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Cooperazione militare Italia-Israele
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tagot Wednesday, Feb. 23, 2005 at 4:43 PM |
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Articolo di Manlio Dinucci, dal Manifesto.
Italia-Israele, in senato il «memorandum» per la guerra All'improvviso al voto il disegno di legge n. 3181 per l'interscambio di armi, la ricerca bellica e l'addestramento delle forze armate
MANLIO DINUCCI Va in aula oggi al senato il disegno di legge n. 3181 per la ratifica del memorandum d'intesa stipulato, il 16 giugno 2003, dai governi italiano e israeliano in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa. E' un accordo generale quadro che regola la cooperazione tra le parti nel settore della difesa, comprendente l'interscambio di materiale di armamento, l'organizzazione delle forze armate, la formazione e l'addestramento del personale militare, la ricerca e sviluppo in campo militare. Sono previsti, a tale scopo, scambi di esperienze tra gli esperti delle due parti, partecipazione di osservatori ad esercitazioni militari, programmi congiunti di ricerca e sviluppo in campo militare. Per mettere a punto l'accordo quadro, il ministro della difesa israeliano Mofaz ha incontrato, il 18 novembre 2004 a Roma, Berlusconi e Martino. Secondo fonti militari israeliane, citate da Voice of America (22-11-04), egli ha concordato tra l'altro col governo italiano lo sviluppo congiunto di un nuovo sistema di guerra elettronica altamente segreto, cui è stato destinato un primo finanziamento comune di 181 milioni di dollari. E' questo un campo in cui Israele ha finora cooperato solo con gli Stati uniti. Ciò significa che l'accordo italo-israeliano è stato preventivamente approvato dalla Casa bianca, che punta su Berlusconi, oltre che su Blair, per spingere l'Europa a partecipare, con gli Usa e Israele, alla «guerra globale al terrorismo». Il fatto che il disegno di legge sia stato presentato di concerto col ministro dell'università e della ricerca, Moratti, indica che il governo intende coinvolgere nella realizzazione di questo e altri sistemi d'arma anche centri di ricerca universitari.
Se (come appare certo) il memorandum d'intesa sarà ratificato dal parlamento italiano, l'industria militare e le forze armate del nostro paese saranno coinvolte in attività di cui nessuno, neppure in parlamento, sarà messo a conoscenza. Tali attività saranno infatti soggette all'accordo sulla sicurezza, che prevede la massima segretezza. Poiché Israele possiede armi nucleari, alte tecnologie italiane potranno essere segretamente utilizzate per potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani puntati contro gli altri paesi della regione. Potranno essere utilizzate allo stesso tempo per rendere ancora più letali le armi usate dalla forze armate israeliane nei territori palestinesi. Da parte loro, le forze armate italiane hanno molto da imparare da quelle israeliane in materia di armamento, organizzazione e addestramento, sia per le attuali che per le future missioni di «peacekeeping» in Iraq, Afghanistan e altri paesi sulla scia delle conquiste statunitensi.
Quello che il senato è chiamato a ratificare è dunque un accordo a tutto campo, che travalica l'ambito tecnico. Come sottolinearono al momento della presentazione i ministri Frattini e Martino, si tratta di «un preciso impegno politico assunto dal governo italiano in materia di cooperazione con lo stato d'Israele nel campo della difesa». Un impegno politico, corrsipondente a «interessi strategici nazionali», che il governo Berlusconi assume nel quadro della strategia statunitense, scavalcando ancora una volta l'Unione europea. Un impegno politico che vincola non solo l'attuale ma anche i futuri governi: una volta ratificato il memorandum d'intesa, nel cui ambito saranno stipulati «accordi tecnici specifici», si metterà in moto una macchina da guerra che, anche se vi fosse la volontà politica di fermarla, sarebbe estremamente difficile, se non impossibile, arrestare.
