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LE INTERCETTAZIONI DEGLI STORACE BOYS
by KEN PARKER Friday, Mar. 10, 2006 at 7:43 AM mail:

IL DOCUMENTO. Le intercettazioni delle telefonate tra il portavoce del ministro e gli investigatori privati

LE INTERCETTAZIONI D...
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"Su Qui, Quo Qua tutto okay
e Ciccio forse va agli Interni"
"Sapevo che prima o poi ci facevano fare delle zozzerie"
di LUCA FAZZO e MARCO MENSURATI



MILANO - Investigatori surreali, Magnum PI con la pancia, l'accento romano, e la Y10 al posto della Ferrari. Gente strana, chiacchierona, ciarlatana, un po' millantatrice e un po' pericolosa. Però introdotta o, per dirla alla maniera loro, "ammanicata", e anche molto bene. Almeno quanto basta per poter andare senza pass in giro per i piani alti del palazzo della Regione Lazio, per dare del tu a Francesco Ciccio Storace, o per rivolgersi con toni un po' troppo confidenziali a Niccolò Accame, uomo ombra dell'attuale ministro della Salute, nonché alto dirigente dello stesso ministero. Un po' fumetto, un po' spy story, un po' commedia vanziniana, per capire fino in fondo il livello medio-basso della trama di questa vicenda bisogna leggere le intercettazioni. Eccole.

LA ZOZZATA
24 febbraio 2005. Ore 20. 08. Nicolò Accame chiama Pierpaolo Pasqua (l'investigatore privato).
N: Ciao sono Nicolò come procediamo?
P: Sabato o domenica riusciamo a fare l'intervento.
N: Tu hai bisogno di niente da me? di altre cose che ti dica o sei già arrivato dove volevi? Hai avuto riscontro su quel nome che ti ho dato?.
P: Sto avendo tutti i riscontri necessari.


26 febbraio, 19,01. Pierpaolo Pasqua, l'investigatore arruolato da Accame, parla con Gaspare Gallo un suo collega di come condurre l'operazione "Qui", quella della Mussolini.
G."Bisogna entrare al momento giusto e far sparire le cose al momento giusto".
P."Io te l'avevo detto che prima o poi ce la chiedevano una zozzata".
3 marzo, ore 4,33. Un giorno prima della chiusura delle liste Pasqua riceve la telefonata di un uomo non identificato, la procura sospetta che l'uomo si trovi nella sede di Alessandra Mussolini dove sta alterando i fogli con le firme per le candidature.
P. "Quanti ne hai?"
U. "Ne ho fatte 5 per 80 fogli, quindi 400 fogli con 5 ripetizioni
P. sono 3200 comunque invalidi, perfetto sono sufficienti".

IL TELEGRAMMA
5 marzo 17,30 Pasqua e Gallo discutono su come denunciare anonimamente le "irregolarità" della Mussolini.
P. "Hai tu una scheda non riconducibile a qualcuno? devo mandare un telegramma che deve essere anonimo"
G. "Anonimo lo posso fare anche da un bar"
P. "Però il telegramma ti addebitano il costo su una bolletta"
G. "Ma scusa se vado alla posta a farlo e non do i miei documenti?"
P. "Certo che ti chiedono i documenti, se vado da un pony express ho paura che non faccio in tempo e in ogni caso mi chiedono i documenti, porca puttana non so come fare. Tutto fatto bene tutto lavorato, tutto costruito e adesso non so come cazzo fare. E se freghi il telefonino a qualcuno?"
G. "Eh si può fare, lo frego a qualcuno".
P. "Fai sta cosa e poi glielo fai ritrovare".
G. "E' un bel casino... lettera anonima niente?"
P. "Se potevo imbustà 'na lettera avevamo risolto, ma non gli arrivava domani".

CICCIO E ALEMANNO
28 febbraio, ore 21. Pasqua chiama la moglie Costanza: "Gaspare è rimasto impressionato dalle mie conoscenze politiche: ieri ho avuto un appuntamento sono andato senza farmi registrare arrivando direttamente alla presidenza. Ho visto Ciccio (Francesco Storace, ndr) che aveva in linea Alemanno. Ha detto alla sua segretaria di farlo attendere perché stava parlando con Pierpaolo. Gaspare si è reso conto che ciò che stiamo facendo, pur non guadagnando molto è una scommessa per il futuro. Questo (Ciccio, ndr) oggi sta alla Regione, e domani può andare al ministero degli Interni.

