20 luglio 2003 Genova
20 Luglio 2003: secondo anniversario della mattanza di Genova.
Diventa indispensabile fare il punto sulle indagini svolte dalla magistratura e sulle acquisizioni
delle controinchieste.
La volontà di chiudere con un nulla di fatto le indagini sul comportamento delle forze di polizia in quei giorni, emersa chiaramente
sin dai primi momenti, l'archiviazione-scandalo sui fatti di P.zza Alimonda e
la grave situazione giuridica dei manifestanti inquisiti per i *fatti di
strada*,sono un segnale preciso.
A tutt'oggi gli unici che hanno pagato duramente sono stati i manifestanti,
alcuni sottoposti da mesi ad una inutile carcerazione preventiva. Nessuno
tra i
massacratori ha perso il posto, nessuno ha subito indagini amministrative
interne ai corpi di appartenenza. Vi sono stati anzi avanzamenti di carriera,
come nel caso del Generale dei carabinieri Leonardo Leso, attuale comandante
delle truppe
italiane in Iraq.
La *macchina* politico-militare che ha prodotto le più gravi violazioni dei
diritti umani che si ricordino in europa da almeno 40 anni è ancora integra,
pronta a ripetersi se si ripresenterà l'occasione.
Malgrado la magistratura (con importanti eccezioni) abbia tentato e tenti
tutt'ora di coprire e minimizzare le responsabilita' delle forze di
polizia, in
questi due anni sono emerse una serie di acquisizioni che gettano una luce
sinistra sulla gestione dell'ordine pubblico in quei giorni.
Questa scheda cerca di fare il punto sulle scarse verità ufficiali emerse e
sugli elementi acquisiti dalle controinchieste e dal lavoro legale.
Piazza Alimonda:
La catena di comando. Chi e' l'assassino di Carlo Giuliani? Una pallottola
strana. La ferita in fronte e il vilipendio di cadavere.
La catena di comando
Fin dai primissimi momenti dopo l'omicidio di Carlo Giuliani il tentativo da
parte degli inquirenti e' stato quello di decontestualizzare i fatti. Sembrava
che ai giudici non interessasse nulla all'infuori di questo singolare duello
tra una pistola ed un estintore, tra Carlo Giuliani e Mario Placanica. Del
perche' e del percome quell'estintore fosse stato afferrato, di come sia
avvenuto che uno sparuto drappello di 50 carabinieri abbia attaccato sul
fianco
un corteo che non aveva vie di scampo, di quali fossero gli ordini e le regole
di ingaggio dei carabinieri sembrava non interessare. I moventi di questo
omicidio sono stati lasciati fuori dalle carte processuali. Le menzogne
propalate da funzionari di polizia e ufficiali dei carabinieri (e subito
accettate come verità scolpite nella roccia da parte della quasi totalità dei
giornalisti) hanno tentato di ridurre quell'omicidio ad una singolar tenzone
tra ventenni i cui esiti disgraziati sono da attribuire ad una tragica
fatalità: un sasso che devia un proiettile altrimenti innocuo, perchè sparato
in aria.
Le cose non stanno cosi'.
Carlo Giuliani e gli altri manifestanti erano in un corteo autorizzato che è
stato attaccato in modo ingiustificato. Dopo ore di cariche pesantissime il
corteo, che si stava ritirando, viene attaccato anche sul fianco e
schiacciato,
senza possibilità di fuga, contro la massicciata della ferrovia. In questo
contesto, la reazione dei manifestanti a questo ulteriore attacco travolge un
plotone dei carabinieri in Piazza Alimonda.
La catena di comando di quel plotone dei carabinieri è emersa in modo chiaro
nel corso di questi 2 anni: si tratta di ufficiali addestratissimi alla guerra
facenti parte o comunque provenienti dal Battaglione Tuscania: in corpo
d'elite
dell'arma dei carabinieri. Ufficiali spesso impiegati all'estero in
missioni di
guerra. Tutti gli ufficiali superiori di Mario Placanica sono inoltre stati
coinvolti a vario titolo nelle vicende della spedizione Ibis in Somalia nei
primi anni 90: violenze, stupri, torture nei confronti della popolazione
civile. Hanno contribuito cioe' a scrivere una delle pagine piu' vergognose in
cui sia mai stato coinvolto l'esercito italiano.
More info:
Chi e' il *famoso* Tenente Colonnello dei carabinieri che era in P.zza
Alimonda?
