Indymedia e' un collettivo di organizzazioni, centri sociali, radio, media, giornalisti, videomaker che offre una copertura degli eventi italiani indipendente dall'informazione istituzionale e commerciale e dalle organizzazioni politiche.
toolbar di navigazione
toolbar di navigazione home | chi siamo · contatti · aiuto · partecipa | pubblica | agenda · forum · newswire · archivi | cerca · traduzioni · xml | toolbar di navigazione toolbarr di navigazione toolbarr di navigazione toolbar di navigazione
Campagne

autistici /inventati crackdown


IMC Italia
Ultime features in categoria
[biowar] La sindrome di Quirra
[sardegna] Ripensare Indymedia
[lombardia] AgainstTheirPeace
[lombardia] ((( i )))
[lombardia] Sentenza 11 Marzo
[calabria] Processo al Sud Ribelle
[guerreglobali] Raid israeliani su Gaza
[guerreglobali] Barricate e morte a Oaxaca
[roma] Superwalter
[napoli] repressione a Benevento
[piemunt] Rbo cambia sede
[economie] il sangue di roma
Archivio completo delle feature »
toolbarr di navigazione
IMC Locali
Abruzzo
Bologna
Calabria
Genova
Lombardia
Napoli
Nordest
Puglia
Roma
Sardegna
Sicilia
Piemonte
Toscana
Umbria
toolbar di navigazione
Categorie
Antifa
Antimafie
Antipro
Culture
Carcere
Dicono di noi
Diritti digitali
Ecologie
Economie/Lavoro
Guerre globali
Mediascape
Migranti/Cittadinanza
Repressione/Controllo
Saperi/Filosofie
Sex & Gender
Psiche
toolbar di navigazione
Dossier
Sicurezza e privacy in rete
Euskadi: le liberta' negate
Antenna Sicilia: di chi e' l'informazione
Diritti Umani in Pakistan
CPT - Storie di un lager
Antifa - destra romana
Scarceranda
Tecniche di disinformazione
Palestina
Argentina
Karachaganak
La sindrome di Quirra
toolbar di navigazione
Autoproduzioni

Video
Radio
Print
Strumenti

Network

www.indymedia.org

Projects
oceania
print
radio
satellite tv
video

Africa
ambazonia
canarias
estrecho / madiaq
nigeria
south africa

Canada
alberta
hamilton
maritimes
montreal
ontario
ottawa
quebec
thunder bay
vancouver
victoria
windsor
winnipeg

East Asia
japan
manila
qc

Europe
andorra
antwerp
athens
austria
barcelona
belgium
belgrade
bristol
croatia
cyprus
estrecho / madiaq
euskal herria
galiza
germany
hungary
ireland
istanbul
italy
la plana
liege
lille
madrid
nantes
netherlands
nice
norway
oost-vlaanderen
paris
poland
portugal
prague
russia
sweden
switzerland
thessaloniki
united kingdom
west vlaanderen

Latin America
argentina
bolivia
brasil
chiapas
chile
colombia
ecuador
mexico
peru
puerto rico
qollasuyu
rosario
sonora
tijuana
uruguay

Oceania
adelaide
aotearoa
brisbane
jakarta
manila
melbourne
perth
qc
sydney

South Asia
india
mumbai

United States
arizona
arkansas
atlanta
austin
baltimore
boston
buffalo
charlottesville
chicago
cleveland
colorado
danbury, ct
dc
hawaii
houston
idaho
ithaca
la
madison
maine
michigan
milwaukee
minneapolis/st. paul
new hampshire
new jersey
new mexico
new orleans
north carolina
north texas
ny capital
nyc
oklahoma
philadelphia
pittsburgh
portland
richmond
rochester
rogue valley
san diego
san francisco
san francisco bay area
santa cruz, ca
seattle
st louis
tallahassee-red hills
tennessee
urbana-champaign
utah
vermont
western mass

West Asia
beirut
israel
palestine

Process
discussion
fbi/legal updates
indymedia faq
mailing lists
process & imc docs
tech
volunteer

Vedi tutti gli articoli senza commenti
Seymour Hersh intervistato da Amy Goodman
by megachip.info Sunday, Jan. 23, 2005 at 10:55 AM mail:

A proposito di giornalismo d’inchiesta

Il giornalista investigativo Seymour Hersh ha scritto sul settimanale The New Yorker (24-31/1/2005) che il Pentagono (sede del comando militare USA) ha gia` inviato in segreto un certo numero di militari in Iran per identificare possibili obiettivi militari. L`autore dell`articolo, dal titolo "The coming wars : what the pentagon can now do in secret" (La guerra che verra’: cosa sta preparando segretamente il Pentagono) scrive che diverse fonti dello spionaggio e militari hanno affermato, a patto di restare anonime, che "il prossimo obiettivo strategico degli USA e` l`Iran".

