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Storia occulta del New Global Order
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Child Friday, Mar. 07, 2003 at 1:41 PM |
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Inauguro una serie di 7 articoli dedicati al N.O.M.: 1) STORIA OCCULTA DEL NEW GLOBAL ORDER, 2) IL MITO DELLA RIVOLUZIONE, 3) MORO E IL DOSSIER MITROKHIN: VECCHIE E NUOVE BR, 4) IL POTERE DEGLI ILLUMINATI, 5) IL VOLTO OSCURO DELLO ZIO SAM, 6) CAMPI DI CONCENTRAMENTO NEGLI USA, 7) STRANE MUTILAZIONI SUGLI ANIMALI: LA PISTA DEI SERVIZI SEGRETI. In essi analizzo le basi culturali e politiche del nostro vivere contemporaneo, mettendone in risalto soprattutto gli aspetti negativi, che ovviamente non sono i soli.
Questo è il primo dei sette articoli in programma. Se non si capiscono gli antecedenti storici del Nuovo ordine Mondiale non si possono comprendere le ragioni dell’oggi, dalla Guerra al Terrorismo – Guerra Preventiva o Terza Guerra Mondiale che dir si voglia – ai funerali-spettacolo, con tanto di applausi come se si fosse a teatro. La commedia effettivamente c’è, è la politica contemporanea; che crea o dilata i fatti a suo interesse, inventando fantasmagorie dietro alle quali è difficile per chiunque capire il vero nesso. Le cose non stanno, come sostengono l’on. De Michelis od il prof. Cacciari. Non siamo di fronte ad una strategia imperiale da parte americana, dopo che gli Usa hanno vinto la Guerra Fredda con l’Urss; non si tratta di spedizioni del tipo di quelle che l’Impero Romano faceva contro i Parti o i Gemani ecc, onde proteggere i confini e mantenere inalterato il proprio imperium. Le cose ora sono molto diverse. Quanto si vede non corrisponde a quanto avviene. La strategia è di carattere imperialistico e neo-coloniale, sebbene mascherata eurocentricamente da altri pretesti. Certi avvenimenti vengono preparati appositamente per confonderci. Non voglio fare allusioni specifiche ai fatti di questi giorni, ma è evidente che si mira a trasformare tutta la Destra in Yes-global e tutta la Sinistra in New-global, tanto per intenderci. Questo il gioco: si fa in modo che la protesta sia resa nulla, od inefficace. Ecco la conseguente morale: chi si oppone seriamente al sistema oligarchico neo-liberista, travestito da democrazia liberale, è un estremista che crea il terreno per il terrorismo od è terrorista lui stesso.
1. Premessa
D.Icke, ex-calciatore nonché giornalista della BBC dotato di una cultura assai approssimativa, descrive pur tuttavia in modo abbastanza veridico in un suo libro da me spesso ivi citato (1) la costruzione del mito americano ovvero del Nuovo Mondo come un tutt’uno con il processo di Globalizzazione. E non ha torto. Separando le sciocchezze sull’Antichità riportate maldestramente dal’A. e la pretesa che la Mesopotamia sia stata colonizzata da una razza di uomini biondi ( vedi pseudo-mito degli Elohîm, in origine invero un contrassegno del Settenario solare e platenario ) e dalla pelle bianca provenienti dal pianeta alieno Melchedek, situato nella fascia degli Asteroidi ed alfine esploso per cattivo uso dell’energia nucleare, la ricostruzione storica delle basi esoteriche della politica moderna e contemporanea fatta da Icke a partire dal Tardo Medioevo è abbastanza credibile. Icke si è reso conto giustamente che la politica è stata regolata fin dall’antichità dalle conoscenze acquisite in campo esoterico e che l’esoterismo è sempre stato il punto d’appoggio del Potere. Ciò che Icke però non sa è che questo di per sé è un bene, non un male. Facendo confusione, egli mette tutto sullo stesso piano e spiega l’intera storia moderna in quest’ottica. Anche se, ad essere onesti, fa dei distinguo fra Massoni onesti e Massoni disonesti, fra rivoluzionari idealisti ed altri opportunisti. Stabilito questo criterio, d’irriducibilità dell’esoterismo ad una sovrastruttura del Potere tanto per usare il linguaggio marxiano, va tuttavia segnalato che in effetti da una certa epoca in poi le confraternite persero le loro vecchie prerogative di carattere spirituale e si collocarono piuttosto nella sfera magica. La Magia è direttamente legata all’Azione, non necessariamente distruttiva, ma certamente tiene in maggior considerazione la sfera psichica e quindi le mire egoistiche che non quelle sovra-individuali. Il che spiega come mai determinati sodalizi si diedero ad influenzare la politica spicciola, agendo da controllori nascosti del Potere. In altre parole deviarono dai propri obiettivi. Se è vero dunque che le confraternite in epoca moderna risultano deviate, ecco che la tesi di David Icke finisce alla lunga per essere veritiera. Bisogna tener conto, comunque, che esiste pure una linea di opposizione a tale progetto demonico; seppure, avvicinandoci alla nostra epoca, essa vada sempre più attenuandosi e quindi il punto di vista ickeiano tenda ad approssimarsi alla verità. L’attualità non è molto diversa infatti da come l’A. la descrive. Il mito del Mondo Nuovo e della Rivoluzione ( progressista o conservatrice che sia ) , delle ‘Sorti Magnifiche’ e del ‘Sol dell’Avvenire’, del Futurismo e della Globalizzazione sono infatti un tutt’uno, anche se certe istanze all’interno della cultura europea dal XVII sec. in poi paiono contrapporsi. Si tratta in realtà solo di una parvenza, lo scontro vero essendo quello fra Modernità e Tradizione. Provo a farne una sintesi commentata nel mio consueto stile pindarico.
2. Gli antecedenti tardo-medievali del progetto neo-imperialista
Tutto è cominciato con la condanna dei Templari, un evento assai funesto di cui non è il caso qui di ricercare le cause, trattandosi di una faccenda piuttosto complessa. Era terminata ormai l’epoca delle Crociate anti-islamiche e i cultori del Tempio di Salomone si sparsero in varie direzioni. Principalmente una prima corrente nella Francia Meridionale e nella Spagna Settentrionale, una seconda nel Nordeuropa e particolarmente in Scozia, una terza in Italia, una quarta in Portogallo. Sorse ben presto un progetto comune, dietro le quinte, parallelo al crescere nella vecchia società europea della classe borghese e dell’ideologia che la caratterizzava; il leghismo di matrice comunarda, che aveva qualche radice più antica persino nel mondo celtico. Come tale contrapposto al mondo germanico, più barbaro ed arcaico (1). Il progetto era quello di ricostituire il Sacro Romano Impero dei tempi dei Merovingi. Due fazioni tuttavia si scontrarono: Ghibellini e Guelfi, i primi legati mutatis mutandis all’aristocrazia d’origine nordica ed i secondi alla nobiltà d’origine mediterranea, che s’appoggiava da una parte al Clero e dall’altra alla Borghesia. Allorché i Guelfi ebbero definitivamente la meglio sui Ghibellini, ciò che corrisponde sul piano letterario ( vedi ciclo graaliano ) alla sconfitta della Cavalleria di Artù da parte della Cavalleria di Mordred, crollò il Feudalesimo e l’aristocrazia nordica di provenienza barbara s’avviò ad un lento ma inesorabile declino (2). Mentre il Ghibellinismo – per cui fra parentesi simpatizzo – era ancorato ad una concezione arcaica e sacrale della società, tipicamente pre-cristiana ed anti-borghese, il Guelfismo spalancò le porte a nuovi sviluppi politici e sociali. D’altra parte, come riconoscono gli storici del Cristianesimo, la tradizione cristiana aveva trovato il suo humus nella borghesia romana alla fine del Periodo Tardo-antico; e ciò spiega l’alleanza del sacerdozio cattolico, per natura anti-aristocratico, con lo spirito neo-borghese dei Comuni e Lega Lombarda. In sostanza, occorre rilevare che la vittoria dei Guelfi trasformò il progetto imperiale ghibellino in un progetto guelfo, di marca imperialista.
