’Unione Americana tra USA e Canada.
2) Guerra in Kosovo: formazione di un Grande Stato d’Albania a seguito della dichiarazione d’indipendenza del Kosovo. Ridisegno dei confini della regione con il continuo smembramento della Yugoslavia attraverso il ritorno all’Ungheria della provincia del nord composta da 350.000 persone di etnia ungherese. Proseguimento dello stato di instabilità e di conflitto della regione. Pianificazione della ricostruzione delle infrastrutture della regione a spesa dei contribuenti occidentali.
3) Esercito dell’Europa Unita: attuare al più presto la sostituzione delle Forze Armate della NATO con l’istituzione di Forze Militari dell’Europa Unita. L’immagine negativa che la NATO si è costruita durante il conflitto mette a rischio le sue operazioni. L’idea è che nella fase di avviamento l’Esercito Statunitense sia da supporto a quello Europeo.
4) Anno 00: i Bilderbergers sono preoccupati dall’impatto del Millenium Bug, secondo le loro previsioni sarà molto peggiore di quanto ci si possa aspettare. Un possibile progetto da intraprendere potrebbe essere quello di nominare un personaggio di fama internazionale per aiutare l’opera di sensibilizzazione necessaria.
5) Medio Oriente: preparazione di un accordo di pace nella regione, con la dichiarazione dello Stato di Palestina. Apparentemente le condizioni di pace non saranno così gradite da Israele e quindi potrebbero rappresentare il pretesto per futuri conflitti e tensione nella regione.
6) Tassazione Globale a supporto dell’ONU: l’obiettivo è finanziare il centro operativo del Governo Mondiale, con l’introduzione di una tassa sul commercio via Internet. Questa tassa sarà sostituita in futuro da una tassa diretta individuale che sarà raccolta in nome dell’ONU, direttamente da ogni singolo stato.
I fatti degli ultimi tre mesi, sembrano dimostrare che la maggior parte dei punti di questa agenda sono in fase di attuazione.


Conclusioni

Le informazioni presentate sono il risultato di una vasta ricerca. Anche se ciò può sembrare molto strano o lontano dalle nostre certezze, il tutto è partito da una realtà concreta dei nostri giorni, di cui è apparso un articolo sul Corriere della Sera: i Bilderbergers. Per riuscire a “digerire” e a sintetizzare tutto quello che ho scoperto, ho dovuto mantenere il mio spirito aperto e soprattutto, in molte occasioni, sono dovuto andare oltre il mio normale modo di pensare. Il mio obiettivo non vuole essere quello di affermare una verità ma quello di offrire uno spunto per la riflessione e per una propria ricerca.
Solo con un forte spirito critico possiamo conoscere la verità, essere liberi, diventare cittadini emancipati e quindi contribuire a un mondo migliore.

http://www.nonsiamosoli.org

Tratto dal sito http://www.nwo.it









La storia segreta e il Nuovo Ordine Mondiale

"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".
Così si espresse Nicholas Murray Butler. Giova ricordare chi era questo personaggio. Il Dr. Nicholas Murray Butler è stato presidente dell’Università di Columbia, presidente della Carnegie Endwment for International Peace, membro fondatore, presidente della Pilgrims Society e membro del Council on Foreign Relations (CFR) e capo del British Israel.