Le missioni segrete in Iran sono cominciate almeno nell`estate 2004, con il contributo del Pakistan ma anche di Israele. Sempre secondo le notizie di Hersh, il presidente USA ha autorizzato l`invio di pattuglie militari in segreto in dieci stati del Medio Oriente e del Sud-est asiatico. I militari inviati potrebbero sia compiere missioni di combattimento sia preparare attentati terroristici. Anche in passato il presidente degli USA Bush ha utilizzato militari invece di agenti della CIA (Central Intelligence Agency, il principale servizio di informazioni USA) per non dovere riferire al Congresso (il Parlamento USA diviso nei due rami House e Senate).

Una nota del Pentagono di Lunedi 17 gennaio critica l`impianto dell`articolo, definendolo "cosi` pieno di errori riguardo a fatti fondamentali da essere sostanzialmente non credibile". Tuttavia, ad una domanda di David Gregory (giornalista del network televisivo NBC) sull`opzione militare nella gestione dei rapporti con l`Iran, Bush ha risposto : "Spero che risolveremo la questione (l`opposizione USA al programma nucleare civile e militare dell`Iran) con la diplomazia, ma io non rinuncero` a nessuna opzione".

Amy Goodman : Qual e` la sua risposta alle parole del presidente Bush?

Seymour Hersh : "Se Bush davvero sperava di intraprendere un`azione politica contro l`Iran, avrebbe potuto partecipare ai colloqui negoziali con l`Iran che l`Unione Europea, in particolare Gran Bretagna, Francia e Germania hanno avviato dal 2003. Mi sembra evidente che l`Iran vuole diventare una potenza nucleare, anche se non lo e` ancora. Lo scopo di questi colloqui, e` offrire un aumento dei commerci e dei crediti stranieri, oltre a quelle apparecchiature utili sia per il nucleare civile che per quello militare (finora negate a causa delle sanzioni) in cambio di un loro impegno a fermare il programma nucleare militare.

Gli USA non hanno partecipato mai a questi colloqui. Come mi ha detto un esperto diplomatico europeo, "siamo in una situazione molto delicata, finche` gli USA non parteciperanno ai colloqui in corso, non avremo una reale possibilita` di convincere l`Iran. Come possiamo promettere la sicurezza dell`Iran, se gli USA rimangono fuori dagli accordi? Se la situazione rimarra` la stessa, dovremo chiedere sanzioni per l`Iran presso l`ONU, nell`impossibilita` di una soluzione diplomatica. A questo punto e` probabile che Cina e Russia opporranno il veto in Consiglio di Sicurezza, e l`amministrazione Bush potra` mostrare agli elettori USA che l`ONU non e` un organismo credibile, come gia` accadde nel 2003 con l`Iraq. Se gli USA sono davvero interessati ad una soluzione diplomatica, la soluzione consiste nel partecipare ai colloqui in corso".

Mi puo` spiegare il ruolo della CIA e del Pentagono in questa situazione?

Il Pentagono avrebbe potuto semplicement rispondere che in Iran sono in corso operazioni di sorveglianza, invece la vicenda ha assunto una grande importanza nel giro di due giorni. Il fatto piu` importante e` il ridimensionamento del ruolo della CIA. Il presidente Bush ha cosi` controllato e ridimensionato la CIA, per mezzo del vice presidente Cheney e del segretario alla difesa Rumsfeld, che oggi non ci sono piu` risorse e capacita` di spionaggio e di investigazione non solo per le operazioni sul campo ma anche per le analisi.

Il livello di centralizzazione di queste attivita` presso la Casa Bianca e il Pentagono e` anche maggiore rispetto a quanto visto dalla nascita della CIA dopo la seconda guerra mondiale o durante la guerra fredda.

