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La "X" di Malcolm e la memoria di Wu Ming 1
by tex Monday, Feb. 28, 2005 at 12:30 AM mail:

l'inserto domenicale di Liberazione dedica uno speciale a Malcolm X, con vari interventi su Malcolm e l'hip-hop, Malcolm, Gramsci e la cultura afroamericana etc. Da pochi giorni, su input del nuovo direttore Piero Sansonetti, Liberazione ha cambiato formula e formato, arricchendosi di contenuti e collaborazioni. Un esperimento da tenere d'occhio. Qui di seguito uno degli articoli di Wu Ming




La “X” che rimpiazza il cognome di Malcolm è la stessa delle mappe dei pirati: indica dov'è sepolto il tesoro. Il tesoro da scoprire è la dignità, e accanto allo scrigno c'è l'ascia di guerra: la memoria.
La rinuncia al cognome da schiavo, contrassegno di un antico stupro, mette in discussione il presente, l'identità imposta, il ruolo che ci assegna il copione dei vincitori. La messa in discussione è radicale, cioè va alle radici, alla riconquista della memoria negata.
I tuoi avi erano merce, 100% forza-lavoro da sfruttare fino all'esaurimento. Non sei arrivato in America a bordo del Mayflower, il mito fondativo non t'appartiene. In fondo all'Atlantico ci sono i resti di chi non sopravvisse alla traversata sulle navi negriere (il Middle Passage). Compagni di sventura dei tuoi avi, gettati a mare perché morti o malati, zavorra umana, brandelli di carne tra i denti degli squali.

No, il mito non t'appartiene, i "padri della Patria" usavano la frusta su tuo nonno e tu ne porti ancora i segni. George Washington possedeva trecentosedici schiavi. Thomas Jefferson ne aveva centottantasette, e più di un figlio mulatto.
I tuoi avi erano uomini-bestiame, muli scambiati con barili di melassa, ma non erano stupidi: si fingevano tonti per imbrogliare il driver man e lavorare meno. Fingevano di dire idiozie, di non saper parlare, yes, massa, you'se right, you jes right, massa e intanto parlavano in codice per non farsi capire, creavano una lingua, una cultura, un mondo.
La "X" che rimpiazza il cognome dei Black Muslims degenera in intruppamento, spersonalizzazione, paranoia. Malcolm diventa più grande, sempre più grande, e la Nation of Islam si fa sempre più angusta. All'alienante mito fondativo dei bianchi razzisti la Nation ha sostituito un mito altrettanto alienante, e ancor più bislacco e razzista: quello del perfido Yacub esiliato dall'Eden sull'Isola di Patmos, che fa esperimenti e produce l'uomo bianco come Uentermensch, scarto dell'uomo nero.
Così Malcolm abbandona la setta e porta con sé la "X", la schiude a nuovi orizzonti man mano che s'evolve il suo rapporto col passato.
Per Malcolm la memoria è conflitto perenne, è l'immagine del passato che sfavilla imprevista in un momento di pericolo. "In ogni epoca bisogna tentare di strappare nuovamente la trasmissione del passato al conformismo che è sul punto di soggiogarla", dice. "Neppure i morti saranno al sicuro dal nemico, se vince. E questo nemico", ribadisce, "non ha smesso di vincere".
In realtà non sono frasi sue, sono di Walter Benjamin, ma il succo è quello. La molla che ci spinge è il desiderio di riscattare gli antenati asserviti, solo in un secondo momento pensiamo ai discendenti liberati. "Un uomo non sa come agire finché non capisce contro cosa sta lottando. E non capite contro cosa state lottando finché non capite cosa vi hanno fatto."
Non c'è memoria condivisa. Non ci può essere. Non si può chiedere allo schiavo di onorare il ricordo dello schiavista. Partigiani e "ragazzi di Salò" non sono sullo stesso piano. Questo non significa restare prigionieri del passato, in cattività nella gabbia dell'odio e della sete di vendetta. Certo, il ricordo della schiavitù può diventare un ghetto mentale, ma è importante sapere che, nel momento del pericolo, un ricordo sfavillerà ai margini del tuo campo visivo, tu allungherai la mano e a tentoni troverai il passato, la memoria della dignità dei tuoi avi, delle lotte, dei trucchi per fregare il driver man. Di questo si nutre la volontà di riscatto, e di poco altro.
La riflessione di Malcolm è proiettata in avanti, si sforza di andare oltre. Può costruire davvero molto, sul fondo di consapevolezza che ha raggiunto.
"Quelli che cercando la radice del male si sono imbattuti nei rapporti di proprietà, sono discesi sempre più profondamente, attraverso un inferno di atrocità sempre più profonde, finché sono giunti là dove una piccola parte dell'umanità aveva ancorato il proprio spietato dominio", diceva Bertolt Brecht nel 1935, contestando chi cercava di attaccare il fascismo puntando l'indice contro le sue atrocità e definendole "gratuite" o "immotivate". Al contrario, quelle atrocità erano necessarie, servivano a difendere ben altro, qualcosa che stava sotto e dietro il fascismo. "Compagni, parliamo dei rapporti di proprietà!", era l'invito finale dello scrittore tedesco.
Malcolm, liberatosi delle dottrine razziste di Elijah Muhammad, comprende sempre di più che gli orrori della schiavitù, della segregazione, del colonialismo interno Usa, non dipendono dalla "malvagità" dei bianchi (i "diavoli dagli occhi blu"), non sono gratuiti né immotivati, anzi, sono necessari alla difesa dei rapporti di proprietà. Chi mantiene il ricordo della schiavitù al centro della propria riflessione, giungerà più facilmente di altri alla critica della proprietà. E' semplice quanto fare due più due: tutta l'esperienza afro-americana è influenzata dall'essere stati proprietà di qualcuno. Qui la memoria diventa pre-requisito della critica. L'ultimo Malcolm (1964-65) corre sempre meno il pericolo di restare prigioniero del passato, è anzi orientato a farne un uso sempre più creativo e radicale. Andare "alla radice del male". Scavare nel punto indicato con la "X".
Le pallottole che lo uccidono, il 21 febbraio 1965, pongono fine a un'entusiasmante, sbalorditiva ricerca del tesoro. L'evoluzione di Malcolm avrebbe riservato al mondo tante sorprese. Troppe, per chi pensa che nessun percorso - viaggio iniziatico, riscoperta della memoria o esplorazione del futuro - debba proseguire al di là del cartello: "Proprietà privata".



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ho letto che devono collaborare anche...
by des Monday, Feb. 28, 2005 at 2:46 AM mail:

con una rivista internazionale
http://www.disney.it/Publishing/Topolinomagazine/

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WuMing chi?
by fdffr Monday, Feb. 28, 2005 at 8:41 AM mail:

WuMing chi?

quelli che di solito pubblicano i libri con Berlusconi?

