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La Vergine Maria e la fecondazione assistita
by simona Monday, May. 16, 2005 at 12:12 AM mail:

Ovvero la guerra tra le donne e il dictat del Vaticano. E io mi "sbattezzo" di Ennio Montesi

La Vergine Maria, se vivesse ai giorni nostri, si sottoporrebbe alla fecondazione assistita? Parto da questa domanda scivolosissima e, senza temere di cadere, vado avanti impavido. Sto scrivendo ma è come se parlassi con me stesso e quando uno parla con se stesso pensa e dice fra sé le cose più vere che gli escono dall’animo. La Vergine Maria fu donna e ha avuto un bambino di nome Gesù.

La Vergine Maria se fosse una donna come tante altre dell’Anno Domini 2004 andrebbe a fare la Fivet (Fecondation in vitro and embryo transfer) o Icsi (Intracytoplasmic sperm injection)? La Madonna si sottoporrebbe, se avesse bisogno, a una delle tecniche, sì o no? Chi alza la mano per rispondere? Questa domanda mi gira in testa da mesi e ho deciso di scrivere questo articolo percorrendo a ritroso qualche concetto insito nella specie umana. A volte i concetti sembrano scontati quando invece non lo sono affatto. Lo stesso dicasi per i dogmi che i custodi cattolici cercano di continuo di imbrigliare e tenere all’interno del proprio recinto religioso e ideologico, ma qualche volta questi dogmi scappano via recalcitrando al controllo e non li ferma più nessuno. Questo attorno alla fecondazione assistita è proprio uno di quei dogmi lazzaroni che non si riescono, ahimè, a tenere a freno.

Giovedì 22 maggio 2003 Giovanni Paolo II lanciò un allarme sulla fecondazione assistita prendendo a prestito le parole di Madre Teresa di Calcutta:

«La venerabile Madre Teresa di Calcutta (...) ebbe il coraggio di affermare di fronte ai responsabili delle Comunità politiche: “Se accettiamo che una madre possa sopprimere il frutto del suo seno, che cosa ci resta? L’aborto è il principio che mette in pericolo la pace nel mondo”. E' vero! Non può esserci pace autentica senza rispetto della vita, specie se innocente e indifesa qual è quella dei bambini non ancora nati. Un’elementare coerenza esige che chi cerca la pace difenda la vita. Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la vita in ogni sua fase, dal suo sorgere sino al naturale tramonto. Il vostro, pertanto, non è soltanto un Movimento per la Vita, ma anche un autentico Movimento per la pace, proprio perché si sforza di tutelare sempre la vita».

Nel messaggio di Giovanni Paolo II è insita, con estrema chiarezza, la volontà di spinta di aggregazione e di schieramento contro la fecondazione assistita. Per Giovanni Paolo II è basilare coagulare le varie frange delle forze cattoliche e politiche attorno all’oggetto della fecondazione assistita sbandierandolo e riducendolo solo fine a se stesso. Egli chiama in causa il Parlamento italiano a prendere netta posizione e a non perdere tempo e fare subito una legge. Giovanni Paolo II continua:

«Consapevoli della necessità di una legge che difenda i diritti dei figli concepiti, come Movimento vi siete impegnati di ottenere dal Parlamento italiano una norma rispettosa, il più concretamente possibile, dei diritti del bambino non ancora nato, anche se concepito con metodiche artificiali di per sé moralmente inaccettabili. Colgo l'occasione per auspicare che si concluda rapidamente l'iter legislativo in corso e si tenga conto del principio che tra i desideri degli adulti e i diritti dei bambini ogni decisione va misurata sull'interesse dei secondi».

Il Parlamento italiano reagisce presto in maniera positiva all’“invito” di Giovanni Paolo II di mettere in campo una legge e, apparentemente, sembra che la comunità cattolica abbia vinto la propria guerra sulla fecondazione assistita avendo dalla loro ormai una legge. Tuttavia, la loro è solo la vincita di una battaglia di Pirro. Poiché la guerra vera non è ancora nemmeno iniziata. Molti parlamentari - a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza - storcono il naso e alcuni pure la bocca in merito alla legge che dovrebbe dettare regole sulla procreazione a tutti gli Italiani. Un numero rilevante di deputati - benchè siano essi stessi anche i firmatari - accettano solo sulla carta non potendo schierarsi apertamente e pubblicamente contro il dictat del Vaticano. Andare in opposizione dell’“invito” del Vaticano di certo è contro gli interessi politici e di ricandidatura di tanti parlamentari. “Va bene, avallo la proposta di legge” dice tra sé il parlamentare, “poi qualcuno di sicuro penserà di farci sopra il referendum per abrogare la legge. Io intanto faccio vedere al Vaticano che sono d’accordo con la sua linea. Ma figurati se soprattutto le donne accetteranno questa proposta di legge talebana, vedrai che battaglia ne uscirà fuori”. LLuoa bocca una legge e ideoloiziata. co di appartenenza - anche i firmatariè solo la vincita di una battaglia. a sottile e forte sudditanza tra politica e clero non lascia posto a scelte politiche, culturali ed etiche, libere e personali. I parlamentari più legati alle matrici cristiano cattoliche ci mettono nulla a seguire l’invito di Giovanni Paolo II, anzi, è per essi un momento politico utile di coagulazione sotto un medesimo tetto.

Esiste un motivo del perché il Vaticano è contro la fecondazione assistita? Risponderò più avanti a questa domanda.

A grattare bene le scritture definite sacre, compresi i Vangeli Apocrifi, la Vergine Maria è stata fecondata dall’angelo con una serie di “preghiere, di processi mentali e spirituali”, ma sempre processi erano che avevano a che vedere, in ultimo, esattamente con la fecondazione della donna.

“Ed ecco un angelo del Signore si presentò davanti a lei e le disse: - Non aver paura Maria: infatti hai trovato favore presso il Signore di tutte le cose, e concepirai per opera della sua parola. Udendo queste parole, ella rimase perplessa dentro di sé e domandò: “Concepirò io dunque per opera del Signore il Dio vivente, e partorirò come partorisce una donna?”. Protovangelo di Giacomo, vangeli dell’infanzia, XI, 2.

A questo punto l’accostamento con la Vergine Maria alla fecondazione assistita viene naturale da pensare. Le simbologie, le immagini e i segni si sovrappongono senza sforzo, ma anzi, combaciano perfettamente. Le varie spiritualità messe in gioco creano un momento di forte astrazione e di fuori fuoco dalla realtà concreta suscitata dagli spermatozoi maschili e dall’ovulo femminile, ma l’immagine di una donna fecondata appare molto nitida. E’ dunque proprio la figura della Vergine Maria e del suo iter di concepimento, che danno alla fecondazione assistita l’accettazione benevola che merita. Forse a pochi è noto (dato che i clerici evitano di parlarne) che Gesù avesse quattro fratelli e diverse sorelle, sempre figli naturali della stessa Vergine Maria che sono stati concepiti e partoriti in maniera normale, cioè senza l’ausilio dell’angelo, ma figli di Giuseppe e Maria e da loro concepiti con rapporto sessuale come una qualsiasi altra coppia di sposi. I fratelli carnali di Gesù si chiamavano Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda.

«I parenti di Gesù. E uno gli disse: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e desiderano parlarti”. Ma egli, rispondendo a chi gli aveva parlato, disse: “Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?”. Poi, stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli. Perché chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è mio fratello e mia sorella e mia madre”». Matteo 12, 47-50.

«Gesù a Nazareth. “…Non è egli forse il figlio del falegname? Sua Madre non si chiama Maria, e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? Le sue sorelle non sono tutte fra noi? Di dove, dunque, vengono a costui tutte queste cose?”». Matteo 13, 55-56.

Spingendosi oltre, è possibile affermare che la simbologia è quella di un Gesù Cristo concepito proprio grazie a un processo molto vicino e sorprendentemente simile a quello di una fecondazione assistita. Nulla di scandaloso né di blasfemo a guardare e rivalutare l’immagine di Gesù Cristo da questa nuovissima prospettiva che invito a riconsiderare e a discutere anche da parte del Vaticano stesso, figura di Gesù che non esito a rilanciare. Alla Vergine e giovane Maria, sposata con Giuseppe, l’angelo annuncia che avrà un bambino. Ed ecco intervenire l’elemento della fecondità in questo caso “spirituale” identico oggettivamente al processo di fecondazione assistita come è conosciuto oggi. Concepimento spirituale e fecondazione assistita si fondono in un disegno unico e moderno. E ancora, la presenza dell’angelo che “assiste” Maria e la rassicura che tutto andrà bene, è un ulteriore elemento simbolico del concatenarsi dal quale trarre ulteriori analogie e considerazioni. Nell’Antico Testamento ricordiamo la storia di Abraamo e di sua moglie Sara, storia di una coppia sterile. In quell’epoca c’era l’usanza, per sopperire alla sterilità femminile, di far accoppiare il consorte con la propria schiava. Abraamo, con il benestare di sua moglie, si congiunse sessualmente con Agar, giovane schiava egiziana di Sara, la quale dopo nove mesi partorì Ismaele. Ecco quindi l’uso di mediazione della pratica dell’utero in affitto. Se ai tempi di Abraamo fosse esistita la tecnica della fecondazione assistita, sicuramente Sara sarebbe ricorsa a questa piuttosto che mandare al letto il marito con un’altra donna! Dopo anni che Agar partorì Ismaele, Dio intervenne su Sara “rendendola feconda” così che lei potesse finalmente partorire suo figlio Isacco.

Credo che non verrò bruciato sul rogo dall’Inquisizione e dagli intellettuali gesuiti se affermassi, senza esitare, che la gravidanza della Vergine Maria potrebbe essere identificata e sollevata proprio come caso emblematico ed eclatante di fecondazione assistita, assistita dalle cure dell’angelo. Leggendo bene le scritture sembra quasi un uovo di Colombo, tanto appaiono efficaci, fondati e fusi tra loro gli accostamenti.

Jaques Cohen, direttore dell’Istituto di Medicina Riproduttiva Assistita a St. Barnas nel New Jersey, è il pioniere della fecondazione assistita primo a mettere in atto le tecniche di micromanipolazione, con strumenti capaci di operare su ovociti, sperma ed embrioni, che hanno portato all’elaborazione e all’applicazione di metodi come l’Icsi, impiegata oggi in tutto il mondo per permettere anche agli uomini che producono poco sperma di procreare. Sentiamo il commento di Jaques Cohen:

«Molti, e tra questi coloro che hanno scritto la vostra legge sulla fecondazione assistita, considerano quella dell’embrione una vita da tutelare. Ma questo è bizzarro. Se chiediamo a uno scienziato cos’è la vita, ci sa rispondere, anche se magari la risposta di oggi potrà apparire poco precisa in futuro. Ma se chiediamo quando inizia la vita, allora non otterremo una risposta scientifica, ma solo opinioni personali. Io per esempio, penso che la vita inizi quando il feto prende le sembianze umane, intorno alla ottava settimana, ma è solo la mia opinione. La Bibbia non parla di sperma e ovuli, non parla di congelamento. La legge spesso vuole stabilire una volte per tutte il momento originario della vita, quando nessuno sa quale sia. Per me sono molti i momenti nel ciclo riproduttivo di una cellula che sono meravigliosi e meritano il nostro rispetto. Ma non si può dire esattamente quale sia il più meraviglioso o importante».

La Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) sottolinea:

«Negli ultimi tempi le gerarchie vaticane non si limitano a rendere note le proprie opinioni, indirizzandole ai propri fedeli: intervengono, continuamente e deliberatamente, sulla scena politica al fine di ottenere quanto da loro richiesto, affinché sia applicato a tutta la popolazione. All’estero questo interventismo ha già suscitato polemiche: in Germania il Vaticano è intervenuto per vietare ai consultori cattolici il rilascio del certificato necessario per legge per abortire. In Polonia, il governo filo-papale ha nuovamente limitato l’interruzione di gravidanza, ripristinata nel 1993 dal precedente governo. I vescovi sono anche intervenuti affinché la carta dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione Europea contenesse un articolo sul «rispetto del diritto alla vita dal suo inizio alla sua fine naturale», al fine di rendere illegali le leggi nazionali su aborto ed eutanasia. La legge 194 fu approvata, non a caso, in un momento di transizione e di relativa debolezza del Vaticano (Paolo VI, molto malato, sarebbe morto dopo poche settimane): con l’attuale papa, e con la sua capacità di far rigar dritto i politici, cattolici e non, probabilmente non sarebbe mai stata approvata. La strategia cattolica è molto semplice, ed è spudoratamente esplicita: anzitutto, nell’ambito della legge sulla fecondazione, far passare il concetto che «l’embrione è una persona». Ottenuto ciò si aprirebbe infatti un conflitto con l’articolato della 194, per cui si sarebbe «costretti» ad intervenire anche su quest’altra legge, per modificarla in un senso ovviamente più restrittivo, se non per abolirla. La sterilità di coppia in Italia raggiunge oramai cifre da brivido: oltre una coppia su cinque non è in grado di assicurarsi una discendenza, una percentuale che tende ad aumentare di anno in anno. Con queste premesse, già oggi ben 300 strutture italiane praticano la fecondazione assistita: si stima che tra le 50.000 e le 70.000 coppie si rivolgano a questi centri, e che oltre 100.000 siano i pre-embrioni custoditi nei criocongelatori. Stiamo quindi parlando di un fenomeno di massa, che come tale deve essere considerato. Le tesi cattoliche sono facilmente smontabili. Moralmente possono pensarla come vogliono e giudicare anche ininfluente il parere della scienza, resta il fatto che queste tesi sono rivolte solo alla popolazione cattolica (circa il 17% della popolazione mondiale e l’80% - nominale - di quella italiana), e non si capisce per quale motivo dovrebbero essere applicate a tutta la popolazione: nessuno, ovviamente, si è mai sognato di imporre tali pratiche a donne e coppie non consenzienti. La fecondazione artificiale è una libera scelta e pertanto uno stato laico non deve basarsi sulla morale di una parte della sua popolazione per frapporre divieti ad una pratica volta, fino a prova contraria, a superare i problemi di sterilità e di infertilità di una coppia. Alla stessa stregua vanno considerate le obiezioni secondo cui la fecondazione eterologa minerebbe la stabilità della famiglia: statistiche USA mostrano dati che vanno nella direzione diametralmente opposta sia per quanto riguarda la solidità della coppia sia per quanto riguarda la cura nei confronti dei bambini. La decisione di accedere a questa pratica non è mai facile e, si presume, vagliata anche alla luce di queste problematiche: le medesime considerazioni possono valere per le responsabilità che si assume il padre o la madre prestando il suo consenso (identiche, del resto, nel caso dell’adozione). Quanto alla (eventuale) sofferenza che proverebbe il bambino nel non conoscere il padre o madre biologici, è agevole constatare come tali difficoltà siano riscontrabili, anche in questa circostanza, nel caso dell’adozione. L’alternativa per il bambino è tra il non nascere ed il nascere attraverso l’AID (Artificial insemination by donor) cioè fecondazione artificiale eterologa: difficile quindi individuare un danno in questo. Sulle donne sole e/o lesbiche che intenderebbero accedere all’AID, alle quali una certa corrente di pensiero (soprattutto cattolica) non vorrebbe concedere tale possibilità, si può rilevare come, nella stragrande maggioranza dei casi, esse potrebbero comunque raggiungere lo scopo anche attraverso una rapporto eterosessuale tradizionale: dovremmo quindi vietare anche queste gravidanze? Dovremmo conseguentemente considerare illecito il figlio di una ragazza madre? Un discorso valido, a maggior ragione, per l’inseminazione post-mortem. Per finire, un’osservazione sulla fecondazione di donne anziane. Chi è contrario basa la propria opinione sulla minore speranza di vita delle stesse: secondo la logica sottintesa, le stesse persone dovrebbero essere contrarie a che malate terminali portino a termine la gravidanza. In definitiva, bisogna considerare la fecondazione assistita un nuovo metodo riproduttivo, alternativo a quello tradizionale: visto sotto quest’ottica, non è altro che una possibilità in più per raggiungere lo scopo a cui si aspira».

Ora, cerchiamo di pulirci bene la mente dalle scorie della consuetudine imbarbarita sempre più dalla propaganda martellante che proviene dalle file di coloro che hanno la verità dei dogmi e della fede in mano e la verità della vita sotto braccio. Pascal diceva che un vero viaggio non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi. Mettiamoci dunque in cammino dentro noi stessi e teniamo bene aperti gli occhi del pensiero mutevole e razionale. Ogni volta che sento parlare della legge sulla fecondazione (attualmente vigente in Italia) sono assalito da sconforto e amarezza. Una legge che va immediatamente abrogata e pure dimenticata tanto è vergognosa. Se penso poi all’assoluta assenza di informazione su questo grandissimo tema, il sangue mi inonda il cervello come fosse un uragano caraibico. La disinformazione è diventata un gravissimo problema sociale che - se non arriveranno soluzioni drastiche e in qualche modo radicali - formerà una popolazione sempre più inerte e sempre meno critica verso il proprio destino, inconsapevole che saranno altri a decidere del proprio futuro.

Tornando alla legge sulla fecondazione assistita, mi chiedo come è possibile che qualcuno abbia scritto queste cose facendole diventare pure legge? Come? Forse è stato qualche alieno bicefalo ermafrodita trisessuale venuto dallo spazio che ha scelto questo pianeta per le vacanze. Nessun essere umano che si dica pensante avrebbe mai potuto partorire niente di peggiore. Eppure è accaduto. Se non ci stupiamo più delle guerre nelle quali viviamo quotidianamente, ci stupiamo di una leggetta che non permette alle coppie di avere la felicità unica e immensurabile di un figlio? Bazzecole. Se non diremo la nostra al più presto, diverremo un popolo ancora più sofferente. E non è affatto vero che la cosa non interessa tutti noi, ma proprio tutti. Un giorno i nostri figli e i nostri nipoti potrebbero desiderare un figlio e per vari motivi non potranno averlo, allora vorranno ricorrere anche loro alla procreazione assistita, se ci sarà questa libertà di scelta. Ammesso che la legge non lo proibirà loro.

Solo il fatto che alcuni uomini e donne (eletti democraticamente) abbiano avuto il coraggio di proibire con una legge disgustosa ad altri uomini e donne la libertà di essere padroni di se stessi e delle proprie scelte mi fa inorridire. Inorridire e vergognare di far parte di questa specie che si definisce umana. Ci sono persone che si arrogano il diritto di decidere della nostra vita e di quella dei nostri figli; costoro sono da tenere lontano il più possibile dalle poltrone del potere e molte di loro sono dentro il Vaticano.

Mi sono riletto i nomi dei firmatari della legge e mi auguro proprio che non vengano mai più rieletti in Parlamento. Questo me lo auguro di cuore. Le persone che hanno avallato e firmato questa legge non debbono mai più permettersi di scrivere altre di leggi ottuse e offensive verso l’intelligenza e la sensibilità di ognuno di noi. Il danno arrecato, in particolar modo alle donne, è immenso e qualcuno deve pagare per questa leggerezza. Di campi da arare e da seminare, solo che abbiano voglia, ce ne sono a iosa per queste persone che già definisco ex parlamentari. Così ogni volta che aspergeranno i semi di grano sulle zolle di terra profumata si ricorderanno, come fosse un marchio indelebile, di quale grave torto abbiano fatto agli esseri umani del proprio Paese.

Rispondo alla domanda, esiste un motivo del perché il Vaticano è contro la fecondazione assistita?

Ci sono molti motivi, ma il vero motivo è quello che dal discorso della fecondazione assistita il Vaticano intende “rivedere” e “riaffrontare” il tema dell’Aborto. E dopo l’aborto il Vaticano intende “rivedere” e “riaffrontare” il tema del Divorzio. E’ evidente che resta ancora aperta la ferita dogmatica provocata a Paolo VI per gli assensi a favore del divorzio nella società, quando un giornale estero titolò “L’Italia è finalmente uscita dal Medioevo”. Un boccone amaro che il Vaticano non ha ancora digerito e per questo vuole rigurgitare sulla strada dei diritti sociali e personali. La mancanza di influenza totale sulla vita privata della gente rende la politica del Vaticano instabile e meno monolitica e la propria forza di penetrazione meno efficace.

La posta in gioco è di conseguenza molto alta e si tratta della posta di poter scegliere della nostra vita in maniera autonoma, liberale e molto personale. La lotta non è tra i Cittadini e il Parlamento per ottenere l’abrogazione della legge; la lotta è di tutt’altra natura e l’asse della diatriba è spostato verso il femminile. E’ infatti in corso un duro braccio di ferro tra le Donne e il Vaticano. La volontà importantissima della donna di diventare mamma è al di sopra e al di là di qualsiasi dichiarazione emessa dal Vaticano sulla fecondazione assistita. Questo aspetto rende la politica e la propaganda vaticana inattuale, bigotta e totalmente al di fuori delle esigenze vere delle persone. Da ciò, è probabile che il Vaticano pagherà questo arroccamento e chiusura con una perdita consistente di seguaci, più o meno praticanti, alla propria religione. Io sono uno tra i primi ad andarmene.

Le Istituzioni pubbliche si comportano sempre più come se ci fosse la religione di Stato, come se l’Italia fosse una Repubblica Cattolica, simile alle Repubbliche Islamiche, invece che una Repubblica laica, come vuole la Costituzione e come quasi tutte quelle del mondo occidentale. Mi sono svegliato come da un lungo sonno, da un torpore prolungato causati dalla mia negligenza di vederci chiaro e prendere coscienza. Proprio durante la stesura di questo articolo ho attivato la procedura per essere “sbattezzato” e per la mia cancellazione alla “Chiesa cattolica apostolica romana” inviando per raccomandata a.r. la lettera, di cui riporto il testo sotto, al parroco della parrocchia dove fui battezzato quasi mezzo secolo fa:

OGGETTO: Istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003.

Io sottoscritto Ennio Montesi nato a (…) il (…) e residente in (…) con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali. Essendo stato sottoposto a battesimo nella Sua parrocchia in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica apostolica romana". Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta. Si segnala che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente istanza entro 15 (quindici) giorni, il sottoscritto si riserva, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgersi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali. Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 9/9/1999 e alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000. Si allega fotocopia del documento d'identità. Distintamente E.M.

Proporrò questo articolo per la pubblicazione al Corriere della Sera e a La Repubblica, benché sia quasi certo che non verrà accettato adducendo magari come problema la sua lunghezza eccessiva. Lo tradurrò in inglese e lo invierò ai giornali statunitensi, New York Times, Washington Post e The New Yorker auspicando un’adeguata accoglienza tra le loro pagine. Comunque vada, lo renderò disponibile su internet, unica piazza mediatica ancora totalmente libera. Concludo con questo brano:

«Le colpe dei Farisei. “Allora Gesù, volgendosi alle turbe e ai discepoli, disse: «Sulla cattedra di Mosè si sono assisi gli Scribi e i Farisei. Fate, dunque, e osservate tutto ciò che vi dicono: ma non agite secondo le opere loro, perché dicono e non fanno. Legano, infatti, pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, ma essi non li vogliono muovere neppure con un dito. Fanno poi tutte le loro azioni per essere veduti dagli uomini: portano, infatti, larghe le loro filatterie e mettono lunghe frange sui mantelli; amano i primi posti nei conviti e i primi seggi nelle sinagoghe; vogliono essere salutati nelle pubbliche piazze ed essere chiamati maestri dalla gente. Ma voi non vogliate essere chiamati maestri, perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno sulla terra padre vostro, perché uno solo è il vostro Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamar dottori, perché uno solo è il vostro Dottore, il Cristo. Chi è il maggiore fra di voi, sarà vostro servo. Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». Matteo, 23, 1-12.

E ancora:

«Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché chiudete agli uomini il regno dei cieli, e non entrate voi, né lasciate che entrino quelli che vorrebbero entrare! Guai a voi Scribi e Farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per farvi anche un solo proselito, e quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi!» Matteo, 23, 13-15.

Per quanto mi riguarda gli uomini dalle ampie vesti e dalle lunghe frange sui mantelli, con me hanno chiuso bottega. E pensare che Gesù Cristo, nella Bibbia, ci mise in guardia.

Ennio Montesi

Questo testo è in regime di Copylef: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata purchè l’articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo, citando il nome dell’autore e riportando questa scritta.