Tutte le notizie sul nuovo direttore della CIA, Porter Goss, che sta ridimensionando gli agenti operativi, la cosiddetta "sezione dei metodi sporchi", hanno nascosto cosa sta davvero accadendo. Il compito di Goss, dettato dalla Casa Bianca e` di liberarsi di un certo numero di analisti, giovani e meno giovani, che sono spesso stati scettici nei confronti delle direttive di Casa Bianca e Pentagono. L`amministrazione Bush vuole nella CIA solamente uomini di provata fedelta`.

Il motivo e` che quando si tratta di operazioni segrete all`estero svolte dalla CIA, gli agenti devono riferire al presidente. Egli deve approvare l`operazione e le due commissioni del parlamento (House e Senate) che si occupano di servizi segreti devono esserne informate.

Se i militari svolgono un`operazione segreta, la loro interpretazione della legge e` che il presidente, come comandante in capo delle forze armate, non deve riferire a nessuno. Poiche` i militari intraprendono un`operazione segreta per sondare il campo di battaglia la cosa e` gestita completamente dai militari, senza il coinvolgimento dei servizi di informazione e senza la necessita` di dover riferire ad altri che il presidente.

In questo modo Rumsfeld ha vinto un`importante battaglia sulle regole. L`esercito sta al momento conducendo operazioni segrete in dieci stati, per mezzo di soldati "puliti" (wiped clean) cioe’ con identita` e documenti non-USA. Questi militari prenderanno contatto con diversi gruppi in questi stati, svolgeranno operazioni armate e anche attentati terroristici. Si dice che per cercare i terroristi bisogna frequentarli e comportarsi come loro, cioe` attirare la loro attenzione per scoprire la loro identita’.

Il problema e` che stiamo facendo questo con i soli militari, senza comunicare nulla agli ambasciatori USA nei paesi teatro delle operazioni, senza informare il comando della CIA. Si tratta di un modo di agire completamente nuovo, un importante cambiamento rispetto agli ultimi sessant`anni.

Ci puo`dire qualcosa riguardo al ruolo di Israele e Pakistan nella vicenda?

Israele e` pronto ad agire contro l`Iran se gli USA non lo faranno; ovviamente nessuno vuole che cio` accada. I governanti israeliani sanno che molti statunitensi, sia pro che contro Israele, sono stati sconcertati dall`effetto che i legami tra Israele e gli USA hanno avuto nella guerra contro l`Iraq. Si discute molto se in questo caso Israele sia stato uno dei principali attori o uno dei principali fattori dell`invasione dell`Iraq. Per questo motivo Israele non vuole che la cosa si ripeta e sta cercando di tenere un basso profilo, anche se in realta’ esercita forti pressioni. Se Israele agisse da solo contro l`Iran, si creerebbe una situazione di caos in Medio Oriente.

Il ruolo del Pakistan e` piu` complesso, per via del fatto che il presidente Musharraf e` stato alleato degli USA nella caccia a Bin Laden. Mentre il Pakistan continua a produrre armi nucleari, ha consentito agli USA di interrogare scienziati pakistani che lavorano in Iran.

Come noto l`AIEA (Agenzia Internazionale per l`Energia Atomica) vigila sul rispetto del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (l`Iran ha aderito al trattato, diversamente dal Pakistan). Da verie informazioni, incluse quelle dell`AIEA si e` potuto capire che l`Iran in passato non ha rispettato il trattato, continuando a collaborare con scienziati pakistani. Ora questa collaborazione e` stata interrotta, ma i servizi di Musharraf hanno fornito agli USA informazioni sul lavoro svolto in Iran e sulla localizzazione di alcuni siti. In cambio gli USA hanno lasciato libero A.Q.Khan, il presunto padre della bomba nucleare pakistana (un altro scienziato di nome Khan ha in realta` contribuito maggiormente al programma). A.Q.Khan e` la persona che negli anni `70 e `80 ha ottenuto le apparecchiature e i materiali utilizzabili sia per il nucleare civile che per quello militare. E` una persona molto famosa, ed e` stata catturata in Libia un paio di anni fa. E`stato rimandato in Pakistan, dove si e` scusato pubblicamente con il presidente Musharraf ed e` ora agli arresti domiciliari. Musharraf non ha mai permesso ne` agli USA ne` all`AIEA di Vienna di interrogare quest`uomo, quindi non sappiamo cosa stia preparando. I miei contatti nella CIA mi dicono che gli USA hanno fatto un patto con il diavolo, ottenendo informazioni sui siti nucleari iraniani da Musharraf in cambio della rinuncia ad interrogare, anche in sede AIEA, A.Q.Khan. Allo stesso tempo il Pakistan continua a costruire bombe nucleari.