Taluni autori denunciano, sempre con maggiore insistenza, che è in atto una cospirazione superpolitica, "religiosa" o satanica che coinvolge l’alta finanza, le massonerie e l’integralismo islamico. I fili della storia, asseriscono questi studiosi, si tirano proprio nelle logge massoniche e nei consigli di amministrazione delle multinazionali e delle grandi banche. La Rivoluzione francese fu una congiura massonica, preparata da "società di pensiero" – uguali a quelle studiate da Augustin Cochin (1876-1916) – e da altri gruppi di pressione. La Rivoluzione bolscevica fu una congiura giudaico-massonica. Diversi storici sono convinti di questo. Lo stesso "Times" (10 marzo 1920) confermò il complotto: "Si può considerare ormai come accettato che la rivoluzione bolscevica del 1917 è stata finanziata e sostenuta principalmente dall’alta finanza ebraica attraverso la Svezia: ciò non è che un aspetto della messa in atto del complotto del 1773".
Estrema importanza assume, sempre al riguardo della rivoluzione russa del febbraio del 1917, il fatto che, non affatto casualmente, il governo fosse costituito principalmente da massoni, tra questi risaltava Kerensky. E’ anche rivelatore il libro "Rossija nakanune revoljucii" di Grigorij Aronson, che fu pubblicato nel 1962 a New York e che riporta delle missive di E. D. Kuskova, moglie del massone Prokopovic, legato da grande amicizia al confratello Kerensky. In una di queste lettere, datata 15 novembre 1955, si legge: "Avevamo la ‘nostra’ gente dappertutto. (...). Fino a questo momento il segreto di questa organizzazione non è stato mai divulgato, eppure l’organizzazione era enorme. Al tempo della rivoluzione di febbraio tutta la Russia era coperta da una rete di logge".

L’iniziato Jean Marques-Rivière scrisse: "L’esoterismo, con la sua forza sul piano ideologico, guida il mondo". Non bisogna stupirsene. E’ innegabile il diffondersi, nelle maglie della nostra società, di una subdola propagazione di idee, combattute con inflessibilità dalla Chiesa, ma non estirpate del tutto, che ora godono di un pericoloso risveglio e diffusione. E’ una letteratura imponente quella dei cosiddetti cospirazionisti, disprezzata dagli storici ufficiali, che, invece, non obiettano quando la stessa metodologia viene adottata dalla sinistra e dall’estrema sinistra, vedi "golpe De Lorenzo", "strategia della tensione", ecc. che non sono altro che capitoli di una teoria della cospirazione, che nega di esserlo.

Il lato occulto della storia contemporanea è complesso e, oltremodo, variegato. Insospettabili VIP. del mondo che conta sono affiliati ad oscuri ordini esoterici. L’ex presidente americano George Bush è un 33° grado della Massoneria di Rito Scozzese, lo ha rivelato Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro della Massoneria italiana, al quotidiano "La Stampa" (23 marzo 1990). Bush sarebbe stato iniziato, nel 1943, alla setta "Skull and Bones" (Teschio e Ossa) dell’Università di Yale, fondata nel 1832. George Bush ha diretto anche la Cia. La Skull and Bones assieme a società come il Rhodes Trust, secondo l’autorevole rivista inglese "Economist" (25 dicembre 1992), sono la moderna risorgenza degli "Illuminati di Baviera" di Jean Adam Weisshaupt (1748-1830).
Anche suo padre Prescott sarebbe stato membro della setta "Skull and Bones". Di essa farebbero parte le più potenti famiglie degli Stati Uniti (1). Tra queste vale la pena di menzionare "la famiglia Harriman, della Morgan Guaranty Trust, è Skull and Bones da generazioni. Petrolio: ci sono i Rockefeller, fra gli iniziati. Studi legali di grido. Poltrone alte della Cia. Vicepresidenza degli Stati Uniti".

E’ anche molto interessante venire a sapere che, secondo quanto scrive lo storico Antony C. Sutton in "America’s Secret Establishment" (liberty House Press. Bilings 1986, pagg. 207 e segg.), la "Skull and Bones" è collegata al movimento New Age e ad essa, asserisce ancora Sutton, non sono estranei aspetti satanisti. Marylin Ferguson nel suo libro "The Aquarian Conspiracy", una vera e propria Bibbia del movimento New Age, mette assieme Huxley con Teilhard de Chardin, Carl Gustav Jung, Maslow, Carl Rogers, Roberto Assagioli, Krishnamurti, ecc. tra i personaggi, che sono da considerare come padri spirituali del New Age. Aldous Huxley e suo fratello Julian, quest’ultimo fu il primo dirigente dell’U.N.E.S.C.O., erano anche membri di importanti affiliazioni mondialiste, tra queste ricordo l’anglosassone Fabian Society.