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falliti
by iodio Monday, Feb. 28, 2005 at 9:46 AM mail:

sti due saranno scrittori falliti, che essendo stati rimbalzati da tutti se la prendono con wu ming... oppure sono dei minchia qualsiasi...

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critica
by za-la-mort Monday, Feb. 28, 2005 at 10:42 AM mail:

Tante parole, si citano Brecht e Benjamin (sempre le solite du' cose), ma non si cita mai Malcolm X stesso. Come mai? Non lo si e' letto o non e' degno di citazione?

O forse si preferisce dare "una certa immagine" di Malcolm, immagine distorta che ha pochissimi punti di riferimento con la figura storica reale, e quindi non e' prudente fare riferimento a cio' che veramente Malcolm diceva e pensava....

Invece delle cazzatine buie, leggetevi direttamente "L'autobiografia di Malcolm X" e misurerete di persona la distanza che passa tra una persona vera, con la sua merda (da una parte) e il suo cervello sopraffino (dall'altra), e i suoi "mitizzatori" di seconda classe (Spike Lee compreso). Che hanno invece solo merda nel cervello.

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Wumisti
by Ah Monday, Feb. 28, 2005 at 10:53 AM mail:

WuMing quali?
Ah! Sì! Quei negazionisti di merda

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io mi ricordo
by tig Monday, Feb. 28, 2005 at 11:28 AM mail:

Quando Goering offri' a Fritz Lang la direzione generale del cinema tedesco, Lang la sera stessa prese un aereo e scappo' negli USa, lasciando tutto: casa, carriera, soldi (che erano parecchi, visto che era il regista tedesco di piu' grande successo mondiale). Il regime dovette ripiegare su Leni Riefenstahl...

Pensate che se Berlusconi offrisse a Bui, chesso', la direzione generale della RAI, Bob ci metterebbe piu' di un nanosecondo per accettare (certo, in nome della "guerriglia culturale nel campo del nemico", e checcazzo)??

Ecco, Bui e' la nostra Leni Riefenstahl... anche lei mica era nazista, solo lavorava per i nazisti...

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MA TOGLIETE I WU MINCH DA QUI
by venduti! Monday, Feb. 28, 2005 at 11:30 AM mail:

questi ragranella soldi per berluska che fan i duri e puri sputando nel piatto dove mangiano, han di ben rotto i coglioni!!!!

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zitti borghesi!!!
by Compaesano di vitaliano Monday, Feb. 28, 2005 at 11:40 AM mail:

veramente gli unici che rompono i maroni sono i coglioni come l'ultimo qui sopra che parlano tanto senza neanche mai avere mai letto un libro.

Siete pregati di passare a forzanuova voi Duri e Puri

chissa che cazzo fate voi nella vita contro il berlusca.

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Mah
by bluto Monday, Feb. 28, 2005 at 12:46 PM mail:

Che triste fine ha fatto indymedia italia... In balìa di livorosi criptofascisti che alla parola magica "wu ming" prontamente vomitano litri di bile. Non serve nemmeno che entrino in forzanuova, bastano anche i ds.

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ebbasta!
by ailatidilletarf Monday, Feb. 28, 2005 at 2:16 PM mail:

Appena qualcuno mette qui qualcosa dei WM è sempre la solita storia, il solito mare di stronzate.
Attenzione, il mare è solo di stronzate, chi le sparge sono i soliti 2-3 (alcuni dei quali si sa benissimo chi sono, dei poveretti incapaci di sopportare le loro misere e ignote esistenze di falliti), prolifici di insulti e sempre privi della minima prova che giustifichi le loro tesi.
Noia.
Solo questo. Una vota era anche divertente ridere DI voi (non con voi), del vostro livore rancoroso.
Ma verso chi poi? Ricchi scrittori affermati gonfi di royalties?
No.
5 poveracci (loro però soltanto finanziariamente!) che con quello che guadagnano sono passati dalla panda usata alla punto nuova.
Basta, se una volta si diceva "una risata vi seppellirà", voi vi state facendo sepellire da uno sbadiglio.

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giusto!
by perdio Monday, Feb. 28, 2005 at 3:13 PM mail:

Giustissimo! Solo i ricchi (e chi lavora per loro) hanno ragione, gli altri sono tutti invidiosi!

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.
by . Monday, Feb. 28, 2005 at 3:22 PM mail:

<<Attenzione, il mare è solo di stronzate, chi le sparge sono i soliti 2-3 (alcuni dei quali si sa benissimo chi sono, dei poveretti incapaci di sopportare le loro misere e ignote esistenze di falliti>>>

a parte che se dici 2o 3 e poi dici che alcuni si sa benissimo chi sono, vorrà dire che gli conosci tutti.

E se li conosci xchè non ci dici chi sono?

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E' chiaro!
by Pierre Q. Tuesday, Mar. 01, 2005 at 1:48 PM mail:

A questo punto è chiaro: o i gestori si decidono a far entrare 2 o 3 compagni a controllare i messaggi e cestinare le provocazioni contro i Wu Ming, oppure Indymedya si mette oggettivamente al servizio dei criptonazisti e dei provocatori che rivangano vecchie storie che non se le è mai cagate nessuno e spargono veleni e calunnie contro i Wu Ming e chiunque osi dire la verità: che i Wu Ming sono dei grandi scrittori e dei compagi eccezzionali.
Ma forse i gestori calcolano che gli fa comodo l'audiens provocata da questo putiferio e così trasformano Indymedia in una latrina, che serve solo a spargere merda contro dei compagni come i Wu Ming su cui nessuno aveva mai avuto niente da ridire.

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testediminchia
by basta Tuesday, Mar. 01, 2005 at 1:52 PM mail:

che cazzo c'entra indy?

se esistono sfigati, arrivano anche qui, prendetevela con carmillaonline, che cazzo c'entra indy?

siete malati, oppure siete i soliti nazi burloni

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.
by . Tuesday, Mar. 01, 2005 at 1:58 PM mail:

<contro dei compagni come i Wu Ming su cui nessuno aveva mai avuto niente da ridire.>>>

Sei ironico spero?
Credo non ci sia gruppo in Italia che non si sia preso (da Anubi ai padovani, passando x i bb) badilate di merda da WM.
Non so se ricordate la violenta querelle contro la figura del filosofo Guy Debord.
Sono tra i responsabili ideologici della divisione del movimento dopo Genova.
Insomma nemici ne hanno raccattati ad ogni angolo di strada x cui adesso, alla fine, raccolgono quello che avevano seminato.
Saranno anche cripto-nazisti quelli che li attaccano, ma a me non me ne può fregare di meno.
Io quelli lì non li difendo

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i nomi, per chi l'aveva chiesto
by ailatidilletarf Tuesday, Mar. 01, 2005 at 2:04 PM mail:

I nomi non si fanno, per non dare visibilità gratuita a delle nullità (di destra e di sinistra), i cui scritti sono, peraltro, fonte d'inesauribile noia.
Se proprio vuoi capire chi sono, clicca sul tasto "cerca" qui sopra, dicita "wu ming" nel primo campo, scarica qualche decina di Mb di messaggi, commenti e morchia, leggiti tutto e trai le conclusioni.
E' un lavoro sporco, duro e tedioso, ma alla fine i nomi li trovi...
Buon divertimento.