Parliamo dei piani del Pentagono per l`Iran, descritti nell`articolo di cui abbiamo parlato nell`introduzione. Si puo` dire che questi piani consistano in un attacco all`Iran?

Penso che sia cosi`. I vari Paul Wolfowitz e Douglas Feith che costituiscono il comando civile del pentagono hanno imparato in Iraq che il rovesciamento di un regime per mezzo della sola azione militare non e` un metodo efficiente. Se non avessimo gia` invaso l`Iraq, ci sarebbe una forte opposizione alla guerra contro l`Iran nella dirigenza USA, visto che l`Iran e` un paese tre volte piu` vasto e con una popolazione coesa. Ciononostante ritengo che i neocons pensino ad un attacco mirato a trenta-quaranta siti iraniani in tarda primavera o all`inizio dell`estate, in concomitanza con l`inizio del ritiro da Gaza annunciato dal primo ministro Sharon. La teoria del Pentagono e` che in questo modo gli stati arabi si opporrebbero di meno, una volta cominciato l`attacco.

Un attacco mirato a pochi siti iraniani per la produzione di armi nucleari mostrerebbe all`opinione pubblica iraniana e mondiale che il governo iraniano ha mentito sulle armi nucleari. Unitamente alla presunta stabilizzazione dell`Iraq dopo le elezioni, questo fatto potrebbe portare l`opposizione iraniana e i gli strati piu` giovani della popolazione, da anni insofferenti alla dirigenza religiosa, a rovesciare le autorita` religiose, o almeno a organizzare forti proteste.

Il problema di questa visione del futuro e` che essa e` chiara solo alla dirigenza civile del Pentagono. Quasi tutti quelli che ho contattato, dentro e al di fuori del governo, ritengono che si tratti di una visione delle cose parziale e distorta, perche` non si considera il nazionalismo iraniano e la coesione della popolazione.

Alcuni senatori e deputati parlano di questi argomenti, perche` con l`attuale dirigenza politica il dissenso interno si e` notevolmente ridotto. Se non sei d`accordo, rimani fuori.

I membri dell`amministrazione Bush credono che questa vicenda si possa risolvere senza troppi problemi e dispendio di truppe e aerei, magari qualche squadra speciale, un po` di guerriglia, i SEALS (unita` d`elite della marina USA) o qualche altra unita` che compie azione con le unita` israeliane, gli stessi israeliani che si occupano di obiettivi per i quali non abbiamo sufficienti informazioni. E` una descrizione un po` approssimativa, ma penso che sia questo il ragionamento della dirigenza USA.

Ci puo` dire in quali altri stati il Pentagono sta svolgendo operazioni segrete?

So che stanno compiendo delle operazioni in Algeria, inviando dei gruppi sotto la falsa identita` di terroristi. Anche in questo caso per la CIA esistono regole ben precise, come il divieto di avere i propri finanziamenti, di reclutare altre persone, di fingersi giornalisti o religiosi. Queste regole non valgono per il Pentagono, quindi i militari possono agire sotto qualunque copertura. Il Nord Africa (Egitto, Algeria, Marocco, Tunisia) e` una regione molto importante per gli USA; l`amministrazione Bush crede che in questa regione si nascondano molti membri di Al-Qaeda o di analoghe organizzazioni terroristiche. Altri stati interessanti sono le Filippine e l`Indonesia, ma ci sono anche altre nazioni che rivestono grande importanza per gli USA.

Il governo ha risposto con una nota al suo articolo, definendolo "cosi` pieno di errori riguardo a fatti fondamentali da essere sostanzialmente non credibile". Cosa puo` rispondere?

La risposta e` piu` o meno la stessa che ho gia` dato ai maggiori quotidiani. Anche se sono stato attaccato dal punto di vista personale, in nessun caso si e` risposto a quanto avevo chiesto.

Gli USA stanno operando in Iran? I compiti e le responsabilita` del Pentagono sono cambiati?

Di conseguenza non sono turbato dalle dichiarazioni dei portavoce del Pentagono. Quando ho suggerito cosa stava accadendo ad Abu Ghraib ho detto che cio` era riconducibile a fatti analoghi, alla base cubana di Guantanamo, in Afghanistan e anche in altre parti dell`Iraq. Tutti questi fatti indicavano la dirigenza politica USA e delle precise direttive.