3. Gli antecedenti moderni del ‘Nuovo Ordine Mondiale’, dalla scoperta dell’America alla colonizzazione
Le grandi scoperte geografiche del XV e XVI secolo (3) diedero la possibilità alla nobiltà oligarchica e alla nuova borghesia di conquistare nuove terre sconosciute. La stessa scoperta dell’America fu in realtà un programma attuato dai cd. ‘Cavalieri di Cristo’, in altre parole dai seguaci portoghesi del Tempio (4) riciclati dopo la condanna dell’Ordine. Costoro avevano appreso dell’esistenza del continente al di là dell’atlantico dai Normanni, e questi ultimi dai Vichinghi, che avevano esplorato le zone settentrionali dell’America fin dal VII-VIII sec. E probabilmente avevano già attraversato l’atlantico più di una volta. Le famose ricchezze dei Templari, che tanta invidia crearono attorno a loro, potrebbero essere state collegate ai primi segreti traffici oceanici oltreché alla gestione delle prime banche e al prestigio derivato dall’aver combattuto in difesa della Terrasanta. Esistono presso la civiltà pre-colombiana prove iconografiche ineludibili della presenza di uomini barbuti, dai tratti parrebbero rosso-biondastri, con vesti di foggia medievale. Disciolto l’Ordine del Tempio, i seguaci intuirono la possibilità che l’America potesse divenire una meta preferenziale per il commercio marittimo. Ragion per cui non appena la cosa risultò possibile, di lì a quasi due secoli dalla condanna al rogo dei loro maestri, i Neotemplari in incognito procedettero alla scoperta ufficiale del continente americano. Risultò presto chiaro che l’America post-colombiana poteva diventare il loro trampolino di lancio in senso economico. Il primo a teorizzarne la possibilità fu nientemeno che Bacone, un ‘Imperator’ rosicruciano (5). Non a caso Farrington (6), studioso irlandese di Storia della Scienza, ne fa il filosofo – ma il termine è riduttivo – propugnatore dell’età industriale. Al Lord Cancelliere attribuisce l’idea che alcune invenzioni di epoca moderna ( la stampa, la polvere da sparo e l’ago calamitato della bussola ) fossero più importanti di quanto avevano partorito in 2000 anni le menti e le penne dei filosofi. Era un uomo soprattutto interessato alle applicazioni del sapere all’industria. Più che a Platone e ad Aristotele si occupava di testi tecnici contemporanei quale il ‘De Metallica’ del tedesco Agricola ( pseud. di Georg Bauer, da notare il cognome, che vedremo ritornerà spesso nell’argomento in questione ), o della forgia dei cannoni con l’energia cinetica dell’acqua. Di tutti i mali e i beni del mondo contemporaneo è stato indirettamente un banditore entusiasta. Non per nulla scriveva nella ‘New Atlantis’ (7) che “il fine della nostra istituzione” ( sta per la mitica Casa di Salomone, ma è chiaro che vi si adombra per metafora la confraternita templare e rosicruciana in particolare ) “ è la conoscenza dei moventi segreti delle cose, per estendere i limiti dell’umano potere verso il raggiungimento di ogni possibile obiettivo.” E poi specificava, dopo aver descritto tutte le meraviglie tecniche dell’istituzione oggetto del panegirico baconiano, che erano stati creati dei parchi con animali di ogni genere; pesci ed uccelli compresi, tutti utilizzati non a scopo di spettacolo ricreativo, bensì per esperimenti di dissezione. O, alternativamente, onde sperimentare su di loro veleni e farmaci, nonché per esperimenti chirurgici. Qualcuno potrà vedere, come è stato fatto da Marx e dagli studiosi marxisti, i prodromi della ricerca scientifica moderna. Personalmente, oltre a questo, vi vedo le aberrazioni della scienza contemporanea; peculiarmente la mancanza del senso del limite, il superumanesimo tecnologico, l’asservimento disumano della scienza all’industria. Bacone continua la descrizione di codesto Tempio della Scienza dei confratelli parlando di gabinetti ottici, nei quali si facevano ricerche sulla luce fisica e le varie radiazioni od i colori. Con speciali apparecchi applicati all’orecchio si acutizzava il senso dell’udito. Con esperimenti sui profumi, i confratelli riuscivano a moltiplicare gli odori; inoltre, con l’imitazione dei gusti erano in grado d’ingannare chiunque. Ecco teorizzata appieno la moderna industria culinaria, con le mistificazioni susseguenti delle multinazionali come la Nestlè. S’imitava poi il volo degli uccelli, riuscendo a volare per l’aria. Venivano costruite imbarcazioni per navigare sott’acqua e per resistere alle tempeste marittime, per non dire delle cinture di sicurezza e dei vari congegni impiegati nel mezzo. I confratelli avevano anche costruito degli automi imitanti i movimenti delle creature viventi ed un gran numero di apparecchiature dotate dei più svariati movimenti, capaci di notevole regolarità, accurate e sensibili. Che dire di tutto questo se non che si tratta di una vera e propria precognizione dell’industria e della tecnologia contemporanee, nei confronti delle quali valga il medesimo anatema di cui sopra.
4. Il progetto di un ‘Nuovo Ordine’, su basi imperialistiche e luciferiche
È probabile che in principio il progetto di un ‘Nuovo Ordine’ avesse un carattere universalistico, anziché mondialista; che insomma sia stato dettato da intenzioni positive nei confronti dell’umanità, non unicamente da una sete di vendetta – o presunta tale – nei confronti della Monarchia e del Pontificato. Certamente, però, col tempo e soprattutto dopo la vittoria definitiva della parte guelfa esso divenne null’altro che il progetto dell’Anticristo. Secondo quanto si deduce, palesemente, già dalle intuizioni <<negative>> del Cancelliere britannico. Il Luciferismo non è nato in epoca moderna e non è pratica esclusiva dell’Occidente, al di là delle definizioni impiegate per indicarlo. Dura da oltre 12.-13.000 anni, sebbene si sia particolarmente sviluppato attraverso i culti della fecondità e della fertilità in epoca post-neolitica, leggendartiamente ( vedi ‘Genesi’ ) dall’edificazione della Torre di Babele in poi. Ecco perché porta il nome di Nebrodismo, da Nebrod o Nimrod, il mitico costruttore. In epoca moderna, tuttavia, il Satanismo ha trovato un terreno ottimale per la sua crescita. Inserendosi come un cancro sul tessuto sano delle confraternite, ha finito per portarle alla disgregazione. Fino ad un certo punto la lotta interna tra i ‘Figli della Luce’ ( gl’iniziati angelici ) e i ‘Figli delle Tenebre’ ( gl’iniziati demonici, che andrebbero comunque distinti da quelli demoniaci ) – per usare il linguaggio metaforico del primo Cristianesimo – risultò incerta. I secondi dovevano nascondersi di fronte all’autorità, altrimenti venivano perseguiti. Ogni tanto, tuttavia, riuscivano a prendere il potere. È il caso, ad es. di Re Erode in Palestina, secondo Plutarco dedito al culto di Seth e del Serpente; o di Re Khamsa in India, il persecutore di Krishna ( per annientare il quale compie una strage di fanciulli, simile alla ‘strage d’innocenti di cui parlano le scritture cristiane ). In tali fatti sono sicuramente implicati, dietro l’allegoria letteraria, quegli orrendi sacrifici d’infanti che ancor oggi vengono ascritti alle congreghe faustiane e che sono il residuo cerimoniale demonizzato degli antichi riti sacrificali. Un tempo le primizie vegetali e i cuccioli animali, inclusi neonati o minorenni, fungevano da ‘cibo dei Numi’ e la cosa non aveva un significato necessariamente demonico. Al contrario costituiva un’offerta devota alla Divinità, un atto di restituzione rituale della Vita. Si dice infatti che pure gli Gnostici e i Templari praticassero il sacrificio degli infanti nei riguardi di Seth, l’ebraico, non quello egizio ( anche se c’è, in realtà una perfetta equivalenza ). Fra gli Gnostici, i Catari, i Templari ed i loro equivalenti musulmani ( gli Assassini ) dovevano esservi alti esponenti del mondo spirituale cristiano ed islamico. In seguito l’esoterismo ( lett. ‘interiorità’ ) cristiano cominciò a declinare spiritualmente, secondo quanto già spiegato, e un programma dapprima lecito è divenuto alfine illecito. Per attuarlo servivano dunque mezzi subdoli. Niente di meglio che servirsi allora delle Società Segrete. Ecco sorgere perciò la Compagnia di Gesù, fondato da Ignacio de Loyola. I Gesuiti sono stati una copertura fin dai tempi rinascimentali della Magia Nera ( Enochica ). Il loro Papa Nero ha funto da contraltare psichico del Re del Mondo, una figura iniziatica altamente segreta fungente da Polo spirituale in assenza dei Profeti (8). Tornando al progetto mondialista, pare che Lord Bacon abbia incoraggiato la colonizzazione inglese dell’America Settentrionale, in opposizione alle mire ispaniche. Esattamente come fecero nell’America Centro-meridionale