Questo è il volantino scritto da alcuni compagni e distribuito all'interno della curva nord dello stadio di Livorno durante la partita di oggi.
ECCO CHI ERA GIANNI AGNELLI
"La storia della famiglia Agnelli è costellata di connessioni col potere politico ufficiale e coi poteri occulti, massoneria, servizi segreti, da quando la famiglia entrò in possesso della Fiat nel 1906.."
Il 23 giugno 1908 Giovanni Agnelli (suo nonno), venne denunciato dal questore di Torino per “illecita coalizione, aggiotaggio in borsa e falsi in bilancio”.
Alla vigilia della prima guerra mondiale, la Fiat venne favorita dal governo e ricevette moltissime commesse militari anche dall'estero. Giovanni Agnelli ottenne dal governo che Torino venisse dichiarata zona di guerra. Gli operai vennero militarizzati e persero le pur minime tutele sindacali, il diritto di sciopero e furono sottoposti al codice militare di guerra.
Col fascismo, commesse belliche, militarizzazione delle fabbriche e della società divennero fattori costitutivi del regime, e Giovanni Agnelli un fervente sostenitore di Mussolini, anche presso il re piemontese. Successivamente Agnelli fu nominato senatore del fascismo e benemerito del regime, premiato personalmente da Mussolini l' 1 marzo 1923 col Laticlavio.
Gianni Agnelli prende il suo posto a capo della Fiat e di 130000 operai a metà degli anni ’60, alla vigilia di un periodo molto caldo in cui “l’avvocato” iniziò un ciclo di 24000 espulsioni fino a cacciare il sindacato dalla fabbrica.
Nell'agosto del 1971 il pretore Raffaele Guariniello scoprì una colossale attività di schedature messa in atto dall'azienda di Torino. Nell'ufficio "servizi generali" erano custodite 354.000 schede informative. Dalla tipologia degli assunti e dei respinti, risultò che l'operaio ideale per la Fiat doveva essere apolitico, frequentatore della parrocchia, godere di buona reputazione pubblica, e andava bene anche se iscritto ai partiti di centro, oppure monarchico e missino. I dirigenti della Fiat addetti alla selezione del personale avevano libero accesso agli schedari dei servizi segreti.
La Fiat di Gianni Agnelli ha finanziato abbondantemente la massoneria di Lino Salvini messo sotto inchiesta per il golpe Borghese, per l'assassinio del giudice Occorsio e per l'Italicus.
Dagli anni ’70 la Fiat ha iniziato a farsi giustizia da sola, con il licenziamento dei sessantuno accusati di terrorismo, è poi passata all'uso selvaggio della cassa integrazione a zero ore, affiancata dalla ristrutturazione tecnologica che ha portato all'espulsione senza ritorno di decine di migliaia di lavoratori e, tra essi, tutta la struttura dei delegati dell'Flm. La Fiat è poi passata all'attacco delle grandi conquiste operaie, come la contrattazione aziendale, il controllo sull'organizzazione del lavoro, per arrivare all'attacco frontale alla scala mobile.
Fu Gianni Agnelli in persona l'ispiratore della cacciata di 61 operai accusati di terrorismo nel `79, poi nella battaglia campale dell'80 (la marcia dei 40000). L'ordine venne ristabilito, gli operai tornarono a essere «suoi» e iniziò il ventennio del liberismo made in Italy. Gianni Agnelli fu per l'Italia quello che Reagan e la Tatcher furono per gli Usa e la Gran Bretagna.
La storia di oggi passa da Termini Imerese, dalla crisi, dal cambiamento di strategie e in particolare dal disinteressato abbandono delle sorti di migliaia di operai considerati dal padronato solo uno strumento per fare profitto.
PROLETARIATO UNITO LIVORNESE
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