Anche in queste circostanze sono stato accusato di gettare accuse a caso, quindi non mi preoccupo delle dichiarazioni degli addetti stampa.

Parliamo della condanna di Charles Graner, dieci anni per le torture di Abu Ghraib.

Giusto un paio di osservazioni. La settimana scorsa, un uomo e` stato condannato ad un anno di carcere per aver ucciso un uomo a sangue freddo. Chi si confessa colpevole si prende otto anni per un omicidio, chi spara ad un prigioniero ne prende tre o poco piu`. La disparita` di trattamento e` evidente. La difesa di Graner e` stata poco efficace, tuttavia il suo avvocato ha tentato di chiamare degli ufficiali a testimoniare. Tutti si sono appellati all`equivalente militare del quinto emendamento (la legge costituzionale che consente di negare in giudizio una testimonianza contro se`stessi) e si sono salvati. Il racconto del processo fatto dal Washington Post e` molto ben fatto, poiche` si insiste sulle responsabilita` nella catena di comando. Graner ha sempre detto che molte altre persone sono state coinvolte negli abusi. Finche` non si indaghera` su di loro e non si giungera` a qualche condanna, avremo preso solamente un capro espiatorio. E` difficile provare simpatia per Graner, ma indagando sul massacro di My Lai in Vietnam (episodio di cui Seymour Hersh forni` una precisa ricostruzione) ho pensato inizialmente che quei ragazzi della compagnia del luogotenente Calley fossero delle persone orribili. Alla fine, ho capito come essi fossero vittime quasi allo stesso modo di quelli che avevano ucciso, persone trovatesi li` in una guerra sbagliata, al momento sbagliato, con l`addestramento sbagliato. E nel loro caso le responsabilita` erano ben piu` pesanti di quelle di Graner.

Dopo aver scritto il libro Catene di Comando, da che livello pensa partissero gli ordini?

Non penso si possa dire che nessuno alla Casa Bianca o al Pentagono sapesse. La dirigenza civile del Pentagono sapeva cosa stava succedendo ad Abu Ghraib ma ognuno, dal Presidente in giu`, pensava fosse ora di usare il pugno di ferro. Nello stesso tempo Rumsfeld continuava a dire che i militari stavano interrogando duramente i prgigionieri. Le notizie erano sicuramente diffuse all`interno dell`amministrazione Bush, a partire dall`incontro con Condoleezza Rice (all`epoca consigliere per la sicurezza nazionale e oggi segretario di stato) con cui apro il mio libro.

Il presidente Bush e` difficile da raggiungere per noi, non si sa mai dove sia, ne` quando. Ma sono sempre piu` convinto (sto raccogliendo documentazione in proposito) che ,quando si tratta degli interrogatori dei prigionieri e delle informazioni che da essi si possono ricavare, il presidente sia piu` attivamente coinvolto di quanto immaginiamo. Noi vediamo sempre Bush come se non fosse mai parte degli avvenimenti, ma sono convinto che in casi come questi, egli lo sia. Devo solo dimostrarlo.

Amy Goodman, Democracy now! (Democrazia ora!). Pubblicato sul sito : http://www.altrnet,org/story/21021/


Traduzione di Enrico Marsili

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
..NON X files
by SPIE ISRAELIANE Sunday, Jan. 23, 2005 at 9:21 PM mail:

Washington, 17:25
Usa, media: Fbi sospetta spia di Israele al Pentagono

L'Fbi sospetta che al Pentagono ci sia una spia israeliana, in una posizione potenzialmente influente.
La notizia, ancora confusa e incerta, è stata data la scorsa notte con grande risalto dai media americani. La persona su cui si appunterebbero i sospetti della polizia federale statunitense sarebbe un funzionario del Dipartimento della Difesa, inserito nel circolo dei collaboratori del segretario alla difesa Ronald Rumsfeld.
Sarebbe sospettato di aver passato a Israele informazioni sulla politica americana in Iraq e Iran, insieme a documenti riservati. Fonti politiche israeliane ad alto livello hanno seccamente negato la circostanza, affermando che "si tratta di una notizia strana della quale non sappiamo nulla". L'inchiesta, finora, non è finora approdata a conclusioni certe e non ha ancora condotto ad arresti.