Spagnoli e Portoghesi. Seguì a ruota la Francia, che contese al Regno Unito parte delle zone settentrionali. La colonizzazione inglese cominciò all’inizio del XVII sec. e Icke riferisce che tra i primi colonizzatori vi furono membri della famiglia Bacone. In terra oltreatlantica giunsero persone perseguitate durante le guerre di religione, le quali furono una conseguenza della Riforma protestante. D’altronde la Riforma medesima fu un evento politico-religioso programmato ad hoc dagli esoteristi dediti al Satanismo, onde indebolire il Papato. Il moralismo puritano, ante litteram, di Lutero fu solo una scusa. Dal Luteranesimo anglicano e dal Calvinismo svizzero-tedesco nacquero l’atteggiamento liberale e l’etica elittaria del Capitalismo, perdurante oggidì in forme non molto diverse da ieri nella cd. ‘Elite Globale’. La conquista dell’America e la soppressione dei nativi costituiva un punto fermo di quel progetto, onde di arrivare ad attuare un dominio del mondo; nel Novecento esso è stato esteso di pari passo alla terra del petrolio, il Vicino Oriente ( Kuwait, Iraq, Arabia ed indirettamente lo stesso stato-terrorista d’ Israele ). Tra i ‘Founding Fathers’ ( ‘Padri Pellegrini’ ) vi era il famoso B.Franklin, uno dei capi della Rivoluzione Americana. Fu il primo ambasciatore della Confederazione Statunitense. Benché si dica scioccamente che fosse profondamente religioso ( ieri sera lo ha ripetuto un redattore valdese – o forse il direttore? – della Riv. ‘Confronti’ a ‘8 e ½’, su La 7 ), la verità un’altra. Franklin faceva parte del ‘Club del Fuoco dell’Inferno’, di cui era fondatore l’amico F.Dashwood. Il Club londinese è ancor oggi una delle peggiori congreghe mefistofeliche sparse per il Regno Unito. Un sodalizio assai importante. Basta pensare che includeva già a quel tempo personaggi del calibro del figlio dell’Arcivescovo di Canterbury, del Principe di Galles o del Primo Cittadino di Londra. Il che dimostra che il potere era ormai saldamente nelle mani dei cospirazionisti. Con la Rivoluzione Americana e l’instaurazione della democrazia il ‘Novus Ordo’ assumerà basi democratiche o pseudo-tali, per quanto il gen. George Washington fosse un nobile, nonostante le sue tendenze liberaleggianti.
Note
(1) Il mito spiega tale differenza in base alla provenienza etnica dei Celti, dove l’elemento ario-eroico nasce da una commistione fra popolazione bianche ed altre d’origine atlantica ( secondo la leggenda i Rossi atlantidei, che avrebbero abbandonato la loro sede originaria a causa di terribili rivolgimenti cosmici quali piogge torrenziali ed inabissamente di terre emerse ). I Druidi altro non sarebbero a giudizio di Padre H.Heras, uno studioso gesuita spagnolo ormai scomparso, che Dravida ( lett. ‘Figli dell’Acqua’ ). Insomma dei Camiti, già a loro volta commisti ad un ceppo nero, lontana origine austronesiana ed indonesiana. Quel ceppo che produsse nell’Europa pre-indoeuropea, i graffiti preistorici e che adorava il ‘Signore degli Animali’ ( Crono ) sotto forma di nume cornuto. Giustamente J. De Vries ( I Celti- Jaca B., Milano 1981 passim ) nega che il ceppo di pelle bianca – erroneamente chiamato indoeuropeo, dato che quest’ultimo è soltanto per così dire il risultato finale di commistioni varie – abbia apportato in Europa il culto di Cernunno, che il prof. Anati ha dimostrato esistere anche presso i Camuni nostrani ( Liguri post-neolitici della Valcamonica ). Tale culto rappresenta una sintesi degli antichi culti mediterranei d’origine preistorico-shamanica, connessi al ceppo scuro camitico-druidico, con quelli non dissimili d’origine nordico-asiatica.; dei quali, ovviamente, è stato latore il ceppo bianco ed iperboreo. Il termine ‘Druido’ ha poi assunto un significato castale, in relazione ai sacerdoti celtici, ma in principio non meno del termine ‘Caldeo’ aveva un senso etnico. Sul piano tecnico i Paleomediterranei, noti ai Greci come Pelasgi, erano grandi forgiatori ed avevano nozioni fisico-chimiche ( sia pur elementari ) tali da costituire un impulso notevole verso l’artigianato. Codeste conoscenze sono state trasmesse dapprima ai Celti e poi agli artigiani medievali come segreti del mestiere del fabbro. Non a caso le regioni di diffusione della cultura celtica sono ancor oggi le stesse ove si è propagata maggiormente l’industrializzazione moderna. Basta pensare ad un Agnelli, che io chiamavo il ‘Grande Fabbro’, per accorgersi di certi tratti negroidi della sua fisionomia. Senza far per questo dello stupido razzismo. Sto parlando di civiltà e di etnie, senza pregiudizi di sorta. So per certo che la ‘Nobiltà Nera’, in cui gli Agnelli si riconoscono, possiede codeste ascendenze aristocratico-borghesi. Non per nulla, lo dice la parola, i borghesi son coloro che hanno edificato i primi villaggi; appunto i ‘borghi’, seppure il termine abbia successivamente assunto nelle lingue germaniche un senso urbano. (2) Personalmente discendo da una famiglia che ha avuto i propri centri di diffusione in alcuni luoghi fondati dall’esercito gotico. Affiliati di poi ai Ghibellini ed al Barbarossa, hanno finito dopo la vittoria guelfa per resistere ancora qualche tempo per essere alfine esiliati. L’aristocrazia nordica sconfitta ha tentato alfine di dedicarsi ad attività borghesi, ma non avendo le capacità tecniche che caratterizzava viceversa l’aristocrazia mediterranea, è stata surclassata ed ha perso via via dignità sociale. Fino a cadere nella medesima sorte del proletariato agrario e cittadino. Io ne sono un esempio tipico, nonostante l’antico richiamo della foresta. Tant’è che mio nonno lavorò duramente in una fornace, fin quando all’età di ottant’anni gli si spaccò il cuore. Era ateo e socialista, a differenza di me. (3) I viaggi di esplorazione terrestre, verso Oriente ( vedi i Polo veneziani, i loro precursori e successori ),del Tardomedioevo hanno preceduto quelli marittimi del Rinascimento. Prima delle esplorazioni reali, ad ogni modo, era fiorita una vasta letteratura fantastica, della quale sono testimonianza testi quali i ‘Viaggi di S.Brendano’. Siffatta narrativa concerneva iter mistico-leggendari al Paradiso Terrestre ( = Terra Iperborea ) o alle Isole Beate ( = Atlantide ). E’ da una materializzazione di codeste tematiche, in termini di ricerca sia di nuove terre da conquistare sia di nuove conoscenze sul piano culturale e geografico, che nasce l’esigenza esplorativa. Le moderne Utopie non sono che la riproposizione da un punto di vista politico ideale degli antichi viaggi medievali. Solo che al posto della terra dei Beati si cerca un luogo dove l’impulso naturale verso la felicità umana abbia a trovare la sua meta. Curioso che, terminati i viaggi di esplorazione terrestre, le leggende e l’epica dei mari si siano trasferite in sede spaziale; tanto che nella letteratura fantascientifica sono piombati all’improvviso temi come quello del pianeta alieno, ricoperto di ghiacci e chiamato Hyperboréa, nonché abitato da esseri molto simili ai mitici Iperborei. (4) Il Templarismo non era nient’altro in origine che una forma mista di esoterismo celtico-cristiano, ossia druidico-cataro. Il Druidismo costituiva uno Shamanismo riveduto in tempi storici. Mentre il Catarismo prendeva le mosse dallo Gnosticismo giovannita ( a propria collegato con l’Essenismo ), tramite la mediazione del Manicheismo e del Bogomilismo. Si può arguire che tra i Templari così come presso i Catari e gli Gnostici – tutte e tre le confraternite erano dedite al culto di Seth, cioè del Serpente – vi fosse una parte d’iniziati dedita alla realizzazione spirituale, un’altra praticante la magia nera, ed un’altra ancora con disposizioni intermedie. Questa triplicità d’intenti si è trasmessa di pari passo alla Massoneria, ai Rosacroce e a tutte i sodalizi di derivazione templare. Fino alla situazione odierna, in cui la prima istanza si è ridotta logicamente al lumicino. (5) I Rosacroce erano appunto dei Templari in incognito, addirittura per precauzione senza sodalizio sostitutivo. Altri Ordini d’origine templare, sotto la copertura di nuovi nomi, erano l’Ordine ( o Cavalieri ) di Cristo, cui apparteneva la famiglia di Cristoforo Colombo, ed i Giovanniti. (6) B.Farrington, Francesco Bacone filosofo dell’età industriale- Einaudi, Torino 1952 sgg. (7) Farr., op.cit., App. ( Casa di Salomone ), p.169 ss. (8) Questo punto non mi è ben chiaro, giacché la definizione di ‘Papa Nero’ è stata attribuita anche al capo della ‘Golden Dawn’ nel Novecento, seppure non mi risulti che A.Crowley fosse un gesuita. Un satanista addentro alle cose esoteriche mi poterebbe chiarire il mistero, se lo volesse. Darei lui, senza dubbio, qualcosa in cambio...
