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piazza fontana: zorzi vince causa a tokyo per diffamazione
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elena Monday, Jun. 30, 2003 at 10:12 AM |
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ansa
delfo zorzi ha vinto una causa per diffamazione contro il manifesto e alcuni organi di stampa nipponici che l'avevano descritto come un pericoloso terrorista.il giudice del tribunale del riesame di tokyo ha condannato il giornalista pio d'emilia e la rivista giapponese sapio al pagamenti 7.350 euro. zorzi, condannato in primo grado all'ergastolo in contumacia per la strage di piazza fontana, dal 1989 e' cittadino giapponese sotto il nome di roi hagen. i legali dei giornalisti hanno annunciato che faranno ricorso.
amen
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che schifo.....
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Sik Monday, Jun. 30, 2003 at 11:02 AM |
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che lo stato italiano così solerte nel perseguitare ex-brigatisti o nel manternere in carcere persone che hanno avuto la sola colpa di formulare a voce alta il proprio pensiero, lasci in giro pericolosi criminali stragisti riconosciuti, che si permettono pure il lusso di intentare cause civili. Sara forse xche sono persone legate a doppio filo con i servizi segreti "deviati" (devo ancora scoprire quali non lo siano)........ com certo è che in un paese in cui un P2ista riconosciuto è al capo del governo ci si può aspettare questo ed altro.
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I Servizi Segreti non sono deviati
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Child Monday, Jun. 30, 2003 at 5:01 PM |
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E' chi li comanda, li gestisce e li usa. Zorzi è incolpevoli per il semplice fatto di essere stato solo una pedina a livello operativo. Per avere un lasciapassare in Giappone, deve esserci il beneplacito delle autorità nipponiche. E chi può aver "orientato" il Paese del Sol Levante? Solamente una o due nazioni hanno il potere di fare questo. Lo stragismo ha avuto una parte essenziale nella formazione dell'Ue. Gli oltranzisti atlantici, come gli uomini della P2, di Ordine Nuovo ( finti neonazisti ) e di Gladio hanno preparato l'Europa Unita. E allora perchè il Centro-sinistra accusa la Sinistra di euroscetticismo? E' un controsenso, a dispostrazione che dei due contendenti nessuno gioca pulito. Fanno finta di opporsi, ma vogliono le stesse cose. Sembrerà una tesi aberrante, ma è così. Del resto di brigatisti in buona fede non ce n'erano. Hanno tutti lavorato per l'Impero, né più né meno che gli ordinovisti. Stelle a cinque punte e asce polari erano tutte indirettamente al servizio del Pentagono, emblemi a parte. A sinistra si continua a considerare che la Destra è fatta di mascalzoni violenti, a destra si ritiene quelli di sinistra dei perfetti idioti. Il teatrino continua imperterrito. Non bastano gli Afghnistan, gli Iraq a dimostrare che le ambiguità e gli sconfinamenti fra le ideologie sono all'ordine del giorno. Possibile che nessuno riesce a capire che destra e sinistra servono solamente a tenerci buoni, occupando la mente con falsi problemi? Zorzi è una pedina come altre. Inutile prendersela con lui. Semmnai con 'Ordine Nuovo', espressione che era anche in bocca a un certo Gramsci. Chissà perché! Sì, naturalmente i contendenti diranno, ciascuno dalla sua parte: "Non si può mettere sullo stesso piano questo con l'altro!" In realtà non solo si può, si deve! E non è pressapochismo o qualunquismo, è la verità storica. Spesso cito la comune casa socialista di entrambe le fazioni, rosso e nera. Non a caso Cacciari e certi capi sessantottini stanno ideologicamente dalla parte del nuovo ordine internazionale, esattamente come certi esponenti storici della destra, che a parole condividevano i loro discorsi di antiamericanismo ecc. L'Europa Unita è un bluff, esattamente come lo era la liberazione, come lo era il fascismo, come lo era -qui forse m'allargo troppo - il risorgimento nazionale. Vedi la mia prossima puntata de IL MITO DELLA RIVOLUZIONE ( II ). Non per farmi pubblicità... In altre parole non c'è stata soluzione di continuità fra la P2 garibaldina e quella gelliana. Garibaldi dipendeva da Mazzini e Mazzini era amico di marx. Allora si capisce come mai sulla porta di Biagi, ucciso dalle Br, vi fosse inciso un Bafometto. Esattamente come in Palestina, dove a gestire Hamas è invero Israele. Le cose non sono mai come appaiono a prima vista.
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Che cos'è il cristianesimo
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x CHILD Monday, Jun. 30, 2003 at 8:33 PM |
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Abiurate in voi stessi il cristianesimo storico. Questo è il primo Atto verso la Libertà.
L'Anticristo
Per comprendere appieno la necessità di abiurare il cristianesimo storico si deve conoscere la differenza sostanziale che intercorre tra il Cristianesimo Gnostico (il Culto della Conoscenza della Luce) e la sua distorsione (Ombra), il cristianesimo storico (la religione del potere temporale).
Il Cristianesimo Gnostico, nei primi secoli della cristianità, venne soppiantato dal cristianesimo storico, la religione del papa-re. Essa divenne, in mano al clero, uno strumento di diabolico potere, al fine di dominare le masse.
Nel simbolo della croce, simbolo della morte, vennero perpetrati i più atroci delitti che il genere umano possa aver mai conosciuto. Tramite l'Inquisizione il clero, tra il Quattrocento e il Settecento, fece torturare e bruciare con l'accusa di stregoneria milioni di individui. Si contano in Europa almeno cinque milioni di vittime. E che dire del genocidio degli indios del Nuovo Mondo? Sessantanove milioni di esseri umani (pari al 90% della popolazione) vennero sterminati dai conquistadores con l'approvazione della Chiesa. L'accusa? Adorazione diabolica. A cose fatte si disse: "Il principale idolo di queste isole è il Diavolo: ha avuto fine con la fine degli indiani".
Papa Wojtyla, in uno dei suoi molteplici viaggi, recandosi nell'America del Sud ha chiesto scusa per il massacro che venne attuato dalla Chiesa cattolica nei confronti degli indios. Questa affermazione suona abbastanza ipocrita. In primo luogo l'attuale papa non ha nessuna colpa per i crimini contro l'umanità che vennero perpetrati dai suoi predecessori. In secondo luogo chiedere scusa non serve proprio a nulla, non cambia gli eventi. L'unico gesto veramente onesto che egli potrebbe fare, a scopo riparatorio, è quello di porre fine a questa istituzione.
Lo scopo del grande olocausto, causato dalla Chiesa cattolica, trova spiegazione in un semplice fatto: il clero aveva il bisogno viscerale di dimostrare l'esistenza del Male, di incarnarlo. E così venne inventato il mito di Satana (ciò è stato dimostrato in campo antropologico e storico). Satana e i suoi adoratori, nemici di Dio, avrebbe rafforzato notevolmente il potere temporale della Chiesa. In definitiva la formula era semplice: la Madre Chiesa, immagine del bene che combatte il male. Purtroppo ancora oggi questa formula è attiva. Tutti i gruppi satanisti che esistono nel mondo non fanno altro che il gioco dei clericali, perpetuare l'eterna e falsa formula del bene contrapposto al male.
Ora e nei giorni a venire si sappia: l'Anticristo dei cristiani storici è il Cristo dei Cristiani Gnostici. Egli è Colui che si pone al di là del bene e del male. Solo da questa ottica può prendere avvio il sublime Pensiero Anticristiano per giungere, inevitabilmente, all'ovvia conclusione: la Divinità è insita nell'uomo. Quindi: l'uomo è Dio.
Questa concezione può essere compresa solo se l'uomo trascende la visione degli opposti, ponendosi al di là del bene e del male. Soltanto liberandosi dai vincoli della schiavitù dogmatica-religiosa, afflizione dell'anima, si ha la possibilità di sviluppare tutte le proprie potenzialità, poiché l'uomo è un Dio in nuce. Ma per farlo si deve abiurare, in se stessi, ogni restrizione che impedisca la libera manifestazione della propria Volontà. Ne consegue che l'unica Legge accettabile è: "Fa' ciò che Vuoi".
Parla l'Anticristo
Certa filosofia di sinistra ci dice che non dobbiamo dimenticare l'olocausto causato da Hitler, affinché certi errori non si ripetano.
In verità Io vi dico: abbiate memoria storica, ma questa memoria affinché sia veramente tale non può fermarsi al nostro secolo. E allora Ricordate il grande olocausto causato dalla Chiesa cattolica. Ricordate il grande genocidio: milioni di persone torturate atrocemente, massacrate mostruosamente, bruciate sul rogo. Ricordate i crimini della Maledetta Inquisizione, strumento malefico in mano alla Chiesa.
NON DIMENTICATE!
Copyright © 1998 - 2002 by Frank G. Ripel Sito ufficiale: http://www.frankripel.org/
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L'Opera dell'Anticristo
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x CHILD Monday, Jun. 30, 2003 at 8:39 PM |
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L'Anticristo conosciuto con lo pseudonimo di Frank G. Ripel
Nota bio-bibliografica di Frank G. Ripel A cura di Galbix Red
Nel campo dell'Esoterismo, Frank Giano Ripel è da ritenersi come il depositario della Tradizione Iniziatica comprendente Scienze quali: Kabbala, Alchimia, Ermetismo, Yoga, Taoismo e Magia pre-colombiana. Egli viene considerato come l'effettivo continuatore dell'Opera Magica intrapresa da Aleister Crowley.
Frank G. Ripel è il fondatore dell'Associazione Orion, il Capo Internazionale dell'Ordine della Stella di Diamante, dell'Ordine della Stella d'Oro, dell'Ordo Rosae Misticae (in sonno), dell'Ordine Orientale Egizio dell'Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim, dell'Ecclesia Gnostica Spiritualis Universalis. Inoltre è il fondatore della Orion University, del Movimento Integralista Alternativo, della Confederazione Mondiale dei Centri Ufologici e del Draconian Cult. Infine è il fautore della rinascita della Massoneria Operativa.
F. G. Ripel tra il 1985 e il 1998 ha pubblicato in Italia sedici libri, alcuni dei quali sono stati tradotti in quattro lingue straniere. I seguenti volumi sono stati pubblicati dalla Hermes Edizioni:
La Magia di Atlantide (1985), La Magia Rossa (1985), La Magia Stellare (1986), La Magia della Stella d'Oro - Vol. I (1988), Vol. II (1988), Vol. III (1989), Magia della Stella di Diamante (1996), I Libri Proibiti (1997), Il Ritorno degli Dei (1998), Il Giudizio Universale (1999).
Ha pubblicato inoltre:
La Stella Infuocata (1990, Ed. APS), Il Superuomo (1991, Ed. Sarva), Il Segreto della Pietra Filosofale (1991, Ed. Sarva), Il Libro Dolce e Amaro (1991, Ed. Sarva), Il Gioco del Serpente (1993, Ed. Sarva), Il Falco d'Oro (1996, Ed. Sarva), Draconian (1997, Ed. Sarva).
Copyright © 1998 - 2002 by Frank G. Ripel Sito ufficiale: http://www.frankripel.org/
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israele e l'ordine nuovo Monday, Jun. 30, 2003 at 10:07 PM |
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Nel Dicembre 1995, vicino al Monte del Tempio, fu fondata la Loggia Massonica di Gerusalemme, nella Grotta di Re Salomone, finalizzata alla ricostruzione del Tempio. La Loggia ha operato mano nella mano con le grandi reti ubìquite dei fanatici Ebrei e Cristiani fondamentalisti, per fomentare una sanguinosa guerra pel controllo del Monte del Tempio. Che tale loggia sia stata fondata poco dopo la grande conquista della pace Israèl-Palestina di Oslo, e poche settimane dopo l’ assassinio di Yitzhàk Rabìn, prmo Ministro di Israèl, architetto di quella Pace -di sicuro non è una coincidenza.
La Loggia di Gerusalemme fu fondata dal Grande Maestro della Massoneria Riconosciuta d’ Italia, Giuliano di Bernardo, il vero braccio destro di Lord Northampton nel progetto Monte del Tempio… Di Bernardo si è anche lasciato sfuggire che il direttore della ADFL (anti-Defamation League della B’nai-B’rìth), Abe Foxman, è un collaboratore nel progetto Monte del Tempio. Di Bernardo ha rivelato che, mentre Foxman scarseggia di capitale intellettuale, perché ci si possa discutere il nostro progetto; "Noi però lo abbiamo incontrato in Svizzera, poco prima di varare la Loggia di Gerusalemme. Lo abbiamo incontrato in varie altre occasioni. Esiste rapporto forte fra B’nai-Brìth e Massoneria". Il ruolo della Loggia "Quatuor Coronati" nel complotto per il Monte del Tempio è di gran lunga precedente al varo della Loggia Gerusalemme. Il Dott. Asher Kaufman, membro per corrispondenza della Loggia "Quatuor Coronati", ha compiuto alcuni dei primi "Studii" archeologici del Dopoguerra sul Monte del Tempio. Preparando le basi perché i fondamentalisti Ebrei scatenassero i loro assalti sul sito.
E così, in breve, dice LaRouche, Sharòn è membro della Loggia "Quatuor Coronati", e viene usato come strumento per scatenare gli assalti sul Monte del Tempio, per incendiare il Medio Oriente. Altri congiurati includono l’ Arch. Leen Ritmeyer, che ha completati studi sui progetti del Tempio, finanziati da Lord Jacob Rothschild. Stanley Goldfoot, vecchissimo membro della lotta clandestina Ebraica degli anni 1940, e plagiato dai capi Cristiani fondamentalisti, decisi a scatenare gli Ultimi Giorni (qualunque sia il numero di Ebrei che vi morranno), Capi come Lambert Dolphin, Chuck Missler, e J: Randall Price. Ecco il piano Britannico, per Israèl, come lo racconta l’ EIR. Degli accusati, io ho incontrato soltanto Stanley Goldfoot. Mi ha invitato a casa sua, per convincermi a smetterla di scrivere di politica, e di darmi invece alla satira. Consiglio davvero carino. Quanto a incendiare il Medio Oriente tramite il Monte del Tempio, qualche settimana fa un Ufficiale militare Americano mi ha detto. Negli ambienti dell’ Intelligence è diffusa la paura che Yasser Arafàt, esasperato e furioso, possa avere la tentazione di far saltare per aria la Moschea di Al Aqsa, per dare la colpa a Israèl, e scatenare la Jihàd, la Guerra Santa che tanto ardentemente vuole per la sua causa.
Proprio perché l’ EIR le sbaglia tutte, un ampio studio delle sue "ricerche" è ùtile, non è uno spreco di tempo. Immerse fra montagne e di speculazione infondata, e di balorde connessioni fra questo e quello, e salti di logica assurdi, si trovano solide verità, anche se non intendevano essere interpretate come tali.
"Nel 1988, lo scenario era già sviluppato in pieno dal libro "Fondamentalismo Ebraico in Israèl: Per la Terra e per il Signore", pubblicato per il New York CFR( Council of Foreign Relations) da Ian S. Lustik. Egli cominciò a studiarci nel 1979-80 quando lavorava come Fellow all’ Ufficio Intelligence and Research del Dipartimento di Stato. … Lo scenario CFRS di Lustick denuncia i piani delle sette Ebraiche estremiste, come i Gush Emunìm, per ricostruire il Tempio di Salomone sullo Al Haram Al Sharìf, scatenando la III guerra mondiale. Ecco qualche saggio.
Washington deve cercare mezzi atti a prevenire il potenziale esplosivo che circonda il fondamentalismo Ebràico, deve impedirgli di scatenarsi. …In Israèl tale crisi quasi di certo comporterebbe infinite dimostrazioni di centinaja di centinaja di Ebrei, violenze contro Ebrei e Arabi, sfiderebbe l’ autorità e la legittimità del Governo… la creazione di dozzine di nuovi insediamenti illegali, minacce di guerra civile, l’ arrivo di fiumi di Ebrei ultranazionalisti dalla Diaspora, e, come su indicato, tentativi di azioni spettacolari, come la distruzione di Luoghi Santi Musulmani a Gerusalemme…
Grazie LaRouche, proprio tu hai fornita proprio a noi la prova ! Le macchinazioni del CFR contro gli Israeliani religiosi risalgono almeno al 1979. Che Washington e il CFR abbiano decisa la guerra contro i religiosi anzi contro la religione e
continua in
http://www.namir.it/BERLUSCONI/lanav9.htm http://www.namir.it/BERLUSCONI/israele.htm
PS: oggi, nonostante le proteste arabe, è stato riaperto il tempio: vedi haaretz e 940 americani ebrei ortodossi arriveranno in israele: vedi haaretz
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Io lo avevo gia' detto e predetto,grazie comunque della tua conferma !
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x 'israele e l'ordine nuovo' Tuesday, Jul. 01, 2003 at 1:07 PM |
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Qualche estremista o palestinese od israeliano potrebbe dinamitare o bombardare La Cupola della Roccia ed altre Moschee ...
Qualche estremista o palestinese od israeliano potrebbe dinamitare o bombardare La Cupola Della Roccia ed altre Moschee ...
LA GUERRA DEI SEI GIORNI E LE SUE CONSEGUENZE Nel corso della guerra dei sei giorni (5-10 giugno 1967), oltre alla Cisgiordania - le antiche regioni bibliche di Giudea e Samaria - al Golan e al Sinai, le truppe israeliane occuparono anche la parte orientale di Gerusalemme. Gli ebrei entrarono in possesso di tutti i Luoghi Santi, compreso il monte del Tempio (Haram al-Sharif per i musulmani). Il ministro della difesa Moshe Dayan affermò che gli ebrei non avrebbero più abbandonato la loro capitale riunita né i siti religiosi a essi più cari. Lo Stato d’Israele avrebbe custodito i Luoghi Santi, ne avrebbe garantito il carattere religioso e universale e permesso il libero accesso, senza interferire nella loro amministrazione[1].
Gerusalemme est, differentemente dagli altri territori conquistati, fu annessa allo Stato ebraico in virtù del suo significato storico e religioso e le sue frontiere municipali furono allargate ad includere più territorio e meno popolazione araba possibile[2]. Con estremo realismo il governo israeliano decise di lasciare lo Haram al-Sharif in mano ai musulmani, temendo le conseguenze – sul piano internazionale e per l'ordine pubblico interno - di una presa di possesso di quel luogo santo. Su di esso, però, furono introdotte alcune innovazioni. La spianata continuava a essere controllata dalle guardie del Waqf[3], ma all’interno la polizia israeliana installò una sua stazione e ebbe l’incarico di presidiare gli ingressi esterni. Questi provvedimenti - uniti alla requisizione delle chiavi della porta di accesso più vicina al muro Occidentale - furono la manifestazione più eloquente della volontà dello Stato ebraico di imporre la sua sovranità sulla spianata: solo per una libera scelta di Israele e in virtù delle peculiari caratteristiche di quel sito le autorità religiose musulmane avevano ottenuto il permesso di mantenerne il controllo.
Da quel momento scoppiarono una serie di gravi incidenti, provocati da gruppi di ebrei nazional-religiosi che rivendicavano il diritto di esercitare liberamente il culto sul monte del Tempio. Nella disputa intervenne il ministro per gli Affari religiosi, il quale affermò che in base al diritto civile il sito era una proprietà ebraica, dato che re Davide l'aveva acquistata dai gebusei per 50 sicli d'argento (II Sam. XXIV, 24). Queste dichiarazioni, seguite da ripetuti tentativi di gruppi ebraici di pregare sulla spianata, furono interpretati dai musulmani come la definitiva conferma dei timori emersi nel periodo del mandato: adesso che gli ebrei si erano impadroniti dell'intera Palestina, avrebbero presto abbattuto la Cupola della Roccia per sostituirla con il loro terzo Tempio.
A dissipare questi timori non servì nemmeno l'intervento del Gran rabbinato, il quale proibì espressamente agli ebrei l’accesso all'area. C'era il pericolo che essi, in quanto ritualmente impuri, potessero profanare il luogo dove un tempo si trovava il Santo dei Santi, la cui esatta ubicazione era sconosciuta. Tale divieto fu sfidato da due gruppi distinti di ebrei. Da una parte i seguaci del rabbino Shlomo Goren, per il quale era possibile individuare approssimativamente il luogo dove un tempo era situato Santo dei Santi che - secondo Goren - si trovava pochi metri a ovest della Cupola della Roccia; ragione per cui si poteva accedere a determinate sezioni del sito - da lui rigidamente delimitate - senza il rischio di commettere atti sacrileghi. I “Fedeli del monte del Tempio”, invece, consideravano il muro Occidentale come il simbolo della distruzione della nazione ebraica e non della sua rinascita. Per loro era anacronistico che gli ebrei, una volta ritornati in possesso della spianata, rimanessero legati a quel santuario. Essi - differentemente da Goren, che restava fedele alla tradizione ebraica secondo la quale il Tempio poteva essere ricostruito solo dopo l'avvento del Messia - consideravano il sito un potente simbolo nazionale e intendevano ricostruirvi il santuario ebraico. Negli anni successivi i “Fedeli” fecero ripetuti tentativi di penetrare nell'area per tenervi preghiere pubbliche. Essi si appellavano continuamente alla Corte suprema israeliana, affermando che la legge sui Luoghi Santi emanata subito dopo la presa della città, riconoscendo il diritto di accesso per i fedeli ai vari siti religiosi, pur non citandolo espressamente prevedeva anche il diritto di culto.
Alle azioni dei “Fedeli del monte del Tempio” si oppose sempre il ministero della polizia, al quale premeva non avere problemi per l’ordine pubblico. Durante gli anni Settanta, tribunali di vario grado emanarono una serie di sentenze contraddittorie, alcune delle quali riconobbero agli ebrei il diritto di pregare sulla spianata. Tuttavia, la Corte suprema ribadì sempre che la questione doveva essere regolata secondo un'apposita legislazione del periodo del mandato, in base alla quale essa non era di pertinenza del tribunale ma ricadeva entro l'esclusiva giurisdizione del governo. Era necessario distinguere tra diritto di accesso ai Luoghi Santi - garantito da un'apposita legge del 1967 - e diritto di culto, il cui esercizio poteva essere riconosciuto solo dal governo. E nei decenni successivi i dirigenti dello Stato ebraico avanzando ogni volta stringenti ragioni di ordine pubblico, lasciarono sempre la spianata in mano ai musulmani[4].
Tuttavia, due avvenimenti diedero l'impressione ai musulmani che gli ebrei intendessero distruggere i loro Luoghi Santi per ricostruire il Tempio. Il primo fu l'inizio, a partire dalla prima metà del 1968, di scavi archeologici lungo il perimetro del Haram al-Sharif nel tentativo di rinvenire tracce della millenaria presenza ebraica e dare, così, maggiore legittimità alle rivendicazioni storiche e religiose di Israele sulla città. Il secondo, 21 agosto 1969, fu l'incendio della moschea al-Aqsa a opera di un australiano appartenente a una setta millenaristica protestante, convinto di poter accelerare la venuta di Cristo distruggendo i templi musulmani della spianata. Quest’ultimo evento fu strumentalizzato da una parte del mondo islamico, che ne fece motivo di propaganda contro lo Stato d’Israele. Il ruolo di protettore dei Luoghi Santi, di cui Israele si era auto-investito soltanto due anni prima, rischiò seriamente di essere messo in discussione. La comunità internazionale continuava a considerare la città sotto occupazione militare e l'ONU, con la risoluzione 271 del 15 settembre 1969, affermò che l'esecrabile atto di profanazione della moschea aveva messo in risalto l'immediata necessità che lo Stato ebraico revocasse tutte le misure prese per alterare lo status di Gerusalemme. Ma gli israeliani risposero negativamente a questa e alle successive risoluzioni che chiedevano il loro ritiro dalla parte orientale della Città Santa. Gerusalemme, replicarono essi ogni volta, era stata il fulcro della fede e del nazionalismo ebraico per tremila anni. Era perciò inconcepibile dividere di nuovo la città, anche perché l'amministrazione dei Luoghi Santi era stata lasciata in mano alle rispettive comunità religiose.
