questo che segue è un breve intervento del laboratorio acrobax project per il movimento anche in vista dell'assemblea cittadina all'ex snia il 6-11
Documento su Br-pcc e affini.
Crediamo sia importante durante i difficili giorni che il Movimento tutto sta vivendo in questo periodo, dare un contributo al dibattito in corso sugli ultimi episodi legati a Br, Partito Comunista Combattente o quant'altro. Pensiamo sia necessario assumere una posizione pubblica e chiara rispetto al percorso politico e culturale (se tale può essere definito) delle Brigate Rosse o affini senza ambiguità di sorta. Crediamo sia necessario rifiutare a chiare lettere qualsiasi minimo accostamento tra le lotte sociali che quotidianamente portiamo avanti con molte altre realtà di questa città e il delirante progetto basato sull'omicidio politico delle BR-pcc e di tutte quelle sigle che aderiscono, promuovono e credono nella lotta armata, nell'omicidio politico e nell'avanguardismo rivoluzionario. Premettiamo che non riteniamo necessario porre la questione su un piano come quello della "dissociazione" perchè consideriamo questa parola inappropriata in un simile contesto. E questo, non solo perchè non abbiamo mai condiviso precedentemente con questi individui nessun percorso sociale dal quale dissociarsi, ma anche perchè riteniamo che attraverso una qualsivoglia "dissociazione" si riconosca agli assasini di D' Antona e Biagi una certa legittimazione politica che onestamente non meritano.
Non solo vogliamo ovviamente prendere le distanze e tracciare un limite invalicabile e abissale tra i Movimenti e le organizzazioni armate, ma vogliamo entrare nel merito dei contenuti articolati dalle folli analisi di queste organizzazioni. La presa del potere, la dittatura del proletariato, la direzione verticale e avanguardistica delle masse, la lettura della società più vicina alla Rivoluzione di Ottobre che alle trasformazioni della contemporaneità, la violenza dell'omicidio politico come strumento per il conseguimento del potere, la follia di credere di poter sovradeterminare nel chiuso di una stanza i processi sociali, bene tutto questo è solo la riproposizione parodica di una parte del conflitto novecentesco, con il quale vogliamo definitivamente chiudere i conti. Crediamo anche che questi contenuti siano profondamente legati ad una visione del conflitto sociale oggettivamente reazionaria. Lo dimostra il fatto che i movimenti dentro i quali ci muoviamo e di cui ci sentiamo parte sono riusciti negli ultimi anni a produrre un immaginario della rivolta che ha superato definitivamente le supposte ideologie Leniniste della presa del potere. Le moltitudini che scendono in piazza e che decidono di affermare la forza della democrazia radicale hanno definitivamente superato l'illusione che vi possa essere una direzione avanguardista delle masse.
Hanno definitivamente affermato che le trasformazioni dei processi produttivi e dei processi lavorativi hanno mutato profondamente le tenaglie dello sfruttamento del capitale producendo la soggettivazione di una nuova figura sociale: il precariato. Lungi da essere la trasposizione proporzionale di quello che poteva essere definito proletariato, il precariato sociale, il precariato metropolitano riscopre la forza della demo- crazia diretta, assembleare, orizzontale, riscopre l'importanza delle relazioni territoriali come pratica quotidiana per la costruzione di un potere costituente che non ha bisogno del Potere. Il potere degli Stati, delle carceri, del lavoro non ci interessa, non sappiamo che farcene. La costituzione dell'autorganizzazione sociale eclissa definitivamente l'opzione della presa del potere e riapre l'orizzonte della comunicazione sociale e della riappropriazione dei propri bisogni in una dinamica pubblica, collettiva e realmente moltitudinaria.
Per quanto riguarda l'inchiesta giudiziaria non è nostro compito e non abbiamo gli elementi per entrare nel merito di chi sia innocente o colpevole. Noi partiamo dall'assunto garantista che chi si dichiara innocente rimane tale fino a prova contraria anche oltre l'elemento probatorio. Sappiamo anche che la Magistratura di questo paese molte volte ha utilizzato i suoi strumenti per criminalizzare i movimenti di lotta. Eppure crediamo che l'operazione anti terrorismo dello scorso 25 Ottobre operata dal pool antiterrorismo delle Procure di Roma, Firenze e Bologna non sia completamente una montatura giudiziaria. Lo testimonia il fatto che alcuni degli arrestati si sono dichiarati tempestivamente prigionieri politici e/o fiancheggiatori delle BR-Pcc.
Per ciò che riguarda invece la puntuale criminalizzazione mediatica mossa dai soliti poteri forti che ha coinvolto movimenti di lotta come quelli dei sindacati di base, del Coordinamento di lotta x la casa e dei centri sociali più in generale, sia parte di un disegno più ampio che tende sicuramente per il prossimo futuro a mettere a fronte dell'opinione pubblica e sul piano dell'equazione politica le battaglie sociali sulla casa, sul reddito, sull'autogestione sulla socialità ponendole sullo stesso piano dei deliranti progetti armatisti e terroristi sia delle Brigate Rosse, sia di quegli individui che inviano pacchi bomba in giro per l'Italia. A proposito di questi ultimi pensiamo che una pratica del genere sia totalmente estranea alle forme della conflittualità sociale che noi quotidianamente pratichiamo. Le nostre pratiche di lotta e di autorganizzazione sono: la riappropriazione di una parte di reddito attraverso l'occupazione di una casa, di uno spazio sociale, la riappropiazione degli strumenti dell'informazione e della comunicazione dal basso come radio e televisioni di strada. Ci riappropriamo della formazione permanente che ci viene richiesta dal mercato, attraverso il progetto della camera del precariato metropolitano che nel nostro laboratorio e insieme a tante altre realtà promuove sportelli informativi e corsi autogestiti di formazione, consulenze legali ai migranti e tutti i precari: senza casa e senza reddito.
Infine crediamo che per affrontare questo difficile passaggio storico sia necessario che il movimento cominci a ritrovare adeguate forme di confronto permanente, basate sullo scambio orizzontale delle esperienze per poter rilanciare le battaglie sociali comuni e per uscire dalla trappola della dicotomia repressione/criminalizzazione.
Tra le altre cose ricordiamo che, proprio nella giornata di ieri il Corriere della Sera ha infilato in pagina nazionale il nostro Laboratorio nel calderone di quell'antagonismo sociale "sovversivo" cui ha fatto riferimento il ministro Pisanu nelle sue recenti dichiarazioni. Queste tra le altre sono le prove tecniche delle montature che gli apparati repressivi sono pronti a sostenere nell'imminente futuro.
L.O.A. AcrobaxProject
A seguito i link dell'articolo del 5 Novembre 03 del Corsera e le dichiarazioni di un compagno di Acrobax a Radio Onda Rossa
http://italy.indymedia.org/news/2003/11/416196.php <http://www.ondarossa.info/index.php>
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