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dicita?
by correttore semiautomatico Tuesday, Mar. 01, 2005 at 6:06 PM mail:

"dicita" voce del verbo dicitare?

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Q come quadrupede?
by correttore semiautomatico Tuesday, Mar. 01, 2005 at 6:23 PM mail:

Pierre Q scrivi anche coi piedi?:
<<A questo punto è chiaro: o i gestori si decidono a far entrare 2 o 3 compagni a controllare i messaggi e cestinare le provocazioni contro i Wu Ming, oppure Indymedya si mette oggettivamente al servizio dei criptonazisti e dei provocatori che rivangano vecchie storie che non se le è mai cagate nessuno e spargono veleni e calunnie contro i Wu Ming e chiunque osi dire la verità: che i Wu Ming sono dei grandi scrittori e dei compagi eccezzionali.
Ma forse i gestori calcolano che gli fa comodo l'audiens provocata da questo putiferio e così trasformano Indymedia in una latrina, che serve solo a spargere merda contro dei compagni come i Wu Ming su cui nessuno aveva mai avuto niente da ridire.>>

"eccezzionali... audiens...": sei proprio un akkulturato!

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ARGOMENTI NON INGIURIE
by ragioniamo Tuesday, Mar. 01, 2005 at 7:45 PM mail:

Invece di tante ingiurie e offese gratuite e di invocare la censura, perché qualcuno dei vari fan dei Wu Ming non risponde agli argomenti di maria e alice? Il loro pezzo è senza offese e senza dietrologie, ma nessuno gli ha mai risposto. Ve lo ripubblico, così vediamo se tra i nuovi e i vecchi difensori dei Wu Ming c'è qualcuno che sa stare all'altezza della vera sfida, quella degli argomenti. Ma ne dubito tanto tanto.

MARIA E ALICE: RIFIUTARE LA PROPRIA STORIA...:

Sfidando l'universo con superbia melodrammatica WM 1 esce allo scoperto per personalizzare e svilire una questione che ha invece portata un tantino più generale. Un ciclo di lotte si è sfilacciato bruscamente. È un fatto, credo, sotto gli occhi di tutti. Ricominciare da capo vuol dire anche guardare indietro. Per non ripercorrere gli stessi passi. Per non raddoppiare lo sforzo in direzioni manifestamente inefficaci. Per capire dove siamo.
Mi pare che non a tutti sia gradita la rabdomanzia verbale: per una volta ci sforzeremo di tralasciarla.
Ci scuserete il ritardo. Ci eravamo distratte. Eravamo perse dietro la militanza "spicciola" (ahahahah!!!) e antispettacolare (senza risarcimento spettacolare, né rimborso spese). Noi crediamo che si tratti di scavare, ormai con le unghie, il terreno gelato della società. Venuto l'inverno si tratta solo di sopravvivere. Giullari alla porta dell'ipercoop parata a festa? Sì, "anonimi giullari". Fiere di esserlo! Ops... niente rabdomanzia "neobarocca"... troppo maraglia...
Dove siamo?

1. Da qualche parte Marx sostiene: "Finora i filosofi hanno interpretato il mondo. Ora si tratta di cambiarlo". Dal canto suo Franco Berardi aveva permutato quella frase con questa: "Credevamo si trattasse di cambiare il mondo, ma bastava cambiare il nostro cervello". Non è un 'conto da regolare' (ma come ragionate? con i testicoli?), bensì un problema complesso e affascinante. Basta modificare le rappresentazioni per cambiare il mondo? È sufficiente ciò che Wu Ming ha chiamato "mitopoiesi"? Qual è la sua radice? Noi affermiamo che L'ESTETIZZAZIONE DELLA RADICALITÀ POLITICA SERVE ALLA GESTIONE SOCIALDEMOCRATICA DEI MOVIMENTI. Ma, se è così, questo uso del racconto non è intrinsecamente revisionista?

2. Nondimeno: si passa da un gesto estensivo (Marx: dal discorso al mondo) a uno limitativo (Berardi: dal mondo al cervello). Su questa linea di ripiegamento abbiamo provato a spargere tutti i fiori ilari che abbiamo saputo cogliere. Ma era arduo cambiarla. Quei fiori ci paiono ora crisantemi. La "mitopoiesi" NON libera se non ci si libera da TUTTE le strutture dell'oppressione! L'analisi dell'oppressione non può essere sostituita dai miti viscerali di una rivoluzione solo immaginata.

Che questo "guardare indietro" sia anche doloroso e amaro, nessuno lo nega. Che prendere la genealogia di Wu Ming come metafora del tempo che abbiamo appena alle spalle sia scortese, nessuno lo nega. Ma da WM 1 ci saremmo aspettati qualcosa di più. Lui che ha scritto o sottoscritto frasi straordinarie come queste: "Ma quando i nodi vengono al pettine, tra scendere nel dettaglio e rifiutare la storia, la seconda strada è sicuramente la più facile" (Asce di guerra, p. 274). E la strada facile qui diviene quella del conformismo scaltro e avvocatesco. Si nega il "dettaglio" per costringere il discorso nei dettagli. Per privatizzarlo. Per ridurlo a una questione di insondabili scazzi antidiluviani. Come già avevano suggerito le precisazioni riduttive di Valerio Evangelisti e Rudy M. Leonelli. Esorcizzare l'ombra lunga del revisionismo...? Propongo qui di seguito un'antologia di "discese nei dettagli", ma non prendetele solo come tali. Sollevate lo sguardo e guardate anche i problemi generali che vi sono legati. Leggete questi "dettagli" anche come metafore.

