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[Post Dinamico] Manifestazione NO ponte
by (((i))) Friday, Jan. 20, 2006 at 4:53 PM mail:

Post dedicato alla raccolta di informazioni, aggiornamenti, e approfondimenti

.: leggi la feature Manifestazione NO ponte :.

:: post dinamici - howto ::

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No Ponte: banner piccolo
by grafico contro il Ponte Friday, Jan. 20, 2006 at 5:12 PM mail:

No Ponte: banner pic...
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immagine rimpicciolita
by curedimagranti Friday, Jan. 20, 2006 at 5:20 PM mail:

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retenoponte001.jpg, image/jpeg, 262x187

....

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AUTOBUS per la manifestazione contro il ponte sullo stretto.
by info da cosenza Friday, Jan. 20, 2006 at 6:30 PM mail:

AUTOBUS per la manifestazione contro il ponte sullo stretto.
Partenza da Cosenza per Villa S.Giovanni (raduno delle realta' calabresi spiazzale partenze traghetti.

L'autobus (con posti limitati) parte alle ore 6.30, l'appuntamento e' all'ingresso dell'autostrada di Cosenza (alla madonnina). Il costo del passaggio e' di 5 euro.
per prenotazioni telefonare al 338.9409495 (francesco)

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Treno da Lamezia
by lamezia Friday, Jan. 20, 2006 at 6:31 PM mail:

Da lamezia terme centrale il treno parte alle 7.10 con arrivo a villa san giovanni alle 8.23.

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NO PONTE - NO TAV
by no ponte Friday, Jan. 20, 2006 at 6:56 PM mail:

L'incontro tra No Ponte e No Tav per uno Sviluppo Sostenibile

E' più che mai necessario mettere in pratica quanto Walter Benjamin auspicava ormai tre quarti di Secolo fa: "tirare il freno d'emergenza per bloccare il treno dello sviluppo". Forse senza fare la rivoluzione, ma con un azione apparentemente più soft ma altrettanto politicamente e scientificamente capillare, dal basso, che ci faccia riscoprire la ricchezza depositata nel
patrimonio territoriale, piuttosto che continuare a distruggerlo per produrre beni e servizi materiali che non sappiamo più dove mettere e che ci stanno soffocando.
E' questo il tema portante del Forum nazionale sullo Sviluppo Sostenibile organizzato non a caso in Val di Susa da una serie di forze culturali, territorialiste, ambientaliste, tra cui la Rete del Nuovo Municipio insieme ai comitati territoriali NO TAV e ai sindaci della Val di Susa. Incontro che sarà caratterizzato dal gemellaggio tra coordinamento NO TAV, per la tutela della Val di Susa, e quello NO PONTE, per la difesa dello Stretto di Messina.

Ad interpretare e spiegare il concetto di Benjamin, è stato invitato Gianni Vattimo che può sancire il suddetto gemellaggio date le sue origini calabresi (il padre è di Cetraro) e valsusine (per parte di madre): non sappiamo se l'autorevole filosofo potrà essere presente di persona al meeting, ma è certo che sarebbe interessante ascoltare il suo parere sulle implicazioni di quel pensiero sul terreno dell'attualità politica.

Il programma dell'Unione, infatti, dovrebbe sostanziare il pure plurienunciato concetto di sostenibilità ambientale ed economica con una serie di azioni conseguenti; che invece si intravedono soltanto con molta fatica, almeno nelle bozze fino ad adesso circolate.

In generale dovrebbe essere accantonata definitivamente l'ubriacatura da mercato che ha pervaso molto centro-sinistra nelle ultime fasi, tra l'altro con risvolti tipicamente nazional-clientelari, per cui finiva per essere criterio dirimente per le decisioni importanti l'assoluto e zelante adempimento dei dettami legati agli interessi delle grandi lobby economico-finanaziarie (il cui favore diventava titolo di merito per il politico, pure "di sinistra") con esiti quali quelli risaltati all'onore delle cronache, per esempio nel caso Unipol-BNL.

Bisognerebbe voltare drasticamente pagina, riscoprire la domanda sociale, chiedersi cosa significa sostenibilità dello sviluppo in un paese drammaticamente avviato sulla via della deindustrializzazione; con le classi dirigenti, specie economico-finanaziarie, più in dissolvenza che in profonda crisi. E' il caso forse di riguardare alle potenzialità del più grande capitale fisso posseduto dal Paese, ovvero il suo patrimonio culturale e ambientale, storico e paesaggistico, artistico e territoriale, sociale e intellettuale, e perché no, pubblico e conviviale. E comprendere che un programma politico può e deve muovere necessariamente da questi temi, in senso non astratto, ma territorializzandoli sui patrimoni sociali e ambientali delle diverse regioni e sulle identità dei diversi contesti, come sono appunto la Val di Susa o lo Stretto di Messina.

In tale logica può costituire riferimento interessante quanto sta progettando la coalizione guidata da Rita Borsellino in Sicilia: un programma in cui i piani paesaggistici e territoriali a livello regionale e provinciale forniscono le linee guida per lo sviluppo locale sostenibile. Analogamente il programma nazionale dell'Unione dovrebbe essere l'esito di politiche regionali e sub-regionali con grande attenzione a quanto proposto dalle istanze di base, anche "deistituzionalizate ed insorgenti".

Alcuni punti di tale programma possono riguardare direttamente l'organizzazione del territorio: trasporti, energia, rifiuti, paesaggio, urbanistica, agricoltura,etc.

Per quanto riguarda il tema che interessa direttamente Val di Susa e Stretto di Messina insieme ai molti altri contesti nazionali investiti e disastrati dalle grandi opere del programma Lunardi-Berlusconi, si deve andare molto oltre ciò che si è fin qui acquisito nelle intenzioni del centro-sinistra: un sostanziale accantonamento del Ponte e forse del MOSE di Venezia, un incerto "si vedrà" sulla TAV in Val di Susa e sugli altri segmenti più improbabili dell'alta velocità, la conferma di molte opere strategiche e speciali dell'attuale governo. Va invece cancellata definitivamente e senza indugi tutta la Legge Obiettivo con i suoi risvolti programmatici: tra l'altro essa è stata pochissimo attuata (sono state eseguite poco meno del dieci per cento delle opere previste, per altro per operazioni già avviate dai precedenti governi di centro-sinistra che riguardano quasi unicamente le tratte principali dell'Alta Velocità e la Salerno-Reggio Calabria). Si sono confermati, infatti, i molti dubbi in termini di attuabilità tecnica e politica e di legittimità sociale ed ambientale che erano stati sollevati durante il dibattito sulla legge: non basta infatti semplificare fino all'azzeramento gli iter procedurali e gestionali, urbanistici, ambientali, amministrativi: i problemi e gli ostacoli non si cancellano, forse si deistituzionalizzano, quasi certamente si accrescono fino ad ingigantirsi. Dialettica democratica e dibattito istituzionale spariscono per fare posto a questioni di ordine pubblico e dissensi sempre più vasti. Ma, come ormai cinque anni di Legge Obiettivo insegnano, le opere non partono. E allora cancelliamo questo strumento (insieme a molti altri provvedimenti infausti e illegittimi del governo Berlusconi -chiedere a Paul Ginsborg) e avviamo subito le pratiche per un vero piano nazionale dei trasporti, che si può progettare presto partendo dalla reale domanda sociale di mobilità, in forma sostenibile e con l'assoluto coinvolgimento degli abitanti, specie dei contesti maggiormente investiti dalle opere.

Questa logica di pianificazione dal basso, sostenibile e partecipata, esito del coordinamento di azioni regionali e locali, può costituire l'approccio che caratterizza la nuova fase politica e che segna prima di tutto i settori programmaticamente più problematici, quali energia, smaltimento dei rifiuti, localizzazione di impianti a rischio, organizzazione funzionale del territorio.

Il tutto, però, deve essere calato in una logica, economica e ambientale, che tiene conto del passaggio di fase: la nuova economia sostenibile deve essere conseguenza dell'applicazione della formula latouchiana delle "sei R": recupero, riqualificazione, riciclo, ristrutturazione, riuso, risanamento.

Dal punto di vista della valorizzazione del patrimonio territoriale questo significa, tra l'altro, attuare quanto Renzo Piano, che non è né un ambientalista né un territorialista, propone come necessità emergenziale: "Dobbiamo ridare un senso estetico a tutta la schifezza che abbiamo realizzato nell'ultima parte della modernità!" Che può voler dire ritrasformare in luoghi gli spazi insensati della ormai abnorme e pervasiva città diffusa, sullo spazio nazionale (e non solo). Altro che continuare a distruggere le nostre valli e le nostre coste.

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Ponte fascio
by Scovafasci Friday, Jan. 20, 2006 at 7:01 PM mail:

Il ponte è fascista.

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Gemellaggio No Ponte No Tav .
by Rete No Ponte Friday, Jan. 20, 2006 at 7:05 PM mail:

Gemellaggio No Ponte No Tav . Domenica 22 gennaio tutti a Messina

Grande successo del gemellaggio “No Ponte-No Tav” a Condove.