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Si è riscontrato ......
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per israele e l'ordine nuovo Tuesday, Jul. 01, 2003 at 1:16 PM |
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Si è riscontrato che ogni volta che viene resa nota qualche atrocità commessa dallo stato di israele, negli infetti si scatena automaticamente una reazione a livello batterico di una certa virulenza che, a seconda delle circostanze, può assumere diverse forme. Per questo per identificare gli infetti da questo particolare virus, gli scienziati li hanno identificati come "israelioti".
La notizia viene direttamente dai laboratori di ricerca genetica che si stanno occupando della mappa del genoma umano. Alcuni ricercatori si sono accorti di strane mutazioni del DNA proprio osservando i TG e certi post lasciati su indy.
Si è riscontrato che ogni volta che viene resa nota qualche atrocità commessa dallo stato di israele, negli infetti si scatena automaticamente una reazione a livello batterico di una certa virulenza che, a seconda delle circostanze, può assumere diverse forme. Per questo per identificare gli infetti da questo particolare virus, gli scienziati li hanno identificati come "israelioti". Lo scienziato Renato Dulbecco, interpellato a proposito, ha fornito un quadro sintomatologico delle diverse manifestazioni del virus nei suoi diversi stadi di sviluppo:
PRIMO STADIO: Vedi direttori TG, quotidiani e media nazionali vari. L'israeliota fa di tutto per nascondere la notizia. Per chi non è ancora al corrente dell'ultima atrocità commessa in nome di israele, i sintomi di questo stadio della malattia si riconoscono in chi: - cerca di dare il massimo risalto a notizie su attacchi di kamikaze. Se non ce ne sono di freschi, si rispolvera notizie vecchie, anche di settimane. - occupa tutto lo spazio con pianti sull'antisemitismo citando fatti e fatterelli di qualsiasi tipo, magari anche inventati. - ricorda sempre la Shoah, ma anche l'11 settembre, perché no? - fa servizi e documentari sulla Shoah, anche periodicamente. -...
SECONDO STADIO: Una volta che la notizia viene resa pubblica in qualche contesto pubblico, l'israeliota comincia a manifestare i primi segnali di malessere cercando di negare l'evidenza, i sibili d'avvertimento sono del tipo: - la notizia non è attendibile. - le fonti, le fonti, le fonti quali sono le fonti???? - non può essere vero, l'ha detto Giulietto Chiesa - e i kamikaze invece? - perché divulgate queste notizie? siete antisemiti! -....
TERZO STADIO: L'israeliota si è in qualche modo convinto che il fatto è realmente accaduto, (la notizia è stata ormai diffusa anche dal portavoce dell'IDF tramite megafono direttamente nelle orecchie dell'infetto, o un ebreo fidato, da parte di madre da almeno 7 generazioni, gli ha fatto toccare direttamente il teschio dell'ultima vittima di israele). Nell'israeliota compaiono allora striscianti segni anestetizzanti che cerca di spalmare su chi lo circonda: - è stato un incidente, ne capitano da tutte le parti, no? - il bambino/giornalista/internazionale ucciso non doveva trovarsi lì - il bambino/giornalista/internazionale ucciso evidentemente era un terrorista che prima o poi avrebbe colpito israele - e i kamikaze allora? - perché divulgate queste notizie? siete antisemiti! -....
QUARTO STADIO: E' stata ormai riconosciuta in tutto il mondo l'ennesima atrocità commessa in nome di israele, da organizzazioni umanitarie, non governative, personalità pubbliche, giornalisti, uomini di ogni credo, religione, razza e stato sociale, (naturalmente che non siano già stati infettati), persino il papa sembra aver espresso il suo disappunto. Se nell'israeliota la malattia è giunta a questo stadio le reazioni cominciano a farsi un pò nervose: - però israele è molto democratica - è solo colpa di sharon - è tutta colpa di arafat - però i kamikaze, pure loro eh? - perché divulgate queste notizie? siete antisemiti! -.e comincia ad elencare famosi personaggi ebrei storici - ....
QUINTO STADIO: In nome di israele si continua ad uccidere, torturare, rubare, razziare, calpestare i diritti umani e le leggi internazionali, ancora non si è diffusa la notizia precedente, che già si accavallano notizie di nuove atrocità. L'israeliota, incapace a questo punto di gestire diversi eventi in parallelo, perde il residuo controllo che gli era rimasto solo per giustificare ad ogni costo israele e - nascosto dall'anonimato - si incastra in loop fatto di 2 step: step a) del loop dell'israeliota. L'infetto urla: - insulti contro i nazi-comunisti - insulti contro i cino-arabi - la verità fa male eh? - perché divulgate queste notizie? siete antisemiti! - .... step b) del loop dell'israeliota. Per poter ricondurre i suoi isterismi nelle sole logiche a lui note, l'israeliota inveisce contro gli ebrei, elogia i kamikaze e Adolf Hitler, (solo per non perdere l'abitudine continua anche a gracchiare " perché divulgate queste notizie? siete antisemiti!"). Per poi tornare così al punto a) in un ciclo infinito.
In generale i ricercatori hanno constatato che gli israelioti cercano di propagare il morbo tramite l'alterazione di verità storiche e mistificazione di notizie, chi ne rimane contagiato rischia di giustificare ogni orrore, purché commesso in nome di israele, fino a perdere la propria coscienza e umanità nei casi più gravi.
Inoltre è stato osservato che il virus causa anche una fastidiosa dipendenza dalla televisione e giornali di regime, che hanno un tranquillizzante effetto sedativo sui dolorosi effetti causati dagli anticorpi naturali dell'organismo, quali: dubbio e capacità di sbugiardare le falsità propagandate dagli appestati.
Fortunatamente sono già stati sperimentati degli antidoti piuttosto efficaci: L' INFORMAZIONE per il ripristino della verità e il BOICOTAGGIO per il ripristino della giustizia. Purtroppo la velenosità del virus si manifesta in tutta la sua virulenza in presenza di tali antidoti, fino a provocare la morte di chi li sta assumendo, ma questo è per qualcuno, solo uno spiacevole effetto collaterale.
Le ricerche sono tutt'ora in corso e non si escludono ulteriori manifestazioni del virus. Per il bene della ricerca si prega di segnalare ulteriori casi e manifestazioni del virus, mentre gli untori se ne possono anche andare a fare in culo e a far leggere questo post antisemita nella Tele Aviv diretta da lerner, ferrara, feltri e insetti vari.
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israele è democratica: non usa armi proibite
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LIBERA !!!!!!!! Tuesday, Jul. 01, 2003 at 1:20 PM |
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israele è democratica: non usa armi proibite ma autorizzate (anche i gas dei campi di sterminio nazisti erano regolarmente approvati dalla camera nazista del reichstag!!!!)
L'esempio + recente e conosciuto:
La vittima questa volta si chiama Nazih Darwazeh, un cameraman che lavorava per Palestine TV e per Associated Press. Nazih Darwazeh é stato ucciso da un soldato israeliano che si trovava a dieci metri da lui. L'assassino gli ha sparato direttamente in faccia uccidendolo all'istante e facendo schizzare tutt'intorno il suo cervello in brandelli, tra i colleghi giornalisti che stavano facendo il loro lavoro per testimoniare della nuova invasione di Nablus, questa mattina presto. Nazih era padre di quattro bambini, il più piccolo ha quattro mesi. I medici che lo hanno accolto ormai morto all'ospedale dicono che la pallottola che lo ha ucciso è di quelle a frammentazione che si rompono in molti pezzi non appena entrano nel corpo umano.
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/271219.php
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/265785.php
http://www.ipc-s.info/ipc_e/ipc_e1/e_Articles/2003/articles-019.html
!!!!!! PALESTINA LIBERA !!!!!!!!
www.rotten.com
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un cameramen palestinese a Nablus ucciso da armi 'legali'?
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giacomo lesi Tuesday, Jul. 01, 2003 at 1:23 PM |
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Nablus: Assasinio di Nazih Darwazeh, cameramen di Palestine TV.La vittima questa volta si chiama Nazih Darwazeh, un cameraman che lavorava per Palestine TV e per Associated Press.Nazih Darwazeh é stato ucciso da un soldato israeliano che si trovava a dieci metri da lui. L'assassino gli ha sparato direttamente in faccia uccidendolo all'istante e facendo schizzare tutt'intorno il suo cervello in brandelli, tra i colleghi giornalisti che stavano facendo il loro lavoro per testimoniare della nuova invasione di Nablus, questa mattina presto. Nazih era padre di quattro bambini, il più piccolo ha quattro mesi. I medici che lo hanno accolto ormai morto all'ospedale dicono che la pallottola che lo ha ucciso è di quelle a frammentazione che si rompono in molti pezzi non appena entrano nel corpo umano.Meno di due settimane fa Nazih era stato fotografato mentre protestava contro l'assassinio di Tareq Ayyoub della televisione Al Jazeera, ucciso a Baghdad. Anche Tareq é stato ucciso mentre faceva il suo lavoro, solo che Tareq é stato liquidato dagli americani. Ma per lo stessa ragione.Con l'uso della rete e del satellite oggi le notizie corrono veloci. Perciò i nuovi nazisti considerano ormai indispensabile fermarle nell'unico modo che gli rimane. Uccidere i reporters sta diventando il modo più facile per assassinare la verità.
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Gli U$A abbandoneranno prima o poi Israele al suo TRAGICO ED INGRATO DESTINO !
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claudio emilio t. Tuesday, Jul. 01, 2003 at 1:28 PM |
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La verita' è che nessuno si rende conto che i timidi passi verso la pace Sharon li ha fatti perche' in israele c'e' una crisi economica dilagante ...............
Per fortuna che a riconoscerlo è stata una parlamentare britannica laburista di origine ebraica se no i sionisti dicevano che erano 'invenzioni propagandistiche antisemite'!
La verita' è che nessuno si rende conto che i timidi passi verso la pace Sharon li ha fatti perchü in israele c'e' una crisi economica dilagante.
Stanno per scnedere di fascia nei paesi col piu' alto tasso dipoverta' e l'economia israeliana è a pezzi dopo due anni di intifada.
Questo ha spinto il Likud a accettare la road map, non la volonta' di ridare la terra ai palestinesi; dunque il boicotaggio puo' solo aiutare, in modo non violento su questa strada ...
PS: sulla scienza,sono almeno due anni che non ci sono piu' scienziati stranieri al Weizmann institute che giustamente sono spaventati dalla violenza: indi per cui il tasso di produttivita' scientifico Israeiliano e' crollato MOLTO piu' della loro economia ...
Oltretutto all'economia statounitense gli costa un vero e proprio salasso fiscale l'appoggiare la politica colonialistica Israeliana, che fino a ieri gli serviva per controllare 'da vicino' l'Arabia Saudita ed altre regioni piene inzuppate di petrolio della regione ....
Adesso che gli U$A si sono decisi ad occupare TUTTI i paesi produttori di petrolio nell' intero orbe, come hanno di fatto gia' fatto con l'Irak, confiscandone l'oro nero, abbandoneranno prima o poi Israele al suo TRAGICO ED INGRATO DESTINO .....
Capito ?
Gli Stati Uniti del Nord America prima ti U$ANO poi ti GETTANO !!!!
ha ha ha poveri illusi
ha ha ha
http://italy.indymedia.org/news/2003/06/316413_comment.php#317376
italy.indymedia.org/news/2003/06/316413_comment.php#317376
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Queste visioni apocalittice le ho avute prima IO
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LIBERA !!!!!!!! quella VERA -sono palestinese Tuesday, Jul. 01, 2003 at 1:35 PM |
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Allarme serio:potra' mai realizzarsi ? Gerusalemme La Santa! Gerusalemme Città Santa per tre Confessioni Religiose, per Essa si da la Vita intera, Gerusalemme portale del Paradiso in terra, in questo valle di ombre, lacrime, sangue, sofferenza e morte !!!!!! Ma tutto per essa puó succedere.
Ciò che vogliono gli estremisti israeliani: far saltare in aria La Cupola Della Roccia ed altre Moschee per poter ricostruire per la 3^ volta il Tempio di re Salomone !!!!!!!!!!
Il problema per i radicali Islamici come Hammas è che la popolazione Islamica dell'intero mondo è frammentata,e non possono i vari stati contrastare coi loro eserciti l'Impero a stelle & striscie ma un evento di questa portata farebbe cambiare le carte in tavola, sopratutto se a provocare la distruzione anche solamente "PARZIALE" della Cupola della Roccia siano gli effetti collaterali di un molto probabile attacco anglo americano e/o israeliano in quel posto sacro: Gerusalemme!
Quindi qualche frangia armata di estremisti od integralisti che dir si voglia tanto palestinesi come zionisti potrebbero dinamitare o bombardare La Cupola Della Roccia ed altre Moschee, costruite nell'antico luogo del Tempio di Gerusalemme, facendole scoppiare in briciole in aria: allora si che saranno guai seri, credetemi.
Qualcuno fará un bel botto con la Moschea della Roccia ed allora.....sará la fine per Israele !!!Sará la 1^Guerra Mondiale Permanente.
Gia in passato estremisti ultra sionisti hanno provato a dinamitare Moschea della Roccia e questo 'evento' potrebbe mobilitare le masse islamiche nel mondo intero ...
Od anche un NON improbabile attacco terroristico perpetrato da un singolo colono od estremista sionista.
O ripeto da terroristi o guerriglieri che dir si voglia palestinesi, di Hammas, di Alquaeda (sempre ammesso che esista veramente!)!
O chi altri ....?
Giá alcuni sionisti per poco non ci riescono: se cosí fosse nessuno potrebbe mai impedire un conflitto tra tutti i mussulmani che nessun governante potrebbe mai fermare in nessun modo e gli israeliani.
Sarebbe la fine.
Gerusalemme è sempre stata una cittá molto contesa: è infatti l´omphalus (ombelico) del mondo di ben 3 religioni ed una infinitá di sette...La spartizione dei territori sempre si è bloccata a Gerusalemme.
¿Accadrá mai?
Ci sono fanatici ebrei e ultimamente,data la criticitá della posizione palestinese grandemente svantaggiata e ghettizata fondamentalisti islamici,che potrebbero arrivare a distruggere il Terzo posto Sacro al Mondo per importanza per la fede Islamica, per fare scoppiare inreversibilmente la piú grande guerra che il Mediterraneo abbia mai visto: La Cupola della Roccia.
Per non contare gli obbiettivi NON DICHIARATI ANCORA...
italy.indymedia.org/news/2003/06/317380_comment.php#321402
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"il Nuovo Ordine Mondiale emargina l'ONU"
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Boutros Boutros-Ghali Tuesday, Jul. 01, 2003 at 2:50 PM |
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Una delle intime conseguenze degli ultimi eventi mondiali è il fatto che l’unilateralismo può distruggere le Nazioni Unite. Poi, però, mi ricordo di Woodrow Wilson, presidente americano, che si adoperò per la nascita della Lega delle Nazioni, di Franklin D. Roosevelt, che contribuì alla creazione delle Nazioni Unite, insieme con Winston Churchill. Ed allora mi dico che non c’è motivo per non sperare, nei prossimi 10 o 20 anni, nell’avvento di un nuovo leader statunitense che sia in grado di muoversi sulla scia di tali illustri predecessori.
Ma questo è il lato ottimistico della questione. Oggi, le Nazioni Unite stanno diventando emarginate a causa della politica unilateralistica; nel passato, era avvenuto qualcosa di parzialmente simile solo durante la Guerra Fredda, ma in quel caso la situazione politica internazionale era bipolaristica. Ora le cose stanno cambiando. La globalizzazione avrà un impatto su ogni settore della vita, conducendo suppergiù alla globalizzazione della democrazia, che io definisco anche “la democratizzazione delle relazioni internazionali”. Oggi possiamo anche avere una dittatura con cui trattare, ma dal punto di vista pratico ciò è talmente difficile da richiedere una decentralizzazione, che è uno degli elementi della democratizzazione.
In un certo senso, l’ONU riveste il ruolo di capro espiatorio nel mondo odierno. Se c’è la percezione che una disputa si possa risolvere facilmente, ecco che si trovano subito una quantità di mediatori, desiderosi di rivestire un ruolo nella partita. Ed allora si creano due livelli di disputa: la prima fra le parti, e la seconda fra i mediatori. Ma si può anche verificare il caso che nessuno sia interessato alla disputa, per motivi economici, o per altre priorità, o perché il conflitto potrebbe essere assai complicato da risolvere, e nessuno in tal caso possiede la pazienza necessaria per affrontare la partita politica. In tutti questi casi, la disputa viene affidata all’ONU.
Ora, il problema reale è che l’ONU non è in grado di far sentire la sua voce. Come, infatti, potrebbe difendere sé stessa, se affermasse che lo Stato Membro X è colpevole per una certa situazione, dal momento che lo Stato Membro X è contemporaneamente il “boss” delle Nazioni Unite? Se si dovessero usare armi diplomatiche, si potrebbe dire che lo Stato X è responsabile. Ma in tal caso, lo Stato X smetterebbe di pagare tributi all’ONU per rappresaglia. Incapace di difendersi, l’ONU allora diviene capro espiatorio.
Nei riguardi del Nuovo Ordine Mondiale ci sono due elementi da considerare: il primo è la globalizzazione e l’altro il ruolo delle Nazioni Unite. La globalizzazione è un processo irreversibile e non può arrestarsi. Si tratta di un fenomeno nuovo, che porta con sé problemi nuovi e senza precedenti. Il terrorismo internazionale e la globalizzazione della finanza sono due problemi posti chiaramente di fronte a noi. La mancanza di precedenti rende la ricerca delle soluzioni molto più difficile.
Il fatto che dobbiamo confrontarci con nuovi problemi significa che è assolutamente necessaria una svolta alle Nazioni Unite. Dobbiamo prepararci alla terza generazione delle organizzazioni internazionali, dopo la Lega delle Nazioni e l’ONU. Non basterà cambiare la composizione del Consiglio di Sicurezza, o rivoluzionare le operazioni dell’Assemblea Generale, o rinforzare il Consiglio Economico e Sociale. La terza generazione dovrà essere il risultato di un cambio drastico nel concetto di fondo. Il primo punto è quello di ricercare la partecipazione di membri non appartenenti all’apparato statale per la realizzazione degli affari internazionali. Non potremo mai risolvere certi problemi senza la partecipazione di grandi città, organizzazioni non governative o corporazioni multinazionali.
Come potranno partecipare questi nuovi soggetti? Che potere dovranno avere? Come coesisteranno con gli stati-nazione? Quali saranno i nuovi attori sulla scena politica internazionale? Ecco quali saranno i problemi di domani. Occorreranno anni di duro lavoro: è necessario un ricambio generazionale per adottare nuovi concetti o idee. Ci sono voluti 200 anni per porre fine alla schiavitù, mezzo secolo per il colonialismo. Anche il documento costitutivo dell’ONU conteneva un influsso del colonialismo, con il sistema delle amministrazioni fiduciarie.
Ci sono voluti 30 anni per renderci conto di avere un problema con l’ambiente, ed accettare l’idea di sviluppo sostenibile; ed ancora siamo al fallimento dei protocolli di Kyoto. Così forse questo può essere l’inizio di un processo di cambiamento, e ci vorranno 20 o 30 anni affinché un simile cambiamento riesca ad essere integrato nel sistema.
*Segretario Generale delle Nazioni Unite dal 1991 al 1995
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IL GOVERNO INVISIBILE
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TESCHI E OSSA Tuesday, Jul. 01, 2003 at 4:21 PM |
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IL GOVERNO INVISIBILE
Tratto dal primo capitolo del libro "il governo ombra" di Alfredo Lissoni
TESCHI E OSSA
L’estate del Duemila ha visto arrivare, nelle sale cinematografiche italiane, una curiosa pellicola americana del regista Rob Cohen, intitolata “I teschi - The skulls”. Essa denunziava l’esistenza di una setta segreta, attiva negli Stati Uniti, che reclutava ragazzi nei campus per formarli come nuove leve di un’aristocrazia economico-politica il cui scopo era il mantenimento del potere ad ogni costo, e con qualsiasi mezzo. Simbolo della setta, che assicurava immediatamente ai propri adepti soldi sesso e successo, un teschio poggiato su due tibie incrociate, come nello stemma dei pirati. Nella pellicola si affermava altresì che la CIA, il servizio segreto americano, era nato all’interno della setta dei “Teschi” e che ben tre presidenti statunitensi ne avevano fatto parte. La fedeltà al club, si riferiva nella pellicola, funzionava come una sorta di feroce massoneria: apriva le porte al potere, assegnava denaro, chiedeva scambi di favore, oltre ogni limite. Ciò che non veniva detto, e di cui solo una parte del pubblico era forse al corrente, è che la setta dei “Teschi” esiste veramente (anche se il suo vero nome è “Teschi e ossa”). Come esiste effettivamente negli Stati Uniti (e non solo) un “governo ombra” il cui fine ultimo è la distruzione dell’ordine costituito per la costruzione di una “Sinarchia”, un governo unico mondiale retto da un’aristocrazia di potenti, che instaurerà un “Nuovo Ordine Mondiale”. Per giungere a questo scopo ogni mezzo è lecito, dall’omicidio politico allo sterminio di massa, dal controllo della stampa alla nascita del Grande Fratello telematico che tutto vede e tutto spia; in questa disperata lotta al predominio del mondo entrano in ballo le moderne tecnologie informatiche, i satelliti spia e le guerre batteriologiche; ma hanno un ruolo fondamentale anche le credenze esoteriche, le sette e certe filosofie New Age. E così il governo ombra pesca aderenti nei movimenti ufologici messianici come pure nel più bieco satanismo. Solo fantasie? Sfortunatamente no; i primi ad ammetterlo sono gli stessi protagonisti di questa incredibile congiura a livello planetario.
GLI ILLUMINATI
“Un Nuovo Ordine Mondiale? Sì, esiste. C'è un coordinamento segreto fra le sette sataniche, sia americane che europee, per la conquista del mondo e per la sua riorganizzazione. La religione verrà abbattuta e sostituita dal culto di Satana. E i politici saranno rimpiazzati dai sacerdoti del Maligno. Le razze inferiori verranno eliminate e la popolazione drasticamente ridotta”. A dipingere questo apocalittico scenario è stato il giovane e biondissimo "Angel", pseudonimo di un satanista californiano pentito che, nell'ottobre 1989, ha confessato al giornalista televisivo Giorgio Medail l'esistenza di un'antichissima e pericolosa setta infernale, gli Illuminati. “La sede di questo movimento sotterraneo”, ha precisato "Angel", “è in Scozia, dove vive il capo supremo di tutti i satanisti, il Maestro del Mondo, di cui nessuno conosce la vera identità...".
Dell’esistenza di un gruppo esoterico di destabilizzatori sociali è convinto anche il fisico slovacco Vladimir Terzinsky. “Si fanno chiamare Gli Illuminati”, ha detto Terzinsky in una conferenza negli Stati Uniti, “e hanno già influenzato segretamente molti politici durante l'ultima guerra mondiale. Le loro idee sono state fatte proprie nientemeno che da Hitler... La setta sarebbe composta da individui eterogenei per classe sociale, credo e razza, tutti accomunati da una fortissima propensione per l'esoterismo e per il complotto politico. Il loro scopo è di sovvertire il mondo, portandolo sull'orlo della catastrofe sia politica che economica per poi, con un colpo di stato planetario, prenderne il controllo".
