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[Post Dinamico] Feat: "In buone mani"
by (((i))) Friday, Jan. 13, 2006 at 9:21 AM mail:

Post dedicato alla raccolta di informazioni, aggiornamenti, e approfondimenti.

.: leggi la feature "In buone mani" :.

.: post dinamici - howto :.

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le "autolesioni" di Giacomo Turra e la polizia colombiana
by Giuliani Gianni Friday, Jan. 13, 2006 at 11:23 AM mail:

Voglio segnalare qui un fatto successo a Cartagena, in Colombia, che presenta delle similitudini per quanto riguarda le modalità della morte di un giovane, Giacomo Turra, anche lui "drogato" in preda a uno stato di esagitazione, morto per le ferite da lui stesso inflittesi ed ammanettato dalla polizia per il suo bene.
il link é: http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed328/aint01.htm
Anche se bisogna utilizzare con cautela le analogie dovrebbe pero',quanto meno, far riflettere:

"...la Corte suprema colombiana ha confermato la sentenza con cui, a suo tempo, un tribunale militare aveva assolto i cinque poliziotti accusati di aver ucciso a Cartagena, nel settembre del 1995, lo studente padovano Giacomo Turra;
secondo la sentenza: «Nel dossier esaminato non esistono indizi probatori per condannare i cinque agenti e quindi si conferma l'assoluzione... Molto probabilmente Turra è deceduto a causa del consumo di droga e alcol e per i colpi che lui stesso si è inferto nel commissariato di polizia di Cartagena...»;
secondo la Corte non esisterebbero le prove che la morte di Giacomo sia stata causata dalle percosse degli agenti;
così, ci sono voluti sette anni per vedere negata la giustizia a Giacomo, ai suoi familiari, ai suoi amici;
a quanto risulta all'interrogante, l'ambasciata italiana in Colombia non ha avvertito i familiari di Giacomo della sentenza;
il Governo italiano non ha, in nessuna dichiarazione ufficiale, protestato contro le autorità colombiane per non aver individuato e condannato gli omicidi di un giovane ragazzo italiano, visto che - con ogni evidenza - di omicidio si tratta e non certo di morte a causa di colpi che lo stesso Turra si sarebbe inferto"

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Proposta: Antidoping
by soc Friday, Jan. 13, 2006 at 1:22 PM mail:

Antidoping: lo fanno ai calciatori, ce lo fanno quando andiamo in giro in macchina, lo fanno. Loro a noi: ma a loro chi lo fa?

Era domenica mattina quando hanno fermato Federico. Anche per loro. Era domenica mattina, Federico era un po' sballato. Ma loro? Per accanirsi con tanta violenza su una persona la cui unica colpa era quella di passeggiare per rientrare a casa alle 6 di mattina, potrebbe essere che fossero strafatti di coca, no?
Io abito in una zona dove diverse donne fanno "la vita". Loro passano spesso. Le caricano e le scaricano come fanno centinaia di altre auto. Solo che loro non pagano, almeno così mi dice una delle donne che sta qua sotto, che incontro spesso portando a spasso il cane. Mi dice che spesso "loro" le offrono della coca, per migliorare le prestazioni di entrambi. E allora se fanno i test antidroga a tutti, perché a loro nessuno li fa?
Non potrebbe essere che loro fossero strafatti di cocaina quando hanno pestato a sangue fino ad ucciderlo il povero Federico?
ANTIDOPING ANCHE PER GLI SBIRRI
Perché no?

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[Ferrara] "Sono soltanto calunnie verso i nostri agenti"
by "la Nuova Ferrara" Friday, Jan. 13, 2006 at 3:17 PM mail:

[Ferrara] "Sono soltanto calunnie verso i nostri agenti"

da "la Nuova Ferrara" - su Kataweb
Il questore Elio Graziano: "Sono soltanto calunnie verso i nostri agenti"

Ecco l’intervento del questore Elio Graziano sul caso del giovane deceduto: «In relazione al decesso del giovane Federico Aldrovandi ritengo giusto fornire alcune precisazioni. Pur nel rispetto per il dolore dei genitori e nel doveroso riserbo per l’inchiesta giudiziaria in corso, sono costretto a prendere posizione di fronte ad alcune affermazioni non rispondenti alla realtà e calunniose nei confronti del personale della Polizia di Stato in servizio a Ferrara, riportate dalla stampa ed attribuite alla madre di Federico Aldrovandi.

Tali affermazioni mi sorprendono perché all’indomani della morte del figlio ho informato personalmente la signora sulle circostanze relative alla sua morte e mi sono dichiarato disponibile a fornire ogni altro possibile ragguaglio che mi fosse stato richiesto anche successivamente. Sulle cause della morte di Francesco Aldrovandi l’ultima parola dovrà dirla, come è giusto che sia, l’autorità giudiziaria.

Però le circostanze e le modalità dell’intervento della Polizia al mattino in cui si verificò il fatto, sono “fissate” in verbali e registrazioni contenenti dati oggettivi, in possesso dell’Autorità giudiziaria, certamente non manipolabili che possono così riassumersi: alle ore 5.47 alla sala operativa della Questura veniva richiesto un intervento da partre di cittadini che avevano osservato un giovane che in via Ippodromo urlava frasi sconnesse e colpiva alcuni pali della luce con il capo.

L’equipaggio di una volante, accorsa sul posto pochi minuti dopo, notava un giovane in evidente stato di agitazione, che alla vista dell’auto era balzato sul cofano e aveva tentato di colpire con calci gli operatori. Non riuscendo a calmarlo e ad immobilizzarlo gli agenti richiedevano l’intervento di una seconda volante e, poi, di una pattuglia dei Carabinieri. Fin dall’inizio fu chiaro ad essi che l’obiettivo dell’intervento era di impedire al giovane di reiterare comportamenti autolesionistici, tant’è che proprio su loro sollecitazione alle ore 6.04 fu contattato dalla nostra sala operativa il “118” per l’invio di un’autoambulanza.

Per immobilizzare il giovane fu necessario applicargli delle manette ai polsi, che su parere conforme dei sanitari gli furono lasciate e solo successivamente tolte. In definitiva l’intervento degli operatori della volante si è dispiegato al cospetto di cittadini residenti nella zona, la cui attenzione era stata richiamata dalle urla del giovane, dei sanitari del “118” e dei Carabinieri e, si ripete, al solo scopo di impedire al giovane di continuare a farsi del male.

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[Ferrara] Articolo repubblica
by Ateniese Friday, Jan. 13, 2006 at 6:16 PM mail:

Articolo apparso nel pomeriggio su repubblica.

http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/cronaca/ferrarablog/ferrarablog/ferrarablog.html

Caso Aldrovandi, il pm conferma
"Federico non è morto per trauma"


Ferrara, fiori sul luogo dove Federico è morto il 25 settembre scorso

FERRARA - Non è stato un trauma ad uccidere Federico Aldrovandi, 18 anni, morto nella notte del 25 settembre scorso. La dichiarazione arriva dal procuratore della Repubblica di Ferrara, Severino Messina, a conferma della versione ufficiale fornita dalla questura sulle cause del decesso del giovane. Smentita quindi la mamma del ragazzo morto che in un blog di Kataweb aveva accusato le forze dell'ordine.
[........]
"L'autopsia ha escluso che la morte di Federico sia stata provocata da un trauma: qualunque fosse l'origine di quelle contusioni, non erano di per sè sufficienti a causare il decesso del ragazzo". E prosegue: "La consulenza tossicologica ha accertato la presenza nel sangue di sostanze stupefacenti, ma i livelli non consentono di stabilire un nesso di di causalità inequvocabile: spetta ora al perito la valutazione globale del caso".

Ricapitoliamo: L'autopsia dice che non e' morto per le lesioni (qualunque sia l'origine), ma, con un convoluto giro di parole ammette anche che non e' stato ucciso dalle prensunte droghe. E qui mi sorge spontanea una domanda: ma come diavolo e' morto sto' povero ragazzo?
Hanno fatto un autopsia, ci hanno messo TRE MESI E MEZZO, tempi da fantascienza, e dopo TRE MESI E MEZZO di perizia medico-legale il risultato e': "ad uccidere Federico e' stato..... non lo sappiamo".

No dico, ma la smetteranno prima o poi di prenderci per il culo? Perche' per tirare fuori il responso dell'autopsia ci sono voluti 3 mesi e mezzo? perche' e' uscito fuori solo dopo il terremoto mediatico? Ed in sostanza, CHI/COSA ha ucciso Federico?.
Ho sempre piu' paura che finira' archiviato fra' i morti di stato dimenticati e sepolti dall'omerta' vergognosa e mafiosa delle forze dell'ordine.

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Costituzione a Ferrara del “Comitato Verità per Aldro” e sit-in il 15
by comitato verità per Aldro Saturday, Jan. 14, 2006 at 2:42 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2006/01/966288.php
si costituisce il comitato "Verità per Aldro". Domani, domenica 15 gennaio, ci sarà un sit-in. Aprite il post indicato sopra per maggiori info!

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«Federico implorava: basta...»
by Checchino Antonini Saturday, Jan. 14, 2006 at 11:35 PM mail:

Nuove testimonianze sulla morte del ragazzo "ammanettato" dalla polizia a Ferrara

«Federico implorava: basta...»
di Checchino Antonini

Ferrara nostro [inviato] - «Basta! Vi prego, smettetela!...». Sul blog è iniziato, sul blog continua. E’ la vicenda di Federico Aldrovandi, diciotto anni, morto all’alba del 25 settembre pochi minuti dopo essere entrato in "contatto" con un paio di volanti di polizia. Da allora i genitori e gli amici hanno visto rapidamente calare il sipario sulla vicenda con la stampa cittadina a occuparsi volentieri di altro dopo le pressioni della questura. Come un messaggio nella bottiglia, il blog aperto all’inizio dell’anno, naviga tra i flutti della grande rete e raccoglie altre centinaia di messaggi: quasi tutti, con l’eccezione dei soliti sciacalli, sono solidali con Patrizia Moretti, 44 anni, mamma di Federico e autrice del blog "più letto d’Italia". Alle 13,44 di ieri scrive un tale Simone, dice di abitare in via Ippodromo, proprio dove Federico ha vissuto i suoi ultimi minuti.

Alle 5,47 arrivò la prima volante, alle 6,15 i sanitari del 118 trovarono il corpo ammanettato, a faccia in giù, in una pozza impressionante di sangue, tanto che domandarono le chiavi delle manette agli agenti per girare il corpo e tentare una estrema rianimazione. Non c’era neppure un battito da defibrillare. Federico era già morto. Pochi minuti dopo, Simone, o come si chiama davvero, esce di casa per andare a lavorare. Vede il lenzuolo bianco che copre il corpo e, intorno, 4 agenti (gli equipaggi di due volanti) e tre carabinieri di una gazzella intervenuta a cose fatte. Non gli sembrano avere un contegno professionale, anzi gli sembrano aver perso la testa, li vede agitati, sconvolti. A sera, quando torna a casa, ne parla con sua madre che gli riferisce le parole che aprono questo articolo: la signora avrebbe sentito qualcuno che urlava quella mattina. Ma non erano le frasi sconnesse che ribadisce la questura, quella voce gridava di smetterla. Di smetterla con le botte, manganellate, probabilmente, visto che almeno uno - o forse due - manganelli risultano essere tornati a pezzi da quella missione. E quella roba si spezza quando la impugni al contrario, perché il manico fa più male.

