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documento su br e affini
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acrobax project - roma Thursday November 06, 2003 at 04:01 PM |
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questo che segue è un breve intervento del laboratorio acrobax project per il movimento anche in vista dell'assemblea cittadina all'ex snia il 6-11
Documento su Br-pcc e affini.
Crediamo sia importante durante i difficili giorni che il Movimento tutto sta vivendo in questo periodo, dare un contributo al dibattito in corso sugli ultimi episodi legati a Br, Partito Comunista Combattente o quant'altro. Pensiamo sia necessario assumere una posizione pubblica e chiara rispetto al percorso politico e culturale (se tale può essere definito) delle Brigate Rosse o affini senza ambiguità di sorta. Crediamo sia necessario rifiutare a chiare lettere qualsiasi minimo accostamento tra le lotte sociali che quotidianamente portiamo avanti con molte altre realtà di questa città e il delirante progetto basato sull'omicidio politico delle BR-pcc e di tutte quelle sigle che aderiscono, promuovono e credono nella lotta armata, nell'omicidio politico e nell'avanguardismo rivoluzionario. Premettiamo che non riteniamo necessario porre la questione su un piano come quello della "dissociazione" perchè consideriamo questa parola inappropriata in un simile contesto. E questo, non solo perchè non abbiamo mai condiviso precedentemente con questi individui nessun percorso sociale dal quale dissociarsi, ma anche perchè riteniamo che attraverso una qualsivoglia "dissociazione" si riconosca agli assasini di D' Antona e Biagi una certa legittimazione politica che onestamente non meritano.
Non solo vogliamo ovviamente prendere le distanze e tracciare un limite invalicabile e abissale tra i Movimenti e le organizzazioni armate, ma vogliamo entrare nel merito dei contenuti articolati dalle folli analisi di queste organizzazioni. La presa del potere, la dittatura del proletariato, la direzione verticale e avanguardistica delle masse, la lettura della società più vicina alla Rivoluzione di Ottobre che alle trasformazioni della contemporaneità, la violenza dell'omicidio politico come strumento per il conseguimento del potere, la follia di credere di poter sovradeterminare nel chiuso di una stanza i processi sociali, bene tutto questo è solo la riproposizione parodica di una parte del conflitto novecentesco, con il quale vogliamo definitivamente chiudere i conti. Crediamo anche che questi contenuti siano profondamente legati ad una visione del conflitto sociale oggettivamente reazionaria. Lo dimostra il fatto che i movimenti dentro i quali ci muoviamo e di cui ci sentiamo parte sono riusciti negli ultimi anni a produrre un immaginario della rivolta che ha superato definitivamente le supposte ideologie Leniniste della presa del potere. Le moltitudini che scendono in piazza e che decidono di affermare la forza della democrazia radicale hanno definitivamente superato l'illusione che vi possa essere una direzione avanguardista delle masse.
Hanno definitivamente affermato che le trasformazioni dei processi produttivi e dei processi lavorativi hanno mutato profondamente le tenaglie dello sfruttamento del capitale producendo la soggettivazione di una nuova figura sociale: il precariato. Lungi da essere la trasposizione proporzionale di quello che poteva essere definito proletariato, il precariato sociale, il precariato metropolitano riscopre la forza della demo- crazia diretta, assembleare, orizzontale, riscopre l'importanza delle relazioni territoriali come pratica quotidiana per la costruzione di un potere costituente che non ha bisogno del Potere. Il potere degli Stati, delle carceri, del lavoro non ci interessa, non sappiamo che farcene. La costituzione dell'autorganizzazione sociale eclissa definitivamente l'opzione della presa del potere e riapre l'orizzonte della comunicazione sociale e della riappropriazione dei propri bisogni in una dinamica pubblica, collettiva e realmente moltitudinaria.