La delegazione della Rete Noponte e del nodo meridionale del Nuovo Municipio ha incontrato nel corso di due intense giornate, il 16 ed il 17 gennaio, i sindaci, i comitati, le associazioni no tav della Valle di Susa ed insieme si è convenuto di rafforzare una relazione positiva e propositiva che mira:
1. alla cancellazione della legge obiettivo, che vanifica la valutazione di impatto ambientale, lede i diritti e la sovranità delle istituzioni locali, impone una politica delle “grandi opere”, subordinata agli interessi di poteri forti, in una logica perversa e senza futuro di sviluppo illimitato;
2. alla elaborazione di un nuovo piano dei trasporti e della mobilità, che tenga conto delle esigenze dei luoghi e delle relazioni tra abitanti-ecosistemi-storie e culture locali, che sia ecologicamente sostenibile, efficiente, poco costoso e riduca le spropositate catene di merci, utilizzando e riqualificando le alternative già disponibili;
3. al rafforzamento della rete federativa e solidale che unisce, nel rispetto della pluralità e della autonomia, istituzioni locali – municipali e sovramunicipali -, associazioni ambientaliste, organizzazioni e comitati di base per una reale partecipazione democratica dal nord al sud del paese.

La delegazione meridionale composta dal consigliere comunale di Reggio Calabria Nuccio Barillà, membro del direttivo nazionale di Legambiente, dai professori universitari Alberto Ziparo ed Osvaldo Pieroni, della Rete Meridionale del Nuovo Municipio e del coordinamento “no ponte”, da Piero Idone e Angelo Raso, della rete noponte di Villa San Giovanni e da Gianni Vena di Reggio Calabria è stata accolta ed ospitata dal Sindaco di Condove Barbara Debernardi, dal Sindaco di Borgone Simona Pognant, da Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Montana Bassa Valle di Susa, sindaco di Sant’Antonino e portavoce del movimento “no tav”.

Nel corso di una partecipatissima conferenza presso il palazzetto dello Sport di Condove è emerso con chiarezza il filo che unisce da Susa a Messina chi vuole opporsi costruttivamente a grandi opere come la Tav in Valle Susa o nel Brennero, come il ponte sullo Stretto, il Mose, le centrali inutili, i rigassificatori di Brindisi e Taranto, gli inceneritori, la cementificazione selvaggia, ecc. per lanciare una sfida in positivo.
L’iniziativa, aperta dalla combattiva e generosa Sindaco di Condove, è stata coordinata da Salvatore Amura, assessore alla partecipazione di Pieve Emanuele (MI) e coordinatore della Rete Nazionale del Nuovo Municipio. Sono intervenuti, con lucidità e passione, Pieroni, Alberto Magnaghi, Stefano Lenzi del WWF, rappresentanti valsusini della Rete dei Comuni Solidali, veneti dei comitati contro il Mose, il filosofo “meticcio” Gianni Vattimo (madre valsusina, padre calabrese), Anna Marsden, Antonio Ferrentino ed ha concluso Nuccio Barillà, ricordando – tra l’altro – come 20 anni or sono una lunga lotta che unì tutti i sindaci e le popolazioni della Piana di Gioia Tauro contro un progetto di centrale a carbone e di porto carbonifero ebbe successo ed aprì la strada ad una nuova prospettiva per quell’area.
All’indomani dell’importante evento, presso la sala del Consiglio Comunale di Condove, ha avuto luogo una conferenza stampa che ha ufficializzato il gemellaggio tra le due realtà di lotta che si battono per la difesa, la sostenibilità e la qualità della vita nei propri territori.

Le vertenze relative alla Valle Susa ed allo Stretto di Messina, oggi all’attenzione del paese, hanno dimostrato che il popolo si mobilita sui territori partendo dalla concreta constatazione che questo tipo di opere non servono al territorio, né più in generale al Paese, e che per risolvere i problemi della mobilità e dei trasporti esistono soluzioni diverse, più efficaci e di minore impatto. Tutto questo proprio all’indomani della stipula del contratto tra la Stretto di Messina e la Parsons transportation group, la società americana che s’è aggiudicata l’ennesimoappalto per l'affidamento dei servizi di project management consultivo e, per contro, nel momento in cui tutta l’area dello Stretto di Messina viene inclusa nelle zone a protezione speciale dell’Unione Europea e la stessa Commissione Europea mette in mora l’Italia per l’impatto che il Mose può avere sull’ecosistema di Venezia.

Tutto questo non significa legare vertenze che, pur avendo tanti aspetti in comune, hanno delle specificità proprie e dalle quali non si può prescindere. È però il modo di mettere in rete delle esperienze e delle competenze preziose e di mettere in discussione il pensiero di chi ritiene che i problemi del territorio si risolvano d’incanto grazie alle grandi opere “strategiche” decise da pochi.
Lo scambio di esperienze diverrà permanente ed intende raccogliere altre iniziative analoghe che si sono sviluppate in Italia. «Non vogliamo unire tutti i ribellismi – è stato detto - ma lanciare un confronto di idee su che cosa siano oggi la modernità ed il progresso. Il nostro non è un rifiuto ideologico: è una battaglia propositiva». La legge obiettivo è fallita perché non si è basata sulle reali priorità del Paese e il governo che nascerà dalle prossime elezioni dovrà abrogare la legge obiettivo.

Al contrario una logica di pianificazione dal basso, sostenibile e partecipata, esito del coordinamento di azioni regionali e locali, può costituire l'approccio che caratterizza la nuova fase politica e che segna prima di tutto i settori programmaticamente più problematici, quali energia, smaltimento dei rifiuti, localizzazione di impianti a rischio, organizzazione funzionale del territorio.

Una nuova rete di scambi sostenibile deve essere conseguenza dell'applicazione della formula delle "sette R": recupero, riqualificazione, riciclo, ristrutturazione, riuso, risanamento e rilocalizzazione.
"Dobbiamo anche ridare un senso estetico – è stato ribadito - a tutta la schifezza che abbiamo realizzato nell'ultima parte della modernità!"

L’attività comune prosegue e prende forma nella partecipazione delle delegazioni della Valle Susa, sindaci in testa , che sfileranno con fascia tricolore accanto ai colleghi di Villa San Giovanni e di Messina, alla manifestazione del 22 gennaio a Messina per la difesa dello Stretto di Messina. L’appuntamento, dunque, è a Piazza Cairoli, alle ore 10.

La delegazione meridionale ringrazia tutti i cittadini valsusini che ci hanno accolto con incredibile calore e trasmesso una emozione che non dimenticheremo.
A SARA’ DUUURA…

Rete No Ponte – Rete Meridionale del Nuovo Municipio

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ILLY (governatore di centrosinistra) PRO PONTE!
by no al ponte Friday, Jan. 20, 2006 at 7:06 PM mail:




Il Governatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy (figlio dei padroni della Illy Caffè) supera in Grandi Opere anche la peggiore destra.

ARTICOLO APPARSO NEI GIORNI SCORSI SUL QUOTIDIANO DI TRIESTE "IL PICCOLO".
IL GOVERNATORE PRO TAV, PRO CPT, PRO ELETTRODOTTI IN MONTAGNA ADESSO SI SUPERA E FA IL PRO-PONTE.

Il governatore a una tv friulana
Illy: ponte sullo Stretto opera necessaria per battere la mafia

TRIESTE «Il Ponte sullo stretto di Messina è un’opera utile e necessaria e rappresenta una prova di coerenza per il centrosinistra». Ad affermarlo il governatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, in occasione della trasmissione dell’altra sera di Occidente, condotta da Michelangelo Agrusti, andata in onda su Telepordenone. Interpellato sull’argomento, Illy ha affermato di condividere il progetto e ha ricordato che «sia il Governo Amato, sia il programma elettorale del candidato premier del 2001, Francesco Rutelli, lo prevedeva. Non bisogna interpretare il bipolarismo – ha aggiunto il governatore – come il sistema nel quale la minoranza, per partito preso, avversa le proposte della maggioranza. Questo vale a maggior ragione per le grandi opere».
Illy, inoltre, ha sottolineato che esistono posizioni «secondo le quali ci potrebbero essere infiltrazioni mafiose nei lavori. Allo stesso tempo va ricordato – ha detto Illy – che un’opera di questo tipo, in grado di collegare a lungo termine la Sicilia all’Italia, contribuirà a sconfiggere la mafia». Illy ha quindi sottolineato che anche all’interno del centrosinistra, sui progetti più importanti, deve valere il principio della maggioranza. «L’ho detto a Intesa democratica, se, dopo aver discusso ed esserci confrontati, una decisione va presa e questa avviene a maggioranza – ha aggiunto – non possono esserci veti da parte delle minoranze, perché allora vorrebbe dire che il governo è affidato, per l’appunto, alle minoranze». Il governatore ha confermato che sul progetto del Corridoio 5 l’intenzione della giunta è quella di non modificare sostanzialmente il tracciato, nonostante le proteste degli ambientalisti, tra i quali Legambiente. «Traslare il tracciato al margine del Carso – ha detto – avrebbe un impatto ambientale ancora maggiore». Una tesi confermata, in studio, dall’assessore regionale alla Viabilità, Lodovico Sonego.


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MANIFESTAZIONE NO PONTE / NO TAV
by no tav Saturday, Jan. 21, 2006 at 6:15 PM mail:

MANIFESTAZIONE NO PO...
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DOMENICA 22 GENNAIO 2006
SUSA
Piazza d’Armi, ore 10.00

IN CONCOMITANZA CON LA MANIFESTAZIONE NO PONTE A MESSINA

MANIFESTAZIONE NO PONTE NO TAV
sul percorso della fiaccolata di Novembre 2005

per ribadire:
- il NO alle opere faraoniche non condivise dal territorio e che non risolvono i reali bisogni della collettività
- la urgente necessità di investimenti sulla sicurezza ed efficienza delle linee ferroviarie già esistenti

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In diecimila sfilano contro il Ponte
by no ponte no mafia Sunday, Jan. 22, 2006 at 3:31 PM mail:

In diecimila sfilano...
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La protesta contro la costruzione del collegamento con la Calabria
Contemporaneamente a Susa 15mila sfilano per solidarietà
In diecimila sfilano contro il Ponte
E in corteo anche i "No tav"


MESSINA - Circa 10 mila persone stanno sfilando in corteo a Messina per protestare contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Al grido di 'No Ponte, No Tav', slogan scandito continuamente dai partecipanti, la protesta promossa da associazioni ambientaliste, partiti, movimenti e società civile si fa sentire. Tra i promotori c' è il Wwf che ribadisce il proprio "deciso, convinto e motivato no" al Ponte sullo Stretto invitando nuovamente il "governo a una sospensione delle attività fino alla conclusione delle elezioni politiche di aprile" e la società incaricata di realizzare l' opera a "ritirare lo studio di impatto ambientale". Gli
organizzatori, al contrario delle manifestazioni precedenti, hanno dovuto raddoppiare il percorso cittadino della manifestazione abbracciando l'intero centro prima di raggiungere Palazzo Zanca, sede del Comune.

