Nessuna vittoria nelle urne ha mai mutato i rapporti di forza nei posti di lavoro; solo l'impegno costante fra i lavoratori può ottenere qualche risultato, al di fuori del politicantismo personalista ed elettoralesco.
In tutto il mondo sta rapidamente calando la fiducia delle masse nella possibilità di risolvere i propri problemi con i metodi della democrazia: i risultati delle ultime elezioni amministrative in Italia dimostrano che, nonostante il clima da ultima spiaggia diffuso ad arte dalle sinistre, gran parte dei proletari hanno ormai maturato una profonda sfiducia nelle farse schedaiole. Credo che il principale problema per i rivoluzionari sia trasforma questa prima e spontanea forma di radicalizzazione rivoluzionaria in un più deciso impegno per un'azione politica al di fuori e contro le istutuzioni, e non quello di ricondurle al seggio, sia pure in forme edulcorate. La battaglia per l'articolo 18, conclusasi l'anno scorso con il congelamento del provvedimento da pare del governo, ha lasciato le cose invariate su quel punto, ma si è accompagnata ad un generale peggioramento delle condizioni del proletariato, sia in termini di reddito, sia in termini di condizioni di lavoro, sia in termini di diritti. Nessuna vittoria nelle urne ha mai mutato i rapporti di forza nei posti di lavoro; solo l'impegno costante fra i lavoratori può ottenere qualche risultato, al di fuori del politicantismo personalista ed elettoralesco. L'anarchismo nasce, al Congresso di Saint-Imier, rifiutando il principio maggioritario. La risoluzione dei problemi sociali sulla base del metodo maggioritario si muove al di fuori dei principi anarchici, anche se riuscisse a raggiungere l'obiettivo immediato. L'esperienza storica del movimento di classe ha purtroppo confermato finora che ogni abbandono di questo principio si traduce in una nuova sconfitta, in un nuovo tradimento del proletariato. Il 15 e il 16 giugno quindi nessun cedimento. Astieniti e fai astenere. E' la lotta e non il voto che decide. Tiziano Antonelli
|