Sui vertici del mondialismo, René Guenon, che era un 33° grado del Rito Scozzese Antico Accettato e un 90° del Rito Egiziano di Memphis-Misraim, ebbe ad affermare: "…ma dietro tutti questi movimenti non potrebbe esserci qualcosa di altrimenti temibile, che forse neanche i loro stessi capi conoscono, e di cui essi a loro volta quindi, non sono che dei semplici strumenti? Noi ci accontenteremo di porre questa domanda senza cercare di risolverla qui" (cit. da "Il Teosofismo", edizioni Arktos, 1987, vol. II, pag. 297).

Ritornando alla "Skull and Bones" la sua importanza può essere ben compresa se si riflette che, nel 1917, essa diresse, tra l’altro, quel centro finanziario denominato "120 Brodway", finanziatore del bolscevismo in Russia e del nazismo in Germania che, tra l’altro, portò al potere. Non ci si meravigli se, a questi livelli, parole come "destra e sinistra" non hanno più significato, più esattamente, non si bada a razze, religioni o ideologie: questi sono solo mezzi da utilizzare per raggiungere il fine ultimo, su scala mondiale, con l’antica strategia del "divide et impera".
E, a questo punto, non meraviglia venire a conoscenza delle trattative segrete intercorse tra George Bush ed alte personalità del governo dell’Iran, che poi hanno portato allo scandalo dell’Irangate. Gli accordi furono resi possibili da Khomeini e dal suo entourage, comprendente buona parte dei suoi ministri, il capo della polizia, il comandante dell’esercito, il procuratore generale del tribunale islamico, il capo della polizia segreta, ecc., sono, o sono stati, affiliati alla Grande Loggia dell’Iran, che è sottoposta alla dipendenza della Gran Loggia d’Inghilterra.
E’ poi noto che l’ex presidente George Bush è esponente di rilievo della sinarchia internazionale, figura di spicco del C.F.R, della Trilaterale, della potente Pilgrims Society oltre che della Skull and Bones. E’ anche interessante accennare ad un articolo, firmato M. Dornbierer, apparso, il 29 gennaio 1991, sul giornale messicano "Excelsior" che spiegava lo "smisurato sionismo" di Bush documentando la sua origine ebraica secondo quanto indicato nell’Enciclopedia ebraica castigliana. Bush è inoltre un W.A.S.P. (White Anglo-Saxon Protestant), ovvero un americano convinto che la sua origine razziale e le sue convinzioni religiose lo pongano al di sopra degli altri uomini.

Scrive Blondet che "secondo Sutton, lo storico della Skull and Bones, la stessa locuzione ‘Nuovo Ordine Mondiale’ descrive il fine ultimo che gli affiliati alla società segreta di Yale s’impegnano a perseguire... A questo i membri dell’Ordine s’impegnerebbero a giungere attraverso la gestione di conflitti artificialmente generati, come quello tra nazismo e comunismo.... Per Sutton, questa filosofia segreta dell’Ordine rivelerebbe la sua origine tedesca (che Sutton ritiene di poter provare): gli iniziati sarebbero dei tardi seguaci di Hegel, votati a far progredire il mondo attraverso opposizioni, tesi e antitesi, per poi comporle in una sintesi superiore. L’ipotesi, affascinante, può essere superflua. A noi sembra sufficiente evocare uno dei motti, delle insegne della Massoneria, che suona: Ordo ab Chao, l’Ordine (nasce) dal Caos".

L’idea del "Nuovo Ordine del Mondo" è perseguita con accanimento. Del presidente Bill Clinton, scrive Epiphanius (Op. cit. pag. 497): "la sua educazione l’ha ricevuta nella britannica Oxford, dove venne ammesso nel super elitario ‘Rhodes Group’, una società superiore dell’area del POTERE affine alla ‘Skull and Bones", come scrisse l’’Economist’ inglese nel suo numero del 25 dicembre 1992. L’’Economist’ elencava una decina delle maggiori ‘società d’influenza’ del mondo occidentale rivelando la loro comune derivazione dall’Ordine degli Illuminati di Weisshaupt fondato nel 1776. Clinton appartiene anche al C.F.R., alla Commissione Trilaterale e al Bilderberg…". Clinton ha portato con sé Les Aspin (CFR) che, tra l’altro, ha firmato la "Dichiarazione di Interdipendenza", che è, in sostanza, - una mozione del Congresso che nel 1962, proponeva di cancellare dalla Costituzione ogni dichiarazione di sovranità nazionale, in quanto ostacolo all’instaurazione di un ‘Nuovo Ordine Mondiale’".

