botta e risposta su questi giorni
Dice Bifo
Bologna, maggio 2005. Che dobbiamo fare a questo punto? Evitiamo di drammatizzare ulteriormente questa situazione psicopatica. Facciamoci venire in mente un gesto che sia forte, visibile, irresistibile, inequivocabile.
Riepiloghiamo le puntate precedenti. Alle elezioni municipali di Bologna un anno fa molti votarono pensando che si potesse creare un laboratorio della tolleranza, della solidarietà verso i più deboli, un laboratorio dell'innovazione culturale e della libertà, un laboratorio di progettazione sociale utile a preparare il momento in cui nel 2006, il centrosinistra dovrebbe andare al governo. Purtroppo in questi ultimi giorni abbiamo capito che Bologna è effettivamente un laboratorio ma di altro genere: è il laboratorio dell'intolleranza, della violenza contro i più poveri, dell'arroganza del potere e della repressione.
Il clima umano in città non è mai stato così plumbeo. Invece di puntare ad un armonico rapporto tra le diverse componenti sociali, il nuovo sindaco sta attizzando l'odio di tutti contro tutti. Votato perché si presentava come l'uomo che difende i diritti dei più deboli, il pover'uomo ha rivelato di essere un personaggio torvo, aggressivo, cupo, forse perseguitato da rancori che non possiamo decifrare, o da sensi di colpa che sono uno psicanalista potrebbe curare. Usa l'incarico conquistato grazie all'inganno per esercitare un protervo potere di umiliazione.
La sua minacciosa esaltazione dell'ordine e della legalità sollecita gli istinti repressivi. Un giudice ha fatto arrestare tre studenti. Cosa avevano fatto? Avevano occupato temporaneamente un locale nella zona universitaria. E questo basta per arrestare qualcuno? Non basta, a meno che non si attribuisca agli occupanti il proposito di sovvertire l'ordine costituito. Ma quei tre studenti intendevano sovvertire l'ordine costituito, e si erano dotati di mezzi idonei per ottenere il loro scopo? Risulta che nel locale occupato i tre studenti si limitassero a fotocopiare libri. E' questa la loro colpa?
Ma al di là di questo evento sorgono in tutti noi domande inquietanti: è questo il laboratorio bolognese? Sarà questo l'ordine del governo di centrosinistra? Dopo cinque anni di sfruttamento, privatizzazione, depredamento berlusconiano, pensavamo che il centro sinistra potesse sperimentare la strada della redistribuzione del reddito, dell'aumento dei salari, del rilancio della ricerca, della democratizzazione del sistema comunicativo. Ma se Bologna ha il valore di un esempio, cosa dobbiamo attenderci? Il carcere per chi chiederà rispetto dei suoi diritti, la violenza contro chi chiederà un reddito di cittadinanza?
Per sabato 21 maggio il movimento ha deciso di chiamare alla mobilitazione. Ha tutte le ragioni per farlo. Ma occorre evitare una contrapposizione tra il movimento e la città, perché la città è stanca degli arroganti che l'hanno presa in ostaggio. Il tono che dobbiamo usare non è quello truce del muro contro muro. Il sindaco di questa città è visibilmente uno squilibrato, non prendiamolo troppo sul serio, cerchiamo di giocare al suo gioco. Sabato ci vedremo, e penso che saremo in tanti. Ma invece di sfilare in pose truculente, invece di mostrare i muscoli che non abbiamo, io propongo di compiere un gesto un po' stravagante.
"In ginocchio mai" disse qualche tempo fa Valerio Monteventi. Aveva ragioni da vendere, ma ora la situazione è cambiata. Il disegno di isolamento del dissenso non è passato. Adesso potremmo anche pensare di metterci in ginocchio. Proprio questa è la mia proposta: sabato pomeriggio, sotto il sole di maggio, mille, duemila, cinquemila persone o non so quante saranno, assumono la posa a ginocchioni del nostro beneamato San Precario. Con l'aureola sulla testa ci inginocchiamo e restiamo inginocchiati per tutto il tempo che ci va. Un'ora in ginocchio, immobili, mentre qualcuno recita il mea culpa, qualcuno si flagella, qualcuno implora pietà. Non per chiedere perdono di orribili peccati che non abbiamo commesso, né per arrenderci a un potere che più che spaventarci ci fa ridere. Bensì per implorare. Sì, implorare. Vi imploriamo signori della Giunta, smettetela di fare così. Vi state comportando come una giunta di occupazione in una città che vi considera ormai degli estranei, dei prepotenti e dei lunatici. State facendo un piacere immenso ai predoni del governo Berlusconi i quali presto potranno dire: eccola la sinistra che vuole governare. Eccola, invece di creare strutture di accoglienza per gli immigrati li scaraventa per strada con la violenza. Invece di migliorare le condizioni di vita degli studenti vieta la birra in strada e mette in galera i focopiatori. Vi imploriamo, signori della giunta rendetevi conto che vi state coprendo di ridicolo. In ginocchio, mettiamoci in ginocchio e a mani giunte imploriamo i fanatici della legalità di andare a farsi fottere.