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Basta a prendere ordini dai preti
by ginetta Monday, May. 16, 2005 at 2:54 PM mail:

Dobbiamo smetterla di prendere ordini dai preti!!! Quando cresceremo? E poi questi preti che mettono bocca nelle questioni dello Stato Italiano, e delle sue leggi, cosa vogliono? Siamo sotto il regime del Vaticano? Diano ordini ai loro preti e suore (che fanno le peggior cose e tutti tacciono) piuttosto che stare sempre a criticare di noi Italiani. Hanno rotto!!!

Possibile che il Parlamento Italiano permetta a questa gente oscurantista nel Vaticano di farsi dare ordini e ubbidire? Ma a chi abbiamo votato!!!!!!!

Sono tutti al servizio dei preti!!!!

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Uaar andatevi a riporre
by incazzata convinta Monday, May. 16, 2005 at 5:36 PM mail:

Voi gente dell'uaar rappresentate la follia fatta sistema di pensiero.

Siete atei? Il battesimo non è altro che acqua fresca.
E invece no. In un parossismo statalista burocratizzante andate a scavare nella povera vita dei vostri (spero) defunti genitori tanto per rompere le palle ad un prete ignorante. Sì, tanto quanto voi.
Quanto poi a convincere noi donne della veridicità e del come ci dobbiamo ancora far fregare da voi maschioni non è certo il tema psicotico dello sbattezzo a poter far leva.
Noi non la beviamo.
Su questo referendum hanno avuto voce esclusivamente i movimenti della psicopatologia militante.
I tribunali italiani hanno altro da fare, caro lei.
Ma soprattutto lei che è uomo, lasci a noi donne dire del diritto alla maternità, che tanto proprio lei con tutta la tracottanza della sua opinione non saprà mai cos'è.

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Opinioni
by prof Palestro Friday, Jun. 10, 2005 at 6:00 PM mail: fpalestro@libero.it

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2004 Da Ecoepistemologia della Scienza
di Yasmin von Hohenstaufen ed. ECP

H.I.R.H Princess Yasmin von Hohenstaufen, Founder e Chairman del Comitato Trasnazionale e Transreligioso di Ecoetica Epistemologica ha riunito d'urgenza i rappresentanti per la creazione di un Gran Giuri' che esamini globalmente il tema della fecondazione assistita .

La Principessa Yasmin Scienziato - EcoEpistemologo , Founder e Chairman di Science Galaxy , nel Saggio Ecoepistemology, ed. ECP, sul tema della Procreazione nella Semantica Cristiana, ha scritto : <>
<> da Euronews.

Convegno sulla Fecondazione Assistita
Science Town Zurigo :Intervento del Presidente Prof dr. Yasmin von Hohenstaufen

Princess Yasmin: <<la stessa maternita' di Maria e' un esempio di Fecondazione Assistita da parte dello Spirito Santo che aleggia quale Spirito Paraclito anche nei Laboratori. Occorre un distinguo tra Potenza ed Atto, perche' il vento dello Spirito Santo e' in ogni atomo e cellula. Ecco perche' la ricerca deve mirare gradualmente anche ad escludere perdita di embrioni.>>
<<I Grandi temi meritano in risposta delle Allegorie o Metafore. Se e' possibile intuire una Psicoterapia Transgenerazionale dai miti dei Re taumaturghi cui appartiene la Dinastia Hohenstaufen Avril de Saint Genis Puoti, anche la semantica del Natale ha plurisemici codici. L'araldica del Presepe stesso e' segno dello Spirito della Gnosi. il Bue e' la scienza divina solare, l'asino,il potere come servizio.In capo la Stella cometa dei Tre Magi. L'esame Agalmonico ,al di la' della casualita' semeiotica, diventa essa stessa profetica. Il Bue e' totem egiziano , simbolo solare della -Scienza della Vita, interscambiabile con Istar , Iside ed Osiride. La stella Cometa e' il fantasma SEDIMENTATO DI PROFEZIA ATEMPORALE DI UNA PROGENIE CHE CONOBBE I MISTERI DEI RE Magi , che nella Scienza stessa realizzavano la Profezia. I Tre Magi iniziati alla Mistica del Graal cercavano la Cometa per individuare il luogo di nascita di Gesu' ,Stirpe dei Re Messia e Sacerdoti taumaturghi, non solo per onorare La Scienza Dello Spirito Santo, ma per consentirgli anche di nascere .Dunque ,perche' non continuare a seguire la Cometa , simbolo della fecondazione assistita dallo Spirito Santo , lasciando continuare il viaggio della Scienza ,dalla cripta del genopsicogramma al Vento dello Spirito Paraclito che aleggia nei laboratori tra i Tre Angeli Consolatori :Gabriele per la comunicazione, Michele per la prevenzione, Raffaele per la Terapia.>> da Euronews.

http://www.federicostupormundi.it
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen

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2004 Da Ecoepistemologia della Scienza
di Yasmin von Hohenstaufen ed. ECP

H.I.R.H Princess Yasmin von Hohenstaufen, Founder e Chairman del Comitato Trasnazionale e Transreligioso di Ecoetica Epistemologica ha riunito d'urgenza i rappresentanti per la creazione di un Gran Giuri' che esamini globalmente il tema della fecondazione assistita .

Lascritto il 10_06_2005 @ 16:49:18
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Convegno sulla Fecondazione Assistita:
Zurigo- Science Town
Intervento del Presidente Comitato Bioetico ,
Princess Yasmin :"concordo sul fatto che il referendum abbia mistificato il problema :si va a votare per l'ectoplasma del principio.
La libertà di ricerca e' quotidianamente violata , stravolta ed assoggettata dalla metastasi del profitto e della corruzione , dal clientelismo, e dagli alberi genealogici di parentele e nepotismo di lobby affaristiche, dalla carenza di opportunita' per i piu' meritevoli e per i fondi inesistenti o mal gestiti.Dal nepotismo, dalla burocrazia, dalla carenza di fondi, dalla mancanza di flessibilità. E' questo il vero disonore e violenza per la ricerca!La scienza e' opportunita' e liberta' , ma e' l'epistemologia etica che deve guidare nella solitudine dei laboratori. Basta con il Marinismo nella scienza da luna park , ove lo scienziato che non sa stupire finisce alla striglia! "Certo: la vita umana è l'arco dell'Alleanza tra la potenza e l'atto, ma lungo il filo incoruttibile continuo della biontogenesi dello spirito. L'assenza di struttura cerebrale non è un parametro.Anche il paziente che non ha funzioni cognitive è persona!
Perche' usare gli embrioni senza regole?".

Usare staminali embrionali non è solo eticamente inaccettabile, ma è inutile. "Chi dice che l'unica via per la ricerca sono le embrionali dice il falso, fa disinformazione. Si possono produrre staminali senza passare dall'embrione. E, oltretutto, sulle embrionali arriviamo ultimi: tutti, nel mondo, fanno più o meno le stesse cose. Occorre il coraggio di essere Eversivi per la Fede! Ci sono ricerche in corso sulla possibilità di far "regredire" cellule adulte, adipose per esempio, fino allo stadio di staminale. Investiamo su quello, che ci toglie ogni problema etico".

C'e' chi gia' non lavora con le embrionali, perché per la ricerca sulla distrofia esiste un'altra fonte molto efficace, e cioè i vasi sanguigni. Ma se s'investe sulle embrionali, è possibile che tutti si sbaglino? La verità è che non sappiamo ancora abbastanza per dire che cosa è meglio. Per certe patologie, saranno le cellule adulte, e così si potranno lasciar stare gli embrioni. Ma per le cellule beta del pancreas, per la ricerca sul diabete, funzionano solo le embrionali. Bisogna esplorare tutte le strade, senza precludersene nessuna".

"E sicuramente vita, ma il punto è un altro. Quali sono le sue probabilità di vita? In un embrione naturale, in utero, non più di una su tre. Quello ottenuto in vitro ha il 20 per cento di probabilità di nascere. Quello clonato meno di una probabilità su cento. Questo per i topi. Forse lo zero per cento nei primati, visto che nessuna scimmia è stata clonata con successo. E poi l'embrione non è una vita autonoma: dipende dall'utero che lo accoglie, è in simbiosi totale con la madre, ed è la madre che deve decidere".

Il divieto di diagnosi dell'embrione pre-impianto è aberrante ed illogico : e' amorale costringere a impiantare un embrione malato o malformato! La decisione e' della madre, non del marito, non al medico, e tanto meno allo Stato".


Responsabilita' e onesta' e' l'unico vaccino contro le aberrazioni! La ricerca, come ogni intrapresa, deve ammettere il rischio, ma ben calcolato dall'intelligenza". E' aberrante la dicotomia tra scienza e fede, anzi è indecente. La vera scienza non morale!L'embrione è un soggetto: sono per la ricerca che non uccida né ferisca l'embrione. Quando la scienza sarà in grado di fare ciò, speriamo al più presto, allora potremo lavorare anche sull'embrione. Non prima".
Liberta' nella responsabilità" e' il preambolo dei protocolli di ricerca che devono essere flessibili.. La Sfida della Scienza Battistrada delle rivoluzioni , non viaggia lungo i consueti sentieri , ne' può essere legiferata a priori".
Comitato Bioetico
Science Town
http://www.federicostupormundi.it
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen
scritto il 10_06_2005 @ 16:30:37
.
febb. 2004 Da Ecoepistemologia della Scienza
di Yasmin von Hohenstaufen ed. ECP

H.I.R.H Princess Yasmin von Hohenstaufen, Founder e Chairman del Comitato Trasnazionale e Transreligioso di Ecoetica Epistemologica ha riunito d'urgenza i rappresentanti per la creazione di un Gran Giuri' che esamini globalmente il tema della fecondazione assistita .

La Principessa Yasmin Scienziato - EcoEpistemologo , Founder e Chairman di Science Galaxy , nel Saggio Ecoepistemology, ed. ECP, sul tema della Procreazione nella Semantica Cristiana, ha scritto :
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Science Town Zurigo :Intervento del Presidente Prof dr. Yasmin von Hohenstaufen

Princess Yasmin:
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2004 Da Ecoepistemologia della Scienza
di Yasmin von Hohenstaufen ed. ECP

H.I.R.H Princess Yasmin von Hohenstaufen, Founder e Chairman del Comitato Trasnazionale e Transreligioso di Ecoetica Epistemologica ha riunito d'urgenza i rappresentanti per la creazione di un Gran Giuri' che esamini globalmente il tema della fecondazione assistita .

Lascritto il 10_06_2005 @ 16:49:18
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Convegno sulla Fecondazione Assistita:
Zurigo- Science Town
Intervento del Presidente Comitato Bioetico ,
Princess Yasmin :"concordo sul fatto che il referendum abbia mistificato il problema :si va a votare per l'ectoplasma del principio.
La libertà di ricerca e' quotidianamente violata , stravolta ed assoggettata dalla metastasi del profitto e della corruzione , dal clientelismo, e dagli alberi genealogici di parentele e nepotismo di lobby affaristiche, dalla carenza di opportunita' per i piu' meritevoli e per i fondi inesistenti o mal gestiti.Dal nepotismo, dalla burocrazia, dalla carenza di fondi, dalla mancanza di flessibilità. E' questo il vero disonore e violenza per la ricerca!La scienza e' opportunita' e liberta' , ma e' l'epistemologia etica che deve guidare nella solitudine dei laboratori. Basta con il Marinismo nella scienza da luna park , ove lo scienziato che non sa stupire finisce alla striglia! "Certo: la vita umana è l'arco dell'Alleanza tra la potenza e l'atto, ma lungo il filo incoruttibile continuo della biontogenesi dello spirito. L'assenza di struttura cerebrale non è un parametro.Anche il paziente che non ha funzioni cognitive è persona!
Perche' usare gli embrioni senza regole?".

Usare staminali embrionali non è solo eticamente inaccettabile, ma è inutile. "Chi dice che l'unica via per la ricerca sono le embrionali dice il falso, fa disinformazione. Si possono produrre staminali senza passare dall'embrione. E, oltretutto, sulle embrionali arriviamo ultimi: tutti, nel mondo, fanno più o meno le stesse cose. Occorre il coraggio di essere Eversivi per la Fede! Ci sono ricerche in corso sulla possibilità di far "regredire" cellule adulte, adipose per esempio, fino allo stadio di staminale. Investiamo su quello, che ci toglie ogni problema etico".

C'e' chi gia' non lavora con le embrionali, perché per la ricerca sulla distrofia esiste un'altra fonte molto efficace, e cioè i vasi sanguigni. Ma se s'investe sulle embrionali, è possibile che tutti si sbaglino? La verità è che non sappiamo ancora abbastanza per dire che cosa è meglio. Per certe patologie, saranno le cellule adulte, e così si potranno lasciar stare gli embrioni. Ma per le cellule beta del pancreas, per la ricerca sul diabete, funzionano solo le embrionali. Bisogna esplorare tutte le strade, senza precludersene nessuna".

"E sicuramente vita, ma il punto è un altro. Quali sono le sue probabilità di vita? In un embrione naturale, in utero, non più di una su tre. Quello ottenuto in vitro ha il 20 per cento di probabilità di nascere. Quello clonato meno di una probabilità su cento. Questo per i topi. Forse lo zero per cento nei primati, visto che nessuna scimmia è stata clonata con successo. E poi l'embrione non è una vita autonoma: dipende dall'utero che lo accoglie, è in simbiosi totale con la madre, ed è la madre che deve decidere".

Il divieto di diagnosi dell'embrione pre-impianto è aberrante ed illogico : e' amorale costringere a impiantare un embrione malato o malformato! La decisione e' della madre, non del marito, non al medico, e tanto meno allo Stato".

Responsabilita' e onesta' e' l'unico vaccino contro le aberrazioni! La ricerca, come ogni intrapresa, deve ammettere il rischio, ma ben calcolato dall'intelligenza". E' aberrante la dicotomia tra scienza e fede, anzi è indecente. La vera scienza non morale!L'embrione è un soggetto: sono per la ricerca che non uccida né ferisca l'embrione. Quando la scienza sarà in grado di fare ciò, speriamo al più presto, allora potremo lavorare anche sull'embrione. Non prima".
Liberta' nella responsabilità" e' il preambolo dei protocolli di ricerca che devono essere flessibili.. La Sfida della Scienza Battistrada delle rivoluzioni , non viaggia lungo i consueti sentieri , ne' può essere legiferata a priori".
Comitato Bioetico
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scritto il 10_06_2005 @ 16:30:37

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errata corrige
by Americano Friday, Jun. 10, 2005 at 7:11 PM mail:

Nella fecondazione di Maria non c'e' stata la fecondazione assistita.
Noi esseri umani infatti siccome la femmina ha due cromosomi y e il maschio un Y e un X, non e' il maschio che determina il sesso del neonato.
Se il maschio da' un X, allora il neonato sara' maschio (perche' la femmina puo solo dare X), se il maschio da' 2 allora il neonato sara' maschio.
Siccome non ci fu' fecondazione maschile e suiccome Maria essendo femmina poteva dare solo il cromosomo 12X, Gesu' avrebbe dovuto nascere femmina.
La fecondazione Fu' assistita da Dio. Io c'ero.

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Non diciamo cazzate....
by kaino Friday, Jun. 10, 2005 at 9:25 PM mail:

Nel caso di Maria Vergine il problema NON si pose in quanto
- proprio per farla restare vergine - lo Spirito Santo ricorse al...COITO ANALE.

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hehe
by ma tu Friday, Jun. 10, 2005 at 10:12 PM mail:

Ma tu sei ancora vergine o sei stato coitato?
me sto' a piega'...

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Ostetrica condotta
by Maieutica Tuesday, Jun. 14, 2005 at 3:48 PM mail: maieutica@libero.it

Certo la mamma degli imbecilli e dei commenti blasfemi su Maria , non necessita di fecondazione assistita:e' sempre incinta!

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vabbe
by Admin bastardi Tuesday, Jun. 14, 2005 at 4:15 PM mail:

Sti bastardi non solo possono togliere i commenti ma li rimpiazzano con quello che pare loro e si firmano pure con quelli che cercano di sfottere.
Bravi.
Sinistroidi come ai tempi di stalin.
Hahahah!

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Angelo Gabriele
by operaio della vignadel Signore Wednesday, Jun. 15, 2005 at 9:34 PM mail: enoplus@libero.it

Come si puo' notare lo spirito Paraclito che rese feconda Maria si sa difendere da solo!

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Premio a Sua Santita'
by Ass. Donne Europa(AFE) Tuesday, Jul. 12, 2005 at 7:47 PM mail: ue.centropace@libero.it

Strasburgo
Comitato Internazionale Diritti Umani
Premio "Stupor Mundi " a Sua Santita' Benedetto XVI
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La Presidente Princess Yasmine von Hohenstaufen Avril de Burey Anjou Puoti von Plantagenet Comneno, nell'esprimere commossa gratitudine a Sua Santita'Benedetto XVI per la proposta di colpire al cuore il mercato della prostituzione , incriminando gli stessi clienti delle donne oggetto di sfruttamento, ha disposto per Sua Santita' il Premio Stupor Mundi:per aver condannato l'immarciscibile residuo dell'archeologia dell'avanzante-Benedetto sia Benedetto Sedicesimo, ha dichiarato la pronipote di Stupor Mundi , tutore della sacralita' della vigna dell'umanita', il ventre della Donna, palinsesto della sacralita' della vita e dell'amore.E' urgente liberare dal giogo della schiavitu'sessuale donne , uomini e bambini, ha dichiarato Princess Yasmin, riscoprendo anche la sacralita' della stessa edonologia , quale antidoto alla prostituzione che e' la vera cernobyl dell'erotismo ed eutanasia dell'amore.
Uff. Comunicazione
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Santa Maria di Gerusalemme
by Heraldic Monday, Oct. 03, 2005 at 8:04 AM mail: fpalestro@libero.it

H.I.R.H. Princess Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d'Anjou Puoti von Plantagenet Canmore und von Hohenzollern
La vera storia dell'Ordine Teutonico e' Sovrana Assoluta Gran Master dell'unico Vero Ordine Teutonico risalente al Barbarossa e al Gran Master Hermann de Salza
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di Tommaso Peruzzi
Tratto da Archeomisteri Gennaio-Febbraio 2005





Tacciati di insensata brutalità e di inaudita e di inaudita ferocia, accusati di plagio nei confronti dei Templari e degli Ospitalieri, quasi ignorati dalla storiografìa italiana, sfruttati a fini mediatici tanto dalla propaganda nazista quanto da quella socialista, identificati dall'immaginario collettivo come precursori dei nazisti: questa è la fama comune dei Cavalieri Teutonici. Fama distorta e lontana dal vero, che cela invece una realtà storica poco conosciuta, molto complessa e ricca di avvenimenti non sempre pienamente documentati, spiegati compresi, che meritano di essere riportati alla giusta attenzione

Innanzitutto si impone una precisazione: col termine 'crociata' si intende qualsiasi iniziativa bellica intrapresa su proposta della Chiesa al fine di liberare un territorio cristiano, o che anticamente era stato tale, caduto sotto il dominio di infedeli. In questo senso si inquadrano nell'ambito delle crociate anche la Reconquista1 della Spagna e la cristianizzazione di quelle popolazioni che, essendo ancora dedite a culti pagani, costituivano una minaccia spesso tangibile per le popolazioni cristiane che abitavano nelle loro vicinanze. Le iniziative belliche svolte nelle terre baltiche dell'Europa nordorientale contro le popolazioni pagane autoctone si possono inquadrare pertanto, in linea di principio, in questo ambito.

Rispetto agli altri ordini cavallereschi coevi, l'ordine dei cavalieri teutonici si è distinto per vari aspetti. Se da una parte ha infatti partecipato attivamente alle campagne militari in Terra Santa (e i suoi membri con singolare vocazione, cercarono e trovarono in tali battaglie una morte eroica) fino alla caduta di Acri (18 maggio 1291), che segnò la fine del regno latino d'oriente, dall'altra si dimostrò particolarmente aperto nei confronti della cultura islamica, non esitando a privilegiare i mezzi diplomatici per raggiungere i scopi ogniqualvolta se ne presentasse l'occasione. Inoltre l'Ordine era riservato ai soli cavalieri tedeschi, a differenza di quanto accadeva in altri ordini come i Templari o gli Ospitalieri, i cui membri provenivano da tutta l'Europa cristiana. Un'altra peculiarità dell'Ordine fu a di non limitare le proprie iniziative politiche e militari alla sola Terra Santa, ma di operare anche nell'Europa Orientale, nel Regno d'Ungheria prima e, successivamente, agli estremi confini orientali del quadrante polacco-germanico, al fine di portare soccorso e protezione agli abitanti cristiani di queste zone che frequentemente pativano devastanti incursioni da parte dei popoli pagani della Prussia e dei territori baltici.

L'Ordine esiste ancora oggi, benché abbia rinunziato alla regola militare e sia pertanto presente unicamente in veste religiosa e caritativa. La memoria dei trascorsi militari dell'Ordine, negativa per le popolazioni slave ma positiva per quelle germaniche, è stata tramandata ai giorni nostri: nel 1938 Sergej Eisenstein ha celebrato, nel suo Aleksandr Nevskij, la lotta e la vittoria delle popolazioni slave contro i cavalieri germanici invasori, che furono fermati sui ghiacci del Peipus (5 aprile 1242); nello stesso momento, in Germania, i gerarchi nazisti meditavano i piani per razione Barbarossa al fine di assicurare al Reich tedescco uno spazio vitale, il Lebensraum, in ossequio alla politica del Drang nach Osten1, la spinta verso oriente; progettualità che, sul piano ideologico, aveva nella memoria la lotta dei cavalieri teutonici contro i barbari slavi; Heinrich Himmler inoltre, con la formazione e il consolidamento delle SS, aveva intenzione di ricreare in tutto e per tutto un elitario ordine cavalleresco-militare moderno, con gli esiti tragici che la storia ci ha mostrato.