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INTERVISTA A MAURIZIO BLONDET
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bravo child !!! Friday, Mar. 07, 2003 at 1:47 PM |
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DI SEGUITO L’INTERESSANTE INTERVISTA CHE COSCO HA FATTO AL GIORNALISTA E SCRITTORE MAURIZIO BLONDET E CHE E’ STATA PUBBLICATA SULLA RIVISTA "TEOLOGICA", N.5, SETTEMBRE/OTTOBRE 1996.
Maurizio Blondet è inviato speciale di "Avvenire" e autore di diversi libri tra i quali: "Gli <<Adelphi>> della dissoluzione. Strategie culturali del potere iniziatico" (Ares, Milano 1994), "Complotti. I fili invisibili del mondo. I - Stati Uniti, Gran Bretagna" (Il Minotauro, Milano 1995) e, per lo stesso editore, "Complotti. II - Europa e Russia".
Domanda: Dott. Blondet, oggi da più parti si stanno lanciando gravi accuse alla musica Rock e tra queste, in particolare, quella di diffondere il culto del diavolo. Secondo Lei si può parlare di un rock satanico ?
Risposta: Io non ho indagato molto su questo argomento specifico. Ho letto però qualcosa. Il settore più vicino di cui mi sono occupato, per un certo periodo, è quello dei centri sociali, come il Leoncavallo, dove producono anche musica. All’interno di questi centri circolano dei testi di origine americana, ne cito uno che ha un titolo particolare: "Zone temporaneamente autonome". L’ideologia dominante in questi testi è una specie di anarchismo mistico, ma di un misticismo rovesciato, naturalmente. In realtà ci sono dei centri, dei gruppi di potere, probabilmente, che dall’America cercano di trasformare questi centri sociali in luoghi di resistenza rivoluzionaria, ma, questo tipo umano dei centri sociali non riesce più ad essere utilizzabile per una rivoluzione, perché il rivoluzionario deve essere in grado di sacrificare il suo presente per il futuro. Questi gruppi di potere cercano di preparare, tra gli aderenti ai centri sociali, comunque, dei ribelli, predicando una specie di saccheggio continuo, di saccheggio permanente. Tutto ciò viene condito con forme di ritualità riferita ad esoterismi aberranti, tipo la "Setta degli Assassini", tipo certe pratiche tantriche e altre cose del genere, allo scopo di provocare la dissoluzione della mente. Questo lo so perché l’ho constatato, perché l’ho visto e l’ho letto in questi testi.
D.: Lei sa che in certi testi di musica rock vengono inseriti dei messaggi subliminali, che vengono assorbiti dalla mente dell’ascoltatore e, in un secondo tempo, decodificati. Secondo alcuni studiosi del settore sono da intendersi come frammenti di un inquietante vangelo di tenebra. Lei è dello stesso parere ?
R.: Direi proprio di si . La musica rock è animata da uno spirito di nichilismo, una specie di cultura della morte che si esprime attraverso essa e che cerca, anche, di colpire, attraverso certi particolari ritmi, e può introdursi e dominare molto profondamente la psiche umana. Questi ritmi sono, appunto, quelli tribali. Si può parlare di una forma di magia in qualche modo nera, perché la magia è una tecnica antica per influire sulla mente, ovviamente, è magia nera quando lo scopo finale è quello non di provocare uno stato mentale superiore, ma uno stato mentale inferiore. La musica rock, poi, contrabbanda, attraverso le parole stesse, non solo i messaggi subliminali di cui dice Lei, ma tutta una serie di concetti dissolutori, tipo il godere subito, la droga, la morte stessa vista come una fascinazione, la perdita dello stato di coscienza, insomma cose del genere.
D.: Tutto ciò è anche alla base della creazione di "salti di paradigma", cioè l’induzione nella mente delle persone di valori nuovi?
R.: Indubbiamente si. Una intera generazione, quella degli adolescenti, vive per andare il sabato sera nelle discoteche e già questo è emblematico. Non fanno altro e non aspirano ad altro che a questo.
D.: Un altro fenomeno che produce "salti di paradigma" è la filosofia della New Age...
R.: Un vero e proprio supermercato delle religioni dove ognuno si crea la propria, prendendo un po’ qui e un po’ là, senza alcun impegno spirituale autentico. Ci sono dei banchi dove si prende un po’ di culto dei dischi volanti, un po’ di tantra yoga, reincarnazionismo, etc. Ciascuno si fa la sua religione personale. In America Latina questo tipo di ideologie sono diffuse, attraverso stampati e conferenze, dalla Fondazione Rockefeller.
D.: Lei, nei suoi libri, fa riferimenti anche a strane politiche ONU. Quale ideologie diffonde questo Organismo ?
R.: La classe di comando dell’ONU, a quel che ho visto in Jugoslavia, ha uno stampo massonico molto evidente. Cosa questi signori vogliono fare specificatamente, in realtà, non lo so. Di certo, tutti, condividono il progetto di superamento degli Stati nazionali in una ideologia mondialistica.
D.: Eresie del Nuovo Ordine Mondiale ?
R.: Si, in un certo senso si. Bisogna tuttavia stabilire che qui parliamo di massonerie che, però, non sono la normale massoneria. La massoneria, quella che conosciamo, è soltanto un vivaio, da cui vengono poi cooptate le persone fiduciarie per cerchie sempre più interne di cui non si sa assolutamente niente, solo ogni tanto viene fuori qualche notizia come, ad esempio, la società segreta di "Sckull and Bones" di Bush. In generale, quando si parla di massoneria non si deve intendere la massoneria che fa i comunicati sui giornali.
D.: Quali rapporti ci sono tra la ricerca dei poteri magici, la rivoluzione culturale e il comunismo ?
R.: Bisogna pensare alla rivoluzione, quella con la erre maiuscola, come ad un fenomeno storico che supera di molto il comunismo. Il comunismo non è che una fase della rivoluzione, in realtà lo scopo finale della rivoluzione è la sovversione "in interiora hominis". Nell’uomo esiste una gerarchia: intelligenza, volontà ed istinto. L’intelligenza domina la volontà, la volontà gli istinti; questo nell’uomo che è spiritualmente sano. L’ultima vera rivoluzione, dopo la rivoluzione sociale, che è il comunismo e che è comunque fallita, è la rivoluzione culturale, che promuove cambi di paradigma che devono servire a creare una nuova gerarchia all’interno dell’uomo, per cui, ad esempio, l’istinto, e specificatamente l’istinto sessuale, l’istinto di godere, diventa la guida di tutti i comportamenti umani e domina la volontà e l’intelligenza. Questa sovversione è, praticamente, la dannazione dell’uomo. La rivoluzione è un fenomeno metastorico che ha la sua origine forse in Lutero, forse, addirittura, nell’umanesimo e punta veramente al rovesciamento di tutti i valori come diceva Nietzsche, e alla dannazione dell’uomo. Questo sistema, attraverso l’ideologia che predica concetti tipo "l’uomo deve sempre godere e subito", porta alla morte dell’anima. L’autore vero della rivoluzione, intesa in questo senso, è Satana stesso, a cui non importa nulla della giustizia sociale e delle uguaglianze sociali. Io vedo il comunismo come una fase superata da questi pseudo-misticismi, da questa ricerca di poteri magici.