"Il Rhodes Group – ci fa sapere ancora Epiphanius, alla nota 145, pag. 497, del suo "Massoneria e sette segrete" (cit.) – nacque nel 1891 per iniziativa di Lord Cecil Rhodes, ricchissimo personaggio legato ai Rothschild, assieme a Lord Milner, Lord Isher, Lord Balfour e un Rothschild, intorno all’idea-guida di organizzare una federazione mondiale di cui U.S.A. e Impero britannico sarebbero stati il centro propulsore. Il mezzo per attuarla consisteva in una selezione elitaria dei quadri protagonisti degli ambienti universitari, politici, finanziari. Attorno a questo nucleo iniziale permeato delle idee mondialiste e socialiste della Fabian Society, sorsero i gruppi della Round Table che a loro volta, nel 1919, diedero vita ai due odierni pilastri del potere mondialista, cioè gli Istituti Affari Internazionali britannico (R.I.I.A.) e americano (C.F.R.). Il Rhodes Group, al pari della Skull and Bones, controlla il C.F.R., (che a sua volta controlla la Trilaterale), il governo-ombra americano il cui comitato direttivo annovera personaggi in grado di gestire bilanci superiori a quello annuale lordo americano".

Ritornando al progetto del Nuovo Ordine Mondiale, già il 17 febbraio del 1950 il banchiere James Warburg, alla Commissione Esteri del Senato, era stato fin troppo chiaro quando aveva affermato: "Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale, o col consenso o con la forza". Anche con le stragi.

Il Palazzo Federale "Alfred P. Murrah" ad Oklahoma, U.S.A., viene fatto saltare in aria da una tremenda esplosione, il 19 aprile del 1995. Le vittime furono 168. Furono sospettate dell’attentato e arrestate tre persone: Timothy McVeigh, Terry Nichols e James Nichols. L’FBI ha iniziato "col dichiarare che il meccanismo esplosivo era un’auto-bomba imbottita di 1.000 libbre di esplosivo. Poi era un’auto con 1.400 libbre. In seguito si trattava di un camion con 4.000 libbre. Adesso è un furgone per traslochi con 5.000 libbre di esplosivo".

Ted Gunderson, ex dirigente dell’FBI, al contrario di quanto vuol far credere il Dipartimento di Giustizia Americano e cioè che si è trattato di "una singola semplice bomba fertilizzante", ha affermato che: "la bomba era un congegno elettroidrodinamico a combustibile gassoso (bomba barometrica), che non è possibile sia stata costruita da McVeigh... la bomba utilizzata era un sofisticato congegno A-neutronico, usato dall’esercito americano...". Sam Cohen, padre della bomba neutronica, il 28 giugno dello stesso anno, al telegiornale della KFOR-TV ha dichiarato: "Non mi interessa quanto fertilizzante e gasolio hanno usato, non sarebbe mai stato sufficiente. Cariche di demolizione, piazzate sulle colonne chiave, hanno fatto lo sporco lavoro". Antefatto: non è stato molto pubblicizzato che, "il 28 marzo 1994, l’Assemblea Legislativa dello Stato dell’Oklahoma passò una risoluzione che colpiva quello che veniva percepito come un programma di governo mondiale. Fu il primo e forse il solo Stato ad approvare tale legislazione".

