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sulle bombe di Milano dedicate al livornese Marcello Lonzi
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livorno rossa fever pitch Wednesday, Mar. 02, 2005 at 11:08 PM |
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la vicenda Lonzi emerge a livello nazionale dopo la rivendicazione delle bombe di Milano e Genova
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La vicenda di Marcello Lonzi ucciso in carcere a Livorno, secondo le ricostruzioni fatte a livello di movimento e dall'avvocato della famiglia, è emersa a livello nazionale dopo la rivendicazione delle bombe di Milano e Genova. Secondo tutte le agenzie di stampa, visto che il testo integrale non è stato finora trovato in rete, la rivendicazione parlerebbe di campagna di bombe dedicata a Marcello Lonzi "ucciso nel carcere di Livorno". Senza dietrologie, tipiche della cultura paranoica del complotto, o moralismi -che vale la pena di lasciare allo schieramento nonviolento che non ha mai impedito una guerra in venticinque anni- c'è da chiedersi quanto questo gesto serva alla causa della verità su Lonzi e al movimento antagonista che sul territorio livornese e toscano si è occupato di questo omicidio di stato. Bisogna dire che questo gesto non serve nè alla causa della verità sul Lonzi nè al movimento sul territorio. Sulla vicenda Lonzi sembra chiaro che questa "dedica" chiude ogni possibilità di apertura del caso, rinsalda le contraddizioni istituzionali sotto la bandiera dell'unità contro il "terrorismo", allontana le persone disponibili a battersi per questa vicenda. Chi pensa che le masse, o anche le individualità, si sveglino con i pacchi bomba o che le istituzioni si indeboliscano con i petardi deve ancora smaltire la mescalina arretrata. Per quanto riguarda il movimento antagonista sul territorio, che è appena uscito da una periodo di repressione culminato in perquizioni con tanto di elicotteri e truppe speciali, questa "dedica" somiglia tanto a una alla fornitura di un'opportunità di legittimare ulteriore repressione da parte di istituzioni che non aspettano altro.
Fortunamente il movimento livornese è radicato sul territorio e sa muoversi anche in condizioni di difficoltà. Resta solo da domandarsi a quale movimento giovi uno spettacolo pirico fuori stagione
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xsiete ridicoli
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datti una patta Thursday, Mar. 03, 2005 at 12:22 AM |
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oh è arrivato l'arbitro del gusto altrui, il califfo della grafica di movimento, colui che ha l'ultima insindacabile parola in materia di estetica. Ma già che abbiamo tanto maestro potevi anche lasciarci un tuo augusto commento sul tema sollevato. Che dici ? Devi ancora consultarti col questore ? Aspetti anche l'imbeccata dal diessino a cui fai da scendiletto ?Vabbè nessuno è perfetto
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x sieteridicoli
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commissario Thursday, Mar. 03, 2005 at 2:54 AM |
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ué ué appuntato, per partecipare ai forùm ci sta il computerr di casa. qui si la-vo-ra. ci siamo capiti appuntà? e non se ne venga fuori come il suo colléga, che mi detto di farlo per imparare a scrivere più velocemente. Accà nisciuno è fesso. Appuntà... Ci siamo capiti?
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. Thursday, Mar. 03, 2005 at 7:17 AM |
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Siete come disobba. Voi siete i + bravi a fare tutto, gli altri non capiscono un cazzo. stop
E x Marcello non avete fatto una minchia- Sopratutto vista la grande visibilità mediatica che avete- Perchè non lo avete fatto diventare voi un caso nazionale?
Ed un logo commerciale come Emily the strange sinceramente faccio fatica a capire cosa centri nel discorso.
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. Thursday, Mar. 03, 2005 at 9:07 AM |
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Appunto come dicevo: siete come i disobba. Chi non la pensa come voi o è un idiota o uno che non capisce un cazzo. E mai che scendiate nello specifico dell'appunto che vi viene fatto. Come i disobba appunto.
Capisci come si fa dire che è peggio ora che Marcello è diventato un caso nazionale che prima che non lo conosceva nessuno? Poi mi piacerebbe sapere cosa hanno fatto i livornesi x Marcello. Mi pare abbiate ritirato la partecipazione ad una manifesta xchè non vi piacevano i compagni di strada. Questo x dire quanto ve ne freghi.