Dalla Val di Susa a Messina sono arrivate in sicilia circa 400 persone. Tra loro c' è anche Antonio Ferentino, presidente della comunità montana della Val di Susa che segnala "i collegamenti tra il Ponte e la Tav: nessuno degli abitanti delle zone interessare li vuole". Con loro hanno portato anche uno striscione con la scritta: "La gente della Val di Susa è con voi: no al Ponte". Più avanti nel corteo c' è anche un asino bianco, coperto da un lenzuolo che reca la scritta in rosso 'No al Ponte', le stesse che portano alcuni cani con i loro padroni in corteo. Tra gli striscioni spicca anche uno ironico: "Il Ponte? Non lo vuole Nuttuno...".
Contemporaneamente almeno 15mila persone sfilano a Susa, per manifestare solidarietà ai siciliani che non vogliono il Ponte di Messina. Un gemellaggio di protesta ben riuscito: gli slogan venivano rilanciati a suon di telefonate sui cellulari.

"Mi auguro che non aprano un cantiere virtuale per scopi elettorali, gli unici che ancora insistono sul Ponte" attacca il presidente nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta.

(22 gennaio 2006)

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rassegna stampa
by lisic(A) Sunday, Jan. 22, 2006 at 8:06 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2006/01/972083.php

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ma che è un obbligo pensarla così?
by non conformista Sunday, Jan. 22, 2006 at 8:16 PM mail:

Siete veramente una massa di conformisti acritici che si manovrano come niente

Bisogna tenere conto del fatto che il Ponte appartiene al sistema dei Corridoi europei, e precisamente a Corridoio 1.
Questi corridoi riguardano un sistema di infrastrutture di trasporto, con tutte le strutture complementari correlate, compresi gli oleodotti e i gasdotti.
Una rete europea che convoglierà i flussi commerciali. Rete che è stata decisa a livello europeo, prima dell'attuale governo, e in un'ottica proiettata nel futuro, 20, 30, 50 anni
DOVE passano i maggiori flussi commerciali è uno dei motivi delle guerre della storia, perchè dove passano creano ricchezza.
La rete dei corridoi la potete trovare su Internet.
La concorrenza tra l'uno o l'altro corridoio determina lotte politiche e non solo politiche. Per Corridoio 8 - che favoriva i loro piani - gli Usa hanno fatto la guerra alla Jugoslavia, mentre agli europei interessava di più Corridoio 5 (è quello di cui fa parte la Tav della Val di Susa).
Ma non c'è solo la concorrenza tra europei e americani (che interferiscono in tutto), c'è anche una concorrenza tra europei stessi.
Il Ponte sullo Stretto è la "via di accesso" alla piazza del mercato più importante del mondo, nel futuro: il Mediterraneo.
Che le materie prime e i manufatti prendano questa o quell'altra strada è perciò politicamente (ma in ultima analisi economicamente) determinante.
Senza considerare poi che, in tempi di "coperta corta", che i soldi vadano a finire di quà o di là è fondamentale, e si parla sia di finanziamenti europei sia di grandi investitori privati.
Perciò interesse contrario al Ponte è quello dei paesi nordeuropei da cui passa attualmente molta parte del flusso internazionale delle merci

Trapani è il punto dell'Italia più vicino all'Africa, ci sono solo 4 ore di ferry boat tra Trapani e Tunisi (ferry boat che già attualmente trasportano auto e persone tra queste due città a pieno regime). Facendo quindi passare il Corridoio 1 per Palermo (e quindi proseguendolo fino alla vicina Trapani) l'Italia stessa diventerebbe un vero e proprio "ponte sul mediterraneo" sia per le persone, sia per le auto, sia per le merci e, novità, anche per i treni.
Nessun'altro percorso del Corridoio 1 passante per l'Italia comporterebbe così poche ore di traghetto per raggiungere l'Africa.
Il Corridoio 1 in tal maniera diventerebbe addirittura più conveniente anche dell'altro percorso (CONCORRENZIALE!) tra Europa ed Africa, ossia quello che passa per la penisola iberica, lo Stretto di Gibilterra e Ceuta (o Tangeri) in Marocco.
In pratica il Ponte sullo Stretto trasforma il Corridoio 1 da Berlino-Reggio Calabria (o Berlino-Brindisi, Berlino-Taranto, Berlino-Gioia Tauro in Berlino-Palermo-Trapani-Tunisi
E tutto questo anche senza voler tenere in considerazione l'altrettanto importante aspetto socio-economico tutto italiano insito nel collegare permanentemente la Sicilia al resto della penisola (che molti sembrano invece voler escludere a priori).

Ma una concorrenza c'è anche a livello di dove dovrà passare un certo asse. Per esempio, riferendoci al Tav, c'è certamente l'interesse di certe nazioni di farlo passare a nord delle Alpi, interesse che cavalca (e sponsorizza?)le paure dei valsusini, alcune delle quali (poche) giustificate, altre assolutamente ingiustificate.
E' la stessa cosa per il Ponte, c'è essere un interesse della Grecia, o della Spagna, a far passare Corridoio 1, l'asse Nord-Sud, da casa loro.
Quindi prima di tutto dobbiamo inquadrare la questione Ponte in un'ambito di geopolitica internazionale, dove molteplici interessi si coagulano attorno all'opposizione al Ponte di Messina, sfruttando l'ingenuità e la disinformazione e anche la mancanza di spirito critico di chi si fa convincere da certi argomenti, senza vedere gli interessi e le menovre che ci sono dietro


Qualcuno ha scritto "Occorre ricordare che la madre di tutti i movimenti ambientalisti italiani, Italia Nostra, persegue l’obiettivo di impedire la realizzazione di qualsiasi infrastruttura nazionale, a cominciare dalla Torino-Lione per finire col Ponte di Messina. In particolare, Italia Nostra combatte la Legge Obiettivo, che ha permesso al governo di scavalcare gli ostruzionismi locali nel caso delle infrastrutture strategiche. Italia Nostra fu fondata nel "55 da un gruppo di aristocratici feudalisti e da loro lacchè su suggerimento di Elena Croce, figlia del famoso filosofo hegeliano che, già sostenitore di Mussolini fino al 1936, divenne poi fiduciario dei circoli di potere angloamericani. Elena fu la “papessa” del mondo culturale del dopoguerra per conto di quegli ambienti, che si ripromettevano di ostacolare ogni iniziativa a favore della modernizzazione e dell’indipendenza nazionale"

"Il ponte sullo stretto di Messina, e ve lo dice un Ingegnere, che lavora a 200 mt da dove verrà costruito il pilone sponda siciliana, è l'opera su cui si è studiato più a lungo negli ultimi 20 anni, però non conosco abbastanza a fondo tutto il progetto per poter dare il mio parere.
Quello che posso dire è che conosco molti dei professionisti che hanno lavorato al progetto e che li stimo quali persone serie, capaci ed oneste"


>
> In questa zona ad levato rischio sismico e dai precari equilibri urbanistici e territoriali, il Governo, nonostante evidenti carenze progettuali e la crescente opposizione della popolazione, sta portando avanti la realizzazione di un ponte che vorrebbe collegare le due sponde dello Stretto, ad unica campata della lunghezza di 3.300 metri, con doppio impalcato stradale e ferroviario, per un costo prudenziale stimato, oggi, a consuntivo in circa 6 miliardi di euro (quando il costo reale dell’opera, per l’aumento dei prezzi dei materiali, delle compensazioni ambientali e del calcolo sbagliato sulla durata dei cantieri, almeno 12 invece di 6 anni, portano a stime che si aggirano tra i 7,5 e i 9 miliardi di euro).
>

«Il Piano finanziario, strumento essenziale della concessione e dell'attività della società, è l'allegato principale alla convenzione approvata all'inizio del 2004, che stabilisce le regole di funzionamento della società stessa fino al 2041. Il Ponte sullo Stretto ed i suoi collegamenti (20,3 km stradali e 19,8 ferroviari) costano 4,6 miliardi di euro. Il fabbisogno complessivo, tenuto conto di eventuali possibili aumenti di costo e degli oneri finanziari, è pari a sei miliardi di euro. Il Piano finanziario conferma le modalità ed i risultati previsti nello schema di analisi e fattibilità finanziaria approvato dal consiglio di amministrazione nel gennaio del 2003: nessun contributo a carico dello Stato; la fattibilità finanziaria dell'opera si basa su un aumento di capitale della società di circa 2,5 miliardi di euro pari al 40 per cento del fabbisogno complessivo da erogarsi progressivamente in relazione all'avanzamento delle attività di costruzione; le residue occorrenze finanziarie, il 60 per cento (circa 3,5 miliardi di euro) dei fabbisogni, saranno coperte attraverso finanziamenti di tipo project finance contratti in più tranche sul mercato internazionale dei capitali. Tali finanziamenti saranno rimborsati con i flussi finanziari generati dalla gestione dell'opera»
«E' opportuna una riflessione per chiarire la natura del capitale di rischio che gli azionisti e principalmente Fintecna, Anas e Rfi immetteranno nell'iniziativa. Tali risorse destinate al Ponte rappresentano un investimento imprenditoriale, basato su analisi di rendimento e prospettive di recupero e non un contributo a fondo perduto. Infatti, seppure il capitale di rischio investito nel progetto proviene da società a controllo pubblico (Fintecna, Anas e Rfi), il suo impiego discende da analisi tecniche di investimento ed è disciplinato da logiche tipicamente privatistiche di mercato. Il vero impiego di "risorse pubbliche" si avrebbe qualora il progetto, secondo schemi seguiti in passato, venisse finanziato in larga misura (almeno il 50 per cento) con contributi a fondo perduto».