D.: Solo in America, 50.000 persone, ogni anno, vengono sacrificate a Satana...
R.: Queste cifre sono contestate. Non so se Lei ha letto i libri di Massimo Introvigne. Sono cifre che in realtà io spero che non siano vere.
D.: Si hanno dei resoconti fatti da testimoni oculari, ma, anche se le cifre di questi crimini fossero molto più basse, perché la stampa tace ?
R.: La stampa appartiene ai centri di potere finanziari, internazionali o nazionali, non ha interesse a creare un allarme sociale. Lo sforzo di tutta la stampa, di tutti i mass-media è quello di far credere alla gente che viviamo in un mondo trasparente, dove non c’è nulla da nascondere.
D.: Serge Hutin, nel suo libro "Governi occulti e società segrete", racconta che Jacques Berger gli ha confidato che "esiste una serie ben precisa di argomenti di cui la stampa ha assoluto divieto di parlare; l’elenco, redatto in una specie di piccolo libro nero, viene consegnato a tutti i direttori dei più importanti organi della stampa di informazione - qualunque sia il regime politico del Paese, poiché il divieto è d’ordine universale - siano essi al servizio del capitalismo o del comunismo". Quanto potrebbe essere vero tutto ciò ?
R.: Non c’è bisogno di questo. I direttori dei giornali vengono cooptati tra le persone banali che non hanno il coraggio di cercare cose anticonformiste anche perché esiste tutto un sistema e io ne ho parlato in varie conferenze. La gente, comunque, pensa che il giornalista si va a cercare le notizie nel 99% dei casi, ma non è vero. Al contrario, sono le notizie che vanno a cercare il giornalista. Ci sono dei centri che diffondono le notizie, fondazioni culturali tipo Rockefeller e poi i governi. Questi centri hanno interesse a nascondere la complessità della realtà. Ai giornali le notizie arrivano, di fatto, con le agenzie di stampa, che sono cinque al mondo, e, praticamente, quasi tutte le notizie che appaiono sui giornali vengono da queste agenzie e non sono controllate direttamente dal giornalista. Questo è il meccanismo conformista che viene favorito dal sistema mediologico. In realtà il sistema mediologico non serve a far sapere la realtà, ma a creare un rumore di fondo omologante in cui tutti pensino allo stesso modo.
D.: Nel Suo libro "Gli <<Adelphi>> della dissoluzione" Lei parla di un ambiente tipico dell’ONU...
R.: E’ gente che, tra l’altro, fa mercato di bambini. E’ provato, l’ha scritto Lucio Lami, per esempio, in Cambogia fanno mercato di donne e bambini. La maggior parte dei funzionari dell’ONU sono poi omosessuali. Non mi stupisco che in un simile ambiente fioriscano certi culti satanici perché sa, il primo gradino è quello, poi c’è l’aberrazione sessuale, dopo di che si cercano altre cose.
D.: Per quanto riguarda la situazione politica italiana...
R.: Le centrali internazionali volevano, già quattro anni fa, che andasse al potere qualche loro fiduciario, per fare le privatizzazioni quali programmi di austerità necessaria per prepararsi alla mondializzazione, alla privatizzazione, cioè alla vendita agli stranieri delle aziende di Stato sane. Noi siamo un’appendice di questo grande fenomeno che sta avvenendo nel mondo, per cui hanno deciso di trasferire i grossi gruppi industriali nei paesi dove la manodopera costa cento volte meno, tipo Cina, Vietnam, Sud Est Asiatico, etc. Questo significa che in Italia, nell’Europa in generale, tutti gli operai dovranno perdere il lavoro perché l’Occidente dovrà specializzarsi in certi tipi di servizi avanzati. Tutto ciò, naturalmente, creerà una struttura sociale diversa, una grande miseria in generale e pochi ricchissimi. Questo è il meccanismo che si innesca per arrivare al governo del mondo. Questi centri internazionali, come del resto nell’Est europeo, hanno deciso che è meglio far fare queste cose alle sinistre perché le sinistre tengono ferma, tengono calma, la manodopera. Il caso Berlusconi ha disturbato questo piano e quindi si sono messe in moto tutta una serie di forze nazionali ed internazionali per distruggere il governo Berlusconi. Adesso siamo tornati a quella "normalità" (tra virgolette).
D.: Secondo Lei è ancora reversibile questa trasformazione della struttura sociale ?
R.: Io vorrei sperare che la gente se ne renda conto. E’ così rincretinita dal sistema mediatico che non sta ancora capendo, però, quando la situazione sarà disperata ci sarà, me lo auguro, una qualche forma di organizzazione politica che si opporrà. Bisogna stare attenti che queste forme politiche non vengano strumentalizzate ancora nel senso che la sinistra che gestisce l’austerità e l’arretramento non gestisca la protesta, magari in forma di criminalità, di terrorismo inutile, che crea poi, dei riflessi di ordine pubblico di cui loro possono avvantaggiarsi.
D.: E’ possibile che per attuare certi piani, per sfaldare la mente della gente, si sia fatto ricorso e si ricorra anche a messaggi subliminali inseriti subdolamente, qua e là, in programmi televisivi ?
R.: Non è escluso, ma, più frequentemente, sono cose molto più semplici e non c’è bisogno di pensarne altre più particolari. Per esempio, nelle discoteche, solo il livello del rumore ed il ritmo hanno una provata efficacia, senza bisogno di messaggi subliminali. Poi il sudore, un certo tipo di sudore, di sessualità animale, che viene fatta annusare fisicamente. L’antica magia degli odori aveva una capacità di ossessionare più di qualunque altra cosa e ciò va direttamente al subconscio. Basta questo per distruggere le generazioni giovanili ancora poco formate, poco strutturate. Come vede non c’è bisogno di pensare a cose particolarmente diaboliche per ottenere certi scopi.
D.: Lei ha scritto, nei suoi libri, di magia nera praticata nel mondo dell’alta finanza. Si può spiegare meglio ?
R.: Certi personaggi praticano strani riti su un’isola vicino a Washington. Sono personaggi di alto livello, si riuniscono, in notti di luna piena, e celebrano dei riti molto particolari. Naturalmente nessuno vuole indagare su questo perché si tratta di gente molto potente. Sono cose che si sussurrano. Allo stesso modo in certi "entourage" politici, di alto livello, si dice molto sottovoce, che vengano stuprati dei bambini. Il tutto avviene in un sottofondo rituale di magia nera. Non sono persone comuni che fanno queste cose, si tratta di gente che ricopre altissime cariche, funzionari del Pentagono, etc.
D.: I suoi libri hanno denunciato fatti inquietanti e gravissimi. Tutto ciò Le ha comportato dei fastidi ?
R.: Per quanto riguarda "Gli <<Adelphi>> della dissoluzione" il figlio di Raffaele Mattioli, il banchiere, che si chiama Maurizio Mattioli, che è un uomo sulla sessantina, proprietario ed editore della Casa Editrice "Ricciardi", è andato dal mio editore per lamentarsi del mio libro. Gli è stato detto che poteva scrivere una smentita sulla rivista della mia editrice "Studi Cattolici", ma Maurizio Mattioli rispose: "no, non faccio questo, però non distribuisca il volume". Il libro, difatti, non è stato praticamente recensito da nessuno. Le librerie lo accettarono all’inizio poi non l’accettarono più. Sono stato anche attaccato da una rivista americana molto importante "Village Voice", un mensile di New York molto chic, che ha stroncato il mio libro in inglese, un libro che il lettore americano non leggerà mai. Tutto ciò è molto strano, indica come "centri internazionali" siano stati allarmati da questo volume. Sono sicuro di aver colpito nel vero. La persona che parla, nella parte finale del mio libro, sono in realtà tre persone diverse, tra cui, un ex agente della CIA che ho conosciuto negli USA e che mi ha raccontato parte di quella storia che si riferisce a Bush. Sono sicuro di quanto ho scritto anche se tutti i tasselli non li ho potuti dimostrare.
www.geocities.com/Athens/Atlantis/3592/storia/intervista.htm
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Mi fai fare brutta figura!