http://www.repubblica.it/2004/h/sezioni/es...ia/fbispia.html


http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/3607060.stm







--------------------



versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
riporto tutti gli articoli sulle spie
by chiarimento Sunday, Jan. 23, 2005 at 9:36 PM mail:

tanto di cappello ad haaretz..basterebbe tradurre i suoi articoli per zittire tutt i veri antisemiti :coloni, destra nostrana ed ebraica ed israeliana

http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=470342&contrassID=2&subContrassID=14&sbSubContrassID=0&listSrc=Y


http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=470411&contrassID=1


http://www.rense.com/general56/susp.htm


http://www.forward.com/main/article.php?re...ef=200405271238

http://www.haaretz.com/hasen/spages/470886.html


http://www.haaretz.com/hasen/pages/ArticleNews.jhtml?itemNo=470799%20&contrassID=13&subContrassID=1&sbSubContrassID=0


http://www.antiwar.com/cole/?articleid=3467



http://www.haaretz.com/hasen/spages/472644.html


L'inchiesta sulla spia si concentra sui legami tra i neoconservatori e Israele
Lo scandalo del funzionario del Pentagono accusato di aver passato documenti altamente riservati a un gruppo di pressione sembra far parte di un'indagine più ampia dell'FBI e del Pentagono, iniziata trent'anni fa, sulla stretta collaborazione tra esponenti di spicco del movimento neoconservatore e Israele. Secondo fonti informate, che hanno chiesto di rimanere anonime, l'FBI sta passando in rassegna una serie di indagini di controspionaggio, che hanno riguardato diversi neoconservatori di alto profilo ma che non hanno mai portato a condanne formali, causando in molti casi la frustrazione degli addetti al controspionaggio.

Alcune di queste indagini riguardano attuali funzionari d'alto rango dell'amministrazione, incluso il vice segretario della Difesa Paul Wolfowitz; il sottosegretario della Difesa per gli affari politici, Douglas Feith, il cui ufficio sembra essere al centro delle indagini appena trapelate; e Richard Perle, che si è dimesso lo scorso anno da Presidente del Defense Policy Board.

Tutti e tre sono protagonisti di un lungo articolo del giornalista investigativo Stephen Green, pubblicato su "Counterpunch" a Febbraio. Green è l'autore di due libri sulle relazioni Usa-Israele, tra cui Taking Sides: America's Secret Relations with a Militant Israel, che si basa su interviste con ex funzionari del Pentagono e addetti al controspionaggio.

Contemporaneamente, un altro ufficio del Pentagono coinvolto nel trasferimento di tecnologie militari e dual-use [che possono essere cioè impiegate a scopi sia militari sia civili, NdT] sta esaminando l'acquisizione, la modifica e la vendita da parte di Israele di importanti apparecchiature militari ottenute dagli Stati Uniti, in alcuni casi con l'aiuto di prominenti neoconservatori che ai tempi servivano nell'amministrazione.

Israele - che negli ultimi vent'anni è diventato uno dei maggiori esportatori della più sofisticata tecnologia militare e informatica al mondo - direttamente o per mezzo di intermediari, ha venduto alcune di quelle apparecchiature alla Russia, alla Cina e ad altri potenziali rivali degli Stati Uniti. Una parte di queste apparecchiature è finita anche sul mercato nero, dove, sempre secondo queste fonti, gruppi terroristici - incluso forse al-Qaeda - si sono procurati delle copie pirata.

Particolarmente interessante, in quel contento, sono i derivati di un potente software di case management(*) chiamato PROMIS, prodotto nei primi anni '80 da INSLAW, Inc. e acquisito dal Mossad, i servizi segreti israeliani, che hai poi venduto le proprie versioni ad altre agenzie di intelligence in Medio oriente, Asia ed Europa orientale.

Queste versioni modificate, però, includevano una "porticina nascosta", che permetteva al venditore di spiare i documenti di intelligence dell'acquirente, secondo quanto hanno rivelato diversi report. Si pensa che anche l'FBI sia coinvolta nelle indagini del Pentagono, che sono coordinate dal sottosegretario della Difesa per la sicurezza tecnologica internazionale, John A "Jack" Shaw, che appoggia esplicitamente il segretario della Difesa Donald Rumsfeld.

Le ultime indagini ruotano attorno a un funzionario di carriera della Dia, la Defence Intelligence Agency, Larry Franklin, che nel 2001 era stato assegnato a un ufficio speciale alle dipendenze di Feith che si occupava di Iraq e Iran, e che è accusato di aver fornito informazioni altamente confidenziali, inclusa la bozza di un documento strategico statunitense sull'Iran, a due membri dello staff dell'AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), uno dei gruppi di pressione più influenti di Washington. I due sono accusati di aver passato il materiale all'ambasciata israeliana.