Di fronte a un progetto di tale portata e gravità, come si comporterà al senato il centro-sinistra? Prima di essere portato in aula, il disegno di legge per la ratifica del memorandum d'intesa è stato discusso il 19 e 27 gennaio alla commissione esteri. Discusso per così dire. Sui dieci membri del centro-sinistra che fanno parte della commissione, solo uno - il verde Francesco Martone - si è dichiarato contrario alla ratifica dell'accordo. Tutti gli altri (compreso Cesare Salvi) non si sono fatti sentire. La commissione ha quindi espresso parere positivo. Lo stesso hanno fatto le commissioni affari costituzionali, giustizia, bilancio, istruzione pubblica, igiene e sanità. Così, con il silenzio-assenso di gran parte del centro-sinistra, il senato sta per firmare un'altra cambiale in bianco per la guerra
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Articolo da "Il manifesto" cooperazione militare con Israele
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Esterandio Monday, Aug. 07, 2006 at 6:58 AM |
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Articolo di Manlio Dinucci, da "Il manifesto" (01 Luglio 2006 - pag.3)
Italia-Israele Coinvolti fino in fondo a fianco di Olmert Una legge di Berlusconi rende Roma il secondo partner militare europeo di Tel Aviv Manlio Dinucci
Appena è stato rapito il caporale dell'esercito israeliano, il ministro degli esteri Massimo D'Alema ha telefonato al presidente palestinese Abu Mazen per esprimergli la «profonda preoccupazione» dell'Italia e la richiesta dell'«immediato rilascio dell'ostaggio». Ha quindi informato del contenuto della conversazione il primo ministro israeliano Ehud Olmert. Ma quando Israele ha rapito un terzo del governo palestinese, il telefono ha taciuto. «L'Italia - spiega il ministero degli esteri - ha da sempre svolto un'azione tesa a favorire il processo di pace in Medio Oriente, coniugando l'antica amicizia con il popolo palestinese con una rinnovata collaborazione con Israele». Riconosce quindi implicitamente anche i «meriti» del governo Berlusconi che, il 16 giugno 2003, stipulò con quello israeliano un memorandum d'intesa per la cooperazione nel settore militare e della difesa. Dopo essere stato ratificato al senato nel febbraio 2005 (grazie ai voti del gruppo Democratici di sinistra-Ulivo schieratosi con il centro-destra) e alla camera in maggio, il memorandum d'intesa è divenuto la legge 17 maggio 2005 n. 94, entrata in vigore l'8 giugno. La cooperazione tra i ministeri della difesa e le forze armate dei due paesi riguarda «l'importazione, esportazione e transito di materiali militari», «l'organizzazione delle forze armate», la «formazione/addestramento». Sono previste a tale scopo «riunioni dei ministri della difesa e dei comandanti in capo» dei due paesi, «scambio di esperienze fra gli esperti», «organizzazione delle attività di addestramento e delle esercitazioni», «partecipazione di osservatori alle esercitazioni militari». La legge prevede anche la «cooperazione nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione» di tecnologie militari tramite «lo scambio di dati tecnici, informazioni e hardware». Vengono inoltre incoraggiate «le rispettive industrie nella ricerca di progetti e materiali» di interesse comune. Secondo fonti militari israeliane, citate da Voice of America, è già stato concordato lo sviluppo congiunto di un nuovo sistema di guerra elettronica, con un primo finanziamento di 181 milioni di dollari. E' questo un campo in cui Israele aveva finora cooperato solo con gli Stati uniti. Ciò significa che l'accordo italo-israeliano è stato preventivamente approvato dalla Casa bianca. Con la legge n. 94 del 17 maggio 2005, le forze armate e l'industria militare del nostro paese sono state coinvolte in attività di cui nessuno (neppure in parlamento) viene messo a conoscenza. La legge stabilisce infatti che tali attività sono «soggette all'accordo sulla sicurezza» e quindi segrete. Sotto la cappa del segreto militare può avvenire di tutto. Poiché Israele possiede armi nucleari, alte tecnologie italiane possono essere segretamente utilizzate per potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani. Possono essere anche usate per rendere ancora più letali le armi «convenzionali» usate dalla forze armate israeliane nei territori palestinesi. Viene allo stesso tempo violata la legge 185 sull'esportazione di armamenti, poiché viene esteso a Israele il trattamento privilegiato previsto solo per i paesi Nato e Ue. Quello che il governo Berlusconi ha lasciato in eredità al governo Prodi è un accordo a tutto campo, che travalica l'ambito tecnico. Come sottolinearono i ministri Frattini e Martino, è «un preciso impegno politico assunto dal governo italiano in materia di cooperazione con lo stato d'Israele nel campo della difesa». Un impegno politico, corrispondente a «interessi strategici nazionali», che il governo Berlusconi assunse nel quadro della strategia statunitense, scavalcando l'Ue. «Nessun altro paese dell'Unione europea - sottolineò il ministero israeliano della difesa - gode di questo tipo di cooperazione militare con Israele». Di fronte a un accordo di tale portata, che cosa intende fare il governo Prodi? Metterlo in discussione o applicarlo integralmente? Magari, come prevede la legge, inviando osservatori all'«esercitazione militare» che l'esercito israeliano sta effettuando a Gaza?