1 marzo, ore 22,06. Pasqua commenta con la moglie la chiusura dell'operazione Mussolini (Qui), e l'inizio dell'indagine su Marrazzo (Quo):
P. "Fra oggi e dopodomani chiudiamo Qui, poi bisogna cominciare ad occuparsi di Quo e di Qua".
C. "Ma non può essere un a cosa un po' pericolosa?"
P. "Un pochetto sì, non c'è niente di pericoloso"
C. "Speriamo che non si hanno guai"
P. "No basta che rivincano, perché devono rivincere, perché se no se non rivincono tutti a casa andiamo..."
C. "Vabbè scusa se non rivincono loro chi vince? Marrazzo?".

LA MOGLIE DI MARRAZZO
22 marzo, ore 18,15. Gallo parla col maresciallo Franco Liguori (suo complice) per scovare i redditi della moglie di Piero Marrazzo (Roberta Sardoz).
F. "Ueh senti, Sardo Rosarita per me non esiste, ho provato con Sardo, con Sardi, solo con Rosa, solo con Rita, in tutti i modi possibili immaginabili, hai il codice fiscale tu per caso?"
G. "Non ce l'ho dietro, però. Comunque l'ho verificato, è corretto".
F. "Eh vedi corretto corretto, ma pure con Marrazzo, alla fine, era Pietro e non era Piero".
G. (gli detta il codice fiscale)
F. "Allora Serdoz Roberta non c'entra proprio un cazzo con quella... La data di nascita corrisponde 10.8.68".
G. "Questa è l'intestazione di un telefonino, quindi che cazzo hanno scritto... l'hanno estrapolato probabilmente hanno scritto una cosa per un'altra". Dieci minuti dopo viene intercettato un Sms del maresciallo a Gallo: "Ma non facevi prima a dirmi che era la moglie di Marrazzo?". Sms di risposta: "Non lo sapevo".

5 aprile, ore 10 e 39. Il maresciallo Liguori chiama Gallo.
L. "Senti un po' ma adesso che ha perso le elezioni ti paga lo stesso?"
G. "Veramente mi ha già pagato".


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Banda di spie, il Gip scrive
by reporter Friday, Mar. 10, 2006 at 9:23 AM mail:

L'ordinanza di arresto per 16 indagati del giudice Belsito
"Investigazioni parallele per falsare l'esito delle elezioni"
Banda di spie, il Gip scrive
"Licenza di intromettersi nella vita altrui"


MILANO - La chiamavano vicenda "Qui, Quo e Qua", dove Qui stava per Alessandra Mussolini, Quo per Piero Marrazzo e Qua per un personaggio che non è stato al momento identificato. Con i tre nomi disneyani alcuni degli arrestati nell'inchiesta sui detectives privati corrotti e sulle intercettazioni abusive definivano gli oggetti del presunto 'spionaggio' politico alla vigilia delle elezioni regionali nel Lazio.

Questo è soltanto l'aspetto più eclatante, e che ha scatenato un immediato terremoto politico, di un'inchiesta della Procura di Milano che spazia su diversi fronti. L'ordinanza - con la quale il gip Paola Belsito ha disposto l'arresto di 16 persone tra investigatori di agenzie private, due finanzieri, un poliziotto e due dipendenti di società telefoniche - è racchiusa in un voluminoso plico di oltre 300 pagine.
Tra le considerazioni preliminari, il giudice osserva: "Quello che emerge dall'indagine è uno sconfortante e poco rassicurante squarcio sul mondo degli investigatori privati, la parte evidentemente malata e patologica di quel mondo che interpreta il proprio ruolo in maniera assai disinvolta".

Il gip parla dell'appropriarsi di una "vera e propria licenza di intromettersi nella vita personale e professionale degli altri, senza alcun rispetto per la privacy, per la libertà e per l'inviolabilità di certi diritti".
Ci si trova di fronte, è scritto nell'ordinanza, a "investigatori che si industriano, si organizzano, si coalizzano e si associano per un fine di lucro, trasformandosi, grazie all'aiuto di pubblici ufficiali o di incaricati di pubblico servizio corrotti e/o infedeli in spioni con pochi scrupoli".