Di seguito riporto alcuni estratti relativi alla decisione dell’Assemblea Legislativa dell’Oklahoma:

"Risoluzione N. 1047:
Una risoluzione in relazione alle forze militari degli Stati Uniti e alle Nazioni Unite; si presenta una petizione al Congresso affinché cessi determinate attività concernenti le Nazioni Unite...
Considerato che non c’è appoggio popolare per l’instaurazione di un "nuovo ordine mondiale" o di una sovranità mondiale di qualsiasi tipo, sia sotto le Nazioni Unite o sotto qualsivoglia organismo mondiale in qualsiasi forma di governo globale;
Considerato che un governo globale significherebbe la distruzione della nostra Costituzione e la corruzione dello spirito della Dichiarazione di Indipendenza della nostra libertà e del nostro sistema di vita.
...sia deliberato dalla Camera dei Rappresentanti della seconda Sessione della 44ma legislatura dell’Oklaoma:
Che al Congresso degli Stati Uniti sia con la presente rammentato di:
(...). Cessare ogni supporto per l’instaurazione di un "nuovo ordine mondiale" o qualsiasi altra forma di governo globale.
Che al Congresso degli Stati Uniti è con la presente rammentato di astenersi dal prendere qualsiasi ulteriore iniziativa verso la fusione economica o politica degli Stati Uniti in un organismo mondiale o qualsiasi altra forma di governo mondiale. (Fonte: Newsgroup alt. conspiracy, via Pegasus computer networks, Australia)".

Cosa dire di questi fatti? Quale oligarchia misteriosa dirige, in segreto, i vari governi delle nazioni?
Lascio al lettore il compito di arrivare a delle conclusioni.

Alla luce di certi accadimenti i governi, la politica e gli stessi politici assumono contorni sbiaditi, sfumati. Misteri che travasano nella storia altri misteri frammisti a bugie. Pochissimi, forse, sanno che "Il fascismo non è nato in Italia e in Germania. Ebbe la sua prima manifestazione in Russia, col movimento dei ‘Cento Neri’, completo già all’inizio del ‘900 nelle sue azioni e nei suoi simboli: la violenza politica, l’antisemitismo feroce, i neri stendardi col teschio".

Chi tira i fili della storia?

Ricercare certe dinamiche è cosa ardua specie quando riguarda la sfera politica e ciò che sembra del tutto casuale, in molti casi, è stato attentamente preparato. Franklin Delano Roosvelt, presidente americano e 33° del Rito Scozzese, nonché appartenente alla Pilgrim Society e al C.F.R., il governo-ombra americano, affermò: "In politica nulla accade a caso. Ogni qualvolta sopravviene un avvenimento si può star certi che esso era stato previsto per svolgersi in quel modo". Quindi una oscura oligarchia, tira le fila di fantocci, solo apparentemente, alla ribalta della scena politica. Aveva ragione Benjiamin Disraeli, statista inglese del secolo scorso, quando disse: "Il mondo è governato da personaggi ben diversi da quelli creduti da coloro i quali non sanno guardare dietro le quinte". Neppure i partiti contano poi molto. Essi stessi sono a loro volta manovrati, usati, in relazione a degli scopi precisi.

René Guenon ci informa, nel suo articolo "Réflexions à popos du pouvoir occulte" pubblicato, con lo pseudonimo di Le Sphinx, sul numero dell’11 giugno 1914, pag. 277, della rivista cattolica "France Antimaconnique", che "Un potere occulto di ordine politico e finanziario non dovrà essere confuso con un potere occulto di ordine puramente iniziatico… Un altro punto da tenere presente è che i Superiori Incogniti, di qualunque ordine siano e qualunque sia il campo in cui vogliono agire, non cercano mai di creare dei ‘movimenti’ (…). Essi creano solo degli stati d’animo (état d’esprit), ciò che è molto più efficace, ma, forse, un poco meno alla portata di chiunque. E’ incontestabile che la mentalità degli individui e delle collettività può essere modificata da un insieme sistematico di suggestioni appropriate; in fondo, l’educazione stessa non è altro che questo, e non c’è qui nessun ‘occultismo’ (…). Uno stato d’animo determinato richiede, per stabilirsi, condizioni favorevoli, e occorre o approfittare di queste condizioni se esistono, o provocarne la realizzazione".