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Child Saturday, Mar. 08, 2003 at 9:36 AM |
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La verità è che sono uno dei più grandi salami esistenti... in campo informatico. Grazie, comunque, per l'interesse. Raccoglierò fra qualche mese in un articolo tutti i link ai miei articoli su codesto sito. Non appena arrivo a cento, per ora sono a 68. Intanto puoi cominciare Tu a metterli su floppy-disc, partendo dal CERCA. Metti la voce: CHILD e tralascia i commenti o gli articoli in inglese, che non mi riguardano. Fai attenzione,però, che una ventina circa di articoli firmati Child sono in realtà dello Pseudo-child ( uno che mi perseguita seppure non a titolo personale, non so per conto di chi, ma posso immaginare... ). Li avevo segnalati in un commento, ma lo risegnalerò. A risentirci.
P.S.- Circa un eventuale sito ove raccogliere il mio pensiero, occorre dire che ho altri articoli ( più approfonditi ) pubblicati su Rivista, alcuni dei quali già sul web. Ho scritto inoltre tre-quattro libri, per ora inediti. Giacchè gli Editori mi rifiutano, o ( in un caso ) mi truffano. CErcherò di fare in modo da riunire il tutto, ma a quel punto dovrò abbandonare Indy, perché dovrò fare il mio nome. In certi casi è persino pericoloso per la mia incolumità personale, non avendo peli sulla lingua. Non lo dico per megalomania, purtroppo di questi tempi è così.
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I moderati di destra e di sinistra vedono negli U.S.A. la patria di ogni libertà
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x CHILD Tuesday, Jul. 01, 2003 at 10:02 PM |
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Ora so anche il perche' grazie a te child!
Scene di guerra civile a Waco (Texas)
Gli Stati Uniti, o “l’America”, come vengono usualmente definiti, rappresentano per gli Italiani un mito dal fascino irresistibile o il simbolo di tutti i mali del mondo. I moderati di destra e di sinistra vedono negli U.S.A. la patria di ogni libertà, anzi di quella che più aggrada loro, a seconda dei rispettivi gusti; una sinistra ancora malata di terzomondismo imputa all’unica superpotenza rimasta sul pianeta la causa di tutte le ingiustizie e disparità di questo mondo, quasi che tutte le risorse economiche bruciate dall’impero sovietico e dai suoi satelliti in poco meno di mezzo secolo non avessero contribuito a depauperarli; mentre la destra radicale non può perdonare l’arroganza con cui i vincitori americani sono riusciti a giustificare e far passare sotto silenzio tutti i loro crimini recenti e non: dalle atomiche sul Giappone all’inutile massacro del popolo serbo. Icona o spauracchio, quindi, mito da citare a vanvera (l’I care veltroniano rimane una vetta di demenzialità tuttora insuperata) o fantoccio da bruciare in impotenti saturnali, che non sono riusciti a produrre nulla in grado di mettere seriamente in discussione l’egemonia militare, politica e – soprattutto – culturale a stelle e strisce. L’unica seria alternativa sul piano geopolitico è stata la creazione della Force de Frappe, l’armamento nucleare francese voluto da De Gaulle che, insieme al mantenimento in efficienza di uno strumento antico come la Legione Straniera, ha fatto si che i nostri vicini d’oltralpe potessero gestire con una discreta autonomia le loro relazioni internazionali, pagando il prezzo di un certo numero di caduti in giro per il mondo e riducendo qualche atollo del Pacifico a suolo lunare.
Nel pomeriggio (per noi) dell’undici di settembre la storia degli U.S.A. ha conosciuto una svolta drammatica, che non è facile capire quali conseguenze avrà, prima di tutto sul modo in cui gli americani percepiscono se stessi e poi su come il resto del mondo percepisce l’America; ma accanto a questo tragico spartiacque, ci sono altri episodi significativi della storia recente americana pressoché ignorati dall’opinione pubblica, confinati in quel limbo di stranezze e contraddizioni che un paese così vasto non può non contenere. Tra questi, il massacro degli appartenenti alla setta dei “Davidiani”, causato da agenti federali il 19 aprile del 1993, nella cittadina di Waco, in Texas e ricostruito nel volume, curato dal giovane giornalista Carlo Stagnaro, Waco. Una strage di stato americana (pagg. 127, Lit. 15.000, Stampa Alternativa, casella postale 97 – 1100 Viterbo, fax 0761352751 ), uscito all’inizio di quest’anno. Il libro raccoglie articoli, interviste e testimonianze sui fatti del ’93, perlopiù di provenienza statunitense.
Bagatelle per un massacro
Un film di Joe Dante del ’97 si intitolava La seconda guerra civile americana e raccontava, con i toni di una commedia, il precipitare degli eventi dopo la decisione del governatore dell’Idaho di chiudere le frontiere dello Stato all’immigrazione. Seguiva l’ultimatum della Casa Bianca e, alla fine, le forze armate federali, la Guardia nazionale, gli altri Stati dell’Unione e le varie etnie presenti sul territorio degli Stati Uniti erano schierate a fianco o contro i “separatisti”, fino a far scoppiare le ostilità. Il tutto avveniva – come di consueto in America - sotto i riflettori dei mezzi d’informazione, diventando, immancabilmente, un fenomeno mediatico, prima ancora che politico e militare.
Ben diversa la realtà di Waco, dove le scene di guerra civile non sono state amplificate dalle televisioni, ma sono state fatte passare sotto silenzio. I “Davidiani”, guidati dal loro leader David Koresh, vengono assediati da forze di polizia federali, supportate da reparti dell’esercito, all’interno della loro fattoria; sono seguaci di una fede strampalata, di quelle che spesso nascono e talvolta si diffondono negli U.S.A., ma non esistono prove certe che stiano commettendo reati di particolare gravità, eppure contro di loro vengono schierati perfino dei carri armati. Per più di cinquanta giorni si alternano trattative, attacchi e pressioni esercitate sugli abitanti della fattoria con i metodi della guerra psicologica, fino alla decisione finale di procedere all’irruzione, cui segue il rogo in cui bruciano vive 76 persone, tra cui donne e bambini. La spiegazione ufficiale – quella arrivata ai telegiornali italiani all’epoca – è che l’incendio è stata appiccato dagli stessi davidiani, che trovano così la morte in un suicidio collettivo come quello della Guyana, il bilancio è tragico per quella che doveva essere un’operazione di polizia e non una battaglia campale: oltre 80 vittime, tra i quali quattro agenti del BATF, colpiti dagli assediati nel corso dell’attacco del 28 febbraio.
Il BATF è il Bureau of Alchool, Tobacco and Firearms, l’organo federale di polizia che si occupa - terminata l’era del proibizionismo – soprattutto dei reati connessi alla detenzione illegale di armi da fuoco; le accuse principali mosse ai seguaci di Koresh sono proprio la detenzione illegale di armi da fuoco e la produzione di sostanze stupefacenti. Quest’ultima è l’unica accusa che giustifica l’eccezione al Posse Comitatus Act, il divieto assoluto di impiegare personale militare in operazioni di polizia sul territorio americano contro cittadini degli Stati Uniti, mentre il possesso illegale di armi venne utilizzato in maniera pretestuosa nei confronti di una comunità che ne deteneva meno della media dei suoi concittadini.
Libertà civili vs. ingerenza federale
Il motivo per cui Waco rimane un episodio simbolo è proprio il rapporto tra libertà individuali e locali, da una parte, e potere federale, dall’altra, e il modo in cui lo stesso si è evoluto nella storia dell’America. Il tutto non è cosa da poco pensando – per esempio - all’attuale processo d’integrazione europea, ai suoi esiti e al futuro assetto che potrebbero assumere gli “Stati Uniti d’Europa”.
È noto che per molti americani, possedere un’arma è considerato un diritto fondamentale e tale opinione non affonda le sue radici solamente nella consuetudine, ma trova la sua massima espressione nel Secondo Emendamento alla Costituzione voluto da Thomas Jefferson - il presidente lodato dal poeta Ezra Pound, che ne accostato la figura a quella di Mussolini - e contenuto nel Bill of Rights del 1789. La Dichiarazione prosegue, mettendo i cittadini al riparo da “perquisizioni o sequestri ingiustificati” nei confronti delle loro case e dei loro beni, altro principio che a Waco è stato calpestato, in nome dell’interventismo dello Stato. Per quanto riguarda la lotta alla droga, questa è divenuta il pretesto dell’intrusione dello Stato nei confronti delle libertà dei cittadini, nelle loro proprietà e nei loro conti bancari, al punto che il Libertarian Party ha fatto della fine di questa offensiva la sua bandiera nell’ultima campagna elettorale, raccogliendo oltre un milione e 600mila voti alle ultime elezioni del Congresso e stabilendo un record storico in un sistema tradizionalmente bipartitico come quello americano.