E comunque fare dell'ironia su un ragazzo macellato di botte è di pessimo gusto. Ciao
PS x essere + chiaro a me della Fai informale non me ne può fregare di meno, ma credo che + gente venga a conoscenza di Marcello sia meglio che il silenzio.
Ah se la mamma di Marcello fosse andata dalle Bal invece che dagli anarco-ecologisti radicali del Silvestre.... Perchè è tutta qui la faccenda. Queste vostre sono solo piccole beghe da retrobottega. Se ci fosse da parte vostra un vera volontà di scoperchiare il fatto a livello nazionale avreste potuto farlo 1000, e invece avete deciso di no.
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galline e faine
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ovomaltina Thursday, Mar. 03, 2005 at 9:36 AM |
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galline starnazzanti sull'aia, una beccata quà, una la.
poi arriva la faina, l'allarme del gallo è coperto dal chiocciare dei pennuti le penne volano, i colli si spezzano, e il pollaio è di nuovo silenzioso
un tranquillo silenzio di morte
morale della favola: le faine adorano lo starnazzare dei pennuti, copre il rumore del loro attacco al pollaio
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silvestre??
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Hg Thursday, Mar. 03, 2005 at 11:09 AM |
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" Ah se la mamma di Marcello fosse andata dalle Bal invece che dagli anarco-ecologisti radicali del Silvestre.... "
Silvestre anarco ecologisti?? io era ancora fermo alla notizia che sono "comunisti" del campo antimperialista nonche' ex fuan, ex fronte nazionale, ex rosso e' nero, ex comunitaristi.....
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la verità
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pkrainer Thursday, Mar. 03, 2005 at 11:31 AM |
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la verità la trovi andando alle fonti, ai documenti originali, ai fatti. Nello specifico per sapere chi sono delle persone che fanno un giornale da anni, é una buona idea provare a leggerlo. A quel punto, uno si rende conto che le cose che scriveva quel disinformato, non hanno fondamento. Non si capisce davvero in tutto ciò che cosa questo "anarchico" trovi per indursi a fare lo spiritoso...
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e così il caso Lonzi è chiuso
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livorno rossa from dusk to down Thursday, Mar. 03, 2005 at 11:51 AM |
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C'è un linguaggio, comune ai commentatori sportivi come ai cronisti di Repubblica, che classifica come "imbecilli" gli autori di gesti cosidetti vandalici, che divergono dalla morale egemone. E'il riconoscimento dell'altro da sè come subumano, praticato tra l'altro da chi scrive in nome della tolleranza e del rispetto delle opinioni. Nel commentare l'effetto della rivendicazione delle bombe di Genova e Milano sul caso Lonzi non è certo il caso di dare dell'imbecille a qualcuno. Quello è il linguaggio del potere e, come non notarlo, le rivendicazioni hanno quel senso dell'ironia che non suggerisce certo imbecillità. Sicuramente poi il nome di Lonzi è rimbalzato ben oltre la dimensione livornese e persino la madre, sulla stampa labronica, si è detta soddisfatta per il gesto d'affetto di tipo pirico. C'è però da domandarsi quali possibilità di giustizia siano aperte da questo gesto. Se per giustizia si intende la creazione di un nuovo martire su scala nazionale, simbolo delle torture quotidiane in carcere allora giustizia è fatta e non ci si aspetti altro. Ma se per giustizia si intende il riconoscimento pubblico di un omicidio di stato, lo smascheramento collettivo di un insabbiamento giudiziario, il risarcimento morale e materiale alla famiglia allora giustizia non è certo stata fatta. Oltretutto sarà più difficile inchiodare politicamente alle sue responsabilità il magistrato artefice dell'archiviazione della morte di Lonzi che è poi il mandante delle due perquisizioni con elicotteri e truppe speciali in via dei Mulini tra la primavera e l'estate dello scorso anno. I motivi della chiusura in faccia di queste porte sono semplici da capire: le pressioni militanti sulla stampa avevano fatto riaprire il caso, la gente si era piano piano avvicinata a quella vicenda poco conosciuta, il nucleo dei gruppi interessati a questa storia si era allargato e poteva allargarsi con qualche mossa azzeccata. Naturalmente tenendo radicalità di posizioni. Stamani la stampa locale era già allineata sulla linea di unità nazionale, confortando cosi la procura,zittendo le voci critiche. Si può sparare quel che si vuole su questo fenomeno ma resta la cruda sostanza: in queste condizioni la difficoltà di far ripartire una campagna su Lonzi è oggettiva. Uno striscione,un presidio equivale al doversi prenotare una prossima perquisizione con elicottero mentre il magistrato che ha archiviato Lonzi e si vanta di voler reprimere il movimento livornese ne esce politicamente rafforzato.
