CELLULE DI OFFENSIVA RIVOLUZIONARIA
Primo documento chiarificatore.
Per un ritorno alle origini della lotta armata (L.A.) in Italia
La violenta repressione degli ultimi decenni da parte dello Stato ai danni delle organizzazioni rivoluzionarie in Italia ha palesato la necessità di un ritorno alle origini della L.A. nel nostro territorio. Si tratta di riprendere in mano la situazione attraverso la costruzione di un'organizzazione politico-militare che si assuma il compito di praticare la guerriglia metropolitana come punto di forza dell'offensiva dei rivoluzionari contro Stato e padroni. Tale offensiva non può che svilupparsi attraverso l'azione diretta organizzata clandestinamente, la quale, a differenza della risposta spontanea e di massa, mostra evidenti vantaggi nello scontro sociale: a) non si tratta di una "risposta" ad un precedente attacco della borghesia, ma di un'offensiva accuratamente preparata contro obiettivi mirati; b) l'azione armata non è condizionata e pertanto può scegliere consapevolmente i suoi tempi, l'intensità dell'azione, i luoghi, gli obiettivi. La scelta della L.A. per il comunismo è dovuta in principal luogo al netto rifiuto di eterne "verità" teoriche di gruppuscoli autoproclamatisi 'rivoluzionari', alle quali non segue mai una messa in pratica della teoria rivoluzionaria. Oggi il proletariato è sotto attacco (anche armato) della borghesia imperialista e delle sue guardie: si respira un bisogno reale di fatti concreti e tangibili; le risposte teoriche sulla 'fase non ancora matura' non solo non servono a niente, ma sono un mezzo di indebolimento del proletariato metropolitano e, dunque, un elemento portante delle strategie anti-proletarie e contro-rivoluzionarie del potere. Occorre far tornare a parlare la prassi rivoluzionaria. Non servono a niente i proclami 'lanciati alle masse' contro la violenza della borghesia: bisogna riportare in ogni città la violenza degli oppressi, degli sfruttati, dei precari, degli 'ultimi', perché solo la violenza proletaria organizzata può sbarrare la strada all'offensiva armata dello Stato e della borghesia imperialista. La fase di arretramento del movimento di lotta venutasi a creare negli anni Novanta non è ancora chiusa. La rinascita di un movimento 'nuovo' non violento, pacifista, interclassista, disobbediente civile, moltitudinario e festaiolo, evidentemente, risente ancora del vuoto culturale della fine del secolo scorso. In questa fase di regresso della prassi nello scontro sociale, non sono maturi i tempi per l'elaborazione di Programmi Immediati d'intesa con gli individui più combattivi della classe per conquistare spazi di concreta autonomia proletaria. Non esistono in Occidente 'spazi liberati'. Il bisogno di 'ricominciare dall'inizio' la strada della L.A. significa seminare la consapevolezza delle possibilità di ripresa di un'offensiva rivoluzionaria, per raccogliere in tempi ragionevolmente brevi il favore delle frange più attive nello scontro quotidiano contro Stato, Impero e padroni. Solo allora si potrà ricominciare a parlare di Programmi Immediati fattibilmente realizzabili. Solo allora la guerriglia potrà conquistare più larghi strati sociali di proletari sul terreno della L.A. Attualmente questa è una condizione inesistente, anche alla luce dell'impegno totale militare dello Stato nel reprimere questa evenienza. Dunque, la parola d'ordine su cui unirsi è colpire e punire gli uomini e le organizzazioni del sistema per propagandare la L.A. come strumento possibile e necessario nelle lotte sociali degli sfruttati. Non ha senso oggi, qui ed ora, dividersi sulla base di Programmi Immediati irrealizzabili o, peggio, sulla visione del mondo liberato che verrà dopo la rivoluzione. Solo chi ha un mattone murato al posto del cervello può pensare di porre discriminanti sulla società post-rivoluzionaria. E non è neppure il caso di concedere la buone fede a chi pone tali discriminanti: siamo di fronte nel migliore dei casi a un sostenitore del settarismo gruppettaro debole e sostanzialmente rinunciatario. Chiarito questo, specifichiamo il fatto che non siamo avanguardia di nessuno. Non ci proclamiamo 'liberatori' della classe operaia. Siamo un'organizzazione di proletari comunisti, anarchici e antimperialisti che hanno colto che il divisionismo settario è la causa della debolezza del fronte rivoluzionario nei confronti del padronato e della sbirraglia. Non siamo, né vogliamo essere - come sostiene la stampa borghese - la fotocopia di nessuno, come pure non abbiamo l'ambizione di farci arruolare dalla più forte organizzazione comunista combattente operante in