La croce nera simbolo dell'Ordine

Origini e ascesa dell'Ordine

L'ordine di santa Maria dei tedeschi ("Ordo sanctae Mariae Teutonicorum", oppure "Ordo Teutonicus"), chiamato in lingua tedesca "Deutsche Ritterorden" o semplicemente "Deutsche Orden", ha delle origini tutt'altro che chiare. È cosa certa che i tedeschi, come molti altri cristiani europei, sin dagli inizi del medioevo avevano l'abitudine di recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme, o per nave, imbarcandosi dai porti del sud dell'Italia, oppure via terra, attraversando tutta l'Europa sino a Costantinopoli e proseguendo poi attraverso l'Asia Minore e la Siria. Entrambe le vie erano molto faticose e irte di pericoli, e molti pellegrini giungevano a destinazione, quando riuscivano ad arrivare vivi, in condizioni fisiche e sanitarie spesso precarie, a causa del clima, delle condizioni igieniche, delle epidemie e degli assalti di predoni o di gruppi islamici ostili. I pellegrini tedeschi, che generalmente preferivano la pericolosa via terrestre per giungere in Terra Santa, arrivavano spesso in Oriente in condizioni molto critiche e si trovavano in difficoltà anche per la lingua: di qui, la necessità di creare un'istituzione caritativa che si occupasse di loro sul posto, istituzione passata alla storia col nome di "fratelli dell'ospedale di Santa Maria di Gerusalemme". Le sue origini sono avvolte nella leggenda: si narra che un mercante tedesco, stabilitosi con la moglie a Gerusalemme verso la fine dell'XI secolo, durante la conquista di Gerusalemme nel 1099 da parte dei crociati accolse nella sua dimora un cavaliere tedesco gravemente ferito, curandolo e riportandolo in salute. In seguito, questi due coniugi si misero a disposizione dei connazionali che giungevano malati o feriti, e pian piano, con l'approvazione del patriarca di Gerusalemme, quest'opera caritativa non ufficiale si tramutò in un ospedale con centro di accoglienza per i pellegrini tedeschi. Questo ospedale, cui la coppia lasciò i propri averi in eredità, e in cui prestavano servizio dei frati, prese il nome di "ospedale di santa Maria dei tedeschi di Gerusalemme". Questo ospedale fu messo sotto l'autorità degli ospitalieri di San Giovanni, mantenendo però un priore tedesco; l'esistenza di tale ospedale è peraltro confermata da Jacques de Vitry, nel primo volume della sua "Historia Orientalis". Generalmente viene proposta la data del 1118 come anno di fondazione dell'istituzione ospedaliera; è comunque certo che, verso la metà del XII secolo, esistesse a Gerusalemme un ospedale con ospizio destinato all'alloggio e alla cura dei pellegrini tedeschi, gestito da un priore tedesco e posto sotto la tutela dell'ordine degli ospitalieri di San Giovanni. I fratelli dell'ospedale di Santa Maria dei tedeschi nei primi anni della loro esistenza erano numericamente molto limitati rispetto agli ospitalieri di San Giovanni ed ai templari, e la loro storia di quel periodo è sostanzialmente sconosciuta, anche se è presumibile che abbiano continuato a compiere il loro servizio assistenziale, specialmente dopo la seconda crociata del 1147, che contribuì ad aumentare il flusso di pellegrini tedeschi in marcia per Gerusalemme; ma la conquista di Gerusalemme da parte del Saladino, avvenuta nel 1187, li costrinse ad abbandonare la città e a rifugiarsi in qualche luogo che peraltro rimane a noi sconosciuto in assenza di testimonianze storiche. La terza crociata, organizzata dall'imperatore Federico Barbarossa per liberare Gerusalemme dal dominio musulmano, fu la prima crociata prettamente tedesca, cui peraltro si unirono anche il re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone ed il re di Francia Filippo Augusto. Purtroppo l'imperatore morì prima di arrivare in Palestina, annegando nel fiume Kalykadnos, in Cilicia, il 10 luglio 1190; l'armata tedesca, atterrita da tale pessimo auspicio, rischiò di sfaldarsi, e solo grazie all'abilità del duca Federico di Svevia, figlio del Barbarossa, il gruppo rimase unito e riuscì a ricongiungersi con l'esercito di re Riccardo, che aveva invece scelto la via marittima. Nel frattempo ad Acri, conquistata dal Saladino nel 1187 e sotto assedio dall'agosto 1189, era stato allestito un ospedale da campo da alcuni mercanti tedeschi al seguito di Adolf von Holstein, con la concessione da parte del re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, di poter edificare un ospedale all'interno della città, una volta conquistata. E presumibile che in tale ospedale da campo prestassero opera anche alcuni fratelli dell'antico ospedale di santa Maria di Gerusalemme, dato che, dopo la presa della città nel luglio 1191, l'ospedale si trasferì in un palazzo entro le mura e riprese l'antico nome di "ospedale di Santa Maria del tedeschi di Gerusalemme". Le truppe imperiali, giunte ad Acri e unitesi all'assedio nell'ottobre 1190, trovarono assistenza presso l'ospedale da campo, e tale fu la sollecitudine dimostrata dai fratelli di santa Maria che fu loro accordata la protezione imperiale. La continuità dell'istituzione di Gerusalemme con quella di Acri è stata a lungo tempo dibattuta, ma a tutt'oggi sembra un'ipotesi più che verosìmile. Dal momento in cui l'ospedale si impiantò a San Giovanni d'Acri, si venne a creare uno stretto collegamento tra questa istituzione e il Sacro Impero Romano-germanico, collegamento che sarebbe saldamente durato per molto tempo. Durante l'impero di Enrico VI (1190-1197), l'ospedale ricevette molte donazioni fondiarie, tanto da far sorgere nei confratelli il desiderio di ricevere un riconoscimento ufficiale della propria indipendenza. Tale riconoscimento si andò formalizzando negli anni tra il 1191 ed il 1199, periodo in cui l'ospedale divenne una non trascurabile potenza economica e militare, grazie all'appoggio dei principi tedeschi. Papa Innocenzo III stabilì definitivamente, nel 1199, lo statuto dell'ordine di Santa Maria, sottoponendolo alla regola degli ospitalieri per ciò che concerneva l'azione assistenziale, e imponendo ai fratelli cavalieri dell'Ordine la regola dei templari, dai quali si distinguevano portando un mantello bianco con una croce nera, invece della croce rossa templare. In quel momento l'Ordine possedeva già, oltre alla casa madre di Acri, altre cinque sedi in Terra Santa; inoltre aveva sede anche a Barletta e a Palermo, due dei maggiori punti di partenza dei pellegrini verso la Palestina. L'espansione dell'Ordine al di fuori della Terra Santa non si limitò alla sola Italia: entro il 1209 i cavalieri avevano stabilito altre commende e ospedali in molte città tedesche, a Vienna, a Praga, nuovamente in Sicilia e nel Peloponneso: l'Ordine viveva ormai di . vita propria. Il primo Gran Maestro (Hochmeister), eletto dal capitolo nel 1198, fu Heinrich Walpot von Passenheim, appartenente ad una famiglia di mercanti di Magonza; i fratelli dell'Ordine si dividevano in tre gruppi, i cavalieri, i fratelli-servi ed i fratelli-preti. Essi erano vincolati dai voti di povertà, castità ed obbedienza; inoltre, i cavalieri ed i fratelli-servi si, impegnavano a difendere la Terra Santa. Il secon<3 Gran Maestro proveniva, come il primo, dagli ospitalieri, mentre il terzo, Heinrich von Bard (1206-09), fu il primo a non avere tale provenienza; questi primi tre Gran Maestri posarono le fondamenta che permisero al quarto, Hermann von Salza, di 'lanciare' l'Ordine a partire dal 1209. Quest'uomo, cui va il merito di aver stretto un saldo legame con la corona imperiale, fu al tempo stesso uomo di guerra e fine diplomatico, accorto amministratore e disincantato stratega.

Hermann von Salza


Hermann von Salza proveniva da una famiglia di "ministeriales" della Turingia, che possedevano delle terre concesse loro in feudo dal langravio (Landgraf) di Turingia. Nato intorno al 1170, essendo per una sorta di maggiorasco6 escluso dall'eredità familiare, si rifugiò nell'Ordine Teutonico verso la fine del XII secolo; evidentemente fu uno dei primi reclutati nell'Ordine, se già nel 1196 era presente in Terra Santa. La permanenza in quei luoghi gli permise di rendersi conto che il paese era abitato in larga maggioranza da musulmani, che consideravano i cristiani dei nemici da scacciare con ogni mezzo. Von Salza comprese inoltre che, per mantenere il presidio in quell'area, sarebbe stato necessario un costante afflusso di truppe fresche dall'Europa, mentre invece, a un secolo dall'inizio della prima crociata, il fervore si era molto affievolito e arrivavano solo pochi pellegrini e ancor meno cavalieri, che di rado sceglievano di stabilirsi in oriente. Solo gli ordini religiosi militari erano in grado di presidiare continuativamente i luoghi santi, ma anch'essi avevano costante bisogno di nuove reclute. Egli era ben conscio di ciò quando prese le redini dell'Ordine, che all'epoca era ancora molto ridotto, sia per effettivi che per risorse, rispetto agli ospitalieri ed ai templari, dai quali faticava non poco per mantenersi indipendente. Hermann von Salza d'altronde strinse relazioni continue con il papato e l'Impero, ed ebbe modo di far valere in molte occasioni le sue arti di abilissimo diplomatico. Papa Gregorio IX lo definì "un uomo di una lealtà al di sopra di qualsiasi sospetto e di un'esperienza del mondo che lo rende gradito a tutti". Dal papato era riuscito ad ottenere, nel 1216, privilegi uguali a quelli degli ospitalieri e dei templari, come l'esenzione dal pagamento delle decime, il diritto di costruire edifici religiosi sui propri possedimenti e, soprattutto, il privilegio di non poter essere giudicato e scomunicato che dal Papa medesimo. La vita e l'operato di Hermann von Salza furono inoltre legati molto strettamente all'imperatore Federico II di Hohenstaufen: sin dal 1214 l'imperatore aveva nominato il Gran Maestro dell'Ordine e i suoi successori membri di diritto della corte imperiale; inoltre, von Salza fu per un ventennio il consigliere più stretto di Federico II, e suo intermediario nei confronti del papato, alle scomuniche del quale von Salza sottrasse l'imperatore più volte: in particolare, intercedette più volte presso il Papa perché non scomunicasse Federico II a causa dei continui ritardi nella partenza della crociata che si era impegnato a condurre in Terra Santa. Dal 1216 prese parte alle decisioni della Dieta di Norimberga, prestando giuramento di fedeltà all'imperatore e dimostrandosi il più ferreo sostenitore della politica imperiale. Hermann von Salza fu anche un ottimo stratega, dimostrando in varie occasioni la sua perizia militare e diplomatica nel corso delle continue schermaglie tra cristiani e musulmani in Terra Santa. Egli peraltro, avendo compreso che dai musulmani si poteva ottenere di più trattando piuttosto che combattendo, fu sempre sostenitore dell'azione diplomatica per dirimere le controversie in Oriente, anche contro le opinioni dei legati pontifici in Terra Santa, che invece spingevano per l'azione militare a ogni costo.

L'imperatore Federico II di Svevia era assolutamente d'accordo con questa linea di condotta: in parallelo all'organizzazione della crociata, impegno preso col papa in occasione della sua incoronazione ad imperatore, aveva infatti intrapreso una fitta rete di colloqui e di negoziati segreti, sfruttando le divisioni tra i sultani che regnavano nell'Oriente, in modo da ottenere concessioni territoriali con le arti della diplomazia piuttosto che con la spada; in questa, come in molte altre circostanze, fu pienamente sostenuto da Hermann von Salza, perseverante fautore della linea diplomatica, che si occupò in prima persona per conto dell'imperatore delle trattative col sultano d'Egitto.

Hermann von Salza si mosse ed agi per tutta la sua vita attraversando le terre del Sacro Impero Romano-germanico e incoraggiando la nobiltà e la borghesia a sostentare con aiuti militari ed economici la missione dell'Ordine, ottenendo un risultato al di là delle più rosee previsioni. Morì a Salerno, in circostanze non ancora ben chiare, il 20 marzo 1239, lo stesso giorno in cui Federico II veniva scomunicato per la seconda volta. Il suo corpo fu, per suo espresso desiderio, sepolto non in Germania, bensì a breve distanza da Castel del Monte, nella splendida chiesa di San Tommaso dell'Ospedale di Barletta.

La Fortezza di Marienburg

La 'Crociata Incruenta' di Federico II

Federico II, che aveva procrastinato l'inizio della crociata fino al punto di ricevere la scomunica da parte di Gregorio IX dopo la falsa partenza della crociata nel settembre 1227, essendo a buon punto i negoziati segreti che aveva condotto anche tramite l'Ordine Teutonico con i sultani mediorientali, decise di partire per la crociata nel giugno 1228, nonostante la scomunica papale gli imponesse di non avviarsi per la Terra Santa. Una volta giunto a san Giovanni d'Acri nel settembre di quello stesso anno, venne accetto con tutti gli onori anche dalle autorità religiose, ivi inclusi i membri degli ordini cavaliereschi dei templari, degli ospitalieri e dei teutonici. Questi ultimi inoltre, a differenza dei templari e degli ospitalieri, che non vedevano di buon occhio un sovrano scomunicato, non solo accolsero Federico II con fasti solenni, ma addirittura gli resero pubblicamente atto di omaggio e sottomissione compiendo il cerimoniale della "proskynesis", inchinandosi di fronte al sovrano e baciandogli il mantello. Con questo gesto i cavalieri teutonici suggellarono pubblicamente l'alleanza ed il legame con la corte imperiale, anche a rischio di incorrere nell'ira pontificia, indice questo della loro effettiva potenza. Nelle settimane successive, valendosi dei negoziati segreti che aveva condotto, Federico II intraprese una serie di falsi preparativi per dare l'impressione di voler portare la guerra all'Egitto, cercando di forzare la mano al sultano per costringerlo al compromesso. La tattica riuscì pienamente, e nel febbraio 1229 l'imperatore scomunicato recuperò, senza versare una goccia di sangue, territori e luoghi santi come Betlemme, Nazaret, la Galilea occidentale, la signoria di Toron, una parte di Sidone e soprattutto la città di Gerusalemme. La diplomazia aveva reso possibile ciò che fino a pochi anni prima era stato un sogno effimero, supportato solo dalla forza militare. Federico II si dimostrò peraltro riconoscente nei confronti dell'appoggio incondizionato che aveva ricevuto da parte dell'Ordine Teutonico, facendogli dono, oltre al castello di Montfort, del castello di Toron, di diversi territori nei pressi di Sidone, e del Maniero del Re, antica residenza dei re di Gerusalemme, all'interno delle mura della Città Santa nei pressi della Torre di Davide. Hermann von Salza non mancò di comunicare al papa una aperta critica alla sua malafede ed intransigenza nei confronti dell'imperatore che, ricevuta la scomunica, era stato costretto in una difficile posizione di inferiorità nel corso dei negoziati col sultano d'Egitto. Inoltre, von Salza si fece promotore della riconciliazione tra chiesa e impero, e una volta di più le sue arti diplomatiche furono d'aiuto a Federico II: nell'agosto 1230 fu annunciato all'imperatore che la scomunica e tutti gli interdetti che aveva subito dal 1227 erano stati revocati.

Purtroppo gli accordi diplomatici non durano in eterno, e le schermaglie ripresero una decina d'anni dopo; dopo alterne vicende, le faide intestine e .le divisioni interne ai ranghi cristiani, le lotte fra guelfi e ghibellini, i conflitti tra i poteri ecclesiastici ed imperiali, e l'anarchia che da questi fatti derivò, compromisero definitivamente la stabilità del regno latino d'oriente, portando ad una progressiva erosione dei territori conquistati da parte dei musulmani, erosione che culminò con l'assedio e la disperata, indomita difesa di Acri fino alla sua caduta, avvenuta il 18 maggio 1291; in quell'occasione templari, teutonici ed ospitalieri si ritrovarono un'ultima volta a combattere eroicamente fianco a fianco, difendendo strenuamente ogni metro della città contro l'invasore infedele e sacrificandosi "usque ad effusionem sanguinis" in nome del voto di "difendere la fede cristiana contro tutti i nemici della Cristianità e della Chiesa". Questi atti di eroismo, questa dedizione nobile ed assoluta ai voti ed ai giuramenti, questi estremi sacrifici nel momento supremo della sconfitta, , non possono e non devono essere dimenticati, perché sono una essenziale chiave di lettura dello spirito che animò le crociate, che altrimenti rischierebbero di essere svilite e ridotte ad un abietto, meschino bilancio economico.

Alcuni degli stendardi teutonici catturati alla fine della battaglia di Tannenberg

Dall'outremer alla Prussia, l'apogeo dell'Ordine

La caduta di Acri segnò la fine del regno cristiano in Terra Santa e dell'illusione di poter creare un Oriente cristiano, e fu una sconfitta di proporzioni disperate. Più di trentamila cristiani trovarono la morte nel corso di combattimenti e del sacchéggio che seguì alla caduta della città; i pochissimi superstiti degli ordini cavaliereschi presero la via del mare: ospitalieri e templari ripiegarono su Cipro, mentre i teutonici mossero verso Venezia.

D'altra parte, la perdita dei territori in Palestina non fu per l'Ordine Teutonico, a differenza di quanto accadde a templari ed ospitalieri, una mutilazione territoriale rilevante, dato che già da tempo l'Ordine si era impegnato a creare un proprio dominio nelle fredde lande dell'Europa baltica. Uno degli scopi principali che Hermann von Salza aveva perseguito nel corso del suo magistero era stato infatti quello di portare l'Ordine Teutonico allo stesso livello degli altri due ordini. Una prima occasione si presentò quando Andrea II, re d'Ungheria, si rivolse loro chiedendo protezione e aiuto per i territori orientali del suo regno, continuamente devastati dalle incursioni dei cumani, un popolo pagano che risiedeva presso quei confini. L'Ordine rispose positivamente a questo appello, e a partire dal 1211 alcuni cavalieri si stabilirono nella parte sud-orientale della Transilvania e cominciarono a consolidare il territorio e a porre le basi per creare una regione completamente amministrata dall'Ordine. Questo fatto testimonia l'interesse di von Salza per la diffusione dell'Ordine anche in territori al di fuori della Terra Santa, e inoltre l'importanza che già all'epoca, a poco più di vent'anni dalla fondazione ufficiale, l'Ordine aveva assunto sullo scenario militare e politico del tempo. L'esperienza ungherese d'altronde non andò a buon fine, e ci vollero tutti gli sforzi e le esortazioni di Konrad I Mazowiecki, duca di Mazovia, a far accettare a von Salza la richiesta di stabilire l'Ordine nel territorio di Chelmno, che avrebbe avuto in feudo, in cambio della difesa della Mazovia dai feroci assalti delle tribù vetero-prussiane. Sotto il governo di Hermantl von Salza, dunque, le attenzioni dell'Ordine si rivolsero non solo a territori della Terra Santa, ma anche a zone ben più prossime agli interessi e all'influenza del Sacro Impero Romano-germanico.

Le terre baltiche nel XII secolo, pur confinanti con la Polonia ed il Sacro Impero Romano-germanico, costituivano ancora una terra incognita, abitata da popolazioni (i cosiddetti vetero-prussiani) dedite a culti pagani che assaltavano e razziavano continuamente i territori cristiani prossimi a loro. Questo indusse il papa (Innocenzo III, già a partire dal 1199) a proclamare più volte la crociata per difendere i cristiani dagli assalti e dalle scorribande dei popoli pagani del Baltico, particolarmente nella Livonia, corrispondente al territorio della Lettonia e dell'Estonia. Il vescovo di Livonia caldeggiò la creazione sul posto un ordine cavalieresco analogo a quelli che combattevano in Terra Santa, e il progetto si concretizzò nel 1204, quando una bolla papale sancì la creazione dell'Ordine dei 'Fratres militiae Christi' (i fratelli della milizia di Cristo), cui diede la stessa regola dell'Ordine Templare. Questi cavalieri erano comunemente noti come 'Cavalieri Portaspada', a causa del loro mantello bianco ornato da una croce rossa e da una spada. I tentativi di cristianizzazione e pacificazione della Livonia venivano ripetuti anche dai polacchi nei confronti dei vetero-prussiani, che saccheggiavano continuamente la Mazovia. La resistenza pagana in Prussia ed in Livonia era forte quanto feroce. Il duca Conrad di Mazovia era costantemente vittima dei saccheggi dei vetero-prussiani, né poteva contare molto sull'appoggio della Polonia e della Danimarca, già impegnata in Estonia. Per questo si rivolse, nel 1226, all'Ordine Teutonico. La scelta non era casuale: l'Ordine infatti aveva già avuto esperienza della difesa dei confini dai popoli pagani nel regno d'Ungheria, una decina di anni prima. Nel 1211 gli era stato offerto, da parte del re d'Ungheria Andrea II, di insediarsi nel territorio di Burzenland, nella Transilvania sud-orientale, allo scopo di popolarlo e di trasformarlo in un baluardo contro la minaccia rappresentata dal popolo pagano dei cumani. L'Ordine Teutonico ottenne anche ampia autonomia politica ed amministrativa, inclusa la totale indipendenza dal voivode di Transilvania, che gli consentì di costruire tra il 1211 ed il '22 una serie di fortezze a difesa del centro principale della regione, Kronstadt. Inoltre si attuò una rapida politica di colonizzazione incentivando l'ingresso di coloni tedeschi, ungheresi e sassoni, uomini liberi ai quali veniva assegnato un appezzamento di terra che garantiva loro la sussistenza e una rendita in natura per l'Ordine. Il re d'Ungheria cominciò a temere la politica di eccessiva autonomia condotta nel Burzenland dai cavalieri teutonici, che stavano creando uno stato indipendente all'interno del regno d'Ungheria: questo portò, nel 1225, all'espulsione dell'Ordine Teutonico dal Burzenland, che tornò sotto il controllo della corona ungherese, nonostante le recriminazioni dell'Ordine e del papa Onorio III. Questa pesante onta subita dall'Ordine fece sì che Hermann von Salza fosse molto restio ad intraprendere un'avventura simile in Prussia quando, agli inizi del 1226, ne ricevette richiesta da Conrad di Mazovia. Egli era disposto ad offrire all'Ordine l'intero territorio di Kulm e tutti i territori che avrebbero strappato ai vetero-prussiani, se i teutonici avessero accettato di insediarsi in quelle lande a difesa della Mazovia.

A ogni buon conto, prima di partire per l'avventura prussiana Hermann von Salza ottenne da Federico II un documento che concedeva all'Ordine Teutonico i privilegi e lo status di Principe dell'Impero, con facoltà di creare uno stato sovrano nei territori che l'Ordine avesse conquistato strappandoli ai vetero-prussiani, cosicché nessuno avrebbe potuto mettere in questione la legittimità del governo teutonico sui territori conquistati. Le trattative col duca di Mazovia durarono a lungo, non solo perché Hermann von Salza era assai prudente nell'intraprendere una simile iniziativa, ma anche poiché nel frattempo era coinvolto anche nella crociata dell'imperatore Federico II, che aveva molto a cuore. Il trattato definitivo che stabiliva gli impegni e i compensi per l'Ordine fu stipulato nel 1230 e fatto confermare a più riprese dal papa Onorio III, dallo stesso duca di Mazovia e dal figlio di questi, Kasimierz. Ottenute tutte le garanzie del caso, l'Ordine cominciò ad installarsi in Prussia. L'insediamento fu rapido ed efficace, e furono subito consolidate le fortezze che costituivano la prima linea di difesa della regione. Una volta consolidate le basi, i cavalieri cominciarono ad attaccare le installazioni dei prussiani, costruendo via via nuove fortezze e villaggi, man mano che stringevano l'accerchiamento. Tra questi nuovi insediamenti vi era anche quella che sarebbe diventata la città di Torun. Inoltre, come in Ungheria qualche anno prima, per consolidare il territorio e renderlo pacifico e produttivo venivano fatti affluire dalla Germania coloni, che ricevevano terre e maggiori libertà rispetto alla consuetudine. Contro i vetero-prussiani si susseguirono numerose campagne, che consentirono all'Ordine di edificare fortezze e consolidare le proprie posizioni in Pomesania e Pogesania. Il metodo di conquista era ripetuto secondo uno schema ben sperimentato: i gruppi prussiani venivano accerchiati e impegnati in una dura battaglia; dopo la loro sconfitta, veniva accettata la conversione del capo prussiano, che implicava quella dei suoi sottoposti. Quindi, nel territorio conquistato veniva costruito un castello che originava una città, e le terre venivano distribuite ai crociati, che chiamavano i coloni per farle fruttare; una volta consolidato il territorio e radunate le truppe, si passava alla regione più vicina. In questo modo, l'Ordine costituì una fitta rete di strade, città e fortezze, che garantiva un potere solido e immenso. Nel frattempo, la situazione in Livonia non era molto promettente: i Cavalieri Portaspada ("Fratres militiae Christi") erano stati pesantemente sconfitti dai lituani, e nel maggio 1237 erano stati incorporati da papa Gregorio IX nell'Ordine Teutonico; questo fatto caricò l'Ordine della responsabilità anche per il territorio della Livonia, proprio nel momento in cui i tartari arrivavano in Russia (1236-37). Lo scontro fra l'Ordine (che solo si era mobilitato per fronteggiare la minaccia, ricevendo unicamente l'aiuto di Federico II) e i tartari avvenne nel 1241, e fu violentissimo. L'armata cristiana fu cancellata, ma anche i tartari subirono perdite pesantissime, tali da indurii a ritirarsi in Russia e non proseguire più oltre la loro avanzata verso Occidente. L'avvento tartaro si fece sentire pesantemente anche in Prussia, dove le popolazioni soggiogate ripresero i vecchi culti pagani e misero a ferro e fuoco l'intera regione.

Si dovette arrivare al novembre 1248 prima che la calma fosse ristabilita. L'Ordine aveva inoltre rivolto le sue attenzioni alla Lituania, che era continua fonte di aggressioni. Si cominciò a ventilare la possibilità di indire una crociata, ma il principe dei Lituani decise di sottomettersi e farsi battezzare nel 1251. Rimanevano comunque alcuni distretti indipendenti, la Sambia, la Nardrovia e la Scalovia. Fu predicata una nuova crociata e si cominciò la conquista, che portò fra le altre cose alla fondazione della città di Konigsberg; la ribellione dei lituani (1260) fece divampare nuovamente la rivolta in tutta la Prussia, e le violenze si susseguirono senza sosta, compromettendo seriamente il controllo dell'intero territorio, tant'è che solo nel 1274 la Prussia era ritornata ad uno stato di quiete. La pacificazione della Prussia è simboleggiata dall'edificazione (1274) di una poderosa fortezza sulla riva destra del fiume Nogat, che ricevette il nome di Marienburg, in onore della Vergine Maria, sotto la cui protezione l'Ordine si era posto fin dalle più remote origini. La fortezza, tuttora presente e visitabile in Polonia nella cittadina di Malbork, è un poderoso insieme di tre castelli collegati fra loro e circondati da una doppia cinta muraria e da un fossato. Occupa una superficie di 52 acri, 4 volte l'area del castello di Windsor, ed è a tutt'oggi la fortezza più grande d'Europa, nonché una ragguardevole testimonianza di architettura militare medievale. Fu residenza del Gran Maestro dell'Ordine Teutonico dal 1309 al 1457, e simbolo tangibile del potere dell'Ordine in Prussia.