Quella che sembra la trama di un thriller fantapolitico è in realtà la versione moderna in chiave catastrofica della cosiddetta “teoria del complotto esoterico”. Essa sottintende la possibilità che le sorti dell’umanità siano decise da un ristretto gruppo di personaggi, appartenenti a società segrete, che si sarebbero infiltrati nei centri del potere politico, economico e militare di ogni paese. Che non si tratti però soltanto di una teoria è sfortunatamente dimostrato. Certo, le notizie che occasionalmente fuoriescono da queste sette (in buona parte sataniche) sono molto stringate: il segreto è la prima regola, e chi tradisce paga molto duramente. Dai frammenti di informazioni recuperati dagli investigatori (l’FBI, ad esempio, è spesso sulle tracce di questi sovvertitori dell’ordine pubblico) sappiamo dell’esistenza di una “base”, spesso un vero e proprio braccio armato, composto da gruppi di estremisti (satanisti, neonazisti e a volte anche fanatici religiosi di vari credo) che, pur professando filosofie, religioni e culti diversi fra loro, hanno un obiettivo comune molto chiaro: conquistare il mondo e sovvertire l’ordine sociale, sostituendolo con qualcosa di nuovo e di diverso. Alcuni di essi provengono dall’estrema destra neonazista, altri dal satanismo, altri ancora sono apolitici, ma tutti sono comunque manovrati dai vertici del governo ombra.
Ufficialmente quella del Nuovo Ordine Mondiale è stata per lungo tempo, secondo alcuni politologi, una teoria socio-economica, propugnata dai presidenti Reagan e Bush negli Stati Uniti e da Margareth Thatcher in Gran Bretagna, che prevedeva l’abbattimento delle frontiere doganali e la creazione di un’unica grande nazione euro-americana, diretta da un solo organismo. Un progetto abbandonato, si dice, a causa dell’intransigente opposizione di vari gruppi religiosi e laici caratterizzati da un forte nazionalismo, e sostituita nel Vecchio Continente dalla nascita dell’Europa Unita. Ma la Sinarchia è invece una realtà. Vi aderiscono alcune delle principali famiglie economico-finanziarie internazionali, raggruppate in centri di potere quali la Trilateral Commission, il gruppo Bildeberg, il CFR americano. Vi sono industriali e magnati del petrolio che, entrati in politica o nei servizi segreti, hanno spesso trasformato il governo americano in un docile fantoccio nelle loro mani. Questo è l’incredibile quadro che emerge dalla rilettura dei documenti più scottanti e dalle testimonianze più esplosive. Grazie ad essi si scopre che la Sinarchia non disdegna, per il raggiungimento dei propri fini, utilizzare le tattiche più disparate, da quelle scientificamente riconosciute (come il controllo delle telecomunicazioni attraverso i satelliti e la rete spia Echelon) a quelle considerate più esotiche, come la guerra psichica, la magia nera, la retroingegneria UFO. Combattono la religione, sebbene molti sinarchici si dichiarino apparentemente buoni cristiani, e questo perché il cristianesimo tende ad abbattere le distinzioni tra classi sociali; la Sinarchia invece le esaspera. Non meraviglia dunque che al suo interno vi siano elementi legati al satanismo o al neonazismo (la stessa CIA, braccio armato del Governo Invisibile, nacque con elementi provenienti dalla Gestapo).
LA CACCIA ALL’ANTICRISTO
La presa di coscienza dell’esistenza di questa terrificante realtà ha portato in America, come era prevedibile, ad una vera e propria caccia alle streghe da parte di quegli ambienti religiosi (alcuni dei quali fondamentalisti, sfortunatamente) che hanno deciso di opporsi alla Sinarchia. E si è giunti a veri e propri eccessi, nella “lotta all’Anticristo” (della quale lo scozzese Re del Mondo sarebbe il vicario), con una serie di attentati alla casa di produzione cinematografica statunitense Warner Bros, che ha l'unico torto di avere la propria sede di New York al civico numero 666 (che nel libro dell’Apocalisse indica il demonio) e che viene accusata di produrre cartoons che incitano alla violenza; con il boicottaggio della Disney, che nei propri film inserirebbe disegni osceni e subliminali (un fallo ne “La sirenetta”, ecc...) e della Procter&Gamble, una multinazionale chimica nota soprattutto per i suoi prodotti per l'igiene personale: accusata ingiustamente da varie sette protestanti di aver stretto un patto con Satana attraverso la chiesa del reverendo Moon e di avere un marchio che ricordava (invero, con molta fantasia) un simbolo satanico, la società ha visto crollare a tal punto le vendite, da dover cambiare il marchio incriminato. La Procter aveva la sfortuna di pubblicizzare i propri prodotti con il disegno di un vecchietto barbuto, i cui riccioli ricordavano tre 6 in fila; fra gli oltre 60 prodotti distribuiti, la Procter aveva anche il sapone chiamato Ariel, che neanche a farlo apposta è uno dei nomi del diavolo. A seguito della campagna di boicottaggio la ditta ha mutato il proprio, antico simbolo sostituendolo con il volto di una ragazza sorridente. Nel mirino è finito anche l’attore David Hasselhoff, già stella di “Supercar” e “Baywatch”, che qualcuno ha stabilito essere... l’Anticristo (ma è stato detto anche di Bill Gates). La lotta contro le ditte seguaci del demonio (dal quale riceverebbero, in cambio di un patto satanico, la ricchezza) ha raggiunto l’apice nel 1988, quando il gruppo svizzero Crusade ha divulgato in Europa (in Italia grazie ad un gruppo di preti bolognesi) una lista di “marchi di fabbrica” (i codici a barre che identificano la casa e il prodotto) attribuiti a ditte sataniche. Al di là della non dimostrata adesione delle ditte al satanismo, l’aspetto più curioso fu che questa caccia alle streghe venne da una parte scatenata dagli ambienti fondamentalisti cristiani, dall’altra da quegli stessi movimenti neonazisti (con il libro “Secret societies” del nazista Jan Udo Holey) legati proprio alla Sinarchia.........
I CREDENTI DEL MALE
Sebbene il cervello di questo movimento segreto sia in Scozia (patria storica di un certo tipo di Massoneria), le fila vengono oggi tirate dagli Stati Uniti; là ogni anno scompaiono circa diecimila persone, buona parte delle quali, soprattutto in California, finirebbero nelle grinfie dei satanisti. Tale è la convinzione di un agente dell’FBI confidatosi nel 1986 con il giornalista italiano Giorgio Medail, in America per un reportage sulle messe nere. Proprio la California, a detta degli esperti, è uno degli stati maggiormente a rischio. Sparizioni di persone, da utilizzare per sacrifici umani, avvengono con una certa frequenza lungo l’autostrada Highway A1. E S.Francisco altro non sarebbe che il vertice di un triangolo nero che, con Torino e Praga, rappresenterebbe una delle roccaforti dei seguaci del Maligno.
Se questi dati, indubbiamente esagerati dalla stampa, dovessero avere un minimo di fondamento, allora ci troveremmo di fronte ad una preoccupante mappa della religiosità deviata. Quanti siano i satanisti nessuno lo sa con precisione. Nemmeno essi stessi. Questo perché le loro identità, come pure i loro riti, sono strettamente segreti. Di certo si sa solo che non esiste un rituale satanico ben preciso. E sebbene negli anni Sessanta sia stata pubblicata in California addirittura la Bibbia di Satana, i moderni seguaci del demonio hanno riti e liturgie che differiscono da Paese a Paese. L’avvocato Davide Venturini della Congregazione per la Cause dei Santi stima che siano almeno diecimila i gruppi satanici che si rifanno allo gnostico inglese Aleister (Edward Alexander) Crowley, e quindicimila i gruppi neri italiani; secondo un rapporto del Viminale in occasione del Giubileo del 2000, esisterebbero però solo 9 gruppi per un totale di duecento adepti (secondo una ricerca del novembre 1994, gli adepti di sette erano invece più di 600.000, cui andavano aggiunti altri 400.000 simpatizzanti. In pratica, due italiani su cento facevano parte - a metà degli anni Novanta - di uno dei circa quattrocento movimenti sparsi sul territorio nazionale. E circa tremila aderivano a gruppi satanici). I dati dunque sono confusi. In Francia esistono diverse sette che praticano la magia sessuale ed hanno una forte componente femminile, mentre nei covens (congreghe) inglesi predominano i maschi, molti dei quali si abbandonano a pratiche neopagane o sadomasochiste, talvolta purtroppo con sacrifici di bambini (il 17 marzo 1990 scoppiò nel Regno Unito uno scandalo enorme, quando si seppe di bambini partoriti da sataniste per riti sacrificali). In Italia l’omicidio rituale è invece pressoché sconosciuto, mentre è ammesso e anzi è una pratica obbligatoria nelle conventicole dei narcotrafficanti messicani che si ricollegano al culto azteco di Quetzalcoatl, il Serpente Piumato (a Matamoros, nell’aprile del 1989, vennero arrestati diversi satanisti narcotrafficanti, guidati dal boss Adolfo Costanzo, che credevano di ottenere dal diavolo l’immunità bollendo in un calderone cuori umani e sacrificando bambini).
Strutture e credi variano a seconda delle nazioni, sebbene sia lecito ritenere che dietro le principali sette del male vi sia comunque la Sinarchia. Taluni satanisti non sono altro che una degenerazione dei movimenti hippies; sono dei ribelli insofferenti all’autorità costituita che spettacolarizzano il disprezzo della religione solo per dare scandalo. Alcuni di costoro sono noti cantanti rock, come Dio, i Black Sabbath, Marylin Manson ed Alice Cooper (che prende il nome da una strega del passato che terminò i suoi giorni sul rogo) che si fingono satanisti ma che di fatto non hanno nulla in comune con i veri adoratori del demonio. I veri satanisti, per contro, non si addobbano con tatuaggi, teschi o croci rovesciate, ma si travestono, più subdolamente, da persone rispettabili (tali parevano i supposti partecipanti ai raid satanici del mostro di Firenze, che si dice godesse della copertura di noti esponenti del bel mondo fiorentino). Costoro, a differenza dei seguaci degli antichi culti pre e paleocristiani (come molti gnostici che si rifanno ad Aleister Crowley, o i neopagani) adorano effettivamente il Maligno, il diavolo biblico, il signore del male, convinti che in questo modo non andranno all’inferno ma erediteranno la Terra, e sicuri che il diavolo non sia così brutto come lo dipinge la Chiesa.
I satanisti si radunano periodicamente per cantare le lodi al loro signore generalmente il 1° maggio, festa pagana di Lammas, ed il 2 novembre, Halloween (ma non c’è una regola. Altri satanisti italiani prediligono il 31 ottobre, il 2 febbraio, il 30 aprile, il 21 giugno; in buona sostanza le ricorrenze sono collegate alle stagioni, a solstizi ed equinozi). Questi incontri, chiamati in Gran Bretagna sabba quando vi partecipano molti adepti ed esba se in tono minore, avvengono prevalentemente di notte. Solitamente fra la mezzanotte e (per il sacerdote luciferino romano Efrem Del Gatto) le due e tre quarti, nel momento in cui le influenze lunari sarebbero più forti ed il momento propizio per le evocazioni demoniache e le pratiche magiche. Durante questi incontri si celebra una messa, che è nera in quanto ripete al rovescio quella cristiana. Si evoca il diavolo anziché il Signore, si recita nema anziché amen, si utilizza come altare una donna nuda e ci si scambia un segno di pace congiungendosi carnalmente. Durante queste cerimonie, praticate con diverse varianti a seconda dei vari covens, si è soliti raccogliere in un calice, la “coppa di Babalon”, gli umori sessuali di tutti i presenti e quindi comunicarcisi. Tale liquido, chiamato amrita, servirebbe a conferire maggiore forza psichica durante gli incantesimi con i quali i satanisti cercano di ottenere vantaggi personali, dalla ricchezza alla giovinezza al successo, ma solo e soltanto attraverso il male procurato ad altri, ottenendo benefici solo attraverso le altrui disgrazie. Durante questi riti viene talvolta portata a termine una pratica segretissima, la costruzione del bambino interno, basata sulla credenza che non tutti gli uomini abbiano un’anima immortale e che pertanto sia necessario costruirsela giorno per giorno. Questo avviene, per i satanisti, con la ritenzione del liquido seminale. Che, in questo modo, andrebbe ipoteticamente ad alimentare il bambino interno, che come tale viene nutrito ed allevato; e battezzato satanicamente con un nome segreto che nessuno dovrà mai conoscere, se non si vorrà correre il rischio di diventare schiavi psichici, zombi privi di volontà in balia dello scopritore del nome segreto.
Ma la più aberrante pratica magica dei satanisti è sicuramente l’immolazione di una vittima umana. “Il vero segreto della Scienza occulta”, ha scritto il demonologo francese Georges Demaix, “è il controllo del magnetismo umano e la sua proiezione nello spazio. Coloro che ignorano il magnetismo non possono agire. I fluidi umani sono potenti e di una rara efficacia...” E la caccia a questi fluidi sembra essere una delle occupazioni principali del cultori del male. Dicevamo che nel 1990 i giornali della Gran Bretagna riportarono a titoli cubitali la notizia che decine di bambini sarebbero stati rapiti dai satanisti londinesi e sacrificati (qualche anno dopo si scoprì di riti pedofilo-satanici su di un’isola vicina a Washington, coinvolti politici di alto livello come il deputato Barry Franks e membri del Pentagono e della CIA, come Craig Spence, ex direttore dello staff di George Bush; Kenneth Lanning, dell’FBI Behavioral Science Unit, dopo otto anni di indagini ha liquidato il tutto come falsità). Nel caso della Gran Bretagna molti infanti sarebbero stati figli di coppie sataniche, appositamente allevati per l’olocausto finale. Questa abietta forma di rito verrebbe praticata in quanto, al momento del trapasso, il sacrificato sprigionerebbe potentissime energie psichiche che i satanisti utilizzerebbero, oltreché per propiziarsi le divinità infernali, per ottenere il dominio sulle forze della natura. Essendo, fortunatamente, tale costume non esente da rischi e da procedimenti penali, molti adepti del demonio preferiscono ridurre il pericolo operando su cadaveri trafugati dai cimiteri. Queste profanazioni di tombe avvengono talvolta corrompendo i custodi dei cimiteri. Un caso che destò scalpore si verificò in Italia, a Ioppolo, nel 1984, allorché un necroforo venne colto sul fatto mentre disseppelliva una bimba di cinque anni. Le tombe hanno poi una funzione centrale presso molti gruppi satanici. Angel ha raccontato che la sua setta soleva nascondersi nelle tombe per sfuggire alla polizia; la terra di cimitero sarebbe poi considerata un elemento di prim’ordine per la realizzazione di filtri e pozioni.
Il legame di queste settacce (nel 1988 lo studioso Gianluigi Marianini stimò in 40.000 i satanisti italiani) con la Sinarchia (gli Illuminati) deriva dal fatto che una delle idee fisse di alcuni gruppi settari dediti al male sia la convinzione dell’imminenza della fine del mondo. Fine che deve essere accelerata per permettere al diavolo di sgominare le forze del bene, incarnate dalla società borghese e conservatrice, detentrice del potere. “Alcuni maghi dei secoli passati”, ha scritto l’avvocato Venturini, “hanno affermato che l’Anticristo avrebbe iniziato la sua manifestazione pubblica nel 1996 e che l’avrebbe condotta a compimento nel 1999. Questa idea è stata ripresa dalla maggior parte dei gruppi satanici, che l’hanno poi fatta propria e che tentano di darle corpo”. Per scardinare dalle fondamenta lo status quo molti satanisti anni Ottanta e Novanta hanno cominciato a reclutare tra le loro fila, soprattutto in America, membri dell’esercito ed esponenti della finanza, tutti accomunati dall’idea di un nuovo ordine mondiale. Alcuni di essi hanno effettivamente confessato la loro appartenenza alle milizie nere.
Oggigiorno gli Illuminati, che di fatto si considerano una antichissima setta di risvegliati (cioè di ribelli alla cultura e alla religione ufficiali, giudicate oppressive e massificanti), vantano - vero o falso che sia - affiliati in tutto il mondo. Utilizzano individui psicolabili per destabilizzare periodicamente le basi della società; pilotano i movimenti neonazisti di tutto il mondo (si pensi alla setta giapponese Aum Shinrikyò o ai nazionalisti russi di Zhirinovskij); strumentalizzano e manovrano guru e santoni ed alcune sette New Age per far filtrare nella società le proprie idee rivoluzionarie. A questo proposito diversi scandali ha suscitato, fra il 1985 ed il 1998,
la scoperta che molti moderni Rasputin da anni manovrano i principali capi di stato: in America l’astrologa Joan Quigley indicava a Reagan i giorni fasti e nefasti per firmare i trattati di proliferazione nucleare (e per l’astrologia impazzivano anche Nancy Reagan ed il generale Schwarzkopf, il comandante dell’operazione “Tempesta nel Deserto” contro Saddam Hussein) e la medium inglese Rosemary Altea sosteneva di essere il consigliere di fiducia della famiglia Clinton. E se Bill dormiva con sul comodino una copia del libro de “La profezia di Celestino” (del padre della Next Age James Redfield), Hillary, da parte sua, organizzava sedute spiritiche con la parapsicologa Jean Houston, che l’aveva convinta di essere la reincarnazione della regina Caterina di Russia e grazie alla quale la first lady cerca di evocare lo spirito di... Gesù e del Mahatma Gandhi. In Russia il ruolo della Houston l’ha ricoperto la discussa guaritrice georgiana Djuna Davitashvili, una ciarlatana che ha avuto in cura prima Breznev e poi Eltsin; e c’è anche il teleguaritore Anatoli Kashpirovski, ex consigliere di fiducia del leader ultranazionalista Zhirinovskij e del ministro degli esteri Gennadj Gherassimov all’epoca del mandato di Gorbachov; qualche anno fa si è poi saputo che molti alti papaveri sovietici avevano tutti un astrologo personale e che la CIA intendesse sfruttare la loro credulità intervenendo sui loro operatori dell’occulto. Non è certo migliore la situazione in Gran Bretagna, ove grande scandalo vi è stato quando la cartomante greca Vasso Kortesis ha venduto ai tabloid londinesi le confidenze della sua cliente Sarah Fergusson, l’ex consorte del principe Andrea d’Inghilterra. La Kortesis ha rivelato che l’ex duchessa di York era una grande appassionata di magia ed occultismo, credulona al punto da chiamarla “mamma”. Anche Lady Diana e Dodi Fayed avevano un astrologo personale, Rita Rogers, che aveva previsto per i due un futuro di amore e di felicità. Contro la mania per l’occulto dei reali d’Inghilterra ha tuonano nientemeno che l’arcivescovo di Canterbury (il papa dei protestanti) Lord Runcie, che ha rivelato che Carlo d’Inghilterra è stato manipolato ed allontanato dalla religione dal santone reincarnazionista sudafricano Laurens Van Der Post; infine, il dito è stato puntato in passato dai media anche contro il guru indiano Sri Chinmoy, che addestrava personalmente i funzionari dell’ONU, e contro il santone Sai Baba, che ebbe in passato stretti legami con la famiglia Craxi.
In molti si sono domandati quanto possa essere pericolosa l’influenza di alcuni dei sopracitati personaggi sui leader delle due principali superpotenze. E che tanti sospetti non siano ingiustificati è stato dimostrato dall’attentato con il gas nervino al metrò di Tokyo, nel ‘95, di cui parleremo in seguito. L’episodio ha infine spinto i media a domandarsi se non vi sia effettivamente una regia occulta (quella sinarchica) dietro sette e santoni, con scopi destabilizzanti.
Un classico esempio di attacco mascherato alle istituzioni fu la strage a Bel Air del 1969, durante la quale perirono sei persone, compresa Sharon Tate, la bellissima moglie di Roman Polanski. Tale eccidio era stato ordinato da un pazzoide fanatico a nome Charles Manson, un satanista che amava farsi identificarsi alternativamente in Dio e Satana e che aveva raccolto un gruppetto di hippies sbandati in un ranch, l’Old Spahn, ribattezzato Family, la famiglia Manson. Di questa congrega di sbandati Vincent Bugliosi, il procuratore incaricato delle indagini sulla strage di Bel Air, scrisse: “Quasi tutti i membri della Family avevano maturato una profonda e radicata ostilità verso la società”. Lo stesso Bugliosi si convinse che i mansoniani intendevano ordire l’Helter Skelter, un complotto su larga scala “per provocare una gigantesca carneficina e fuggire nel deserto da dove Manson sarebbe stato richiamato un giorno per governare il mondo.”
Molti satanisti credono che per ottenere tale scopo sia necessario stipulare un patto col diavolo, per ottenerne i favori: danaro, protezione o successo dell’impresa. Si ritiene che gli adepti possano stipulare il patto per ottenere un dono, uno e uno soltanto, in cambio dell’anima e in genere per soli venti anni, come è documentato nella tradizione stregonesca sin dal XVI° secolo. Nel tentativo di prolungare questi favori i satanisti cercano di piegare il diavolo ai propri voleri servendosi dell’incantesimo della mano di gloria. Si tratta di una pratica oramai pressoché scomparsa e consistente nel procurarsi la mano mummificata di un impiccato (operazione tutt’altro che agevole) da utilizzare come portacandele per affascinare il diavolo. Nei trattati stregoneschi rinascimentali si dice infatti che il demonio provi un’attrazione irresistibile per questo amuleto e che, pur di potere restarsene a contemplarlo in santa pace, sia disposto a concedere qualsiasi favore al possessore della mano, che, in questo modo, acquista la gloria, cioè i poteri, del demonio (tematica parzialmente ripresa nell’ultimo film di Polanski, “La nona porta”; qui l’amuleto è in realtà un libro magico con le figure dei tarocchi). L’ultima mano di gloria in circolazione si trova nel museo personale dello studioso torinese Lorenzo Alessandri, pittore e grande esperto di satanismo.
Dal 30 aprile 1966 esiste anche una chiesa ufficiale per il culto del male. Si trova a S.Francisco, è una palazzina in legno di tre piani, tutta nera, tappezzata internamente da drappi rossi, maschere diaboliche, fruste e crocefissi rovesciati. La sua frequentazione è libera, come pure il culto è autorizzato, essendo in America ammessa per legge qualsiasi religione. Vicario e fondatore di questa chiesa è l’ungherese Anton Szandor La Vey, un ex domatore di leoni dal fascino mefistofelico, che vanta migliaia di aderenti non solo negli States ma anche in Europa e Canada. La Vey ha scritto nel 1969 una bibbia satanica che in pochi anni è diventata un best seller ed il cui comandamento principale è fa ciò che vuoi; ha inoltre pubblicato “Il rituale satanico” (1972), che codifica i riti. I due libri hanno venduto nel mondo oltre 300.000 copie.
La Vey sostiene che Satana voglia il bene dell’umanità e che sia contrario alla mortificazione della carne e della volontà. Per questo motivo i satanisti si sentono autorizzati a fare tutto ciò che vogliono, soprattutto il male. La Vey ha operato per anni assieme alla biondissima moglie e alla figlia Karla, dispensando sacramenti (ovviamente satanici) e celebrando matrimoni e creando anche una moda. Uno dei più discussi matrimoni satanici, celebratosi a Louisville nel Kentucky fra il locale vescovo nero ed una sacerdotessa di Satana, ha attirato centinaia di curiosi. Inseritosi, con i suoi discepoli, profondamente nell’ambiente hollywoodiano, La Vey ha ispirato film come “Il sosia di Lucifero” e “Invocazione a mio fratello demonio” (nel quale recitò egli stesso). Dopo vari scismi, il suo credo è stato portato avanti dalle figlie.