Non sembra la lettera di un mitomane il "post" comparso sul blog gestito da amici e genitori di Federico. Se venissero confermate quelle parole, andrebbe definitivamente in soffitta la versione ufficiale, più volte aggiustata, sulla morte del ragazzo: s’è detto a caldo di un malore fatale, più tardi di comportamenti autolesionistici o, addirittura di un’aggressione del ragazzo ai poliziotti. Ma le ferite sul viso, sulla nuca, sullo scroto e i segni sul collo, il sangue che inzuppa la felpa e il giacchetto smentiscono la polizia che ora prova a giustificare il brusco approccio col ragazzo con l’intento di «evitare che si facesse male da solo». Così pure la perizia tossicologica spazza via le speranze di chi avrebbe archiviato tutto alla voce "morte del solito tossico" (di Carlo Giuliani si dissero cose simili). Federico aveva nel sangue poca roba, nulla che lo potesse uccidere o mettere in crisi.

A poche ore dai fatti la procura provò ad anticipare le risultanze di un’autopsia non ancora disposta e che non sarà resa pubblica prima del 27 febbraio, quel giorno scade la proroga chiesta dal medico legale. Ieri, alla stessa ora in cui Simone postava la sua testimonianza sul blog, l’Ansa batteva la solita dichiarazione del procuratore capo Severino Messina che si scaglia contro il «sommario processo mediatico» e fa quadrato intorno alla polizia: «La ferite - dice Messina - non possono aver cagionato la morte del ragazzo». Le ferite forse no ma se è vero (ci sarebbe il resoconto di un testimone chiave) che negli ultimi istanti di vita c’era chi lo teneva immobile, con un ginocchio sulla schiena e un manganello sotto la gola, respirare non doveva essere un’impresa facile per Federico. Le domande si rincorrono: chi arrivò, tra i dirigenti della questura, sul luogo dei fatti? Il pm, che poi affidò le indagini proprio alla polizia, c’è mai andato? E perché non sono mai stati sentiti, se non dalla parte civile, gli operatori del 118? Il questore Graziano sarebbe arrivato non prima delle 9 visto che non abita in città.

Via Ercole I d’Este è uno scorcio tra i più suggestivi di Ferrara. Ma chi lavora in questura quasi non si accorge di dove è situata. Si dice che da quando è riscoppiato il caso si respiri un clima molto pesante. Ma i quattro agenti che arrestarono Federico sfrecciano ancora sulle volanti. Che le indagini siano iniziate male e che non procedano meglio è un’opinione radicata anche in "pezzi" di polizia democratica. Un comunicato del Silp regionale, concordato parola per parola con Roma, esprime solidarietà e vicinanza alla famiglia del giovane morto, chiede «tempi assolutamente rapidi» per le indagini, e che siano rimosse «tutte le cortine fumogene». Le «mele marce» vanno estirpate. La contromossa del Sap, sigla sindacale legatissima ai partiti di destra (sarebbe il sindacato dei quattro agenti di Via Ippodromo) è un comunicato da Roma, a firma di un segretario nazionale, Torelli, ferrarese anche lui. Vi si legge che «se siamo destinati a essere perdenti nel dibattito pubblico» «il tempo renderà giustizia ai nostri colleghi». Un rinnovo di credito incondizionato alla Procura. Ferrara, intanto, si gode la giornata limpida e la gente fa "filò", chiacchiera in piazza. Una parte di città, che sembra crescere, inizia a «chiedere scusa alla famiglia di Federico per essere stati prigionieri dell’apatia». Così mi spiega Gigi Cattani, sindacalista Fiom per vent’anni e ora in Rifondazione. C’è anche lui nel gruppo di amici di Federico che discute in serata su come far nascere il comitato per verità e giustizia. Cresce anche il numero delle interrogazioni parlamentari annunciate. A Prc e verdi si aggiungeranno Pdci e ds (forse).

Patrizia Moretti è subissata di chiamate e di interviste ma è contenta che finalmente i riflettori si siano accesi su questa storia. Ed è stupita dalla potenza di un piccolo blog che sta trasportando il suo urlo di dolore. La famiglia e il gruppo degli amici leggono i messaggi "postati" scoprendo «una voglia di verità che troppi filtri e troppe mediazioni insabbiano. E’ difficile fidarsi ancora di certe istituzioni. Ma speriamo ancora, che altro dovremmo fare?».

http://www.liberazione.it/giornale/060114/LB12D6BA.asp


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Federico Aldrovandi (english translation)
by translator C Sunday, Jan. 15, 2006 at 12:28 PM mail:

In the night of September 24 in Ferrara, Italy a boy of 18 years, Federico Aldrovandi, dies in the hands of the police. They leave him for five hours on the asphalt, initially hiding the truth to the mother who searches for her son. The police version talks of a call from residents in the zone, alarmed by the strange attitude of the boy, who when arrested fainted. If it is true is not known. The police deny responsibility for his death, sustaining that he hurt himself, and died for overdose of drugs the boy had taken. The toxicology exams reveal that overdose cannot have been the reason for the death of Federico Aldrovandi. The details as described by the medical referees are still not 'officialised' four months after this incident, they talk about numerous signs of violence over his whole body, a wound ruptured on his head, violet colored stripes on his pulses of the handcuffs, and his scrotum smashed.

The mother told that she got Federico’s clothes literally soaked with blood. The news remains unknown for months. Only in these days the silence is broken by a blog of the family who asks for light over the event.

:::::::::::: :::::::::::: ::::::::::::: ::::::::::::

The mother's story on the blog: http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/
Ferrara 2/1/06

I'm writing the story of what has happened to Federico, my child. I won't write all about him, it is impossible to tell a life, even if only 18 years and his anniversary recently passed.

He died September 25, on Christmas day it were three months...

I've always thought that survive a son would be an unsustainable pain. Now I know that in reality it is impossible. I don't say this with a purpose; I now know it is just like this. A part of me has no breath anymore, has no light, no future... Since his breath, light and future were taken away from him.

Saturday September 24 was a serene, happy day...

After school the lunch together, chats, laughs. It was still summer, it was warm. He took his dog-friend for a walk. He didn't do that too often, but that day he went, with his walkman and some music in his ears. Everything that day had a special aura.

To think about that now, it is like as if he had wanted to greet all of us. He had smiles for all, the pleasure was he himself.

He met with his girlfriend, and did his small work bringing around pizza's.

The program of the night foresaw a concert in Bologna.

Before he left he passed by home, to change his shoes, broken by playing soccer...

It was the last time I saw him alive.

He greeted all, including his brother who already slept, asking me why Stefano didn't react on his greetings.

Also one of his girlfriends has confirmed to me that that night he was serene, that he had greeted her smiling, with the usual punch on the shoulder and the appointment the day after...

That day after never existed.

At Link, the concert had been canceled. However the night was spent in that place.

This was said by his companions who were with them, I can't call them friends, and the analyses have confirmed this. One of these boys has sold him some substance, a pill or something similar.

They call it the party of Saturday night. It is mistaken, yes.

But it is not what provokes death...

Federico knew it well. He had participated in a school project of research and information, promoted by the province. I know that his knowledge was profounder with researches on the ASL sites; he knew the substances and the effects. He was in his way a hygienist. He took great care of his body, of what he ate. He was sportive. A splendid boy full of health.

And of projects: he thought of music, at his future, his studies served to construct and create a future.
For the immediate there were the simple things: the drivers’ license in a few days, karate, a musical band to organize with his friends, and the all-day life, in a search to stay well.

After the night [in Bologna] the group returned to Ferrara, to the meeting point where most of them had left cars and motorcycles. Federico was by foot. He left the house in the car with Michy, who had not gone to Bologna.

It had become five in the morning. The boys told that they offered him a passage by car, but Federico didn't feel like going home immediately. He would have turned home on foot. He was close to home...

From his cell-phone it is visible hat he had called various other friends. Especially his best friends, more times, each one. Maybe to ask them if they were still awake and out... it seems that no one answered him. The boys I know told me that they had already turned off their cell-phones and were sleeping.

And then, I don't know what exactly has happened. At that hour I woke up, maybe not completely, asking myself if Federico had already returned home. I felt so tired that I didn't manage to move. Then I heard some rumor in his room, and I was certain that he was there.

I woke up again when it was nearly eight in the morning.

Then I started to call his cell-phone, and send messages. Nothing...

It wasn't possible that he didn't respond. If he was late, he always let me know. He said it was stressing, but he didn't want to have me thinking. I gripped myself to the idea that he had probably lost his cell-phone...

Then also his father started to call him. On Federico's cell-phone his father is memorized with his name, Lino.

A voice answered.

Forcing he asked who was on the phone, and has asked to describe Federico.

After this he qualified himself as a police-agent, and to our questions he answered that they had found the cell-phone on a bank near the race-track (horses) and that they were investigating.

And he hung up.

Immediately I searched at the police station, and I have also searched for a friend of his who worked there.

Nothing.

The central line people gave answers like: we're in change-turns now... I have not been informed..., once we have some news we'll call you...

Nothing for another three hours!!!! Passed in fear and with telephone calls to hospitals, to his friends, and again, repeatedly to the police.

In the meantime Stefano went on his bike to search his brother. I thank heaven that he didn't go to the right place.

The police came to inform us only towards 11 hours. After they had brought him away.

His body has remained on the street from 6 to eleven in the morning.

And they haven't called me. He was my son. No one has the right to keep a mother away from her son!

And they told me they had done it for me... Because it would be better if I didn't see.

At that moment I believed them.

The police told that a resident of the zone had called because he had heard shouting.

They told also that he had hurt himself, banging his head against the walls.

This has revealed to be false. Denied according to the exams.

Federico was destroyed by the punches.

Much time later I got his clothes back. He wore a t-shirt, sweater with hood, and his jeans.

They're completely soaked with blood.

They told he didn't want them to get him. That he had fought and even jumped on top of the police car. The medical doctors examined that he had his scrotum smashed to pieces, a

ruptured wound on his head, and numerous signs of violent punches all over the body.

I've been allowed only to see the ones on his face, from his left temple to the eye, and down to the cheekbone, and the black signs of the handcuffs on his pulses.

I've seen him in the coffin. His corpse didn't seem at all trained and symmetrical. My child was perfect, and beautiful. They've destroyed him. ..

And the police told he was drugged. That he had hurt himself, and only by himself. That all of this had happened because he was a poor junky and we unlucky parents...

They want to kill him twice. The analyses have confirmed that what he had taken was irrelevant.

Certainly not the reason to cause his death, or aggressive attitudes. If, then it would be the contrary.

That what I think is that Federico has been terrorized in that moment. That the world fell on his head. The shame of being stopped by the police, the drivers-license taken away because he had taken a pill. And he had forgotten his ID card.

That morning, near around, it was told that an Albanese person had died. Nobody seemed worried about it...

He has tried to escape. To not be taken.

Seen how he has been reduced it is understood how he has been stopped. When they had him immobilized, handcuffed with his belly downwards, he didn't have the force anymore to breathe.

Who knows when they got aware of this?

The ambulance has been called when there was nothing anymore that could be done. And not even then they took him to the hospital to try an extreme intervention. They left him there on the street. Five hours. And then they came to inform us.