Al riguardo dei movimenti rivoluzionari sempre il Guénon, nel suo libro "L’Esoterismo di Dante" (Ediz, Atanòr, Roma 1971), spiega: "...tali movimenti sono talvolta suscitati o guidati, invisibilmente, da potenti organizzazioni iniziatiche, possiamo dire che queste li dominano senza mescolarvisi, in modo da esercitare la loro influenza, egualmente, su ciascuno dei partiti contrari". Sul fenomeno del terrorismo delle Brigate Rosse e su quello di estrema destra, il giudice Pietro Calogero, uno dei magistrati che più ha studiato il problema, ammetteva l’esistenza di: "una rete di collegamenti che si raccoglie intorno a un centro di interesse unitario, che permette ai due terrorismi di procedere insieme nell’assalto dello Stato".

Quali misteriosi personaggi si celano dietro le quinte dei vari governi?

Serge Hutin racconta, a tal proposito, quanto accadde ad uno scrittore inglese che sotto lo pseudonimo di Robert Payne pubblicò a Londra, nel 1951, un’opera intitolata "Zero. The story of terrorism". Payne cercò di dimostrare che la strategia del terrore ha abili registi dietro le quinte dei governi apparenti. All’uscita della pubblicazione si verificarono tutta una serie di "coincidenze" molto strane. Tutte la copie del libro furono acquistate da misteriosi personaggi prima ancora che venisse messo in vendita. I giornali ignorarono l’opera nonostante il carattere sensazionale delle rivelazioni in essa contenute. La casa editrice Wingate, una delle più importanti di Londra fallì improvvisamente. Robert Payne morì qualche mese dopo in circostanze a dir poco misteriose. Hutin osserva "La sola spiegazione possibile era che l’autore avesse scoperto l’esistenza, a livello mondiale, di governanti occulti...".

La domanda che ora si pone è: come si procederà alla frantumazione degli Stati per la realizzazione del Governo Mondiale?

Scrive Blondet: "Michel Albert è un grand commis della politica sovrannazionale... oggi presidente delle Assurances Générales de France, una delle grandi entità finanziarie che hanno promosso il Mercato Unico Europeo. Nel 1989, Albert ha pubblicato un saggio, subito tradotto in Italia dall’editrice il Mulino con il titolo: Crisi, Disastro, Miracolo. Il libro contiene una prognosi sulla fine degli Stati nazionali che rivela un’analisi sicuramente elaborata negli uffici-studi della Trilaterale, e un progetto di ingegneria sociale. …"L’Europa ‘92 lancia il Mercato Unico all’assalto degli Stati nazionali. Li smantellerà". Come? Con "l’anarchia che risulterà" da "un mercato libero e senza frontiere in una società plurinazionale che non riesce a prendere decisioni comuni". A questo "disastro" pianificato, l’oligarchia spera seguirà il "miracolo": gli Stati nazionali devastati invocheranno "una moneta comune, una Banca centrale europea e un bilancio comunitario". Il programma, tuttavia, era già chiaro nel lontano 1957: "Creare un mercato monetario e finanziario europeo, con una Banca europea (...) il libero flusso dei capitali tra i paesi membri e, infine, una politica finanziaria centralizzata".

L’attuazione del programma per insediare un "Nuovo Ordine Mondiale" collegato al movimento "New Age" (di cui parlo più diffusamente nel mio saggio "Il serpente e l’arcobaleno", Ediz. "Segno" di Udine), o chiamata anche "Nuova Era", "Età dell’Aquario" o Era del "Condor", come dicono gli studiosi delle civiltà pre-colombiane, si articola in più strategie per realizzare questa grande utopia della parodia del Romanum Imperium.