ANTIFASCISMO.
Vi è una militanza solo culturale per cui certe cose sono lodevolissime solo quando sono remote nel tempo o nello spazio. È una fedeltà feticista per cui la rappresentazione sostituisce la pratica. Va bene la Jacquerie. Va bene Thomas Müntzer. Va bene Ho Chi Minh. Va bene il passamontagna di Marcos. Va bene tutto ciò che è lontano, esotico, antico.
Ecco come in Asce di guerra (p. 306) Wu Ming ricorda una memorabile manifestazione contro un congresso nazionale di Forza Nuova a Bologna:

"La paranoia miete vittime. C'è chi vede nero dappertutto, nazisti dietro ogni sigla, infiltrati ovunque. Primo pomeriggio: la piazza si riempie. Ci sono i partigiani e quelli del sindacato, la sinistra giovanile e le "tute bianche" [...] e purtroppo anche mentecatti a petto in fuori, fazzoletto sulla faccia, manico da piccone in pugno. A che servirà mai portarsi in piazza il cosiddetto "stalin", quando poi non lo sai nemmeno usare ed è la prima cosa che molli per scappare a gambe levate coi celerini dietro? [....] A che cazzo serve un misero bastone, se non per allestire una patetica autorappresentazione, fingersi "uomini veri", giocare la simulazione dei "duri e puri"? Poveretti.
Le "tute bianche" hanno tutt'altra strategia: imbottiture con la gommapiuma o protezioni da sport a contatto pieno [...]".

Ecco la pagella.
IL sindacato ovvero la CGIL? Promossa!
I giovani DS?... quelli zitti per la Turco-Napolitano, zitti per le bombe su Belgrado? Promossi!
Le tute bianche? Dieci e lode!
I "mentecatti" & "poveretti"? Due debiti, per manifesta ineleganza culturale!!!
I compagni che tirarono sui forzanovisti dai viali? Voto non pervenuto.
Tutti i restanti compagni e gruppi che parteciparono? Voto non pervenuto.

Ora lasciamo perdere che il referto psichiatrico di Wu Ming ("paranoia", "mentecatti", "simulazione" di una virilità solo simbolica ecc.) coincida con una recente sentenza di tribunale. Lasciamo perdere che oggi Forza Nuova cresce... fa banchetti e volantinaggi ogni settimana... non sdegna certo i bastoni... Ma qui si sta criticando un'azione antifascista non per la sua scarsa efficacia (Forza Nuova fece i bagagli e ripartì in tutta fretta). La si sta criticando in nome di un criterio di normalità psicologica! La "mitopoiesi" ha sempre un risvolto normativo e autoritario.
Questo è il dettaglio. Ora solleviamo lo sguardo e chiediamoci: la rappresentazione del fascista come aguzzino e torturatore è SUFFICIENTE a far capire e riconoscere il fenomeno fascista? Lo scrittore Valerio Evangelisti ci assicura che Asce di guerra è "il libro più vivacemente e visceralmente antifascista mai apparso in Italia". Ma la questione è: abbiamo bisogno di un antifascismo viscerale e virtuale, oppure di un antifascismo ragionato e pratico? È un bel libro, ma ci dà qualcosa o ci mette fuori strada?
Wu Ming ha un campo visivo caratterizzato da alcuni punti ciechi. Uno di essi (accogliendo il pensiero revisionista di Franco Berardi) è costituito dagli anni Settanta e Ottanta. Ma ciò permette di COMPRENDERE che cosa sia ORA il fascismo? La mia risposta è: NO. In Giap! (Mi dispiace per le tue costole) un WM racconta la bussata a un compagno perché aveva posto prima sul terreno teorico e poi su quello pratico il problema degli anni Settanta. Impropriamente, confusamente. Noi diciamo: non si possono rimuovere gli anni Settanta e Ottanta. Non si può accogliere una "mitopoiesi" revisionista come il film "Lavorare con lentezza". È solo un'opinione, ma ci tengo a ribadirla.
Lasciamo perdere i dettagli. "Lavorare con lentezza" sovraimprime sugli anni Settanta gli anni Sessanta, la psichedelia, il sentimento freak. Nel mostrare il Settantasette con presunzione di ricostruzioni filologiche, lo rimuove e lo nasconde. Nel feticismo del dettaglio, cancella i problemi che gli anni Settanta continuano a porci. Che lo si sappia o no.
Negli anni Settanta e Ottanta la Destra non ha MAI isolato, perseguito, spiato, denunciato o combattuto i propri estremismi, anche violenti. Negli stessi decenni, invece, la Sinistra ha negoziato la sua importanza ISTITUZIONALE quasi esclusivamente spiando e combattendo ogni estremismo extraparlamentare (anche non violento). Ciò comporta alcune fondamentali conseguenze che ancora oggi ci riguardano. Da una parte la Destra non ha MAI diviso la cultura e l'azione: il fascista in strada, quello in doppiopetto, il raffinato ideologo di destra, l'intellettuale di estrema destra che dialoga "a sinistra" ecc. (ognuno a suo modo) FANNO SISTEMA. Dall'altra parte, invece, la Sinistra ha separato la cultura e l'azione: va bene esclusivamente ciò che è SOLO culturale. La cultura come sfera separata ha solo sostanza estetica. Non deve MAI tradursi in pratica sociale. Ne consegue: 1) che l'estetizzazione della politica deve essere negoziata sul mercato delle merci; 2) che la pratica sociale deve esistere solo per essere negoziata (svenduta) sul piano istituzionale.
"Lavorare con lentezza" si colloca in questo scarto. La fedeltà al dettaglio d'annata è il corrispettivo del feticismo della merce.

CAMERE A GAS.
Anche qui si pone un problema avvocatesco. Tra il 1990 e il 1994 il collettivo Trasmaniacon ha promosso una campagna revisionista sulle camere a gas ("La ProvocAzione Revisionista"). Scrive ancora Evangelisti: "era accaduto che il collettivo avesse diffuso su ECN testi «negazionisti» (cioè di autori che, facendo perno sull'esistenza o meno di camere a gas nei lager nazisti, giungono a negare un tentativo di sterminio totale degli ebrei da parte del Terzo Reich)". WM 1 era figura di spicco di questo collettivo. Ma tutti i file che abbiamo potuto consultare sono firmati con sigle o pseudonimi. Per quanto ci riguarda R. B. può stare anche per Ruggero Bacone, Rocco Buttiglione, Ray Bradbury, Roland Barthes, Roy Buchanan, la Rollins Band oppure, specularmente, per i Boomtown Rats... Non ci interessa affatto... Ma l'uso del "no name" nasce qui... nel fango...
Tuttavia, quando il collettivo Trasmaniacon venne criticato pubblicamente per il revisionismo sulle camere a gas, la risposta fu una garbata metafora revisionista: chi ha osato criticarci è peggio di un kapò di Buchenwald (campo di concentramento nazista). È la medesima metafora di ritorsione che si legge nel volume:
Roberto Bui, TRANSMANIACALITÀ E SITUAZIONAUTI, introduzione di Federico Guglielmi, Bologna, Synergon, 1994. - Synergon? Per dirla con il documento di Archivia: "la casa editrice SYNERGON di Bologna, che ha avuto il buon gusto di offrire pagine e tribune ad alcuni fascisti militanti". Lasciamo perdere che nell'introduzione F. Guglielmi (oggi Wu Ming 4) si rallegri dell'adesione del giovane autore al pensiero di Franco Berardi (p. 3: "abbandono del senso della Storia, del tribalismo, dell'identità, del senso d'appartenenza, della responsabilità storica"...). Prendiamo questo secondo "dettaglio" come piccolo esempio concreto di OPERATIVITÀ revisionista. Alle pp. 72-73 si legge:

"La famiglia Addams dell'estrema sinistra ha in casa una pianta carnivora, una Dionea Horribilis che continua a buttare qui e là germogli di ceti politici, destinati a seccarsi e rattrappirsi o a crescere per gestire il nulla. [...]
È esattamente come a Buchenwald: i nostri padroni selezionano i prigionieri più capaci & creano gerarchie ufficiose (i "politici" contrapposti ai "comuni", con alcuni "comunisti" a fare da kapò) per garantire il massimo controllo col minimo sforzo dei carcerieri. Chi sono i più adatti ad autoamministrarsi? Come a Buchenwald il leader stalinista Ernst Thaelmann "smistava" i nuovi arrivati & misurava loro il torace, oggi i vari spacciatori di politica incanalano & incasellano il disgusto TOTALE degli spossessati, ricompongono i conflitti livellandoli su parzialissime piattaforme, confondono il desiderio di CAMBIARE LA VITA con la periodica opportunità di "emendare" alcuni aspetti della sopravvivenza. Ciò che misurano i Thaelmann di oggi è la "soglia di socializzazione", è FINO A CHE PUNTO SI PUÒ TOLLERARE LA NON-VITA".

Lasciamo pur perdere che qui si cerchi di calunniare la memoria di un comunista tedesco "passato per le armi" dai nazisti: Ernst Thaelmann. Per loro fortuna, i morti non hanno orecchie, né leggono i nostri libri.
Il fatto è che in questa metafora (la famiglia Addams dell'Autonomia come kapò di Buchenwald) ci sono DUE erranze o derive revisioniste:
1) la prima erranza è che la metafora non regge: la sproporzione manierista è volta solo a mascherare e offendere. Pare la piccola vendetta di chi allora si dichiarava "provocatore professionista". Il revisionista sulle camere a gas paragona chi lo critica a... (mitopoiesi del rovesciamento).
2) La seconda erranza è appunto che Thaelmann non era a Buchenwald. Che Thaelmann fosse un kapò di Buchenwald è una delle MENZOGNE revisioniste inventate da Rassinier per negare le camere a gas. Fandonie che il collettivo Trasmaniacon propagandava.
Dare rilievo al racconto falso e falsificante che un leader comunista sia stato il kapò di un campo di concentramento vorrebbe suggerire che a Buchenwald i nazisti erano i mandanti e i comunisti gli esecutori!? O comunque che nazisti e stalinisti stanno sullo stesso piano!? Che la famiglia Addams dell'estrema sinistra nel 1994 era "esattamente" (p. 73) come i kapò di Buchenwald!!! Ma qualcuno potrebbe dire: - Vabbè, non ha il coraggio di ammetterlo, ma ora la pensa diversamente. Tant'è vero che Ernst Thälmann figura in positivo a p. 15 di Asce di guerra. Lasciate perdere. Sennò è persecutorio. -
Ma proviamo invece a sollevare lo sguardo. Non focalizziamoci solo sul "dettaglio". Che cos'è il revisionismo? Quali sono i suoi tratti salienti? Si crede generalmente che il revisionismo sia un riesame del discorso storico sul passato. Se fosse così, qualsiasi discorso sul passato sarebbe revisionista. A me pare invece che il tratto distintivo sia un altro: il revisionismo ROVESCIA specularmente il discorso sul passato. A ogni affermazione contrappone il suo esatto contrario. È un gioco di specchi che intende segretamente insidiare la POSSIBILITÀ della memoria: azzerarla, fiaccarla, narcotizzarla. È un diversivo di lustrini e riflessi che promuove soltanto lo spettacolo e la merce. Ogni affermazione deve trovare allora il suo rovescio provocatorio. A quel punto non è più COSÌ importante da quale parte della barricata ci si colloca. Prima da una parte, poi dall'altra, poi al centro, a sinistra, a destra, sopra, sotto, di lato... Ma l'una e l'altra parte SONO il revisionismo. Una volta caduti in questo gioco reattivo, lo si alimenta e lo si raffina a meno che non ci si fermi a riflettere. Ma ormai si appartiene allo spettacolo e si ragiona con l'avvocato virtuale automatico: "Non sta a me cercare di appurare le responsabilità, e comunque non in questa sede". Così il paladino della libertà espressiva di negazionisti e fascisti finisce per vagheggiare la censura: "Bella idea, l'open publishing. Peccato che...".
Insomma, nella "logica del rovesciamento" l'intera operatività del racconto diventa revisionista. Chi è dunque Thälmann? Il kapò infame di Buchenwald o l'eroico comunista di un mondo spietato? Meno e più. Sopra e sotto. Tutto e il contrario di tutto. La "logica del rovesciamento" porta alle "narrazioni senza soggetto". Noi leggiamo una continuità tra Trasmaniacon, LB e WM.
Ora non si nega che le questioni poste da WM e da Berardi siano importanti e significative. Ma le loro soluzioni sono fuorvianti e avvocatesche. Negli anni Novanta lo svuotamento dell'identità e la volontà di innocenza erano il CORRISPETTIVO della spensieratezza individualista di un Occidente che spremeva il mondo a pieno regime. L'identità pareva un impaccio stalinista. Deng Xiaoping apriva alla Coca-Cola. Le collaborazioni di Berardi con intellettuali e riviste di estrema destra erano (a suo dire) liberatorie e creative (si veda ad es. il suo panegirico di Alain De Benoist in "Mongolfiera", n. 151, 29 luglio-agosto 1991, pp. 46-48). La retorica della provocazione di Transmaniacon appariva molto chic. Tutto si può fare, tutto si può dire. Noi, i privilegiati della "fine della storia".
Oggi possiamo leggere sorridendo il libro di Germinario... Ormai...! Ricordo alcuni pensionati in un bar di San Donato, in fila per il Superenalotto. Gioconda si era messa a convincerli che il gioco d'azzardo è l'oppio dei proletari. Uno di questi, basso, grasso, tondo, triste, bellissimo sguardo, sollevando una moneta tra l'indice e il pollice all'altezza del suo cappello da marinaio, di panno blu, disse risentito o divertito: - Ragazzina, bonalè. Non vedi che siamo vecchi. Con questa moneta io ci compro di poter sognare per tre giorni cosa farei se avessi dei baiocchi. Poi... magari... capita di vincere... - Ecco, ci sono certi compagni prepensionati che vogliono sempre salire sul ricco carro dei vincitori. Ma negli anni Novanta forse non si capiva bene quale fosse. Pare saltassero qua e là. Ogni volta che cadevano era una beffa surrealista.