risponde mazzetta
che dobbiamo fare?
prima di tutto, da buon bolognese, dico scordiamoci bologna che ci fa male e ci deturna davvero.....
stare su cofferati mi pare dimenticare, o oscurare, il resto. i ragazzi di bologna non sono gli unici, e sono solo gli ultimi di una serie lunghissima da tempo è diventato lecito inventarsi pretesti per ingabbiare chi protesta, perchè questa è la -categoria privilegiata- che in questi anni ha visto aumentare gli arresti, insieme ai migranti, non a caso.
E' un problema grosso, perchè significa che chi è fuori dal gioco economico, chi non tiene la testa bassa e sta al suo posto a tirar la cinghia in silenzio, in realtà è destinato a finire dentro. E' fascismo? Sicuramente è l'introduzione di uno standard non previsto dal nostro ordinamento, e ciò basta a legittimare la protesta, e che sia ad alta voce. Qui la battaglia è sul diritto alla libertà personale, ancora più importante di Cofferati, del precariato e di parecchio altro. Non facciamoci distrarre; decine di attivisti sono in galera o attendono processi con imputazioni lunari.
Li conosciamo quasi tutti, l'idea che siano terroristi o che abbiano familiarità con fantasie eversive o con le armi è semplicemente assurdo.
Qui di eversivo c'è solo il processo alle intenzioni dal quale a Bologna hanno tratto l'accusa.
E' di fronte a questa evidenza che bisogna stanare chi indegnamente si definisce compagno, ma anche i fautori del garantismo e della libertà; che dimostrino che non parlano solo della loro.
Bologna è parte civile a Genova, e il suo sindaco lascia montare in città una tensione assurda, alcuni di sinistra tacciono, altri addirittura vanno in sostegno al sindaco, vedi l'Arci. Questa gente va salutata. Senza neanche dargli il contentino di un riot.
Se proprio devo fare qualcosa contro la maggioranza della maggioranza bolognese, arrivo davanti al comune, mi giro, gli mostro il culo e me ne vado. Loro sono i principali responsabili, e loro sono quelli che si stanno facendo travolgere, ancora una volta, da illusioni e dai loro stessi interessi. Li conosciamo, hanno strutture gerarchiche occupate da gente strana, che ha perso la luce ed il ricordo di quelli che sono i basics della democrazia, non capiscono neanche i disastri, hanno reazioni stereotipate. Per loro tutto questo e' una rottura di balle, si relazionano con noi solo se siamo disposti a seguire i loro piani; sono una palude più che una risorsa.
Adesso sono diventati pericolosi, perchè ormai han dimenticato "i valori"; hanno detto che li stanno cercando, mentre rivalutano i fascisti, mentre si fanno prendere in giro dai briganti.
Se vayan con dios.
Continuiamo le lotte, rafforziamo le reti, le solidarietà e non abbandoniamo nessuno per strada; la libertà dell'ultimo degli scemi è sacra come quella Mandela; chiediamo a tutti un passo indietro, via da loro, a questo punto possiamo fare senza, non ci serve a nulla frequentare chi ci vuole in galera. Stiamo vicini ai colpiti, attiviamoci per assisterli, e comunichiamo quello che succede, tenendo a mente che nessuno di loro è stato arrestato per fatti specifici, ma solo per scelte politiche e attraverso forzature del diritto. I buoni sono in galera, non saranno eroi, ma di sicuro sono vittime come domani lo potrebbe essere ciascuno di noi se passa questa visione dell'esercizio penale.
Imho. Giovagnoli è l'eversore; noi siamo cittadini, nella pienezza dei nostri diritti, che gridiamo ad un ceto politico di pessima qualità di tenere giù le mani dai diritti e dai compagni. Battiamoci contro il 270, battiamoci per l'amnistia, battiamoci per tutti e lasciamo soli questa gente. Se avranno bisogno di aiuto contro Berlusconi, lo chiederanno.......
- dalla galera neanche un voto- ciao m
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