Spioni che ricevono l'incarico di raccogliere informazioni riservate sul conto di personaggi di ogni genere, anche di rilievo politico. A questo proposito il gip osserva, in generale, che "raramente si apprende la ragione dell'incarico conferito ad una agenzia e ancor più difficilmente si riesce ad identificare chi in concreto ha commissionato le investigazioni". Ma aggiunge che appare comprensibile come il ricorso al sistema delle "investigazioni parallele" nasconda "la volontà o comunque il tentativo di condizionare un certo risultato o magari di falsarne l'esito". Questo sistema "diviene uno strumento per gettare discredito sul concorrente, per mascherare un socio che si presume infedele, per sconfiggere un avversario sgradito e pericoloso.

La vicenda "Qui, Quo e Qua": le indagini e l'esito delle intercettazioni fatte dagli inquirenti portano a dimostrare, sottolinea il gip, che l'incarico di investigare sui tre personaggi (solo la Mussolini e Marrazzo identificati, come si è detto) venne "affidato"alla fine di febbraio 2005 a Pierpaolo Pasqua, titolare della Security Service Investigation, "da un soggetto inserito presso la Regione Lazio ed interessato all'esito delle elezioni regionali del Lazio che si sono svolte il 3 e 4 aprile del 2005".

Da quel che risulta agli atti dell'inchiesta il 24 febbraio 2005 Pierpaolo Pasqua ebbe una conversazione telefonica con un certo Niccolò, che viene 'ragionevolmente' identificato per Niccolò Accame, "che era all'epoca dei fatti di cui si discute legale rappresentante dell'Associazione Lista Storace". Il gip precisa che nei suoi confronti non vi sono richieste da parte del pm, né risulta indagato. Nella telefonata si parla di "un certo 'intervento' da fare a Roma nel fine settimana, per fare bene il quale è necessario un tecnico. Si sarebbe trattato, secondo gli inquirenti, di un lavoro di bonifica ambientale all'interno di uffici della Regione.

Dalle indagini è emerso che gli 'spioni' avrebbero raccolto per il 'committente' una serie di dati che riguardavano non solo Marrazzo, ma anche la moglie. Ma è dalle osservazioni dei pm, riportate nell'ordinanza del gip, che emerge un quadro - da accertare - secondo cui "Qui, Quo Qua sono tre persone che rientrano in un piano finalizzato ad agevolare la vittoria elettorale di Francesco Storace, all'epoca governatore in carica della Regione Lazio".

Secondo la pubblica accusa, si sarebbe trattato di "un piano che nelle originarie intenzioni mirava in parte ad ostacolare la lista del deputato Alessandra Mussolini, candidata alle elezioni regionali in contrapposizione alla lista del governatore Francesco Storace, in parte a tentare di screditare Piero Marrazzo, candidato alle medesime elezioni, e, infine, sia pure con minor grado di attendibilità, a tentare di screditare un'ulteriore persona verosimilmente dello schieramento politico opposto a quello dell'allora governatore Francesco Storace".

(9 marzo 2006)

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su Accame
by internet Friday, Mar. 10, 2006 at 9:48 AM mail:



Roma, 23 febbraio 2006

Parte la campagna elettorale nel Lazio, come in tutta Italia. Le candidature sono ormai definite e Storace sarà eletto automaticamente al Senato, senza nemmeno dover fare la campgna elettorale.
Il ministro della salute sogna il bagno di folla e di voti dal confine campano a quello toscano. Ma prima deve a tutti delle risposte, importanti

1- Spiegare bene al suo elettorato le motivazioni che lo hanno portato ad accettare 9 mesi di ministero, per Berlusconi, dopo aver insultato Badaloni che, una volta perse le regionali è scappato, esattamente come sembra aver fatto lui e di aver spergiurato più volte che lui sarebbe rimasto come capo dell'opposizione in Consiglio perchè "i voti non si tradiscono".

2- Spiegare perchè il suo "posto in Consiglio regionale" è andato ad un amico che in pochi mesi è in aria di cambio di maglia (Robilotta). Attenzione: non che Storace abbia scelto, ma il ruolo di ministro ha fatto si che i voti per Storace fossero appunto traditi passando a rafforzare la maggioranza Marrazzo.

