Castelli accusatori demenziali che identificano chi parla di "cancro marxista" con Europposizione, anarchici leninisti del centro Krupskaja, insurrezionalisti superodotati e dappertutto.
Fallito il tentativo di criminalizzare l'antagonismo anarchico con il caso dell'acqua sabotata i 'poteri oscuri' ci riprovano su scala più vasta?
Tra allarmi sociali e l''all'armi' dei fascisti si apre l'ennesima voragine repressiva.
Pisanu convoca i capi degli apparati. Poi consulto con Berlusconi: spunta l´idea di modifiche al codice Controffensiva al Viminale "Conosciamo tutti i nomi" L´Ulivo accusa per il mancato intervento di Pisanu. Rimpallo fra Pera e Giovanardi Pronta una lista di 250 persone, l´intera area del nuovo terrorismo CLAUDIA FUSANI
ROMA - Una lista di circa 250 nominativi, intercettazioni telefoniche, pedinamenti, informative. Ieri mattina, sul tavolo del ministro dell´Interno Beppe Pisanu, i capi della polizia, dei carabinieri e del Servizio per la sicurezza interno (Sisde) hanno riversato tutto quello che sanno sulla galassia anarco-insurrezionalista italiana ed europea, soprattutto spagnoli e greci, che sta attaccando con i pacchi bomba i rappresentanti delle istituzioni europee. Informazioni recenti, di prima mano, sufficienti per dare alle indagini quella svolta che è nell´aria da un paio di mesi ma ancora non riesce a concretizzarsi. L´antiterrorismo ha per le mani molti indizi ma ancora nessuna prova. E gli inquirenti combattono con il codice e la procedura penale che non consente di applicare il reato associativo alle formazioni anarchiche che agiscono al di fuori di strutture organizzate e preferiscono «gruppi di affinità» che vivono solo nel momento dell´attentato o dell´azione dimostrativa. In poche parole, ci sono tanti "sospetti" ma possono essere arrestati solo se colti in flagranza di reato. Questo handicap può essere risolto con modifiche legislative. Anche di questo si è parlato a lungo ieri mattina nel vertice al Viminale. La riunione è proseguita nel pomeriggio a palazzo Chigi con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. Il ministro, infatti, era già stato informato dei due plichi esplosivi alla Bce e ad Europol e, insieme a Letta, ha voluto riferire al premier Berlusconi che era collegato in video conferenza. Pisanu ha interrotto le ferie per essere presente ad una riunione tecnica necessaria e urgente, considerato l´allarme provocato in tutta Europa dai pacchi bomba. Ieri doveva anche riferire alle Camere, come richiesto dall´opposizione, sulle contromisure che il governo sta prendendo per affrontare un nemico, come la galassia anarcoinsurrezionalista, di cui si sa poco o nulla. Pisanu però, dopo un primo okay, ha preferito rinviare la relazione in aula a dopo le vacanze, l´8 di gennaio. L´esito non é affatto piaciuto al centro sinistra, che accusa il governo di sottovalutare l´emergenza. In realtà Pisanu non minimizza e ha così chiaro il rischio «sia sotto il profilo terroristico ed eversivo, sia per l´ordine e la sicurezza pubblica», che già l´11 novembre, proprio a Montecitorio, aveva fatto una lunga relazione al Parlamento in cui parlava della «minaccia grave e attuale» rappresentata dai gruppi anarco-insurrezionalisti che, disse, «potrebbero approfittare della crisi attuale delle Brigate Rosse per assumere l´egemonia del terrorismo italiano». In quella informativa urgente Pisanu spiegò che «rispetto alle Brigate Rosse, gli anarco-insurrezionalisti sono più diffusi nel territorio nazionale e hanno una militanza decisamente più numerosa. Godono di vaste zone di supporto e complicità e vantano forti legami internazionali in Spagna, Grecia, Svizzera, Francia e Germania». Non solo: «Dispongono anche di un variegato armamentario politico-ideologico che consente loro di rispondere a domande molteplici di protesta estrema e di violenza e di progettare e attuare crimini di ogni genere». Parole dure e un´analisi chiara che anticipavano quello che sta accadendo in questi giorni. In quella stessa occasione Pisanu indicò anche come «l´Europa allargata» fosse diventata un obiettivo delle formazioni anarchiche che nel frattempo si sono intrecciate con quelle di matrice marxista-leninista. Una sigla per tutte: il nuovo cartello di «Europposizione». Insomma, Pisanu ha da tempo ben chiaro cosa si sta muovendo in quell´area «dell´illegalità politica diffusa» e se ha disdetto la sua presenza nell´aula del Senato lo ha fatto forse anche per questioni legate alla riservatezza di cui hanno bisogno in questo momento gli investigatori. L´opposizione però ha protestato, anche perché proprio in tarda mattinata il ministro per i Rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi aveva confermato la disponibilità del ministro ad andare in aula ma al tempo stesso aveva denunciato la mancanza di una richiesta ufficiale da parte della presidenza del Senato (Palazzo Madama ha poi precisato: disponibili per il ministro ma per la riapertura dei lavori, a gennaio). Per Gavino Angius e Willer Bordon, capigruppo dei Ds e della Margherita, l´assenza del governo equivale a un tentativo di «minimizzare l´accaduto». Per il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, se l´assenza di Pisanu in aula è dovuta a questioni formali come la mancanza di una convocazione ufficiale, «la responsabilità è del presidente del Senato Marcello Pera che ha imbavagliato il governo per timore che si parlasse troppo di Prodi».