Seconda metà degli anni Novanta. Viene fuori la dirompente forza economica dell'Asia. A un certo punto (con la crisi profonda della sinistra istituzionale) non era più tempo di ambigue provocazioni. "Noi crediamo che la moltitudine esprima un bisogno di nuovi miti fondativi" (Giap!, p. 25). "Occorre giocare la partita del mito, e con schemi diversi da quelli avversari. La risposta all'apologia metafisica non può essere solo negativa, pura demitologizzazione" (Giap!, p. 172). Ma bisognerà infine chiedersi: davvero la "mitopoiesi" produce memoria? Oppure definisce uno spazio separato e intangibile dell'immaginazione romanzesca? Non è solo immagine entro il sistema spettacolare? Può esistere una "mitopoiesi" critica? La si può applicare rizomaticamente alla storia recente?

Altrimenti la nostra Frankenhausen (Genova, 2001) è stata invano.
Noi stiamo cedendo i nostri migliori strumenti di analisi alla destra (l'innesto dell'antimperialismo e del populismo di destra) e ci dovremmo accontentare delle perline opache della "mitopoiesi". Sorel più Mondadori. Tranne che Sorel parlava invece di "immagini di battaglie" come corrispettivo del "trionfo" della "causa" proletaria (Giap!, p. 31). Non diceva che vincere o perdere è uguale e l'importante è l'eleganza (54, p. 486). Questa non solo è un'idea destroide di Ernst Jünger, Al muro del tempo (Giap!, p. 213). Ma è un'idea revisionista che livella tutto. Nel romanzo 54 l'eleganza, lo "stile", è ciò che mette sullo stesso piano qualsiasi opzione: mafiosi, funzionari di partito, attori, compagni, killer, avventori del Bar Aurora. Tutto diviene un tic, un soprannome, un gesto reiterato da macchietta. Tutto appare sullo stesso piano. Tutto è uguale. Una sparatoria tra mafiosi per una partita di droga emerge nel racconto come battaglia di partigiani e nazisti. Non focalizzatevi sempre sui dettagli: non si sta dicendo che qualcuno abbia OFFESO la Battaglia di Porta Lame. Si sta dicendo che nel romanzo 54 c'è una categoria cognitiva profondamente revisionista. Alla devastazione revisionista dell'identità (Trasmaniacon) succede l'eleganza impeccabile e salvifica, l'innocenza dello stile (Wu Ming). Ma non è una cosa diversa. È un raffinamento artistico del revisionismo.

VARIE ED EVENTUALI.
Si potrebbe continuare a lungo. Ma cui prodest? Basti aver mostrato che "tra scendere nel dettaglio e rifiutare la storia, la seconda strada è sicuramente la più facile" (Asce di guerra, p. 274). E, mentre percorre la SUA strada più FACILE con in mano Asterix e dietro l'ombra del nonno, auguriamo al nuovo Ercole che si senta almeno un po' ridicolo. Senza perdere il buonumore. Come Socrate quando si vide messo alla berlina in una commedia e rise di gusto. Anche Campbell, "sommo studioso di mitologia" (Giap!, p. 44), dice che la sconsacrazione dell'eroe è una figura di rinascita. Paragonarsi al Black Panther Party fa molto megalomania.
Vorrei anche che il mio discorso risultasse esplicito. WM = compagni. Criticabili, benché non accettino le critiche che non siano complimenti travestiti. Pessimi, a mio giudizio. Con un forte residuo di autoritarismo. Con l'esigenza di difendere l'onorabilità della ditta. Ma in nessun modo si può applicare ad essi parole stupide e fuorvianti come "fascisti" o "antisemiti". Dichiaro quindi, anche a nome di Gioconda, la piena solidarietà contro questi modi sguaiati e manipolatori. Chi lo ha fatto è stronzo. E ci scusiamo se il metodo della rabdomanzia verbale ha sollevato un'onda di merda. Un'onda umana, comunque. Tutti "mentecatti"? Tutti "poveretti"? (Asce di guerra, p. 306).
Altro discorso è però porre il problema della logica della provocazione. Ora la provocazione NON è un'affermazione. Non va presa alla lettera. Ma la lettera rimane e opera degli spostamenti. Il problema è quello della distruzione revisionista dell'identità storica. Le "storie senza soggetto" ne sono la continuazione con altri mezzi. Il "no name" non riguarda solo il frontespizio, ma il racconto. Il "no name" gioca con "un'identità che è l'inverso" (come dice V. Evangelisti).
Qualcuno ci ha obiettato: - Ma se Asce di guerra lo legge la casalinga o l'impiegato, magari impara qualcosa, no? Si rende conto in quale merda di paese siamo. È un libro utile e necessario. - Lasciamo perdere la sociologia d'accatto. Ecco, non sono così sicura che questo libro (bello in alcune parti) funzioni così. Esso separa dal presente una storia come storia senza soggetto. "La nostra idea della narrazione storica consiste nell'isolare istanti precisi in cui tutto sembra possibile ed esaminare a trecentosessanta gradi questo infinito arco di possibilità" (Giap!, pp. 221-222). Anche Asce di guerra (certo il miglior libro dei WM) non sfugge a un'operatività intrinsecamente revisionista. È la nostra meditata opinione, ci teniamo a ribadirla. Punto.

Queste sono le SCUSE in coda.
Abbiamo scoperto che un bar Aurora è veramente esistito a Bologna. Quell'irreale contenitore di 54 ci aveva tratto in inganno. Non avevamo messo in conto che potesse riferirsi a un bar. Bottone...! L'avevamo preso come un divertissement da romanzo di genere. Nulla è sacro, nemmeno i vostri libri. Ma non era nostra intenzione offendere. Almeno non volevamo offendere se non con la verità.
Il nome di Rudy e quello di Luana avevano un che di esotico e di inventato. Ci abbiamo giocato perché era stata fatta un'allusione all'anno 1954. Poteva avere un rapporto decisivo col romanzo. Nell'indice dei nomi di NEMICI DELLO STATO c'è un Leonelli, Rudy. Ma il nome non compare nel libro. Non rimanda a nulla. Una scricchiolante scala a chiocciola che conduce a una porta murata. Un personaggio aereo e immaginario stile Mongolfier. Invece no, Rudy M. Leonelli non ha gradito. Non volevamo offendere. Almeno non volevamo offendere se non con la verità.

"Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario" (George Orwell).