3- Spiegare perchè i 31mila voti di Giulio Gargano in AN sono stati buttati al vento e raccolti subito da Forza Italia, per un litigio personale.

4- Spiegare cosa intende fare con la Lista Storace, che non ha più molto senso senza di lui in campo e che soprattutto pare esista solo per misteriose ragioni, e che oltretutto vive di sole dichiarazioni di Fabio Desideri che tutti sanno essere dettate da Storace (la testa di legno in Consiglio Regionale).

5- Spiegare la questione comitati distrutti in primo luogo da Nicolò Accame, perchè Gigi D'Addio l'impegno non lo ha mai negato ma riteniamo gli fosse stato affidato un progetto troppo più grande.

6- Spiegare perchè votare Storace in AN a chi scelse Lista Storace non volendosi sentire vincolato a votare la fiammella sotto la tomba del Duce (leggenda vuole sia la fiamma MSI quella che sta a Predappio).

7- Spiegare la posizione di Augusto Pigliacelli, oltre 7mila voti e persona di spessore del frusinate che è in aria di abbandono perchè sottovalutato, umiliato e represso.

8- Spiegare con chiarezza chi sostiene al Comune di Roma accanto all'amico di sempre Gianni Alemanno, perchè i nomi non vengono fatti e sembra scontato dedurre che a parte Fabio Schiuma prometta a tutti ma separatamente, senza che gli altri sospettino.

9- Rendere conto dei conti: qui il tasto è dolente. Accame gestiva l'organizzazione di Lista Storace è sono migliaia i delusi (contattati uno ad uno) e diversi i creditori. Va bene rimuoverlo dall'incarico di portavoce (senza voce però), ma quel popolo del quale si vuole il voto vuole prima che sia resa giustizia e che i conti vengano pagati, conti di fatture e conti politici. Fondi c'erano: dove sono?

10- Chi scrive curava il sito web: più volte indicato a modello di comunicazione ed incensato a più riprese; ma soprattutto il ministro Storace aveva promesso di pubbicare i conti delle spese elettorlai del suo gruppo proprio sul sito che io che firmo gestivo. Non ho mai ricevuto il bilancio delle spese elettorali, mai una risposta da dare alle mail che chiedevano, ma solo silenzio alle molteplici richieste del forum pubblico. Perchè?
Chi e come furono pagati tutti i manifesti e non solo che invasero il Lazio per mesi? E' roba che costa milioni e milioni di euro....
Il viveur Nicolò Accame deve rendere conto: qui aspettiamo.

11- Storace a quale attore si ispirerà per "vendere" al suo popolo Berlusconi oltre Fini, perchè come dicono le sue amiche napoletane "cà nisciun' è fesso": chi crede che AN superi Forza Italia si è bevuto un tir di vino. Storace (il video sarà proposto a tempo debito) ha fatto la campagna regionale rivendicando autonomia e dicendo che lui a Berlusconi gli spatteva i pugni sul tavolo per il Lazio. Per la precisione disse a Fini in un comizio: "Caro Gianfranco, ricorda a Berlusconi che è il nostro principale alleato e non il nostro principale". Tutto dimenticato?

12- Dovrà provare a riparlare di internet dopo STORACE TV: qui chi scrive si astiene in quanto parte protagonista. E' chiaro a tutti però che ciò che ebbe il presidente della Regione non sarà certo facile riaverlo da ministro. E senza timore di smentita.

13- Dice niente a nessuno il nome di ALessandra Mussolini? Sempre chi scrive gli chiese in quei giorni delicati come dovevamo fare e soprattutto lui cosa avrebbe fatto con quella candidatura: la risposta fu "la distruggo, la massacro".
Storace possiede il DVD di un film cult della signora Floriani in abito da monaca che poco la santa faceva... (glielo regalai io che scrivo): non mi hai mai detto de gli è piaciuto.

14- Deve "vendere i temi cattolici ed in particolare il Ruini -Pensiero a quel popolo che per la gran parte è favorevole ad un modello di riconoscimento di diritti alle coppie di fatto, se non altro perchè la maggior parte di loro ha situazioni "moderne" più che "ruiniane". Ma Storace, senza l'ok di Ruini non va a fare nemmeno la spesa. Come quando ebbe l'occasione del sostegno dei radicali. Volle prima assicurarsi che Ruini non avesse nulla in contrario. Il giorno dopo i radicali erano il "male assoluto"..... Andò male quella telefonata.