Italia. E' vero, però, che siamo pronti a collaborare con altre organizzazioni rivoluzionarie combattenti per eventuali campagne comuni. La nostra 'ambizione', pratica e realizzabile, è costruire un'organizzazione in Italia che sia anello di congiunzione delle componenti rivoluzionarie comuniste combattenti, anarchiche insurrezionali e antimperialiste. Ci piace ricordare la definizione che si dettero le Brigate Rosse: "…gruppi di proletari che hanno capito che per non farsi fregare bisogna agire con intelligenza, prudenza e segretezza, cioè in modo organizzato. Hanno capito che non serve a niente minacciare a parole e di tanto in tanto esplodere in uno sciopero. Ma hanno capito anche che i padroni sono vulnerabili nelle loro persone, nelle loro case, nella loro organizzazione; che gruppi clandestini di proletari organizzati e collegati con la fabbrica, il rione, la scuola e le lotte, possono rendere la vita impossibile a questi signori" (BR, aprile 1971).
Per l'unione delle forze comuniste, anarchiche e antimperialiste
Non servono molti discorsi. Ideologismo, dogmatismo e settarismo hanno portato una (di)visione gruppuscolare all'interno della componente comunista extra-parlamentare legale, col solo risultato di discutere e scannarsi su tutto pur di non fare niente. La situazione ha assunto connotati assolutamente inoffensivi per il sistema. Non sfugge a questa critica oggettiva neanche l'ala legalitaria anarchica e quella 'nostrana' antimperialista. E tutto ciò a vantaggio degli oppressori. Chiediamo l'unione delle forze rivoluzionarie comuniste, anarchiche e antimperialiste in un'unica organizzazione sulla base di semplici constatazioni di carattere sia teorico che pratico: 1) la L.A. per il comunismo è l'unica strategia possibile per la distruzione dell'imperialismo in Italia (propaganda armata); 2) la L.A. 'italiana' non può che essere un tassello delle lotte di liberazione che in ogni angolo della Terra stanno portando la loro offensiva all'Impero (internazionalismo rivoluzionario); 3) la sola messa in pratica possibile, comprensibile ed unificante della L.A. avviene a condizione che essa abbia fondamenta classiste, così da raggiungere questa formula: la L.A. rivoluzionaria è lotta di classe anticapitalista; 4) la struttura organizzata fornisce, rispetto allo spontaneismo, la forza di calcolare i mezzi appropriati e i tempi adeguati all'azione, pur consentendo alle componenti rivoluzionarie la maggiore libertà di manovra su obiettivi condivisi; 5) nel rapporto con le altre organizzazioni rivoluzionarie operanti in Italia (non necessariamente italiana) il ruolo delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria sarà quello di una totale collaborazione e di supporto pratico, in modo tale che una Campagna condotta da una certa organizzazione diventi anche la nostra Campagna, così da rafforzarne i risultati e aumentarne la distruttività contro il nemico; 6) la 'classe di riferimento' cui ci rivolgiamo è costituita dalle nuove frange proletarie emarginate dal neo-liberismo totalitario: il proletariato della precarietà, della mobilità, della flessibilità, della cassa integrazione, i disoccupati, i lavoratori in nero, gli extracomunitari, gli extra-legali, i prigionieri detenuti. E' questo lo strato sociale - oggi sotto ricatto, vessato dalle pratiche distruttive e annientatrici del padronato e dell'apparato dello Stato - che possiede in nuce tutte le caratteristiche per trasformarsi in futuro proletariato metropolitano rivoluzionario (quello, per intenderci, che 'non ha nulla da perdere se non le proprie catene'); 7) obiettivo della L.A. è quello di creare, in questa variegata e stratificata componente sociale, la coscienza di classe. In questo senso l'attacco alle forze politiche, sindacali e padronali deve essere accompagnato alla lotta serrata alla militarizzazione del territorio (forze dell'ordine, carceri, audio-video-sorveglianza, caserme, infami di ogni genere, ecc.), perché, come i proletari sanno per averlo sperimentato sulla propria pelle, "se la mobilità è l'arma che crea la stratificazione, la militarizzazione è l'arma che nella stratificazione persegue l'annientamento" (BR, direzione strategica 1980). Riteniamo che soltanto la guerriglia crea coscienza unitaria di classe con la sua prassi e, attraverso questa, propagandi se stessa; non può esservi separatezza tra l'aspetto politico e quello militare. La teoria a si traduce e si esplica con la prassi, o è solamente una scatola vuota; 9) in caso di arresto le COR tengono la linea del non dichiararsi prigionieri politici; 10) assoluta compartimentazione.