> Noi riteniamo che questa sia una sfida sbagliata:
>
> - per il progresso tecnologico. Non esiste ponte al mondo, stradale e ferroviario, ad unica campata che superi i 1.900 metri. Allo stato attuale delle conoscenze un ponte ad unica campata di 3.300 metri di lunghezza, come quello voluto dal Governo, potrebbe essere costruito solo tra 100 anni.

CHI lo dice? Con questa logica non si potrebbe fare mai nulla di nuovo

"Il ponte sullo stretto di Messina, e ve lo dice un Ingegnere, che lavora a 200 mt da dove verrà costruito il pilone sponda siciliana, è l'opera su cui si è studiato più a lungo negli ultimi 20 anni, però non conosco abbastanza a fondo tutto il progetto per poter dare il mio parere.
Quello che posso dire è che conosco molti dei professionisti che hanno lavorato al progetto e che li stimo quali persone serie, capaci ed oneste"


> - per l’economia del Sud. I 6 miliardi (che potrebbero diventare tra i 7,5 e i 9) a consuntivo e i 138 milioni l’anno, per oltre 40 anni, potrebbero essere meglio impiegati per il potenziamento e l’ammodernamento delle reti stradali e ferroviarie siciliane e calabresi, per la ristrutturazione degli scali portuali e aeroportuali o da trasformare in aeroporti civili (come Comiso e Sigonella) e per incentivare il trasporto via mare e aereo di merci e passeggeri. Mentre il mondo intero promuove le autostrade del mare come mezzo più economico ed ecologico per il trasporto delle merci, in Italia si vuole rendere carrabile il braccio di mare che separa la Sicilia dal continente.

Il Ponte sullo Stretto ha un valore logistico internazionale, essendo una delle poche maglie mancanti nella rete delle grandi direttrici europee. Esso costituisce da un lato la ramificazione finale della direttrice europea nord-sud, ovvero della grande rete intermodale che da Berlino collega il cuore dell'Europa a Palermo e di qui al Mediterraneo, e dall'altro l'anello mancante del corridoio plurimodale tirrenico di interesse europeo Ventimiglia-Trapani-Mazara del Vallo. Inoltre, nell'ambito del sistema dei corridoi paneuropei, la connessione del ponte al Corridoio 8 consentirà di stabilire un efficiente sistema di interscambio tra la Sicilia e i Paesi del Sud-Est europeo. La piena funzionalità del ponte presuppone un piano di interventi complessivo sulle infrastrutture del Mezzogiorno, con il completamento dei lavori di ammodernamento dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e con la riqualificazione della S.S. 106 Jonica e delle autostrade siciliane. Uno degli obiettivi dell'Anas è quello di completare, nei tempi di costruzione del ponte, sia in Calabria che in Sicilia, tutte quelle infrastrutture viarie senza le quali il ponte non potrebbe sviluppare appieno i suoi effetti positivi.
In Calabria è prevista la costruzione un raccordo di 9,8 km (di cui 6,3 km in galleria) con l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, in località Piale.
Tale raccordo consentirà, tra l'altro, di eliminare i carichi di traffico e di inquinamento presenti nel centro cittadino di Villa S. Giovanni.
Per quanto riguarda la rete stradale e autostradale, il progetto preliminare individua i raccordi necessari a consentire l'operatività del ponte e prevede che si sviluppino in massima parte in galleria, con elevati benefici paesaggistici.
In Sicilia si prevede di realizzare un tratto autostradale di 10,5 Km (di cui 6,9 in galleria) tra l'area di esazione del ponte e le autostrade A20 Messina-Palermo e A18 Messina-Catania (con una serie di svincoli lungo il percorso), che consentirà un sistema di penetrazione a "pettine" nella città di Messina (agevolandone anche la decongestione del centro, oggi interessato da notevoli flussi di traffico). Prima della conclusione dei lavori del ponte, prevista per il 2012, il sistema viario meridionale sarà ridisegnato, ammodernato, potenziato.
Il Ponte sullo Stretto sarà l'anello di congiunzione dell'asse intermodale nord-sud che, dai paesi industrializzati europei, arriva fino a quelli emergenti dell'Africa e del Mediterraneo a partire dal 2010 con l'inizio del libero scambio EUROMED
La Divisione International dell'Anas, costituita con la missione di realizzare infrastrutture e fornire servizi all'estero, è interessata a sviluppare la sua attività prima di tutto nell'area del bacino del Mediterraneo. Il ponte è quindi, anche per l'Anas, un'occasione di design del territorio, di sviluppo della rete trasportistica e di interscambi internazionali.
La realizzazione del ponte nasce dall'attento esame dei dati di traffico e dalle previsioni sugli scenari trasportistici futuri.
L'attuale sistema dello stretto entra in crisi in molti periodi dell'anno, soprattutto nell'area di Messina, dove il traffico Continente-Sicilia (6.600 auto e 3.100 autocarri giornalieri) si somma con quello urbano, creando disagi a residenti, a turisti e al traffico commerciale.
La realizzazione di un collegamento stabile è la risposta concreta alla domanda di un più efficiente, rapido e moderno sistema di trasporto tra la Sicilia e il Continente, che sostituisca e/o integri quello attuale.
• La tutela dell'ambiente: il ponte consentirà un drastico abbattimento delle emissioni di gas di scarico e procurerà vantaggi anche all'ecosistema marino, che subirebbe ulteriori danni qualora il traffico via traghetti venisse ulteriormente intensificato.
• Il risparmio di tempo: il ponte unirà infatti le sponde della Calabria e della Sicilia nel punto in cui sono più vicine, consentendo l'attraversamento dello stretto in soli 3 minuti, sia per gli autoveicoli che per i treni, con una consistente riduzione dei tempi di attraversamento di circa un'ora per auto e merci su strada e di 2 ore e di 2 ore e 20 minuti rispettivamente per i passeggeri e per le merci viaggianti in treno.
• Gli effetti positivi sul traffico: la piattaforma stradale del ponte, a due corsie per ogni senso di marcia, sarà in grado di smaltire un traffico di 3.000 veicoli l'ora per senso di marcia. Grazie al ponte e ai nuovi raccordi stradali che saranno costruiti, si realizzerà una sensibile riduzione della congestione delle aree urbane interessate.
• La maggiore integrazione socio-economica delle aree dello stretto di Messina: la riduzione dei tempi di attraversamento dello stretto favorirà gli spostamenti dei residenti e dei turisti, produrrà un abbassamento dei costi per le imprese, ed incentiverà gli scambi commerciali e l'ampliamento dei mercati, consentendo, tra l'altro, un'intensificazione dei contatti tra imprese, la nascita di nuove occasioni di "business" e una più forte integrazione tre le economie regionali.
• Le ricadute occupazionali: lo studio ha previsto, nei sei anni di cantiere, un incremento della occupazione diretta e indiretta pari a circa 40 mila unità.
• Effetti positivi per il trasporto marittimo: un numero consistente di persone e di merci sceglierà di muoversi via terra, anche con la ferrovia (eliminando le attese agli imbarchi per chi scegliesse di spostarsi via mare). Di consenguenza, diminuendo il traffico trasversale dei traghetti, lo stretto potrà essere "riaperto" ai traffici marittimi, e i porti di Messina, Villa S.Giovanni e Reggio Calabria, oggi tagliati fuori dalle rotte del Mediterraneo, potranno ritrovare la loro naturale vocazione, riaprendosi al cabotaggio e al turismo.

Per quanto concerne le ferrovie ci sono altri interventi appaltati;
a Gennaio partiranno i lavori per la nuova metropolitana tangenziale di Palermo (il cd. passante ferroviario), la velocizzazione della PA-AG, il raddoppio RC-Melito di Porto Salvo in corso, i cantieri aperti sulla A3, la nuova tratta Sibari-Cosenza in appalto, è in corso d'appalto la gara per il raddoppio della ferrovia Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono (con la lista degli espropri) con costruzione in variante, quindi una nuova linea veloce di altri 40 km, in modo da arrivare al raddoppio a 2/3 di linea entro il 2008-2009.
Quest'anno stanno installando sistemi GSM-R sulla linea principale e per il prossimo anno è previsto un ulteriore adeguamento tecnologico delle linee principali delle due regioni, soprattuto questa.
Insomma, nel 2006 si apriranno altri nuovi ed importanti cantieri (ponte a parte).