Why?

If it is true that he became unconscious by himself, then why the ambulance was not called immediately?

Why get him to the ground in such a violent and cruel manner? He was alone. There was no one.

He was unarmed. There was no threat for nobody.

Why wait so long before informing the family?

Clear. To not let us see...

If we would have seen him like that what would have happened? What kind of echo would it have had?

In the newspaper of the day after an article declared he died for a pain-torment... taken from the morning information of the police.

The day after another article in another local newspaper 'Federico destroyed'. Immediate counter declarations of the chief of police: "He didn't die because of the punches"... which was the first acknowledgement of what had happened.

Until today the findings of the medical exams have still not been made official. Only a few details that I mentioned here have come out.

What doesn't give me peace is the thought of the terror and the pain that Federico has lived in his last living minutes. He never hurt anyone. He believed in friendship which he gave by hands full. He was a simple boy, like so many. Like so many boys of his age he believed himself grown-up, but inside he still wasn't. He had all the possibilities of a life ahead, and a great will to live it...

::::::::::::: :::::::::::: :::::::::::: :::::::::::::
This day, Sunday January 15 there's a sit-in on a central square in Ferrara.
Amnesty International London has confirmed to follow the case.

And in the meantime in this weeks the trials against the police violence in Genova 2001 during the G-8 are taking place...

*Arrivederci Democracy*

Cheerio and bests,
Cecile
(former correspondent in Italy for Dutch and Italian media)



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capita spesso...
by marco Monday, Jan. 16, 2006 at 4:29 PM mail:

casi simili purtroppo si registrano abbastanza spesso, fortunatamente non con gli stessi esiti...mi ricordo che anche nella mia città (pistoia) qualche anno fa è successo qualcosa di simile. se non mi sbaglio le cose andarono così: alcuni ragazzi vennero allontanati da un locale a causa dei loro comportamenti "molesti"...al ché vennero prelevati da alcune volanti della polizia che si trovavano nei dintorni...per farla breve questi 4 ragazzi furono trattenuti tutta la notte in questura e trattati a suon di botte, tanto che uno di loro dovette recarsi all'ospedale per lo spappolamento di un testicolo...la cosa vergognosa è che del caso si è parlato solo perché uno dei ragazzi- con somma sfortuna dei gagliardi poliziotti- era il figlio di vannino chiti, ai tempi coordinatore regionale dei ds...se non fosse stato per questa vittima "eccellente" il caso sarebbe passato sotto silenzio...questo è quanto...

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ultime notizie riguardanti il caso aldrovandi
by the mad umanoid Monday, Jan. 16, 2006 at 4:35 PM mail:

ultime notizie riguardanti il caso Aldrovandi:
1-l'autopsia verra' eseguita a metà febbraio (tempo limite 27/02)
2-vi sono testimonianze indirette e dirette che dicono che Federico era a terra a chiedere aiuto e che diceva che non riusciva a respirare mentre erano presenti i poliziotti. questo dopo dei rumori di collutazione. COSA IMPORTANTE LE TESTIMONIANZE COINCIDONO TRA DI LORO. La madre, Patrizia Moretti, dichiare inoltre che lei non accusa tutta la polizia di quel che accaduto, ma accusa solamente i poliziotti che hanno eseguito il pestaggio di Federico e chi gli ha coperti.

queste notizie me le ha riferite la stessa signora Patrizia Moretti.

aggiungo, per conto mio, che il blog di quella deficiente della cannizzaro ha chiuso. Ringrazio tutti i compagni che hanno costretto quel blog demente a chiudere inabbisandolo di insulti. al più presto con nuove notizie.
the mad umanoid

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Nuove notizie
by the mad umanoid Wednesday, Jan. 18, 2006 at 5:27 PM mail:

Oggi 18 gennaio la madre di Federico ha sporto denuncia contro ignoti per la morte del figlio. il questore, dopo le vergognose dichiarazioni dei giorni scorsi, si è ammutolito. il caso dovrebbe andare a chi l'ha visto della proxima settimana. interrogazione parlamentare di prc e ds domani. forse va sulla trasmissione "question time" di rai3 (trasmissione sulle interrogazioni parlamentarei del giorno).
saluti
the mad umanoid

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le menzogne della polizia
by raul reyes Thursday, Jan. 19, 2006 at 10:52 AM mail: raulreyes@hotmail.com

Finalmente qualquno si accorge che a ferrara "qualcosa"non va!!!!Indagate da quanto tempo i dirigenti della questura sono a ferrara(da circa 20 anni)sono stranamente inamovibili.Il potere politicoeconomico clericale,fa si che questa città sia completamente sommersa e che la polizia amministri la legge a seconda dell'esigenze dei poteri forti,sbatterte chi è in uno stato sociale precario in galera e buttare la chiave.Non a caso chi perora la causa di quei poliziotti/squadristi teppisti(uguali,anzi peggio di quegli ultras che la domenica affrontano)è il sindacato fascista SAP!!!!!!!.Sapete chi operava nella questura di ferrara alla fine degli anni 80?quel criminale poliziotto di alberto savi,quell'infame della banda della uno bianca.Se le indagini sulla morte di Federico verranno affidate alla polizia dell'antistato la verità verrà fuori come è venuta fuori la verità sugli autori ed i mandanti è della strage di piazza fontana nel 1969,cioè NON SI SAPRA' MAI NULLA.Pertanto invito i giornalisti del Manifesto di occuparsi di questo caso e così facendo scopriranno il VERMINAIO che è parte integrante della questura di ferrara.Raul

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interrogazione al ministro dell'interno su federico aldrovandi
by da montecitorio Thursday, Jan. 19, 2006 at 3:19 PM mail:

Per sapere - premesso che:
domenica 25 settembre 2005 a Ferrara un giovane, Federico Aldrovandi, è morto dopo essere stato fermato dalla polizia mentre ritornava a piedi verso casa nelle prime ore del mattino;
una prima versione dell'accaduto fornita dalla polizia avrebbe addotto a motivo del decesso quello di un malore dovuto a probabile overdose, ma la versione della questura contrasterebbe con la relazione di servizio della squadra mobile;
la madre del ragazzo ha presentato richiesta di relazione medica relativa all'accaduto e ancora oggi, a quasi quattro mesi dall'episodio, non è riuscita ad averne una copia;
all'arrivo dell'ambulanza sul luogo del fermo i sanitari hanno trovato il ragazzo ammanettato e steso a terra, privo di vita;
nonostante il giovane fosse morto poco dopo le ore 6.00, la famiglia è stata avvertita soltanto intorno alle ore 11.00, cioè dopo circa cinque ore dal decesso;
la perizia tossicologica non sembra essere coerente con la versione dell'overdose e il procuratore capo si sarebbe affrettato a negare l'ipotesi di morte per percosse, ancora prima che fossero resi noti gli esiti dell'autopsia, l'unica a questo punto a poter dire qualcosa, per la quale, peraltro, era stata chiesta un'ennesima proroga;
a suscitare dubbi sull'accaduto si aggiungono anche segni di manganellate sul corpo (viso, schiena e gambe) del ragazzo, anche con manganello impugnato al contrario, uno dei quali si è rotto durante il fermo ed è stato trovato sul luogo dove è deceduto il ragazzo;
sul viale ci sono segni di sangue che farebbero pensare che il pestaggio è iniziato prima del posto dove il ragazzo è stato trovato dai sanitari dell'ambulanza;
alla volante intervenuta inizialmente si sono aggiunte successivamente una seconda volante ed una gazzella dei carabinieri;
si aggiunge al già fumoso quadro il fatto che, nonostante alcuni agenti abbiano dovuto ricorrere al pronto soccorso con prognosi da 7 a 20 giorni, alla questione non si è voluto in alcun modo dare pubblicità e non è stata in alcun modo citata la possibilità di una resistenza o di una reazione da parte del ragazzo;
al momento nessun testimone avrebbe ufficialmente ammesso di aver visto qualcosa, ma qualcuno avrebbe visto il ragazzo immobilizzato con il ginocchio da un poliziotto che gli puntava il manganello sulla gola e con l'altra mano gli tirava i capelli;
la madre del ragazzo ha aperto un blog su internet da cui risulta quanto segue: «dicevano anche che si era ferito sbattendo da solo la testa contro i muri. Questo si è rivelato falso. Smentito dalle verifiche. Federico era sfigurato dalle percosse. Molto tempo dopo ho riavuto i suoi abiti. Portava maglietta, una felpa col cappuccio e il giubbotto jeans. Sono completamente imbevuti di sangue. (...) I medici hanno riferito che aveva lo scroto schiacciato, una ferita lacero-contusa alla testa e numerosi segni di percosse in tutto il corpo. Ho potuto vedere solo quella sul viso, dalla tempia sinistra all'occhio e giù fino allo zigomo, e i segni neri delle manette ai polsi» -:
se, data la gravità e la drammaticità dell'accaduto, intenda avviare un'indagine nella questura di Ferrara ai fini di ricostruire la vicenda nei minimi particolari, affinché vengano chiariti i fatti, vengano individuati i responsabili e vengano informati i familiari di tutti i dati necessari a ricostruire la vicenda.
(3-05293)
(18 gennaio 2006)

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resoconto stenografico q.t.
by da montecitorio Thursday, Jan. 19, 2006 at 5:08 PM mail:

(Iniziative per accertare le circostanze della morte del giovane Federico Aldrovandi - n. 3-05293)

PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05293 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, era ancora estate a Ferrara il 25 settembre. È un'alba d'estate quando un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi, muore dopo essere stato fermato dalla polizia. I giornali locali scrivono di un malore fatale, dovuto - sembrano alludere - all'uso di qualche sostanza, ma subito saltano fuori contraddizioni e particolari inquietanti.
La perizia tossicologica smentisce la polizia. La versione suggerita dalla questura di Ferrara, infatti, contrasta con la relazione della squadra mobile, e chiunque vedrà il corpo di Federico non riuscirà a credere alla versione ufficiale. Lo dimostrano i vestiti imbevuti di sangue, lo scroto schiacciato, le ferite alla testa e alla nuca ed i segni neri delle manette ai polsi.
La mamma di Federico ha denunciato: «Mio figlio è rimasto sulla strada dalle 6 alle 11 e non mi hanno chiamata. Era mio figlio!». Considerata la gravità dei fatti e le contraddizioni gravissime emerse dalla versione della polizia, chiediamo che sia effettuata un'indagine nella questura di Ferrara, ai fini di ricostruire la vicenda nei minimi particolari e di arrivare alla verità.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, la morte di un giovane è un fatto molto doloroso e, naturalmente, presento le condoglianze, anche da parte del Governo, alla famiglia del giovane. Dovrò dire cose forse non piacevoli, ma giustamente si chiede la verità. Dunque, ecco come sono stati ricostruiti i fatti: alle 5,45 del 25 settembre 2005 una cittadina, che è stata successivamente identificata, chiamava il 112, i carabinieri di Ferrara, riferendo testuale: «(...) uno che sta andando in escandescenze, sta urlando come un matto e sbatte dappertutto (...)». A seguito di tale telefonata, la Polizia di Stato, con una pattuglia, raggiungeva via ippodromo e gli agenti notavano subito un giovane che urlava frasi scommesse, sbattendo anche con il capo contro alcuni pali della luce. All'arrivo della volante, il giovane saliva sul cofano della vettura stessa e tentava di colpire con un calcio il capo equipaggio, che stava in piedi accanto alla portiera aperta. Nel fare tale movimento, scivolava sulla portiera stessa e, quindi, cadeva a terra. Alcune delle lesioni riscontrate sul corpo si sarebbero prodotte in tale frangente. Sono stati rilevati danni sul cofano e sulla portiera della vettura.
L'impossibilità di controllare il giovane, tra l'altro di corporatura robusta, ha reso necessario l'intervento di una seconda volante e, quindi, di una pattuglia dei carabinieri. Solo intervento dei rinforzi ha consentito l'immobilizzazione del giovane, al quale venivano applicate le manette. Durante la colluttazione gli agenti hanno dovuto usare gli sfollagente, sia per parare i calci che il giovane continuava a tirare, sia per sbilanciarlo. Due sfollagente si sono rotti in corrispondenza dell'impugnatura. Il giovane veniva, infine, bloccato a terra ed il personale sanitario, nel frattempo sopraggiunto, preferiva, in un primo momento, mantenere le manette, perché era ancora in vita. La morte del giovane è stata constatata alle 6,35. Poiché il giovane, Federico Aldrovandi, era privo di documenti, un'identificazione provvisoria è stata possibile solo dopo le 8, a seguito di una telefonata giunta sul suo telefono cellulare, rinvenuto a circa quaranta metri di distanza dal luogo del decesso.
La famiglia è stata informata alle 10,30, una volta conclusi i prescritti rilievi dalla polizia scientifica e dal medico legale ed il riconoscimento ufficiale è stato eseguito alle 11,35 presso l'istituto di medicina legale, da parte di un familiare.
La procura della Repubblica ha disposto l'autopsia ed una consulenza tossicologica, che ha già accertato la presenza nel sangue di sostanze stupefacenti di diversa natura. Il procuratore della Repubblica ha ritenuto opportuno, anche per la richiesta di verità avanzata sulla stampa dai familiari, di riferire le anticipazioni fornitegli dai consulenti, che avevano escluso alcun rapporto di causalità tra i traumi subiti dal giovane e la sua morte. Tuttavia, giustamente, il 23 dicembre scorso, i consulenti medico-legali hanno chiesto una proroga di sessanta giorni per l'approfondimento degli esami istologici.
Questa è la cronistoria dei fatti. Poi, naturalmente, spetterà all'autorità giudiziaria, alla procura della Repubblica competente, con l'approfondimento di tali esami istologici, ricostruire le cause esatte della morte, anche se il procuratore della Repubblica, sulla base dei primi accertamenti compiuti dai consulenti, ha rilasciato tale dichiarazione di mancanza di nesso di causalità tra le lesioni che sono state riscontrate e la morte.
Noi, come Governo, naturalmente siamo interessati, al pari di qualsiasi cittadino, a fare piena luce sull'episodio ed a ricostruirlo esattamente così com'è avvenuto.
PRESIDENTE. L'onorevole Titti De Simone ha facoltà di replicare.

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, trovo grave questa risposta da parte del Governo. Se siete davvero interessati a fare luce sull'avvenuto, come dite, allora perché non avviate un'indagine amministrativa sulla questura? Infatti, signor ministro, in quest'aula ci avete raccontato una versione che è stata contraddetta e smentita dall'esame tossicologico e dalla relazione della squadra mobile. Quindi, perché tutte queste reticenze? Perché queste resistenze? Cosa si vuole nascondere?
Riteniamo che si debbano immediatamente rimuovere tutte le cortine fumogene, le possibili omissioni, i ritardi che vi sono stati e le nebbie che coprono questa vicenda. Sono trascorsi quattro mesi, signor ministro, cento giorni di silenzio, avvolti da troppe contraddizioni. Il risultato dell'autopsia arriverà solo il 23 febbraio, dopo cinque mesi! Perché? La famiglia, ieri, ha depositato un esposto. Chiede un'inchiesta seria sulle cause di morte di Federico, sulla natura delle lesioni trovate sul corpo di Federico. Non si tratta di un incidente. La chiedono i genitori, la città di Ferrara, le sue istituzioni e noi con loro, tutte le persone che hanno una coscienza democratica.

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italia,repubblica delle banane
by toni blacks Friday, Jan. 20, 2006 at 11:40 AM mail: toniblacks@arianna.it

Il popolo Italiano,riuscirà finalmente ad essere artefice lui stesso della propia vita?o continuerà ad essere soggiogati da questi delinquenti(i politici di destra e di sinistra)che aprofittano dell'apaticità mentale e fisica di questo popolo?.Solo la generazione dei ventenni degli anni settanta hanno focalizzato il mostro che si era già formato e che negli anni a venire avrebbe divorato intere generazioni,quel mostro si chiama:"STATO,VATICANO,POLITICI.AFFARISTI,MAFIOSI,ASASSINI DI STATO(NON MI DILUNGO SULLA LISTA DI CRIMINI DI STATO,PER OVVIE RAGIONI TEMPORALI)".La soluzione?Be guardatevi indietro e plasmatevi con gli insegnamenti del passato.Non si sarà pace senza giustizia,perchè siamo tutti uguali,Non esiste nessun vertice di classe.Toni Backs

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nuove info
by the mad umanoid Wednesday, Jan. 25, 2006 at 6:33 PM mail:

ultimi aggiornamenti al 25/01/06:
-oggi sono state inviate (via posta) due pallottole al procuratore capo Messina. la busta conteneva delle minacce al procurature per avre difeso il questore.
-per il ministro giovanardi i manganelli rotti erano 2 e non 1 (bisogna pestare forte per rompere un manganello, ancora di più perrompernere 2).
-il termine per l'autopsia è sempre al 27/02. può darsi che vengano pubblicati i referti prima.
-la polizia ha usato metodi intimidatori verso i possibili testimoni la mattina stessa (nel senso la stessa mattina in cui sono accaduti i fatti).
-la madre di Federico mi ha dichiarato che i risultati dell'autopsia sono poco importanti rispetto alle indagini per stabilire quel che è accaduto quella notte.
-la madre dichiara che respinge ogni minaccia e ogni forma di violenza da qualsiasi parte vengano e invita alla calma in occasione della fiaccolata.
-la famiglia di Federico ha ricevuto minacce e avvertimenti in stile mafioso via e-mail.
-i media parlano dell'accaduto

piccola aggiunta personale riguardo alle possibili violenze alla fiaccolata di stasera:
molti sapranno che cosa penso riguardo alla violenza contro i simboli del potere e contro le forze repressive (se hanno letto i miei commenti e i miei post in altre occasioni). ma questa volta non posso che dire di evitare qualsiasi forma di violenza che non sia per autodifesa da cariche e sbirrate varie, in caso contrario rischiamo di mettere nella merda non solo i vari compagni ma la stessa famiglia Aldrovandi. quindi evitiamo di cominciare sassaiole e di insultare la polizia . poi se caricano è un altra questione. comunque dubito che ci sia questa eventualità.

anarcosaluti
the mad umanoid

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telefoni sotto controllo e segnali disturbati...
by the mad umanoid Wednesday, Jan. 25, 2006 at 6:50 PM mail:

ci sono voci ben informate che dicono che il telefono della signora Patrizia Moretti (madre di Federico) sia sotto controllo.
In oltre al momento in cui "chi l'ha visto" ha trasmesso l'inquadratura del referto tossicologico il segnale RAI era disturbato

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Historia de Federico
by anarx Wednesday, Jan. 25, 2006 at 10:24 PM mail:

Escribo la historia de lo que le ocurrió a Federico, mi chico. No quiero escribir sobre él, es imposible contar una vida, aunque sólo sean 18 años recién cumplidos.



Murió el 25 de septiembre, en Navidad hizo 3 meses... Siempre he pensado que sobrevivir a un hijo sería un dolor inaguantable. Ahora sé que en realidad no se sobrevive a la muerte de un hijo. No lo digo metaforicamente, sino exactamente como es. Una parte de mí ya no tiene aliento, ya no tiene luz, no tiene futuro... puesto que el aliento, la luz, el futuro fueron arrebatados de él.
El sábado, 24 de septiembre fue un día sereno, feliz... Después de clase almorzamos juntos, charlas, risas.
Todavía era verano, hacía calor.
Él sacó a pasear a su perrito.
No lo solía hacer a menudo, pero ese días salió con su walkman escuchando algo de música.
Todo en ese día tenía un aura especial.
Pensar en ello ahora es como si hubiera querido alegrarnos a todos.
Tenía sonrisas para todos, era la alegría en persona.
Quedó con sus amigos y llevó a cabo su pequeño trabajo repartiendo pizzas.
Por la noche el plan era ir a un concierto en Bologna.
Antes de marcharse, vino a casa a cambiarse de zapatillas rotas de jugar al fútbol...
Fue la última vez que le vi con vida.
Saludó a todo el mundo, incluido a su hermano que ya estaba dormido, preguntándome por qué Stefano no había contestado a su saludo.
También una amiga (novia) me confirmó que esa noche él estaba tranquilo, que la saludó sonriendo, con el típico golpe en el hombro y la cita para el día siguiente...
Ese día nunca existió.
En Link, el concierto se había cancelado. No obstante se quedó por la noche en el lugar.
Esto dijeron los colegas que estuvieron con él, no puedo llamarlos amigos, y los análisis lo han confirmado. Uno de estos chicos le vendió alguna substancia, una pastilla o algo parecido.
La llaman "pedo del sábado noche". Está mal, sí, pero no causa la muerte.
Federico la conocía bien. Había participado en un proyecto escolar de investigación e información promovido por la provincia. Sé que su conocimiento era más profundo en temas de ASL (?); él conocía las substancias y sus efectos.
Estaba encaminado a ser higienista (médico?).
Tenía mucho cuidado con su cuerpo, con lo que comía.
Era deportista. Un chico espléndido lleno de salud.
Entre sus proyectos estaba la música, su futuro, sus estudios iban a ayudarle a construirse un futuro.
A corto plazo tenía planeadas cosas simples: el carné de conducir en unos días, karate, organizar una banda de música con sus amigos, y en el día a día, intentar ser bueno (o estar bien).
Tras esa noche en Bologna, el grupo regresó a Ferrara al punto de encuentro donde la mayoría había dejado sus coches y motos. Federico iba a pie. Se fue de casa en el coche con Michy, que no había ido a Bologna.
Por entonces eran las cinco de la mañana. Los chicos después dijeron que le ofrecieron llevarle en coche, pero Federico no quiso ir a casa inmediatamente. Que se iría a casa caminando. Estaba cerca...
Desde su teléfono móvil fue posible rastrear las llamadas a varios (otros) amigos.
Sobre todo a su mejor amigo, más de una vez, cada uno. Quizá para preguntarles si todavía estaban despiertos y por ahí... parece que nadie le contestó.
Los chicos que conozco me dijeron que ya habían apagado sus móviles y estaban durmiendo.
Y después, no sé lo que ha pasado exactamente.
A esa hora me desperté, quizá no del todo, preguntándome si Federico había vuelto a casa.
Tenía tanto sueño que no pude ni moverme.
Entonces escuché algún ruido en su habitación y estaba segura de que estaba allí.
Me desperté de nuevo cuando eran cerca de las ocho de la mañana.
Entonces empecé a llamarle al móvil, y a mandarle mensajes. Nada...
No era posible que no contestara.
Si llegaba tarde siempre me lo hacía saber.
Decía que le estresaba, pero no quería que me preocupara. Me agarré a la idea de que probablemente habría perdido su móvil...
Entonces también su padre empezó a llamarle. En el móvil de Federico su padre está memorizado con su nombre, Lino.
Una voz contestó.
(A la fuerza?) preguntó quién estaba al teléfono, y le pidió que describiera a Federico.
Después de esto, se presentó como agente de policía y a nuestras preguntas contestó que habían encontrado el móvil en un banco cerca del hipódromo de carreras de caballos y que estaban investigando.
Y colgó.
Inmediatamente pregunté en la comisaría de policía y busqué a un amigo que trabajaba allí.
Nada.
Los tele-operadores me dieron respuestas como: estamos de cambio de turno ahora... no hemos sido informados..., en cuanto tengamos noticias le llamaremos...
Nada durante otras tres horas!!! Pasaron con miedo y con llamadas a hospitales, a sus amigos, y de nuevo, repetidamente a la policía.
Mientras tanto Stefano fue en su bici a buscar a su hermano. Me alegro de que no fuera al lugar exacto.
La policía vino a informarnos solo hacia las 11. Después de habérselo llevado.
Su cuerpo se había quedado en la calle desde las 6 hasta las 11 de la mañana.
Y no me llamaron. Era mi hijo. Nadie tiene derecho de dejar a una madre separada de su hijo!
Y me dijeron que lo habían hecho por mi... porque era mejor que no lo viera.
En ese momento les creí.
La policía dijo que un vecino de la zona había llamado porque había oído gritos.
También dijeron que se hizo daño a sí mismo, golpeándose la cabeza contra las paredes.