Contro queste chiese sataniche si sono mossi molti esperti dell’occulto, come il ricercatore Jeremy Kingston, che ha dichiarato: “La setta di La Vey si sta espandendo, ma molti studiosi di occultismo sostengono che è molto rischioso avere a che fare con la magia nera. E un fatto accaduto nel 1967 sembra avvalorare questa ipotesi. La sera del 29 giugno un uomo di mezza età crollò sul pavimento del suo appartamento a S.Francisco, urlando con voce di donna ‘Non voglio morire’. Lui e la sua famiglia, tutti membri della setta di La Vey, riconobbero in quella frase la voce di Jayne Mansfield, la nota attrice erede di Marilyn Monroe, segretamente seguace di La Vey. In quello stesso momento Jayne, che aveva dichiarato di volersi staccare dalla setta, sarebbe morta in un incidente d’auto dopo essere stata maledetta da La Vey...”
La morte dei singoli seguaci, se non addirittura dell’intero coven, non è un evento raro.
Non è difatti infrequente che questi gruppi concludano la propria esistenza in un bagno di sangue. Non potendo mutare la realtà circostante, vari adepti decidono di cambiare il proprio stato di esistenza togliendosi la vita, entrando in questo modo, a loro dire, in un’altra dimensione (lo stesso fecero molte sette New Age ed ufologiche, dalla Higher Source ai Solariani di Luc Jouret). Quest’idea folle è molto antica e risale al 1300. Margareth Murray, nota studiosa di stregoneria e paganesimo, ha scritto nel libro “Le streghe nell’Europa occidentale” (Garzanti, 1978): “Il sacrificio del dio delle streghe era compiuto in Francia, Belgio e Gran Bretagna. Lo studioso James Frazer ha rilevato che la vittima umana, dio o vicario, non soltanto soggiaceva al suo destino, ma spesso lo anticipava dandosi la morte o mettendosi spontaneamente nelle mani del suo sacrificante”. Questa stessa rassegnazione al sacrificio è stata rilevata nei settari del XX° secolo. Susan Atkins, una delle adepte della Family Manson, ha scritto nel suo memoriale “Figlia di Satana figlia di Dio”: “Dovevo morire per tutta la gente. Loro non lo sapevano, non sapevano ma stavo per morire per loro...”
Non tutti gli adepti del demonio adorano la stessa entità. I cosmisti, come la setta francese della Cosa astrale, credono in un’entità spaziale, una forma di energia che permea l’universo. I satanisti venerano invece il diavolo biblico, l’autentico avversario di Cristo, il signore del Male, l’angelo ribelle all’autorità politica e religiosa. I luciferiani e i diabolici, invece, credono in una versione eretica della figura del diavolo. Sono cioè convinti che il dio cristiano fosse un Signore geloso, intenzionato a tenere Adamo come uno schiavo imbelle recluso in Paradiso, e pensano che l’intervento del serpente, che ha regalato all’uomo la conoscenza, ci abbia liberati dalla tirannia di Dio. Per questo i luciferiani venerano un idolo di matrice templare, il baphomet, un demone con una candela accesa tra le corna: la candela della conoscenza che con la sua luce rischiara le tenebre dell’ignoranza voluta da Dio. Gruppi luciferiani in Italia sono i seguaci di Efrem del Gatto (vero nome Sergio Gatti). Da non confondersi con gli adoratori del Maligno sono i neopagani, che recuperano gli antichi culti greco-romani; i seguaci della Wicca, la religione dell’Europa occidentale precristiani; e i draconiani, un gruppo gnostico convinto che divinità aliene abbiano da sempre controllato energeticamente il nostro pianeta.
Decisamente satanici gli yezidi o adoratori del Pavone, un gruppo eretico in campo islamico, convinto che non un serpente ma il sopracitato pennuto abbiano affrancato l’uomo dalla schiavitù, con il compito di distruggere le forze del bene. Bene che, come si sa, è sempre relativo, specie se dietro le quinte operano i sinarchici.
LE PSICOSPIE
Ma la magia nera non è l’unica tecnica “alternativa” praticata dai sinarchici, che hanno un notevole serbatoio anche nell’universo delle facoltà extrasensoriali. La prima delle notizie esplosive uscì nel novembre del 1991: la Psi Tech, una società americana con sede nel Maryland, aveva spiato per conto delle Nazioni Unite gli arsenali segreti di Saddam Hussein servendosi di... un team di veggenti!
Grazie ad una squadra di potenti sensitivi, il direttore della Psi Tech Edward Dames, un ex ufficiale della CIA, aveva così tracciato una mappa precisa delle installazioni segrete del dittatore irakeno. I telepati della Psi Tech avevano individuato due centrali per la costruzione di armi batteriologiche, i cui piani sarebbero stati poi consegnati al Pentagono. La notizia stupiva in quanto il governo americano, già nel 1988, aveva dichiarato di non avere nessuna intenzione di servirsi di medium e sensitivi in quanto "tutti i test effettuati per stabilire l'esistenza di poteri paranormali erano risultati negativi". Ma evidentemente, dietro le quinte, le cose andavano diversamente. Non solo, nel novembre del 1995 dagli archivi della CIA, il servizio segreto americano con sede a Langley in Virginia, fuoriusciva la notizia che per oltre vent’anni, e per la modica spesa di 32 miliardi di lire, i servizi segreti USA si erano serviti di medium e sensitivi per le loro attività clandestine (o “black projects”). In particolare, per rintracciare il leader libico Gheddafi nel 1986; per liberare il generale Dozier sequestrato in Italia dalle Brigate Rosse; per scoprire, nel 1979, dove fossero i nuovi sommergibili atomici dei sovietici ed infine per individuare le centrali al plutonio dei nordcoreani. I sensitivi, sei potenti telepati la cui identità non veniva rivelata, operavano presso la base di Meaden, Washington, nell’ambito del programma “Stargate” (la porta delle stelle). Il gruppo, per cercare di frugare a distanza nella mente del nemico, si serviva soprattutto della telepatia. Nel 1994 il Congresso degli Stati Uniti aveva posto il veto a questo tipo di esperimenti, giudicati inutili e costosi, ma i servizi della Difesa avevano protestato sostenendo che “le facoltà extrasensoriali esistono e vanno sfruttate”. I sei veggenti, in particolare, avrebbero individuato, nel corso degli anni, sommergibili sovietici e campi di addestramento libici per terroristi. Quanto ai fiaschi, come la mancata individuazione di Gheddafi, i portavoce della Difesa rispondevano: “Erano, sono e saranno inevitabili. Quando i nostri i top gun bombardarono Tripoli nella speranza di uccidere Gheddafi i nostri sensitivi indicarono con precisione il bersaglio: ma quella notte il colonnello non dormì sul posto e scampò alla morte. La colpa, dunque, non è dei sensitivi...”.. L’inchiesta sui veggenti di Meaden è stata condotta, per conto del Congresso, dalla professoressa Jessica Utts dell’Università della California e da Ray Hayman dell’Università dell’Oregon. Mentre la prima ha dichiarato che le ricerche meritavano di proseguire, Hayman si è detto totalmente scettico, visto che i sensitivi ci avevano azzeccato solo nel 15% dei casi. Da allora il Governo avrebbe sospeso i finanziamenti; ma sappiamo invece che lo spionaggio mentale continua ugualmente, grazie ai fondi in nero della CIA.
I russi, del resto, fanno altrettanto, e da più tempo rispetto agli americani. Già nel 1940 girava per il Cremlino Wolf Messing, un ebreo polacco ricercato dai nazisti non solo per le sue origini ma per la sua profezia della fine di Hitler qualora questi avesse attaccato la Russia. Intimo di Stalin, Messing non lesinava dare mostra dei propri poteri di controllo mentale. In un occasione il polacco riuscì a penetrare nella casa di campagna del leader sovietico, in barba alla rigidissima sorveglianza armata, suggestionando mentalmente le guardie del corpo e facendo credere loro di essere Lavrenti Beria, l'onnipotente capo della polizia segreta sovietica. Ma la possibilità di boicottare i nemici psichicamente grazie all'uso di sensitivi Stalin l'avrebbe messa in pratica, a detta del parapsicologo Massimo Inardi, "nel 1953, quando la scoperta di soggetti dotati di facoltà telecinetiche fece balenare, presso le Forze Armate, l'idea di un loro utilizzo a scopo pratico, come l'intercettazione telepatica di piani strategici, il disturbo di strumentazioni tattiche (missili, aerei, radio...), fino alla neutralizzazione a distanza degli armamenti nucleari". In quell'anno è nata la psicotronica, o “scienza delle reali energie umane“, così è stata ribattezzata la parapsicologia nella CSI.
La ricerca ha fatto passi da gigante da quando il governo ha messo le mani su medium e sensitivi dalle capacità a dir poco eccezionali. Come nel caso dei telepati Karl Nikolaev e Yurij Kamenskij che dal 1965 hanno eseguito difficili esperimenti di comunicazione mentale anche a centinaia di chilometri di distanza, con risultati ritenuti talmente sbalorditivi da spingere il Cremlino ad istituire differenti istituti di ricerca sui fenomeni ESP non solo nella capitale, ma anche a Novosibirsk, Odessa, Zhaporozhje, Taganrog e Alma Ata. E questi studi si sarebbero spinti così avanti al punto che, nel dicembre del 1992, la stampa mondiale ha riportato la notizia - quanto seria non si sa - che i sovietici possiedono una macchina psicotronica in grado di amplificare a comando i desideri, permettendo a sensitivi opportunamente manovrati di uccidere a distanza! I dettagli di quest'arma provengono ovviamente da fughe di notizie, raccolte in un documento top secret intitolato “Inventario delle informazioni di cui è proibita la pubblicazione”, un misterioso volume di quattrocento pagine, aggiornato annualmente dagli organi di censura nazionali. In un paragrafo di questo testo militare c'è una sezione dedicata proprio alle armi extrasensoriali. E si citano quattrocento cittadini sovietici che hanno denunciato insoliti dolori o vere e proprie alterazioni psichiche, provocate dalle psicospie. Fra le vittime, ci sarebbe anche un ex colonnello del KGB, pronto a testimoniare che tali apparecchiature vennero usate per favorire colpi di stato e per eliminare oppositori politici, spingendoli al suicidio. Quest'arma sarebbe stata utilizzata per ridurre a miti consigli i sei golpisti rivoluzionari che, nell'estate del 1991, sequestrarono Mikhail Gorbachov. Costoro, pur avendo in mano i codici segreti per lanciare tutte le testate nucleari sovietiche e disponendo dunque in quel momento di un potere immenso, tutt'a un tratto si arresero docilmente ed inspiegabilmente alla Guardia Rossa, lasciandosi arrestare come in trance...
Dell'esistenza di simili armi è convinto anche il colonnello dell'Esercito americano Thomas E. Bearden, un ingegnere nucleare il cui nome è legato a diversi esperimenti top secret per il Pentagono. "Esiste un'operazione segreta dei sovietici battezzata fer-de-lance “, ha raccontato il militare nel volume “Excalibur briefing”, “tesa alla conquista del mondo. L'operazione, ideata durante la guerra fredda, e ad appena pochi anni dalla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, è stata ordinata nientemeno che da Stalin, ma i primi risultati vennero raggiunti solo verso la fine degli anni '50. Io credo che la catastrofe nucleare che sconvolse gli Urali nel 1958 fu dovuta ad un esperimento sfuggito di mano, il tentativo di trasmettere a distanza un'esplosione nucleare attraverso l'iperspazio...". In altre parole, un team di sensitivi avrebbe tentato di smaterializzare gli effetti di un'esplosione atomica per rimaterializzarli su un obiettivo nemico. "Ritengo che abbiano usato un cannone nucleare iperspaziale, basato sullo sviluppo del raggio della morte in fase di studio in quel tempo", ha concluso Bearden, al quale l'informazione sarebbe arrivata a Bearden da fonti riservate.
Fantascienza? É probabile; curiosamente però, due anni dopo l’incidente, il presidente Krushev, parlando dinanzi al Presidium, confermava le supposizioni dell'americano annunciando lo sviluppo di una nuova arma “così potente da poter cancellare ogni forma di vita sulla Terra”. Armi psicotroniche o deterrenti psicologici abilmente propagandati?
Sempre Bearden cita un attacco all'ambasciata americana a Mosca, cominciato fra il 1959 ed il 1960, per mezzo di radiazioni. "I sovietici erano interessati a scoprire se avessimo dei soggetti psicotronici. In questo modo hanno irradiato l'ambasciata con radiazioni psichiche ad alto livello, causando vari disturbi ai diplomatici: aritmia cardiaca, infezioni del sangue, cancro. Questi esperimenti continuano tuttora", ha scritto Bearden nel 1988. In quello stesso anno l'agenzia di stampa Agi/Ap dichiarava che "il Dipartimento di Stato di Washington ha accusato i sovietici di continuare a bombardare con fasci di microonde l'ambasciata americana a Mosca. L'Ufficio per la sicurezza diplomatica ha detto trattarsi di segnali a microonde di potenza 5-11 gigahertz. I segnali continuano ad essere rilevati nei locali della cancelleria dell'ambasciata". Il fenomeno, denunciato nel marzo dell' '88, era già noto al governo americano da almeno cinque anni, dopo che l'ambasciatore USA in URSS aveva protestato contro queste interferenze mentali, subite dai diplomatici per un periodo di quattro mesi, "dal 4 luglio al 19 ottobre". Anche in questo caso tali onde mentali sarebbero state prodotte da sensitivi molto dotati psicocineticamente.
La guerra psichica era foraggiata direttamente dal KGB, il servizio segreto russo, una volta appurato che in America la CIA stava facendo la stessa cosa. Ma fortunatamente l'omicidio a distanza era l'ultima delle risorse. I combattenti psicotronici delle due nazioni in lotta si limitavano, in genere, a spiarsi telepaticamente.
Nell'agosto del 1962 nei palazzi del Cremlino si verificava un episodio curioso. Il presidente Krushev veniva preso da una crisi di nervi leggendo sulla stampa che Kennedy aveva dichiarato: “L’URSS ha firmato un trattato militare ed economico con Cuba. Per la Repubblica cubana il trattato è stato ratificato da Che Guevara...". L'esistenza di questo accordo era segretissima e non si riusciva a spiegare in che modo l'Intelligence Department americano ne fosse venuto a conoscenza. L'unica spiegazione era lo spionaggio telepatico. Di questa ipotesi si sono detti convinti due ricercatori del mistero, l'italiano Peter Kolosimo ed il francese Robert Charroux. "Gli americani hanno usato un sensitivo opportunamente stimolato con sostanze stupefacenti", hanno dichiarato.
Molti di questi esperimenti sarebbero stati attuati dai sovietici in una sezione riservatissima adiacente la tristemente nota centrale nucleare di Chernobyl, in mano alla Sinarchia russa (che ovviamente si oppone a quella americana). Ne è sicuro lo studioso polacco Michal Kaszowski che, nella rivista “Nie z tej ziemi”, ha dichiarato:"Molte ricerche insolite sono state portate avanti in Russia. Un test di conquista della materia attraverso lo psi fu sperimentato parecchi anni fa. Lo ha svelato una mia collega di cui debbo tacere il nome. Si tratta di una pubblicista che lavorava per il giornale ‘Kijevskie Novosti’, e che ha scoperto che a Chernobyl, nella celebre e famigerata centrale nucleare esplosa nell' '86, le installazioni erano rimaste contaminate da parecchi pericolosissimi isotopi di plutonio, chiamati americio 241 e 242. Questi isotopi ufficialmente non esistono, e la scienza ufficiale ne prevede la messa a punto ed il controllo solo fra 50 anni. La giornalista ottenne altresì materiale su certi laboratori segreti, conosciuti come Chernobyl 2, dove si conducevano varie ricerche sull'influenza del cervello e della mente umana con tecniche super e subsoniche, o con campi magnetici. Queste tecniche di controllo mentale, con supporto di strumenti e generatori atomici, venivano condotti non da militari o da agenti del KGB ma da un gruppo di satanisti, noti come Bialego Bractwa, o setta dei Fratelli Bianchi... Questi esperimenti psicotronici sarebbero attualmente ancora in corso".
Anche un altro ricercatore polacco mio buon amico, il militare Robert Lesniakiewicz, ha svolto delle indagini che lo hanno portato ad affermare: "Sono sicuro che dietro la catastrofe di Chernobyl si celino esperimenti segreti delle Forze Armate o di altri gruppi. Non è vero che il reattore è esploso per un semplice e banale riscaldamento di un motore, c'è qualcosa di più. Si tentava di mescolare psicocinesi ed energia atomica, si voleva dominare paranormalmente la materia..".
Inutile dire che, trattandosi di esperimenti segretissimi, non esistono prove a sostegno di queste tesi e che tutte le testimonianze si riducono a dei sentito dire. Ma se la veridicità di queste storie è molto dubbia e contestata, esperimenti di condizionamento mentale per programmare ad uccidere sotto ipnosi sono stati comunque condotti durante la guerra fredda. Lo ha potuto stabilire il giornalista tedesco Joachim Ward, che ha dichiarato:"Gli scienziati sovietici avevano sviluppato per conto del KGB un sistema di condizionamento mentale che trasformava in robot alcuni soldati impiegati per missioni speciali durante la guerra in Afganistan. Due degli scienziati da me intervistati, Anatoli Chadrin e Valeri Kanjuka, mi hanno detto che i soldati erano stati programmati in modo da entrare in azione non appena ricevevano via radio un segnale in codice registrato nel loro cervello. La psicoarma fu abbandonata per ordine di Gorbachov nel 1988, ma ora se ne servirebbe la mafia". Un dettagliatissimo servizio su questa psicoarma è stato presentato il 26 maggio 1995 durante il programma “Panorama”, trasmesso dalla televisione pubblica tedesca. Durante il quale è stato spiegato che gli scienziati sovietici utilizzavano onde radio ad alta frequenza in combinazione con parole chiave e codici numerici innestati nel cervello di militari e agenti di polizia.
La lotta di spie, convenzionali e psichiche, tra americani e russi è continuata anche dopo il disgelo gorbachoviano. Nel novembre del 1999 tre infiltrati dei due Paesi sono stati scoperti ed arrestati; nello stesso periodo un misterioso incendio ha distrutto la Lubianka, la sede del KGB a Mosca. Nelle guerre di spie sono adesso coinvolte altre nazioni: la Cina, che in diverse occasioni ha carpito segreti informatici, ed il Giappone, che nel luglio del 2000 ha divulgato via Internet segreti CIA trafugati, riguardanti il personale dell’Agenzia USA e Paesi caldi scelti come obiettivo principale per infiltrare spie.
Negli ultimi anni sono stati svelati anche altri dettagli un tempo segreti: si è saputo che negli anni Settanta i servizi segreti americani avevano speso quasi un milione di dollari all’anno per le ricerche sulle psicospie; vennero a sapere che i russi avevano uno di questi centri a Novosibirsk (ove in seguito i russi condurranno gli esperimenti per le Guerre Stellari) e cercarono di carpirli grazie ad un giornalista del “Los Angeles Times”, che nel 1977 venne arrestato dal KGB proprio mentre tentava di ottenere materiali riservati da un istituto di parapsicologia. I militari ne erano al corrente. Nel 1980 la rivista “Militar Review” pubblicava un articolo sui “nuovi campi di battaglia mentali” e la potenzialità dell’uso dell’ipnosi telepatica in guerra...... E I DISCHI VOLANTI
Un altro fattore determinante nelle scelte occulte del governo ombra americano (ma anche per quello russo) è stato rappresentato dagli alieni. Sia che esistano (come è assai probabile), sia che non esistano, gli UFO hanno avuto un ruolo primario nell’influenzare le scelte dei vertici USA. E così da una parte i servizi segreti hanno raccolto ed occultato prove, intimidito testimoni ed ufologi; dall’altra hanno lasciato fuoriuscire in maniera mirata “rivelazioni” ed “ammissioni” per coprire esperimenti segreti (come lo Stealth, testato in Gran Bretagna e volutamente fatto passare per un UFO), per ottenere fondi per la Difesa (con la scusa della possibile “minaccia esterna”), per seminare confusione fra i credenti, alimentando e strumentalizzando culti ufologici con a capo pretesi “messia” che parlavano per bocca dei “fratelli dello spazio” (tutto ciò, al di là della reale consistenza del fenomeno UFO in sé). Quest’ultima tecnica, detta del discredito, venne utilizzata anche nel campo delle credenze sul paranormale. Nell’ambito dell’Operazione Oracolo un gruppo di agenti CIA schedarono superstizioni, credenze, fobie e nevrosi di molti personaggi del mondo politico internazionale. Secondo quanto ha dichiarato l’ex agente CIA Miles Copeland, lo scopo era quello di contattare poi i loro astrologi, costringendoli a fornire oroscopi manipolati dall’Agenzia. Oracolo fu attiva a partire dagli anni ‘50; vent’anni dopo i servizi segreti francesi dello Sdece fecero altrettanto tentando di corrompere Jean Viaud, famoso astrologo di Arcachon e redattore di “Horoscope”, consultato da molti leader del Terzo Mondo. Ma Viaud, immaginando che avrebbe rischiato la pelle, rifiutò.
Nel campo degli UFO la Sinarchia, secondo quanto dichiarato nel 1997 dall’ex ufficiale del Pentagono colonnello Philip Corso, condusse ricerche segrete per capire come volassero i dischi volanti, in che modo potessero essere trasformati in armi da guerra, con che tipo di energia avveniristica funzionassero. Le ricerche vennero dette di retroingegneria; gli americani avrebbero avuto un disco alieno ed avrebbero cercato di costruirne uno terrestre tentando di carpire la tecnologia aliena (ma invano).
L’interesse vero e proprio dei sinarchici per gli UFO cominciava non tanto il 24 giugno del 1947, data in cui un pilota americano ne vedeva nove nel cielo di Washington e, riportandone la notizia alla stampa, faceva nascere ufficialmente l’interesse per il fenomeno; ma il 3 o 4 luglio dello stresso anno quando, secondo la stampa locale, un disco volante si sarebbe schiantato nel deserto di Corona, vicino Roswell, Nuovo Messico. I servizi segreti americani avrebbero provveduto a recuperare ed occultare il velivolo (e presumibilmente i suoi quattro occupanti, tutti deceduti) e a fare sparire tutte le prove, arrivando persino a minacciare testimoni e giornalisti affinché non ne parlassero più. Oggi, a oltre mezzo secolo di distanza, su quell’episodio non è stata ancora fatta luce. Molti ufologi ritengono che a cadere fu veramente un velivolo spaziale; gli scettici ritengono si sia trattato invece di un’arma segreta americana (un pallone militare tarato per spiare l’attività atomica dei sovietici; questa tesi di comodo è stata ovviamente condivisa anche dall’Aeronautica USA); sia come sia, l’episodio portò alla nascita di una commissione supersegreta nota come Majetic 12, composta da esponenti delle Forze Armate, della scienza e della politica il cui compito, di fatto, era studiare questi ordigni. Lo provano, fra le altre cose, alcuni carteggi emersi alcuni anni fa, ed inviati anonimamente sotto forma di microfilm, al produttore televisivo americano Jaime Shandera. Le carte Majestic, la cui autenticità ha scatenato violenti dibattiti, riferivano di fatto dell’esistenza di un team ultrasegreto, un vero governo ombra dell’illegalità che radunava a sé persone inserite nei gangli vitali del Paese per tramare alle spalle della nazione, contro ogni legge ed ogni regola (basti pensare che in alcuni mandati persino ai presidenti USA venne tenuta nascosta l’esistenza di questo gruppo). In uno stralcio dei documenti erano indicati i nomi dei dodici “apostoli” che fecero parte della prima commissione segreta di studio, così riferendo: “TOP SECRET MAJIC - T52 - EXEMPT (E) - COPIA DI UNO. Operazione MJ-12 è una ricerca di sviluppo top secret/operazione di Intelligence. Unico diretto responsabile è il presidente degli Stati Uniti.