Non la facciamo troppo lunga. Speriamo che nessuno si lamenti più del nostro meritato silenzio. - Eccheccazzo!? Dove sono finite le seccatrici saccenti e verbose? Tacciono? Si sono finalmente pentite dei loro peccati? Ma è vero che sono venusiane con trenta palle sotto le ascelle e mezzo metro di lingua viola...? Ehi! come mai LEGGONO così attentamente i libri quando ormai TUTTI si limitano a comprarli e al limite vanno per scrupolo alle presentazioni...? Non avranno mille occhi come le mosche indocinesi...? In questo caso non sarà facile "passarle per le armi" (hmmm!?)... Ci vorrà la carta moschicida... Non saranno Terminators moscoviti...? Visitors copti...? Vegan vermiformi...? Ops... scusate: la rabdomanzia verbale non vi piace... Ma è l'ultima volta... Ruit hora... è l'ora del ruttino... Sfidate pure altri, pifferai... imbroglioni...

Composto sotto la dolce protezione di Santa Emerenziana
22-23 gennaio 2005

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x ragioniamo
by Skinhead Times Tuesday, Mar. 01, 2005 at 9:45 PM mail:

A parte che leggere tutta spataffiata colta e intellettuale è stato un fastidiosissimo dito in culo, quello che ho letto sono opinioni opposte ad altre opinioni, rispettabili in quanto tali, e condivisibili a scelta del lettore (io ad esempio non le condivido, le argomentazioni mi sembrano minime e attaccate a frasi sempre estrapolate dai contesti dove sono state scritte).
Cosa si dovrebbe rispondere?
Mi sembrano gelosie di pollaio.
Quanto a ciò che è scritto a proposito di antifascismo, gente che ha il tempo di scrivere temini prodighi di dotte citazioni non mi sembra abbia, non dico il tempo di darsi all'antifascismo militante, mentre (per tutti i Wu Ming non so dato che non li conosco) WM5 aka Riccardo Pedrini, come bassista dei Nabat ci ha avuto spiacevolmente a che fare fin dalla prima metà degli anni 80 (cfr. raduno Oi! di Certaldo). Questa la differenza tra chi la merda di strada l'ha attraversata e chi la digita behind la tastiera del pc.

Quanto a insulti e contumelie: cagatevi in mano e prendetevi a schiaffi!!!

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er times
by te lo ficco ar culo arrotolato Wednesday, Mar. 02, 2005 at 1:32 AM mail:

non dire cazzate coglione, ma quale antifascimo militante fin da certaldo, che quel giorno i saluti romani li fece pure riccardo (puoi negare ricky??) e porcodio c'erano piu' nazi che altro: in piu' minchione ricorda che bellini, in seguito nei peggior amico, proprio all'epoca era qualcosa di simile ma molto simile ad un roadie degli "antifascistissimi" Nabat......mortacci vostra revisionisti peggio dei nazi siete!!

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No ingiurie
by eros Wednesday, Mar. 02, 2005 at 11:30 AM mail:

Kiaro ke Skinhead Times preferisce le ingiurie agli argomenti. Kazzi suoi.
E tra parentesi ha un'idea del sesso veramente puritana: il dito in culo ke non c'entra niente con gli argomenti di maria e alice può essere piacevolissimo. No anche alle ingiurie contro l'erotismo non-genitale!

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wu ming, scritti antifascisti
by . Wednesday, Mar. 02, 2005 at 12:06 PM mail:

x smentire illazioni, stronzate e interpretazioni forzose di pezzi citati alla cazzo, basta leggere cosa scrivono DAVVERO i wuminghi, e mica da oggi. questa è la sezione "antifascismo e resistenza" del loro sito, date un'occhiata e vedrete quanto sono gratuite e merdose queste polemiche:

http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/antifa/tematico_antifascismo.htm

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querestetil
by zeroincondotta Wednesday, Mar. 02, 2005 at 12:26 PM mail:

Queste sono le cose che scrivono "da oggi" (cioe', da dopo il successo di Q), sarebbe interessante leggere le cose che scrivevano "ieri", quando non erano nessuno e sparavano merda sull'"antifascismo" e sui "militonti" per conquistarsi qualche visibilita'....

ma c'e' in giro una fottuta paura di riesumare i cadaveri nell'armadio... perche' i cadaveri ci sono, e puzzano terribilmente..

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che colossale perdita di tempo.....
by indyan* Wednesday, Mar. 02, 2005 at 12:34 PM mail:

voi siete fuori, tutti.

le valanghe di parole spese dietro all'accusa di revisionismo ai wuminghi (con tanto di esegersi sullo stile che si raffina e divienen più sottilmente revisionista), che ho visto passare su questi sono , imho, una colossale perdita di tempo e di energie crititche.

Se lo stesso impegno fosse rivolto verso bersagli reali e qualificati, ovvero veri nemici delle nostre aspirazioni, forse farebbe troppo poco pheeko, ma sarebbe di molto preferibile.

Trovo tutto ciò davvero un passatempo sterile e fine a se stesso, anche perchè me ne sfugge la dimensione intellettuale, forse perchè è coperta da invidie e ripicche adolescenziali, per non parlare di una generosa dose di stupidità evidente sparsa a piene mani nei post.

Verrebbe da concludere con l'indimenticato ed abusato "andate a lavorare", ma mi accontenterò di invitare ad una riflessione sull'autoreferenzialità senza uscita di questi dibattiti assurdi; tanto assurdi suggerire l'eventualità di un mondo a parte, che ha perso completamente ogni ancoraggio alla realtà.

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.
by . Wednesday, Mar. 02, 2005 at 1:03 PM mail:

<<<x smentire illazioni, stronzate e interpretazioni forzose di pezzi citati alla cazzo, basta leggere cosa scrivono DAVVERO i wuminghi, e mica da oggi. questa è la sezione "antifascismo e resistenza" del loro sito, date un'occhiata e vedrete quanto sono gratuite e merdose queste polemiche:

http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/antifa/tematico_antifascismo.htm >>>

ehm tutta roba del 2000 o giù di là, mentre qui si parla dei 90.
Non c'è niente di + passato che ci faccia capire come la pensavano negli anni 80 e 90?

Poi mi sembra che non smentisca nulla.

E tu confermi che WM citò in maniera dispeggiativa Thälmann,
x poi cambiare giudizio una decina di anni dopo?

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lavora
by zeroinkondotta Wednesday, Mar. 02, 2005 at 1:07 PM mail:

"Verrebbe da concludere con l'indimenticato ed abusato "andate a lavorare", ma mi accontenterò di invitare ad una riflessione sull'autoreferenzialità senza uscita di questi dibattiti assurdi; tanto assurdi suggerire l'eventualità di un mondo a parte, che ha perso completamente ogni ancoraggio alla realtà."