1) L'autostrada MESSINA-PALERMO è stata completata;
2) E' iniziata la costruzione dell'autostrada CATANIA-SIRACUSAR-GELA che finalmente completerà l'asse viario MESSINA-GELA e lascerà libera la SS 114 per la circolazione locale (chi la usa tutti i giorni sa cosa vuol dire);
3) Sono' in progetto le autostrade GELA-SANTO STEFANO DI CAMASTRA, GELA-AGRIGENTO E AGRIGENTO-MAZARA DEL VALLO;
4)Per quanto riguarda la ferrovia è in costruzione il raddoppio della ME-PA (altri 60 km verrano consegnati a breve) e, verrà progettata una nuova linea la ME-CT-PA che consentirà al TAV di arrivare fino a Palermo, completando così il corridoio 1 BERLINO-PALERMO.
4) E' in costruzione il nuovo aeroporto intercontinentale di CATANIA;
5) Sono previsti il potenziamento di alcuni porti.
Tutto questo sarà realizzato nei prossimi 10-12 anni ed il ponte deve essere ultimato e connesso a queste infrastrutture, anche perchè, torno a ripetermi, nel 2010, si aprirà il mercato EUROMED e se la Sicilia non si doterà di adeguate infrastrutture verrà tagliata fuori dai flussi commerciali da/per l'EUROPA.

(Per ulteriori informazioni sull'EUROMED vedi di seguito il documento originale in inglese della Comunità Europea)

Euro-Mediterranean Partnership/Barcelona Process

The Euro-Mediterranean Conference of Ministers of Foreign Affairs, held in Barcelona on 27-28 November 1995, marked the starting point of the Euro-Mediterranean Partnership (Barcelona Process), a wide framework of political, economic and social relations between the Member States of the European Union and Partners of the Southern Mediterranean.
The latest EU enlargement, on 1st May 2004, has brought two Mediterranean Partners (Cyprus and Malta) into the European Union, while adding a total of 10 to the number of Member States. The Euro-Mediterranean Partnership thus comprises 35 members, 25 EU Member States and 10 Mediterranean Partners (Algeria, Egypt, Israel, Jordan, Lebanon, Morocco, Palestinian Authority, Syria, Tunisia and Turkey). Libya has observer status since 1999.
The Barcelona Process is a unique and ambitious initiative, which laid the foundations of a new regional relationship and which represents a turning point in Euro-Mediterranean relations. In the Barcelona Declaration, the Euro-Mediterranean partners established the three main objectives of the Partnership:
1. The definition of a common area of peace and stability through the reinforcement of political and security dialogue (Political and Security Chapter).
2. The construction of a zone of shared prosperity through an economic and financial partnership and the gradual establishment of a free-trade area (Economic and Financial Chapter).
3. The rapprochement between peoples through a social, cultural and human partnership aimed at encouraging understanding between cultures and exchanges between civil societies (Social, Cultural and Human Chapter).
The Euro-Mediterranean Partnership comprises two complementary dimensions:
• Bilateral dimension. The European Union carries out a number of activities bilaterally with each country. The most important are the Euro-Mediterranean Association Agreements that the Union negotiates with the Mediterranean Partners individually. They reflect the general principles governing the new Euro-Mediterranean relationship, although they each contain characteristics specific to the relations between the EU and each Mediterranean Partner.
• Regional dimension. Regional dialogue represents one of the most innovative aspects of the Partnership, covering at the same time the political, economic and cultural fields (regional co-operation). Regional co-operation has a considerable strategic impact as it deals with problems that are common to many Mediterranean Partners while it emphasises the national complementarities.
The multilateral dimension supports and complements the bilateral actions and dialogue taking place under the Association Agreements.
The existing MEDA programme is the main financial instrument for the Euro-Mediterranean Partnership. From 1995 to 2003, MEDA committed € 5,458 million in co-operation programmes, projects and other supporting activities, the regional activities comprising around 15% of this budget. The other important source of funding is the European Investment Bank that has lent € 14 billion for developing activities in the Euro-Mediterranean Partners since 1974 (€ 3.7 billion in 2002-2003).

The Euro-Mediterranean Free-Trade Area

Set to become the world's biggest marketplace

In the Barcelona Declaration (1995), the Euro-Mediterranean Partners agreed on the establishment of a Euro-Mediterranean Free Trade Area (EMFTA) by the target date of 2010. This is to be achieved by means of the Euro-Mediterranean Association Agreements negotiated and concluded between the European Union and the Mediterranean Partners, together with free trade agreements between the partners themselves. Turkey signed in 1995 an Association Agreement establishing the definite phase of a customs union with the EU.
Together with EFTA this zone will include some 40 States and 600-800 million consumers, i.e. one of the world’s most important trade entities
Since 2004 the Mediterranean Partners are also included in the European Neighbourhood Policy (ENP).


>
> - per il lavoro nel Mezzogiorno. L’occupazione temporanea nei 7 anni di cantiere, stimata dal Governo, è gonfiata del 100% e sarà richiesta manodopera ad alta specializzazione che escluderà le maestranze locali mentre si nasconde che, a regime, verranno tagliati centinaia di posti di lavoro tra gli addetti del traghettamento.
>

Centinaia di posti contro 40.000 posti? ma sapete quello che dite? E chi lo dice che non verranno impiegate maestranze locali? è una cosa senza senso


> - per l’ambiente- Con opere, cantieri, discariche e cave si devasta un habitat unico nel Mediterraneo per la ricchezza della biodiversità e 11 tra siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale, tutelate dall’Europa; la qualità della vita di decine di migliaia di cittadini che vivono sulle due sponde, sarà compromessa definitivamente.


Infatti il Golden Gate, il Ponte sul Bosforo etc etc...

Per quanto riguarda la sismica: si dice che la zona è su due zolle continentali, ma il Giappone è su quattro zolle continentali, è pieno di ponti e non sono mai crollati

I ponti sospesi sono tipicamente poco sensibili ai terremoti: infatti la configurazione strutturale conferisce loro una sorta di "isolamento" naturale che deriva dall'estraneità delle frequenze tipiche delle sollecitazioni sismiche (periodi di frazioni di secondi) rispetto alle possibilità fisiche di vibrare delle strutture (periodi di alcuni secondi e decine di secondi). Ne ha dato prova evidente il ponte giapponese Akashi investito dal devastante sisma di Kobe (gennaio 1995 - grado 7,2 Richter, con epicentro proprio in corrispondenza del ponte) sopportando brillantemente gli effetti e soprattutto senza risultarne danneggiato. Il Ponte sullo Stretto è stato progettato per resistere ad un terremoto "estremo" con magnitudo pari a circa 7,1 della scala Richter (la massima registrata in Italia) con l'ipocentro posto a circa 15 Km dal ponte. Tale sisma costituisce un evento estremamente raro la cui probabilità di accadimento resterà molto bassa per svariati secoli. Nel progetto del ponte sullo Stretto, è stato verificato che le strutture rimangono illese (cioè reagiscono in campo elastico) anche con questo sisma "estremo", quindi con prestazioni migliori di quelle previste dalle specifiche progettuali, che ammetterebbero in questo caso danni parziali, conservando ulteriori margini oltre la soglia progettuale prevista. Peraltro il potenziale sismogenetico dell'area dello Stretto non è in grado di generare terremoti di magnitudo sensibilmente più elevata di quella stabilita per il progetto.Inoltre le infrastrutture di collegamento al ponte sullo Stretto, viadotti e gallerie, sono progettate, secondo i termini di legge, con i più avanzati criteri antisismici. Tutto ciò valutato da una recente visita di geologi siciliani a Messina qualche settimana fa.

Il ponte sullo Stretto di Messina sarà aperto 365 giorni l'anno 24 ore su 24, senza alcuna interruzione di traffico a causa del vento. Ciò grazie alla sua stabilità intrinseca e all'adozione di speciali barriere antivento che consentiranno un regolare svolgimento del traffico anche in presenza di forti venti. Per quanto riguarda la stabilità, il ponte, definito come "disegnato dal vento", ha un profilo alare con caratteristiche aerodinamiche che gli consentono di resistere a venti con velocità superiore a 216 Km/h, anche se in oltre venti anni di monitoraggi eolici effettuati da un centro meteo locale specializzato non è mai stata raggiunta una velocità di vento superiore ai 150 Km/h. Gli anni di studi in galleria del vento hanno permesso di portare il comfort di attraversamento e la stabilità a livelli ottimali, sia in presenza di venti medio-bassi sia forti.
Le correnti marine non hanno nessun impatto perché le torri sono sulla terraferma.

Dalle associazioni ambientaliste viene mossa l'accusa di non avere effettuato alcuno studio di impatto ambientale, ma questo non solo è stato fatto ma ha anche ottenuto (20 giugno 2003) il parere favorevole da parte della commissione speciale per la Valutazione di impatto ambientale del ministero dell'Ambiente


Effetti positivi per il trasporto marittimo: un numero consistente di persone e di merci sceglierà di muoversi via terra, principalmente con la ferrovia (eliminando le attese agli imbarchi per chi scegliesse di spostarsi via mare). Di consenguenza, diminuendo il traffico trasversale dei traghetti, lo stretto potrà essere "riaperto" ai traffici marittimi, e i porti di Messina, Villa S.Giovanni e Reggio Calabria, oggi tagliati fuori dalle rotte del Mediterraneo, potranno ritrovare la loro naturale vocazione, riaprendosi al cabotaggio e al turismo.


Il TAR del Lazio e il Consiglio di Stato hanno già rigettato un ricorso degli ambientalisti sull'impatto ambientale (...per gli uccelli..), lo stesso presentato alla Comunità Europea.
Infatti era un'obiezione risibile, le rotte degli uccelli non sono fisse come i "canali" degli aerei e poi gli uccelli .. ci vedono

Il Ponte impedirebbe il transito dei cetacei nello Stretto, ma se l' "ombra" de ponte li disturbasse come farebbero a muoversi di notte, stante il fatto che nuotano anche di notte?