Franklin non ha fatto commenti sulle accuse, mentre Israele e l'AIPAC hanno negato ogni coinvolgimento e hanno detto che stanno cooperando con gli investigatori dell'FBI.

L'ufficio in cui Franklin lavora dal 2001 è dominato dai neoconservatori, incluso lo stesso Feith. Capeggiato da William Luti, un ex ufficiale della marina che ha lavorato per Newt Gingrich, membro del DPB, quando era speaker della camera dei rappresentanti, questo ufficio ha avuto un ruolo di primo piano nel trovare una giustificazione per la guerra contro l'Iraq.

La strategia dell'ufficio consisteva nel lavorare a stretto contatto con l'Iraq Nationa Congress (INC) di Ahmed Chalabi, ormai caduto in disgrazia e in esilio, e i membri del DPB, per sviluppare e far trapelare analisi di intelligence che sostenevano la tesi, ormai screditata, che l'ex presidente iracheno Saddam Hussein avesse stretti contatti con al-Qaeda.

L'ufficio di Feith aveva legami particolarmente stretti con il chief of staff del vice presidente Dick Cheney, I Lewis Libby, a cui trasmetteva le proprie analisi senza che venissero approvate da analisti di intelligence professionisti della CIA, della DIA o del Bureau for Intelligence of Research (INR) del dipartimento di Stato.

Da quando è cominciata la guerra in Iraq, l'ufficio di Feith ha esercitato notevoli pressioni con il governo americano perché assumesse un atteggiamento conflittuale con l'Iran e la Siria e intraprendesse azioni volte a stabilizzare i due governi. Politiche, queste, che i neoconservatori più illustri e oltranzisti, inclusi tra gli altri Perle e MIchael Ledeen, collega di Feith e Perle all'American Enterprise Institute, hanno chiesto pubblicamente a gran voce, insieme al rovesciamento di Saddam Hussein.

Nonostante sia un funzionario di carriera, Franklin, che è uno specialista dell'Iran, è considerato personalmente e ideologicamente vicino ad altri neoconservatori, che hanno rivestito funzioni di consulenza al Pentagono, incluso Ledeen e Harold Rhode, che una volta si è descritto come il principale consulente sull'Islam del vice segretario della Difesa Wolfowitz.

Nel dicembre 2001, Rhode e Franklin hanno incontrato in Europa un losco mercante di armi iraniano, Manichur Ghorbanifar che, con Ledeen, ha avuto un ruolo di primo piano nell'accordo "armi in cambio di ostaggi" che ha visto coinvolti l'amministrazione Reagan, Israele e l'Iran verso la metà degli anni '80 e che è passato alla storia come "lo scandalo Iran-Contra".

Ledeen ha poi organizzato altri incontri che avrebbero spinto l'FBI a lanciare le indagini, intensificatesi in mesi recenti dopo che si è venuto a sapere che l'INC di Chalabi, da tempo sostenuto dai neoconservatori, avrebbe passato informazioni riservate all'Iran.

Feith è da tempo un esplicito sostenitore del partito del Likud israeliano; l'ex socio del suo studio legale, Marc Zell, è stato portavoce in Israele del movimento dei coloni in Cisgiordania.

Feith, Perle e altri oltranzisti come loro hanno preso parte a una task-force per chiedere all'allora primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di impegnarsi per l'instaurazione di un governo amico a Baghdad, al fine di alterare l'equilibrio di poteri in Medio Oriente a favore di Israele, permettendogli così di abbandonare il processo di pace di Oslo, a cui Feith si opponeva pubblicamente.

Durante l'amministrazione Reagan (1981-89) Feith era stato analista per il Medio oriente nel Consiglio per la sicurezza nazionale, ma nel marzo del 1982 venne rimosso dall'incarico perché l'FBI stava indagando su di lui per aver fornito materiale top secret a un funzionario dell'ambasciata israeliana a Washington, secondo quanto ha rivelato Green.