La *bestia nera* in P.zza Alimonda: un profilo dei protagonisti.
P.zza Alimonda:
l'organigramma dei CCIR (i carabinieri d'assalto)
Chi ha ucciso Carlo?
Mario Placanica viene immediatamente indicato dai carabinieri come lo
sparatore. Il terzo uomo, Raffone, invece diventa noto solo 2 giorni dopo i
fatti, quando cioe' le immagini di Piazza Alimonda sono gia' state esaminate.
Esistono fondati dubbi sull'identita' dello sparatore sia basandoci sulle
dichiarazioni di Placanica, sia esaminando il materiale fotografico emerso in
questi 2 anni.
Placanica fornisce la sua *verita'* 5 volte (interrogatori e interviste).
Per 5
volte la sua versione dei fatti cambia, anche in modo sostanziale, sullo
sparo.
Quello che rimane costante e' la descrizione della sua posizione nella jeep
prima dello sparo: sopra.
Placanica afferma sempre di essere stato sopra il suo collega Raffone e di
averlo protetto col suo corpo. Ma lo sparatore e' sempre sotto ed e' infatti
protetto dal corpo di qualcuno (e' per questa ragione che il suo volto non e'
visibile nelle immagini). Inoltre una serie di foto ad alta definizione
mostrano una notevole somiglianza tra il profilo di Placanica e quello del
carabiniere che copre da sopra lo sparatore, confermando i dubbi.
More info:
Il buio su P.zza Alimonda
Chi ha ucciso Carlo Giuliani?
Con cosa viene ucciso Carlo?
Carlo Giuliani viene ucciso da un proiettile calibro 9 parabellum. Per il
giudice che ha deciso l’archiviazione questo proiettile viene deviato da un
calcinaccio.
Per arrivare a questa conclusione vengono rovesciate le leggi della fisica e
della logica. La storia delle perizie e della loro curvatura agli interessi
degli imputati (i carabinieri) è uno degli aspetti più scandalosi dell’intera
vicenda.
Il proiettile che uccide Carlo e’, dal punto di vista balistico un mistero, ed
e’ molto probabile che non si trattasse di un proiettile d’ordinanza.
Le tracce di questo proiettile (una scheggia del quale è rilevata dalla
tac) si
perdono misteriosamente durante l’autopsia: un proiettile leggero, con poca
massa, che si frammenta facilmente, che non lascia tracce di se’, che non
rimbalza neppure quando colpisce il muro della chiesa in Piazza Alimonda.
Probabilmente proiettili sintetici, o comunque speciali. Proiettili che i
carabinieri non avrebbero dovuto avere, e per nascondere i quali si
stravolgono
fisica, logica, buon senso e deontologia professionale dei periti.
More info:
Un proiettile di plastica ha ucciso Carlo Giuliani?
Assi nelle maniche nere: i periti del G8
Le Pulci della Daloiso
Quante volte viene ucciso Carlo?
Carlo Giuliani non muore immediatamente. Esistono filmati , foto,
testimonianze
della sua breve agonia.
Tutte le foto che lo ritraggono nei primi momenti mostrano una unica ferita
sul
volto di Carlo: il foro del proiettile che sanguina abbondantemente. Altre
foto
che lo ritraggono in Piazza Alimonda, dopo che questa e’ tornata in possesso
delle forze dell’ordine, mostrano invece una ulteriore vistosa ferita al
centro
della fronte. In sede di autopsia questa ferita appare in tutta la sua
importanza: solo un colpo violento e intenzionale puo’ averla prodotta.
Come si e’ prodotta questa ferita? Chi ha infierito sul corpo di Carlo mentre
forse era ancora vivo? Mentre la piazza era sotto il pieno e totale controllo
di polizia e carabinieri? Questo aspetto non e’ mai stato affrontato dalla
magistratura.
Eppure l’unica persona che parla di sasso assassino in quel contesto e’ il
funzionario di polizia che guidava la carica, il commissario Lauro.
Cosa è successo attorno al corpo di Carlo? Cosa gli hanno fatto?
More info:
Piazza Alimonda: una ferita sulla fronte di Carlo pretende una risposta
P.zza Alimonda: Perchè il vicequestore Lauro si *inventa* il sasso?
Una ricostruzione cronologica dell’inchiesta è rintracciabile qui:
17.27 piazza Alimonda
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