E Fundarò dei Verdi di Bologna: "Non stiamo con chi picchia le vecchiette"
da Repubblica-Bologna di oggi
LE SCELTE DEI PARTITI Il leader dei Verdi prende le distanze da Bertinotti, ma chiede al sindaco più partecipazione: "L´ha detto anche Guglielmi" "La legalità è nel nostro dna" Pecoraro Scanio con Cofferati. Critiche a Amorosi
"Siamo da sempre non violenti, non stiamo dalla parte di chi picchia le vecchiette" "L´assessore non va alle riunioni del partito? È in giunta su nostra indicazione" ANDREA CHIARINI
SCHIERA I VERDI SULLA LEGALITÀ - «la non violenza è nel nostro Dna» - chiede al sindaco una maggiore «cultura della partecipazione» - «l´ha detto anche Angelo Guglielmi» - e richiama all´ordine l´assessore ribelle Antonio Amorosi: «E´ in giunta su indicazione specifica di una forza politica». Il leader del Sole che Ride, Alfonso Pecoraro Scanio, affronta tutti i punti del "caso Bologna" e incarica il suo inviato sotto le Due Torri, Massimo Fundarò, di seguire da vicino la situazione. «Noi siamo a favore della legalità e non con chi picchia le vecchiette» dice Fundarò, riferendosi all´occupazione di via del Guasto e facendo così chiarezza su come si comporteranno i Verdi in Comune al momento di votare l´ordine del giorno del sindaco sulla questione delle occupazioni abusive. Il documento, ancora da scrivere, che in Comune già chiamano "spacca Rifondazione", anche se in queste ore sono al lavoro i "pontieri" del Prc e della Quercia per trovare una via di uscita. «La nostra posizione è chiara, noi difendiamo i principi della legalità - dice Pecoraro Scanio - mi sembra che il dibattito a Bologna sia stato estremizzato. Spero si lavori per una nuova cultura della partecipazione, del confronto. E´ un´osservazione che ha fatto anche l´assessore Guglielmi, che non mi pare sia un no global. Noi siamo una forza pacifista davvero e ritengo che questo sia un elemento che possa unire». I Verdi rischiano di trovarsi nel bel mezzo del braccio di ferro Cofferati-Bertinotti, un´eventualità che Pecoraro Scanio cerca di evitare. «Non ho argomenti di litigio storico con Cofferati, il nostro rapporto è buono sia col sindaco che con Rifondazione, ma sono troppo federalista per scendere nel dettaglio dell´odg» dice. Più in generale il leader ambientalista ricorda che «la pratica della non violenza è scritta nel nostro statuto da quando siamo nati. Difendiamo i diritti di tutti, anche dei carcerati, ma riteniamo che non sia utile la violenza come mezzo per raggiungere obiettivi politici». Su Amorosi il presidente dei Verdi dice: «Non va alle riunioni di partito? E´ un problema di chi non partecipa. Sta in giunta su indicazione dei Verdi». E´ invece il "commissario" Fundarò ad avere le parole più dure per l´assessore comunale alla Casa, che dopo aver fatto di tutto in campagna elettorale per premiare Carmelo Adagio, sacrificando l´ex assessore Silvia Zamboni, adesso si trova ai ferri corti con l´ex amico. «Non riconosco Adagio come responsabile del partito a Bologna - accusa Amorosi - perché solidarizza con gli occupanti di case. E´ una linea suicida, sembrano Democrazia proletaria». Affermazioni che Fundarò definisce «sorprendenti e gravi nel merito e nel tono», frutto «della mancanza di raccordo di Amorosi col partito nazionale e locale». Una conferma che a Bologna i Verdi, aggiunge Fundarò, hanno «un problema». Di ciò si è parlato all´esecutivo di ieri del Sole che ride. E´ stato Adagio, ieri su Repubblica, a porre per primo il tema di quanto i Verdi si sentano o meno rappresentati in giunta. «Amorosi non viene alle nostre riunioni, naturalmente noi lo invitiamo sempre - aveva detto il presidente del quartiere San Vitale - a giugno faremo un´assemblea per decidere che fare». Continua intanto il lavoro comune tra le forze rosso verdi riunite sotto la sigla "Altra Sinistra". Adagio ieri sera ha convocato in vicolo Bolognetti i segretari del Prc, Tiziano Loreti, e della lista Cantiere, l´ex diessino Edoardo Schiazza che vorrebbe un posto in giunta anche per gli occhettiani.
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