www.ilmanifesto.it/
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Appello: Scienziati contro l'accordo militare Italia/Israele
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Esterandio Monday, Aug. 07, 2006 at 7:01 AM |
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09/03/2005 Appello: Scienziati contro l'accordo militare Italia/Israele
Le/I sottoscritte/i, donne e uomini di scienza, ricercatrici e ricercatori, docenti, lavoratrici/ori del comparto università e ricerca,considerata la necessità di prendere posizione avversa alla crescente influenza della sfera militare in tutti i settori della vita pubblica ivi compresa la ricerca scientifica, considerata la recente ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa, provvedimento adesso all'esame del parlamento,preso atto altresì del "delicato momento - come recita l'ordine del giorno presentato dall'On. Martone, ed altri onorevoli colleghi, ed accolto dal governo - in cui tanto lo Stato di Israele quanto l'Autorità Nazionale Palestinese si trovano, nonché la perdurante violazione di numerose risoluzioni dell'ONU da parte dello Stato di Israele e il permanere di una situazione di grave tensione tra i due popoli",coerentemente ispirati ai valori della Costituzione della Repubblica, con particolare riferimento all'articolo Art. 11 "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Consapevoli che l'Unione Europea si "fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà", con particolare riferimento agli articoli 10 (Libertà di pensiero, di coscienza e di religione) e 13 (Libertà delle arti e delle scienze), memori del primo testo deontologico professionale che si ispira al cosiddetto giuramento di Ippocrate,
SI IMPEGNANO
___ "a perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale" e che non agevoleremo, tanto nel suo impianto complessivo, quanto articolo per articolo, l'esecuzione e l'attuazione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa, fatto a Parigi il 16 giugno 2003,
___ non prendere parte, con i nostri saperi e le nostre ricerche, alle attività specifiche derivanti dalla attuazione del Memorandum d'intesa che regola la cooperazione tra i due Paesi nel settore della difesa, incluse quelle derivanti dagli accordi tecnici che potranno essere conclusi in tale contesto.
I settori di tali attività sono specificati nella relazione che accompagna la ratifica del Memorandum e comprendono: interscambio di materiali d'armamento, organizzazione delle Forze armate e gestione del personale, formazione e addestramento del personale militare, informatica, programmi di ricerca e sviluppo in campo militare, scambi di esperienze fra gli esperti delle due Parti, partecipazione di osservatori ad esercitazioni militari, visite a unità navali ed aeree, attività culturali con partecipazione a corsi, conferenze e simposi, scambio di informazioni e pubblicazioni didattiche,
___ a monitorare i programmi di cooperazione militare che dovessero essere avviati tra università italiane, centri di ricerca, centri di eccellenza, consorzi, laboratori di ricerca scientifica privata e pubblica, industrie italiane, industrie israeliane e non.
Invitiamo quindi chiunque abbia a cuore la ricerca della pace a sottoscrivere questo impegno perché il governo italiano riconsideri quanto prima la propria posizione.