Scrive lo scrittore e dissidente russo Vladimir Bukovsky nell’introduzione al libro di Stagnaro che “I governanti del mondo d’oggi sono così ossessionati dall’idea di controllarci e salvarci dalle nostre stesse cattive abitudini e dai nostri istinti primitivi, che non si fermeranno di fronte a nulla”; non è un caso che la strage di Waco sia avvenuta durante la presidenza di Bill Clinton, che ha pienamente avallato le decisioni della magistratura e delle forze militari e di polizia impegnate nell’operazione. Balza agli occhi come la filosofia seguita da governo americano in quella circostanza somigli tanto alla dottrina dell’“ingerenza umanitaria”, praticata nei Balcani (ma anche nei confronti della pacifica e libera Austria) e come la visione delle libertà civili di Jefferson possa essere contrapposta all’invadenza clintoniana anche sul piano internazionale. Ci sono diversi buoni motivi per utilizzare la forza militare nei confronti dei propri nemici e, in questo momento, gli Stati Uniti ne hanno sicuramente i migliori dall’epoca della loro guerra d’indipendenza, ma quello che la guerra non potrà mai essere – tanto meno verso i propri stessi cittadini – è uno strumento pedagogico.
(Tratto da Il Bargello, anno V numero 4, Settembre-Ottobre 2001. Indirizzo: C.P. 1718 agenzia 6, 34129 Trieste, Tel.: 347-000.8685, Fax: 040-938.1385)
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I moderati di destra e di sinistra vedono negli U.S.A. la patria di ogni libertà
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x CHILD Tuesday, Jul. 01, 2003 at 10:04 PM |
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Ora so anche il perche' grazie a te child!
Scene di guerra civile a Waco (Texas)
Gli Stati Uniti, o “l’America”, come vengono usualmente definiti, rappresentano per gli Italiani un mito dal fascino irresistibile o il simbolo di tutti i mali del mondo. I moderati di destra e di sinistra vedono negli U.S.A. la patria di ogni libertà, anzi di quella che più aggrada loro, a seconda dei rispettivi gusti; una sinistra ancora malata di terzomondismo imputa all’unica superpotenza rimasta sul pianeta la causa di tutte le ingiustizie e disparità di questo mondo, quasi che tutte le risorse economiche bruciate dall’impero sovietico e dai suoi satelliti in poco meno di mezzo secolo non avessero contribuito a depauperarli; mentre la destra radicale non può perdonare l’arroganza con cui i vincitori americani sono riusciti a giustificare e far passare sotto silenzio tutti i loro crimini recenti e non: dalle atomiche sul Giappone all’inutile massacro del popolo serbo. Icona o spauracchio, quindi, mito da citare a vanvera (l’I care veltroniano rimane una vetta di demenzialità tuttora insuperata) o fantoccio da bruciare in impotenti saturnali, che non sono riusciti a produrre nulla in grado di mettere seriamente in discussione l’egemonia militare, politica e – soprattutto – culturale a stelle e strisce. L’unica seria alternativa sul piano geopolitico è stata la creazione della Force de Frappe, l’armamento nucleare francese voluto da De Gaulle che, insieme al mantenimento in efficienza di uno strumento antico come la Legione Straniera, ha fatto si che i nostri vicini d’oltralpe potessero gestire con una discreta autonomia le loro relazioni internazionali, pagando il prezzo di un certo numero di caduti in giro per il mondo e riducendo qualche atollo del Pacifico a suolo lunare.
Nel pomeriggio (per noi) dell’undici di settembre la storia degli U.S.A. ha conosciuto una svolta drammatica, che non è facile capire quali conseguenze avrà, prima di tutto sul modo in cui gli americani percepiscono se stessi e poi su come il resto del mondo percepisce l’America; ma accanto a questo tragico spartiacque, ci sono altri episodi significativi della storia recente americana pressoché ignorati dall’opinione pubblica, confinati in quel limbo di stranezze e contraddizioni che un paese così vasto non può non contenere. Tra questi, il massacro degli appartenenti alla setta dei “Davidiani”, causato da agenti federali il 19 aprile del 1993, nella cittadina di Waco, in Texas e ricostruito nel volume, curato dal giovane giornalista Carlo Stagnaro, Waco. Una strage di stato americana (pagg. 127, Lit. 15.000, Stampa Alternativa, casella postale 97 – 1100 Viterbo, fax 0761352751 ), uscito all’inizio di quest’anno. Il libro raccoglie articoli, interviste e testimonianze sui fatti del ’93, perlopiù di provenienza statunitense.
Bagatelle per un massacro
Un film di Joe Dante del ’97 si intitolava La seconda guerra civile americana e raccontava, con i toni di una commedia, il precipitare degli eventi dopo la decisione del governatore dell’Idaho di chiudere le frontiere dello Stato all’immigrazione. Seguiva l’ultimatum della Casa Bianca e, alla fine, le forze armate federali, la Guardia nazionale, gli altri Stati dell’Unione e le varie etnie presenti sul territorio degli Stati Uniti erano schierate a fianco o contro i “separatisti”, fino a far scoppiare le ostilità. Il tutto avveniva – come di consueto in America - sotto i riflettori dei mezzi d’informazione, diventando, immancabilmente, un fenomeno mediatico, prima ancora che politico e militare.
Ben diversa la realtà di Waco, dove le scene di guerra civile non sono state amplificate dalle televisioni, ma sono state fatte passare sotto silenzio. I “Davidiani”, guidati dal loro leader David Koresh, vengono assediati da forze di polizia federali, supportate da reparti dell’esercito, all’interno della loro fattoria; sono seguaci di una fede strampalata, di quelle che spesso nascono e talvolta si diffondono negli U.S.A., ma non esistono prove certe che stiano commettendo reati di particolare gravità, eppure contro di loro vengono schierati perfino dei carri armati. Per più di cinquanta giorni si alternano trattative, attacchi e pressioni esercitate sugli abitanti della fattoria con i metodi della guerra psicologica, fino alla decisione finale di procedere all’irruzione, cui segue il rogo in cui bruciano vive 76 persone, tra cui donne e bambini. La spiegazione ufficiale – quella arrivata ai telegiornali italiani all’epoca – è che l’incendio è stata appiccato dagli stessi davidiani, che trovano così la morte in un suicidio collettivo come quello della Guyana, il bilancio è tragico per quella che doveva essere un’operazione di polizia e non una battaglia campale: oltre 80 vittime, tra i quali quattro agenti del BATF, colpiti dagli assediati nel corso dell’attacco del 28 febbraio.
Il BATF è il Bureau of Alchool, Tobacco and Firearms, l’organo federale di polizia che si occupa - terminata l’era del proibizionismo – soprattutto dei reati connessi alla detenzione illegale di armi da fuoco; le accuse principali mosse ai seguaci di Koresh sono proprio la detenzione illegale di armi da fuoco e la produzione di sostanze stupefacenti. Quest’ultima è l’unica accusa che giustifica l’eccezione al Posse Comitatus Act, il divieto assoluto di impiegare personale militare in operazioni di polizia sul territorio americano contro cittadini degli Stati Uniti, mentre il possesso illegale di armi venne utilizzato in maniera pretestuosa nei confronti di una comunità che ne deteneva meno della media dei suoi concittadini.
Libertà civili vs. ingerenza federale
Il motivo per cui Waco rimane un episodio simbolo è proprio il rapporto tra libertà individuali e locali, da una parte, e potere federale, dall’altra, e il modo in cui lo stesso si è evoluto nella storia dell’America. Il tutto non è cosa da poco pensando – per esempio - all’attuale processo d’integrazione europea, ai suoi esiti e al futuro assetto che potrebbero assumere gli “Stati Uniti d’Europa”.
È noto che per molti americani, possedere un’arma è considerato un diritto fondamentale e tale opinione non affonda le sue radici solamente nella consuetudine, ma trova la sua massima espressione nel Secondo Emendamento alla Costituzione voluto da Thomas Jefferson - il presidente lodato dal poeta Ezra Pound, che ne accostato la figura a quella di Mussolini - e contenuto nel Bill of Rights del 1789. La Dichiarazione prosegue, mettendo i cittadini al riparo da “perquisizioni o sequestri ingiustificati” nei confronti delle loro case e dei loro beni, altro principio che a Waco è stato calpestato, in nome dell’interventismo dello Stato. Per quanto riguarda la lotta alla droga, questa è divenuta il pretesto dell’intrusione dello Stato nei confronti delle libertà dei cittadini, nelle loro proprietà e nei loro conti bancari, al punto che il Libertarian Party ha fatto della fine di questa offensiva la sua bandiera nell’ultima campagna elettorale, raccogliendo oltre un milione e 600mila voti alle ultime elezioni del Congresso e stabilendo un record storico in un sistema tradizionalmente bipartitico come quello americano.
