Non può esistere Dio senza Satana, non si può parlare del bene senza definire il male. Questo uno degli assunti cardine del potere che guida le sorti del mondo. Quando questa “razionalità politica” si trasforma in “irrazionalità religiosa” entriamo nel mondo del Talebanesimo. Un mondo in cui l’ordine costituito si riveste di sacralità ed in cui corpi armati demandati a garantirlo diventano intoccabili e quindi impunibili. E di talebanesimo malcelato da quintessenza della democrazia si può parlare riguardo la gestione dell’ordine pubblico in occasione del derby Perugia-Ternana e della partita Lazio-Livorno.
Non può esistere Dio senza Satana, non si può parlare del bene senza definire il male. Questo uno degli assunti cardine del potere che guida le sorti del mondo. Quando questa “razionalità politica” si trasforma in “irrazionalità religiosa” entriamo nel mondo del Talebanesimo. Un mondo in cui l’ordine costituito si riveste di sacralità ed in cui corpi armati demandati a garantirlo diventano intoccabili e quindi impunibili. E di talebanesimo malcelato da quintessenza della democrazia si può parlare riguardo la gestione dell’ordine pubblico in occasione del derby Perugia-Ternana e della partita Lazio-Livorno. Il solito farsesco, con conseguenze tragiche, dejavu. Da una parte il bene assoluto (lo Stato in divisa) dall’altra il male altrettanto assoluto (gli ultras per di più comunisti). Da una parte chi difende il patrimonio pubblico dall’altra chi sfascia tutto. Da una parte gli “intoccabili” dall’altra quelli che da sempre pagano per le proprie responsabilità e strapagano per l’impunibilità altrui. Perché a sentire dai racconti dei più, alcuni con l’audacia di divenire pubblici, alla stazione di Perugia Ponte San Giovanni ha imperato la legge del manganello (una vera e propria mattanza con carne umana) così come la legge dell’ottusità (biglietti negati fino all’ultimo senza valide ragioni) ha innescato i primi incidenti alla stazione di Terni. Perché non si possono trattare ragazzi colpevoli di aver tirato un sasso al pari o peggio dei mafiosi da 41 bis, perché non si possono arrestare 14 persone per essersi incappucciate, perché non si possono criminalizzare, con tanto di show televisivo, 14 ragazzi colpevoli di aver “resistito”, perché non ci può essere dialogo fin quando ci sono 14 “ostaggi” in gabbia. Perché le forze dell’ordine dovrebbero prevenire per evitare e non pestare per poi arrestare. Perché non si può diventare vittime sacrificali della pratica dei due pesi e delle due misure attuata con tanto di scaricabarile dalle questure di Perugia e Terni in occasione dei due derby.. Perché i “rimedi” non possono essere peggiori dei “mali” Perché anche dalle semplici cronache ufficiali si evince come a Roma mentre si assisteva impotenti alla parata nazifascista della curva lazial/romanista, le forze di polizia davano il massimo per reprimere, al di là di ogni senso dello Stato e contro ogni senso del pudore, le “zecche” livornesi con particolare propensione verso la corporalità femminile. In pratica un remake, in piccolo, del vergognoso spettacolo inscenato 4 anni fa in quel di Bolzaneto.Come al solito tutto evitabile (compresa l’apologia del nazifascismo) con un po’ di buonsenso e con una gestione dell’ordine pubblico non ispirata da “sentimenti” di rancore, vendetta e arbitrarietà più totale. Ma si sa, viviamo in un paese dilaniato dalle bombe in piazze e stazioni. Un paese che, in tempi più recenti in quel di Genova, ha pensato di far tornare a ragione i contestatori globali ricorrendo ad una violenza cieca ed assoluta. Un paese in cui alcuni organi di polizia pensano di essere ancora al servizio del duce (non Lotito ovviamente). In un paese così risulta difficile affrontare con onestà e trasparenza i fenomeni sociali (non solo gli ultras) sistematicamente declassati dal potere a meri problemi di ordine pubblico con tanto di gogna mediatica. In particolar modo ciò risulta vero nei momenti di acuta crisi dei governi al comando. Le parole di Pisanu stanno lì infatti tanto a distogliere l’attenzione pubblica dagli affanni della maggioranza quanto e soprattutto a sottolineare come, dopo il fallimento dell’escalation repressiva fatta di diffide, firme e arresti differiti, con le dovute proporzioni, si sia di fronte alla “soluzione finale” per gli ultras, di fronte ad una estinzione comandata dall’alto. In risposta a tale disegno “purificatore”, a noi figli di un’altra storia e di un’altra cultura non rimane che tenere alta la testa impugnando ben stretta in mano la bandiera della dignità.
Resistenza Ultras
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