15- Deve parlare di droga. DDL Fini ma,..... attenzione ministro, attenzione su questo punto. Io credo immagini anche perchè attenzione: Storace può comprendere un costume sociale ma non approvarlo, anzi, duramente condannarlo. Ma attenzione....

16- Farmaci e aviaria. Due apparenti successi.
Il primo formale, il secondo ancora incompiuto anche perchè Accame (Dir. Comunicazione) non è capace di fronteggiare la psicosi che è una questione tutta di comunicazione. Se Storace accettasse il consiglio gratis di chi ancora pensa al bene del Paese e non a quello delle proprie tasche, userebbe ciò che gli abbiamo già indicato, se non altro per non finire come i farmaci online....(vedi nostra inchiesta con i NAS).

17- La famiglia al centro della società: lascio per ultima quella che è più una nota personale.
TU, FRANCESCO, mi hai sposato;
TU, FRANCESCO hai avuto le fedi da mia figlia di 2 anni;
TU, FRANCESCO hai raccolto minuti interminabili di mie lacrime per la difficoltà di sopravvivere al quell'infame di Accame:
TU, FRANCESCO, non mi hai nemmeno mai fatto una sola telefonata, se non altro per dirmi "Scusa, con te mi sto comportando male: perdonami, mi saprò rifare".

Tu, caro signor ministro, non hai alcun diritto di parlare di fiducia, passione, politica e valori; e che giustizia trionfi se proverai a girare il Lazio con questi argomenti.

Sun Tzu (dovresti leggerlo o comunque ripassarlo) diceva che all'avversario va lasciata una via di ritirata, di uscita. Anche tu hai diritto alla tua: pulisci, a fondo e chiedi scusa, ma sul serio.
Saresti un uomo migliore.

Dario.

Dario Pettinelli
http://www.italiatv.it/italiatv/per17motivi.htm

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Chi è Accame
by internet Friday, Mar. 10, 2006 at 10:00 AM mail:


Nicolò ACCAME (figlio di Giano Accame)

Il Dottor Nicolò Accame, nato a Roma il 21 novembre 1967, è il Direttore Generale della Comunicazione e Relazioni Istituzionali.
Laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico presso l’Università “La Sapienza” di Roma, è stato Ufficiale di Stato Maggiore della Marina Italiana Militare.
Giornalista Professionista dal 1996, è stato Redattore del quotidiano “Il Secolo d’Italia” ai servizi di cronaca, esteri, economia e politica.
Dal 1997 è stato Direttore di diverse testate nazionali e locali.
Nel 1998 ha partecipato alla progettazione e realizzazione del Progetto comunitario “Occupazione-Integra” a favore della sperimentazione di modelli socio-sanitari per soggetti svantaggiati, coordinando tre Nazioni europee: Francia, Inghilterra e Portogallo. Nell’ambito di tale iniziativa ha elaborato, fra l’altro, i modelli metodologici di comunicazione ed informazione.
Tra il 2000 e il 2002 è stato Capo Ufficio Stampa della Giunta Regionale del Lazio, coordinando 14 giornalisti professionisti e dirigendo i mensili “Carrefour” e “Lazio Informazione”.
Dal 2002 al 2005 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e della Comunicazione della Regione Lazio, realizzando oltre 400 iniziative di Comunicazione Istituzionale riguardanti sia la Presidenza che gli Assessorati.
Nel 2001 è stato nominato Presidente della Società di Diritto Belga RECIS che rappresenta cinque regioni del Centro Italia a Bruxelles (Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana e Umbria) presso la Comunità Europea e dal 2003 è membro del Consiglio di Amministrazione.
Dal 2002 al 2005 è stato Direttore dell’Osservatorio permanente dell’Opinione Pubblica regionale del Lazio presso la Presidenza della Giunta, costituito con il compito di orientare e supportare con dati statistici l’azione di governo.
Ha diretto il Programma sulla Sanità “Monitor Lazio”, deputato al monitoraggio comparativo dei livelli di soddisfazione dei cittadini in merito all’erogazione dei Servizi Sanitari. Sempre in ambito sanitario, ha ideato e gestito uno studio sulla qualità dei servizi U.R.P. erogati dalle 12 ASL del Lazio.
Nel 2004 ha riprogettato l’Ufficio Relazioni con il Pubblico della Regione Lazio rendendolo accessibile al cittadino 24 ore su 24 tutti i giorno dell’anno.