Esto ha resultado ser falso. Las investigaciones no lo han confirmado. Federico fue desfigurado a golpes.
Mucho después me dieron su ropa. Llevaba una camiseta, un jersey con capucha y unos vaqueros. Estaban completamente empapados de sangre.
Dijeron que no quería que le cogieran. Que se resistió e incluso salto sobre el coche de policía.
Los doctores examinaron que tenía el escroto comprimido, una cicatriz en su cabeza y numerosas contusiones por todo el cuerpo.
Sólo me han permitido ver las de su cara, desde el templo izquierdo de su ojo y bajando por la mejilal, y las señales negras de las esposas en sus muñecas.
Le he visto en el ataúd. Su cuerpo ya no estaba recto y simétrico. Mi niño era perfecto y precioso. Le han destrozado...
Y la policía dijo que estaba drogado. Que se pegó él y sólo él. Que todo esto había ocurrido porque era un pobre drogata y nosotros padres desafortunados...
Quieren matarle dos veces. Los análisis han confirmado que sea lo que fuera que hubiera tomado no fue la consecuencia de su comportamiento.
Ni mucho menos la causa de su muerte, o que le volviera agresivo, si acaso, lo contrario.
Lo que creo es que Federico debió estar aterrorizado en ese momento. Que se le cayó el mundo a los pies.
La vergüenza de que le parara la policía, no habría podido sacarse el carné de conducir por una pastilla.
Y había olvidado su DNI (obligatorio en Italia por la ley antiterrorista).
Esa mañana, en el barrrio, la gente dijo que un albano (inmigrante) había muerto. Nadie parecía preocuparse...
Intentó correr para que no le cogieran.
Viendo cómo le redujeron se puede entender cómo le pararon. Cuando le inmovilizaron, esposaron boca abajo, no tuvo fuerza para respirar.
Quién sabe cuándo se dieron cuenta de ésto?
La ambulancia fue llamada cuando ya no se podía hacer nada. Y ni siquiera entonces le llevaron al hospital para intentar operarle de urgencia. Le dejaron en la calle.
Cinco horas. Y después vinieron a informarnos.
¿Por qué?
Si es verdad que volvió inconsciente él mismo, entonces por qué no llamaron a la ambulancia inmediatamente?
Por qué tirarle al suelo de esa forma tan violenta y cruel? Él estaba solo.No había nadie.
Estaba desarmado. No había amenaza para nadie.
Por qué esperar tanto antes de informar a la familia?
Está claro.
Para que no viéramos...
Si le hubiéramos visto así, ¿qué hubiera pasado? ¿Qué tipo de eco hubiera tenido?
En los periódicos del día siguiente, un artículo decía que había muerto de trauma... sacado del boletín policial de la mañana.
Al día siguiente, otro artículo en otro periódico local 'Federico destrozado'.
Inmediatas contra declaraciones del jefe de policía: "no murió a causa de los puñetazos (golpes)"... que fue el primer reconocimiento de lo que había pasado.
Hasta hoy, las averiguaciones de los exámenes médicos siguen sin hacerse oficiales.
Sólo han sacado unos pocos detalles de los que he mencionado.
Lo que no me deja en paz es el pensamiento del terror y el dolor que Federico ha vivido en sus últimos minutos de vida. Nunca hizo daño a nadie.
Creía en la amistad, de la que dio a puñados.
Era un chico sencillo, como tantos otros.
Como tantos otros chicos de su edad se creía un adulto, pero por dentro todavía no lo era. Tenía todas las posibilidades de la vida por delante, y unas grandes ganas de vivirla...

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Sul caso di Aversa - Domenico Palumbo
by mk Friday, Jan. 27, 2006 at 10:50 PM mail:

AVERSA
Una morte sospetta
Fermato dalla polizia muore soffocato Gli agenti: era in overdose. L'autopsia lo esclude
DARIO STEFANO DELL'AQUILA
ROBERTO SAVIANO

E' morto durante un fermo di polizia, Domenico Palumbo, tren'anni. Secondo gli agenti che la sera dello scorso 31 ottobre lo hanno immobilizzato a terra, Domenico era un tossicodipendente in overdose. Ma quando sono stati resi noti i risultati dell'autopsia sul suo corpo è venuta fuori un'altra storia: Domenico non aveva fatto uso di sostanza stupefacenti, e la sua morte è avvenuta per soffocamento. Cosa è accaduto, dunque, quella sera ad Aversa, in provincia di Caserta? Domenico Palumbo era in automobile, quando con una ruota finisce in un avvallamento davanti alla scuola di Polizia Penitenziaria. Domenico si allontana, alla ricerca di un aiuto. Gli agenti di turno preoccupati dal rumore e da quell'auto in sosta con il motore acceso, prima chiamano la questura poi i carabinieri. Temono che l'auto sia rubata, forse anche qualcosa in più: una circolare ministeriale invita a mantenere alta l'attenzione per possibili attentati.

Tre agenti decidono di uscire. Si avvicinano all'automobile. Domenico Palumbo ritorna e, infastidito dalla presenza degli agenti, li allontana bruscamente. Riprova a mettere in moto la sua auto. Gli agenti pensano ad un ladro, lo immobilizzano e lo bloccano a faccia a terra sul marciapiedi esterno alla scuola.

Molta gente assiste alla scena e rumoreggia sia per l'eccessiva veemenza con cui il giovane è trattenuto sia perché Domenico non sta bene. Il suo malessere è evidente e gli stessi agenti chiamano il 118, chiedendo un intervento per un giovane tossicodipendente, probabilmente in overdose. Il medico del 118, il dottor A. P. dichiererà che una volta arrivato ha notato un'auto in bilico sul selciato, vicino «vi era un giovane in posizione prona, con la guancia sinistra poggiata a terra. Veniva mantenuto nell'occasione da due persone di cui una lo teneva per i polsi ed altra lo teneva per i piedi. Le due persone si sono qualificate quali appartenenti alla polizia penitenziaria e nell'occasione mi hanno riferito di stare attento poiché il giovane era violento. Ho fatto spostare tutti e avvicinandomi al giovane l'ho girato in posizione supina, in tale frangente mi sono reso conto che il giovane era deceduto». Questa testimonianza è stata confermata dal collega del medico. I tentativi di rianimazione falliscono. Il giorno dopo il direttore della scuola, Mario Mascolo, fornisce alla stampa una versione ufficiale dell'accaduto: il giovane si dimenava, sotto evidente effetto di stupefacenti e appena si è sentito male è stato chiamato il 118. Il tutto si è svolto senza alcuna violenza. Questa versione sarà ripetuta dagli agenti anche al magistrato e sarà trascritta nei rapporti. Tre giorni dopo, un quotidiano riporta la notizia spiegando che l'autopsia ha confermato la morte casuata da overdose. Ma quella autopsia non è ancora stata effettuata. I risultati infine arrivano: Domenico Palumbo non era sotto effetto di sostanze stupefacenti. La sua morte, atroce, è avvenuta per un motivo banale: soffocamento. «Per asfissia meccanica dalle vie respiratorie da parte di materiale alimentare nelle fasi iniziali della digestione», dice il consulente medico del pm Antonella Cantiello, della Procura di Santa Maria Capua Vetere. La causa: i resti di una abbondante cena non ancora digerita. Nonostante questo il pm ha chiesto l'archiviazione perché «l'immobilizzazione, atto legittimo ed imposto dalle reazioni incontrollabili del Palumbo durò pochi istanti. Non tali quindi secondo il pubblico ministero a cagionarne la morte». La famiglia si è rivolta al vescovo di Caserta, Monsignor Raffaele Nogaro.