L'Ordine, potenza territoriale

Alla fine del XIII secolo, il dominio teutonico su Prussia e Livonia era ormai consolidato, e l'assimilazione delle popolazioni ex-pagane procedeva speditamente. Tuttavia gli stati confinanti erano una minaccia costante all'Ordine, che doveva pertanto mantenere attivo ed efficiente un potente apparato militare. Gli scontri tra i polacchi e i margravi di Brandeburgo per il controllo del confinante ducato della Pomerania orientale avevano fornito il pretesto all'Ordine per assumere il controllo dello strategico porto di Danzica (1308), grazie al quale non solo acquistava un importante centro commerciale della lega anseatica, ma poteva anche controllare e tassare i traffici fluviali provenienti dalla Polonia. I primi screzi cominciarono già nel 1316, e sfociarono in aperte ostilità nel 1328. Il motivo del contendere era il controllo della Pomerelia, altrimenti detta Pomerania Orientale, con l'importante porto di Danzica. La lotta si prolungò fino all'estate del 1343, quando fu ratificato un trattato che sanciva una "pace perpetua" tra la Polonia e l'Ordine Teutonico, confermando a quest'ultimo il possesso della Pomerelia e di tutte le concessioni precedentemente fatte all'Ordine dalla corona polacca. Nel frattempo si era riaccesa la guerra anche con la Lituania che, apostata, aveva ripreso le antiche usanze religiose e belliche riprendendo le razzie già dal 1311 e intraprendendo una vera e propria offensiva a partire dal 1320. I lituani ottennero delle vittorie che diedero loro baldanza, e si abbandonarono ad atti di inaudita ferocia sui prigionieri. Questi scontri peraltro contribuirono ad avvicinare molto la Polonia alla Lituania, entrambe mosse dal desiderio di impadronirsi dei territori dell'Ordine Teutonico. Nel 1346 l'Ordine acquistò dalla corona danese tutti i suoi possedimenti in Estonia, estendendosi senza interruzioni dalla foce della Vistola fino al lago Peipus e al golfo di Finlandia. La guerra coi lituani si prolungò, con alterne vicende, per molto tempo. Polacchi, lituani, samogiti, russi, tartari, tutti combattevano fianco a fianco per piegare la resistenza dell'Ordine. Nel 1386 Jagellone, figlio del re lituano Algirdas, si convertì al cristianesimo per sposare la principessa Jadwiga, figlia ed erede del re di Polonia. Questa unione tra Polonia e Lituania costrinse l'Ordine a venire a patti. Nel maggio 1404 il Gran Maestro dell'Ordine, Konrad von Jiingingen, e il nuovo re di Polonia, Jagellone, sigiarono una nuova "pace perpetua", nella quale si cedeva la Samogizia, oggetto del contendere tra lituani e teutonici, all'Ordine, che a sua volta rinunciava a tutte le conquiste fatte in Lituania. Il trattato inoltre sanciva il controllo teutonico sul Brandeburgo, che si estendeva dal fiume Oder alla Pomerelia lungo i confini nordoccidentali del regno polacco. L'Ordine era finalmente riuscito a coronare il desiderio di Hermann von Salza, cioè la creazione di uno stato sovrano governato dai monaci-guerrieri teutonici, che si estendeva dall'Oder fino al golfo di Finlandia lungo tutta la costa meridionale del Baltico.

Decadenza

Terminata la missione di evangelizzazione delle terre baltiche, l'Ordine aveva perso uno dei suoi principali motivi di esistenza, e si era trasformato in una vera e propria potenza temporale, florida e robusta. Tutto questo splendore era destinato a durare a malapena un secolo. La mentalità gerarchica, autoritaria e intraprendente che era stata la spina dorsale dell'Ordine nei secoli dal XII al XIV si trovò a dover fare i conti, agli inizi del XV secolo, con una nuova diffusa mentalità, affarista e bottegaia, compromissoria e mestatrice, che mal si adattava alla ferrea disciplina imposta dall'Ordine. Cominciarono a sorgere leghe contro gli "abusi" dell'Ordine, fino a creare un vero e proprio "fronte interno" che, fomentato e supportato dalla corona polacca, ebbe un ruolo decisivo nel minare la resistenza dell'Ordine. L'unione del Regno di Polonia col Granducato di Lituania aveva infatti creato una potenza territoriale non indifferente, che però era limitata economicamente dal ferreo controllo dell'Ordine Teutonico sull'accesso al mar Baltico e sulla "via dell'ambra", sul cui commercio l'Ordine esercitava un deciso monopolio. La Polonia rispondeva a questo "embargo" ostacolando e boicottando regolarmente le attività dei mercanti prussiani, fino a impedire loro il transito sul territorio polacco. La crisi sfociò nella feroce guerra tra l'unione polacco-lituana e l'Ordine, guerra che lo avrebbe condotto al dissolvimento dei suoi possedimenti e quasi alla cessazione della sua stessa esistenza. Il re polacco Wladislaw Jagiello, non appena stipulata la "pace perpetua" del 1404 con i teutonici, cominciò ad alimentare lo scontento dei samogiti, che erano stati da lui affidati al controllo dell'Ordine. Nel 1407 essi si ribellarono. Il nuovo Gran Maestro Ulrich von Jiingingen si rivolse, invano, allo stesso Jagellone per far cessare le cruente rivolte nella Samogizia. Jagiello voleva arrivare alla resa dei conti coi teutonici. Nel giugno 1410 lo Jagellone mise in campo un'armata di centomila uomini, in gran parte contadini, e marciò verso lo scontro. Dal canto suo, l'Ordine poteva contare su circa cinquantamila effettivi, meglio addestrati, armati e disciplinati. Il 14 luglio le truppe polacche, affiancate da lituani, samogiti, russi e tartari, cominciarono a disporsi nella piana tra i villaggi di Grunwald e Tannenberg. L'armata teutonica giunse, dopo una faticosa marcia nella pioggia e nel fango, nei pressi del villaggio di Tannenberg la notte fra il 14 ed il 15 luglio. La cavalleria pesante dell'Ordine mosse battaglia la mattina del 15 luglio, e i combattimenti durarono tutta la giornata, dapprima con predominio dei teutonici; poi, man mano che le ore passavano, la stanchezza derivante dalla lunga marcia e dall'equipaggiamento pesante presero il sopravvento. Il Gran Maestro stesso si gettò nella mischia nella speranza di risollevare le sorti della battaglia, ma fu colpito a morte. Questo fatto gettò scompiglio tra le fila teutoniche fu la disfatta. L'Ordine aveva subito la sua prima vera grande sconfitta militare, e dovette patire l'umiliazione suprema di veliere 51 dei suoi stendardi caduti in mano nemica ed esposti come trofei di guerra in una cappella della cattedrale di Cracovia. Tutte le più alte cariche dell'Ordine avevano trovato la morte in battaglia, e l'integrità stessa dei suoi territori era messa in discussione. Questa drammatica sconfitta ha segnato pesantemente la coscienza collettiva germanica e slava, tant'è che oggi in Polonia non esiste città che non abbia almeno una via intitolata alla battaglia di Grunwald; da parte tedesca, l' "Onta di Tannenberg" non fu lavata che nel 1914 dalla vittoria di Hindenburg e Ludendorff sui russi.

Il 25 luglio 1410 le truppe di Jagiello si presentarono sotto le possenti mura della fortezza di Marienburg, conquistando e sottomettendo ogni territorio che attraversavano. Torun, Strassburg e Schweiz si consegnarono all'invasore, mentre Kònigsberg, Danzica, Elbing, Kulm e Balga resistettero a oltranza. L'Ordine si salvò solo grazie alle divisioni interne che avevano portato la discordia nell'accampamento polacco. Jagiello tolse l'assedio al castello il 19 settembre 1410.

L'8 dicembre 1410 vennero iniziati i negoziati, conclusi il primo febbraio 1411 con la "pace di Torun", che stabiliva una nuova "pace perpetua" tra l'Ordine e la Polonia-Lituania, la liberazione senza riscatto dei prigionieri e la restituzione reciproca di tutti i territori catturati durante la guerra. Inoltre veniva sancito il diritto dei mercanti ad usare senza limitazioni le rotte commerciali. Non appena ratificata la pace, Jagiello pretese, per liberare i prigionieri, un riscatto di cinquantamila fiorini d'oro, che l'Ordine acconsenti a pagare per salvare la pace. Ovviamente, conclusa la pace, i teutonici si affrettarono a punire severamente tutti coloro che avevano tradito e "pugnalato alla schiena" l'Ordine nel momento della sconfitta. Le purghe e le confische non si fecero attendere. Venne inoltre stabilita un'imposta sui beni e sui redditi per risanare le casse dell'Ordine, cosa che mandò su tutte le furie tutti i potenziali contribuenti. Le tensioni si ripercossero in tutto l'Ordine, tanto da provocare l'allontanamento dilla nobiltà tedesca.

Anche l'avvento degli hussiti si ripercosse sulle sorti dell'Ordine Teutonico. Il dibattito sulla linea politica da seguire nei confronti dei riformati provocò una lunga serie di faide, che fecero detronizzare numerosi Grandi Maestri e rimisero in guerra l'Ordine con la Polonia. Si arrivò ad una nuova pace nel 1422, con la cessione della Samogizia, salvo una stretta fascia costiera, alla Polonia, e una serie di altre concessioni. La pace fu rotta nuovamente dai polacchi nel 1433, e le truppe mercenarie si impegnarono a devastare il più possibile dei territori teutonici. Si firmò una nuova "pace perpetua" nel 1435, che sanciva quanto stabilito nel 1422 e accollava pesanti indennità all'Ordine. La struttura dell'Ordine vacillava. Nel 1454 scoppiò in Prussia una rivolta contro l'Ordine. Molte città si arresero, e Marienburg fu messa sotto assedio. Alla rivolta, naturalmente, si uni la Polonia, che intendeva attentare all'integrità della Prussia. Fu l'inizio della guerra dei tredici anni, che avrebbe visto la vittoria dei nemici dei teutonici. Nel 1457 l'Ordine perse Marienburg, che fu consegnata ai polacchi da alcune truppe mercenarie, e trasferì la propria sede a Kònigsberg. L'Ordine non aveva più truppe e risorse per opporsi agli invasori, e il territorio prussiano si sfaldò lentamente.

Nel 1466 iniziarono i negoziati che portarono alla seconda pace di Torun, nella quale l'Ordine rinunciava al possesso dei territori meridionali a vantaggio della Polonia, conservando la propria sovranità sulla Prussia orientale e sulla Livonia, ma facendo atto di vassallaggio al re di Polonia. Tale pace fu messa in discussione dal Gran Maestro dell'Ordine Federico di Sassonia nel 1498, non essendo stata confermata né dall'imperatore né dal pontefice; Federico di Sassonia, una volta eletto, si rifiutò infatti di recarsi dal re polacco per porgergli omaggio, come prescritto dal trattato. Quando egli morì, pel 1,510, la questione sull'omaggio era, ancora apertagli capitolo scelse come Gran Maestro il margravio di Brandeburgo Albrecht, figlio del margravio di Brandeburgo-Ansbach e di Sofia, figlia del re di Polonia Casi miro IV. Albrecht si rifiutò parimenti di porgere omaggio al re di Polonia, nonostante l'esortazione in questo senso da parte dell'imperatore Carlo V. Albrecht considerò anzi un tradimento ciò che gli era stato suggerito da Carlo V. Si recò quindi a Wittemberg, dove ebbe un colloquio con Lutero. Gli effetti di questo colloquio non tardarono a farsi sentire: le idee luterane presero rapidamente piede nella Prussia teutonica. Lo stesso Gran Maestro, Alberto di Brandeburgo, infranse i voti monastici, aderì alla riforma luterana, secolarizzò i beni dell'Ordine e si accordò con la Polonia nel 1525, dichiarando di essere vassallo del re e di ricevere dalle sue mani, a titolo di feudo ereditario, il ducato di Prussia. Albrecht Hohenzollern von Brandenburg-Ansbach, nonostante le proteste del papa Clemente VII e dell'imperatore Carlo V, diveniva pertanto il primo duca di Prussia, ricevendo giuramento di fedeltà per sé e i propri eredi da parte dei territori a lui soggetti. La Livonia rimase per un certo tempo fedele a Roma, ma il suo maestro provinciale passò alla Riforma nel 1560, cedendo la Livonia alla Polonia e ricevendo in cambio i ducati di Curlandia e Semgallia; inoltre depose il mantello bianco dei Cavalieri Teutonici e prestò giuramento al re di Polonia. La presenza dell'Ordine Teutonico nel Baltico era conclusa, il sogno di Hermann von Salza svanito per sempre.

Diffìcile sopravvivenza

Un nuovo Gran Maestro dell'Ordine fu eletto nel 1526, nella persona del Maestro Provinciale di Germania. Da quel momento l'Ordine avrebbe avuto a capo uno "Hoch und Deutschmeister", un "Gran Maestro e Maestro Tedesco", sotto la protezione della casata degli Asburgo. L'esistenza dell'Ordine, diviso tra due fedi e privato dei suoi possedimenti, era in serio pericolo. Il numero dei fratelli cavalieri era in costante diminuzione: sembrava che l'Ordine non servisse più a nulla. Con l'arciduca Massimiliano d'Asburgo, che diviene Gran Maestro nel 1595, l'Ordine fu posto sotto la completa tutela della casa d'Austria. Furono anche riformati gli statuti dell'Ordine per adattarli alla nuova situazione. Da lì in avanti l'Ordine sopravvisse a stento a molte traversie, tra cui anche la guerra dei trent'anni (1618-48), cercando di consolidare la propria situazione finanziaria e militare. L'Ordine tornò varie volte in campo, nonostante l'esiguità delle sue forze, combattendo valorosamente per difendere il proprio onore cavalieresco, anche per liberare Vienna dall'assedio dei Turchi. Nel XVIII secolo il declino dell'Ordine continuò inesorabile. L'affiliazione dei fratelli-cavalieri divenne un fatto puramente formale, un titolo da aggiungere ad altri già posseduti. L'Illuminismo portò l'Ordine ad entrare in contatto con la Massoneria.

Carlo di Lorena e il suo successore, Massimiliano, Gran Maestri dell'Ordine, ebbero rapporti stretti con varie logge massoniche; Massimiliano di Lorena fu inoltre protettore di Haydn, Mozart e Beethoven. Nel XIX secolo la componente cavalieresca dell'Ordine è quasi scomparsa, e fa'maggior parte dei membri è composta da fratelli-preti. La componente clericale dell'Ordine diviene predominante. L'avvento di Napoleone assesta il colpo di grazia all'Ordine, sopprimendolo il 24 aprile 1809. Il congresso di Vienna del 1815 non si occupò minimamente di restituire all'Ordine le sue proprietà, e l'Ordine sopravvisse solo in virtù del sostegno dell'imperatore d'Austria.

Nel 1834 l'imperatore restaurava l'Ordine come "istituzione autonoma religiosa e militare". Il Capitolo Generale si riunì a Vienna tra maggio e giugno del 1834, e avviò un processo di revisione degli statuti, votati definitivamente nel 1839. Il numero dei cavalieri dell'Ordine passò da cinque nel 1835 a trenta nel 1863. I nuovi statuti rimasero in vigore sino al 1929. Furono ricostituite le categorie delle Sorelle Teutoniche, con compiti caritativi e assistenziali, e dei Fratelli-Preti. Le generose donazioni che l'Ordine ricevette gli permisero di edificare numerosi ospedali conventi, ritornando così alle origini ospedaliere che lo avevano visto nascere. Dal 1877 al 1923 l'Ordine fu presente sui campi di battaglia per portare soccorso ai soldati feriti di tutti gli schieramenti. Dopo la sconfitta austriaca del 1918, l'esistenza dell'Ordine torno nuovamente a essere messa in discussione. Si arrivò alla riforma della regola, approvata dalla Santa Sede nel 1929, che modificò pesantemente l'assetto dell'Ordine. Il nome di Cavalieri Teutonici doveva essere abbandonato, prendendo il nome di "Fratelli dell'ordine tedesco di Santa Maria di Gerusalemme' ; l'Ordine diveniva unicamente religioso e rinunciava alla tradizione militare, mantenendo l'unico privilegio di attribuire l'investitura cavalieresca. La Santa Sede ha attualmente il conti olio sull'Ordine. Le difficoltà dell'Ordine comunque non erano finite. Dopo l'annessione dell'Austria alla Grande Germania del 1938, fu pesantemente attaccato dalle autorità naziste in quanto considerato un relitto filoasburgico. Il 6 settembre 1938 l'Ordine fu soppresso ed i beni confiscati. Numerosi fratelli, compreso il Gran Maestro, furono arrestati e deportati. La costituzione del protettorato di Boemia e Moravia nel 1939 riservò alle sedi dell'Ordine in quei luoghi un trattamento simile.

Curiosamente, proprio nel momento in cui l' "establishment" nazista sopprimeva l'Ordine Teutonico, Heinrich Himmler tentò di recuperare una parte della simbologia e della tradizione dell'Ordine stesso, a vantaggio del nuovo regime. Le SS, l' "Ordine Nero" di Himmler, dovevano essere una reincarnazione dell'Ordine Teutonico, privato di tutti gli elementi cristiani. Il ricostruito castello di Wewelsburg, presso Paderborn, vero e proprio "tempio" delle SS, fu riedificato secondo gli stilemi delle fortezze teutoniche nell'Europa dell'Est. Himmler sfruttò dunque un'iconografia suggestiva e piena di storia per degli scopi assolutamente distorti e aberranti. I risultati dell'azione delle SS purtroppo sono sotto gli occhi di tutti, e i veri cavalieri teutonici, fedeli al papa e al loro Ordine, furono perseguitati e vittime del populismo razzista propagandato dal nazismo.

Dopo la guerra, l'Ordine potè voltare pagina e ricominciare, per l'ennesima volta, una nuova esistenza. Nel 1947 furono abrogate in Austria le disposizioni del 1938, e si poterono recuperare un po' alla volta i possedimenti che l'Ordini aveva avuto in quelle terre. L'Ordine hi inoltre autorizzato, dopo un secolo e mezzo, a riprendere la propria attività caritativa in Germania per portare soccorso alla popolazione. L'avvento dei regimi comunisti in Cecoslovacchia e Jugoslavia impedì che questo potesse avvenire anche in quei territori; l'Ordine rimase fuorilegge e i suoi beni, confiscati una prima volta dai nazisti, furono confiscati una seconda volta dai comunisti.

Dopo il crollo dell'egemonia comunista nell'Europa orientale avvenuto tra il 1989 ed il 1991, l'Ordine ha potuto riprendere le proprie attività assistenziali anche in quei territori da cui era stato espulso nei precedenti cinquantanni, sopravvivendo in tal modo all'avvento del nazismo e del comunismo. L'Ordine attualmente ha sede a Vienna ed è diviso nei Priorati d'Austria, Germania ed Italia, con circa ottanta religiosi professi di cui cinquanta sacerdoti.

Conclusione

Mille anni di intensa storia non possono certo essere ridotti in un numero di pagine cosi limitato. Ma d'altronde una vita impegnativa, ricca e articolata come quella dell'Ordine Teutonico merita di essere conosciuta, compresa e rispettata. Se questo articolo è riuscito a sfatare un po' di luoghi comuni su questo complesso e illustre ordine cavalieresco, tanto basta. È un primo passo verso una conoscenza più obiettiva e rispettosa di ciò in cui tanti uomini hanno creduto fermamente, anche a prezzo della propria vita, nel corso di quasi nove secoli.

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Santa Maria in Gerusalemme
by Heraldique Monday, Oct. 03, 2005 at 8:09 AM mail: fpalestro@libero.it

H.I.R.H. Sovrana Assoluta Ordine Cavalieri Teutonici

Worms
Vienna
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Cristianesimo Vivente
by Prof Pignatelli Friday, Nov. 11, 2005 at 10:11 AM mail: ue.centropace@libero.it


Commenti [18]
La scoperta della sindone presso Federico II e' opera della principessa Yasmin von Hohenstaufen e risale al 96/97 come riportano i media, e non e' una scoperta di un certo costantini nel 2005 che ha plagiato i libri e le interviste fatte alla principessa Yasmin, autrice delle scoperte.
Vito Costantini:autore del Plagio del secolo.