Verrebbe da dire che la giustizia non è di questo mondo. Proprio quello che sembrano pensare sotto sotto gli autori dei botti di Milano e Genova: visto che non ce la farò mai a far giustizia allora intanto faccio qualcosa. Dal riformismo armato di Senzani siamo passati alla stagione del minimalismo insurrezionale.
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la madre di Lonzi sul Tirreno
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livorno rossa upgrade Thursday, Mar. 03, 2005 at 11:57 AM |
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dal Tirreno di oggi
«Non li ho mandati ma non li condanno»
LIVORNO. «Non li ho mandati io, ma nemmeno li condanno. Almeno loro ricordano mio figlio e mi sono stati vicini, lo Stato no». Maria Ciuffi è la madre di Marcello Lonzi, morto nel carcere delle Sughere l’11 luglio 2003, in nome del quale sono stati rivendicati gli attentati genovesi siglati Fai. Per oltre un anno la signora si è battuta, quasi da sola, per fare luce sulle tante domande che il caso della morte di “Marcellino” ha lasciato aperte nonostante l’archiviazione decisa dalla Procura livornese l’11 dicembre scorso. Archiviazione che ha decretato come, ad uccidere Marcello, sia stato un problema cardiaco preesistente, di cui però nessuna cartella clinica nei 29 anni di vita del giovane ha mai riportato traccia. Oggi è l’amarezza a prendere il sopravvento della rabbia lunga 17 mesi di Maria Ciuffi che spiega: «Certo, avrei preferito una manifestazione o una presa di posizione diversa piuttosto che le mombe contro le caserme dei carabinieri. Ma, in coscienza, non mi sento di condannare il gesto». Proprio martedì mattina la madre di Marcello Lonzi aveva contattato la Procura genovese per avere informazioni sulla strada da seguire per presentare un esposto contro i magistrati livornesi che hanno avuto tra le mani il fascicolo a carico di ignoti aperto dal pubblico ministero Roberto Pennisi per appurare l’ipotesi di omicidio in merito al ritrovamento del detenuto, privo di vita ma immerso in un lago di sangue. Come dimostrano le foto scattate alle Sughere che Maria Ciuffi non ha mancato, nei mesi precedenti l’archiviazione, di far pubblicare sui quotidiani locali e nazionali ma anche su Internet. Donatella Francesconi
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Solidarieta' A Maria!
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Alibabau Saturday, Mar. 05, 2005 at 7:03 PM |
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L'intelligenza e il coraggio nelle parole di Maria, devono zittire tutte quelle merdine,che hanno ancora in dubbio la legittimita' dell'azione diretta,e che si trincerano dietro il "pacifismo"(ovvero ci ammazzano,ci violentano,ci arrestano, ci bruciano i centri sociali e noi continuiamo a pitturarsi le mani di bianco:Non Violenza Non violenza (deficenza)! Solidarieta' a Maria a cui il nostro beneamato sistema a barbabaramente ucciso un figlio! Solidarieta' a che colpisce in ogni modo lo stato e i suoi scagnozzi! Solidarieta' ai compagni del silvestre arrestati.
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sottoscrivo
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al Green Wednesday, Mar. 09, 2005 at 1:40 PM |
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Sottoscrivo...tra l'altro ne ho le palle piene di Calipari e altre merde dei servizi segreti (che son tutti deviati come diceva Cossiga). Di gente che muore facendo il proprio lavoro ce n'è a bizzeffe, senza nemmeno doversi scomodare a fare guerre all'estero. Voglio vedere quando faranno un funerale di stato a un medico senza frontiere o un manovale caduto da un'impalcatura del lavoro nero. ma no...siamo tutti uguali, tutti italiani, tutti usciti da un film di Alberto Sordi, volemose bene!
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