Per quanto riguarda l'inchiesta giudiziaria non è nostro compito e non abbiamo gli elementi per entrare nel merito di chi sia innocente o colpevole. Noi partiamo dall'assunto garantista che chi si dichiara innocente rimane tale fino a prova contraria anche oltre l'elemento probatorio. Sappiamo anche che la Magistratura di questo paese molte volte ha utilizzato i suoi strumenti per criminalizzare i movimenti di lotta. Eppure crediamo che l'operazione anti terrorismo dello scorso 25 Ottobre operata dal pool antiterrorismo delle Procure di Roma, Firenze e Bologna non sia completamente una montatura giudiziaria. Lo testimonia il fatto che alcuni degli arrestati si sono dichiarati tempestivamente prigionieri politici e/o fiancheggiatori delle BR-Pcc.
Per ciò che riguarda invece la puntuale criminalizzazione mediatica mossa dai soliti poteri forti che ha coinvolto movimenti di lotta come quelli dei sindacati di base, del Coordinamento di lotta x la casa e dei centri sociali più in generale, sia parte di un disegno più ampio che tende sicuramente per il prossimo futuro a mettere a fronte dell'opinione pubblica e sul piano dell'equazione politica le battaglie sociali sulla casa, sul reddito, sull'autogestione sulla socialità ponendole sullo stesso piano dei deliranti progetti armatisti e terroristi sia delle Brigate Rosse, sia di quegli individui che inviano pacchi bomba in giro per l'Italia. A proposito di questi ultimi pensiamo che una pratica del genere sia totalmente estranea alle forme della conflittualità sociale che noi quotidianamente pratichiamo. Le nostre pratiche di lotta e di autorganizzazione sono: la riappropriazione di una parte di reddito attraverso l'occupazione di una casa, di uno spazio sociale, la riappropiazione degli strumenti dell'informazione e della comunicazione dal basso come radio e televisioni di strada. Ci riappropriamo della formazione permanente che ci viene richiesta dal mercato, attraverso il progetto della camera del precariato metropolitano che nel nostro laboratorio e insieme a tante altre realtà promuove sportelli informativi e corsi autogestiti di formazione, consulenze legali ai migranti e tutti i precari: senza casa e senza reddito.
Infine crediamo che per affrontare questo difficile passaggio storico sia necessario che il movimento cominci a ritrovare adeguate forme di confronto permanente, basate sullo scambio orizzontale delle esperienze per poter rilanciare le battaglie sociali comuni e per uscire dalla trappola della dicotomia repressione/criminalizzazione.
Tra le altre cose ricordiamo che, proprio nella giornata di ieri il Corriere della Sera ha infilato in pagina nazionale il nostro Laboratorio nel calderone di quell'antagonismo sociale "sovversivo" cui ha fatto riferimento il ministro Pisanu nelle sue recenti dichiarazioni. Queste tra le altre sono le prove tecniche delle montature che gli apparati repressivi sono pronti a sostenere nell'imminente futuro.
L.O.A. AcrobaxProject
A seguito i link dell'articolo del 5 Novembre 03 del Corsera e le dichiarazioni di un compagno di Acrobax a Radio Onda Rossa
http://italy.indymedia.org/news/2003/11/416196.php <http://www.ondarossa.info/index.php>
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un pò di dignità non si può confondere il terrorismo con il comunismo!!