Nel 2004 è stato Consigliere di Amministrazione del Consorzio ATENEO – dedicato all’alta formazione e ricerca per i Beni Culturali audiovisivi e multimediali - composto dalle Università di Napoli e Salerno, RAITRADE Spa, Regione Campania, Regione Lazio, Gruppo Engineering ed altri istituti privati.
Membro del Comitato scientifico, curatore e coordinatore di numerose iniziative quali mostre, libri e pubblicazioni, ha svolto delicate missioni Istituzionali Internazionali di carattere politico e culturale per conto della Presidenza della Regione Lazio, coordinando gruppi di lavoro a Mosca, in Tunisia, in Marocco, a New York, a Washington, in Albania e Kosovo.
Tra il 2004 e il 2005 ho collaborato alla definizione del Piano di Comunicazione dell’A.I.D.I.I. (Associazione Italiana degli Igienisti Industriali).
Nel 2005 ha promosso il progetto “Salvabebè”, percorso conoscitivo per aiutare ragazze madri e donne con prole a carico in gravi difficoltà.
Nel 2005 è stato portavoce del ministro alla Salute, Francesco Storace.
E’ membro del Comitato d’Indirizzo e Controllo della Convenzione RAI – Ministero della Salute, riguardante le trasmissioni d’informazione a carattere medico-scientifico.
E' membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Ospedali italiani nel mondo.

Ministero della Salute - 15 febbraio 2006

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WATERGATE ALL'AMATRICIANA
by Fabrizio Casari Friday, Mar. 10, 2006 at 11:12 AM mail:


Pedinamenti. Intercettazioni. Infiltrazioni. Compravendita di dati sensibili. Non è l'ultima avventura di un film di spionaggio, né l'edizione aggiornata di un racconto d'oltre cortina. Si tratta della parte meno nobile, ma non meno importante, di una vicenda che riguarda la legalità del paese e la privacy di chi lo abita e che ha nei titoli di coda la campagna elettorale del Lazio, che ha visto la sconfitta di Francesco Storace e la vittoria di Piero Marrazzo.
La competizione elettorale era stata contrassegnata da episodi controversi, quali l'esclusione della Mussolini dalle liste elettorali, poi riammessa a seguito di ricorso post digiuno. La nipote della destra vera, quella che non cerca di nascondersi dietro il bavero degli arricchiti, era estranea, anzi in competizione, con la lista Storace. Nessuna sorpresa, visti i non buoni rapporti tra i due e, soprattutto, il tentativo della Mussolini di strappare voti all'area della cosiddetta "destra sociale" per traghettarli alla sua nuova formazione, quella della destra asociale.

Succede però che non tutto fila come dovrebbe: tabulati elettronici di schede elettorali grossolanamente manomessi, intrusione illegale negli archivi elettronici della anagrafe del Comune di Roma ed altre finezze in stile, rammentano come la poltrona di Governatore del Lazio sia cosa seria. Ma la vittoria di Marrazzo sembrava aver messo a tacere la penosa quanto grave vicenda.

Fino a mercoledì scorso però, quando in una inchiesta sulle mazzette pagate dagli istituti di vigilanza milanesi per ottenere appalti, nel corso di una perquisizione i Pm recuperano un cd rom dal quale sembra si evidenzi, oltre ogni ragionevole dubbio, che molti investigatori privati corrompevano agenti di polizia ed operatori di gestori telefonici per ottenere informazioni riservate su persone ed aziende. Una sorta di mercato parallelo ed illegale dei dati sensibili, un suk animato da cialtroni in cerca di materiale con il quale acquistare, vendere e, preferibilmente, ricattare.

L'inchiesta ha fatto scattare perquisizioni e manette a Milano, Padova, Novara, Firenze e Roma. Sono coinvolti due marescialli della Guardia di Finanza, un ispettore di polizia, undici investigatori privati e due funzionari di Telecom Italia. In sostanza, nelle trecento pagine di ordinanza redatte dai pm, si dimostra - pare con documentazione probante - il traffico delle banche dati che passavano nelle mani di un piccolo network d'investigatori composto, almeno a quanto si sa fino ad ora, da almeno cinque agenzie d'impiccioni.