Vai a lavorare te, indyan*, che qui stiamo a fa' mitopoiesi...

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suka la mitopoiesi
by :P Wednesday, Mar. 02, 2005 at 1:33 PM mail:

bravi

e mentre ve fate la mitopoiesi nun ve scurdate che ce s'inculano.........

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Ma ce l'anno tutti con il culo i wuminghi?
by Rudolf Wednesday, Mar. 02, 2005 at 2:00 PM mail:

Prima quello del dito nel culo,
poi quest'ultimo saggio che parla di inculate-
E tutto sotto una luce altamente spreggiativa-


Sappiamo che tutti i wuminghi hanno un nerca grossa così, e possono scopare x ore e ore senza smettere.
Ma certi atteggiamenti sessisti ve li potete tenere nei vostri clubini privati dove nessuno viene a rompervi i maroni.

Immnagino che i gay si tengano molto, ma molto alla larga dalle vostre parti.-





Complimenti ancora eh!

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Sessismo e Wumighismo
by Gabriella V. Thursday, Mar. 03, 2005 at 10:54 AM mail:

Del sessimo dei WM e fan se ne discute molto anche in uno dei topic più interessanti e più vivaci di Riot Zone:

http://italy.indymedia.org/forum/viewtopic.php?t=45343&start=0&postdays=0&postorder=asc&highlight=

Dateci un'occhiata

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Più informazioni ci sono e meglio è
by info Thursday, Mar. 03, 2005 at 11:43 AM mail:

Cnmq anche nel newswire ci sono cose parecchio interessanti su sessismo revisionismo e WM. Vedi ad esempio:

http://italy.indymedia.org/news/2005/02/737238_comment.php#741731

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Avi
by Saturno Friday, Mar. 04, 2005 at 3:17 PM mail:

WM1 ripigliando una delle frasi più conosciute di Benjamin che "La molla che ci spinge è il desiderio di riscattare gli antenati asserviti". Un bello scoop, sarebbe come citare "proletari di tutto il mondo unitevi" di Marx!
La cosa che mi fa specie è lo "sfido chiunque" di WM1 ripubblicato qui su Indy dimostra chiaramente che WM privatizza e rimpicciolisce il discorso di Benjamin che non credo proprio che si volesse spendere il nonno per pararsi il culo, come fa lui.

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Bui=Tui
by Tiresia il greco Friday, Mar. 04, 2005 at 5:00 PM mail:

Tanto piu' che la lotta di Malcolm X non ha proprio niente a che fare con le tesi sul concetto della storia di Benjamin, anzi: aveva proprio in mente piu' i liberi nipoti che non gli antenati schiavi, proprio perche' consapevole della particolare condizione alienata della riflessione sul passato da parte dei neri americani, che furono liberati dalla schiavitu' proprio dalle esigenze industriali del capitalismo moderno che aveva necessita' di distruggere economicamente il "passatista" sud latifondista/schiavista per espandere i mercati ed ottenere manodopera a basso costo. Come fa un nero americano ad essere contemporaneamente anti-capitalista ed avere in mente "nel momento del pericolo" gli schiavi liberati proprio dai piu' biechi capitalisti, che li spingeranno ad emigrare in Illinois per far grande l'industria automobilistica made in USA?

Ma tutto questo che c'entra? Siamo realist, bisogna capirlo, Bui, poverino: gli hanno chiesto di scrivere una roba su Malcolm X, e lui ha buttato giu' a casaccio le prime fregnacce che gli sono venute in mente. Black Power, Brecht, Benjamin, la Resistenza, un po' di sale, mescolare per qualche minuto e voilà, i quattro salti in padella del Bui Pensiero sono pronti in un attimo: ottimi per i single con una gran fame e poco tempo a disposizione. E, poi, insomma: ormai tiene famiglia, ha poco tempo per mitopoietizzare (si dice cosi'?)e molte spese. Lo perdoniamo.

Amen.

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non si può parlare di puzza
by maramara Monday, Mar. 07, 2005 at 5:47 PM mail:

Zeroincondotta attento a parlare di puzza, io l'ho fatto nel forum e sono finita in Shut Down
tutti zitti capito?

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x l'idiota qui sopra
by indyan* Monday, Mar. 07, 2005 at 5:51 PM mail:

avete strarotto i coglioni con i wuminghi, dei quali non mi frega un cazzo

di certo se postate continuamente sui wuminghi prima o poi finite hiddat*

vorrei che l'idiota qui sopra usasse il motore di ricerca per rendersi conto di quanti post sui wuminghi ci siano visibili e quanti threads attivi, prima di unirsi alla vasta schiera di idioti mandati a cagare per aver urlato alla censura come cretini prima aver cercato di capire

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prima di sparare Kazzate vai a leggere coglione
by mirko Tuesday, Mar. 08, 2005 at 5:59 PM mail:

senti indyan in linea di massima posso pure essere d'accordo ma dovresti andare a leggere quello che sta succedendo in sessismo,io pensavo addirittura di scrivere agli admin non è possibile una cosa di genere si stanno verificando degli abusi in piena regola. maramara e quelle quattro altre stronzette magariu stanno più sul culo a me che a te, però certe cose non si possono fare passare

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linkate sennò non si capisce niente! (e no censure!)
by stufodella vaghezza Wednesday, Mar. 09, 2005 at 10:56 AM mail:

Ma quando parlate di un forum perché non precisate il collegamento?
E' chiaro che il topic Sessismo è uno dei 3 indicati dai Kartografi, nellunica mappa utile in questo bailamme:
http://italy.indymedia.org/news/2005/03/744322.php

Comunque è vero che vedere un moderatore che getta olio sul fuoco e si schiera sfacciatamente e taglia quel che gli par3e a cazzodicane fa presagire un cambio di clima che non riguarda solo il tpic di marymary. Oggi a loro e domani a chi?

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per stufo della vaghezza
by maraglia Wednesday, Mar. 09, 2005 at 11:57 AM mail:

fa piacere che qualcuno ha capito il problema dove sta

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Mal Comix
by wuminchio Wednesday, Mar. 09, 2005 at 3:45 PM mail:

Ce ne avete di bile da riversare. Invidiosi!
I Wu Ming sono grandi voi siete delle nullità e l'articolo di Wu Ming 1 su Mal Comix è il miglior saggio sul fumetto americano che sia mai stato scitto!
Altrochè revisionismo e privatizzazione. Questa è arte al massimo livello.

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appunto,scitto!!!
by pippi calzelunghe Thursday, Mar. 10, 2005 at 9:57 AM mail:

eh non l'ho letto ma se lo dici te che è il più bell'articolo che sia mai stato "scitto" ci credo, stai tranquillo che nessuno te li tocca i tuoi giocattolini ... ops, volevo dire wuminghini

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