Scrive lo scrittore e dissidente russo Vladimir Bukovsky nell’introduzione al libro di Stagnaro che “I governanti del mondo d’oggi sono così ossessionati dall’idea di controllarci e salvarci dalle nostre stesse cattive abitudini e dai nostri istinti primitivi, che non si fermeranno di fronte a nulla”; non è un caso che la strage di Waco sia avvenuta durante la presidenza di Bill Clinton, che ha pienamente avallato le decisioni della magistratura e delle forze militari e di polizia impegnate nell’operazione. Balza agli occhi come la filosofia seguita da governo americano in quella circostanza somigli tanto alla dottrina dell’“ingerenza umanitaria”, praticata nei Balcani (ma anche nei confronti della pacifica e libera Austria) e come la visione delle libertà civili di Jefferson possa essere contrapposta all’invadenza clintoniana anche sul piano internazionale. Ci sono diversi buoni motivi per utilizzare la forza militare nei confronti dei propri nemici e, in questo momento, gli Stati Uniti ne hanno sicuramente i migliori dall’epoca della loro guerra d’indipendenza, ma quello che la guerra non potrà mai essere – tanto meno verso i propri stessi cittadini – è uno strumento pedagogico.
(Tratto da Il Bargello, anno V numero 4, Settembre-Ottobre 2001. Indirizzo: C.P. 1718 agenzia 6, 34129 Trieste, Tel.: 347-000.8685, Fax: 040-938.1385)
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"il Nuovo Ordine Mondiale emargina l'ONU"
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x CHILD? Tuesday, Jul. 01, 2003 at 10:07 PM |
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Una delle intime conseguenze degli ultimi eventi mondiali è il fatto che l’unilateralismo può distruggere le Nazioni Unite. Poi, però, mi ricordo di Woodrow Wilson, presidente americano, che si adoperò per la nascita della Lega delle Nazioni, di Franklin D. Roosevelt, che contribuì alla creazione delle Nazioni Unite, insieme con Winston Churchill. Ed allora mi dico che non c’è motivo per non sperare, nei prossimi 10 o 20 anni, nell’avvento di un nuovo leader statunitense che sia in grado di muoversi sulla scia di tali illustri predecessori.
Ma questo è il lato ottimistico della questione. Oggi, le Nazioni Unite stanno diventando emarginate a causa della politica unilateralistica; nel passato, era avvenuto qualcosa di parzialmente simile solo durante la Guerra Fredda, ma in quel caso la situazione politica internazionale era bipolaristica. Ora le cose stanno cambiando. La globalizzazione avrà un impatto su ogni settore della vita, conducendo suppergiù alla globalizzazione della democrazia, che io definisco anche “la democratizzazione delle relazioni internazionali”. Oggi possiamo anche avere una dittatura con cui trattare, ma dal punto di vista pratico ciò è talmente difficile da richiedere una decentralizzazione, che è uno degli elementi della democratizzazione.
In un certo senso, l’ONU riveste il ruolo di capro espiatorio nel mondo odierno. Se c’è la percezione che una disputa si possa risolvere facilmente, ecco che si trovano subito una quantità di mediatori, desiderosi di rivestire un ruolo nella partita. Ed allora si creano due livelli di disputa: la prima fra le parti, e la seconda fra i mediatori. Ma si può anche verificare il caso che nessuno sia interessato alla disputa, per motivi economici, o per altre priorità, o perché il conflitto potrebbe essere assai complicato da risolvere, e nessuno in tal caso possiede la pazienza necessaria per affrontare la partita politica. In tutti questi casi, la disputa viene affidata all’ONU.
Ora, il problema reale è che l’ONU non è in grado di far sentire la sua voce. Come, infatti, potrebbe difendere sé stessa, se affermasse che lo Stato Membro X è colpevole per una certa situazione, dal momento che lo Stato Membro X è contemporaneamente il “boss” delle Nazioni Unite? Se si dovessero usare armi diplomatiche, si potrebbe dire che lo Stato X è responsabile. Ma in tal caso, lo Stato X smetterebbe di pagare tributi all’ONU per rappresaglia. Incapace di difendersi, l’ONU allora diviene capro espiatorio.
Nei riguardi del Nuovo Ordine Mondiale ci sono due elementi da considerare: il primo è la globalizzazione e l’altro il ruolo delle Nazioni Unite. La globalizzazione è un processo irreversibile e non può arrestarsi. Si tratta di un fenomeno nuovo, che porta con sé problemi nuovi e senza precedenti. Il terrorismo internazionale e la globalizzazione della finanza sono due problemi posti chiaramente di fronte a noi. La mancanza di precedenti rende la ricerca delle soluzioni molto più difficile.
Il fatto che dobbiamo confrontarci con nuovi problemi significa che è assolutamente necessaria una svolta alle Nazioni Unite. Dobbiamo prepararci alla terza generazione delle organizzazioni internazionali, dopo la Lega delle Nazioni e l’ONU. Non basterà cambiare la composizione del Consiglio di Sicurezza, o rivoluzionare le operazioni dell’Assemblea Generale, o rinforzare il Consiglio Economico e Sociale. La terza generazione dovrà essere il risultato di un cambio drastico nel concetto di fondo. Il primo punto è quello di ricercare la partecipazione di membri non appartenenti all’apparato statale per la realizzazione degli affari internazionali. Non potremo mai risolvere certi problemi senza la partecipazione di grandi città, organizzazioni non governative o corporazioni multinazionali.
Come potranno partecipare questi nuovi soggetti? Che potere dovranno avere? Come coesisteranno con gli stati-nazione? Quali saranno i nuovi attori sulla scena politica internazionale? Ecco quali saranno i problemi di domani. Occorreranno anni di duro lavoro: è necessario un ricambio generazionale per adottare nuovi concetti o idee. Ci sono voluti 200 anni per porre fine alla schiavitù, mezzo secolo per il colonialismo. Anche il documento costitutivo dell’ONU conteneva un influsso del colonialismo, con il sistema delle amministrazioni fiduciarie.
Ci sono voluti 30 anni per renderci conto di avere un problema con l’ambiente, ed accettare l’idea di sviluppo sostenibile; ed ancora siamo al fallimento dei protocolli di Kyoto. Così forse questo può essere l’inizio di un processo di cambiamento, e ci vorranno 20 o 30 anni affinché un simile cambiamento riesca ad essere integrato nel sistema.
*Segretario Generale delle Nazioni Unite dal 1991 al 1995
italy.indymedia.org/news/2003/06/321752_comment.php#322178
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Attenzione
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Anonimo Saturday, Jul. 05, 2003 at 7:10 PM |
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Lo Pseudo-child è tornato all'attacco. Un attacco strano, dopo tanto tempo di pausa. Ha fatto,le ferie? Per x-Child. L'altro giorno ho provato a risponderTi, alludo a quel link esoterico, ma il computer si è inceppato. Spero di aver salvato il tutto, ora lo linco. Apprendo da Informazione della possibilità di utilizzare il forum, ma pforse è preferibile adottare la formula del falso-articolo. Lo intitolerò autoironicamente, appena posso ( ho superato i 100 articoli in giugno ), UN FIGLIO DELLA LUCE PER AMICO. Dovrò tuttavia rivelare gli altri nick con cui mi sono firmato, cosa che mi procureràdei grattacapi e farà sicuramente arabbiare qualcuno. Spero non mi defenestreranno dal sito, poiché come ho accennato altre volte l'unico mio intento era di gabbare lo Pseudo-child. Non certo gli Indyani.
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Solo l'ultimo intervento è falso
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Anonimo Saturday, Jul. 05, 2003 at 9:13 PM |
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L'articolo e il commento sono veri, appartengono a Child. Gli articoli che verranno raccolti, per i quali prego di avere pazienza, sono quelli sul newswire. Esistono altri articoli di argomento artistico,mitologico, cosmologico firmati con nome e cognome, ma non sono d'interesse per i lettori di Indymedia. Chiedo scusa per il cambio di nick e la terza persona, ma sono costretto a fare così per distinguermi dallo Pseudo-child. Non ho altro mezzo.
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