Il Manifesto 18-03-2005

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DOMENICO AD AVERSA

Un caso paradossale è poi rappresentato dalla morte di Domenico Palumbo, che ha visto coinvolti tre agenti di polizia penitenziaria e che però non è avvenuta in carcere, ma all’esterno della scuola di polizia penitenziaria di Aversa. Una storia che ha dell’incredibile. La sera del 31 ottobre Domenico Palumbo, originario di Capua, si trova ad Aversa, in auto, quando con una ruota finisce in un avvallamento frutto di alcuni lavori in corso. L’auto si blocca e Domenico si allontana, alla ricerca di qualcuno che lo possa aiutare a spingere l’auto. Sono le 20.20, la piazza è ancora affollata. La sorte ha voluto però che l’Opel Corsa si sia “arenata” proprio di fronte alla Scuola di polizia penitenziaria di Aversa. Gli agenti di turno insospettiti dall’auto in sosta con motore acceso chiamano la polizia e poi i carabinieri. Temono un’auto rubata, forse anche qualcosa in più. Una circolare interna invita a mantenere alta l’attenzione per possibili attentati. I tre agenti di turno decidono di verificare. Mentre si avvicinano all’auto, con gli sportelli aperti e il motore ancora acceso, ritorna Domenico Palumbo. Infastidito dalla presenza degli agenti di polizia penitenziaria, il giovane ribadisce con veemenza - forse troppa - che quella è la sua macchina. Poi prova a mettere in moto l’auto. Gli agenti pensano di avere a che fare con un ladro d’auto, lo immobilizzano e lo bloccano faccia a terra sul marciapiedi esterno alla scuola. I ragazzi che avevano accompagnato Domenico per aiutarlo a spingere l’auto si dileguano. Una piccola folla assiste alla scena e rumoreggia sia per l’eccessiva veemenza con cui il giovane è trattenuto sia perché Palumbo comincia a non sentirsi bene. Il suo malessere è così evidente che gli stessi agenti si mettono in contatto col 118. Ai medici viene richiesto un intervento “per un giovane tossicodipendente, probabilmente in overdose”. Quando siamo arrivati, dice il medico del 118, il dott. A.P., ho visto un’auto in bilico sul selciato; vicino «vi era un giovane in posizione prona, con la guancia sinistra poggiata a terra. Veniva mantenuto nell’occasione da due persone, una lo teneva per i polsi e l’altra per i piedi. Le due persone si sono qualificate quali appartenenti alla polizia penitenziaria e nell’occasione mi hanno riferito di stare attento poiché il giovane era violento. Ho fatto spostare tutti e avvicinandomi al giovane l’ho girato in posizione supina, in tale frangente mi sono reso conto che il giovane era deceduto». I tentativi di rianimazione, defribillatore prima e Narcan dopo, falliscono. La gente si accorge che la scena si è trasformata in tragedia: grida e inveisce nei confronti degli agenti. Il giorno dopo il direttore della scuola, Mario Mascolo, fornisce alla stampa la versione ufficiale dell’accaduto: il giovane si dimenava, sotto evidente effetto di stupefacenti, e appena si è sentito male è stata chiamato il 118. Il tutto si è svolto senza alcuna violenza, appena il giovane si è sentito male gli agenti hanno mollato la presa. E’ la versione che ripeteranno anche al magistrato e che scriveranno nei rapporti. L’ipotesi accreditata e trasmessa alla stampa è quella di una morte per overdose. Quasi due mesi dopo, tra perizie e controperizie, arriva il risultato dell’autopsia: Domenico Palumbo non è morto per overdose, non era sotto effetto di sostanze stupefacenti. Le fiale di Narcan non avrebbero potuto salvarlo perché la sua morte, atroce, è avvenuta per un motivo banale: soffocamento. Per usare la terminologia del consulente medico del pubblico ministero, Mario Ambrosino, Domenico è morto «per asfissia meccanica dalle vie respiratori da parte di materiale alimentare nelle fasi iniziali della digestione». Mentre l’attenzione di tutti è ora puntata sulle decisioni del pm, intorno all’assurda fine di Domenico è sorto un comitato spontaneo. Ma la speranza è appesa a un filo: nonostante l’esito dell’autopsia il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione perché, basandosi sulle testimonianze degli agenti, ha stabilito che Domenico è stato trattenuto solo per pochi minuti. A giorni si attende il pronunciamento del gip. E giustizia per Domenico.

http://www.lavocedellacampania.it/detteditoriale.asp?tipo=inchiesta2&id=39

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dal manifesto - CINZIA GUBBINI
by chirompepaga Friday, Feb. 03, 2006 at 2:11 PM mail:

Dopo oltre quattro mesi e un mare di polemiche, a Ferrara è ancora mistero
Perché è morto Federico Aldrovandi?
Le indagini sono state ferme per quattro mesi. Poi la famiglia è riuscita a riaccendere i riflettori. Oggi sfilano i testimoni in Procura, e succedono cose strane. Come un verbale che sembra ritoccato. Per tanto tempo si è battuta la «pista» della droga. E se la verità fosse un'altra?


Il dramma è piombato come un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo l'ordine della tranquilla città di Ferrara. Il ragazzo è morto all'alba del 25 settembre, in strada. Sul posto c'erano quattro poliziotti, chiamati dalla gente del quartiere. Ma oggi nessuno ricorda nulla di quella notte
CINZIA GUBBINI
Via dell'Ippodromo a Ferrara è una strada molto stretta a fondo chiuso. Di giorno è spesso attraversata dalle biciclette, mezzo di trasporto prediletto nella città emiliana, persino adesso che la neve ha coperto tutto. Sulla sinistra c'è un giardinetto con le panchine di legno, i giochi per bambini e il cartello «Il parco è tuo, proteggilo». A destra, invece, le case. Tra le finestre di quelle case e il parchetto si contano ventotto passi. Federico Aldrovandi è morto qui, tra le 5,30 e le 6,00 di domenica 25 settembre, quattro mesi fa. E'questo «il film» che il vigile urbano Lino, padre di Federico, dice di voler vedere, «minuto per minuto». Chi era dietro quelle finestre, però, ricorda solo l'inizio del film, nonostante la trama sia piuttosto interessante. E' una storia di ragazzi e polizia, una storia di italianissima provincia. L'uomo che esce con l'immancabile bicicletta dalla porta della sua casa, proprio di fronte al cancello dell'Ippodromo dove Federico ha perso la vita, lo dice in modo gentile, nonostante gli abbiano rivolto la domanda decine di volte: «Non ho sentito niente quella notte, neanche mi sono svegliato. Eh sì, evidentemente dormivo pesante». A pochi centimetri dal cancello, un cartello blu: «Zona del silenzio» c'è scritto. Che ironia. «E lo sto andando a ripetere anche in Procura», aggiunge l'anziano signore. Da quando Patrizia, la madre di Federico, annientata dal silenzio calato sulla morte del figlio, ha deciso di aprire un blog su internet che ha fatto scalpore, sono di fatto riprese le indagini, con una nuova convocazione dei testi ascoltati nei giorni immediatamente successivi alla morte di Federico. Il pm cui sono state affidate le indagini, Mariaemanuela Guerra, è anche tornata anticipatamente dalle vacanze natalizie. Di nuovo sfilano i testimoni sentiti dalla polizia (che coadiuva la Procura nelle indagini) e gli amici di Federico, per ri-raccontare cos'è accaduto quella notte.

A Ferrara, però, si respira un'aria strana: tutto sembra procedere alla perfezione in questo piccolo tesoro d'Italia, che coniuga con eleganza cultura e benessere, perbenismo piccolo borghese e praticità contadina. Una città che non ama gli eccessi, gli scalpori e malsopporta qualsiasi tipo di tensione. Dalla piazza dietro al magnifico castello degli Estensi, la statua dell'illustre cittadino Savonarola, «flagellatore di vizi e virtù», punta il dito contro chiunque passi. Qui di questioni scottanti, che altrove chiamerebbero «scandali», ce ne sono come ovunque, non soltanto la morte di un diciottenne in circostanze strane: l'incompiuto ospedale di Cona (112 miliardi di vecchie lire già spese), episodi di malasanità, il progetto della costruzione del turbogas che non piace a una parte della città. Esistono circoli, gruppi che si riuniscono per discutere e contestare. D'altronde, è una città di sinistra. Ma tutto, sempre, senza alzare troppo la voce. La famiglia Aldrovandi, invece, ha gridato. Non è solo il Procuratore capo della città, Severino Messina, a non apprezzare il can can mediatico scatenato dall'iniziativa di Patrizia: «Tutti parlano della morte di Federico, ovunque, nei bar, nei negozi, per strada. Ma mormorando», spiega Elisa Corridoni, una delle giovani leve del Prc che insieme a molti altri ha aiutato gli amici di Federico a mettere su il «Comitato verità per Aldro». Ma quando Andrea, uno degli amici di Federico e attivista del Comitato, ha distribuito i volantini nella sua scuola - l'Itis frequentato anche da Federico - è stato rimproverato dal preside, perché «bisogna tutelare anche i ragazzi che non vogliono essere coinvolti nella vicenda».

Indagini ferme

Calcolare quanto fare pressione su una storia di questo tipo, in un contesto di questo genere, è molto complicato. Le indagini sono state praticamente ferme per quattro mesi: fino a qualche giorno fa le uniche deposizioni in Procura erano quelle delle persone trovate in casa dalla polizia che ha fatto un giro degli appartamenti quella domenica mattina. Negli ultimi giorni, invece, si va avanti a tappe forzate. Si è aggiunta, ad esempio, quella di Lucia, rintracciata però solo dopo tutti questi mesi e grazie al lavoro dei legali di parte - Fabio Anselmo e Riccardo Venturi - che sin dall'inizio si sono messi a caccia di testimoni. Una donna, Carla, era andata da loro a raccontare di aver incontrato nel suo negozio una conoscente - la famosa Lucia - che le aveva confessato di aver assistito alla scena: aveva detto di aver visto un poliziotto seduto sopra a Federico e di aver udito una poliziotta dire al suo collega «ma che hai fatto?». Lucia è stata chiamata pochi giorni fa dalla Procura, che finalmente ha convocato anche i genitori di Federico. In qualche caso, chi era stato sentito poco dopo la morte del ragazzo ha voluto ritoccare le sue dichiarazioni: come Andrea, l'amico di Aldro, che ha fatto mettere a verbale di aver parlato praticamente sotto choc la prima volta - gli agenti continuavano a domandare con una certa foga dove avessero comprato «la droga», ma non rispondevano alle insistenti domande di Andrea «ma cos'è successo, dov'è Federico?», finché qualcuno si è degnato di dire «è morto».

E a proposito del clima nei primi interrogatori, va segnalato che un altro degli amici interrogati, Paolo, quel giorno si rifiutò di firmare la sua dichiarazione e ne chiese la correzione. Sul foglio postogli sotto il naso, infatti, c'era scritto qualcosa come «Federico aveva trovato lavoro come Pony Express per pagarsi le dosi». «Ma io non ho mai detto questo», protestò Paolo: l'agente incaricata di redigere il verbale cercò di metterla sul «non sottilizziamo», ma il ragazzo fu irremovibile, e quella frase venne cancellata. O almeno, così si credeva, perché pare che nei verbali in mano alla Procura quella frase appaia tuttora, posta appena sopra la firma di Paolo. Se le cose stessero così potrebbe trattarsi di un'aggiunta maldestra, frutto del clima poco sereno in cui si stanno svolgendo le indagini. Ma sarebbe una mossa poco astuta, visto che Paolo aveva provveduto a far mettere a verbale dai suoi legali di aver fatto correggere la sua dichiarazione.

E solo negli ultimi giorni sono stati ascoltati i due barellieri e la dottoressa che arrivarono in viale Ippodromo chiamati dalla polizia. Eppure, i loro resoconti sono interessanti per verificare le dichiarazioni rese dai poliziotti. Sembra, ad esempio, che ci sia una certa divergenza di vedute rispetto allo stato di salute di Federico al momento dell'arrivo dell'ambulanza.