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nana Thursday November 06, 2003 at 05:07 PM |
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Ma voi, chi rappresentate? Lo chiedo perchè da tempo molti lederini auto definitisi tali sono convinti di poter tracciare delle linee politiche partorite dalla propria testa, senza un'analisi reale e scientifica di quello che ci circonda. non solo ma il proprio pensiero particolarissimo formato da una propria esperienze localistica e discutibile si erige a verità assoluta. La prima considerazione è sulla distorsione e malafede che opponete nel mettere assieme il comunismo con il terrorismo, in questo credo che Berlusconi sia molto più bravo di voi. Come si può mettere assieme la violenza rivoluzionaria ( Ved Rivoluzione Russa) che è un processo INDIPENDENTE DALLA VOLONTA' DI CHICCESSIA, dettato da un processo di massa in cui gli sfruttati SONO COSTRETTI AD ENTRARE NELLA STORIA, A DECIDERE DIRETTAMENTE DEL LORO DESTINO E FUTURO, con l'azione piccola e desolante di chi pensa di sostituirsi e di ergersi a vigilantes e giustiziere del proletariato e degli oppressi. Tant'è vero che il marxismo afferma che le rivoluzioni non si fanno caso mai si diriggono. Questa è un'affermazione ideologica? no è la storia dell'uomo che la dimostra. Così come l'esistenza della forza di gravità è affermata dalla caduta di un greve. Quello che è successo in Argentina, in Bolivia, in Venezuela,in parte dimostra questa dinamica, chiaramente non sono state delle rivoluzioni ma delle forti azioni di massa per difendersi da quell'attacco portato avanti dalle forze statali, le stesse di cui voi vi disinteressate. Qundo parlate di movimento per cortesia sciacquatevi la bocca. Il movimento non appartine a degli idioti che guardono il loro buco del culo. Questo movimento è internazionale, perchè le contraddizioni che lo hanno alimentato sono internazionali. (condizioni delle donne, povertà, guerra, ingiustizia ad opera delle multinazionale e soprattutto movimenti dei lavoratori e delle masse oppresse del Sud del mondo) certo perchì in modo razzista localistico e sciovinista vuole piegare la realtà al propio interesse piccolo piccolo non potrà vedere ad esempio che se Bush e compani non hanno ancora iniziato un'altra nuova guerra contro gli altri paesi definiti asse del male è grazie alla resistenza irachena e a quella delle MASSE! palestinesi, che stanno mettendo in enorme difficoltà le politiche guerrafondaie dei relativi governi americano e israeliano. Ma perchì sogna di piegare il movimento a propria immagine e somiglianza non potrà mai classificare la resistenza irachena e palestinese, quella argentina e venezuelana, boliviana e coreana come componenti fondamentali del movimento. Che piaccia o meno il movimento è internazionale ed è formato in maggior parte da movimenti dei paesi oppressi. Che non possono più accettare di essere rapinati e oppressi. Ad ognuno la scelta di sceglere da che parte stare, ma per onesta intelletuale (se ve né rimasta ancora)il movimento reale e non virtuale è ben altra cosa da quello che affermate voi.
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acrobax banda di analfabeti, oggettivamente a destra di giorgio bocca
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antiedipo Thursday November 06, 2003 at 06:00 PM |
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antiedipo@katamail.com |
Ho letto il documento di Acrobax. E' senz'altro tra le cose peggiori che si siano viste negli ultimi anni, peraltro tristissimi dal punto di vista della elaborazione teorica. Ed è uno scritto rivelatore di uno dei più gravi problemi del movimento attuale: l'analfabetismo. Sì, perché l'instaurazione di un legame diretto tra lenin e le brigate rosse (anche quelle vecchie) è sostanzialmente un abominio. Le Brigate rosse (quelle vecchie) avevano una fraseologia e dei riferimenti che potevano rimandare senz'altro alla terza internazionale, però nei termini oggi accennati da Rossanda nella intervista su "Repubblica", non in quelli suggeriti dagli acrobazzini. Ed in ogni caso, si sta parlando di una cultura -quella cui si riferivano i vecchi brigatisti- che era già deformazione dell'originario pensiero di Lenin. In sostanza, le Br si riferivano alla religione del marxismo-leninismo, nata dopo la morte di Vladimir e non in totale continuità con la sua elaborazione. Ci tengo a precisare queste cose, perchè mi sembra spaventoso l'errore di Acrobax, cui qualcuno attribuisce acrobazie teoriche, laddove invece siamo in presenza di un penoso caso di analfabetismo. Che spiazza, che fa incazzare anche chi -come me- ha sempre rifiutato la visione del rapporto avanguardia/massa espressa nel "Che fare", ritenendo che le lotte possano evolversi nel contatto con altre lotte più che con l'intervento di una avanguardia esterna ad esse. Di più, il verbo di Acrobax fa imbestialire una persona che ha anche rifiutato l'impianto filosofico sotteso a "Materialismo ed empiriocriticismo", nonché condiviso la critica di Rosa Luxemburg alla rivoluzione d'ottobre stessa. Ahi noi, dove può arrivare l'analfabetismo diffuso nel movimento... effettivamente nessun Giorgio Bocca -storico e giornalista di formazione azionista, anticomunista ma meno volgare (e ignorante) d'un Cicchitto- avrebbe potuto scrivere stronzate come quelle che i poveri ragazzetti di acrobax ci hanno propinato.