Anteprima:


Comunicato La Fondazione Federico II smentisce il sito Frisella .it che riporta un progetto editoriale del Signor Vito Costantini il quale millanterebbe di aver scoperto lui che la sindone era stata a Brindisi , Oria a Castel del Monte, a guisa di chi si sveglia una mattina nel 2005 e scrive un libro arrogandosi di aver scoperto l'America! La scoperta della Sindone presso Federico II , nei siti Federiciani, e' opera della principessa Yasmin von Hohenstaufen , la quale ha gia' pubblicato dei libri ,dal 96/97, migliaia di articoli e pubblicato documenti inediti su tale scoperta, con relative fonti. A finire sull'Avvenire del 14 febbraio 97 Speciale Sindone presso gli Hohenstaufen, rubrica Agora'. E' stata una scoperta epocale e arrogarsene la paternita' indebitamente e' talmente delirante da sconfinare nel patetico e nel ridicolo. Intimiamo al responsabile del sito ,frisella.it, la cui email e' inesistente, a rettificare immediatamente, unitamente al signor Vito Costantini, con preghiera di scusarsi pubblicamente per l'opera di presunto plagio e millantato credito, pena risarcimento danni materiali, morali, ove nel progetto letterario avesse omesso che l'autrice della scoperta e' Princess Yasmin.Una precisazione:ma Vito Costantini viveva sulla luna ,probabilmente , quando in TV ,su tutti i giornali usciva la notizia della scoperta delle reliquie di Cristo nel Casato della Principessa Yasmin che, oltre a rinvenire documenti inediti sulla Sindone, ha trovato materialmete le Bende di Cristo e le reliquie del Golgota che furono sempre nel suo casato, in quanto i nonni paterni e materni sono la Dinastia degli imperatori Potior o Puoti Isacco Comneno che consegnarono a Costantinopoli le reliquie al Barbarossa che passarono a Federico II e poi all'antenato della principessa Yasmin , Federico Avril de Burey d'Anjou Hohenstaufen Plantagenet, come risulta nei pastorali di Bretagne ereditati dalla stessa principessa Yasmin, discendente diretta degli imperatori Anghelos Comneno, attraverso i principi Puoti, suoi nonni e di Federico II ed Isabella d'Inghilterra, attraverso il padre. Da :Diffide ai predatori delle scoperte del Secolo, di Princess Yasmin(euronews) -------------------------------------------------------------------------------- Questa e' la notizia del plagio a danni della Principessa Yasmine Aprile von Hohenstaufen Puoti Danilo Bortone Articoli Tutte le Categorie -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Scambio Banner Annunci Google Il Clamoroso plagio di Vito Costantini:una gaffe patetica ed esilerante che gli costera' un risarcimento danni epocale! Storie misteriose: LA SACRA SINDONE ARRIVO’ A BRINDISI CON FEDERICO II Inviato Mer 01 Giu 2005 da matteo Il falso di Vito Costantini(la scoperta e' di Princess Yasmin von Hohenstaufen) LA CLAMOROSA IPOTESI DI UNO STUDIOSO LOCALE La Sacra Sindone, il lenzuolo che secondo i cattolici avvolse il corpo di Gesù, sarebbe sbarcata a Brindisi direttamente dalla Terra Santa. La clamorosa ipotesi viene ventilata da Vito Costantini, narratore e saggista brindisino. In un suo studio, di prossima pubblicazione, Costantini sostiene che sarebbe stato l’imperatore Federico II a portare in Italia la reliquia più importante della cristianità e che per custodirla (anche questa è un’ipotesi ardita e assolutamente inedita) avrebbe fatto edificare il maniero a pianta ottagonale di Castel del Monte. La terra di Brindisi, dunque, punto di partenza e d’arrivo dei guerrieri che combattevano in Terra Santa, sarebbe stato il punto d’arrivo della Sindone prima che, a seguito di varie vicissitudini alcune delle quali tuttora misteriose, giungesse a Torino. La prima data storicamente accertata della presenza della Sindone è quella del 1356 quando un nobile francese, Goffredo de Charny, la espose per la prima volta in una chiesa. La reliquia fu poi venduta ai Savoia che la portarono nel capoluogo piemontese dove attualmente si trova, sotto l’egida della Chiesa. Prima del 1356 è ufficialmente buio completo perché né de Charny né i suoi successori rilevarono la provenienza della reliquia. Ed è qui che si inserisce la ricostruzione operata da Costantini con un paziente lavoro di studio dei documenti, un percorso che rappresenta una novità assoluta per gli storici. Lo scrittore brindisino associa il ritrovamento del lenzuolo alla figura di Federico II (1194-1250). Una fonte storica racconta di un cavaliere templare, un certo Andrè de Joinville, che avrebbe trasferito il sudario di Gesù nella località di Acri, in Palestina, nel 1203. La reliquia fu però in parte danneggiata perché sottoposta alla prova del fuoco per stabilire se fosse davvero di provenienza divina. L’imperatore, interessatosi alla notizia, propagatasi rapidamente nel mondo cattolico, delegò il cavaliere Corrado di Hohenloe-Brauneck a portarsi in Palestina per raccogliere prove sul famoso lenzuolo e per verificare se fosse ancora esistente. La vicenda – spiega Costantini – è citata anche da Baime Bollone, medico e storico, presidente della commissione sindonologica, in un lavoro dal titolo "Sindone o no", pubblicato nel 1990. Fin qui la ricostruzione confortata da oggettivi riscontri storici. Il resto lo ipotizza Costantini. "In realtà – sostiene il saggista – la Sindone pervenne nelle mani dello stesso Imperatore nel corso della Sesta crociata per la quale Federico II era partito il 28 giugno 1228. Lasciata Gerusalemme il primo maggio dell’anno successivo (dopo averla conquistata per via diplomatica e senza spargimento di sangue), egli sbarcò a Brindisi il 10 giugno 1229 portando con sé in grandissimo segreto il sudario". Ed è qui che si inserisce la seconda suggestiva ipotesi cui Costantini è giunto nel corso dei suoi studi. "Con il lenzuolo e con il seguito Federico II passò da Oria (forse per vedere il castello in costruzione) e si avviò verso Barletta. Da quel momento l’imperatore si prodigò per ideare e far costruire un monumento che potesse custodire il lenzuolo". Ma perché non fece mai sapere di possederlo? "Federico II, che era stato in precedenza scomunicato da papa Gregorio, aveva un atteggiamento conflittuale e ambivalente nei confronti del Cristianesimo e della figura di Gesù in particolare. Probabilmente considerava la Sindone una reliquia personale dalla quale trarre forse l’energia e la forza, secondo le convinzioni magiche e pseudoscientifiche del tempo. Ma se è vero che l’imperatore non lasciò alcuna testimonianza scritta, ci resta il monumento che fece erigere sperando di poterla custodire per sempre, Castel del Monte. Proprio la pianta ottagonale del castello riporterebbe al punto di contatto tra l’uomo e il Creatore: l’otto viene infatti considerato il numero dell’infinito. Sin qui le ipotesi di Costantini. Suggestive, senza dubbio, forse prive di documenti sicuri, ma in ogni caso degne di essere prese in considerazione per un mistero, quello della Sindone, che neanche la scienza ha finora risolto. Basti ricordare che nel 1988 un frammento del lenzuolo fu analizzato con il metodo del radiocarbonio da tre laboratori diversi. Tutti e tre stabilirono che il tessuto era stato realizzato tra il Tredicesimo e il Quattordicesimo secolo, quindi tra i 1200 e i 1300 dopo la morte di Cristo e dunque senza nessun rapporto possibile con Gesù. Ma la notizia, che suscito profondo clamore, fu contestata da chi sosteneva che l’angolo che era stato prelevato per effettuare l’analisi chimica non era rappresentativo dell’intero lenzuolo in quanto inquinato e restaurato con fili più recenti. Successive analisi chimiche ribaltarono la tesi di una datazione medievale del sudario. Una cosa invece è certa: l’analisi dei pollini ritrovati sul tessuto ne indicano la provenienza dall’Oriente e precisamente proprio dalle zone in cui si svolsero le Crociate. Ecco dunque il grande dilemma: Sindone o no, chi portò il lenzuolo da Occidente. E a questo punto è lecita un’altra domanda: è possibile che approdò in Italia proprio da Brindisi, testa di ponte per

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Erede della sindone princess Yasmin
by Prof Weiss Thursday, Nov. 24, 2005 at 6:44 AM mail: ue.centropace@libero.it

'Avvenire "La Sindone" presso gli Hohenstaufen
Autrice della scoperta che la Sindone era di Federico II e' l'archeologa Yasmin von Hohenstaufen , pronipote di Frederich Avril de Burey d'Anjou hohenstaufen Plantagenet , figlio di federico II ed Isabel von England-
Prof.Baima Bollone"La Tesi della Principessa Yasmin von Hohenstaufen e' degna di Fede"-14 febb.97 intervista a Salvatore TV San Marino -Speciale Sindone Meeting Internazionale

Don Tarzia General Manager Ed. San Paolo

"La tesi della Principessa Kathryn Hohenstaufen e' la via piu' vera":Certamente la Principessa Karhryn e' creatura prediletta del Signore"- 9 gennaio 97

Prof.Siliato Sindonologa
ott.93
La scoperta della Principessa Kathryn e' Epocale e cambiera' tutta la storia degli itinerari della sindone e delle Reliquie del Golgota.

Prof. W.Mc Kenney.

Siamo convinti che La Vera Sindone sia quella scoperta dalla Principessa Kathryn e che quella di Torino sia solo una copia di Leonardo, il quale nell'enigma della Gioconda, vuol celare in codice che il Delfino(Gioca-onda)di Federico II ed Isabella d'Anjou(Angevin ,e' sopravvissuto nel Delfinato nella dinastia Avril de Burey d'Anjou che cela la Sindone e le Bende -come dai capitelli dell'Abbazia di Saint Genis, ove l'Abbate Aprilis ostenta la Sindone, scoperti dalla Principessa Archeologa Yasmin che ha rinvenuto nell'abbazia di Saint Genis, il nome Arcano degli Hohenstaufen Staufe Friius ed addirittura la Tomba di Yaesou six Rex, risolvendo l'enigma et in Arcadia Ego...La scoperta dell'Onfale Graal nel Castrum Petre Roseti, da parte della Principessa Yasmin von Hohenstaufen, svela che Federico II era la Linea di sangue del Santo Graal , come conferma il motto des Avril de Saint Genis SAINTONGE."Fortis Renascitur Proles, Yaesou Renascitur Proles".(1990)

S.A.I.R. La Principessa Rosemarie K.Aprile von Hohenstaufen Puoti Veruli Macedonio:"Le Bende rappresentano invece la conferma che la Sindone di Torino fu posta sopra le Bende che riportano il vero Corpo e Volto di Cristo , in quanto a diretto contatto."
1996




In Italia Castrum Petre Roseti (CS)

King Ruggero II


castel_del_monte
Maggiori informazioni




RavennaMonza




NBC. RAI Tv der Spiegel Speciale sindone TMC Resto del Crlino il Tempo Gazzetta del sud Gazzetta del Mezzogiorno(La sindone nei siti Federiciani)
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La sindone era di Federico II
by Centro Int. Sindonologia Saturday, Nov. 26, 2005 at 7:40 AM mail: ue.centropace@libero.it

La sindone presso Federico II :scoperta della Principessa Yasmin von Hohenstaufen dal 2 marzo 1990

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SAIR Principessa Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Putiatin e Sua
Eminenza il Cardinale Ersilio Tonini durante la Premiazione al Castrum Petrae …
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Fondazione Federico II
Noi Yasmin von Hohenstaufen Imperatrix Semper Augusta giuriamo fedeltà alla …
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S
SAIR Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey Anjou Putiantin Puoti von Bisanzio.
… SAIR La Principessa Yasmin von Hohenstaufen Hohenzollern …
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CI TTADINANZE ONORARIE a SAIR Principessa Yasmin von Hohenstaufen d’Anjou
Plantagenet SAIR Principessa Kathryn von Hohenstaufen …
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8 Giugno 2003 Arles -SAIRla Principessa Yasmin von Hohenstaufen Avril de …
Piece teatrale di SAIR Principessa Yasmin von Hohenstaufen dal Volume “Il …
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SUPREMO CONSIGLIO DEL MONDO DI TUTTI GLI ORDINI E RITI MASSONICI
SOVRANA ASSOLUTA. Supremo Magistero del Santo Graal. SAIR Principessa Yasmin von
Hohenstaufen. Gran Magistero dell’Orso …
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Maison Imperiale Hohenstaufen
La Principessa Yasmin von Hohenstaufen, in un Convegno sulla Sindone, le Bende
di Cristo, il Graal e le reliquie di Costantinopoli, a Glastonbury, …
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Chairman and Founder HIRH Prof Dott Yasmin von Hohenstaufen. STRASBOURG …
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Principessa Yasmin von Hohenstaufen. SOVRANA ASSOLUTA SUPREMO. MAGISTERO di SAN
GIORGIO … Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Puoti Yussupova …
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GLI ALTAVILLA
SAIRPrincipessa Yasmin von Hohenstaufen d’Anjou d’Hauteville … Presidente SAIR
Principessa Yasmin d’Hauteville von Hohenstaufen …
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Yasmin von Hohenstaufen. Avril de Burey d’Anjou Putiatin Hohenzollern … UCERT:
Chairman and Founder HIRH Prof Dott Yasmin von Hohenstaufen. STRASBOURG …
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SUPREMO CONSIGLIO DEL MONDO DI TUTTI GLI ORDINI E RITI MASSONICI
Principessa Yasmin von Hohenstaufen. SOVRANA ASSOLUTA SUPREMO. MAGISTERO di SAN
GIORGIO … Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Puoti Yussupova …
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GLI ALTAVILLA
SAIRPrincipessa Yasmin von Hohenstaufen d’Anjou d’Hauteville … Presidente SAIR
Principessa Yasmin d’Hauteville von Hohenstaufen …
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Inviato da: Flavia Palestro , 26.11.05 07:20 - [x]
La Sindone e le Bende di Cristo presso gli Hohenstaufen :scoperta della pronipote di Federico Ii von Hohenstaufen che rinviene negli Archivi di famiglia anche le Bende di Cristo e le Reliquie del golgota che furono custodite nel Monastero di Lorch e nei castelli e siti federiciani. La Sindone ereditata da Corradino , passo’ all’ultimo imperatore svevo,il figlio di Federico II ed Isabella d’inghilterra, ossia Federich Avril de Burey d’anjou Hohenstaufen Plantagenet, antenato della Principessa Yasmin

:Princess Yasmin von Hohenstaufen

CORPUS SAECULARIUM PRINCIPUM
(Della Rosa Fronzuta saro’ Pellegrino di Yasmin von Hohenstaufen). ********* …
Il Dragone .autrice Princess Yasmin von Hohenstaufen Avril de Saint Genis- …
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Perche
Yasmin von Hohenstaufen. Avril de Buren d’Anjou. Potior. Augusta. Flavia Patricia
Julia Diva Gaia Teodosia Valens. Imperatrix Romanorum et Bisantii …
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Dinastia Valentinian
Principessa Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Puoti von Bisanzio
… E’ cugino e cognato di SAIR Principessa Yasmin von Hohenstaufen Aprile di …
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Fondazione Federico II
La Principessa Yasmin Avril de Burey d’Anjou -Puoti (Aprile von Hohenstaufen
Puoti) in Italia è nubile, è figlia del Principe Giuseppe, figlio della …
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Comunicato Castelpoto
SAIR Principessa Yasmin Aprile von Hohenstaufen Puoti Putiatin,la Pronipote di
… SAIR La Principessa Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Puoti …
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Principati
SAIR La Principessa Yasmin von Hohenstaufen Hohenzollern … E’ il titolo di un
saggio della Principessa Yasmin von Hohenstaufen Aprile di Lanslebourg …
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S
Yasmin. Picture by Princess Rosemarie Macedonio Aprile von Hohenstaufen Puoti
… HIRH Princess Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Putiatin …
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Fondazione Federico II
Principessa Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Putiatin. Erede delle
Reliquie di San Giorgio(custodite dai Cavalieri di San Giorgio Aprilis di …
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federicostupormundi.it
Yasmin von Hohenstaufen Princess Avril deBurey d’ Anjou Putiatin. Last Empress
of Jerusalem Italy Germany Sicily Bourgogne Arles. …
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ORIGINE MEROVINGIA DEGLI AVRIL DE SAINT GENIS
DA: “Il GENOMA DEL GRAAL“di YASMIN von HOHENSTAUFEN-edito ECP“:Il Vero Nome degli
HOHENSTAUFEN era AVRIL de SAINT GENIS de SAINTONGE o STAOPER …
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Inviato da: Flavia Palestro , 26.11.05 07:27 - [x]
Autrice della scoperta della Sindone presso Federico II e’ la pronipote archeologa Yasmin Aprile von Hohenstaufen Puoti von Comneno Canmore Hohenzollern Hauteville Aragona che individuo’ dal 90 documenti inediti negli archivi di famiglia, di cui trovo’ conferma nel 96/97 nei Monumenta Germaniae historica cap. Historia Friderici

Gli Enigmi della Cappella della Colomba degli Avril de Saint Genis …
La Tomba di Yaesou Six Rex scoperta dalla Principessa Yasmin von Hohenstaufen,
nell’edizione per iniziati del Genoma del Graal ed. …
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Fondazione Federico II
(Della Rosa Fronzuta saro’ Pellegrino di Yasmin von Hohenstaufen) … Tratto dal
terzo volume del”Genoma del Graal “di Yasmin von Hohenstaufen ed. …
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S
HIRH Princess Yasmin von Hohenstaufen. Aprile di Burey Anjou Puoti von Costantinopoli
… gli Hohenstaufen.Sua Altezza Imperiale la Principessa Yasmin von …
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Un Principe Russo di nome Puoti
E’ il padre della Principessa Yasmin Aprile von Hohenstaufen Puoti Putiatin
Allegro d’Alegre de Hochstaden. King Giuseppe von Hohenstaufen Avril de Buren …
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HOHENSTAUFEN CASTLE
La Principessa Yasmin von Hohenstaufen Aprile di Burey d’Anjou Puoti di Federico
II ed Isabella d’Inghilterra, e’ discendente di Re Poto,fratello …
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ORIGINE di VILLA di BRIANO
PRINCESS YASMIN von HOHENSTAUFEN AVRIL BUREY d’ANJOU Puoti … La Principessa
Yasmin Gelsomina Aprile von Hohenstaufen Puoti , discendente diretta del …
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AVRIL de BUREY d
Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Puoti Yussupova. SAYEDA de Buren
Khan Princess Avril de Bourcane(Burkhan), The daughter of Muhammed …
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Fondazione Federico II
HOHENSTAUFEN CASTLE · Dinastia Macedonio Hohenstaufen · Il Principe Carlo
d’Inghilterra e la Principessa Yasmin von Hohenstaufen Plantagenet a Sansepolcro …
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a proposito dei d
Il Sindaco di Saracinesco,Dott Marco Orsola,Storico, Vicario Imperiale di SAIR
Principessa Yasmin von Hohenstaufen ed Suo Ambasciatore a Gerusalemme …
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Hohenstaufen
SAIR La Principessa Yasmin Avril de Saint Genis Saintonge Hohenstaufen …
La Principessa Yasmin che ha ereditato dalla bisnonna, la principessa Elvis von …
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Inviato da: Flavia Palestro , 26.11.05 07:32 - [x]
In memoria di Re Enzo
La Granduchessa Pavlovna ,moglie divorziata del Principe Putiatin, cugino del
Padre della Principessa Yasmin Aprile von Hohenstaufen Puoti , raccolse un …
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Fondazione Federico II - [ Traduci questa pagina ]
SAIR Principessa Yasmin von Hohenstaufen Puoti Avril de Burey d’Anjou von
Hohenzollern. Fondazione Macedonio Imperial Dynasty Princess …
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Dinastie Graaliche
Arme de la Princesse Philomene Allegro von Hockstaden Potior duchesse von Hostade
Jagelloni, madre della Principessa Yasmin von Hohenstaufen Aprile di Buren …
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Nuova pagina 7 - [ Traduci questa pagina ]
Yasmin von Hohenstaufen. Hohenzollern Avril de Burey d’Anjou Putiatina Yussupova
… La Principessa Yasmin von Hohenstaufen Hohenzollern …
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Vini Longobardi nelle Terre Picene
SAIR Principessa Yasmin Aprile von Hohenstaufen Puoti Putiatin Alegre de …
SAIR La Principessa Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d’Anjou Puoti …
http://www.federicostupormundi.it/ vini_longobardi_nelle__terre_pic.htm - 373k - Copia cache - Pagine simili

LA FONDAZIONE FEDERICO II DI EDIMBURGO ESPRIME VIVI APPREZZAMENTI … - [ Traduci questa pagina ]
Yasmin von Hohenstaufen Aprile di Burey d’Anjou Plantagenet Puoti(Villa di Briano
15.6.46 Princes Puoti Palace-. Arme des Avril de Burey d’anjou …
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Fondazione Federico II
… Da Palermo anche la principessa Yasmin von Hohenstaufen — discendente diretta di
Federico II e di Isabella d’Inghilterra, nonchè presidentessa del Centro …
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Inviato da: Flavia Palestro , 26.11.05 07:36 - [x]
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rassegna
by --------------------------------- Sunday, Nov. 27, 2005 at 6:49 PM mail: ue.sindonologia.it


HE
... Federico II ed Isabella d'Inghilterra , quale legittima discendente di Federico II ed ... KING DESIDERIO, quale discendente dei Principi Puoti ... si pensi che Federico e' detto San ...
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen/HE.html


avviso1
AVVISO PRIORITARIO. ripreso dal comunicato EURONEWS - Edimburgo. Traduzione a cura Istituto Araldico Italiano ... pervenuti alla Fondazione Federico II, di cui è Presidente ... legittima e diretta discendente di Federico II ed Isabel d'Anjou ... e diretta discendente di Federico II ed Isabel d'Anjou ...
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen/avviso1.html


Avril
Genealogia Profetica. Nella Profezia di Nostradamus, il Re di Angoumois emergerà con Stupore (Effrayer) nel terzo millennio. ... sveva di Federico II, di cui ... di Federico II, nel terzo ... discendente diretta dell'imperatore e di Isabella d'Inghilterra, in visita a Castel Fiorentino. L'erede di Federico II ...
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen/Avril.html


diffida
Diffida dall' Uso improprio di nome marchi e stemmi registrati del Casato Hohenstaufen. ARMES DES LA MAISON IMPERIALE. APRILIS von HOHENSTAUFEN GRIFFON DE LANSLEBOURG. - opera n 428 e n 462 dell'Artista Araldico Storico. Prof. ... legittimi discendenti di Federico II ed Isabella d'Inghilterra. ... non riconosciuto discendente di Federico Barbarossa, che ha ...
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen/diffida.html


Deutscher
SUPREMUS ORDO MILITARIS EQUITUM TEUTONICORUM. Internationaler Deutscher Militarorden. STORIA DELL'ORDINE DEI TEUTONICI ... Don Oreste Palamara dei D'Altavilla di Sicilia discendente della stessa Casata di Federico II Hohenstaufen. ... di Malta, Cavalieri del Krac. Per informazioni: orepal@geocities.com ...
http://www.geocities.com/CapeCanaveral/Lab/3607/deut.htm


mess2005
... Evergreen Verdereshji. Fondazione Federico II. Fondazione Gotica ... TRASVERSALE. Forza Federico II! Fortis Renascitur Proles! ... http://www.geocities.com/k_hohenstaufen/GreenPrincesTrust.html ...
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen/mess2005.html


index
HOHENSTAUFEN Ring. UNIVERSITA' FEDERICO II DI NAPOLI. attualità 13.05.05. http://www.unina.it/news/vitafac/attualita/uniFedEd.jsp. Analisi nulle senza i periti di parte ... Princess Yasmin discendente di King Poto nipote di King Desiderio, capostipite ... 10.5.05 La Fondazione Federico II di Edimburgo e di ...
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen


comunicato1
... Federico II eventi di Bari annuncia ufficialmente di riconoscere S.A.I.R YASMINE VON HOHENSTAUFEN quale "LEGITTIMA "discendente ... Federico II Eventi associato ... Federico II Eventi ...
http://www.geocities.com/f_hohenzollern/comunicato1.html


lombards
Storia di Castelpoto. Storia del Regno di Napoli di Nicola Lettieri. e tutte le fonti citate nei siti. Il Futuro dei Longobardi e' Princess Yasmin , pronipote di Re Desiderio! ... Gothard e' l'ultimo discendente diretto della dinastia che ... finirono a Federico II. ( Avvenire 14 ... di Federico II. Inoltre Costanza, madre dell'imperatore Federico, e' discendente di ...
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen/lombards.html


SaintGenis
SaintGenis AVRIL DE SAINT GENIS motto:Fortis Renascitur Proles Rinasce la Prole Veiblingensium (Fortis) *** Il termine Saint Genis traduce Sancta Propago, ...
http://www.geocities.com/k_hohenstaufen/SaintGenis.html

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Cristianesimo Vivente
by F.Arzeni Friday, Dec. 16, 2005 at 7:36 AM mail: fpalestro@libero.it

http://www.geocities.com/f_hohenzollern/sindone.html

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Messaggio di fine anno
by rassegna euronews Friday, Dec. 30, 2005 at 9:46 PM mail: fpalestro@libero.it

"Noi Yasmin Dea dei Petenti diciamo
no all'Eucrastia Dea dell'Utile
No alla Filocachia
Amore della Reita'
Si all'ardire per amore dell'Umanita'"

Messaggio


di fine anno di H.I.R.H. Princess Yasmin von Hohenstaufen


"
Per
molto tempo abbiamo supplicato, i governanti , con messaggi ed in ogni modo, sempre nella maniera piu' ragionevole di riconoscere il Diritto della Ausonica Italia alla Speranza e alla felicita' in questa vita-Ma ora , visto che Voi intendete persevarare nei vostri ingiusti propositi che "ai poveri toglie il pane e ai poeti la pace", senza degnarvi di dare una onesta risposta alle nostre richieste di una generazione crescente di nuovi poveri , Noi che in questi santi giorni stiamo attraversando l'angoscia di questo Paese ,
vi informiamo che
, forti dell'aiuto di Nostro signore, e del nostro pieno diritto e sostenuti dallo Spirito Paraclito del popolo, noi siamo fermamente decisi a difendere il Nostro diritto alla felicita' , che ci avete strappato con la bieca violenza bistrattiva e vellutata dell'inganno burocrocratico e dell'insidia della regoletta monetaria ,che in tutto doveva renderci simili ed uguali nella moneta che era d'oro e l'avete restituita di stagno , nell'aciado muriatico del calderone mefistofelico dell'inganno programmato ...
Or...
non dite che non lo sapevate, che foste colti di sorpresa, poiche' da decenni, le volpi programmarano di ridurci a miserabile approdo.
Noi diciamo no alla decapitazione della Speranza, come abbiamo detto no all'inquinamento della Giustizia :No con voce forte, con tutta la Forza del Fortis Renascitur Spes!"
Messaggio di fine anno di Sua Altezza Imperiale Principessa Yasmin
**************************************

Dalle vostre finestre urlate tutti No all'ingiustizia, no agli abusi, no alla criminalita' organizzata, no alla violenza sui bambini, gli anziani i piu ' deboli:No alla rottamazione dell'umanita'...
Opponetevi
al male
nel
travaglio
per
il
nuovo anno!