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10.000 persone sfilano contro il ponte....
by Noponte Sunday, Jan. 22, 2006 at 8:19 PM mail:

La protesta contro la costruzione del collegamento con la Calabria Contemporaneamente a Susa 15mila sfilano per solidarietà In diecimila sfilano contro il Ponte E in corteo anche i "No tav"




MESSINA - Circa 10 mila persone stanno sfilando in corteo a Messina per protestare contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Al grido di 'No Ponte, No Tav', slogan scandito continuamente dai partecipanti, la protesta promossa da associazioni ambientaliste, partiti, movimenti e società civile si fa sentire. Tra i promotori c' è il Wwf che ribadisce il proprio "deciso, convinto e motivato no" al Ponte sullo Stretto invitando nuovamente il "governo a una sospensione delle attività fino alla conclusione delle elezioni politiche di aprile" e la società incaricata di realizzare l' opera a "ritirare lo studio di impatto ambientale". Gli
organizzatori, al contrario delle manifestazioni precedenti, hanno dovuto raddoppiare il percorso cittadino della manifestazione abbracciando l'intero centro prima di raggiungere Palazzo Zanca, sede del Comune.

Dalla Val di Susa a Messina sono arrivate in sicilia circa 400 persone. Tra loro c' è anche Antonio Ferentino, presidente della comunità montana della Val di Susa che segnala "i collegamenti tra il Ponte e la Tav: nessuno degli abitanti delle zone interessare li vuole". Con loro hanno portato anche uno striscione con la scritta: "La gente della Val di Susa è con voi: no al Ponte". Più avanti nel corteo c' è anche un asino bianco, coperto da un lenzuolo che reca la scritta in rosso 'No al Ponte', le stesse che portano alcuni cani con i loro padroni in corteo. Tra gli striscioni spicca anche uno ironico: "Il Ponte? Non lo vuole Nuttuno...".
Contemporaneamente almeno 15mila persone sfilano a Susa, per manifestare solidarietà ai siciliani che non vogliono il Ponte di Messina. Un gemellaggio di protesta ben riuscito: gli slogan venivano rilanciati a suon di telefonate sui cellulari.

"Mi auguro che non aprano un cantiere virtuale per scopi elettorali, gli unici che ancora insistono sul Ponte" attacca il presidente nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta.

(22 gennaio 2006)

Da Repubblica

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Gemellaggio della lotta no ponte - no tav:
by Ansa Sunday, Jan. 22, 2006 at 8:20 PM mail:

Protesta "gemella" a Susa, sfilano in 15.000


TORINO - Ormai il tam-tam ed il passa parola funziona perfettamente tra gli ambientalisti e i no-tav della Valle di Susa, prova ne sia la manifestazione di questa mattina, a Susa, con oltre 15.000 persone in corteo per manifestare solidarietà ai siciliani che non vogliono il Ponte di Messina e che stamani hanno manifestato in Sicilia.

È stata una manifestazione-ombra, un gemellaggio di protesta ben riuscito: gli slogan venivano rilanciati a suon di telefonate sui cellulari. Ogni mossa che si compiva a Susa aveva un parallelo con ciò che accadeva a Messina. Chi non era a Messina era a Susa: nessuno, tra i no-tav piemontesi oggi è rimasto a casa. Se a Messina c' era il presidente della Comunità Montana Bassa Val di Susa, Antonio Ferrentino, a Susa c' era la vicepresidente, Giuseppina Canuto. Tanti sindaci erano in Sicilia e tanti erano nelle strade di Susa e Mompantero.

L'atmosfera era quella tipica delle ultime manifestazioni piemontesi no-tav: tante famiglie con bambini piccoli e passeggini, anziani, amministratori, contadini e cittadini di ogni parte della valle. Nessun incidente, nessun no global, nessun problema di ordine pubblico. Sotto un sole finalmente tiepido, gli oltre 15.000 manifestanti sono partiti da piazza d'Armi, dove poi hanno fatto ritorno passando per Mompantero, davanti al Comune, nel luogo dove l' 11 ottobre ci furono gli incidenti che poi marchiarono la protesta no-tav per mesi.

In molti, si parla di 300-400 persone sono partiti per Messina ma l'imperativo per tutti era "o a Messina, o a Susa, il 29 in piazza". Circa un centinaio oggi hanno anche dovuto far marcia in dietro: hanno raggiunto Linate per partire con un volo di linea per Messina, ma una volta saliti sull'aereo, hanno dovuto scendere per via di uno scontro, sulla pista, tra un'autocisterna e l'ala del loro veivolo. Sono scesi dall'aereo e sono tornati a Susa, al corteo.
Molti anche oggi i sindaci e gli amministratori in generale tra cui i primi cittadini di Susa, Sandro Plana, di Avigliana, Carla Mattioli, Bussoleno, Giuseppe Jonnas. Per la prima volta hanno fatto la loro comparsa anche le Comunità montane di Gravere e di Meana i cui cittadini, fino a oggi avevano partecipato a livello personale.

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E i soldi?
by messinese Sunday, Jan. 22, 2006 at 8:22 PM mail:

I messinesi saranno stati qualche centinaio, anche perchè il traffico e i Tir che attrversano la città la soffocano.
Inoltre la ricaduta occupazionale del ponte è enorme.
Ma agli altri chi glieli ha dati i soldi per il viaggio?

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L'inevitabile flessione dei trasporti
by Domenico Schietti Sunday, Jan. 22, 2006 at 9:08 PM mail: info@free-people-world.com

Nel 2006 viaggiano le materie prime, viaggiano i prodotti semilavorati, viaggiano i prodotti finiti, viaggiano i lavoratori.

Ma nel 2006 le materie prime possono viaggiare perchè con la minaccia degli eserciti, con le ritorsioni economiche e con la corruzione dei poteri locali vengono quotidianamente "rubate" ai paesi produttori.

Miliardi di persone vivono in assoluta povertà eppure dai loro paesi escono una dopo l'altra navi cariche di materie a prezzi stracciati. Le popolazioni locali, con la violenza e l'inganno, vengono derubate delle loro materie prime.

Nel 2006 queste materie prime vengono semilavorate in località diverse da quelle in cui vengono prodotte, da manodopera sottopagata. Nel caso i governi o le popolazioni locali non accettassero di lavorare sottocosto le aziende produttrici sposterebbero le semilavorazioni altrove. E con guerre tra eserciti inventati dal nulla e le ritorsioni economiche su debiti mai contratti, le popolazioni verrebbero fatte precipitare dalla miseria nera a quella nerissima.

E così accade anche per i prodotti finiti. Viaggiano le materie prime, viaggiano i semilavorati e viaggiano i prodotti finiti. E viaggiano i lavoratori nella speranza di trovare retribuzioni migliori. E per viaggiare c'è bisogno di tante energia. Ecco allora che l'energia diventa il bene più prezioso. Ecco allora le guerre per il petrolio, il gas e l'uranio per mantenerne il prezzo anche dieci volte più basso del loro effettivo valore.

Le materie prime, i semilavorati, i prodotti finiti, la manodopera e l'energia costano molto meno del loro effettivo valore. Ma quante sofferenze, quante guerra, quanta violenza, quanto sfruttamento, quanta distruzione.

Stiamo vivendo la più grande estinzione di massa dopo quella che segnò la fine dei dinosauri.

Nel futuro invertiremo la tendenza o andremo dritti dritti nella guerra finale tutti contro tutti per l'accaparramento delle ultime riserve petrolifere, di giacimenti di materie prime e mercati del lavoro sottocosto?

Non c'è dubbio che il potere dominante ovunque , in tutto il mondo, abbia già fatto la sua scelta e stia correndo a rinforzare gli armamenti, il controllo, lo sfruttamento ed i mezzi di trasporto. Vogliono la guerra tutti contro tutti per vedere chi ne uscirà vincitore ed assumerà il controllo delle rovine del mondo.

Ma come sarebbe più semplice utilizzare solo materie riciclate, fibre vegetali e biomasse!!!

Come sarebbe più intelligente produrre localmente gli oggetti necessari per vivere pagando la manodopera adeguatamente.

Coemsarebbe normale produrre ciascuno l'energia che gli serve attraverso le fonti rinnovabili!!

Come sarebbe logico ridurre drasticamente i trasporti tassandoli pesantamente e comprare solo prodotti locali che rispettino le norme basilari sui diritti l'ambiente ed il lavoro.

Il potere dominante purtroppo ha scelto la guerra, ma i popoli cosa sceglieranno?

Domenico SchiettiUn Mondo a Misura di Bambino

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Mercato Globale Alterato, Alta Velocità e Ponte sullo stretto
by Domenico Schietti Sunday, Jan. 22, 2006 at 9:10 PM mail: info@free-people-world.com

Quello che succede in Val di Susa e sullo Stretto di Messina non sono due casi isolati.

Il Mercato Globale è alterato, l'economia è in crisi e le scelte devono essere imposte con la violenza ovunque. Ecco 7 fra servizi, prodotti e materie prime vendute sottocosto

1. Il pesce pescato. Le riserve di merluzzo Atlantico sono ai minimi storici e i cinesi stanno svuotando il pacifico pescando qualsiasi cosa di qualsiasi misura e di qualsiasi genere. Un chilo di pesce di mare costa quasi un decimo del suo reale valore.

2. Il sesso. A causa dell'illegalità in cui si svolge la prostituzione, non venendo pagate le tasse, non essendoci prevenzione sanitaria e scuole di formazione professionale, le prestazioni sessuali costano molto meno del loro effettivo valore. In alcuni casi, in alcuni paesi, anche cento volte meno.

3. Il petrolio. Un barile di 159 litri costa 50 dollari circa. 30-40 centesimi al litro. Il costo di un litro d'acqua naturale, con la differenza che le sorgenti d'acqua sono rinnovabili, i giacimenti di petrolio no. Bin Laden sta facendo una guerra per portare il prezzo al suo effettivo, 200$ al barile.