Parlano i barellieri

Secondo quanto dichiarato dai poliziotti l'intervento dei 118 viene chiesto non appena si riesce ad ammanettare Federico, che era talmente agitato da ingaggiare una lunga colluttazione con i poliziotti (tutti e quattro gli agenti intervenuti si fanno refertare, prognosi dai 7 ai 20 giorni). Eppure, secondo i barellieri - che arrivano cinque minuti dopo la chiamata della polizia - quando provano a scuotere il ragazzo steso a terra, non è più cosciente. Tre minuti dopo arriva una dottoressa, che prova ad applicare il defibrillatore. Tentano di rianimarlo, iniettando anche adrenalina in vena: il soggetto è giovane. Ma tutto è inutile: la morte di Federico viene dichiarata alle 6,35. Quando i sanitari domandano ai poliziotti cosa fosse accaduto, loro rispondono che il ragazzo dava in escandescenze e che, solo dopo averlo ammanettato, Federico si era accasciato a terra. Perché questa bugia, detta lì per lì? La ricostruzione fornita dai poliziotti, infatti è un'altra. Raccontano di essere intervenuti allertati dalla centrale della polizia che aveva ricevuto la chiamata di un'abitante di via Ippodromo, spaventata dalle grida di un ragazzo che «urlava come un matto». I primi due agenti che arrivano parlano di una persona davvero agitata, che salta e fa giri su stesso - mosse di karate, si direbbe, arte marziale che Federico studiava da sette anni. Appena arriva l'auto dei poliziotti, Federico prende a calci il paraurti. Per questo gli agenti arretrano di qualche metro e poi aprono le portiere per usarle come riparo. Ma Federico salta sul cofano della macchina, poi sul tetto, comincia a sferrare calci. Si sbilancia, finisce a cavalcioni sul finestrino, lo incrina e cade a terra. Questa sequenza, che ovviamente spiegherebbe l'ecchimosi sullo scroto rilevata dall'autopsia, non lo mette fuori gioco. Anzi, continua a sferrare calci contro la macchina, mentre i due agenti si rifugiano all'interno della vettura e arretrano ancora, chiamando rinforzi. Arriva quindi la seconda pattuglia (due agenti, un uomo e una donna). Federico insiste, cosicché i poliziotti si muniscono di sfollagente e escono dalle auto. I manganelli vengono usati per colpirlo alle gambe - assicura la polizia - e per difendersi dai suoi calci, che arrivavano anche all'altezza del viso degli agenti. Due degli sfollagente si romperanno all'altezza dell'impugnatura. Solo ad un certo punto il ragazzo si sbilancia e cadendo a terra trascina con sé un poliziotto, che così riesce ad approfittarne e ad ammanettarlo.

Dunque: Federico viene ammanettato quando è a terra disteso, e non quando è in piedi. Il particolare non è irrilevante, perché se qualsiasi poliziotto è pronto a dire che non ha senso chiamare i sanitari se prima non si è riusciti ad ammanettare una persona agitata, in molti storcono il naso di fronte alla scelta di schiacciare a terra una persona che - essendo sotto stress - potrebbe avere problemi di respirazione. E il motivo per cui bisognerebbe andarci cauti nell'atterrare bocconi una persona, è che se ne può provocare il soffocamento. Si tratta di un preciso caso di scuola nella medicina legale, studiato soprattutto negli Stati uniti. Lì la chiamano «Positional Asphyxia», asfissia da posizionamento, ed è stato oggetto - tra l'altro - di un numero del «Chiacago Police Department».

Aspettando la perizia

Cosa abbia ucciso Federico lo stabilirà, si spera con chiarezza, la perizia che verrà depositata il 27 febbraio. Ma intanto, chi è sicuro che i poliziotti abbiano fatto solo il loro dovere è Elio Graziano, il questore della città. Poliziotto di grande esperienza e con la fama di essere un democratico, medaglia guadagnata sul campo bolognese nell'epoca scura della Uno Bianca quando fu uno dei pochi a cercare di fare luce, difende i suoi ragazzi a spada tratta: «Sono agenti eccezionali». In effetti negli ambienti della polizia ferrarese i quattro poliziotti sono conosciuti per essere delle brave persone, soltanto di uno di loro - l'uomo che arriva con la seconda volante - si sussurra che sia un tipo irruento, ma non manesco. Tutti e quattro hanno una certa età, non sono insomma i «ragazzini» mandati a fare il lavoro di strada, che ogni tanto si macchiano di «sbavature».

Una cosa ha molto colpito il questore, invece, e riguarda la droga: «Sono rimasto veramente colpito di come gli amici di Federico riferissero con molta tranquillità di assumere stupefacenti il sabato sera. Così, senza consapevolezza. Questo è il problema, la realtà tragica che emerge: questa storia dovrebbe essere uno spunto per parlare di droga». E lo ripete, il questore, anche a proposito delle accuse della famiglia, che contesta la decisione di non aver chiamato immediatamente il 118: «Nel caso di una persona molto agitata, i sanitari non intervengono se prima le forze dell'ordine non sono riuscite a immobilizzarlo. Federico - conclude - quella sera dava in escandescenza. Non perché fosse un ragazzo aggressivo, ma perché purtroppo era sotto gli effetti degli stupefacenti».

La droga. Il fatto che Federico, quella sera, avesse ingoiato due trip al Link, noto spazio culturale bolognese, ha fatto da sottofondo sin dall'inizio a tutta la vicenda. Automaticamente tutti si sono convinti che l'assunzione delle pasticche spiegasse l'aggressività sviluppata da Federico alle cinque e mezza di mattina.

E se invece non fosse così? Perché Federico ha iniziato a dare in escandescenze quella sera? Perché urlava, e cosa urlava? Era da solo? Aveva incontrato qualcuno? Si sa soltanto che da quando gli amici lo avevano lasciato a diverse decine di metri da via Ippodromo, nel solito parcheggio, intorno alle cinque, Federico aveva fatto una serie di telefonate. Cercava i suoi amici, anche chi quella sera non era andato a Bologna con lui al Link. Non gli risponde nessuno, hanno tutti il cellulare spento.

Lsd, così gli avevano venduto quei due francobolli a Bologna. C'è un altro ragazzo che insieme compra gli stessi trip quella sera, ma su di lui non avranno alcun effetto. Forse Federico e l'amico hanno preso una «fregatura»: l'esame tossicologico, infatti, ha dimostrato che nel sangue di Federico non c'erano anfetamine. Risulta solo alcol (in quantità modesta, avrebbe potuto guidare), morfina e ketamina in piccola quantità. E' pur vero che la ketamina può scatenare reazioni incontrollate e aggressive, ma in genere a breve distanza dall'assunzione. Mentre Federico aveva preso i suoi trip da qualche ora, ormai. Dunque, cosa fa andare fuori di testa Federico? C'è qualcun altro che quella sera ha incontrato un ragazzo nei pressi di via Bologna, l'arteria che parte dalle mura della città e va verso la periferia, dove c'è anche la casa di Federico?

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fatti estremamente gravi
by the mad umanoid Saturday, Feb. 04, 2006 at 2:44 PM mail:

Sembra che la polizia stia intimidenndo sistemamaticamente i testimoni, che vengono prelevatie portati in questura.
sembra che alcuni vogliano addirittura ritrattare, altri si rifiutano di tenere contatti con la famiglia di Federico.
insomma dopo le buone notizie dell'altro giorno in cui si era verificata una parziale apertura da parte della procura e vi era stato un incontro tra i genitori di Fededrico e il procuratore capo Messina ieri arriva la doccia fredda. ma addirittura le minacce ai testimoni e ai parenti di Federico...

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Confrontando perizie
by cfr Thursday, Feb. 23, 2006 at 7:33 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2006/02/1002219.php

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guardatevi questo e ditemi un po come la vedete..
by Kk Tuesday, Feb. 28, 2006 at 10:38 AM mail:

i soliti amici in blu..

http://www.kataweb.it/articolo/1317990

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Federico's History
by www-it Wednesday, Mar. 01, 2006 at 8:38 AM mail:

Federico's mother's story frome her blog:
http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/
Ferrara 2/1/06

I'm writing the story of what happened to Federico, my son. I won't
write everything about him -- it is impossible to tell a life, even if
only 18 years long, his birthday having recently passed.

He died on September 25th: on Christmas day three months had passed...

I've always thought that outliving a son would be an unsustainable pain.
Now I know that it is actually impossible. I'm not talking figuratively
-- I now know it is just like this. A part of me has no breath anymore,
no light, no future... Because his breath, light and future were taken
away from him.

Saturday September 24th was a serene, happy day...

After school, lunch together, chats, laughs. It was still summer, it was
warm. He took his dog-friend for a walk. He didn't do that very often,
but that day he went, with his walkman and some music in his ears.
Everything that day had a special aura.

Thinking back, it is as though he had wanted to greet all of us. He had
smiles for all, he himself was the embodiment of pleasure.

He met his girlfriend, and carried out his small pizza delivering job.

At night he was planning to go to a concert in Bologna [a bigger city
not far away].

Before he left, he passed by to change his shoes, broken by playing
soccer...

That was the last time I saw him alive.

He greeted everyone, including his brother who was already asleep, and
asked me why Stefano didn't react on his greetings.

One of his girl friends has confirmed to me that he was serene that
night, that he had greeted her smiling, with the usual punch on her
shoulder and an appointment for the following day...

That day never came.

The club in Bologna had cancelled the concert and they spent the night
in the city.

Some acquaintances of him -- I couldn't call them friends -- told me
that one of them sold him some substance, a pill or something similar,
and the analyses confirmed this.

They call it Saturday night's fever. It is wrong, but nobody can die
from that...

Federico knew it well. He had participated in a school project of
research and information, promoted by the province. I know that his
knowledge was deep, with researches on the public health care websites;
he knew those substances and their effects. He was a health fanatic in
his way. He took great care of his body, of what he ate. He played
sports eagerly. A wonderful boy full of health.

And full of projects: he thought about music, about his future, his
studies aimed at creating and developing prospects for the future.
Meanwhile he was concentrating on simple things: his diriving license
examination due within a few days, karate, a band he was creating with
his friends, and his everyday life, his wish for a happy life.

At the end of the night [in Bologna], he and his friends came back to
Ferrara, to the meeting point where most of them had left their cars and
motorcycles. Federico was on foot. He had left our home by car with
Michy, who had not gone with them to Bologna.

It was five in the morning by then. His friends offered him a lift home,
but Federico didn't feel like going home immediately. He would go back
on foot. Home was close anyway...

His cell phone logs reveal that he had called several friends.
Especially his best friends, repeatedly, each one of them. Maybe he
wanted to ask them if they were still awake and out... apparently noone
answered him. The boys I know told me that they had already turned off
their cell phones and were sleeping.

I don't know exactly what happened afterwards. At that hour I woke up,
perhaps not completely, wondering if Federico had already come back
home. I felt so tired that I didn't manage to move. Then I heard some
noise in his room, and I concluded he was there.

I woke up again when it was nearly eight in the morning.

Then I started to call his cell phone, and send messages. Nothing...

It was so strange he was not answering. If he was late, he always let me
know. He said it was stressing, but he didn't want to have me worrying.
I clinged to the hope that he had lost his cell phone...

Then his father started to call him too. On Federico's phone his
father's number is recorded with his name, Lino.

A voice answered.

This peremptory voice asked who was on the phone, and asked to describe
Federico.

After that the man on the phone said he was a policeman, and said they
had found that cell phone on a bank near the race track and that they
were investigating.

Then he hung up.

I immediately called the police station, and I also tried to call a
friend of ours who works there.

Nothing.

Operators gave us answers like: the shift has just changed... I have not
been informed... as soon as we have some news we'll call you...

Nothing for three hours more!!!! Three hours spent in fear by calling up
hospitals, his friends, and again, repeatedly the police.

Meanwhile Stefano went to look for his brother on his bike. I thank
heaven he didn't go to the right place.

The police came to inform us only towards 11 a.m. After they had brought
him away.

His body remained on the ground from 6 to 11 in the morning.

And they didn't call me. He was my son. No one has the right to keep a
mother away from her son!

And they told me they had done it for my own sake... Because I'd better
not see.

At that moment I believed them.

The police said that a person had called from that neighbourhood because
he had had heard someone shouting.

They also said he had hurt himself, banging his head against the walls.

This proved to be false. Denied by the exams.