Ma Perle, che allora era assistente del segretario della Difesa per le politiche di sicurezza internazionale, e che aveva tra, le altre, la responsabilità di concedere o rifiutare licenze per esportare materiale militare o dual use all'estero, lo assunse prima come "consigliere speciale" e poi come vice, posizione che Feith ha ricoperto fino al 1986, quando ha lasciato l'incarico per tornare allo studio legale con Zell, che nel frattempo si era trasferito in Israele.

Sempre in quegli anni, un altro dipendente di Richard Perle era Stephen Bryen, un ex membro dello staff della Commissione per le relazioni esteri del Senato americano. Secondo il reportage di Green, basato su 500 pagine di documenti investigativi rilasciati a seguito di una richiesta inoltrata 15 anni fa in base al Freedom of Information Act, anche Bryen alla fine degli anni '70 è stato coinvolto in un'altra indagine dell'FBI, per aver offerto documenti top secret a un agente segreto israeliano in presenza del direttore dell'AIPAC.

Sebbene i funzionari governativi decisero di non procedere con le accuse, si dice che Bryen venne invitato a lasciare il comitato e, fino a quando non venne assunto da Perle nel 1981, lavorò come capo del JINSA (Jewish Institute for National Security Affairs), un gruppo impegnato a promuovere legami strategici tra gli Usa e Israele e nel quale operano da tempo Perle, Feith e Ledeen.

Mentre era vice di Perle, Bryen ha creato il Defense Tecnology Security Administration (DTSA), che faceva rispettare i regolamenti relativi il trasferimento di tecnologie ai paesi stranieri.

Mentre serviva in quell'incarico, stando a una fonte che conosce personalmente il lavoro di Bryen, "gli Usa hanno cessato i trasferimenti di tecnologia all'Europa e al Giappone (perché sarebbero stati pronti a venderla a Mosca) e hanno aperto la porta posteriore a Israele" - uno schema diventato evidente non senza un certo imbarazzo dopo che Perle ha lasciato l'incarico ed è stato sostituito dall'attuale vice segretario di Stato, Richard Armitage, nel 1987.

Ben presto, infatti, Armitage ha cominciato a sollevare dubbi sull'approvazione data da Bryen al trasferimento di materiale "delicato" a Israele senza l'OK di altre agenzie governative.

"E' nell'interesse degli Usa e di Israele rimuovere tutti gli ostacoli inutili a una proficua collaborazione tecnologica", ha scritto Feith su Commentary nel 1992. "La tecnologia nelle mani di paesi amici e responsabili sottoposti a minacce militari, paesi come Israele, servono a scoraggiare le aggressioni, a favorire la stabilità della regione e dunque a promuovere la pace".

Secondo Green, anche Perle, Ledeen e Wolfowitz sono stati indagati dall'FBI. Nel 1970, un anno dopo essere stato assunto dal senatore Henry "Scoop" Jackson, una microspia installata dall'FBI all'ambasciata israeliana ha intercettato una conversazione di Richard Perle, che stava discutendo di informazioni riservate con un funzionario dell'ambasciata. Wolfowitz, invece, è stato indagato per aver fornito a un funzionario israeliano, attraverso un membro dell'AIPAC, un documento riservato sulla vendita di un armi statunitensi a un governo arabo.

Nel 1992, quando Wolfowitz lavorava come sottosegretario della difesa per gli affari politici, i funzionari del Pentagono che indagavano su esportazioni non autorizzate di tecnologia top secret alla China hanno scoperto che l'ufficio di Wolfowitz stava incoraggiando Israele a esportare missili aria-aria a Pechino, in violazioni di un accordo scritto con Washington sulla vendita di armi.

Si dice che l'FBI e il Pentagono stiano dando una nuova occhiata a questi e ad altri incidenti per "capire meglio le relazioni tra funzionari conservatori con forti legami a Israele", secondo un articolo del New York Times di domenica scorsa.

Secondo alcune fonti, sarebbe un errore considerare Franklin il principale obiettivo delle attuali indagini; piuttosto, andrebbe visto come la tessera di un mosaico più grande.

(*) Studiato come un software di case management per i procuratori legali, PROMIS permette di combinare diversi database, e di monitorare le persone in base al loro coinvolgimento con il sistema legale. Alcuni sostengono che il dipartimento della Giustizia abbia modificato PROMIS per monitorare le operazioni di intelligence, gli agenti e i loro bersagli, invece dei casi giudiziari.

Fonte:http://www.zmag.org/Italy 8.09.04





versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
©opyright :: Independent Media Center
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.

Questo sito gira su SF-Active 0.9