4. La mano d'opera. Miliardi di persone sono senza reddito e di conseguenza l'eccessiva offerta di mano d'opera ne riduce il valore generando sfruttamento.

5. Il trasporto aereo. Le compagnie aeree sono coperte di debiti e lavorano a meno della metà dell'effettivo costo del trasporto contraendo debiti, non curando la manutenzione degli apparecchi, non curando le norme antiterrorismo, non rinnovando le flotte, non investendo nella ricerca di nuove tecnologie come i motori ad idrogeno.

6. La vita umana. A parti alcuni rari casi di professionisti affermati e ricchi capitalisti mafiosi e pochi altri fortunati, il valore medio di una vita umana è di 10-15 dollari. In alcuni casi, nel corso di guerre come quelle in Iraq, neanche il valore del proiettile.

7. Inquinare. Produrre danni ambientali (vedi petroliere monoscafo) non costa niente o quasi a chi inquina. Il costo ricade su chi ne subisce le conseguenze, in primis con la salute e poi con le tasse che bisogna pagare per rimediare i danni ( vedi alluvioni dovute alla cementificazione).

- Ne potrei aggiungere altri, magari invece di prodotti sovrapprezzo. (per esempio la droga, i medicinali per l'AIDS, l'affitto di una casa nelle grandi metropoli...). Per chi vuol capire è evidente che l'economia globale è alterata da materie prime, prodotti e servizi sottocosto o sovrapprezzo.

Questa alterazione genera crisi economiche, scontri, guerre, disastri, incuria, ingiustizie, ribellioni, manifestazioni e violenza.

E questo cosa centra con la TAV ed il Ponte?

La TAV ed il Ponte non sono l'unico caso di violazione delle leggi di mercato. Non si riuscirà mai a ripagare il costo della loro costruzione e quindi saranno due delle tante opere che per continuare ad esistere avranno bisogno di continui contributi europei.

Chi viaggerà sulle TAV o attraverserà il ponte pagherà come adesso chi viaggia sugli aerei, molto meno del costo effettivo del biglietto, il resto sarà a spese del contibuente, dei lavoratori sfruttati e tartassati, quelli che vivono in 4 in una stanza e a 50 anni sono single perchè non possono permettersi una casa ed una famiglia. Gli schiavi del terzo millennio.

Sono molto preoccupato, oramai la situazione sta esplodendo in ogni parte del mondo.

Speriamo che i popoli nonviolentemente riprendano in mano il loro destino esigendo rispetto della vita, dell'ambiente, dei diritti e del futuro.

NOTAV-NOPONTE!

Domenico Schietti
Un Mondo a Misura di Bambino

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"Il ponte? Non lo vuole Nettuno..."
by ansa Sunday, Jan. 22, 2006 at 10:08 PM mail:

MESSINA - Circa 10.000 persone hanno sfilato in corteo a Messina per protestare contro la realizzazione del ponte sullo Stretto nell'ambito dell' iniziativa 'No Ponte, No Tav', slogan scandito continuamente dai partecipanti, promossa da associazioni ambientaliste, partiti, movimenti e società civile.

Presenti, tra gli altri, Rete Lilliput, Verdi, Ds, Rifondazione comunista. In piazza anche numerosi comitati sorti in Sicilia contro gli inceneritori dei rifiuti, i membri del gruppo "No Tav" della Val di Susa (circa 400 persone) e i veneziani che protestano contro il Mose. Nel corteo pure un asino bianco, coperto da un lenzuolo con la scritta in rosso 'No al Ponte', le stesse portate da alcuni cani con i loro padroni in corteo. Tra gli striscioni spiccava un ironico: "Il Ponte? Non lo vuole Nettuno...".

La manifestazione è terminata a piazza Municipio dove si è svolto un comizio da parte della Rete no ponte, del sindaco di Messina, Francantonio Genovese e di quello di Villa San Giovanni, Rocco Cassone. "Il ponte - ha detto Genovese - non è assolutamente una priorità, questo tipo di struttura non interessa né a Messina né al Mezzogiorno e ora che la politica si impegni per creare delle vere occasioni di sviluppo per le nostre realtà. Ci confronteremo con il governo nazionale e regionale sullo sviluppo del territorio per evitare che si possano prendere decisioni slegate dalle aspettative dei cittadini". Dello stesso parere il sindaco di Villa San Giovanni che ha dichiarato: "Da oggi si è costituito un ponte virtuale tra il Sud e la Val di Susa contro la realizzazione di opere che sono lontane dalle vere esigenze del territorio".

In particolare gli ambientalisti chiedono al governo di "non perfezionare alcun accordo con il general contractor per evitare qualunque danno ai conti pubblici, tanto più che ancora non si conoscono gli esiti delle indagini in corso e delle procedure d'infrazione europee; di impiegare i 6 miliardi di euro (che potrebbero diventare tra i 7,5 e i 9), previsti a consuntivo per la realizzazione del ponte, per adeguare e potenziare invece le infrastrutture esistenti in Calabria e Sicilia; di cancellare l'aiuto di Stato di 138 milioni di euro, garantito attraverso Rfi, alla Stretto di Messina SpA; di rivedere la posizione degli enti pubblici nei confronti della Stretto di Messina spa, con l'obiettivo del progressivo superamento del suo attuale assetto, al fine di una reale promozione delle infrastrutture realmente utili al Sud, sulla base di un piano di investimenti, frutto di un ampio confronto tra le popolazioni e gli enti locali".

Tra i promotori c'è il Wwf che ribadisce il proprio "deciso, convinto e motivato no" al ponte sullo Stretto invitando nuovamente il "governo a una sospensione delle attività fino alla conclusione delle elezioni politiche di aprile" e la società incaricata di realizzare l'opera a "ritirare lo studio di impatto ambientale. Lo devono fare perché è un obbligo di legge presentare un progetto che sia confacente ai dettami delle direttive europee per la tutela del territorio, come quella del 18 ottobre scorso con cui era stata chiesto all' Italia di evitare danni e perturbazioni a questa area protetta, in particolare agli uccelli".

La società Stretto di Messina replica parlando di "critiche prive di fondamento". "Le critiche diffuse dalla Rete no ponte a sostegno della manifestazione del 22 gennaio - si legge in una lunga nota - si basano su slogan privi di fondamento sul piano tecnico, ambientale, socioeconomico e finanziario. Si tratta infatti di affermazioni che contrastano con l'evidenza dei fatti, con quanto fissato nel progetto, con le approvazioni rilasciate dalle autorità competenti, con le valutazioni del governo, del Parlamento italiano ed europeo, e con le sentenze, tutte a favore della società, finora emesse nei contenziosi avviati contro il ponte".

"Il ponte - sottolinea la nota - non 'devasta' l'ambiente. Il progetto ha superato il rigoroso esame delle competenti autorità ambientali e quelle del Tar e al Consiglio di Stato che hanno respinto i vari ricorsi degli ambientalisti. In realtà sono state adottate molte precauzioni e metodologie realizzative che fanno del progetto un'opera all'avanguardia nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio. Il 23 gennaio verrà aggiudicata la gara internazionale per il monitoraggio ambientale, con un valore di circa 40 milioni di euro. È uno strumento fondamentale e innovativo, un guardiano dell'ambiente che tiene sotto controllo tutte le attività di cantiere e gli eventuali effetti su tutta l'area dello Stretto, pronto ad intervenire qualora non fossero rispettati i limiti di legge".

22 Gennaio 2006

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Che il No al Ponte sullo Stretto sia un No alla base di Sigonella
by abc Sunday, Jan. 22, 2006 at 10:10 PM mail:

In occasione della manifestazione nazionale di Messina del 22 gennaio 2006 contro il Ponte sullo Stretto e la TAV, Attac Sicilia e Terrelibere.org lanciano un appello ai movimenti perchè la lotta contro le Grandi Opere includa una campagna per bloccare l'ampliamento della base USA di Sigonella e smilitarizzare la Sicilia.

(continua)

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Messina, ventimila in corteo: «No al ponte, difendiamo lo stretto»
by unita.it Sunday, Jan. 22, 2006 at 10:10 PM mail:

Si aspettavano diecimila persone, a Messina, alla manifestazione contro il ponte sullo stretto. Ma ne sono arrivate molte più del doppio, secondo gli organizzatori. Persino al questura parla di 15mila partecipanti al lunghissimo corteo che ha attraversato domenica mattina le strade della città. Tra di loro quattrocento No Tav venuti dalla Val Susa con due aerei. «No al ponte: difendiamo lo stretto di Messina»: è questo lo slogan in testa al corteo contro il Ponte sullo Stretto, nato per iniziativa della Rete Noponte.

Tra la gente anche il neo-sindaco di Messina Francantonio Genovese, della Margherita, e molti assessori comunali, che partecipano a titolo personale perché la nuova giunta non ha ancora assunto una posizione ufficiale in merito all'opera. «Il mio no - dice il sindaco - è contro questo Ponte, questa grande infrastruttura ed è un no a tutto ciò che fino a oggi hanno fatto la società Stretto di Messina ed RFI. Il Ponte, io credo, non sia assolutamente una priorità e non solo per Messina. Abbiamo bisogno di altro, siamo una realtà povera e quindi questi grandi finanziamenti devono essere orientati verso progetti più utili al territorio». È venuto invece in veste ufficiale il suo collega della città dirimpettaia, Villa San Giovanni, Rocco Cassone, anche lui della Margherita. «Siamo da molti anni ormai in posizione critica e avversa contro questa infrastruttura. Non penso che l'area dello Stretto abbia bisogno come priorità di questo collegamento. La consideriamo la nostra, quindi, una lotta di civiltà. Vogliamo avere riconosciuta la forza e la capacità di autodeterminarci. Non ci piace questo nuovo neocolonialismo».