Federico was devastated by punches.

Much time later I got his clothes back. He wore a t-shirt, a sweater
with a hood, and a pair of jeans.

They were completely soaked with blood.

They told he didn't want them to get him. That he had fought and even
jumped on top of the police car. Medical doctors found his scrotum
smashed to pieces, a jagged wound on his head, and numerous signs of
violent punches all over his body.

I've been only allowed to see the injuries on his face, from his left
temple to the eye, and down to the cheekbone, and the black handcuffs
signs on his wrists.

I've seen him in the coffin. His corpse didn't seem at all trained and
symmetrical. My child was perfect, and beautiful. They've destroyed him. ..

And the police told he was drugged. That he had hurt himself, and only
by himself. That all of this had happened because he was a poor junky
and we unlucky parents...

They want to kill him twice. Analyses have confirmed that what he had
taken was irrelevant.

Certainly not a reason for death, or aggressive attitudes. Actually,
those drugs should have caused quite opposite effects.

What I think is that Federico was really frightened. That his world went
upside down. The shame of being stopped by the police, his driving
license being taken away because he had taken a pill. What's more, he
had forgotten his ID card.

That morning people in the neighbourhood said that an Albanian person
had died. Nobody seemed to worry about that...

He tried to escape. Not to be arrested.

>From the way he looked afterwards, there's no doubt about the way they
eventually stopped him. When they had him immobilized, handcuffed with
his belly downwards, he couldn't breathe anymore.

Who knows when they understood what had happened?

The ambulance was called when there was nothing left to do. Not even
then did they take him to the hospital to try an urgent intervention.
They left him there in the street. Five hours long. And then they came
to inform us.

Why?

If he really was already unconscious, then why wasn't the ambulance
called immediately?

Why get him to the ground in such a violent and cruel manner? He was
alone. There was no one.

He was unarmed. There was no threat for anybody.

Why wait so long before informing the boy's family?

Clear. So that we couldn't see...

If we had seen him like that, what would have happened? What kind of
echo would the news have?

The following day one of the city's newspapers declared he had died due
to a stroke... that was what the police report said.

That same day another local newspaper ran with an article entitled:
'Federico disfigured'. The chief police officer's denial was immediate:
"He didn't die because of punches"... which was the first
acknowledgement of what had happened.

Up to now, findings of medical exams have not been made official. Only a
few details that I mentioned here have come out.

What I can't reconcile myself to is the thought of the terror and pain
Federico suffered in his last minutes of life. He had never hurt anyone.
He believed in friendship and he showed it a lot. He was a simple boy,
like so many. Like so many boys of his age he thought he was grown up,
but inside he still wasn't. He had all the possibilities of a life
ahead, and a great will to live it...

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From America
by aim Sunday, Mar. 05, 2006 at 10:03 PM mail:

Sad news to hear from Ferrara where I have visited twice so far in my life. I came across this news and send you my prayers from America. Be well.

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Intorno al Drago
by Gualtiero Tuesday, Mar. 21, 2006 at 2:01 AM mail: esperito@libero.it

Il Drago è stato evocato, risvegliato dal sonno del mito, lo si è fatto aggirare tra i gas delle metropoli affinché fiammeggianti potessero stagliarsi le immagini dei nuovi San Giorgio rilucenti d'armi e di parole.
Il Drago di oggi si chiama Droga. Ma ovviamente, trattandosi di professionisti della menzogna, nessuno dice la verità: né i pretesi San Giorgio, né i molti untorelli, né gli specialisti d'ogni specialismo, né i terapeuti interessati, né i preti voraci d'anime, né i "liberals" illuminati dalla vanità, né, certo, i poliziotti, i giudici, gli avvocati, i giornalisti. Né i mafiosi e gli spacciatori. Nessuno dice: in verità siamo tutti amici del Drago, l'abbiamo costruito, imposto, prodotto e riprodotto, sceneggiato, è la merce per eccellenza, quella che tutte le contiene e le spiega, spiegandone i perversi meccanismi.
Nessuno dice: abbiamo gonfiato e arricchito le mafie perché Stato e Mafia devono vivere in simbiosi mutualistica, devono presupporsi ed alimentarsi a vicenda, rappresentarsi come Società, la Seconda Natura, per la maggior gloria del Dio-Capitale, della sua Merce, del suo Spettacolo.
Liberarsi dalla subordinazione alla droga, compresa quella ideologica e produttivistica, significa liberarsi dalla società mercantil-spettacolare. Liberarsi dalle Mafie è liberarsi dallo Stato.
I Draghi e i San Giorgio stanno dalla stessa parte. Già solo questa ragione, e mille di più ne esistono, basterebbe per scegliere di stare dalla parte opposta: quella della liberazione.
http://it.geocities.com/intornoaldrago

Cordiali Saluti
Gualtiero

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VENDETTA
by vendetta Saturday, Apr. 08, 2006 at 12:56 AM mail: eln@hotmail.com

Ora basta,attaccheremo il cuore dello stato,disarticolandolo.Compagni,unitevi nella lotta armata costituendovi in nuclei clandestini.L'obbiettivo primario e' rispondere alla violenza della polizia con attacchi mirati ad essi.Tutto il potere al popolo armato.NULLA RIMARRA' IMPUNITO.BRIGATE ROSSE,PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE

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La mafia esiste
by El Mono yoyo Saturday, Apr. 08, 2006 at 3:54 PM mail:

Lo sapete a chi hanno dato le indagini per l'assassinio di Aldrovandi?Al pubblico ministero NICOLA PROTO,figlio di un mafioso della n'drangheta calabrese.Questo boia di stato e' particolarmente forcaiolo con i compagni e usa il suo potere per le cose piu' bieche,immaginatevi che si scopa un avvocato che si chiama simona maggiolini e probabilmente si fa aiutare a sbattere in galere dei poveri cristi.Addirittura questo pubblico ministero e'particolarmente forcaiolo con i tossicodipendenti,mentre la sorella che fa il medico legale,alle feste della ferrara/bene sidiletta a tirare di cocaina e a farsi alla luce del sole le canne(peccato che in molti l'hanno vista e immortalata con il videotelefono.PROTO NICOLA E' UN BOIA/MAFIOSO DI STATO E PER QUESTO SARA' PUNITO DALLA GIUSTIZIA PROLETARIA.COLPIRNE 1 PER EDUCARNE 100.

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foto
by foto Thursday, Apr. 13, 2006 at 9:10 PM mail:

foto...
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Testimonianza Incidente probatorio
by che schifo!!!!! Sunday, Jun. 18, 2006 at 12:30 AM mail:

AGGIORNAMENTI SUL CASO FEDERICO ALDROVANDI MORTO A 18 ANNI...DI POLIZIA...
Il 16 giugno i testimoni sono convocati dal gip...
dal blog di Patrizia Moretti madre di Federico Aldrovandi, morto il 25 settembre scorso massacrato di botte dalla polizia, di seguito la testimonianza...

Per ora un breve accenno. Più tardi vi racconterò maggiori dettagli: è stata una testimonianza precisa, lucida, dettagliata e chiarissima quella resa oggi dalla giovane signora che ha visto da casa sua gli ultimi minuti della vita di mio figlio...

davanti al gip, ai due pm, ai quattro avvocati dei poliziotti e alla presenza mia, di mio marito e dei miei avvocati ha raccontato di essersi svegliata a causa delle luci dei lampeggianti di due auto della polizia ferme sulla strada davanti alla sua casa. I poliziotti erano già quattro e, mentre Federico camminava a passi decisi verso di loro, una delle loro voci diceva: apri il baule! apri il baule!

Quando Federico è arrivato in mezzo a loro la signora l'ha visto fare una sforbiciata, a vuoto..., la reazione dei 4 è stata l'atterramento immediato di Federico mentre i 4 manganelli colpivano, colpivano, colpivano...

lo tenavano fermo a terra in tre gravando su di lui: la donna in fondo ai piedi, uno sulle cosce e uno sul torace. il quarto in piedi in corrispondenza del capo di Federico calciava e pestava.

Federico si dibatteva e la poliziotta ha detto: "mi ha dato un calcio!" ... questo ha fatto aumentare la pressione e le botte... Federico si dibatteva e poi non si è mosso più... ma loro hanno continuato e hanno allentato la pressione solo quando hanno notato le luci degli appartamenti: "Attenti, stanno accendendo le luci" ha detto uno dei 4.

Poi l'arrivo dei carabinieri, ma ormai era tutto finito...

La Testimone ci ha dato una enorme prova di senso civico. Ha risposto alla sua coscienza, e niente e nessuno ha potuto confutare nulla della sua descrizione precisissima fatta di parole e di mimica chiarissima.

Federico camminava vivo e forte, a grandi passi, verso quelli che l'hanno schiacciato a terra e poi coperto di botte, manganellate e calci fino al suo ultimo respiro...

http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/

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manifestazione per Aldro
by Luca Greco Tuesday, Jul. 25, 2006 at 1:01 PM mail:

PIATTAFORMA MANIFESTAZIONE VERITA’ E GIUSTIZIA PER FEDERICO ALDROVANDI
23 SETTEMBRE 2006

All’alba del 25 settembre 2005 il diciottenne Federico Aldrovandi muore ammanettato a faccia in giù, in una pozza di sangue durante un controllo di polizia. Federico era solo, disarmato e incensurato. La Questura di Ferrara all’indomani dei fatti fornisce diverse versioni, ambigue e contraddittorie. Federico viene descritto come un tossicodipendente, un autolesionista, un violento. Nessuna delle tre definizioni corrisponde al vero. Dopo alcuni mesi di estenuante attesa, la madre di Federico decide di aprire un blog per trovare le risposte che la Questura non aveva ancora dato. Da quando la vicenda diventa nota, attraverso i giornali ed Internet, in Italia e all’estero, le versioni contrastanti crollano una dopo l’altra. In Parlamento l’ex ministro Giovanardi ammette che due manganelli sono andati rotti durante la colluttazione. Vengono rese pubbliche le foto di Federico dopo la morte che dimostrano inequivocabilmente la violenza da lui subita. Parte finalmente una vera e propria inchiesta e i quattro agenti coinvolti vengono iscritti nel registro degli indagati. Le peggiori ipotesi di pestaggio suscitate dalle fotografie sembrano trovare conferma nei racconti dettagliati di testimoni oculari.

Ad un anno dalla morte di Federico:

- Per chiedere verità e giustizia
- Perché si arrivi rapidamente ad un giusto processo
- Per difendere la memoria di Federico, a lungo infangata
- Perché non accada mai più un fatto simile nelle città d’Italia
- Perché eventuali abusi di potere non vengano insabbiati e sia fatta chiarezza su altri casi analoghi, verificatisi negli ultimi anni nel nostro paese

L’Associazione “Verità per Aldro” convoca una manifestazione nazionale a Ferrara il 23 settembre 2006 alle ore 15.

LA MANIFESTAZIONE AVRÀ CARATTERE PACIFICO E NONVIOLENTO, RIFIUTANDO LE GENERALIZZAZIONI CONTRO LE INTERE FORZE DELL’ORDINE, DA CUI CI ASPETTIAMO LO STESSO DESIDERIO DI TRASPARENZA E DI GIUSTIZIA.

Per informazioni e adesioni:
3471340481
manifestazioneperaldro@gmail.com

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