Le operazioni del progetto sono sotto il controllo del gruppo MJ-12 (Majic-12), stabilite tramite speciali ordini esecutivi classificati dal presidente Truman il 24 settembre 1947 sotto raccomandazione del dottor Vannevar Bush e del segretario James Forrestal. I membri del gruppo MJ-12 furono designati come segue: Amm. Roscoe H. Hillenkoetter, Dott. Vannevar Bush, Segr. James V. Forrestal, Gen. Nathan F.Twining, Gen Hoy S. Vandenberg, Dott. Detlev Bronk, Dott. Jerome Hunsaker, Sig. Sidney Souers, Sig. Gordon Gray, Dott. Donald Menzel, Gen. Robert M. Montague, Dott. Lloyd V. Berkner. La morte del segretario Forrestal il 22 maggio 1949 creò una lacuna che venne colmata il 1° agosto 1950, data in cui il generale Walter B. Smith fu nominato sostituto permanente”.
Ho valide ragioni per ritenere che ciò che nacque come un banale team di studio UFO divenne in seguito un vero e proprio governo ombra che, negli anni della Guerra Fredda, arrivò ad estendere la sua sinistra influenza in tutti i campi della vita pubblica dei contribuenti americani e, di fatto, sui Paesi della NATO, Italia compresa.
I primi a dare notizia dell’esistenza del governo ombra furono due giornalisti americani, David Wise e Thomas B. Ross, quest'ultimo giornalista del “Sun Times”, già assistente segretario per gli affari pubblici della Difesa dal '77 all' '81, in un libro intitolato “Il governo invisibile”: “Nella libera America esistono due governi, uno visibile e l'altro invisibile. Il primo è conosciuto, ne parlano quotidianamente tutti i giornali e viene preso a modello democratico nei libri di scuola. Il secondo, invece, è più subdolo, è celato sotto la superficie del cosiddetto establishment. É un meccanismo segreto strettamente intrecciato al primo e si prefigge lo scopo di guidare gli affari politici ed economici del Paese e di dirigere, di fatto, la vita di oltre duecento milioni di americani. Il governo invisibile non è un organo formalmente costituito, ma è un raggruppamento eterogeneo che lega a sé i più disparati uffici e settori del governo visibile. Oltre alla ben nota CIA, asse portante del governo invisibile e principale serbatoio di uomini, si ricollegano ad esso altri nove organismi che fanno parte, taluni in misura minore, della Comunità delle Informazioni. Essi sono:
il National Security Council (NSC)
il Defense Intelligence Agency (DIA)
il National Security Agency (NSA)
il Servizio Informazioni dell'Esercito
Il Servizio Informazioni della Marina (ONI)
il Servizio Informazioni dell'Aviazione (ATIC e AFIS)
l'Ufficio Informazioni e Ricerche del Dipartimento di Stato
la Commissione per l'Energia Atomica (AEC)
il Federal Bureau of Investigation (FBI)”.
Collaborano con la CIA anche moderni enti di difesa, dal NORAD, incaricato di sorvegliare il passaggio di intrusi nel cielo, al NAVSPASUR, il sistema di sorveglianza spazio-navale per mezzo di satelliti, sino al Pentagono e alla NASA. Ma nel Governo Invisibile confluiscono anche molti enti pubblici e privati - persino aziende - apparentemente prive di qualsiasi legame.
“In tutti questi modi”, proseguivano i due reporter, “il governo segreto riesce a controllare l'intellighenzia americana e a indirizzare la vita del suo popolo quasi sempre, a delineare la politica estera statunitense con decisioni che appaiono prese in una determinata direzione e che, invece, vengono segretamente dirottate dal governo invisibile in quella opposta”. É la machiavellica ragion di stato. Diversi presidenti degli Stati Uniti furono succubi di questa logica statalista. Quando, negli anni '80, l'aereo del pilota Eugene Husenfus venne abbattuto dalle forze nicaraguensi, rendendo evidente il coinvolgimento statunitense a sostegno della guerriglia antisandinista, Ronald Reagan, inquisito, si disse più volte all'oscuro delle manovre a favore di una o più forze ribelli nei Paesi del Terzo Mondo. Non stentiamo a credergli. Vera o falsa che fosse la posizione del presidente, essa servì a chiarire una volta di più la finalità del Governo Invisibile. Esso è difatti un'istituzione relativamente recente e ben lontana dai principi democratici dei padri fondatori della nazione americana. Più figlio, potremmo affermare, del maccartismo della seconda metà degli anni '50, questo ente è nato a seguito della constatazione che gli Stati Uniti, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, erano diventati una superpotenza alla quale il comunismo sovietico aveva lanciato una sfida. L'URSS, specie dopo la caccia agli scienziati nazisti e la corsa allo spazio e agli armamenti, si rivelò una minaccia capace di insidiare l'egemonia planetaria dell'America. Questa minaccia, come la storia ci insegna, si è trasformata negli anni nella cosiddetta Guerra Fredda. Pertanto, per bloccare tale minaccia, vennero organizzate una vasta raccolta di informazioni e una sofisticata rete di spionaggio che, solo nel 1964, davano lavoro a ben duecentomila persone.
SPIONAGGIO E BASI SOTTERRANEE
L'informazione riveste un carattere importantissimo nel sistema difensivo CIA. Esiste un sistema centrale di raccolta informazioni e comunicazioni, gestito da branche di sicurezza che appartengono ad ogni Arma. Sui tetti della centrale della CIA a Langley, in Virginia, spuntano almeno 200 antenne di viario spessore e misura, sintonizzate sulle radio private sparse per tutto il globo. “Dove c'è un'anima viva, si trova anche un'emittente della CIA”, ha dichiarato la spia sovietica Adolf Abel. Tali antenne sono collegate ad una segretissima centrale radio, l'accesso alla quale è consentito solo a pochissimi funzionari. Colà per anni hanno lavorato tre strumentazioni spionistiche ai limiti del fantascientifico. Si chiamavano Minicard, Intellofax e Walnut. Minicard è un memorizzatore della Eastman Kodak che funziona elettronicamente e che incamera qualsiasi tipo di informazione; Intellofax è un dispositivo automatico a nastro fotoelettrico che, indipendentemente da qualsiasi condizione di luce o di tempo, immagazzina qualsiasi tipo di immagine e che in un centimetro di pellicola riesce a contenere sino a 100 soggetti; Walnut è un gigantesco calcolatore progettato dall'IBM appositamente per la CIA. Sebbene attualmente Walnut sia stato senz'altro sostituito dai più moderni computer, negli anni '70 questa macchina funzionava egregiamente sia come calcolatore che come cervello elettronico, schedando ogni mese circa 350.000 informazioni di ogni tipo. A richiesta, era possibile sapere vita, morte e addirittura previsioni di sviluppi possibili, cioè il futuro, di singole persone, ditte, operazioni bancarie, titoli, compartecipazioni aziendali, prodotti e brevetti, crac finanziari. Ma soprattutto, Walnut conteneva migliaia di informazioni circa questioni militari, armamenti, nuovi congegni bellici, spostamenti di truppe, esercitazioni, uomini politici, partiti, personaggi pubblici. Il tutto venne coordinato dalla National Defense Agency, insieme con la DIA e con la Defense Communications Agency. Le varie branche raccoglievano dati informativi e materiale fotografico e fornivano comunicazioni per gli altissimi livelli mediante reti di trasmissione a carattere mondiale. I centri amministrativi di queste branche si trovavano nei comandi delle Forze Armate, mentre i gangli operativi, coordinati dai comandi congiunti, si celavano nelle sale operative terrestri aeree del Pentagono e della Casa Bianca. Compito speciale della NSA è tuttora “ascoltare tutto ciò che gli altri vorrebbero restasse segreto”, come ha dichiarato l'ex consulente del Dipartimento di Stato Luttwak. Secondo una statistica compilata nel 1983, ben 33.400 uomini lavoravano per i servizi di informazione nei reparti delle Armi (ASA) che fanno funzionare i centri d'ascolto della NSA. Altri 33.600 erano dislocati nelle comunicazioni sotto il controllo della DCA. Il totale complessivo di queste forze rappresentava il 3% di tutti i militari in servizio. Adesso questo sistema è stato superato da Echelon, un sistema di spionaggio satellitare con basi in America, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda, in grado di intercettare tutte le comunicazioni telefoniche, via mail, fax e cellulari.
Ed infine vi sono le basi segrete, quelle ufficialmente non conosciute nemmeno dal Congresso degli Stati Uniti. La più famosa di tutte, una volta che la stampa ne ha scoperto l’esistenza, è l’Area 51. Di essa sappiamo che la CIA prima e dei non meglio identificati servizi segreti ne sono entrati in possesso negli anni Cinquanta. Dell’Area 51 si cominciò a parlare con una certa frequenza dal marzo del '94, dopo che la serissima rivista “Popular Science” aveva dedicato la copertina all’argomento, pubblicando le uniche foto esistenti della base, piratate da un satellite meteo americano e da uno sovietico. Si tratta di un immenso perimetro riservato a Nellis Air Force Range, nel Nevada, nella zona di Groom Lake, un luogo segreto chiamato Area 51 o Dreamland (la Terra dei Sogni), un poligono militare al di sopra della quale tutti i voli civili e militari sono rigorosamente proibiti. Nel 1955 questa zona veniva controllata dalla CIA ma negli anni '70 passò nelle mani dell'USAF, l’Aviazione americana. In seguito, la zona scomparve persino da tutti i rilevamenti topografici destinati alle cartografie della regione. A Groom Lake venivano sperimentate “tecnologie belliche con laser esotici” contro i satelliti sovietici, meglio definite come “armi di origine straniera” (aliena, secondo gli ufologi, che ritengono che laggiù, in mezzo al deserto, siano custoditi anche cadaveri alieni e frammenti di dischi volanti). Nel 1984, durante l'amministrazione Reagan, i militari acquistarono novantamila acri di terreno attorno a Groom Lake per ragioni di sicurezza. Altri 4000 vennero recintati per impedire ai curiosi, perlopiù ufologi, di accamparsi sulle colline con cineprese e macchine fotografiche per riprendere gli strani ordigni che venivano testati a Dreamland (perlopiù aerei invisibili Stealth ed Aurora). Si dice che la base si estenda per diversi chilometri sotto terra, come l’Inferno di Dante, e che in ogni livello venga studiata una micidiale tecnologia, dagli UFO alle psicoarmi alle manipolazioni genetiche su umani e addirittura su presunti feti extraterrestri.
Il giornalista Tony Pelham è stato uno dei coraggiosi che ha osato sfidare il Governo Invisibile per andare a curiosare nei dintorni di Dreamland, solleticato dalle strane voci sull'Area 51 e sfidando i cartelli militari di divieto di accesso. “Il deserto laggiù”, ha dichiarato, “è pieno di truppe in uniforme mimetica, portano degli M16 e non hanno alcun cartellino di riconoscimento. Non sono dell'Aeronautica, non sono dell'esercito, non hanno alcun genere di distintivo. E c'è mancato davvero poco: stavano per arrestarmi, una o due volte. Ho trovato che questo fosse davvero insolito. Ho sentito le più strane teorie riguardo a questi uomini. Ma loro sfidavano me ed io sfidavo loro. Quando si avvicinavano e mi chiedevano: 'Cosa stai facendo qui?' io rispondevo: 'Cosa state facendo voi qui, questo è territorio libero'. Stavo ronzando intorno ad una zona proibita. La mia opinione è che il governo nasconda qualche cosa che è molto più protetto dello Stealth o dell'U2, qualcosa di clandestino. Non so se ci sia una base sotterranea aliena, non so se siano UFO o extraterrestri, so solo che hanno un apparato di sicurezza molto maggiore di quello che si vede abitualmente attorno a qualsiasi tipo di installazione militare e non capisco perché le guardie in uniforme non abbiano alcun distintivo. Quando ho chiesto loro: 'Siete dell’Aeronautica o dell'Esercito?' non ho avuto risposta. Vi dicono solo di lasciare la zona. Alla fine mi hanno fermato e hanno chiamato il distretto di polizia della contea di Lincoln, in ben tre differenti occasioni. E ogni volta hanno riempito dei fogli su di me ed hanno intimato di non avvicinarmi più alla zona. L'ultima volta, con il pretesto che non avevo nulla da fare vicino ad una installazione militare. Io ho spiegato che non ero nemmeno ad un miglio dalla base, che mi trovavo su un territorio libero. Sei mesi dopo mi avvicinai al ranch Merlin a riprendere un blazer, uno dei loro furgoni fantasma. Non mi ero mai arrischiato troppo a ridosso della zona protetta, ma a volte ci sono andato vicino. Al mio ritorno ad Alamo lo sceriffo chiese di vedermi, riempì un'altra pila di documenti e, in modo molto formale, mi disse: 'Mister Pelham, questa è l'ultima volta che l'avvisiamo. La prossima volta, e parlo a nome dei miei superiori, se lei ritorna su questa strada e si avvicina nuovamente alla base, lei va dritto in prigione!'. In un'occasione in
digilander.libero.it/weishaupt/governoombra.html
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Da Lincoln a Bush senior, le chiamate alle armi
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Articolo messo in Rete Tuesday, Jul. 01, 2003 at 4:22 PM |
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Da Lincoln a Bush senior, le chiamate alle armi
Articolo messo in Rete alle 09:02 ora italiana del 21 Settembre 2001 (07:02 GMT)
WASHINGTON (CNN) -- I discorsi pronunciati in passato da presidenti degli Stati Uniti prima di impegnare le forze armate e il Paese in grandi conflitti. (Dal Texas A&M Program in Presidential Rhetoric)
-- George Bush, prima della guerra del Golfo, 1990
"Siamo in un momento unico e straordinario. La crisi nel golfo Persico, con la sua gravità, offre una grande occasione per avanzare verso un'epoca di cooperazione. Da questi momenti travagliati può sortire il conseguimento del nostro quinto obiettivo, un nuovo ordine mondiale: una nuova era, più libera dalla minaccia del terrore, più forte nel perseguimento della giustizia, più sicura nella ricerca della pace. Un'era nella quale le nazioni del mondo, Est e Ovest, Nord e Sud, possano prosperare e vivere in armonia…
"Non posso predire quanto ci vorrà a convincere l'Iraq a ritirarsi dal Kuwait. Ci vorrà tempo perché le sanzioni facciano tutto il loro effetto. Continueremo a riesaminare con i nostri alleati tutte le opzioni, ma sia chiaro: non lasceremo passare questa aggressione".
-- Lyndon Johnson, discorso del golfo del Tonchino, agosto 1964
"La determinazione di tutti gli americani ad adempiere i nostri impegni nei confronti del popolo e del governo del Vietnam del Sud sarà raddoppiata da questa offesa. Tuttavia la nostra risposta, per il momento, sarà limitata e appropriata. Noi americani conosciamo i rischi dell'allargamento dei conflitti, sebbene altri sembrino averli dimenticati. Non vogliamo una guerra più ampia…
"… E' una responsabilità solenne dover ordinare un'azione militare, seppur limitata, di forze la cui potenza globale è grande e terrificante come quelle degli Stati Uniti d'America, ma è mia convinzione ponderata, condivisa da tutto il governo, che la fermezza nel giusto sia oggi indispensabile per la pace, che la fermezza sarà sempre misurata. La sua missione è la pace".
-- Franklin Delano Roosevelt al Congresso dopo l'attacco di Pearl Harbor
"Ieri, 7 dicembre 1941 - un giorno che sarà ricordato con infamia - gli Stati Uniti d'America sono stati improvvisamente e deliberatamente attaccati da forze navali e aeree dell'impero del Giappone…
"Non importa quanto tempo potremmo impiegare a prevalere su questa invasione premeditata, nella sua giusta forza il popolo americano prevarrà fino alla vittoria assoluta. Credo di interpretare la volontà del Congresso e del popolo quando affermo che non solo ci difenderemo ma faremo in modo che questa forma di tradimento non ci minacci mai più".
-- Woodrow Wilson al Congresso alla vigilia dell'intervento Usa nella prima guerra mondiale, aprile 1917
"Abbiamo davanti, forse, molti mesi di dure prove e sacrifici. E' terribile guidare questo grande popolo pacifico alla guerra, alla più terrificante e disastrosa di tutte le guerre. La stessa civiltà sembra essere in gioco.
"Ma il diritto è più prezioso della pace e noi combatteremo per le cose che abbiamo sempre avuto a cuore, per la democrazia, per il diritto di coloro che si sottomettono all'autorità ad avere una voce nei loro governi, per i diritti e le libertà delle nazioni piccole, per un dominio universale del diritto tramite un consesso di popoli liberi che porti pace e sicurezza a tutte le nazioni e renda infine libero il mondo. A questo compito possiamo dedicare le nostre vite e le nostre fortune, ogni cosa che siamo e ogni cosa che abbiamo, con l'orgoglio di chi sa che è arrivato il giorno in cui l'America ha il privilegio di donare il proprio sangue e la propria forza per i principi che le hanno dato la vita e la felicità e per la pace di cui ha fatto tesoro".
-- Abraham Lincoln, primo discorso di insediamento, alla vigilia della guerra civile, marzo 1861
"Nelle vostre mani, miei concittadini insoddisfatti, e non nelle mie, è la grave questione della guerra civile. Il governo non vi prevaricherà. Potete non avere il conflitto senza essere voi stessi gli aggressori. Non avete giurato al cielo di distruggere il governo, mentre io ho solennemente giurato di 'preservarlo, proteggerlo e difenderlo'
"Sono restio a chiudere. Non siamo nemici, ma amici. Non dobbiamo essere nemici. Sebbene le passioni possano essere al limite, non devono rompere i nostri legami. Le corde mistiche della memoria, che si tendono da ogni campo di battaglia e da ogni tomba di patriota verso tutti i cuori e a tutte le pietre di questa grande terra, intoneranno ancora il canto dell'Unione, quando saranno toccate di nuovo, come sicuramente saranno, dagli angeli migliori della nostra natura".
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Un nuovo ordine mondiale ?
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ccccc Tuesday, Jul. 01, 2003 at 4:23 PM |
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Un nuovo ordine mondiale ?
Globalizzazione e nuovo ordine mondiale
Una vibrante denuncia quella del professor Michel Schooyans: il nuovo ordine mondiale è una grande trappola per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità. Nel suo libro Nuovo disordine mondiale i nomi, i programmi, gli argomenti del mondo che verrà, senza piú poveri né malati: moriranno prima!
Fin dagli inizi dell’illuminismo, la fede nel progresso ha sempre messo da parte l’escatologia cristiana, finendo di fatto per sostituirla completamente. La promessa di felicità non è piú legata all’aldilà, ma a questo mondo. Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l’approssimarsi, sempre piú incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica. Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all’uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa.
Dall’altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera piú o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali. Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre piú definita, che va sotto il nome di “Nuovo ordine mondiale”. Trovano espressione sempre piú evidente nell’ONU e nelle sue conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che, nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo. Una filosofia di questo tipo non ha piú la carica utopica che caratterizzava il sogno marxista; essa è al contrario molto realistica, in quanto fissa i limiti del benessere, ricercato a partire dai limiti dei mezzi disponibili per raggiungerlo e raccomanda, per esempio, senza per questo cercare di giustificarsi, di non preoccuparsi della cura di coloro che non sono piú produttivi o che non possono piú sperare in una determinata qualità della vita.
Questa filosofia, inoltre, non si aspetta piú che gli uomini, abituatisi oramai alla ricchezza e al benessere, siano pronti a fare i sacrifici necessari per raggiungere un benessere generale, bensí propone delle strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità, affinché non venga intaccata la pretesa felicità che taluni hanno raggiunto. La peculiarità di questa nuova antropologia, che dovrebbe costituire la base del Nuovo ordine mondiale, diventa palese soprattutto nell’immagine della donna, nell’ideologia del «Women’s empowerment», nata dalla conferenza di Pechino. Scopo di questa ideologia è l’autorealizzazione della donna: principali ostacoli che si frappongono tra lei e la sua autorealizzazione sono però la famiglia e la maternità.
Per questo, la donna deve essere liberata, in modo particolare, da ciò che la caratterizza, vale a dire dalla sua specificità femminile. Quest’ultima viene chiamata ad annullarsi di fronte ad una «tender equity and equality», di fronte ad un essere umano indistinto ed uniforme, nella vita del quale la sessualità non ha altro senso se non quello di una droga voluttuosa, di cui si può far uso senza alcun criterio. Nella paura della maternità che si è impadronita di una gran parte dei nostri contemporanei entra sicuramente in gioco anche qualcosa di ancor piú profondo: l’altro è sempre, in fin dei conti, un antagonista che ci priva di una parte di vita, una minaccia per il nostro io e per il nostro libero sviluppo. Al giorno d’oggi, non esiste piú una «filosofia dell’amore» bensí solamente una filosofia dell’egoismo.
Nuovo disordine mondiale
La legittimità della protesta antiglobalista
Il fatto che ognuno di noi possa arricchirsi semplicemente nel dono di se stesso, che possa ritrovarsi proprio a partire dall’altro e attraverso l’essere-per-l’altro, tutto ciò viene rifiutato come un’illusione idealista. È proprio in questo che l’uomo viene ingannato. In effetti, nel momento in cui gli viene sconsigliato di amare, gli viene sconsigliato, in ultima analisi, di essere uomo.
C’è qualcuno che sta progettando un sistema rigido e inattaccabile per governare lo sviluppo del mondo. Organismi internazionali dall’indiscutibile autorità (Organizzazione Mondiale della Sanità, Banca Mondiale, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, UNICEF e altri) hanno messo a punto un nuovo paradigma che misura il valore delle persone in anni di aspettativa di vita, invalidità, morbilità al fine di valutare le priorità e mettere in atto, oppure no, i piani di aiuto in tutto il mondo. Applicando questi "nuovi criteri" si scopre che tutto diventa uno questione di costo-rischio-beneficio. Perciò, chi è povero e malato riceverà meno aiuti; chi è ricco e sano riceverà maggiori cure. Per questo motivo, a questo punto dello sviluppo della nuova immagine di un mondo nuovo, il cristiano - non solo lui, ma comunque lui prima di altri - ha il dovere di protestare e di denunciare coraggiosamente la “grande trappola” per i poveri del mondo e la nuova schiavitú al servizio degli imperativi della mondializzazione e della globalizzazione.
La concezione dei diritti dell’uomo che caratterizza l’epoca moderna, e che è cosí importante e cosí positiva sotto numerosi aspetti, risente sin dalla sua nascita del fatto di essere fondata unicamente sull’uomo e di conseguenza sulla sua capacità e volontà di far sí che questi diritti vengano universalmente riconosciuti. All’inizio, il riflesso della luminosa immagine cristiana dell’uomo ha protetto l’universalità dei diritti; ora, man mano che questa immagine viene meno, nascono nuovi interrogativi. Come possono essere rispettati e promossi i diritti dei piú poveri quando il nostro concetto di uomo si fonda cosí spesso, come dice l’autore, «sulla gelosia, l’angoscia, la paura e persino l’odio»? Come può un’ideologia lugubre, che raccomanda la sterilizzazione, l’aborto, la contraccezione sistematica e persino l’eutanasia come prezzo di un pansessualismo sfrenato, restituire agli uomini la gioia di vivere e la gioia di amare?
È a questo punto che deve emergere chiaramente ciò che di positivo il cristiano può offrire nella lotta per la storia futura. Non è infatti sufficiente che egli opponga l’escatologia all’ideologia che è alla base delle costruzioni «postmoderne» dell’avvenire. È ovvio che deve fare anche questo, e deve farlo in maniera risoluta: a questo riguardo, infatti, la voce dei cristiani si è fatta negli ultimi decenni sicuramente troppo debole e troppo timida. L’uomo, nella sua vita terrena, è «una canna al vento» che rimane priva di significato se distoglie lo sguardo dalla vita eterna. Lo stesso vale per la storia nel complesso. In questo senso, il richiamo alla vita eterna, se fatto in maniera corretta, non si presenta mai come una fuga.