----------------------------------
La Principessa Presidente del Gran Magistero Costituzioni Federiciane, lancia un appello agli Uomini di Buona Volonta' , affinche' il 31 dicembre preluda alla Rinascita del Regno dello Spirito e dell'Etica nella Politica "
"Gli eventi Epocali, sono per loro stessa natura plurisemici e pertanto gestibili solo attraverso metafore ed allegorie!"
"Non Abbiate paura di opporvi al male:fatelo subito e con tutte le vostre forze!"
"Noi Popolo italiano che non possiamo non definirci Popolo Longobardo , in nome di Quel Re dei Lombardi , King Desiderio, che dalla progenie celticomerolitingabizantina diede i natali alla stirpe normanna sveva d'Ausonia , terra del sud che invade oggi il mondo, non possiamo essere etichettati eversivi!Brindate alla forza della Speranza , poiche' nel

Nostro DNA c'e' lo Stesso codice genetico di Fortis Boaz e Salomone:il Motto des Avril de Burey d'Anjou de Saint Genis d'Imavricourt de Masquinaud ou Veiblinghen Buren Hohenstaufen Plantagenet(Aprile von Hohenstaufen Puoti , ovvero i Ghibellini Nascosti) e'"Fortis Renascitur Proles!Rinasce la Dinastia di Fortis Boaz o Salomone, Sol Justitiae !


Princess Yasmin Aprile von Hohenstaufen Puoti Putiatin , dalla Basilica di Santa Giulia di Re Desiderio e
Regina Ansa antenati del Barbarossa ,annuncia che L'Ausonia ha invaso l'Italia con il suo spirito escatologico e profetico....


, e invia un
Appello agli Italiani !
"Non Abbiate paura, ma timore di cio' che sta accadendo"..



"Non abdicate allo Spirito di Salomone e all'Autonomia della Politica e dell'Etica della Sancta Propago di Sol Justitiae , Stupor Mundi!"
"Una Scelta Epocale , con la stessa brutale violenza con cui fu decapitato Corradino, sta scippando dall'Arco dell'Alleanza della Legge, la Pietra Angolare della Liberta' di determinare il proprio destino ,dell'Autonomia dello Spirito e della Forza dell'Ethos !In Prima fila dell'Adunanza ,in futuro vedremo coloro che bramano di riavere "la Palla del Cielo dell'Onfalos, il Betilo della politica , "e vorranno , a forza di donativi, conquistarla , secondo avviso, mistificato a cadenza di misura di senno e probita' , per procacciarsi invece, sicurezza di impunita'!"
"Furibondo furore profetico , bava velenosa,scuote la Tomba del Nostro Augusto Avo Fridericus Stupor Mundi, che ancora dal verderame scaglia dardi, contro coloro che intaccano Sol Justitiae" . "Noi Yasmin von Hohenstaufen, Serva dei Servi del Signore, ascoltiamo dall'effervescenza del Nostro Dna , LA PROTESTA DI STUPOR MUNDI, QUALE SPIGA IN VENA SEMINALE, CONTRO CANI ED UCCELLI RAPACI!"
"Dio ci e' testimone dei Nostri desideri di Senno e di pace ! Noi chiediamo ai Politici:Redde quod Debes!Restituiteci cio' che e' Nostro:il diritto di realizzare i nostri sogni ! E poiche' Noi stessa, Yasmin, siamo la Sancta Propago di Avril de Saint Genis, ovvero la Sacra Progenie Veiblinghen Seme di Salomone, Sol Justitiae, proclamiamo:Restituite all'Ausonia il Sole della Giustizia e della Solidarieta' e dei diritti umani !"


"Lo Sconvolgimento per una Democrazia, il Preludio della sua Fine e' ...l'esser colti di sorpresa , non avere l'orizzonte di senso delle previsioni:questa e' la vera sconfitta! La Riforma della Politica , L'etica del compromesso, incalza subdolo
e strisciante , quando nei camini tutto e' tranquillo, ma gli spiriti liberi s'increspano come il mare."" Noi Gran Magistero delle Costituzioni Federiciane sentiamo in tale mescolanza di alchimie di patti oscuri i prodromi di una Jattura Scellerata ,senza ritorno, per gli stessi leaders ,anche se in buona fede ,di tali patti :la Cernobil del Tempio di Salomone!"

Un giorno costoro potrebbero essere le prime vittime della mannaia di una Politica asservita alla forza della mafia e
del Denaro!

"Nel Simposio e nelle leggi, politici, poeti e legislatori sono posti sullo stesso piano, in quanto educatori della Cittadinanza , con i loro discorsi ;anzi la Legge e' caso mai sovraordinata alla Politica e alla stessa Poesia ,IN QUANTO NE COSTITUISCE LA NORMA di riferimento, QUASI LA "Pietra di Paragone "Basanos "o "Contraveleno"!
Vi e' bisogno di una nuova concezione della Politica e della Giustizia , al di la' del Management e della leadership, ma questa non puo' essere affidata " al mestiere della Politica!"

Il Gran Magistero delle Costituzioni Federiciane, attraverso il Presidente Onorario, Sair Principessa Yasmin Aprile von Hohenstaufen Puoti, docente universitario, giornalista, gia' Presidente del Reader's Digest, founder di Free Press Association a Chalon ,lancia un Appello agli Intellettuali e alle Associazioni per i Diritti umani affinche' si impegnino per la tutela dei diritti civili umani e dell'Autonomia dei Cittadini dell'ausonica patria .
"Se il verbo si fa carne, ha proclamato Princess Yasmin, Noi Urliamo "Forza Federico II!"
"E Nella Parola "Forza" c'e' la dinastia di Fortis Boaz, Padre di Salomone, eredita' genetica della Costellazione della Bilancia, sotto il Segno di Artu'!Ecco perche' dire "Forza " vuol dire Anche "Giustizia",e chi invoca tale Epitome per svellere la Giustizia Sociale , se non ne imbrocca lo spirito, rischia di smantellare la stessa Forza, ovvero la Colonna di Fortis , di Boaz, per svellere la stabilita', la colonna Joachim , del Tempio di Gerusalemme!"
"Noi diciamo No, alla politica dei ricatti ! E se Governo di New Politique dev'esserci ,essa sia affidata a coloro che tra i Leaders sono
indicati come "Gran Saggi", per voce di popolo!"
"Non sappiamo di quali nomi possa esser composto Un Neo-Rinascimento dell'economia e della finanza :senza dubbio abbiamo sentito evocare lo spirito del nome , in questi giorni, in cui la finanza si appresta ignara al fatale viaggio tra le stazioni dell'oltraggio , della rovina , del saccheggio."
"Il Neogovernatore della Banca d' Italia Draghi :un nome ed un destino spirituale !l'Ordine del Dragone di cui fu fondatore unitamente al culto del Melkisedec , la Dinastia di Re Desiderio aveva per simbolo l'Oroburi ed il
Drago simbolo magiaro, che evoca i tre Re Magi , Re di tre religioni: Re Taumaturghi .
Il Drago e'
-Sentinella di Eracles o Sol Invictus ! Nei misteri della Gens Potitia, custodi dei riti di Eracles Invictus o Sol Invictus ,o Justitiae , s'insinua , come un fato, la mistica di San Giorgio , che ascendeva alla Gens Potitia, come lo stesso Costantino. Il Michele, interscambiabile con San Giorgio nella Gens Potitiae (Dinastia Puoti-Putiatin) vinse il Drago del male!Ma abbiamo la consapevolezza che il Governatore Draghi possa sconfiggere il Drago della Corruzione e preservare il Sacro patto d'Alleanza, se intorno costruiremo un contramuro , un sottomuro ed un muro di rinforzo, per collocare sopra e mettere per fondamento, base, principio, solenne supplicazione e processione Il Talbot di Salomone!"

"Questa Politica dell'inciucio , ha proseguito Princess Yasmin, la pronipote di Federico II ed Isabella d'Inghilterra, e' il Porceo serpente di Calidna :chiude l'anello, il cerchio, per fissare il ferro all'asta della Lancia che spezzera' il mantello d'ermellino e di porpora" . "Ahime! Giustizia , Democrazia , come Jesus, contro la classe abietta dei mercanti del Tempio!"
" Ora l'Indifferenza e' come Pilato che s'insinua nel catino del lavacro".
"Il Nostro Augusto Avo, cucitore dello Spartito divino delle Leggi"e delle Stesse Bende di Cristo CHE CI TRAMANDO' .grondanti di sudore e di sangue , di acqua e di copioso pianto , offre TESTIMONIANZA, NEL TERZO MILLENNIO,DI UNA protesta ,sacrificio e rimedio al male compiuto , e nel Forza Federico, UNA pioggia d'oro per la Rinascita di Fortis Justitia! "
Princess Yasmin
Per una Memoria del Futuro...
correva l'Anno del Signore 2005
era il 30 dicembre.
------------------------
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ehhh
by diavolo Friday, Dec. 30, 2005 at 9:48 PM mail:

e facile "sbattezarsi"
ma se sei ebreo come ce lo rimetti il prepuzio?

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Storia Longobarda
by Abbazia di Santa Giulia Tuesday, Jan. 03, 2006 at 9:44 PM mail: santagiulia@libero.it

Commento fuori luogo

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centro Igiene
by Patrassi Tuesday, Jan. 03, 2006 at 9:53 PM mail: patrassi@libero.it

L'autore della indebita ingerenza ( che accenna al prepuzio) ragiona solo con il medesimo...

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Re Desiderio Re Taumaturgo
by Prof Pallavicini Saturday, Jan. 07, 2006 at 9:12 AM mail: brescialongobarda@libero.it

Da Euronews
Il futuro e' Longobardo"
H.I.R.H. Princess Yasmin ,il Delfino di Re Desiderio. Convegno di Green Princes a Sirmione -
Il convegno che ha rievocato Re Desiderio ha varato itinerari turistici culturali sotto il Segno degli Angeli Michele , Gabriele ,Raffaele, simbolo del nord , centro sud Italia , secondo la mistica di re Desiderio , Re Taumaturgo-

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"Il Mistero del silenzio , Ritorno di un Re Longobardo "
e' il volume sponsorizzato dalla Cassa Padana ,come riportano gli eventi della promotion, dal Ministero dei Beni Culturali e da alcuni ambienti del Vaticano , autrice Franca d'Amico Sinatti ed. Raffaelli,ed e' stato dedicato al Papa Benedetto XVI-
Un lavoro pregevole per riportare alla luce la grandezza di re Desiderio, ma constatiamo carenze essenziali da far sospettare una sottile manipolazione storica dinastica ,che corre lungo lo stile narrativo,


per dimostrare in sintesi che Re Desiderio , simbolo della Padania voleva allungare nel sud Italia il mito Lombardo , unendo il Regno Longobardia del Nord con Langobardia del sud- La circostanza che tutte le iniziative su tale produzione di eventi legati al libro, celi la Padania , ci fa riflettere sul cui prodest dell'opera letteraria.
Certamente scaturisce l'esigenza di una legittimazione di unita'dei longobardi del Nord , con i Longobardi del sud , sotto il carisma di Desiderio , quel Re Longobardo , unico capace di disciplinare , quale Re Sacerdote, in armonia il principio dell'autonomia nell'unita', pronto al sacrificio ,anche stando nell'ombra, per il bene del suo popolo. Ed infatti Desiderio, ne esce un gigante, un dio, ma senza prole e ,alla luce del volume- Il Grande Re si sarebbe accontentato di mettersi da parte ,nel Monastero di Cassino, anziche' a Corbie in Francia, ed avrebbe governato nell'ombra , attraverso il doppio genero Carlo Magno, senza avere eredi , oltre re Adelchi . Se e' possibile che tra Carlo Magno ed il suocero Re Desiderio, possa esserci stata un patto del silenzio, certamente questo non puo' autorizzare opinioni opinabili di chi tenta solo di "portare acqua al suo mulino ".L'opera sostiene una sorta di panfederalismo longobardo, o neofedericiano, di un Regno unitario, che puo' essere senza dubbio, un approdo accettabile, ma diventa arbitrario, quando diventa un pacchetto strenna per uno scacco al vero Re, ovvero la Regina legittima e diretta discendente di Re Desiderio, Princess Yasmin. Hanno infatti ridotto re Desiderio, ad un "latte che non coagula".
Il volume glorifica I SEPOLCRI Imbiancati e le atrocita'e manipolazioni della Storia che hanno debelltatola stirpe dei Re Sacerdoti , Re del Graal e veri Re del Sacro Romano impero-L'oltraggio peggiore che ha subito ed ancora subisce re esiderio e' quello di privarlo della legittima discendenza del suo Delfino Re Adelchi, padre di re Poto di Costantinopoli, capostipite dei Puoti, antenati della Principessa Yasmin , che discende direttamente dalla primogenitura del delfino di Re Adelchi-

L' autrice Sinatti ,infatti, riporta l'albero genealogico di Re Adelchi , privo di discendenza.Perche' il libro trascura la discendenza diretta di Re Desiderio,il cui nipote e' Re Poto , capostipite dei Puoti(vedi Lettieri e origine di Castelpoto o Castello Puoti , e vedi Manzoni) -L'autrice e' uno storico e sembra assurdo che ignori anche i testi letterari scolasstici ,per scoprire che Adelchi ebbe tre figli :Re Poto che condivise con il padre il regno , secondo il costume longobardo, la figlia Regina Ageltrude di Spoleto, imperatrice d'Italia, ed il Principe Abbate Answaldo , il cui scheletro e' stato riconosciuto tra i due scheletri giganti di Trezzo d'Adda , dalla Principessa Yasmin, proprio dalla decifrazione degli anelli sigillo nella tomba, ove dimora anche un figlio di re Poto, il Principe Gigante, costretti a piegare in due nella tomba-

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Nessuno poteva immaginare che il saggio di alcuni anni fa' " Historia Potorum "della Principessa archeologa Yasmin von Hohenstaufen ed. alke' potesse generare un vero e proprio impasse internazionale , a livello politico-dinastico italiano e del Vaticano
Il saggio riempiva i vuoti di Historia Langobardorum di Paolo Diacono, scritto sotto la censura di Carlo Magno, attraverso gli archivi inediti dei Monaci Benedettini , ereditati dalla Principessa Yasmin. Da tale libro veniva fuori , tra l'altro, la conferma che effettivamente la sindone e le Bende di Cristo erano state custodite dagli imperatori Potiores, ovvero i Comander ovvero i Puoti, ossia i Comneno, in quanto la dinastia di Re Poto, delfino di Re Adelchi , nipote di Re Desiderio , a Costantinopoli si chiamava Puoti , Poto, Potior Flavius Comander(DESPOTA) da cui Comneno. Fu appunto dall'Imperatore Comneno che la sindone e le reliquie del Golgota passarono al cugino Barbarossa, discendente di Re Desiderio, attraverso la madre Giuditta di Baviera, vedi Monumenta Germaniae historica, e pastorali di Avril de Saint Genis,.
Il volume riportava fatti inediti, che sono stati ripresi dalla Stampa internazionale e dall'Associated Press , e da diversi quotidiani italiani.Vieppiu' il volume pubblicava particolari inediti della mistificazione della falsa donazione di Costantino al Papa ,dei poteri spirituali e temporali, nonche' delle abbazie, patrimonium Petri appartenenti alla dinastia di Re Desiderio, legittimo discendente di Costantino, attraverso L'imperatore Costanzo e l'imperatrice Gallia Placida , come testimoniato dai crittogrammi della Croce di Re Desiderio che riporta a retro l'immagine di Galla Placida e la sua famiglia, avi di Re Desiderio.Quindi emergeva con particolari raccapriccianti ed inediti che la versione degli umanisti Lorenzo Valla e Cusano, nel Rinascimento ,sulla scoperta della falsita' della Donazione di Costantino, era fondatissima e fu un vero scippo a danno di Re Desiderio, discendente della linea di Elena e Costantino, genealogia di Fortis- Boaz , , ossia dei Re Sacerdoti Taumaturghi.Alcuni capitoli ricostruivano gli alberi genealogici di Re Desiderio e della Regina Ansa , dinastia celtico gotica-sicambrica Merolitingabizantina e dei Re Taumaturghi Del Galles .La Stessa origine di Re desiderio s'innesta nell'albero di Meroveo , costituendone il Genoma piu' diretto e spaventosamente minaccioso, per plurisecolari usurpazioni e mistificazioni.La Regina Ansa che ascende addirittura ai Re Pendagrom del Galles, ratifica il rango di Re Sacerdote della discendenza della prole di re Desiderio che e' viva e vegeta nella dinastia dei Principi Puoti , nipoti di Re Poto, (detto anche il Baldo, in lombardo Baudo, nell'Adelchi del Manzoni, e a Costantinopoli , Despota o Potior , Comander o Comeno, per indicare , il rango di Iovius , Gaius , Patricius Flavius Teodatis ,dei Reges Potiores-
Re Poto, figlio di Re Adelchi e della Regina Gisla Heristal , sorella di Carlo Magno , e' il capostipite dei Principi Puoti di Castello Puoti o Castelpoto , in Provincia di Benevento, feudo dei Principi Puoti , come scrive lo storico Meomartini, Lettieri e la Storia dei Vescovi di Alife, Arienzo, e Salerno.Le figlie di Re Desiderio, della Regina Ansa ex Aufen ed il figlio Adelchi emergono quali capostipiti del Gotha di tutta Europa, come i Re di Baviera, Sassonia, Sax Coburgo Gotha , King Veruli, Re Canmore , Gli Angoulemme , Plantagenet, Tudor, Stewart, Windsor -Altavilla ed Hohenstaufen-
Tale realta' confluisce nell'Onfalos della linea di HIRH di Princess Yasmin von Hohenstaufen , la quale attraverso la madre, , i nonni paterni e materni e' discendente diretta di Re Poto , delfino di Re Adelchi, innestata nella stessa origine degli Ex Aufen o Staufen(Hohenstaufen )e nella linea merocarolingia di Carlo Magno, in quanto Poto II sposa la cugina Gisel , figlia di Carlo Magno e Hildegard di Svevia.La Principessa Yasmin, attraverso il padre, discende poi dagli Avril de Burey d'Anjou Plantagenet(o Signora dell'Acqua , Venere o Veib o Aphros Avril, nell'Ordine della Colomba niphi nero'o n.n. negli Alberi genealogici di Bretagne , indicati come Veiblinghen Hohenstaufen Plantagenet o ghibellini nascosti(Masquinaud -)Una continuita' indiscutibile del filone reliquiario conferma il possesso delle reliquie del Golgota da parte del Casato di Princess Yasmin, la quale nel 96 non solo ritrova negli archivi russi di cappelle di famiglia, le stesse bende di Cristo, ma documenti inediti che confermano che la Sindone era di Federico II, quanto ritrova le stesse reliquie del Monastero benedettino di Lorch negli archivi dell'Abbate Avril o Aprilis de Saint Genis de Burey d'Anjou,suo antenato , discendente di Federico Avril de Burey Hohenstaufen Plantagenet Anjou, figlio di Federico II ed Isabel d'Anjou Plantagenet che le eredito' dopo la morte di Corradino,(la cui madre pronipote di re Desiderio, Elisabetta di Baviera e una Wittelsbak) da cui eredito', sia pure virtualmente , il titolo di Re di Germania, Italia, Arles, Sicilia e Gerusalemme-come dai prodromi del Piano dinastico di successione nel Testamento di Federico II negli annali Piacentini.(Kanthorowicz)-Ecco quindi che Re Desiderio emerge dall'oblio della Storia nella sua immensa Magnificenza Sovrana come Capostipite e primo Re D'Italia, vero imperatore d'Oriente ed Occidente, essendo legittimo erede di Potior Valens Valentiniano -
La cultura padana aveva sempre celebrato Re Desiderio come colui che diede origine al nome Lombardia, che deriva appunto da Langobardia e in modo miope eletto quale Testimonial di parate contro i Terrun merdionali. La Cronaca padana che si atteneva ai luoghi comuni ,celebrava dunque, il termine Longobardo come Padano. In realta' Re Desiderio , la cui origine e' auruncica e ascende alla dinastia graalica di Fortis Boaz, , si dirama nell'albero sicambrico celtico scandinavo merolitingo-normanno svevo a dimostrare che e' L'Antica matrice auruncica solare spirituale che invase e domino' il mondo. Lo stesso Re Desiderio conio' il termine Langobardia del Sud, per indicare il Regno Longobardo che dal Lazio passava a Benevento fino alle Puglie, Calabria e Sicilia, regno che rivendica quale discendente di Teodolinda e di Costantino, quindi anche del Regno di Bisanzio che si estendeva parzialmente nel sud Italia
Conclusione il libro che sembra essere uno scacco alla Regina, ne celebra invece e ne legittima il rango , in quanto , pare di assistere in questo caso al rovesciamento della legge di Gresham:mentre la moneta falsa vorrebbe scacciare quella buona , qui e' il buon sangue che sostiuisce quello cattivo, in quanto, come scrive lo storico Perry, "raramente le usurpazioni durano a lungo nel volume "La Stirpe dei Figli del Sole"
"In un modo o nell'altro la famiglia che deteneva originariamente il potere, torna sempre in possesso dei propri diritti"(Perry)http://www.geocities.com/k_hohenstaufen

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i misteri della storia
by Prof Ludovico Pallavicini Saturday, Jan. 07, 2006 at 9:37 AM mail: -----

Tassilone, Il di Agostino Steffani (1654-1728)
libretto di Stefano Benedetto Pallavicino

Tragedia per musica in cinque atti

Prima:
Düsseldorf, Teatro di corte, 17 gennaio 1709

Personaggi:
Tassilone (S), Carlo Magno (B), Rotruda (S), Teodata (S), Gheroldo (S), Gismonda (A), Adalgiso (T), Sigardo (A), Guido (B), la Virtù (S); popolo, soldati, seguaci della Virtù


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Durante gli ultimi trent’anni della vita di Steffani l’impegno di diplomatico e di alto ecclesiastico ha sovrastato quello del compositore; ormai egli è persona politicamente influente in tutta Europa, e soprattutto nelle corti tedesche. È nominato nel 1707 vescovo di Spiga e due anni dopo vicario apostolico della Germania del Nord. Decide così di far firmare tutti i suoi lavori musicali, ormai sempre più rari, dal suo copista Gregorio Piva. Di opere teatrali non ne ha quasi più scritte (di questi anni si conoscono solo un divertissement e un pasticcio). Tassilone è l’unica eccezione, e fu composta con precisi intenti politici. Il libretto di Stefano Benedetto Pallavicino, il neanche ventenne fratello del più noto compositore Carlo, stabilisce dei precisi legami fra la corte di Düsseldorf e i recenti successi diplomatici con la Francia. In particolare Gheroldo, il vero protagonista dell’opera, si identifica con Giovanni Guglielmo del Palatinato, precedente protettore di Steffani. La vicenda attinge liberamente alla storica rivalità fra Carlomagno e Tassilone III, suddito fràncone con aspirazioni indipendentiste, alterando il decorso della storia per concedere a Tassilone una nobile morte in duello (in realtà fu rinchiuso a vita in convento per volere di Carlomagno). E proprio il duello che Tassilone pretende per vendicare le accuse rivoltegli muove la tragedia di Pallavicini. Possiamo così sintetizzare un libretto complicato all’inverosimile: Tassilone cerca uno sfidante che prenda le parti di Carlomagno; Gismonda, moglie di Tassilone (in realtà si chiama Liutberga,figlia di Re Desiderio , sorella di Re Adelchi e zia di Re Poto, delfino di Adelchi, ma «in grazia del verso»...), temendo per le sorti del marito convince Sigardo a inscenare un finto duello in cui dovrebbe rimanere solo ferito. Sigardo accetta perché segretamente ostile a Carlomagno e altrettanto segretamente innamorato di Gismonda. Ma si fa avanti anche Gheroldo, generale di Calomagno, che vuole morire perché l’amata Rotrude è stata destinata a Costantino, imperatore di Bisanzio. Di Rotrude è innamorato anche Adalgiso (l’Adelchi manzoniano, marito di Gisla Heristal, sorella di Carlo Magno e padre di Re Poto, Della futura Imperatrice Ageltrude e di Answaldo Vescovo) alla corte di Calomagno sotto false spoglie. Gheroldo però deve partire per una missione e il duello sarà sostenuto da Sigardo di cui è invano innamorata Teodata, sorella di Rotrude. Durante il duello Teodata, folle di gelosia, accusa Sigardo di amare Gismonda e Tassilone, in un incontrollato impeto d’ira, uccide lo sfidante. Purtroppo anche Tassilone è rimasto ferito e dopo lunga agonia muore. Adalgiso, scoperto figlio di Desiderio e quindi cognato rivale di Carlomagno nel Regno , è cacciato da corte e Rotrude potrà unirsi a Gheroldo tornato vittorioso dalla guerra.