Fantapolitica e tendenza al complottismo? Tutt’altro. Ecco due esempi italiani. Leggete cosa la rivista americana "Eir" scriveva: "Il 2 aprile 1993... il capogruppo Dc alla Camera, Gerardo Bianco, e il suo collega al Senato, Gabriele De Rosa, presentano un esposto alla procura di Roma, chiedendo di appurare se c’è una cospirazione politica per distruggere l’ordine costituzionale italiano (...) Gli scandali rappresentano un tentativo da parte delle forze Anglo-Americane, segnatamente la Fra Massoneria, di orchestrare una generale destabilizzazione della nazione italiana per distruggere il sistema politico esistente e insediare un nuovo ordine, a loro più gradito".

Ai cronisti, che chiedevano a Mancino cosa c’è dietro le stragi italiane, lui rispose: "Non escludo un ruolo della finanza internazionale". Strategie occulte della secret fraternity bancaria internazionale. David Rockefeller "credendo di parlare a orecchie fidate, nel ‘91... ha ammesso: 1) che una cospirazione esiste ‘da quaranta anni’; 2) che essa ha lo scopo di instaurare nel segreto ‘un governo mondiale’ e ‘la sovranità nazionale’ dei banchieri; 3) che il nemico dei cospiratori è ‘l’autodeterminazione nazionale’".

Nel frattempo, si verificano nel mondo barbarie, solo apparentemente, prive di sottile regia, occulta naturalmente. Ed è interessante apprendere quanto il misterioso personaggio "esperto di un genere assai speciale", che fa da sfondo al tema trattato da Blondet ne "Gli "Adelphi" della dissoluzione, in una lettera indirizzata allo scrittore suggerisce:

"Può anche darsi che il Nuovo Ordine Mondiale non possa avviarsi a un’epocale clash of civilizations, come alcuni insiders già auspicano in America, ma si limiti a sgranare stermini e genocidi locali, killing fields per poveri straccioni, danze di Shiva e di Kali su carnai confinati a luoghi dove l’uomo è abbondante e ‘sprecabile’. (…). Un’accusa è sempre pronta, a squalificare e ridicolizzare chi esprime ad alta voce le idee che io sommessamente descrivo: quella di ‘complottista’, di allucinato immaginatore di complotti universali. A queste lapidazioni moderne si prestano volontari precisi ambienti giornalistici; espressione di una categoria umana tra le più artificiali, la più ridicolmente sicura di ‘vivere’ in proprio, mentre è la più totalmente ‘vissuta’ e agitata dalle idee correnti, dagli états d’esprit dominanti, dai climi culturali egemoni che ‘Altri’ hanno pur diffuso nell’aria".

Tratto da http://cosco-giuseppe.tripod.com a cura di Giuseppe Cosco

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Il progetto per un Governo Mondiale
by Anti Governo Mondiale Wednesday, Sep. 11, 2002 at 12:57 PM mail:

Il progetto per un Governo Mondiale
Tratto da: Le Società Segrete e il loro potere nel Ventesimo Secolo, di Jan van Helsing
Società Editrice Andromeda