Esso dà semplicemente all’esistenza terrena la sua responsabilità, la sua grandezza e la sua dignità. Tuttavia, queste ripercussioni sul «significato della vita terrena» devono essere articolate. È chiaro che la storia non deve mai essere semplicemente ridotta al silenzio: non è possibile, non è permesso ridurre al silenzio la libertà, è l’illusione delle utopie. Non si possono imporre al domani modelli di oggi, che domani saranno i modelli di ieri. È tuttavia necessario gettare le basi di un cammino verso il futuro, di un superamento comune delle nuove sfide lanciate dalla storia, sulla base di un contenuto concreto, politicamente realistico e realizzabile, all’idea, cosí spesso espressa dal Papa, di una «civiltà dell’amore».
Il testo è una sintesi della presentazione del Card. Joseph Ratzinger al volume di Schooyans Michel, Nuovo disordine mondiale, (Collana Problemi e dibattiti 48), Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2000.
N.B. Si raccomanda la consultazione del testo integrale (con le note critiche). È possibile richiederlo presso il sito delle Edizioni San Paolo.
Fonte: http://web.infinito.it/utenti/i/interface/Global.html
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Gorbaciov: coalizione duratura per un nuovo ordine mondiale
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sito web CNN-ITALIA Tuesday, Jul. 01, 2003 at 4:26 PM |
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Gorbaciov: coalizione duratura per un nuovo ordine mondiale
Dal sito web CNN-ITALIA del 16 ottobre 2001
WASHINGTON (CNN) -- Mikhail Gorbaciov è convinto che i casi di antrace riscontrati negli Stati Uniti indichino che i terroristi stanno ancora tentando di destabilizzare gli Stati Uniti. L'ex presidente sovietico ha parlato al programma della CNN Larry King Live.
"Certamente la comparsa dell'antrace - ha spiegato Gorbaciov - deve essere un altro tentativo dei terroristi di influenzare la situazione e destabilizzare il Paese, creando panico. Ma penso che non dobbiamo arrenderci al panico".
Il leader ormai in pensione ha invitato i Paesi a collaborare per porre fine alla minaccia del terrorismo attraverso la coalizione internazionale antiterrorismo, un qualcosa che l'Oriente e l'Occidente non sono riusciti a fare alla fine della Guerra fredda: "Abbiamo perso troppo tempo dopo la fine della guerra fredda, e forse questa è la causa delle cose alle quali stiamo assistendo oggi".
"Le nostre nazioni - ha proseguito - dovrebbero lavorare assieme e interagire con la coalizione".
Niente ricerche sulle armi chimiche in Russia Lunedì il ministro della Sanità russo e i funzionari incaricati della sorveglianza sulle armi chimiche hanno negato ogni coinvolgimento nella produzione di armi biologiche, e hanno offerto agli Stati Uniti un vaccino messo a punto durante la Guerra fredda per combattere l'esposizione all'antrace.
Gorbaciov ha sottolineato l'importanza delle affermazioni: "Sono entrambe molto importanti - ha detto - e dimostrano che in Russia non ci sono programmi di sviluppo delle armi biologiche. Ci sono solo ricerche con scopi medici, al pari di quanto avviene in alcuni altri Paesi".
La coalizione L'ex leader, che ha anche vinto il premio Nobel per la pace, ha definito la coalizione antiterrorismo la migliore arma contro il comune nemico. La coalizione, ha detto, è riuscita a mettere insieme Paesi che fino a poco tempo fa erano su posizioni molto diverse su vari temi internazionali.
"Dobbiamo fare del nostro meglio - ha detto Gorbaciov - per far sì che questa coalizione non si rompa, che di rafforzi e si intensifichi e che ci si possa muovere verso un nuovo ordine internazionale". A questo fine la Russia si è impegnata per uno "scambio di intelligence" e sostengo per gli aiuti umanitari, anche se, ha detto ancora Gorbaciov, il Paese non invierà truppe in Afghanistan.
Il conflitto, ha proseguito, dovrebbe avere una soluzione politica che costringa i talebani a consegnare i terroristi. "Credo proprio che in definitiva ci debba essere una soluzione politica. E quindi che tutto debba puntare a costringere il regime dei talebani a consegnare i criminali in modo che siano assicurati alla giustizia. In questo senso, do il pieno sostengo alla richieste dell'amministrazione americana".
Fonte: http://www.cnnitalia.it
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ARTICOLI COSPIRAZIONE NWO
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nwo Tuesday, Jul. 01, 2003 at 4:28 PM |
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I Signori del Mondo Illuminati nel dollaro USA Gli Stati Uniti e il CFR La faccia nascosta della storia Le affermazioni di Bush NWO con la forza Intervista a Giuseppe Cosco La rivoluzione mondiale Orrori sui bambini La CIA controlla internet I misteri del patto UK-USA La mano invisibile Segreti pericolosi La guerra sismica La cospirazione balcanica Skull & Bones e NWO Bizzarra teoria AIDS L'Israele britannico Storia segreta AIDS La CIA sponsorizzò la CEE Europa delle lobbies Le banche centrali La crittografia, l'Europa e l'America L'impero della droga in mano alla CIA? Coalizione duratura per un nuovo ordine mondiale Nuovo disordine mondiale Il governo invisibile Da Lincoln a Bush senior, le chiamate alle armi
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Verso un Nuovo Ordine Mondiale
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BAHÁ'U'LLÁH Tuesday, Jul. 01, 2003 at 4:30 PM |
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Verso un Nuovo Ordine Mondiale LA VISIONE BAHÁ'U'LLÁH I bahá’í si rendono conto che i repentini cambiamenti e le grandi trasformazioni di cui siamo stati testimoni nell’ultimo secolo - e che continuiamo a vedere - sono iniziati con la venuta di un nuovo Messaggero di Dio e sono stati influenzati dalla luce dirompente di una nuova Rivelazione. L’espressione "nuovo ordine mondiale", alcuni anni fa, è improvvisamente tornata a far parte del vocabolario popolare del mondo.
Nel 1988 il presidente sovietico Mikhail Gorbachov parlò alle Nazioni Unite della necessità di un "consenso umano universale" mentre l’umanità si incammina verso un "nuovo ordine mondiale." Nel 1990 il presidente degli Stati Uniti George Bush si è appropriato del termine per descrivere la nuova collaborazione fra le nazioni dopo la guerra fredda, con particolare riferimento all’azione delle Nazioni Unite contro l’aggressione avvenuta nel Golfo Persico.
L’espressione da allora, si è imposta negli ambienti accademici e giornalistici e i leader di mezzo mondo l’hanno fatta propria. Il termine ricorre quando si discute su come organizzare al meglio il prossimo stadio della vita sociale e politica del nostro pianeta.
Ma in tutte le discussioni il nuovo ordine mondiale resta senza una reale definizione. Si profila il suo sorgere, ma i suoi particolari sono solo supposizioni.
Per i bahá’í il termine "nuovo ordine mondiale" ha un significato speciale e ben preciso. Più di 100 anni fa Bahá’u’lláh coniava questa espressione per definire una futura sequenza di enormi cambiamenti nella vita politica, sociale e religiosa del mondo. "Si possono già scorgere i segni di imminente agitazione e di caos, dato che l’Ordine prevalente appare deplorevolmente difettoso."- ha scritto -"Presto il presente Ordine sarà chiuso e uno nuovo sarà aperto in sua vece."
I bahá’í sanno che i cambiamenti repentini e le grandi trasformazioni cui abbiamo assistito nel corso di questo secolo, e che continuiamo a vedere, sono iniziati con la venuta di un nuovo Messaggero di Dio e influenzati dalla luce dirompente di una nuova Rivelazione. Il che può sembrare un incredibile atto di fede: eppure, se Dio esiste e il Suo Portavoce ha camminato per le vie del mondo un secolo fa, è ovvio che l’effetto si sia esteso ben oltre l’orizzonte della Sua immediata presenza.
Così, per i bahá’í, l’idea di un nuovo ordine mondiale va al di là di una mera riorganizzazione politica, della proclamazione visionaria di alcuni leader mondiali o del costrutto legalistico di alcuni accademici. Invece è il "meraviglioso sistema" delineato da Bahá’u’lláh che rappresenta la piena realizzazione dei Suoi principi e dei Suoi insegnamenti. Il nuovo ordine mondiale, come la stessa Fede, copre l’intera gamma di attività umane, dal campo sociale e politico alle relazioni quotidiane della nostra vita culturale, spirituale, economica e comunitaria.
È questa l’ampia visione per la quale i bahá’í lavorano e che ritengono imminente. Essenzialmente è la realizzazione della visione, descritta da Isaia nella Bibbia, del tempo in cui le nazioni "trasformeranno le spade in aratri e le lance in falci... e non conosceranno più guerre". È ciò per cui i Cristiani hanno pregato per secoli recitando il Padre Nostro, testimoniando la venuta del Regno di Dio sulla terra: "Sia fatta la Tua volontà così in cielo come in terra."
É questo lo scopo della promessa islamica secondo cui la luce della giustizia divina un giorno brillerà su tutta la terra e "tu non vedrai in essa né buche né colline che si levano."
I semi di questa transizione storica sono visibili oggi nei cambiamenti e nelle trasformazioni che preannunciano questo nuovo ordine mondiale. Migliaia di indizi segnalano l’emergere di questo nuovo ordine: le spinte centenarie verso una maggiore uguaglianza per la donna e le minoranze, verso una maggiore giustizia economica e l’eliminazione delle tradizionali, profonde differenze di ricchezza e classi, la spinta infine, verso la globale interdipendenza.
Bahá’u’lláh aveva previsto tutte queste tendenze ed ha parlato dell’imminente trasformazione dell’umanità delineando una struttura di principi e leggi per promuovere il progresso sociale di questa nuova era.
Molti pensatori promuovono oggi principi ed idee simili: come già detto, gli insegnamenti sociali di Bahá’u’lláh per molti versi sono diventati sinonimi delle moderne definizioni di una società in evoluzione. Pur tuttavia la sola promulgazione di una ideologia sociale non è sufficiente per trasformare il mondo e creare un nuovo ordine, come già dimostrato col crollo del comunismo.
Il nuovo ordine mondiale potrà essere costruito solo basandosi sulla profonda comprensione della realtà spirituale dell’umanità, una realtà che è l’essenza del nostro essere.
É il mondo spirituale la fonte di quelle qualità umane che danno vita ad unità ed armonia, che portano ad una visione interiore e alla comprensione, e che rendono possibili imprese basate sulla collaborazione. Queste qualità sono amore, coraggio, intuizione, abnegazione e umiltà. Queste qualità, di natura essenzialmente spirituale, costituiscono le fondamenta invisibili ma essenziali della società umana.
Quando si considera il legame fra lo sviluppo sociale e qualità spirituali conviene ricordare come i precedenti grandi insegnamenti religiosi hanno guidato l’umanità nel passato. Il codice morale dei Dieci Comandamenti e la Regola Aurea, ambedue espressi quasi in ogni tradizione religiosa, esemplificano quegli insegnamenti religiosi e servono sia da guida etica sia da richiamo verso realizzazioni spirituali. Hanno permeato la coscienza umana e strutturato culture di ogni dove ed il loro valore è evidente perfino per i non credenti.
Questi insegnamenti spirituali, nel passato riguardavano soprattutto le azioni individuali o l’armonia di gruppi relativamente piccoli di individui e, di conseguenza, la tensione morale era concentrata maggiormente sul comportamento del singolo: non rubare, non mentire, amare il prossimo.
Oggi la nostra comprensione della spiritualità deve abbracciare non solo la vita personale e di gruppo, ma anche il progresso collettivo dell’umanità nel suo insieme. È proprio perché la razza umana è entrata finalmente nell’età della maturità che è possibile la realizzazione delle antiche profezie per un’era di pace e giustizia.
Il messaggio essenziale di Bahá’u’lláh è l’appello all’unità; suo fruitore il mondo intero: "Fate che la vostra visione abbracci tutto il mondo, non confinatevi in voi stessi." Un secolo dopo il Suo trapasso questa esortazione ha cominciato a prendere forma visibile in una comunità che rappresenta un microcosmo della razza umana e che dimora in ogni angolo del pianeta.
L’emergere della comunità bahá’í offre una prova convincente che l’umanità, con tutte le sue diversità, può imparare a vivere e a lavorare come un solo popolo in un’unica patria. Rappresenta anche un’irresistibile argomento per un esame onesto e spassionato delle rivendicazioni del Personaggio straordinario che l’ha creata e la mantiene viva con il Suo spirito.
Prossime pagine:
"Cesseranno le rivalità nazionali, gli odi e gli intrighi..." [pag. 75] Elementi per una confederazione mondiale [pag. 77] La Tomba di Bahá'u'lláh [pag. 78]
www.bahai.com/ibahai/pag73.htm
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Un Sistema di Amministrazione Mondiale
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L'ORDINE AMMINISTRATIVO BAHÁ'Í Tuesday, Jul. 01, 2003 at 4:33 PM |
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Seguendo la struttura fissata da Bahá’u’lláh, le comunità bahá’í conducono i loro affari per mezzo di un originale sistema di consigli direttivi liberamente eletti che sfidano le idee comunemente accettate sui limiti insiti nella democrazia. Volendo definire il ventesimo secolo in una frase, si può dire che è stato un unico lungo esperimento di amministrazione globale. Sotto i più dinamici movimenti, conflitti e istituzione degli ultimi novant’anni, covava una domanda chiave: come si autogovernerà l’umanità?
Agli albori del secolo, le monarchie assolute sono state messe da parte e la prima guerra mondiale ne ha smantellato le istituzioni che ancora restavano in piedi. La seconda guerra mondiale ha liquidato il fascismo ed ha portato alla fine del colonialismo. Oggi l’esperimento più ambizioso di tutti, il comunismo, è stato anch’esso screditato.
Resta solo la democrazia. Ma quale democrazia?
Per quanto chiaramente superiore agli altri sistemi provati finora la democrazia, così come praticata oggi, mostra tuttavia le sue crepe.
In Occidente, malgrado i suoi successi, il sistema pluripartitico sembra mostrare sempre più i suoi limiti. In molti paesi corruzione, pubblica calunnia, propaganda elettorale negativa, caccia al voto e inconcludenza hanno portato all’apatia dell’elettorato al punto da minacciare l’integrità dell’intero sistema.
In Oriente, i nuovi esperimenti democratici sono minacciati da una moltitudine di problemi e di forze: mancanza di esperienza, tensioni etniche secolari, aspettative culturali di varia natura.
Gruppi di persone sempre più ampi si chiedono oggi se sia ancora veramente possibile una qualsiasi forma di governo..
Ai margini di questo dibattito si configura la straordinaria alternativa offerta dalla comunità mondiale bahá’í. Il sistema amministrativo tramite il quale la comunità conduce i suoi affari è stato esposto negli scritti di Bahá’u’lláh ed è designato a dare espressione pratica ai principi sociali che Egli ha insegnato. In effetti, ai fini della definizione del credo e della pratica bahá’í, l’idea che esiste un modello divino per amministrare via via la Fede Bahá’í è altrettanto importante delle dottrine sociali e spirituali di Bahá’u’lláh.
L’autorità di decidere negli affari comunitari sta nelle mani di consigli direttivi liberamente eletti, che funzionano a livello locale, nazionale ed internazionale. Anche se molti dei suoi elementi sono affini ad altri metodi di elezione democratica, l’amministrazione e il governo nel sistema bahá’í, quando lo si considera nel suo insieme, si pongono in netto contrasto con i modelli correnti. Il processo elettorale, ad esempio, esclude qualsiasi forma di campagna elettorale, propaganda o candidatura. Offre invece ad ogni singolo elettore la massima scelta possibile di candidati.
Altrettanto originale è il processo decisionale usato dai consigli bahá’í. Il suo metodo non si basa su spirito di opposizione, ma cerca di costruire il consenso della comunità combinando gli interessi delle varie componenti invece di opporli gli uni agli altri.
Agli occhi di uno studioso della storia e delle teorie politiche moderne la caratteristica più singolare del sistema è l’equilibrio posto fra la difesa della libera espressione dell’individuo e la promozione del bene collettivo.
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L'individuo e la sua espressione
Il messaggio di Bahá’u’lláh è rivolto non solo all’umanità in senso collettivo, ma anche alla coscienza di ogni singola persona. Come Egli suggerisce: "Preoccupatevi dei bisogni dell’era in cui vivete, e concentrate le vostre deliberazioni sulle sue esigenze e necessità." L’individuo possiede forze morali, intellettuali e spirituali basilari per l’avanzamento della civiltà. L’espressione di queste potenzialità creative degli affari umani così come lo è la promozione di un processo decisionale democratico.
L'ordine amministrativo fondato da Bahá’u’lláh chiede alle istituzioni elette di stimolare lo sviluppo e l’esercizio di queste forze. Ma per far fronte a questa necessità amplia il campo tramite istituzioni complementari, che hanno il compito di consigliare, incoraggiare ed assistere sia i singoli membri delle comunità bahá’í sia i suoi corpi eletti. Coloro che svolgono questo servizio essenziale, uomini e donne, vengono scelti sulla base della elevatezza raggiunta per vasta esperienza, matura saggezza ed altre distinte qualità personali.
"In ciascun paese in cui risiede una comunità, i suoi aderenti debbono comportarsi con fedeltà, con sincerità e con obbedienza verso il governo del paese." -- Bahá'u'lláh
La loro nomina dota la comunità bahá’í di gruppi di individui estremamente diversi che offrono ispirazione per l’applicazione degli insegnamenti di Bahá’u’lláh nella vita quotidiana. Pur non possedendo autorità decisionale, questi distinti membri della Fede sono certi che i loro consigli svolgono un ruolo importante nella formazione della vita comunitaria bahá’í.
I membri di queste istituzioni nominate non rappresentano una casta periodo prefissato, per riprendere poi il loro posto come membri normali della comunità quando il loro periodo di nomina termina. I loro compiti non comprendono alcuna funzione sacerdotale, né possiedono autorità di interpretazione degli insegnamenti bahá’í, per quanto le loro opinioni e visioni possano essere rispettate dai credenti e dagli organi amministrativi.
Il sistema bahá’í di decisione comunitaria, basato su un comune insieme di principi elettorali e consultativi, si organizza attorno a una serie di consigli direttivi liberamente eletti. Questa gerarchia delega il processo decisionale al livello più basso possibile al livello più basso possibile, costituendo così un mezzo unico per una democrazia di base, mentre nel contempo fornisce un livello di coordinamento e di autorità che rende possibile la collaborazione su scala globale.
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L'Assemblea Locale
Alla base dell’Ordine Amministrativo Bahá’í si trova l’Assemblea Spirituale locale, consiglio direttivo della comunità eletto ogni anno nelle località dove vi abitano nove o più bahá’í adulti. Vale la pena di descrivere in dettaglio il funzionamento dell’Assemblea Spirituale locale in quanto molti dei suoi elementi si ritrovano a livello nazionale ed internazionale
Di norma la giurisdizione dell’Assemblea Spirituale locale è definita dai confini municipali fissati dal governo. In altre parole, tutti i bahá’í che vivono entro i confini di un particolare villaggio, paese, città o distretto civico sono considerati sotto la giurisdizione dell’Assemblea Spirituale locale di quella località.
L'Assemblea Spirituale locale è eletta ogni anno con voto segreto. In aprile tutti i bahá’í adulti di una certa comunità si riuniscono per le elezioni. Coloro che non possono partecipare personalmente sono incoraggiati a far pervenire i voti. Dopo una fase di preghiera e meditazione, ogni adulto procede a scrivere nove nomi: i nomi di quegli individui che ritiene più qualificati per condurre gli affari della comunità.
Le qualità che questi individui dovrebbero possedere sono elencate molto chiaramente negli Scritti Bahá’í. Coloro che prendono parte all’elezione devono considerare "soltanto i nomi di coloro che possono meglio unire le qualità necessarie di indiscussa lealtà, di altruistica devozione, di una mente ben addestrata e di riconosciuta abilità e matura esperienza."
Forse l’aspetto più sorprendente di questo processo è l’assenza di una scheda precostituita, o di qualunque metodo di candidatura. Ogni bahá’í adulto della comunità è invece eleggibile nell’Assemblea Spirituale locale.
Chi è eletto in Assemblea non ha bisogno di ricevere una maggioranza di voti; vengono scelti i nove individui che ricevono il maggior numero di voti. Siccome ognuno nella comunità è praticamente eleggibile, i singoli votanti hanno l’opportunità di votare secondo coscienza con una totale libertà di scelta.
Di conseguenza, tendono ad essere elette persone dotate di riconosciuta maturità, esperienza e umiltà, e non semplicemente coloro che potrebbero essere abbastanza sfacciati o egocentrici da offrirsi come candidati.
Questo sistema, anche se sfida le concezioni politiche, è sorprendentemente efficace nella pratica. Il sistema elettorale bahá’í mira in essenza a mettere in luce leader dotati di altruismo, qualità intellettuali e saggezza.
Al momento attuale, le Assemblee Spirituali locali dirigono una vasta gamma di attività che costituiscono l’essenza della vita comunitaria bahá’í. Queste attività includono l’educazione dei bambini, l’osservanza di festività, l’organizzazione di riunioni di tipo devozionale, classi di studio, conferenze, eventi sociali, matrimoni, divorzi e funerali. Molte Assemblee Spirituali locali sparse nel mondo intero seguono anche piccoli progetti di sviluppo a lunga durata nel campo dell’ambiente.
Le Assemblee Spirituali locali sovrintendono anche alla Festa del Diciannovesimo Giorno che, come già detto, è la pietra angolare delle attività comunitarie. E, anche se in definitiva è l’Assemblea la fonte autorevole delle decisioni finali, l’istituzione della Festa costituisce un’importante componente di una amministrazione che parte dal basso.
Le istituzioni di consulenza svolgono un ruolo importante assistendo e incoraggiando le decisioni di gruppo, allo stesso modo in cui incoraggiano i singoli credenti. Basandosi sulla loro matura esperienza, i membri di queste istituzioni di supporto forniscono consigli che concentrano l’attenzione sui principi presenti negli scritti bahá’í, e su una gamma di azioni alternative che in situazioni similari sono state applicate con successo. Le Assemblee Spirituali locali mantengono il diritto alla decisione finale sulle questioni esaminate, un diritto che viene esercitato nella riservatezza delle consultazioni interne. Continua http://www.bahai.com/ibahai/pag41b.htm
www.bahai.com/ibahai/pag41.htm
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La Sede della Casa Universale di Giustizia, sul Monte Carmelo.
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indignato Tuesday, Jul. 01, 2003 at 4:46 PM |
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Che strano questi babai hanno un Tempio che si chiama proprio come il Tempio di Waco :Casa di Giustizia sul Monte Carmelo o una simile roba !!!!
Ho cercato su indymedia WACO ed ho trovate cose assai interessanti.
Donna Prassede e il massacro di Waco Il 28 Febbraio 1993, a Waco, in Texas, Stati Uniti, un gruppo di agenti dell'ATF (Alcohol, Tobacco and Firearms) bureau, cioè l'ufficio statunitense preposto al controllo di alcool, tabacco ed armi da fuoco, attaccò con le armi la comunità religiosa guidata da David Koresh, alla ricerca di armi illegali. Ne seguì un conflitto a fuoco ed un assedio di 51 giorni, che si concluse con l'uccisione di quattro agenti dell'ATF e di 86 seguaci di Koresh, compreso lui e 24 bambini.