Seguono le prime firme
Edoardo Magnone, Chimica. Marco Cervino, Fisica. Alberto Clarizia, Fisica. Margherita Roggero, Algebra. Claudio Del Bello, Filosofia. Mauro Cristaldi, Biologia Animale. Elena Colazingari, Matematica. Franco Marenco, Fisica. Monica Zoppè, Biologia. Vito F. Polcaro, Astrofisica. Angelo Baracca, Fisica. Massimo Cini, Fisico. Libero Vitiello, Biologia. Vincenzo Brandi, Ingegneria Chimica. Maria Luigia Paciello, Fisica. Giacomo Alessandroni, Ingegneria Chiara Cavallaro, Economia.
www.carta.org/campagne/pace/050302scienziati.htm
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Forse occorre rivedere gli accordi militari tra Italia e Israele...
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aggiornamento.. Friday, Sep. 22, 2006 at 9:50 AM |
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Missione in Libano. Forse occorre rivedere gli accordi militari tra Italia e Israele...
di Fosco Giannini e Lidia Brisca Menapace
su stessa fonte del 09/09/2006
Interrogazione dei due senatori del PRC
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa, il ministro degli affari esteri, per sapere
premesso che:
con il decreto legge 28 agosto 2006, 253 è stato autorizzata dal Governo Italiano la partecipazione del contingente militare italiano alla missione delle Nazioni Unite in Libano, denominata United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL), di cui alla risoluzione 1701 (2006), adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite l'11 agosto 2006;
l’invio del contingente internazionale si è reso necessario al fine di porre termine alle operazioni militari intraprese dal Governo Israeliano nel territorio Libanese che hanno determinato una escaltion di morte (anche e soprattutto fra i civili Libanesi) e distruzione;
tra gli obiettivi che la comunità internazionale si è dato c’è quello di far rispettare il cessate il fuoco e di collaborare alla ripresa di negoziati di pace che siano rispettosi del diritto internazionale;
nelle parole del Ministro degli Esteri Massimo D’Alema emerge con chiarezza la volontà di addivenire ad una soluzione definitiva dell’intera “questione medio orientale” a cominciare dalla soluzione, ormai non più procrastinabile, della “questione palestinese”;
per compiere nella maniera più egregia possibile il compito assegnato alle forze di interposizione è necessario che tale forza internazionale sia realmente sentita come una forza “terza” da tutti i contendenti dell’area;
è evidente che il presupposto di “terzietà” (richiamato anche dal diritto internazionale) può effettivamente realizzarsi solo se del contingente internazionale non ne facciano parte militari di un paese che non sia rigorosamente equidistante tra i due belligeranti;
nel caso italiano tale equidistanza (richiamata negli ultimi mesi anche dal Ministro D’Alema) può essere seriamente messa in pericolo in forza degli accordi militari sottoscritti nella scorsa legislatura (legge n. 94 del 3 maggio 2005) che istituzionalizzano la cooperazione nel settore militare della Difesa tra Italia ed Israele.
Si tratta di un accordo quadro che regola la cooperazione tra le parti, nel cui ambito potranno essere conclusi accordi tecnici specifici. I campi di cooperazione comprendono, tra l'altro, l'interscambio di materiale di armamento, l'organizzazione delle forze armate, la formazione e l'addestramento del personale militare, la ricerca e sviluppo in campo militare;
questo potrebbe determinare sia il venir meno della funzione assegnata al nostro contingente, sia la possibilità di esporre i nostri militari a pericoli maggiori rispetto a quelli gia molto alti che tale tipo di missione richiede;
- se il ruolo che l’Italia ha assunto, in relazione alla missione internazionale in Libano, non ponga la necessità di rivedere gli accordi militari sottoscritti nella scorsa legislatura (legge n. 94 del 3 maggio 2005) che istituzionalizzano la cooperazione nel settore militare della Difesa tra Italia ed Israele, come garanzia di neutralità del nostro Paese se il nostro Paese non possa costituire un elemento importante per facilitare la risoluzione della questione mediorientale.
Senatore Fosco Giannini Senatrice Lidia Brisca Menapace
www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=11492
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