La scrittura di Steffani (quattro parti oltre alle voci) sottende un’esecuzione a concerto grosso con un’alternanza di ‘soli’ e ‘tutti’ spesso esplicitamente indicata (soluzione resa discutibilmente sistematica nell’edizione critica del 1959, pubblicata nei Denkmäler rheinischer Musik , dove la partitura prevede un concertino di legni). Riconosciamo i tipici recitativi di Steffani, ricchi di colorature, e in genere il gusto di scrivere per esteso le improvvisazioni, facendole diventare procedimento formale (fra cui spiccano le arie di Rotrude, I,9 e di Adalgisa II,3). Ma l’ampiezza del lavoro offre a Steffani la possibilità di mettere in atto tutte le strategie compositive ormai saldamente acquisite dall’opera. Ecco così arie con strumento obbligato – fra le altre un virtuosistico fagotto e l’immancabile tromba (sulle parole «A facil vittoria») accompagnano due bellissime arie di Sigardo. Ecco l’aria ‘di furore’, con tutta l’orchestra che freme su cascate di sedicesimi sciolti (“Scelga il dardo“, Gheroldo); ecco i duetti in imitazione (II,3), in forma d’arioso (III,7), oppure quello concitato e virtuosistico (V,8), che consentono un respiro da grande opera di corte.

d.d.

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Unione Giornalisti Consumeristi
by --------------- Friday, Jan. 13, 2006 at 3:31 PM mail: ----------------

Ma che fine ha fatto il disegno di legge sulla liberta' di stampa al Senato?

--------------------------------------------------PROFESSIONISTI - La Cassazione mette i alle richieste del magistrato
Giornalisti, segreto ampio
Possibile il riserbo professionale sulle informazioni capaci di rivelare la fonte fiduciaria

di Caterina Malavenda
La Corte di cassazione estende il segreto professionale dei giornalisti. Con la sentenza n. 85 del 21 gennaio 2004 (depositata l'11 maggio), la VI Sezione penale ha stabilito che il segreto professionale sulle fonti, sancito dall'articolo 200, comma 3 del Codice di procedura penale, si estende <a tutte le indicazioni che possono condurre all'identificazione di coloro che hanno fornito fiduciariamente le notizie>.

In particolare, ha ad oggetto <anche l'indicazione relativa alle utenze telefoniche di cui il giornalista disponeva nel periodo in cui ha ricevuto le notizie fiduciarie perché la stessa è funzionale rispetto alla identificazione di coloro che tali notizie hanno fornito e la relative richiesta è quindi in contrasto con il divieto posto dall'articolo 200 del Codice di procedura penale>. Il segreto "copre" dunque tutte le informazioni attraverso le quali è possibile individuare la fonte delle notizie.

La questione parte dalla pubblicazione di notizie su indagini in corso, in parte secretate dalla Procura. Per individuare la fonte delle informazioni veniva convocato, in qualità di persona informata sui fatti, l'autore dell'articolo. Alla richiesta di indicare le utenze telefoniche delle quali si serviva il giorno della fuga di notizie, il giornalista opponeva il segreto professionale, ritenendo che tale informazione avrebbe potuto consentire di individuare la sua fonte.

Il magistrato, assumendo che il segreto non fosse opponibile, sospendeva l'esame e contestava al giornalista il reato di false dichiarazioni, ai sensi dell'articolo 371 bis del Codice penale. Il processo si concludeva con l'assoluzione del giornalista, in base all'articolo 59, ultimo comma, del Codice penale, per aver agito erroneamente convinto di poter legittimamente opporre il segreto professionale: la domanda del Pm, secondo il tribunale, non equivaleva <a richiesta di rivelazione della fonte informativa>. Nonostante l'esito favorevole, veniva proposto ricorso, assumendo che la garanzia offerta dall'articolo 200 del Codice di procedura a tutte le categorie elencate, non possa essere assimilata alle cause di giustificazione. Ha invece natura sostanziale: in presenza delle situazioni indicate dalla norma, il teste versa in una condizione soggettiva che esclude in radice la rilevanza penale del silenzio, legittimamente opposto.

In altre parole, mentre il giornalista che diffama commette un reato, ma non è punibile se esercita, nei limiti previsti, il diritto di cronaca e di critica, il giornalista che tutela la fonte, come la Corte ha riconosciuto, non può essere costretto a deporre. Di conseguenza, non può essere incriminato se tace, perché non ha l'obbligo giuridico di rispondere, anche quando le domande non riguardano direttamente l'identità della fonte, pur mirando manifestamente alla sua individuazione. O quando vengono svolte attività investigative (come perquisizioni e intercettazioni) con lo stesso scopo.

La Corte europea dei diritti dell'uomo è intervenuta sulla materia, a favore dei giornalisti applicando l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti. Con la sentenza sul caso Goodwin del 27 marzo 1996, ha condannato il Regno Unito per non aver tutelato adeguatamente il diritto alla protezione delle fonti giornalistiche: il giornalista era stato, infatti, condannato in patria per non averle rivelate, senza che l'ordine di divulgazione fosse assistito dai requisiti della necessità, della ragionevolezza e della proporzionalità.

E con la sentenza sul caso Roemen e Schmit del 25 febbraio 2003, ha condannato il Lussemburgo per aver consentito la perquisizione presso gli uffici e le dimore dei giornalisti, alla ricerca di prove sulle loro fonti confidenziali. La Corte di Strasburgo ha ritenuto che le perquisizioni con tale scopo costituiscano <un'azione più grave dell'intimazione di divulgare l'identità dell'informatore>. Esercitando un potere di indagine estremamente ampio, gli inquirenti <possono accedere a tutta la documentazione in possesso del giornalista>, con una incidenza assai più ampia nel rapporto fra il professionista e tutte le sue fonti. Ogni tentativo di aggirare il diritto a tutelare le fonti costituisce un'aggressione alla libertà di stampa. L'assenza della necessaria protezione potrebbe infatti dissuadere le fonti dall'aiutare la stampa a informare il pubblico su questioni di interesse generale.

Alla tendenza restrittiva, manifestata sovente dai giudici nazionali, si contrappone ora la sentenza in esame, che ha riconosciuto il diritto al silenzio del giornalista quando le risposte possono anche potenzialmente consentire l'individuazione delle sue fonti.

(da Il Sole 24 Ore dell’11 giugno 2004)

LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

07‑Udienza pubblica Registra Generale n. 7034103

in data 21 gennaio 2904. sentenza n. 85 -22397/04

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SESTA SEZIONE PENALE

Composta dai sig.ri

Dr Raffaele LEONASI Presidente

Dr. Adolfo DI VIRGINIO Consigliere

Dr. Saverio Felice MANNINO Consigliere

Dr. Francesco SERPICO Consigliere

Dr. Arturo CORTESE Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

sul ricorso proposto da

MORETTI Paolo, nato il 20 marzo 1971 a Como,

avverso la sentenza del Tribunale di Como 22 novembre 2002 n.2054, con la quale è stato assolto dal reato p. e p. dall'art. 371 bis c.p.,

commesso in Como il 13 aprile 2000,

perché non punibile per erronea supposizione di causa di giustificazione.

Sentita la relazione svolta dal Cons. S.F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del P.G., in persona del dr. Gianfranco VIGLIETTA, il quale ha chiesto il rigetto del ricorso;

Sentita l'arringa del difensore, avv. Caterina MALAVENDA, il quale ha chiesto l’accoglimento del ricorso

osserva

IN FATTO E DIRITTO

Avverso la sentenza del Tribunale di Como 22 novembre 2002 n. 2054, con la quale è stato assolto dal reato indicato in epigrafe ‑ a lui contestato perché nel corso di un procedimento penale, richiesto dal pubblico ministero in sede di sommarie informazioni testimoniali, taceva le informazioni richieste ed in particolare si rifiutava illegittimamente di indicare i numeri telefonici che aveva in uso il giorno 30 marzo 2000, perché non punibile per erronea supposizione di causa di giustificazione - perché non punibile per erronea supposizione di causa di giustificazione­, Paolo Moretti ha proposto ricorso per cassazione per saltum, chiedendone l'annullamento per i seguenti motivi:

1. erronea applicazione dell'art. 200 c.3 c.p.p. (art. 606 lett. b) c.p.p.) sul presupposto che il ricorrente non avrebbe potuto invocare il segreto professionale e sarebbe stato obbligato a rispondere alla domanda del P.M.;

2. violazione dell'art. 384 c.p. (art. 606 lett. b) c.p.p.) perché il ricorrente, versando ab origine nella situazione potenziale di indagato, avrebbe dovuto essere convocato sin dall'inizio come tale e non come persona informata sui fatti, con diritto alla scriminante di cui alla norma citata.

Procedendo in via pregiudiziale alla verifica della regolarità dell'impugnazione si osserva. che l'imputato prosciolto perché non punibile per erronea supposizione di una causa di giustificazione ha interesse a impugnare la sentenza di proscioglimento per ottenere una delle formule assolutorie, a lui evidentemente più favorevoli, perché il fatto non sussiste o perché l'imputato non lo ha commesso, le sole che gli avrebbero precluso il potere d'impugnare.

Nel merito si osserva che, secondo la giurisprudenza di questa Corte, il delitto di rivelazione di segreti d'ufficio costituisce un reato plurisoggettivo anomalo in quanto, malgrado che la fattispecie criminosa implichi la partecipazione di una persona che riceve la notizia, questa tuttavia non assume la posizione giuridica di concorrente necessario e la condotta penalmente rilevante è solo quella dell’autore della rivelazione. Anche se questa peculiarità strutturale non esclude la configurabilità del concorso eventuale, realizzato nelle forme ordinarie della determinazione o dell'istigazione da parte del destinatario della rivelazione (Cass., Sez. U., 19 gennaio 1982 n. 420; Sez. I, 23 marzo 1994 n. 4831).

Per conseguenza, il giornalista non concorrente nel reato, per non aver determinato o istigato il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio a rivelare abusivamente le notizie d'ufficio destinate a rimanere segrete, non assume la posizione processuale di sottoposto alle indagini e non versa, quindi, in situazione d'incompatibilità con l'ufficio di testimone.

Sotto questo profilo è sicuramente valida la premessa posta dal Giudicante, che il Moretti non do­veva essere sentito come indagato per il reato previsto dal primo comma dell'art. 326 c.p. e pertanto il secondo motivo di ricorso appare privo di fondamento.

E', invece, fondato il primo motivo.

L'attività giornalistica secondo la previsione dell'art. 200 u.c. c.p.p. è tutelata dal segreto pro­fessionale per cui il giornalista professionista iscritto all'albo non può essere obbligato a deporre relativamente ai nomi delle persone dalle quali ha ricevuto notizie di carattere fiducia­rio nell'esercizio della sua professione.

La tutela deve ritenersi necessariamente estesa a tutte le indicazioni che possono condurre all'identificazione di coloro che hanno fornito fiduciariamente le notizie.

Rientra pertanto nel segreto professionale anche l'indicazione relativa alle utenze telefoniche di cui il giornalista disponeva nel periodo in cui ha ricevuto le notizie fiduciarie perché la stes­sa è dichiaratamente funzionale rispetto all'identificazione di coloro che tali notizie hanno fornito e la relativa richiesta è quindi in contrasto con il divieto posto dall'art. 200 c.p.p. cit..

Ne deriva che il giornalista il quale, sentito come testimone, si astiene dal deporre opponendo legittimamente il segreto professionale, anche in ordine a indicazioni che comunque possono essere utilizzate per risalire alla fonte delle notizie pubblicate, non si rende colpevole del reato previsto dall'art. 371 bis c.p.p. per aver taciuto in tutto o in parte ciò che sa intorno ai fatti su cui viene sen­tito.

Nella specie il Moretti è stato incriminato per il reato previsto dall'art. 371 bis c.p. per essersi rifiu­tato illegittimamente di indicare i numeri telefonici che aveva in uso il giorno 30 marzo 2000, ossia nella data cui si riferisce l’informazione fiduciaria ricevuta, la cui indicazione gli era stata richiesta al fine evidente di individuare l'autore dell’informazione stessa, per l'ipotesi che potesse essere un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio punibile per il reato previsto dall'art. 326 c.p.. In realtà, in base alla disposizione dell'art. 200 u.c. c.p.p. il giornalista non avrebbe potuto essere co­stretto a deporre e di conseguenza non avrebbe potuto essere incriminato per il reato previsto dall'art. 371 bis c.p., che perciò non sussiste.

P.Q.M.

La Corte

Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il fatto non sussiste.

Così deciso in Roma il 21 gennaio 2004.

Il Presidente Il Consigliere estensore













































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Unione giornalisti consumeristi
by ------------------ Friday, Jan. 13, 2006 at 3:35 PM mail: -----------------

opinioni Argomento: giornalismo / segreto professionale e indagini giudiziarie Autore: Paolo Santalucia


Segreto professionale dei giornalisti




1. Dalla Cia alla Banca d'Italia: i dossier segreti in prima pagina - 2. I casi italiani - 2.1.Punire chi pubblica o chi confida? - 3.Giurisprudenza europea - 3.1 Sentenza Goodwin: la Corte Europea difende il segreto professionale dei giornalisti - 3.2.Sentenza Roemen: stop alle perquisizioni negli uffici dei giornalisti




1. Dalla Cia alla Banca d'Italia: i dossier segreti in prima pagina

Negli Usa il dibattito sulla segretezza della fonti confidenziali usate dai giornalisti per le loro inchieste ha assunto le tinte di un intrigo internazionale. Nel luglio 2005 un giudice federale ordina l'arresto della giornalista del New York Times Judith Miller, perchè si era rifiutata di rivelare chi alla casa bianca aveva svelato l'identità dell'agente della Cia sotto copertura Valerie Wilson. Si è poi venuto a sapere che la fonte era Lewis Libby, assistente del presidente Bush, il quale avrebbe rivelato il nome della Wilson al fine di infangare il nome del marito, l'ambasciatore Jospeh Wilson, "colpevole" di aver redatto un dossier che negava la preparazione di armi di distruzione di massa a base di uranio da parte dell'Iraq.

Anche in Italia non mancano casi eclatanti di conflitto tra indagini giudiziarie e difesa del segreto professionale. Le fonti confidenziali sono un elemento fondamentale dell'inchiesta giornalistica. Il lavoro del giornalista deve essere diligente, minuzioso, fatto di verifiche sui documenti e lunghe ricerche di prove, ma le rivelazioni confidenziali rappresentano spesso l'incipit di importanti inchieste e l'anonimato condiziona l'esistenza e la sicurezza di queste fonti.

Come si bilanciano il diritto del giornalista a tenere segrete le sue fonti e l'interesse alla segretezza di dossier riservati e di atti relativi a indagini ancora in corso? Chi deve essere punito? Chi pubblica o chi confida in segreto fatti particolarmente rilevanti alla stampa?

2. I casi italiani

Recentemente in Italia hanno causato molto scalpore le perquisizioni di case e uffici di giornalisti che hanno investigato sulle presunte violenze perpetrate ai danni dei manifestanti nei giorni del summit G8, tenutosi a Genova nel luglio 2001.

Nell'agosto 2004 il procuratore di Genova ordina la perquisizione dell'abitazione romana del giornalista di "Gente" Gennaro De Stefano e della redazione milanese del settimanale. De Stefano ed il direttore Umberto Brindani vengono indagati per reato di ricettazione e occultamento di documenti. Al tempo delle perquisizioni le indagini sui presunti pestaggi e torture nella Scuola Diaz e nel carcere di Bolzaneto erano ancora in una fase preliminare, i documenti raccolti dalla polizia giudiziaria erano quindi riservati.

Nell'agosto 2002 il procuratore di Perugia ordina la perquisizione delle abitazioni e delle redazioni dei giornalisti Fiorenza Sarzanini, del "Corriere della sera", e Mario Menghetti del "Messaggero". Avevano scritto articoli sulle violenze accadute durante il G8, anticipando contenuti di un rapporto riservato dei Carabinieri del Ros.

In entrambi i casi sono stati sequestrati materiali cartacei ed informatici.

Nell'estate del 2005 i maggiori quotidiani italiani hanno riempito decine di pagine con trascrizioni di intercettazioni telefoniche delle utenze del governatore Antonio Fazio e del banchiere Fiorani. Le intercettazioni nelle fasi preliminari del processo sono coperte dal segreto istruttorio.

Tutti questi casi, compreso quello statunitense, evidenziano rapporti con fonti confidenziali che configurano comportamenti al limite della legalità o veri e propri reati.

2.1.Punire chi pubblica o chi confida?

L'articolo 326 del nostro codice penale (rivelazione e utilizzazione dei segreti d'ufficio), punisce il pubblico ufficiale che rivela documenti secretati.

L'autorevole giurisprudenza della Cassazione (sentenza n. 85 del 21 gennaio 2004 della VI Sezione penale) ha inoltre esteso la tutela del segreto professionale del giornalista, non ritenendolo concorrente nella divulgazione della notizia. Il caso riguardava la pubblicazione da parte del giornalista Paolo Moretti di atti secretati riguardanti indagini ancora in corso. La Cassazione ha rilevato che "il giornalista non concorrente nel reato, per non aver determinato o istigato il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio a rivelare abusivamente le notizie d'ufficio destinate a rimanere segrete, non assume la posizione processuale di sottoposto alle indagini e non versa, quindi, in situazione d'incompatibilità con l'ufficio di testimone".

Inoltre, al fine di scoprire la "talpa" che aveva rivelato le informazioni riservata, la procura convocò il giornalista, in qualità di persona informata sui fatti. Alla richiesta di indicare le utenze telefoniche delle quali si serviva il giorno della fuga di notizie, il giornalista oppose il segreto professionale, ritenendo che tale informazione avrebbe potuto consentire di individuare la sua fonte.

A tal proposito la Corte di Cassazione ha interpretato le norme sul segreto professionale in maniera estensiva e a favore del giornalista. "il giornalista professionista iscritto all'albo non può essere obbligato a deporre relativamente ai nomi delle persone dalle quali ha ricevuto notizie di carattere fiduciario nell'esercizio della sua professione. La tutela deve ritenersi necessariamente estesa a tutte le indicazioni che possono condurre all'identificazione di coloro che hanno fornito fiduciariamente le notizie".

Secondo il nostro ordinamento giornalisti ed editori (articolo 2, comma 3 della legge professionale n. 69/1963), "sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse". Anche l'articolo 138 del Testo unico sulla privacy (Dlgs n. 196/2003) tutela il segreto dei giornalisti sulla fonte delle notizie, quando stabilisce che "restano ferme le norme sul segreto professionale degli esercenti la professione di giornalista, limitatamente alla fonte della notizia". Il rispetto della segretezza delle fonti non è però assoluto. L'articolo 200 del Codice di procedura penale prevede, infatti, che il giornalista possa opporre il segreto professionale sui nomi delle persone dalle quali egli ha avuto notizie di carattere fiduciario nell'esercizio della professione, ma se le notizie sono indispensabili ai fini della prova del reato per cui si procede e la loro veridicità può essere accertata soltanto attraverso l'identificazione della fonte della notizia, il giudice ordina al giornalista di indicare la fonte delle sue informazioni.

Anche la Corte costituzionale, con la sentenza n. 1/1981, ha riconosciuto "l'esistenza di una vera e propria libertà di cronaca dei giornalisti (comprensiva dell'acquisizione delle notizie) e di un comune interesse all'informazione, quale risvolto passivo della libertà di manifestazione del pensiero".

3.Giurisprudenza europea

L'articolo 10 della convenzione europea diritti dell'uomo, firmata a Roma il 4 novembre 1950, garantisce la libertà d'espressione e in particolare "la libertà d'opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche (...)".

Le norme della Convenzione europea sui diritti dell'Uomo, introdotte nell'ordinamento italiano con la legge n. 848 del 4 agosto 1955, impongono agli Stati contraenti, veri e propri obblighi giuridici immediatamente vincolanti.

3.1 Sentenza Goodwin: la Corte Europea difende il segreto professionale dei giornalisti

Il giornalista William Goodwin, giornalista inglese, grazie ad una fonte confidenziale rivelò che la società di programmi elettronici Tetra Ltd aveva contratto numerosi debiti. La società - per evitare i danni che sarebbero potuti derivarle dalla divulgazione di tali notizie - presentò all'Alta Corte di Giustizia inglese un ricorso con il quale non solo chiedeva che fosse vietata la pubblicazione dell'articolo in questione, ma chiedeva altresì che il giornalista fosse condannato a rivelare la fonte delle informazioni ricevute al fine di evitare nuove "fughe di notizie". Le richieste della Tetra furono accolte sia dall'Alta Corte che dalla Corte d'Appello, secondo le quali il diritto alla protezione delle fonti giornalistiche ben può essere limitato "nell'interesse della giustizia, della sicurezza nazionale nonché a fini di prevenzione di disordini o di delitti".

Il giornalista, tuttavia, decise di non "bruciare" la sua fonte e presentò ricorso alla Commissione Europea dei Diritti dell'Uomo, denunciando la violazione dell'articolo 10 della Convenzione.

La Corte di Strasburgo, con sentenza 27 marzo 1996, muovendo dal principio che ad ogni giornalista deve essere riconosciuto il diritto di ricercare le notizie, ha ritenuto che "di tale diritto fosse logico e conseguente corollario anche il diritto alla protezione delle fonti giornalistiche, fondando tale assunto sul presupposto che l'assenza di tale protezione potrebbe dissuadere le fonti non ufficiali dal fornire notizie importanti al giornalista, con la conseguenza che questi correrebbe il rischio di rimanere del tutto ignaro di informazioni che potrebbero rivestire un interesse generale per la collettività"

3.2.Sentenza Roemen: stop alle perquisizioni negli uffici dei giornalisti

Il 21 luglio 1998, il giornalista Robert Roemen pubblicò un articolo intitolato "Minister W. der Steuerhinterziehung überführt" ("Il ministro W. accusato di frode fiscale") sul quotidiano "Lëtzëbuerger Journal", riportando che il ministro "aveva infranto il settimo, l'ottavo e il nono comandamento con frodi riguardanti l'IVA" e osservava che "ci si sarebbe potuti aspettare che un uomo politico di destra prendesse più sul serio i principi elaborati con tanta cura da Mosè". Precisava che "il ministro era stato oggetto di una sanzione fiscale di 100.000 franchi lussemburghesi". Il ministro reagì agendo sul fronte amministrativo e penale: i giudici lussemburghesi ordinarono di perquisire gli studi e gli uffici del giornalista e del suo avvocato Anne-Marie Schmit, alla ricerca di indizi tali da portare gli inquirenti alla identificazione delle "talpe" annidate nell'amministrazione finanziaria del Granducato.

In questo caso la Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo, il 25 febbraio 2003 (Roemen and Schmit v. Luxembourg, no. 51772/99), ha stabilito che "perquisizioni aventi per oggetto di scoprire la fonte di un giornalista costituiscono - anche se restano senza risultato - un'azione più grave dell'intimazione di divulgare l'identità della fonte. Infatti, gli inquirenti che, muniti di un mandato di perquisizione, sorprendono un giornalista nel suo luogo di lavoro, detengono poteri d'indagine estremamente ampi poiché, per definizione, possono accedere a tutta la documentazione in possesso del giornalista. La Corte è quindi del parere che le perquisizioni effettuate presso il giornalista erano ancora più lesive nei confronti della protezione delle fonti di quelle adottate nel caso Goodwin. In considerazione di quanto precede la Corte giunge alla conclusione che il Governo non ha dimostrato che l'equilibrio degli interessi in oggetto, vale a dire, da un lato, la protezione delle fonti e, dall'altro, la prevenzione e repressione dei reati, sia stato salvaguardato". A tale scopo rammenta che "le considerazioni di cui devono tenere conto le istituzioni della Convenzione per esercitare il loro controllo nell'ambito del par. 2 dell'art.10 fanno pendere la bilancia degli interessi in oggetto in favore di quello della difesa della libertà di stampa in una società democratica".

La Corte di Strasburgo ha così deciso che si è verificata la violazione degli articoli 8 e 10 della Convenzione e conseguentemente ha condannato il Granducato del Lussemburgo a pagare al giornalista e all'avvocato quattromila euro a testa per i danni morali nonché le spese (11.629 euro) al cronista.




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Genealogy of Graa.l
by Pallavicini Saturday, Jan. 14, 2006 at 9:52 PM mail: -------

King Desiderio
queen Ansa (Ansia)http://freepages.genealogy.rootsweb.com/~jamesdow/s001/f207583.htm

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REX POTO
by ------- Saturday, Jan. 14, 2006 at 10:03 PM mail: ----

http://freepages.genealogy.rootsweb.com/~jamesdow/s070/f729444.The PEDIGREE of
Theudelinde of BAVARIA
Born: ? Died: abt. 625


HM George I's 31-Great Aunt. Poss. Agnes Harris's 32-Great Grandmother.