Assistendo al film "Waco - il giorno del sacrificio", di Dick Lowry, che ne racconta in modo non so quanto romanzato e fazioso, ma sicuramente incompleto (manca interamente l'assedio e il massacro finale), la vicenda, una delle scene mi ha colpito: quella in cui il capo dell'ATF raccomanda ai propri commilitoni di impedire che qualche appartenente alla comunità inghiotta del cianuro, affermando "Dobbiamo proteggere quei poveracci anche da loro stessi".
Affermazione questa indice di grande bontà d'animo. O no?
Poi, però, il medesimo parte alla carica e uccide il fondatore della setta ed altri 85 adepti, dopo un assedio senza pietà durato 51 giorni.
Allora, come si concilia questa grande bontà d'animo con 86 omicidi premeditati o, se non premeditati, almeno prevedibili?
E' stato in quel preciso momento che, con un effetto istantaneo di "deja vu", mi è tornata alla mente Donna Prassede. La vicenda è nota a gran parte dei lettori italiani, probabilmente poco agli altri. Mi scuseranno i primi se mi dilungo un attimo per i secondi. Tutto nasce dal genio di Alessandro Manzoni, creatore di quello stupendo monumento letterario che risponde al nome de "I promessi sposi". Sebbene nella trama non ci siano differenze significative, rispetto ad una biquotidiana "soap opera" televisiva, la godibilità dell'opera nasce dall'abilità e dalla profondità con cui il buon "Sandro" riesce a introdurre magnificamente i personaggi, la loro epoca (1630) e, insieme, l'eternità della natura umana. Donna Prassede (capitolo XXV e seguenti) è un personaggio minore, moglie di Don Ferrante, uomo dalla cultura tanto vasta quanto inutile, che ospita per un certo periodo di tempo la povera Lucia, insidiata dal ricco prepotente Don Rodrigo ma in realtà promessa sposa dell'altrettanto povero Renzo. Perché questo ricordo letterario? Perché Donna Prassede tormenta Lucia, credendo Renzo un malandrino, affinché lei lo lasci. Insiste continuamente, nonostante le sue prediche provochino continue crisi di pianto a Lucia, perché, e questo è il punto, si sente in diritto di beneficare Lucia anche facendola soffrire e si sente in diritto di giudicare non solo ciò che sia bene per sé, ma anche quel che sia bene per Lucia. Atteggiamento questo di un'arroganza sconfinata e di una pericolosità senza pari. E' da personaggi di questo genere che l'umanità può attendersi i peggiori deliri di violenza. Mentre c'è la speranza che un criminale cosciente del male che compie si possa anche pentire, o almeno non si comporti in maniera autolesionistica per compierlo, un criminale fanatico convinto di compiere il bene non si pentirà mai. Non dobbiamo andare lontani, per pescare gli esempi in proposito. Basta sfogliare ancora i Promessi Sposi. Ci sono altri due caratteri criminali esemplari. L'uno, il piccolo criminale (benché gentiluomo...) Don Rodrigo, esercita violenza su Lucia per imporle i suoi desideri lascivi e fatui e non si pente del male che si rende conto di compiere. L'altro, l'Innominato, criminale ben più grande del precedente e da lui invocato, esercita ugualmente violenza su Lucia, ma proprio il fatto che se ne renda conto permette che il germe della conversione cristiana si sviluppi e sbocci in lui. Questo procedimento è assolutamente impossibile in Donna Prassede. Come acutamente nota Manzoni: "Se donna Prassede fosse stata spinta a trattarla in quella maniera da qualche odio inveterato contro di lei, forse quelle lacrime l'avrebbero, tocca e fatta smettere; ma parlando a fin di bene, tirava avanti, senza lasciarsi smovere: come i gemiti, i gridi supplichevoli, potranno ben trattenere l'arme d'un nemico, ma non il ferro d'un chirurgo". Essa è sicura di essere nel giusto (pur sbagliando) e compie i suoi piccolissimi delitti senza speranza alcuna di ravvedimento o di conversione. E' certa di fare del bene a Lucia ed è disposta a farlo anche facendola soffrire continuamente. E' Donna Prassede il peggiore dei criminali dei Promessi Sposi. L'unico sicuramente inguaribile, l'unico che, in altre circostanze, non esiterebbe a distruggere il suo prossimo. Per redimerlo.
Poco importa se la frase iniziale sia stata veramente pronunciata. Se non è vera, essa è verosimile. Il capo degli agenti dell'ATF che attacca con le armi i suoi "beneficati" è l'emblema delle Donne Prassede al governo di quasi tutti gli Stati, in questo caso gli Stati Uniti. E' la "longa manus" della Presidentessa delle Donne Prassede, il Bill Clinton che si è assunto personalmente la responsabilità dell'attacco di Waco e degli 86 omicidi che ne sono conseguiti. Come Donna Prassede, potrebbe distruggere ancora 86, 86.000 o 86.000.000 di persone. Per impedir loro di fabbricare, detenere od usare privatamente le armi che egli ha deciso di rendere illegali. Per redimerle. O, se preferite, "Per difenderle anche da loro stesse".
Un cucchiaio è un oggetto di uso comune. Eppure molti detenuti hanno sperimentato nella loro carne che, appiattito e pazientemente affilato, può essere trasformato in un micidiale coltello. E' malvagio il cucchiaio (anche trasformato in arma) oppure è malvagia la violenza ingiustificata di chi ne intende fare un uso criminale? Le armi non sono cattive in sé. Soltanto il loro uso può esserlo, se volto al crimine. La loro fabbricazione, detenzione ed uso non lo sono, se non volti al crimine. Dunque qualsiasi legislazione (o, in generale, qualunque azione) che proibisca un uso criminale delle armi è legittima, ma solo in quanto proibisce il crimine, non in quanto probisce le armi. Al contrario, se la legislazione proibisce la fabbricazione, la detenzione e l'uso non criminale delle armi, allora è la legislazione che diventa criminale, così come diventa criminale il legislatore, il magistrato e l'agente di polizia che l'applica. La domanda che viene spontanea è allora: qual è la definizione di crimine? Lasciando una spiegazione più dettagliata ai volenterosi che vorranno leggersi "L'Anticostituzione", altrove riportata integralmente, si definisce Crimine una violazione dei diritti naturali di ogni uomo, come formalizzati nei Principi Primi: "Nessuno ha il diritto di violare l'altrui diritto di disporre del proprio corpo e dei propri beni". Cioè, è crimine qualsiasi violenza portata contro un'altra persona, è crimine qualsiasi violenza portata contro i suoi beni. Ne consegue che qualsiasi altro comportamento non è un crimine.
Come non lo è la fabbricazione di armi, perché ciascun uomo libero può utilizzare la propria persona ed i propri beni per costruirsele. Come non lo è la detenzione di armi, perché ciascun uomo libero può utilizzare i propri beni per acquistare le armi costruite da un altro uomo libero. Come non lo è l'uso non criminale delle armi, perché anch'esse sono un bene che può essere gestito e goduto da chi le ha legittimamente costruite od acquistate. Si noti l'avverbio "legittimamente" e non "legalmente". Infatti, come sopra notato, se una legge proibisce costruzione, detenzione ed uso non criminale di alcune armi, essendo messa in atto con la violenza o con la minaccia della violenza, contro persone che non hanno commesso crimini, diventa essa stessa criminale. Le persone che vivevano nella comunità di David Koresh a Waco lo facevano in modo anticonformista, probabilmente rivoltante per molti lettori di queste righe. Tuttavia esse erano là di loro volontà, e non risulta che sia stata effettuata violenza su chi se ne fosse voluto andare. Pertanto nessuna Donna Prassede aveva il minimo diritto di esercitare violenza - e violenza omicida - su di essi per impedire loro di vivere come preferivano. Nessuna aveva il diritto di impedire loro di detenere qualsiasi genere di arma, illegale o legale, fintantoché essi non l'avessero usata, cucchiaio affilato o mitragliatrice, per esercitare violenza contro i diritti naturali di un'altra persona.
I seguaci creduloni di David Koresh non avevano assaltato la sede dell'ATF per costringerne i membri a seguire le proprie opinabili idee. Al contrario, sono stati gli agenti dell'ATF ad attaccarli con le armi per costringerli a seguire le proprie, o quelle per cui sono pagati dallo Stato. Dunque non erano i Davidiani i criminali, ma lo erano gli agenti dell'ATF. Pesci piccoli, questi ultimi, perché i mandanti di quell'omicidio si trovano molto più in alto, nella piramide del comando, negli Stati Uniti ed altrove, e come Donna Prassede, sono tuttora convinti che fosse loro diritto rischiare la vita dei propri dipendenti dell'ATF per assassinare chi voleva vivere a modo proprio, senza danneggiare alcun altro. Non solo sono convinti di ciò, ma, come Donna Prassede, sono convinti di essere giudici infallibili, e non si fermerebbero di fronte ad un nuovo massacro. Anzi, lo stanno preparando. Basta loro una semplice legge...
Ma, attenti, Donna Prassede può vivere anche dentro di noi. Vivrà dentro di noi ogni volta in cui ci ergeremo a giudici dei privati comportamenti del nostro prossimo. Pronta a sgusciare fuori di noi come un mostro sudicio e infame, quando noi agiremo per obbligare, con la violenza nostra o della legge, qualcun altro a vivere secondo i nostri dettami.
La tragedia di Waco ci insegna molte cose.
Ci insegna che non sempre la legge è giusta e che l'illegalità è ingiusta. Ci insegna che è semplice convincere un popolo incapace di critica che l'omicidio è in realtà amore per il prossimo, e che l'altruismo consiste nell'esercitare violenza sull'altro. Ci insegna che spesso i criminali peggiori siedono ai primi posti della nazione, e non sono nascosti nelle fogne, pur meritandole. Ci insegna che non è con la legge, che essi hanno creato a propria difesa, che potranno essere un giorno puniti. Nel caso di Waco, non è grazie alla legge che Bill Clinton finirà sulla sedia elettrica, che è invece toccata a persone con molto meno di 86 omicidi sulla coscienza. Resterà impunito. Ci insegna che non ci dobbiamo attendere la libertà da chi ha tutto l'interesse a togliercela e che, per ottenerla, gli uomini che vogliono essere liberi dovranno combattere la battaglia della vera giustizia: quella per l'affermazione del diritto di ciascuno di essere libero, di perseguire "la ricerca della propria felicità", o, espresso in altri termini, "di disporre liberamente della propria persona e dei propri beni". Infine, e soprattutto, ci insegna che non vi potrà essere pacifica coesistenza tra gli uomini finché gli stessi non si abitueranno a tollerare che gli altri vivano nel modo che essi, con il libero arbitrio di esseri deboli ma irripetibili, fallaci ma degni di ogni rispetto, hanno scelto per sé. http://italy.indymedia.org/news/2002/11/120205_comment.php#120332 ----------------------------------------------------------------------------- http://italy.indymedia.org/news/2002/11/116056.php
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da waco ad oklahoma:viaggio all’inferno!
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tiziano Tuesday, Jul. 01, 2003 at 5:19 PM |
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http://italy.indymedia.org/news/2003/05/273881.php http://italy.indymedia.org/news/2003/04/271078.php http://italy.indymedia.org/news/?comments=yes&medium=&keyword=waco&submit.x=38&submit.y=8 http://italy.indymedia.org/news/2002/11/120205_comment.php#120340 http://italy.indymedia.org/news/2002/11/116056_comment.php#116106 http://italy.indymedia.org/news/2002/11/116056.php http://italy.indymedia.org/news/2002/11/107594.php
Sulla starge di WACO uno,due,tre....dittatura tocca a te!
Sulla starge di WACO si trova anche un accenno (che italiano del cazzo) nel libro di Gore Vidal "La fine della libertà". Egli, l'autore (brizzolato), ci spega come sia notoriamente in auge negli USA , l'uso di reparti militari con armamenti pesanti (le fantomatiche SWAT) nelle controversie civili. Ciò che accaddee Waco.
In sostanza l'uso di armi, azioni e tecniche tipicamente da guerra contro i cittadini americani stessi. Inoltre, siccome il sistema americano (yankee) non erra mei, si doveva dimostarre che gli abitanti/amici di Koresh(?) erano tutti drogati e schizofrenici, e facendo passare il santone per uno spacciatore di stampo colombiano.
Ma siccome gli USA sono il paese delle Libertà (o la Casa?) nessun americano patriottico vi dirà veramente come c'era davvero in quella casa.
Secondo Gore Vidal al governo (Junta) americano stà sul culo che un bel po di gente decida di vivere per conto suo, allevando capre e coltivando cavoli senza sentirsi cittadini a stelle strisce. Se poi sommiamo il fatto che la comunità si avvicivana al modello socialista di convivenza possiamo intuire il perchè l'esempio doveva essere estirpato dal sacro suolo dello zio Sam.
Avete forse paura di parlare dell strage di WACO? Avete disinteresse o paura a parlare delle VIOLAZIONI ai diritti umani?
Avete paura a parlare dell'omicidio premeditato da parte dei serVIZI segreti e del GOVERNO nord americano di DAVID KORESH e di circa 80 seguaci fra cui molti bambini,figli dei suoi discepoli?Vivevano per loro scelta in modo diverso e li hanno uccisi per questo! Decine di carro armati hanno bruciato il ranch di Waco ... soso morti una volta atrocemente bruciati VIVI,non li uccidiate una seconda volta nel freddo della vostra INDIFFERENZA !!!http://italy.indymedia.org/news/2002/11/107455_comment.php#107525
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Waco come Ustica: fu strage di stato !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Carlo Stagnaro Tuesday, Jul. 01, 2003 at 5:23 PM |
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Il 19 aprile 1993, otto anni fa tondi tondi, fu una giornata normale per decine di milioni di persone in tutto il mondo. Sveglia e caffè, barba e bidet, direbbe Fantozzi, svelti che perdo il tram. Ci sono però 76 individui per cui quella data ha significato molto. E ormai non significa più nulla. Perché sono sottoterra. Morti. Brutalmente divorati dalle fiamme nella loro dimora di Mount Carmel, nei pressi della cittadina di Waco, Texas. Un tranquillo paesotto di provincia, dove non succede mai nulla. Tranne quel maledetto giorno.
Era l’alba, e i tanti emuli di Paolo Villaggio si recavano al lavoro. Occhi smorti, cravatta lenta e giacca impolverata. Se il cartellin devo timbrar, lo timbrerò (uacciuadiuadi), proseguiva la canzoncina dell’impiegato più famoso d’Italia. Per quelle quasi 80 persone, invece, l’alba ebbe un altro sapore. Erano reduci da 51 giorni di assedio da parte dell’FBI e del BATF (Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms). Su di loro pendevano svariate accuse, tra cui quelle di possesso illegale di armi, traffici di droga e molestie ai bambini. (In realtà sarebbe emerso in seguito il carattere strumentale e la palese infondatezza di queste ultime due imputazioni.)
La comunità in questione era quella dei Davidiani, un bizzarro gruppo di persone dalle bislacche idee religiose. Tutti seguivano come cagnolini le parole del “messia peccatore” (così lo definì un quotidiano locale) David Koresh, al secolo Vernon Wayne Howell, fancazzista per lavoro, profeta per diletto e visionario per passione. Le agenzie federali americane li avevano presi in antipatia. Il loro culto era guardato con indifferenza da tutti, anche se non dava fastidio a nessuno. La popolarità del presidente americano Bill Clinton non era certo all’apice. I piedipiatti di Washington dovevano dimostrare quanto erano bravi e supermegafighi – il dibattito sul loro budget era alle porte. Insomma, due più due fa quattro: mostrare i muscoli faceva comodo un po’ a tutti, e i Davidiani parevano un ottimo bersaglio.
Chi fece i conti, però, si dimenticò dell’oste, e quella che doveva essere una tranquilla operazione per ottenere visibilità si tramutò ben presto in un incubo per l’America intera. Il 28 febbraio si svolse un raid ai danni dei seguaci di Koresh. Questi ultimi, contrariamente a quanto i cervelloni del BATF avevano previsto, tentarono la resistenza. Cominciò l’assedio, e – attraverso varie peripezie e il sostanziale fallimento della trattative – si giunse al 19 aprile. Erano le sei del mattino quando i Davidiani, tra cui molte donne e bambini, udirono un gran bordello, spari, grida, esplosioni. Un fumo puzzolente entrò in casa loro: i federali avevano avuto la brillante idea di gasarli, così da spingerli a uscire. Adolf Hitler avrebbe apportato una sola modifica a tale brillante piano: non avrebbe trascurato di sprangar le porte.
Da lì in avanti, comunque, non si capisce più chi fa cosa. Trascorrono lente e tesissime ore fino a quando, ed è circa l’ora di pranzo, i Davidiani vengono cotti alla fiamma. Sì, perché improvvisamente scoppia un incendio che divora l’intero edificio. Uomini come spiedini, altro che McDonald’s, quella è roba da principianti. Quasi nessuno riesce a porsi in salvo. Suicidio di massa, si disse, e il caso venne archiviato.
Poi, nonostante la massiccia cortina fumogena innalzata dal governo federale (Janet Reno, l’allora procuratore generale, e Bill Clinton in testa) un manipolo di studiosi cominciò a indagare, sostenuto dal favore e dall’interesse del pubblico. Emerse che forse quella del suicidio non era l’ipotesi più sensata. Forse fu un incidente. C’è chi dice una “soluzione finale” adottata dall’FBI per mettere a tacere persone che erano a conoscenza delle troppe illegalità perpetrate nel corso dell’assedio.
Il vero problema, però, non è come la tragedia si concluse: ma piuttosto come ebbe inizio. E’ lì che emergono le spaventose contraddizioni entro cui si dibattono gli Stati Uniti d’America, tesi tra un’ispirazione ideale verso l’individualismo e la libertà e la smania dei politici di controllare, regolamentare, punire. E il “pregiudizio fatale” di molti cittadini di quella “Land of Freedom”, convinti della perfezione del proprio sistema politico.
L’America, in verità, è bruciata a Waco: ciò che è rimasto è solo la sua perversione. Quegli Stati Uniti che, ha affermato qualcuno, sono il peggior nemico della Statua della Libertà. Ormai da quel tragico giorno sono passati tanti anni. E’ cambiato pure il Presidente, e il caso (o la Provvidenza) ha voluto che nello Studio ovale posasse le chiappe proprio un texano.
L’America, e ancor più il Texas, si aspetta molto da “Dubya”. Sono in tanti a sperare che il nostro abbia il coraggio di tirar fuori gli scheletri dagli armadi. Per rendere giustizia non solo ai martiri di Waco, ma anche e soprattutto al cadavere dei diritti civili. Gli scettici non mancano.
Se Bush Jr. saprà rispondere alla richiesta che sale dall’America profonda, darà una speranza anche agli Europei. Forse la Nazione a stelle e strisce potrà ancora essere quella “lampada che brilla sulla riva occidentale” di cui parlava Henry Clay. Certo è che negli ultimi anni la luce si è molto affievolita, e non sarà semplice riportarla all’antico splendore.
(tratto dal quotidiano l'"Opinione") Aprile 2001
Carlo Stagnaro è l’autore del libro Waco. Una strage di stato americana (Viterbo: Stampa Alternativa, 2001).
digilander.libero.it/secedo/Waco.htm
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tutto quello che avrete sospettato e che non avete avuto il coraggio di sostenere !!!!!!!
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geppetto lardo Tuesday, Jul. 01, 2003 at 5:26 PM |
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Waco, Texas, ovvero tutto quello che magari avrete anche sospettato ma che non avete mai avuto il coraggio di sostenere. Il fatto di cronaca è noto anche da noi: David Koresh, capo carismatico-spirituale della setta dei "davidiani", dopo un assedio delle forze del Bureau of Alcool, Tobacco and Firearms durato ben cinquantuno giorni, decide per il suicidio di massa, ordinando d'incendiare il complesso residenziale in cui la setta si trova costretta. Settanta persone tra uomini, donne e bambini perdono la vita. La tesi dell'FBI è laconica e chiude il caso: "suicidio di massa". Questa la versione ufficiale che la stampa di tutto il mondo ha diffuso. Ma le cose sono andate realmente così? William Gazecki realizza un documentario sull'accaduto in quel tragico 19 aprile '93, indagando nei risvolti di una vicenda che il buon senso rifiuta di ritenere chiara e conclusa. Da un lato una sorta di irrazionale fanatismo religioso, dall'altro i depistaggi e le false asserzioni delle autorità, del potere. Dove risiede la verità? Aristotele vacillerebbe senza rimedio: la struttura del filmato non lascia dubbi allo spettatore, sempre più sconcertato e raccapricciato dalla crudezza di ciò che si manifesta sullo schermo. Inevitabilmente anche un documentario, che per definizione si basa su immagini reali, vere e non modificabili, subisce condizionamenti ideologici da parte di colui che lo realizza: il solo montare una dichiarazione dietro un'altra, solo per fare un esempio, implica una scelta di campo da parte del cineasta, una sua precisa assunzione di responsabilità di fronte al flusso delle immagini. Inutile quindi affermare a priori l'imparzialità di ciò che viene mostrato. Ciononostante è indubitabile che dal documento emerga, tramite diverse interviste a sopravvissuti ed esperti, reportages televisivi, cronache giudiziarie, filmati inediti dell'FBI, una nuova verità, quella di una guerra personale condotta dai corpi speciali e dalla stessa polizia federale contro un corposo numero di persone colpevoli di vivere secondo dettami non convenzionali, praticanti un particolare culto in un paese dove la libertà è tale solo fino ad un certo punto. Le indagini e la ricostruzione del film di Gazecki sono da applauso: dettagliate, intriganti, pertinenti ed incredibilmente appassionanti. Forse è merito della situazione tristemente nota, fatto sta che la narrazione è organizzata dal regista in modo magistrale, degna di un grande giallo che si dipana senza una sola caduta di tono per centosessantacinque minuti di durata grazie ad un montaggio serrato che accosta con sapiente perizia le varie testimonianze e le differenti ricostruzioni. La verità assume pian piano una nuova forma: l'incendio pare essere divampato a causa dei colpi d'arma da fuoco delle autorità assedianti (che hanno sempre negato di aver esploso anche un solo colpo) indirizzati all'interno dei locali già saturi dei gas lacrimogeni precedentemente introdotti. Il risultato è stato una reazione chimica che ha prodotto un ossido di cianuro letale per le settanta persone all'interno dello stabile. Una vittoria per le forze dell'ordine schierate? A giudicare dalla bandiera issata al posto di quella della setta, pare proprio di sì; in realtà è solo una delle tante macchie sulla coscienza di una nazione che pretende ancora di porsi come fulgido esempio di civiltà e libertà democratiche.
www.cinemah.com/reporter/torino/97/reame02.html
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Caccia alle streghe:nel 93 fu WACO, nel XXI sec. e' l'integralismo islamico !!!!!!!!!!!!!!
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gesu' bambino Tuesday, Jul. 01, 2003 at 5:34 PM |
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Strage di Waco,ombre su Clinton ........ Strage di Iraq,ombre su Bush ........
Sempre la stessa vecchia storia fascista! The Never Ending History tra la la'?