Precarietà e repressione: unico nemico
Una tanica di benzina, una Beretta o una Bernardelli sono le migliori alleate di un'organizzazione rivoluzionaria. Gridare slogan, anche violenti, in una manifestazione contro i padroni e le forze dell'ordine può essere sicuramente piacevole, ma non è utile ai fini del successo della propaganda armata. Le sole preparazione e propaganda politiche, disgiunte dalle azioni militari, inchiodano i proletari ad una condizione di inferiorità reale nei confronti della borghesia, che da parte sua ha già dispiegato da almeno un secolo e mezzo la sua iniziativa armata. Attualmente la violenza contro-rivoluzionaria ha una potenza tale da superare quella dei peggiori anni del Ventennio fascista. In effetti, la Repubblica 'democratica' non è fondata sull'antifascismo, ma ne è la sua continuazione logica ed aggressiva. Oggi viviamo in una fase di fascismo evoluto e mediatico. Ogni rivoluzionario che prende le armi contro il sistema democratico-occidentale è da considerarsi un nuovo partigiano per la libertà. La violenza armata della borghesia contro il proletariato (attacchi padronali; processi e condanne contro comunisti combattenti, anarchici, antifascisti, antimperialisti, islamici, ambientalisti radicali; aggressioni poliziesche agli operai scioperanti; manganellate sui disoccupati; violenze e torture nelle caserme; rastrellamenti di prostitute, zingari, sfrattati; militarizzazione dei quartieri più insubordinati; controllo onnipresente; vita impossibile per i detenuti; assunzione di spie e provocatori nelle fabbriche e nelle carceri; eccetera) è l'arma che crea 'consenso' all'opera padronale e statale di precarizzazione delle masse popolari. La precarietà è la condizione che la borghesia riserva alle masse; la repressione è il mezzo per farla accettare. COLPIRE LA PRECARIETA' E' INDEBOLIRE LA REPRESSIONE. ATTACCARE LA REPRESSIONE E' MIGLIORARE LA NOSTRA CONDIZIONE SOCIALE. Un ultimo aspetto importante: la L.A. deve essere condotta a tutto campo contro padroni, sbirri, spie, politici, magistrati, giornalisti infami, scienziati delle Multinazionali, sindacalisti, gerarchie militari e contro tutti i loro collaboratori. Cercare di colpire un unico aspetto di questo sistema rende più facile allo Stato organizzare la difesa. Uno spettro molto più ampio di obiettivi politico-militari assicura alla L.A. una possibilità di manovra e di riuscita maggiore grazie al non trascurabile fattore sorpresa.
- NE' COI PATRIZI, NE' COI PLEBEI: CON GLI SCHIAVI! - COLPIRE I RESPONSABILI POLITICI E SINDACALI DELLE CONTRORIFORME GOVERNATIVE! - COLPIRE GLI UOMINI E I MEZZI DELLA CONTRO-RIVOLUZIONE! - ATTACCARE I FAUTORI DELL'IMPERIALISMO AMERICANO-SIONISTA IN ITALIA! - DISTRUGGERE IL CONTROLLO SOCIALE! - STRUTTURARSI IN CONTINUITA' CON L'INTIFADA MONDIALE ANTIMPERIALISTA! - CREARE OVUNQUE C.O.R.! - "COMBATTERE INSIEME"!
