Cinquecento persone stamane hanno risposto all'appello dei Comitati antitav per bloccare l'avvio dei lavori del tunnel di 10 chilometri che LTF aveva annunciato per oggi. Ma LTF e i 250 poliziotti inviati dal prefetto, hanno preferito non presentarsi. Ancora una volta la lotta e la determinazione pagano.
Il presidio a Venaus si è trasformato in un'affollata assemblea, in cui è stata ribadita la volontà unanime di opporsi sia alla galleria di ispezione (10 KM!) di Venaus sia a tutti i sondaggi. Ma la partita non è chiusa, solo rimandata. Durante l'estate la marcia dei 30.000 da Susa a Venaus del 4 giugno, la straordinaria esperienza dei blocchi di Bruzolo, Borgone e Venaus hanno dimostrato la determinazione dei valsusini a difendere il loro territorio e le loro vite. Una volontà che tuttavia si scontra con i giochi della politica, con chi, anche tra gli amministratori locali, ha scelto il tavolo delle trattative, accettando di entrare a far parte di una commissione tecnica con l'incarico di verificare "criticità" ben note e sin troppo dimostrate. Sul TAV non si tratta, perché la vita, la salute e la libertà della gente non possono essere buttate su alcun tavolo politico. Oggi a Vanaus la gente della Val Susa ha dimostrato che il solo tavolo politico che conta è l'azione diretta popolare. Uno stimolo in più per rafforzare ed estendere la resistenza.
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