Strage di Waco,ombre su Clinton.Accuse sull'assedio del '93:«La Casa Bianca fece usare bombe incendiarie e Delta Force»
di Alessandra Farkas, ("Corriere della Sera", 31 agosto 1999)
NEW YORK - Mentre l'Europa è tutta assorbita dai quotidiani colpi di scena del «Russiagate», un altro scandalo domina in questi giorni le prime pagine dei quotidiani Usa, gettando un'ombra sull'amministrazione Clinton che coinvolge il ministro della Giustizia Janet Reno, l'Fbi, Hillary Clinton e persino la leggendaria unità anti-terrorismo Delta Force. Al centro della bufera è il famigerato assedio dell'Fbi al quartier generale della setta Davidiana, vicino a Waco (Texas) nell'aprile del '93. Assedio durato ben 51 giorni e che si concluse con un raid delle autorità e la morte di ben 80 seguaci del leader David Koresh - tra cui 25 bambini - alcuni colpiti da armi da fuoco, altri carbonizzati nell'incendio che divampò dentro il recinto. Dopo aver affermato per anni che la strage era «il frutto di un patto suicida» ideato da Koresh - avrebbe obbligato i suoi ad appiccare il fuoco - l'Fbi adesso è costretto dalle rivelazioni sulla stampa americana e dall'indagine del Commissario per la Sicurezza Pubblica del Texas James Francis ad ammettere ciò che fino a ieri aveva risolutamente negato. E cioè che quel giorno i suoi agenti violarono la legge, usando armi incendiarie contro i Davidiani. «Almeno due bombe lacrimogene pirotecniche furono sparate a Waco», conferma il direttore dell'Fbi Louis Freeh, che ha subito aperto un'indagine. «Le bombe incendiarie avevano come obbiettivo il bunker sotterraneo di cemento, lontano dall'edificio principale in legno - puntualizza - però sono rimbalzate, finendo su un campo aperto. Non hanno nulla a che fare con le fiamme». Ma la tesi non convince l'America. L'effetto della tardiva rivelazione è ormai inarrestabile. Attivisti anti-governativi e deputati repubblicani si sono alleati nel dare addosso a ciò che considerano «l'ultimo di una interminabile serie» di scandali e coperture di una amministrazione «bugiarda e corrotta». Nel mirino, ancora una volta, è Janet Reno, il ministro della Giustizia odiata dalla destra che la considera «la guardia del corpo di Clinton», «depistatrice professionista» di innumerevoli magagne presidenziali, dal Sexgate ai fondi illeciti del partito democratico allo spionaggio cinese nei laboratori nucleari Usa. Dan Burton, repubblicano presidente della Commissione di Riforma governativa della Camera lancia un'altra indagine, minacciando di chiamare a deporre i vertici del Dipartimento di Giustizia. Nello scandalo, secondo il Drudge Report, notiziario via Internet, sarebbe coinvolta persino Hillary Clinton. «La pista di documenti conduce a lei», scrive il cybergiornalista che fece scoppiare lo scandalo Lewinsky, secondo cui «ben tre dossier relativi a Waco furono fatti sparire dall'ufficio di Vince Foster», l'amico della first lady, morto suicida nel '93. Non solo. Secondo l'intervista rilasciata al Dallas Morning News dal Commissario per la Sicurezza Pubblica James Francis - l'uomo che ha dato il via allo scandalo, finanziatore e amico di George Bush junior, capo dei Ranger del Texas nemici storici dell'Fbi - all'assedio avrebbe partecipato anche la Delta Force, la supersegreta unità antiterrorismo di cui il Pentagono ufficialmente non ammette neppure l'esistenza. La squadra d'élite non si sarebbe limitata ad osservare da lontano l'assedio dando consigli utili all'Fbi sul da farsi, come insistono i vertici delle forze armate Usa, ma avrebbe svolto un ruolo determinante. Se provato, ciò sarebbe una violazione gravissima della legge americana che vieta qualsiasi tipo di presenza militare nel corso di un'operazione di polizia. A far luce su tutta la faccenda dovrebbe essere il secondo e attesissimo documentario girato sul posto da Michael McNulty, che ha già vinto un Oscar nel '98 per il suo documentario che mostra, tra l'altro, l'uso di esplosivi a Waco. In «Waco: una nuova rivelazione» McNulty avrebbe ripreso agenti Fbi che sparano su donne e bambini Davidiani da un elicottero. Mentre il partito democratico fa quadrato attorno ai ministri di Clinton molti dubitano che lo scandalo possa comunque compromettere le ambizioni senatoriali della moglie del presidente. «E' impossibile non intravedere i secondi fini politici di James Francis, nominato alla sua carica da George Bush junior», scrive Newsweek.
www.cesnur.org/testi/waco5.htm
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L'ordine fu firmato dalla ministra Janet Reno, con la complicità di Bill Clinton.
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bello Tuesday, Jul. 01, 2003 at 5:38 PM |
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Strage che sconvolse l’America nel 1993
Vi anticipo soltanto questo, sopratutto ai FAN del Clinton progressista: <<L'ordine fu firmato dalla ministra Janet Reno, con la complicità di Bill Clinton. Di quei settanta poveretti, una ventina erano bambini!>>
Buona lettura adesso ....
Carlo Stagnaro (a cura di), Waco: una strage di Stato americana, Viterbo, Stampa Alternativa, 2001, pagine 128, lire 15 mila (il volume può essere ordinato direttamente all’editore: fax 0761-352751). Ci sono tragedie che passano silenziose, lontane dai clamori, stemperate da una stampa complice e da un governo corrotto. E' il caso del massacro di Waco, 19 aprile 1993. Molti di noi hanno ancora negli occhi le immagini fugacemente trasmesse dai telegiornali, quel ranch in fiamme, quei fumi di morte targati Fbi. Ci è stato spiegato, all'epoca, che i settantasei davidiani (seguaci, cioè, dell'improvvisato Messia David Koresh) se l'erano voluta. Avevano in mente di organizzare un suicidio collettivo, in preda a follia millenaristica. A evitare loro l1imbarazzo di far da sé, ci ha pensato il Federal bureau of investigation, "suicidandoli" direttamente.
L'ordine fu firmato dalla ministra Janet Reno, con la complicità di Bill Clinton. Di quei settanta poveretti, una ventina erano bambini. Su un caso del genere, in America non potevano non divampare le polemiche; e fa un ottimo servizio al lettore italiano Stampalternativa che ha pubblicato questo Waco, una strage di stato americana (a cura di Carlo Stagnaro). Un volume agile ma ricco, frutto di un lavoro di ricerca minuzioso che ci consegna il ritratto sconcertante di una sconfitta dei diritti civili e delle libertà. Non che non vi siano tracce di follia nella bizzarra confessione del profeta Koresh (traslitterazione ebraica di Ciro), la cui genealogia religiosa arriva fino al patriarca William Miller - bisnonno dei Testimoni di Geova. Avventista eretico, Koresh (all'anagrafe Vernon Wayne Howell) era nel mirino dell1Fbi sin dai primi anni Novanta.
In particolar modo, la sua comunità di Mount Camel è presa di mira dal Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms. I davidiani sono accusati di tutte le possibili efferatezze, dall'abuso di minori alla detenzione di droga: ma, dopo le prime indagini, si rivela un castello di sabbia. L'ipotesi di un'azione legale contro il predicatore texano viene presto archiviata, ma qualcuno all'Fbi evidentemente non ha in simpatia questa enclave di eretici. Così, a dispetto del buon senso, il BATF decide di sferrare un attacco alla setta, imbastendo un raid che si rivelerà poi l'episodio più sanguinoso della recente storia americana. Tutto ha inizio il 28 febbraio 1993 - e sarà un assedio lungo cinquantuno giorni. Con, quel che è più grave, il tacito assenso della Presidenza degli Stati Uniti: alle azioni partecipa Delta Force, l'esercito privato alle dipendenze della Casa Bianca, noto per il pugno di ferro senza guanto di velluto. La tragedia raggiunge l'acme il 19 aprile: dopo un mese e mezzo di embargo - con il neppure celato tentativo di prendere il nemico per fame - l'Fbi prima gassa a dovere il rifugio dei davidians, e poi fa irruzione.
Settantasei morti. "Le aggressioni violente dello stato contro le persone che esso disapprova sono assai comuni ed endemiche, scrive nell'introduzione l'esule russo Vladimir Bukovskij. Bukovskij, in quel paio di pagine riservate alla sua testimonianza, passa dal generale al particolare, spiega come Waco sia stato solo il primo campanello d'allarme. I governanti del mondo d'oggi appartengono a una nuova generazione di dittatori ideologici. E nessuna utopia è completa senza i suoi gulag". Giustamente, Bukovskij ricorda che "i responsabili degli orrori di Auschwitz e Kolyma non erano marziani, e molti di loro erano convinti di agire per il bene dell1intero genere umano". Waco, una strage di stato americana rende conto del nuovo volto della banalità del male (così la definì Hannah Arendt), tanto più inquietante dopo che è emerso in un Paese che sembrava passato indenne attraverso il secolo dei totalitarismi.
www.opinione.it/3.commenti/archivio_commenti/2001/14-05_20-05/15-05-01_mingar...
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I moderati di destra e di sinistra vedono negli U.S.A. la patria di ogni libertà
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Il Bargello Tuesday, Jul. 01, 2003 at 5:42 PM |
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Scene di guerra civile a Waco (Texas)
Gli Stati Uniti, o “l’America”, come vengono usualmente definiti, rappresentano per gli Italiani un mito dal fascino irresistibile o il simbolo di tutti i mali del mondo. I moderati di destra e di sinistra vedono negli U.S.A. la patria di ogni libertà, anzi di quella che più aggrada loro, a seconda dei rispettivi gusti; una sinistra ancora malata di terzomondismo imputa all’unica superpotenza rimasta sul pianeta la causa di tutte le ingiustizie e disparità di questo mondo, quasi che tutte le risorse economiche bruciate dall’impero sovietico e dai suoi satelliti in poco meno di mezzo secolo non avessero contribuito a depauperarli; mentre la destra radicale non può perdonare l’arroganza con cui i vincitori americani sono riusciti a giustificare e far passare sotto silenzio tutti i loro crimini recenti e non: dalle atomiche sul Giappone all’inutile massacro del popolo serbo. Icona o spauracchio, quindi, mito da citare a vanvera (l’I care veltroniano rimane una vetta di demenzialità tuttora insuperata) o fantoccio da bruciare in impotenti saturnali, che non sono riusciti a produrre nulla in grado di mettere seriamente in discussione l’egemonia militare, politica e – soprattutto – culturale a stelle e strisce. L’unica seria alternativa sul piano geopolitico è stata la creazione della Force de Frappe, l’armamento nucleare francese voluto da De Gaulle che, insieme al mantenimento in efficienza di uno strumento antico come la Legione Straniera, ha fatto si che i nostri vicini d’oltralpe potessero gestire con una discreta autonomia le loro relazioni internazionali, pagando il prezzo di un certo numero di caduti in giro per il mondo e riducendo qualche atollo del Pacifico a suolo lunare.
Nel pomeriggio (per noi) dell’undici di settembre la storia degli U.S.A. ha conosciuto una svolta drammatica, che non è facile capire quali conseguenze avrà, prima di tutto sul modo in cui gli americani percepiscono se stessi e poi su come il resto del mondo percepisce l’America; ma accanto a questo tragico spartiacque, ci sono altri episodi significativi della storia recente americana pressoché ignorati dall’opinione pubblica, confinati in quel limbo di stranezze e contraddizioni che un paese così vasto non può non contenere. Tra questi, il massacro degli appartenenti alla setta dei “Davidiani”, causato da agenti federali il 19 aprile del 1993, nella cittadina di Waco, in Texas e ricostruito nel volume, curato dal giovane giornalista Carlo Stagnaro, Waco. Una strage di stato americana (pagg. 127, Lit. 15.000, Stampa Alternativa, casella postale 97 – 1100 Viterbo, fax 0761352751 ), uscito all’inizio di quest’anno. Il libro raccoglie articoli, interviste e testimonianze sui fatti del ’93, perlopiù di provenienza statunitense.
Bagatelle per un massacro
Un film di Joe Dante del ’97 si intitolava La seconda guerra civile americana e raccontava, con i toni di una commedia, il precipitare degli eventi dopo la decisione del governatore dell’Idaho di chiudere le frontiere dello Stato all’immigrazione. Seguiva l’ultimatum della Casa Bianca e, alla fine, le forze armate federali, la Guardia nazionale, gli altri Stati dell’Unione e le varie etnie presenti sul territorio degli Stati Uniti erano schierate a fianco o contro i “separatisti”, fino a far scoppiare le ostilità. Il tutto avveniva – come di consueto in America - sotto i riflettori dei mezzi d’informazione, diventando, immancabilmente, un fenomeno mediatico, prima ancora che politico e militare.
Ben diversa la realtà di Waco, dove le scene di guerra civile non sono state amplificate dalle televisioni, ma sono state fatte passare sotto silenzio. I “Davidiani”, guidati dal loro leader David Koresh, vengono assediati da forze di polizia federali, supportate da reparti dell’esercito, all’interno della loro fattoria; sono seguaci di una fede strampalata, di quelle che spesso nascono e talvolta si diffondono negli U.S.A., ma non esistono prove certe che stiano commettendo reati di particolare gravità, eppure contro di loro vengono schierati perfino dei carri armati. Per più di cinquanta giorni si alternano trattative, attacchi e pressioni esercitate sugli abitanti della fattoria con i metodi della guerra psicologica, fino alla decisione finale di procedere all’irruzione, cui segue il rogo in cui bruciano vive 76 persone, tra cui donne e bambini. La spiegazione ufficiale – quella arrivata ai telegiornali italiani all’epoca – è che l’incendio è stata appiccato dagli stessi davidiani, che trovano così la morte in un suicidio collettivo come quello della Guyana, il bilancio è tragico per quella che doveva essere un’operazione di polizia e non una battaglia campale: oltre 80 vittime, tra i quali quattro agenti del BATF, colpiti dagli assediati nel corso dell’attacco del 28 febbraio.
Il BATF è il Bureau of Alchool, Tobacco and Firearms, l’organo federale di polizia che si occupa - terminata l’era del proibizionismo – soprattutto dei reati connessi alla detenzione illegale di armi da fuoco; le accuse principali mosse ai seguaci di Koresh sono proprio la detenzione illegale di armi da fuoco e la produzione di sostanze stupefacenti. Quest’ultima è l’unica accusa che giustifica l’eccezione al Posse Comitatus Act, il divieto assoluto di impiegare personale militare in operazioni di polizia sul territorio americano contro cittadini degli Stati Uniti, mentre il possesso illegale di armi venne utilizzato in maniera pretestuosa nei confronti di una comunità che ne deteneva meno della media dei suoi concittadini.
Libertà civili vs. ingerenza federale
Il motivo per cui Waco rimane un episodio simbolo è proprio il rapporto tra libertà individuali e locali, da una parte, e potere federale, dall’altra, e il modo in cui lo stesso si è evoluto nella storia dell’America. Il tutto non è cosa da poco pensando – per esempio - all’attuale processo d’integrazione europea, ai suoi esiti e al futuro assetto che potrebbero assumere gli “Stati Uniti d’Europa”.
È noto che per molti americani, possedere un’arma è considerato un diritto fondamentale e tale opinione non affonda le sue radici solamente nella consuetudine, ma trova la sua massima espressione nel Secondo Emendamento alla Costituzione voluto da Thomas Jefferson - il presidente lodato dal poeta Ezra Pound, che ne accostato la figura a quella di Mussolini - e contenuto nel Bill of Rights del 1789. La Dichiarazione prosegue, mettendo i cittadini al riparo da “perquisizioni o sequestri ingiustificati” nei confronti delle loro case e dei loro beni, altro principio che a Waco è stato calpestato, in nome dell’interventismo dello Stato. Per quanto riguarda la lotta alla droga, questa è divenuta il pretesto dell’intrusione dello Stato nei confronti delle libertà dei cittadini, nelle loro proprietà e nei loro conti bancari, al punto che il Libertarian Party ha fatto della fine di questa offensiva la sua bandiera nell’ultima campagna elettorale, raccogliendo oltre un milione e 600mila voti alle ultime elezioni del Congresso e stabilendo un record storico in un sistema tradizionalmente bipartitico come quello americano.
Scrive lo scrittore e dissidente russo Vladimir Bukovsky nell’introduzione al libro di Stagnaro che “I governanti del mondo d’oggi sono così ossessionati dall’idea di controllarci e salvarci dalle nostre stesse cattive abitudini e dai nostri istinti primitivi, che non si fermeranno di fronte a nulla”; non è un caso che la strage di Waco sia avvenuta durante la presidenza di Bill Clinton, che ha pienamente avallato le decisioni della magistratura e delle forze militari e di polizia impegnate nell’operazione. Balza agli occhi come la filosofia seguita da governo americano in quella circostanza somigli tanto alla dottrina dell’“ingerenza umanitaria”, praticata nei Balcani (ma anche nei confronti della pacifica e libera Austria) e come la visione delle libertà civili di Jefferson possa essere contrapposta all’invadenza clintoniana anche sul piano internazionale. Ci sono diversi buoni motivi per utilizzare la forza militare nei confronti dei propri nemici e, in questo momento, gli Stati Uniti ne hanno sicuramente i migliori dall’epoca della loro guerra d’indipendenza, ma quello che la guerra non potrà mai essere – tanto meno verso i propri stessi cittadini – è uno strumento pedagogico.
(Tratto da Il Bargello, anno V numero 4, Settembre-Ottobre 2001. Indirizzo: C.P. 1718 agenzia 6, 34129 Trieste, Tel.: 347-000.8685, Fax: 040-938.1385)
forces.org/stagnaro/bargello.htm
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il waco dell'11 di settembre?
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magari fosse vero Tuesday, Jul. 01, 2003 at 5:44 PM |
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11 settembre: Mentre sedevo alla tastiera a New York, la radio stava sproloquiando sulla notizia degli aerei dirottati contro il World Trade Center. Improvvisamente ho avuto paura per i miei amici che lavorano in quella zona. Subito dopo, sopraffatto dall’urgenza che ho avvertito e dal suono degli F-16 che girano nello spazio aereo ristretto, ho fatto una lista mentale dei sospetti. La maggior parte degli osservatori, ovviamente, esordirà automaticamente con il generico termine "Arabi". È illuminante che gli Occidentali usino questa parola per descrivere genti così diverse quanto gli Yemeniti e i Siriani, ma non usano mai "Europei" per etichettare sia Irlandesi che Svedesi. Mentre è chiaro che soltanto pochi gruppi avevano le risorse per organizzare un massacro così coordinato, ancora non posso impedirmi di chiedermi chi gli Stati Uniti abbiano fatto incazzare tanto da garantirsi una violenta vendetta?
Ho cominciato dal nostro emisfero e ho pensato a Cuba, Portorico, Haiti, il Messico, il Guatemala, l’Honduras, El Salvador. Quando sono arrivato alla Colombia, ho raggruppato tutto in un’unica voce: l'intero Emisfero Occidentale (eccetto il Canada non francofono). Guardando a est, ho pensato al movimento indipendentista hawaiiano, alla Corea del Nord, a Timor Est, alle Filippine, al Laos, alla Birmania, e al Vietnam prima di realizzare che il termine "Estremo Oriente" bastava. Risalendo per il Kashmir, lo Sri Lanka, il Tibet, una buona manciata di repubbliche ex-sovietiche (più la Cecenia), e l'intero Medio Oriente (eccetto Israele) tutti avrebbero avuto motivi plausibili. , In Europa ci sono i Serbi di Bosnia, i Croati di Serbia, i Musulmani Croati, le enclave Albanesi, i Baschi, o anche l'IRA (solo per citarne alcuni). L’intero continente Africano (dalla Libia alla Nigeria allo Zaire al Ruanda al Sudan) potrebbe legittimamente dire di averlo fatto per legittima difesa.
E qui a casa nostra? Be’, c’è un piccolo esercito di fanatici anti-abortisti, i seguaci di Bo Gritz "l’ONU si sta prendendo il mondo", un gruppo di fedeli seguaci che aspettano il ritorno di David Koresh, la Nation of Islam, neonazisti e skinheads assortiti, e ammiratori di Rush non certo sprovvisti di mezzi. Metteteci dentro pensionati vessati, veterani a cui non sono stati riconosciuti i vitalizi, reduci della Guerra del Golfo con strane malattie, l’American Indian Movement, e avrete davvero un bel po’ di sospetti nostrani.
Quando leggerete queste parole, l’FBI avrà molto probabilmente identificato i colpevoli e i media saranno tutti presi a coprire le poste effettivamente in gioco, ma può darsi che valga la pena di perdere un po’ di tempo a considerare di quanta miseria (in patria e/o all’estero) i dollari delle vostre tasse sono responsabili. In effetti, se consideriamo quante paure, paranoie, traffici, sopraffazioni, torture e morti gli Stati Uniti procurano sia in casa propria che in tutto il pianeta, c’è da meravigliarsi che cose di questo genere non capitino più spesso. Forse è solo l’inizio di qualcosa di davvero spaventoso. Come constatò Malcolm X a proposito dell’assassinio di JFK: "Le cattive azioni si sono ritorte contro i colpevoli". Finché i cittadini americani permetteranno passivamente che i soldi delle loro tasse finanzino un impero tirannico e una politica interna fatta di repressione, non ci saranno più persone che possano legittimamente dirsi al di sopra di ogni sospetto. Ciascuno a suo modo, siamo tutti complici, e quindi siamo tutti giustamente esposti a una vendetta. Sogni d’oro, compagni.
Traduzione italiana a cura di Paolo Teodorakis
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Round Up the Usual Suspects by Mickey Z. (Michael Zezima)
September 11: As I sat typing in New York City, the radio was blaring news of hijacked planes crashing into the World Trade Center. Instantly, I feared for friends who work in the area. Next, overwhelmed by the inevitability I felt and the sound of F-16s circling in restricted air space, I made a mental laundry list of suspects. Most observers, of course, will reflexively start with the generic term: "Arab" It's enlightening that Westerners use that word to describe people as diverse as Yemenis and Syrians, but never use "European" to label both an Irishman and a Swede. While it's clear that only a few groups had the resources to pull off such a coordinated onslaught, I still couldn't help but wonder who has the U.S. pissed off enough to warrant violent revenge?
I started in our hemisphere and thought of Cuba, Puerto Rico, Haiti, Mexico, Guatemala, Honduras, El Salvador… by the time I got to Colombia, I changed that to one entry: The entire Western Hemisphere (except non-Quebec Canada). Looking eastward, I thought of the Hawaiian sovereignty movement, North Korea, East Timor, the Philippines, Laos, Burma, and Vietnam before I realized that the term "East Asia" would suffice. Moving right along, Kashmir, Sri Lanka, Tibet, a whole gaggle of former Soviet republics (plus Chechnya), and the entire Middle East (except Israel) all had acceptable motives. In Europe, there's Bosnian Serbs, Serbian Croats, Croatian Muslims, ethnic Albanians, the Red Brigade, the Basques, or even the IRA (to name but a few). The whole continent of Africa‹from Libya to Nigeria to Zaire to Rwanda to the Sudan‹could justifiably plead self-defense.
But what about right here at home? Well, you’ve got a small army of anti-abortion zealots, the Bo Gritz "UN is gonna take over the world" crowd, a devoted group of followers waiting for David Koresh to return, the Nation of Islam, assorted neo-Nazis and skinheads, and Rush¹s fans with the means. Toss in anguished welfare recipients, veterans denied benefits, Gulf War vets with a strange disease, the American Indian Movement, and you have plenty of homegrown suspects, indeed.
By the time you read this, the FBI will have most likely identified the culprits and the media will be busy obscuring the real issues, but it might be worth your time to contemplate exactly how much misery (domestic and/or foreign) your tax dollars are responsible for. In fact, in lieu of the U.S. breeding so much fear, paranoia, exploitation, oppression, torture, and death at home and across the globe, it's surprising this kind of thing doesn't happen more often. Maybe this is just a very frightening start. As Malcolm X remarked about the JFK assassination: "The chickens have come home to roost". As long as U.S. citizens passively allow their tax dollars to fund a violent empire and a repressive domestic policy, there are no legitimately innocent bystanders in this country. We're all complicit in our own way and thus we¹re all fair game for revenge. Sweet dreams, comrades.
www.donjuan-online.org/artic_zezima_wtc.htm
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