Per il comunismo e la L.A. anticapitalista, CELLULA ROMANA "MARIO GALESI" CELLULA TOSCANA
P.S. Per la stampa borghese: la mancata o non corretta pubblicazione a mezzo stampa di questo documento sarà ritenuta un attacco alla nostra organizzazione e, come tale, sarà punito con la rappresaglia.
ALCUNE AZIONI ESPRESSAMENTE RIVENDICATE DALLE COR (per argomento)
CONTRO IL SINDACALISMO DI REGIME Pisa: ordingo con due candelotti di polvere pirica e due contenitori di gas da campeggio fatto esplodere contro la sede dell'Unione Generale del Lavoro (UGL); Roma: ordigno incendiario davanti ad una sede della CISL; Toscana: bossoli di proiettile calibro 9x21 inviati ai responsabili provinciali della UIL a Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara.
CONTRO LA REPRESSIONE Navacchio (PI): rogo di un box nel cantiere della caserma dei Carabinieri in costruzione a S. Lorenzo alle Corti e minacce alla ditta costruttrice; Pisa: rogo della ditta che costruisce la caserma dei CC (Edilcostruzioni); Pisa: minacce ai progettisti della caserma.
FRONTE LAVORO Pontedera (PI): minacce ad un dirigente della mensa della Piaggio (ONAMA Spa) di Pontedera per aver fatto trovare uno scarafaggio negli spaghetti di un operaio; Pisa: incendio dell'agenzia interinale Man at Work; Roma: distruzione della vetrina dell'agenzia interinale Kelly con un candelotto di polvere pirica.
CONTRO I POLITICI Pisa: incendio del portone dell'abitazione di un consigliere circoscrizionale di Alleanza Nazionale (Giacomo Mannocci) e ferimento del padre. Azione contro la raccolta fondi di Azione Giovani per pagare le spese legali ai torturatori di Genova e Bolzaneto; Roma: rogo ad una sede di AN; Roma: rogo ad una sede di Forza Italia; Pisa: in occasione della venuta di Antonio Di Pietro, recapitati 4 bossoli cal. 9x21 alla sede "Italia dei Valori" contro l'iniziativa "Città Sicure" volta alla richiesta di incremento di controllo e repressione; Calci (PI): rogo dell'auto del presidente provinciale di AN (Marco Meucci); Pisa: rogo dell'auto di un Consigliere Comunale di AN (Diego Petrucci); Pisa: minacce tramite sms al cellulare di Petrucci e del consigliere di Forza Italia Luca Cavallini; Livorno: minacce di morte a Paola Galli Coen, vedova di un mercenario giustiziato a Nassiriya e candidata con la Casa delle Libertà; Pisa: minacce ad un dirigente locale di Alleanza Nazionale (Gino Logli); Pisa: minacce ad un consigliere circoscrizionale di Alleanza Nazionale (Flavia Bargagli Stoffi); Calci (PI): minacce recapitate all'abitazione del Sindaco esponente della Margherita. In tutte le recenti lettere di minaccia, le COR hanno evidenziato di non essere state scalfite dalla recente ondata repressiva nel pisano, rimarcavano la totale estraneità ai fatti dei compagni anarchici de "Il Silvestre" arrestati e sostenevano la necessità di vendicare ogni singolo giorno di prigionia degli arrestati.
CONTRO LA STAMPA BORGHESE Pisa: invio di un proiettile cal. 9x21 al giornalista Federico Cortesi ("La Nazione") che aveva accostato la nostra azione all'UGL a fenomeni di rinascente neo-nazismo e ne aveva negato la reale dinamica; Milano: la Cellula Romana delle COR invia un bossolo di proiettile cal. 9x21 con incisa una stella a 5 punte cerchiata alla redazione di Panorama. Le minacce si scagliavano contro articli infami verso la compagna prigioniera Nadia Lioce, il compagno anarchico Massimo Leonardi e la lotta armata della resistenza irachena; Pisa: nuove minacce al giornalista de "La Nazione" che sosteneva la nostra volontà di "provocare una strage" con l'attentato di Calci.
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