«Fermare la realizzazione del Ponte è il primo intervento necessario a ridare una speranza al trasporto ferroviario nel Mezzogiorno e per ripensare le priorità infrastrutturali in Sicilia e Calabria». Sono parole di Legambiente. Al costo previsto di 6 miliardi di euro, il Ponte, per Legambiente, sarebbe solo una «cattedrale in un deserto infrastrutturale». Più volte anche il Wwf ha sottolineato che ormai tutta l'area dello Stretto di Messina è «interamente sotto l'egida della Unione Europea in virtù dell'adeguamento da parte delle Regioni Sicilia e Calabria, di riclassificazione delle ZPS, o Zone a protezione speciale».

Secondo la Rete che ha organizzato il corteo «La scelta governativa del ponte è stata imposta ai cittadini italiani e alle città di Messina e Villa San Giovanni, sfruttando i meccanismi antidemocratici della cosiddetta Legge Obiettivo (L. n. 443/2001), che prevede in tutta Italia la realizzazione (senza alcuna seria analisi degli impatti ambientali e del calcolo costi/benefici per la comunità) di oltre 250 interventi per una spesa complessiva preventivata di 264 miliardi di euro ed elevatissimi costi ambientali e sociali. Anche la TAV, che vede mobilitati migliaia di cittadini in Val di Susa, è figlia della stessa Legge Obiettivo, che vorrebbe imporre loro costi sociali ed ambientali ingenti, senza verifiche approfondite e senza la volontà della popolazione che dovrebbe subire per oltre 15 anni, lavori e danni anche sanitari incalcolabili». Sono queste le motivazioni addotte dalla Retenoponte e riportate in un documento diffuso in questi giorni per mettere in evidenza la brutalità di questa opera belusconiana.

La manifestazione vuole richiamare l'attenzione non solo sull'inutilità del ponte, in una regione carente di infrastrutture, ma anche sulla sua pericolosità per l'impatto ambientale per i rischi sismici, presenti nella zona. Il governo finora è rimasto sordo non prendendo in considerazione neanche le 3 indagini in corso della DIA di Roma: una per turbativa d'asta in merito alla gara del general contractor già espletata; un'altra per falso in atto pubblico e sottrazione di documenti sul parere reso dalla commissione speciale VIA del Ministero dell'Ambiente; e un'altra ancora per infiltrazioni mafiose (che hanno già visto l'arresto di personaggi legati alla criminalità organizzata, pronti ad investire ben 5 miliardi di euro per la realizzazione del ponte). Non è servita a niente neanche la messa in mora del governo italiano da parte dell'Unione Europea per la violazione di due direttive comunitarie. Impregilo, la società che ha vinto il maxiappalto, è riuscita ad accaparrarsi senza molti problemi questo ricco progetto con un'offerta di 3,88 miliardi di euro, cioè concedendo «uno sconto del 12,33% rispetto ai 4,43 miliardi di euro indicati come prezzo a base d'asta». Perciò i manifestanti denunciano la leggerezza del Governo che vede nel ponte solo un "piatto ricco" da consumare presto.

Secondo le indagini svolte finora non esiste ponte al mondo, stradale e ferroviario, ad unica campata che superi i 1.900 metri. Inutile ribadire che i 6 miliardi (che potrebbero diventare tra i 7,5 e i 9) potrebbero essere meglio impiegati per il potenziamento e l'ammodernamento delle reti stradali e ferroviarie siciliane e calabresi, per la ristrutturazione degli scali portuali e aeroportuali. Per questi motivi Messina scende in piazza, per dire "no" a chi pensa di poter gettare un ponte dall'alto, così come una Tav dall'alto, nella totale cecità.

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FASCI CACCIATI DAL CORTEO
by Militanza Antifascista Sunday, Jan. 22, 2006 at 10:11 PM mail:



Breve scontro tra i compagni antifascisti e un gruppo di fascisti al termine del corteo.

Intorno alle ore 13 la coda del corteo No Ponte è arrivata in piazza Municipio; si è aggregato ad essa un piccolo gruppo di fascisti con cappellini neri e tricolori in mano, che per tutta la manifestazione si erano tenuti a debita distanza dai compagni e affiancandosi al gruppo della Sinistra Giovanile (chissà come mai...!).
Alcuni compagni del RedBlock hanno intonato cori antifascisti, e sono stati spintonati; la situazione è poi degenerata. c' è stato un breve scontro in cu un fascio è rimasto contuso, ed è stato trasportato via in ambulanza scortato dalla polizia... gli altri camerati si sono dileguati con le spalle coperte dai diessini e rifondaroli e altri pacifisti assortiti.

dopo una breve parentesi con i digossini a caccia di documenti, tutto è tornato alla normalità.

MILITANZA ANTIFASCISTA SEMPRE!

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foto
by (A) Monday, Jan. 23, 2006 at 12:12 AM mail:

foto...
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"..e poi c'han proclamato che siam dei malfattori!" (A)

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facciamo proseliti
by puffo Thursday, Feb. 02, 2006 at 2:20 AM mail:

facciamo proseliti...
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la foto di un caro amico in missione evangelizzatrice allo stand della società stretto di messina all'ultimo motorshow di bologna, le ottime standiste purtroppo sono rimaste un po' perplesse :-D

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il ponte?
by Laurachiara Tuesday, Feb. 14, 2006 at 12:04 AM mail:

Cosa cambia con un ponte?
Un ponte serve ad unire due sponde, ma non serve a cambiare i problemi che stanno ai due vertici... Così ancora una volta davanti ad un grande imbroglio che occulta con una parola in corsivo tutto quello che ci sta dietro e che rischia sempre più di non arrivare mai da nessuna parte.
Perchè non usare mai la nostra testa? Perchè non dire mai veramente basta?

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spreco si ma....
by Giuliddu Tuesday, Feb. 14, 2006 at 12:55 PM mail:

Che il ponte sia uno spreco di denaro è indubbio......denaro che tra l'altro non si sa bene da dove viene!
Ma, avete provato a chiedervi una cosa?....
Io sono siciliano e conosco benissimo il degrado e l'arretratezza (specialmente nei trasporti) che sono ormai una caratteristica peculiare della mia isola natale.
Il ponte sarebbe quantomeno un tentativo di sviluppo che porterebbe inequivocabili vantaggi economici e turistici....senza contare che, finalmente, si metterebbe fine al monopolio indotto dalle società di traghetti che da sempre impongono un trust ingnorato da tutto e tutti.....si creerebbero istantaneamente 10000 posti di lavoro per almeno 10 anni e si risolverebbe finalmente il problema dei ritardi per quanto riguarda i treni a lunga percorrenza (palermo-roma.....palermo-milano...ecc...)
Io sono una persona realistica, indi guardo solamente (e schiettamente) i lati positivi e negativi di una data cosa.
Il ponte andrebbe inevitabilmente a danneggiare i paesi limitrofi alla zona di costruzione e (non si sa esattamente in quale enità) l'ecosistema marino dello stretto di messina. Quindi voi potreste benissimo dire che "voglio il ponte perchè non mi riguarda da vicino..." (dato che sono in provincia di palermo).
Ma io...qui....a termini imerese....ho una bella centrale elettrica che, oltre a creare un inquinamento elettromagnetico di non si sa bene quale entità, ha reso termini tristemente famosa per la percentuale di morti per cancro ai polmoni (la terza a livello italiano se non sbaglio....)....
...dunque non sono solo i messinesi a subire soverchierie da parte parte dello stato....non vedo dunque il perchè nessuno vuole prendere atto di alcune responsabilità necessarie allo sviluppo della sicilia che (a mio parere) sono da persona matura e coscienziosa.
Ad ogni modo.....non sono a favore del ponte a spada tratta...per certi versi non sono daccordo (specialmente per quanto riguarda la speculazione mafiosa sulla suddetta opera).
Però c'è anche da sottolineare il fatto che, se non si fa il ponte, i soldi che erano stati stanziati per realizzarlo verranno spostati altrove....non verranno più investiti in sicilia....bella storia vero?
Io accetto che non si faccia il ponte solo se realizzano un'opera alternativa in territorio siciliano.....ad esempio il tratto ad alta velocità palermo-messina.
Detto questo, non posso far altro che dissociarmi da coloro che (proprio come i contestatori della TAV) apprezzano le grandi opere solo se vengono fatte fuori dal loro territorio! Ipocriti senza un minimo di dignità che si interessano solo della loro specifica situazione geografica....e ignorano i problemi decisamente più seri del paese....sapete ad esempio che in provincia di palermo sono in costruzione 5 nuovi termovalorizzatori (di cui uno proprio nella mia città)? Che cosa dovrei fare? Sfaciare il mondo? Bloccare il transito di mezzi pesanti per il resto della mia vita?
..Potrei indubbiamente farlo ma al resto d'italia non interesserebbe un bel nulla di niente.....solo per il fatto che abito troppo a sud per essere considerato un essere civile come gli altri.....
...i politici (specialmente quelli orientati a sinistra) si sono opposti al ponte non per spirito umanitario...ma solo perchè hanno ingenti interessi nelle società di traghetti....alcune di proprietà di alcuni deputati! Guardacaso....
....in conclusione, prima di prostestare e sbandierare problemi che sono tali solo per puro "capriccio", sarebbe bene guardare un pò olte il luogo comune "non lo vuole nessuno".....perchè la maggior parte di questi "nessuno" è gente ignorante che desidera soltanto una cosa:
[...che tutto rimanga così com'è!...] (M. Moore)

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