--------------------------------------------------------------------------------
Husband/Partner: Agilolf (King) of the LOMBARDS
Children: Gundeperga (Gundiberga) (Queen) of the LONGOBARDS ; Chrodaold `Nimble-tongued' (of BAVARIA) ; (Miss) of TURIN ; Adaloald (15th King)
--------------------------------------------------------------------------------
_______ _______ _______ _______ _______ _______ ____ ____ ___
/ -- Theodon III of BAVARIA + ====> [ 153 ,,x,&]
/ | OR: Agivald the AGILOFING + ====> [ 147 ,,x,&]
/ -- Theobald (Theodebert) of BAVARIA (? - 584?)
| | or: poss. his grandfather Theodon II
/ | OR: Agivald (Fara) the AGILOFING + ====> [ 147 ,,x,&]
/ -- Garibald I (AGILOFINGES ?) of BAVARIA
| | OR: poss. not Theudebert I (King) d' AUSTRASIE + ==&=> [ 152 ,,x,&]
/ -- poss. (Miss) of BURGUNDY
- Theudelinde of BAVARIA
/ -- Sigusmund (King) of the BURGUNDIANS + ====> [ 145 ,,x,&]
| / -- Wacho (9th King) of the LOMBARDS (490? - 539?)
| | | OR: Wacho (9th King) of the LOMBARDS + ====> [ 146 ,,x,&]
| | -- Theodogotho + ====> [ 145 ,,x,&]
| / | OR: Astrogotho (Ostrogotho) Areagni AMALI + ====> [ 150 ,,x,&]
-- Waldrada (Princess) of the LOMBARDS (528? - 571?)
/ -- Elemund (King) of the GEPIDAE + ====> [ 180 ,,x,&]
-- Ostragotha (Austrigusa) of the GEPIDAE (504? - ?)
| OR: Austrigosa of the GEPIDAE + ==&=> [ 82,&]
-- poss. (Miss) of the EAST FRANKS + ====> [ 150 ,,x,&]


--------------------------------------------------------------------------------
Her (poss.) Great Grandchildren: Rotbert (Rotheri) II ; Theodo (Theodon) (I; II; Duke) of BAVARIA ; Aripert I (Viscount) of LOMBARDY ; Rotbert (II)


[ Start ]

--------------------------------------------------------------------------------

htmThe PEDIGREE of
Liutprand (29th King) of the LANGOBARDS
Born: by 690 Died: 744


Poss. HM George I's 23-Great Grandfather. Poss. Agnes Harris's 28-Great Grandfather.

--------------------------------------------------------------------------------
Wife/Partner: (missing)
Child: daughter of Liutprand
--------------------------------------------------------------------------------
______ ______ _____ _____ _____ _____ _____ _____ _____ _____ ___ ___ ___
/ -- Ansulf (? - 590?)
/ -- Ansfrid
/ -- Ansbrand (28th King) of the LANGOBARDS (655? - 712?)
/
- Liutprand (29th King) of the LANGOBARDS
/ -- Garibald I of BAVARIA + ====> [ 155 ,,x,&]
| / | OR: poss. not Theudebert I d' A. + ==&=> [ 152 ,,x,&]
| / -- Gundwald (Duke) of ASTI (? - 613?)
| | -- Waldrada of the LOMBARDS + ====> [ 182 ,,x,&]
| / | OR: Theudelinde d' AUSTRASIE + ==&=> [ 183 ,,x,&]
| / -- Aripert I (Viscount) of LOMBARDY (? - 661?)
| | -- poss. Harinanda + ====> [ 185 ,,x,&]
| / | or: Gundeberge di LOMBARDI
| / -- Berthari (21st King) of the LANGOBARDS
| / -- Kunibert (25th King) of the LANGOBARDS (? - 702?)
| / -- Liutpert (26th King) of the LANGOBARDS (? - 712?)
-- Theoderada



--------------------------------------------------------------------------------
His (poss.) 3-Great Grandchildren: Arnulf (Arnulph; I) `the Bad' (Duke) of BAVARIA ; Berchtold (Berthold) (Herzog) von BAYERN

The PEDIGREE of
Ansia of LOMBARDS


Poss. HM George I's 25-Great Aunt. Poss. Agnes Harris's 27-Great Aunt.

--------------------------------------------------------------------------------
Husband/Partner: Desiderio (last King) of LOMBARDS
Possible Child: Liutperg of LOMBARDS
--------------------------------------------------------------------------------
________ ________ _______ _______ _______ ____ ____ ___
/ -- (NN) of the LOMBARDS
/
- Ansia of LOMBARDS

-- (missing)


--------------------------------------------------------------------------------
Her (poss.) Grandchild: Theodo (Duke) of BAVARIA


[ Start ]The PEDIGREE of
Desiderio (last King) of LOMBARDS
aka Desiderius (Duke) of TUSCANY
Born: ? Died: aft. 774


Male.

--------------------------------------------------------------------------------
Wife/Partner: Ansia of LOMBARDS
Children: Liutperg of LOMBARDS ; Adelperg (wife of Arechi of Benevento) ; Gerberg (wife of Carloman of Austrasia (q.v.)) ; Adelchis , son Poto( progenitor of Puoti(POTO) family)
--------------------------------------------------------------------------------
_________ _________ ________ ________ _____ _____ ___
/ -- (missing)
/
- Desiderio (last King) of LOMBARDS

-- (missing)


--------------------------------------------------------------------------------
His (poss.) Grandchild: Theodo (Duke) of BAVARIA


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Genealogia dei Re Longobardi
by David Hughies Sunday, Jan. 15, 2006 at 10:30 PM mail: --------------



http://www.talkabouteducation.com/group/soc.genealogy.medieval/messages/120893.html LOMBARD KINGS by RdavidH218@[EMAIL PROTECTED] (david hughes) Jun 21, 2004 at 06:28 AM b. Adelchis (d788), son of Desiderio, 24th & last Lombard King, had issue & was the ancestor of an Italian noble house Princes Puoti von Heristal Hohenstaufen Plantagenet Aprile von Buren Anjou, descendants from King Poto, son of King Adelchis, last King of Lombards THE LOMBARD KINGS OF ITALY legend: the Lombards (also called Langobards) (originally called the Winnili tribe) migrated from Scandinavia to the European Continent under the brothers Ibor (Ebbe) and Agjo (Agio), the two sons of Gausus, who gave the Gungingi Dynasty its name. Agjo was the father of Agila, aka 01. AEgelmund, "1st" King of Lombards. The name of his wife and queen is recorded to have been Gambara. They were childless. Here enters the story that a prostitute gave birth to a boy and threw him into a pond to drown, when King AEgelmund and Queen Gambara happened to ride by and rescued the boy and adopted the abandoned infant, whose name was 02. Lamicho (Lamissio), who succeeded his adoptive father as King of the Lombards. His dynasty ended in an heiress, who married the Balthae Prince Letho (Lethu), from whom his descendants were called the Lethinge Dynasty. The Balthae Prince Letho may also be identified with King Chlodio of France. ------------------------------------------------------------------------------- 03. Letho, Balthae Prince, King of the Lombards [founder of the Lethinge Dynasty of Italy]; identified with King Chlodio of France =1 the Frankish heiress [her 2nd =]; he =2 the Lombard heiress issue of 1st wife: a. Lotric (Clodric) (d451), who warred with half-bro Merovee [same mother] over the Frankish throne b. Hildeoc [4], id. with King Childric I of France & Lombardy c. Gudeoc [5], id. with Guntheric of Burgundy & Lombardy issue of 2nd wife: d. Claffo [6], King of Lombards e. Utfora, prince, had issue 04. Claffo, [6th] King of Lombards issue: a. Tato, 7th Lombard King b. Winta (Winichis) (Zuchilo), Prince (below) c. Pero, Prince 05. Winta (Winichis) (Zuchilo), Prince (above) issue: a. Pissa, poss. id. with Cissa of Sussex (below) b. Waccho, 8th Lombard King (d540) (below) c. Vecta, poss. id. with Wecta of Kent --------------------------------------------------------------- 06 Pissa, poss. id. with Cissa of Sussex (above) = Menia [or Adela] issue: a. Audoin, 10th Lombard King (below) -------------------------------------------------------------- 07 Audoin, 10th Lombard King (above) (d565) =1 Rodelinde, dau of Ermenfrit of Thuringia & Amalaberga, the dau of Amalafreya, the sis of Theodoric "The Great", Ostro-Goth King of Italy =2 Visigarde, his cousin, wdw of King Thibert I of France, &, dau of [his father's bro] Waccho, 8th Lombard King (see) issue of 1st wife: a. Alboin, reckoned "1st" Lombard King of Italy 572 (below) b. Masane (dau) = Cleph (Cleophis) (Klef), 2nd Lombard King of Italy 572-574 [son of Beleo], & begot Autharic, 3rd Lombard King of Italy 584-590 c. [name] (dau) = Zottone, Duke of Forum Iulii, bec "1st" Duke of Benevento 571 d. [name] (dau) note: if the Lombard Prince Pissa is identified with Cissa of Sussex then this daughter would be the Sussex heiress Alhilda, who, married to a native British regional-king, remained in Britain in 541 when her "barbarian" family was expelled from Britain by the British Celto-Romans ------------------------------------------------------------------- 08 Alboin, reckoned "1st" Lombard King of Italy 572 (above) =1 Clotsinde of France; =2 Rosamunde (Rosalinte), a Gepidae pss issue of 1st wife: a. Alpsuinda (dau) -------------------------------------------------------------------- 06.Waccho, 8th Lombard King (d540) (above) =1 Ranigund, a Thurgingian pss; =2 Austrisa (Austrigusa), a Gepidae pss; =3 Salinga, a Heruli pss issue of 1st wife: a. Visigarde (dau) =1 Thibert I, King of France (d548); =2 Audoin, 10th Lombard King [his 2nd = too] issue of 2nd wife: b. Valdarada (Walderade) (dau) (below) issue of 3rd wife: c. Waltari, 9th Lombard King (d546) ------------------------------------------------------------------- 07.Valdarada (Walderade) (above) =1 Thibaut, King of France; =2 Clothaire I, King of France; =3 Garibald I, King of Bavaria issue of 1st husband: a. Theudelinde (Theodelinda) (Thilinda) (dau) (d625/7) (below) ----------------------------------------------------------------------- 08: Theudelinde (Theodelinda) (Thilinda) (dau) (d625/7) (above) =1 Autharic, 3rd Lombard King of Italy 584-590, son of Cleph (Klef) (Cleophis), 2nd Lombard King of Italy, &, wife, Masane, sis of Albion, "1st" Lombard King of Italy =2 Agilulfo, 4th Lombard King of Italy 590-615 issue of 2nd husband: a. Adaloald, 5th Lombard King of Italy 615-624 abd (d626), begot a single son [Faroaldo] (d611) b. Gundiperg (dau) (below) ---------------------------------------------------------------------- 09: Gundiperg (dau) (above) =1 Arioaldo, 6th Lombard King of Italy 624-636; =2 Rothari, 7th Lombard King of Italy 636-652 issue of 1st husband: a. Gundoald, Duke of Asti (d641), father of Ariperto I, 9th Lombard King of Italy 653-661 issue of 2nd husband: b. Rodoald, 8th Lombard King of Italy 652-653 --------------------------------------------------------- 10. Gundoald, Duke of Asti (d641) 11. Ariperto I, 9th Lombard King of Italy 653-661 issue: a. Perctarit, 10-A & 13th Lombard King (below) b. Godeperto, 10-B, co-king 661(below) c. dau = Grimoaldo, 11th Lombard King 661-671[his 2nd =], father of Garibaldo, 12th Lombard King 671-674 ----------------------------------------------- 12. Perctarit, 10-A & 13th Lombard King 661 & 674-686/8 (above) = Rodelinde issue: a. Cuincpert, 14th Lombard King 686/6-690 dep (d700), who, of his wife, Hermelinde of England, begot Liutperto, 15th Lombard King 700 dep (d702) b. Vigilinda (dau) = Grimoaldo [II], Duke of Benevento -------------------------------------------------- 12. Godeperto, 10-B, co-king 661 (above) = Ragnatrude of East Anglia issue: a. Ragimpert, 16th Lombard King b. Regintrude (dau) (below) = Theodo II, King of Bavaria ----------------------------------------------------------------- 13. Ragimpert, 16th Lombard King 700-1 14. Ariperto II, 17th Lombard King 701-712 dep issue: a,b,c. 3 sons d. Ratberg (dau) (below) ----------------------------------------------------------------------- 15. Ratberg (Redburh), dau of King Ariperto II (above) = Pemmo, son of Billo, a Lombard duke issue: a. Astolfo, 22nd Lombard King; [also] reckoned "1st" King of Italy b. Ratchis, 21st & 23rd Lombard King --------------------------------------------- 16. Astolfo, 22nd Lombard King 749-756; reckoned "1st" King of Italy 752 upon his abolishment of the Byzantine Exarchate = Giseltrude, sis of Eutychius, last Exarch of Ravenna 728-752 deposed issue: a-e:_five_daus_[all_nuns] ------------------------------------------------------- 16. Ratchis, 21st & 23rd Lombard King 744-749 abd & 756 = Tasia, sis of Ildeprand (Hiltiprand), 20th Lombard King, & Ansia, wife of Desiderio, 24th & last Lombard King issue: a. Vastrada, one of the many wives of Charlemagne & the mother of his daughter Ratperg (Redburh), wife of the English Bretwalda Egbert of Wessex ---------------------------------------------------------------- 13. Regintrude, dau of Lombard King 10B Godeperto (above) = Theodo II, King of Bavaria issue: a. Thedebert (d722) (below) a. Theodorata (dau) (below) --------------------------------------------------------------------- 14. Thedebert (d722) (above) issue: a. Swanhild = Charles "Martel", Duke of France b. Guntrude = Liutprand, 19th Lombard King -------------------------------------------------------------------------- 14. Theodorata (above) = Ansprand, 18th Lombard King 712 issue: a. Liutprand, 19th Lombard King 712-744 = Guntrude [cousin] (above) b. Sigiprand (below) ------------------------------------------------------------------------15.Sigiprand (above) issue: a. Ildeprand (Hiltiprand), 20th Lombard King 744 dep b. Tasia (dau) = Ratchis, 21st & 23rd Lombard King (above) c. Ansia (dau) = Desiderio (Desiderius) [appears as Didier/Dedier in medieval romance], 24th & last Lombard King (below) --------------------------------------------------- note: Desiderio [id. with Desiderius, son of Erminulphus, son of Alachisus], 24th & last Lombard King 756-774 dep (d775) (above) = Ansia, sis of Ildeprand, 20th Lombard King, &, niece of Liutprand, 19th Lombard King issue: a. Adelchis, associate-ruler 759-774 (d788), had issue b. Gerberga (dau) = Carloman of France, mother of Pepin & Sigar c. Desidere (Bertrade), one of the wives of Charlemagne, who conquered the Lombards and annexed their territory [Lombardy] to his realm d. Adelperg (dau) = Arechi II, Duke of Benevento e. Liutperg (dau) = Tassilo IV, Duke of Bavaria f. Ansperga, abbess ------------------------------------------------------------------------- descents traceable from: a. Vastrada, dau of Ratchis, 21st & 23rd Lombard King, &, wife Tasia, sis of Ildeprand (Hiltiprand), 20th Lombard King, & Ansia, wife of Desiderio, 24th & last Lombard King, one of Charlemagne's wives & the mother of his daughter Ratperg (Redburh), wife of the English Bretwalda Egbert of Wessex b. Adelchis (d788), son of Desiderio, 24th & last Lombard King, had issue & was the ancestor of an Italian noble house Princes Aprile Puoti von Heristal Hohenstaufen Plantagenet, descendants from King Poto, son of King Adelchis, last King of Lombards c. Adelperg, dau of Desiderio, 24th & last Lombard King, &, her husband Arechi II, Duke of Benevento --------------------------------------------------------------------- compiled by David Hughes

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Ss. Vergine Maria
by Davide Cosciani Wednesday, Jan. 18, 2006 at 9:59 PM mail: p.i.D.Cosciani@tele2.it

In merito all'articolo inerente la Santissima Vergine Maria.
Mi rattrista nel profondo del cuore pensare che una persona possa produrre frasi più irriverenti e blasfeme, e che possa perdersi così, rivolgendosi perfino a testi apocrifi, per giustificare la sua religiosità fai-da-te. La Vergine Maria è Immacolata e SEMPRE VERGINE, ha concepito e dato alla luce un solo Figlio, Nostro Signore. Non s'è mai unita sessualmente ad alcun uomo durante tutta la sua esistenza terrena, ed a vissuto la sua castità assieme al suo castissimo sposo San Giuseppe, padre putativo di Gesù. I fratelli e sorelle di Gesù citati nelle Scritture sono i cugini e amici di lui, infatti in ebraico la traduzione è la stessa. Maria ha concepito per opera di Dio Spirito Santo, non "assistita dallo Spirito Santo". Lo Spirito Santo dà la vita. A tutti noi. Ma mentre in noi l'atto del concepimento è affidato ai genitori, nel caso di Gesù è avvenuto per opera di Dio stesso, e al contrario di quanto avviene con noi, in Maria avvenne in maniera non invasiva, né lesiva. Intatto, nuovo e immacolato rimase il luogo che accolse il Signore la prima volta sulla terra, come il somarello che lo portò a Gerusalemme "su di cui nessuno vi era mai salito", e come "il sepolcro nuovo scavato nella roccia dove nessuno vi era mai stato posto". Verginale e immacolato fu sempre ogni luogo che accolse il Signore, e sempre così deve essere. Come il nostro cuore quando accoglie il Signore nell'Eucarestia. Maria mediante il suo sì ha donato il suo grembo e la sua vita a Jahvé. "Piena di grazia" meditava tutte queste cose nel suo cuore, e sapeva ciò che l'attendeva, a lei e a suo Figlio. Maria è colei che si è abbandonata nelle mani del Signore. Non come chi si fa fecondare da embrioni selezionati in provetta (e quelli scartati? sono aborti in provetta!) o chi usa pillole del giorno dopo (che mieloso nome per un omicidio) o abortisce come sistema anticoncezionale ritardato. No, signori, i farisei sono chi, dietro motivazioni "scientifiche" o "buonistiche" dice che certe scelte sono giuste, sono per la tutela della donna (!), per la libertà (di uccidere!) e per la ricerca medica (senza scrupoli), e rigrazio Dio che ha donato alla Chiesa un santo come Giovanni Paolo II Magno, e successivamente un bravissimo sucessore come Benedetto XVI, che bene guida i fedeli nella verita. "E la Verità ci renderà liberi".
Prego Maria, Madre di Dio e madre nostra, che protegga col suo celeste manto ogni maternità e ogni mamma sulla terra, e che implori suo Figlio a inviare lo Spirito ad illuminare i cuori di chi inganna e confonde, di chi non crede, di chi non prega, di chi non ama, di chi è indifferente.
Possa il suo Spirito sanare tutti noi. Amen.

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Ma cosa c'entra sta' strunzata di Re Poto ?
by Carlo Asili Monday, Feb. 06, 2006 at 12:00 PM mail: kommios@yahoo.it

Ma cosa c'entra sta' strunzata di Re Poto con la fecondazione assistita? Vabbè uscire fuori tema,ma qui siamo al delirio più totale!!!

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Ma che cazzo scrivete?
by Carlo Asili Monday, Feb. 06, 2006 at 12:09 PM mail: kommios@yahoo.it

A' Hughes e SAIR(che cacchio vuolo dire sta' maledetta sigla?)Yasmin de eccetera eccetera,ma che cazzo scrivete?
Ve state a parlà tra voi de' Hohenstaufen e de' sti' cazzo de' Longobardi,ma cosa c'entrano con la fecondazione assistita o la libertà di stampa ?! Ma che ve siete magnati,na' botte de' cocaina? Ma annate a riporvi!!

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Ma che cazzo scrivete?
by Carlo Asili Monday, Feb. 06, 2006 at 12:16 PM mail: kommios@yahoo.it

A' Hughes e SAIR(che cacchio vuolo dire sta' maledetta sigla?)Yasmin de eccetera eccetera,ma che cazzo scrivete?
Ve state a parlà tra voi de' Hohenstaufen e de' sti' cazzo de' Longobardi,ma cosa c'entrano con la fecondazione assistita o la libertà di stampa ?! Ma che ve siete magnati,na' botte de' cocaina? Ma annate a riporvi!!

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Siamo pagani anche noi?
by Carlo Asili Monday, Feb. 06, 2006 at 3:27 PM mail: kommios@yahoo.it

Caro Cosciani,rispetto la tua fede,ma ragiona almeno un attimo su questo: il cristianesimo prima e il cattolicesimo
poi si sono accaniti contro le religioni greca,romana,
baltica,germanica e celtica,bollandole come "pagane",perchè i loro adepti(alcuni dei quali peraltro inventori della Filosofia...)credevano a cose come Zeus che diventa pioggia d'oro per accoppiarsi con non mi ricordo più chi,o ai demoni che volano nell'aria; per poi però voler propalare come verità di fede intangibili e indiscutibili altrettante
"favole" irrazionali e irreali,come la nascita di Gesù da una donna vergine o i santi che riattaccano arti,teste e via dicendo,quali supereroi ante litteram: dove sta la DIFFERENZA? Chi dice che il Vangelo - peraltro meraviglioso e rispettabilissimo nel suo messaggio d'amore universale - racconti necessariamente la verità sulla Madonna? Quanto alla Vergine Maria,ammesso che esista da qualche parte,
penso che se è come la immaginano Le interessi la felicità delle persone,e non quella di quattro embrioni

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Re: Siamo pagani anche noi?
by Davide Cosciani Sunday, Sep. 03, 2006 at 6:21 PM mail: p.i.D.Cosciani@tele2.it

Caro Carlo, scusa se ti rispondo appena adesso, sono peraltro felice che tu abbia letto il mio messaggio, se ti fa piacere puoi anche scrivermi direttamente alla mia emai sopraindicata.
Tu inizi parlando di un accanimento della Chiesa contro le religioni pagane. Anzitutto desidero sottolineare che dire pagane non è un offesa, ma è la definizione cristiana di una religione che cristiana non è, senza toglierle peraltro rispetto. Rispetto che da quel che capisco tu rivolgi alla filosofia, scelta da me rispettata ma non condivisa. Ti ricordo che fu Aristotele per primo a dire che una cosa è vera per il semplice fatto che è lui a dirla(!!!). Per cui non contestarmi ora i dogmi proclamati dalla Chiesa nella persona del Papa con motivazioni e argomentazioni annesse ben più esaustive di un misero "ipse dixit"!
Ma come ha detto un santo (non ricordo quale), mi è stato molto più d'aiuto il dubbio di San Tommaso che la fede immediata della Maddalena. Pertanto non pretendo che nessuno creda senza vedere, "a scatola chiusa", del resto la fede è un dono di Dio. Ma se ti può aiutare, di miracoli con testimonianze scritte, fotografate o filmate, ce ne sono parecchi, come pure di libri antichi che con autori diversi narrano le opere dei grandi santi medievali, come S. Francesco e S. Antonio. Se vuoi assistere a miracoli più attuali, dinanzi ai quali la scienza si arrende, vieni a Lourdes, e vedi con i tuoi occhi, altro non aggiungo. Se lo farai, capirai. Altrimenti mille parole non potrebbero descriverlo.
Per finire, riguardo alla SS. Vergine Maria, hai visto bene, vuole come suo figlio il bene delle persone, ossia ciò che siamo tutti dal momento del concepimento, quindi anche gli embrioni sono persone! Se questo ti è d'incomodo, perché è più facile abortire che far nascere e crescere, ed è più facile ignorare che capire, ti piacerà pensare il contrario, ma sappi che la scienza e la Chiesa dicono il contrario. Se poi credi solo ciò che vedi (e sarebbe già un bel traguardo) sappi che ho visto i cuoricini dei miei figli battere nel ventre di mia moglie già tre settimane dopo il concepimento. Fai ciò che vuoi della tua vita, ma scegli sempre con amore, perché come dice S. Agostino (questo me lo ricordo), "Ama, e fa ciò che vuoi!", ossia se fai con amore non sbagli mai.


Davide Cosciani

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