Weishaupt (fondatore dell'Ordine Segreto degli Illuminati Bavaresi) morì nel 1830 all'età di 82 anni. Nel 1834, Giuseppe Mazzini assunse la guida degli Illuminati bavaresi, e la mantenne fino alla sua morte nel 1872.
Mentre dirigeva l'ordine degli Illuminati bavaresi, Mazzini corrispondeva col satanista Albert Pike, il Gran Comandante Sovrano della Massoneria dell'Antico ed Accettato Rito Scozzese, della giurisdizione del sud degli Stati uniti, che fondò, più tardi il Klu Klux Klan.
Mazzini aveva nominato Pike capo delle operazioni degli Illuminati bavaresi negli USA. I due massimi illuministi lavorarono insieme. Pike si occupò degli aspetti teosofici delle loro operazioni, Mazzini di quelli politici. Quando le Logge Massoniche del Gran Oriente sono cadute in discredito a causa delle attività rivoluzionarie di Mazzini, quest'ultimo diede a Pike un progetto geniale.
In una lettera a Pike, datata 22 gennaio 1870, Mazzini scrive:
"Dobbiamo permettere a tutte le federazioni di continuare come stanno facendo attualmente, con i loro sistemi, le loro autorità centrali, i diversi modi di corrispondenza tra gli alti gradi dello stesso rito, e di organizzarsi come al presente. Però, dobbiamo creare un super-rito, che rimarrà sconosciuto, al quale chiameremo quei massoni di un più alto grado che sceglieremo. Riguardo ai nostri fratelli nella massoneria, questi uomini si devono impegnare alla massima segretezza. Per via di questo rito supremo, che diventerà l'unico centro internazionale, il più potente, perché la sua finalità rimarrà sconosciuta". (Occult Theocracy, Lady Queenborough, e None Dare Call it Conspiracy, Gary Allen)
Pare che questo sia l'elite del 33° grado del Rito Scozzese.
In una lettera del 15 agosto 1871, Pike spiegò in un abbozzo al leader degli Illuminati: Mazzini, il modo per conquistare il mondo con tre guerre mondiali ed instaurare il NUOVO ORDINE MONDIALE.
La Prima Guerra Mondiale avrebbe dovuto essere pianificata per portare la Russia sotto il dominio degli Illuminati bavaresi. La Russia avrebbe dovuto poi essere adoperata come uno spauracchio per favorire i piani degli Illuminati bavaresi in tutto il mondo.
La Seconda Guerra Mondiale dovrebbe poi iniziare con una manipolazione delle differenze tra nazionalisti tedeschi ed i sionisti politici. Questo dovrà sfociare in un'espansione dell'influenza russa e nella costituzione dello stato di Israele in Palestina.
La Terza Guerra Mondiale era pianificata come risultato delle differenze, fomentate dagli agenti degli Illuminati, tra i sionisti e gli arabi. Il conflitto doveva stendersi attraverso il mondo.
Fa parte della Terza Guerra Mondiale, anche la lotta tra i nichilisti ed gli atei per provocare un capovolgimento sociale di una ferocia e dia una brutalità mai conosciuti prima.
Dopo la distruzione del Cristianesimo e dell'Ateismo, si mostrerebbe agli uomini la vera Dottrina Luciferiana e in tal modo si prenderebbero due piccioni con una fava.
Alcuni commenti sulla situazione odierna:
Con la Russia come spauracchio (il concetto del nemico), le nazioni occidentali dovrebbero essere spinte in alleanze sovranazionali in cui non sarebbero entrate per conto proprio (NATO, ONU). In più, avere l'impero russo come nemico del mondo aiutò enormemente il traffico di armi internazionale, di cui i banchieri internazionali approfittano di nuovo.
Questo ci dimostra che dietro la Seconda Guerra Mondiale, c'è uno scenario ben diverso di quanto ci dicono i libri.

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Il libro è del 1995 quindi mancano gli avvenimenti politico-militari degli ultimi anni, soprattutto quelli del 2001.
Nell'ottica però del Governo Mondiale, l'attuale guerra al terrorismo "voluta" dagli americani può essere vista come un meccanismo per unificare tutte le nazioni sotto una unica bandiera.

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Qualche aggiunta, se permetti
by Child Friday, Sep. 13, 2002 at 9:33 PM mail:

Oltre alle Tredici Famiglie dominanti, secondo Springmeier vi sarebbero altre che le coadiuvano: i Reynolds in particolare, poi i Disney, i Mc donald e i Krupp. Inoltre la Tavola Rotonda di Milner è governata dai Rothschild, i più potenti di tutti, che hanno intenzione di provocare una grave crisi mondiale. E' la guerra in atto, che secondo Nostradamus durerà 27 anni, il loro cavallo di battaglia. Bisogna oltretutto tener conto che costoro dirigono anche una Commissione di 33 Massoni, i più importanti del mondo.

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compagni
by roby Saturday, Sep. 14, 2002 at 4:15 PM mail:

vedete cospirazioni ovunque.....avete rotto il cazzo ! curatevi o ammazzatevi !

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Ma vah, imbecille!
by Child Sunday, Sep. 22, 2002 at 1:32 AM mail:

Non ci sono cospirazioni, ce n'è una sola. Non vederla, grande com'è, significa avere i paraocchi.

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