Antiedipo
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uno che legge Friday November 07, 2003 at 02:00 PM |
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Non capisco proprio l'animosità verso il documento dei "ragazzi" di Acrobax. Tirare in ballo Lenin: perché mai, visto che nel testo non c'è traccia del nostro tartaro. La fraseologia delle nuove-Br è proprio quella lì: dittatura del proletariato, partito combattente e chi sa che altro. Affermare, come fa Acrobax, che nei movimenti il rapporto tra organizzazione e movimento si pone in termini diversi dal passato è un'affermazione di "destra"? Ne dubito. Semmai è prendere atto che allo stato attuale non c'è un modello teorico certo e si rinvia alla pratica dei movimenti. E' su questo crinale che tutto diventa difficile. Non sono un entusiasta della sperimentazione per la sperimentazione, ma va riconosciuto che alcuni percorsi politici e sociali di aggragazione, di articolazione di parole d'ordine, di indicazione di possibili vertenze ci sono sono all'opera. Forse sono poco comprensibili, sicuramente al di sotto di ciò che la realtà chiede, ma non riconoscerli significa sconfinare in una contemplazione accademica della realtà. Scomodare Lenin per dire che tutto quanto questo è analfabetismo è quindi sinceramente troppo semplice e un molto snobbistico. C'è infine il problema del rapporto stabilito dai media tra movimento e nuove-br. Tutti chiedono di prendere le distanze. Richiesta ovvia, scontata. Sorge però il sospetto che chi fa la richiesta di questo movimento conosce poco o nulla. Questo è un movimento che pratica l'illegalità (violare le leggi), ma non la violenza. E quando violenza c'è stata, mi è sembrato che fosse all'interno di un discorso di difesa della propria possibilità di azione politica e degli spazi che si è conquistati illegalmente, cioè occupando spazi abbandonati, case sfitte. O per rispondere a divieti di manifestazione. C'è pure chi sostiene che servono parole chiare contro la violenza politica. Che vuol dire? Nulla. Forse chi fa questa seconda richiesta è in malafede. Dietro quella richiesta, c'è l'intenzionalità tutta politica di considerare definito il quadro di compatilità entro il quale il movimento deve agire. Ma questo movimento, in forme nuove, certo caoticamente, forse in maniera insufficiente, quel quadro di compatibilità lo ha oltrepassato, ponendo con forza il superamento di un modello sociale e politico di produzione della ricchezza. Ed è per questo che ogni volta che è stato dichairato morto, si è ripresentato nuovamente. Già perché questo movimento e su un piano mondiale è stato un imponente processo di politicizzazione che ha coinvolto centiniai di milioni di uomini e donne. E quelle centinaia di milioni di uomini e donne non sono tornati a casa, ma hanno e continano a porre il problema della costruzione di un "altro mondo". Chiedere di rientrare all'interno di quel quadro di compatibilità significa quindi inviatare a un suo (nostro) suicidio politico. Un saluto
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