La Repubblica del 30/12/2003
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In un documento del pool della procura di Milano la "foto" con nomi e sigle Il dossier Antiterrorismo "Anarchici in crescita" Almeno 250 attivisti, raddoppiati in due anni In ascesa il gruppo chiamato Euroopposizione Dai temi ecologici all´attacco alle istituzioni CLAUDIA FUSANI
ROMA - L´ultima "fotografia" è arrivata all´Antiterrorismo e alla procura di Roma nella prima metà di dicembre. Un´informativa di oltre cento pagine, esclusi gli allegati con elenchi di nomi e copia delle rivendicazioni, che cerca di definire i contorni della galassia anarco-insurrezionalista. E´ stata elaborata dai magistrati e dagli investigatori del pool antiterrorismo della procura di Milano che in questi ultimi due anni ha raccolto dati, nomi e seguito le evoluzioni della nebulosa anarchica. Quanti sono - Nell´ultimo anno l´Antiterrorismo è riuscito ad individuare «almeno 250 attivisti», una cifra più che raddoppiata in pochi mesi visto che a fine 2001 erano poco più di un centinaio i simpatizzati dell´A cerchiata censiti in Italia. E´ il dato più preoccupante dell´informativa che aggiunge come la crescita numerica sia dovuta soprattutto «all´adesione alle tematiche anarchiche da parte dell´ala più dura, radicale ed arrabbiata dei Movimenti e dell´antagonismo sociale». Nell´ultimo anno è stato chiaro anche il salto di qualità delle azioni anarchiche, dal punto di vista del numero, della tipologia degli ordigni, sempre più sofisticati e potenti, e per la scelta degli obiettivi. Negli anni novanta le formazioni avevano soprattutto finalità ambientaliste, colpivano i cantieri dell´alta velocità, i tralicci dell´Enel e dei telefoni. Dal 2001 l´impennata di attentati e la diversificazione degli obiettivi: polizia, carabinieri, istituzioni politiche e religiose, il carcere, le cosiddette strutture del «capitale» e, da ultimo, anche il progetto di Europa allargata. Il presidente della Ue Romano Prodi è senza dubbio il bersaglio più "alto" individuato e colpito in questi anni. Dove sono - Le due centrali sembrano essere in Lazio e in Sardegna. Ma sono nove le regioni dove i gruppi anarchici sembrano essere più attivi: Lombardia, Piemonte, Trentino, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia. Le due pagine di rivendicazione recapitate martedì 23 dicembre alla redazione di "Repubblica" di Bologna che certificano la nascita del nuovo cartello Fai (federazione anarchica informale che raccoglie ma non ingloba altre quattro sigle già note, Si, Cinque C, Cooperativa fuoco e affini e Brigata XX Luglio), potrebbe cambiare di nuovo la prospettiva e radicare in Emilia Romagna la più nuova ed evoluta centrale anarchica. I collegamenti internazionali - Sono forti e consolidati con la Spagna e la Grecia. Plichi esplosivi sono stati inviati da Milano contemporaneamente a Roma e a Barcellona dove sono detenuti gli anarchici italiani Lavazza, Barcia e Pontolillo. Altri ordigni sono esplosi in Italia in nome per conto di Nikolaos Maziotis, un anarchico greco detenuto dal 1998. Collegamenti anche con gruppi dei paesi del nord Europa. La struttura - Sulla base di informazioni dell´Ucigos, l´antiterrorismo del Viminale, il ministro dell´Interno Beppe Pisanu ha spiegato che «il movimento anarchico ha abbandonato il vecchio modello organizzativo di tipo verticistico e ha dato vita ad unità autonome di base autogestite, definite anche gruppi di affinità, che nascono in relazione ad alcune situazioni e si mobilitano per la conflittualità permanente, l´autogestione e l´attacco». I piccoli gruppi, «strutture minimali» a volte anche solo due persone, praticano attacchi «immediati e distruttivi». E´ una struttura snella che si aggrega ogni volta che deve colpire e poi si scioglie. Difficile, quasi impossibile, proprio per questo, applicare il reato associativo ai gruppi di sospettati. Le sigle - Molti degli oltre settanta attentati dal 1998 ad oggi non sono mai stati rivendicati. Alcuni, invece, portano firme che si ripetono come Solidarietà internazionale, Le Cinque C e la Cooperativa fuochi e affini. L´Antiterrorismo sta valutando l´evoluzione del gruppo Europposizione, un cartello di sigle di matrice anarchica ma anche marxista-leninista che nasce dai movimenti antagonisti ed ha come nemico proprio il «blocco imperialista europeo». E´ un fatto, e anche una novità, che i tre attentati contro il presidente Prodi, siano stati rivendicati da un nuovo cartello di vecchie sigle, la Federazione anarchica informale
La Repubblica del 29/11/2003
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