La catena era sostanzialmente questa: i dipendenti Telecom vendevano i tabulati contenenti le conversazioni intercettate ed i nomi cui risultavano intestate le utenze; il poliziotto forniva la situazione completa dei soggetti coinvolti nelle intercettazioni: carichi pendenti, certificati penali, informazioni su procedimenti in corso o passati, oltre a quanto disponibile nel cervellone del Vicinale. E i finanzieri? A loro toccava il compito di produrre dati sulle eventuali pendenze fiscali delle società e di raccogliere ulteriore materiale grazie a perquisizioni negli uffici delle stesse, organizzati con la scusa di "verifiche fiscali". Chi pagava otteneva soffiate su questioni d'affari: concorrenza tra aziende, inchieste su dirigenti considerati "a rischio fedeltà", indagini necessarie alla conoscenza di strutture commerciali con i quali si sarebbe potuto entrare in contatto. Insomma, un bel campionario d'illegalità. Resta da accertare se i clienti di questi benefattori della trasparenza fossero o no a conoscenza dei metodi seguiti per produrre le informazioni che venivano acquistate.
Le accuse vanno dal falso alla corruzione, alla violazione del segreto d'ufficio.


Uno degli uffici perquisiti a Roma è quello di Niccolò Accame, braccio destro di Storace, ora Capo della Comunicazione del Gabinetto del Ministro della Sanità. Che sarebbe stato in contatto con Pier Paolo Pasqua, titolare della SSI.
Il mestiere di Pasqua pare dedicarsi ad un tipo di comunicazione non propriamente istituzionale, comunque non certo ortodossa. Qual era quindi lo scopo del rapporto tra i due?

La vicenda assume toni inquietanti, perché sul versante romano dell'inchiesta viene ricollegata alla denuncia di Piero Marrazzo, che nelle vesti di candidato alla Presidenza della Regione, si era rivolto alla magistratura perché spiato.
I carabinieri scoprono, pochi giorni dopo, che Marrazzo sapeva ciò che diceva: un giovane investigatore era infatti appostato fuori della sede del comitato elettorale del centrosinistra. Dalla sua Y-10, fotografava chiunque entrava e usciva dalla sede, oltre alle targhe delle auto con le quali si muoveva Marrazzo, non certo per verificare la puntualità del bollino blu.

I carabinieri, che a pedinare sono più bravi del giovane spione, scoprono che finito il lavoro sotto la sede del comitato, costui si reca regolarmente negli uffici della Regione Lazio e contatta per telefono alcuni esponenti dello staff dell'allora Presidente della Regione Storace e del suo comitato per la rielezione.
A definire il rapporto tra Niccolò Accame e Pier Paolo Pasqua interviene Francesco Storace, che in conferenza stampa al ministero della Salute a proposito delle accuse riguardo agli "spioni" e spiega: "Far bonificare gli ambienti é una elementare forma di prudenza in campagna elettorale; e' stata la Ssi a fare la bonifica perché Pasqua era conosciuto, é un ragazzo di destra. Infatti mi ha meravigliato vederlo nelle liste della Lega e di Raffaele Lombardo". Come se la Lega fosse di sinistra…

In sostanza Storace rivelerebbe il motivo del rapporto tra Accame e Pasqua, alla quale il suo portavoce si rivolse "perché temeva che qualcuno ci spiasse". Pasqua non trovò nessuna cimice, segno evidente che solo Marrazzo aveva subito pedinamenti, intercettazioni e via spiando. Se quindi Accame sarebbe giustificato nella relazione con Pasqua, risulta comunque stravagante che un Governatore della Regione Lazio, preoccupato per la sua sicurezza e privacy, scelga di rivolgersi ad un'agenzia privata piuttosto che rivolgersi alla magistratura, neanche fosse un odontotecnico padano. Un'agenzia peraltro che, stando all'inchiesta, intossicava o bonificava, a seconda delle richieste del cliente.
Un bravo ragazzo di destra questo Pasqua. Un Marlowe 'de noantri.



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Ma qui davvero pensano che siamo tutti coglioni?
by Elio Friday, Mar. 10, 2006 at 2:57 PM mail:

Noi dovremmo credere che gli investigatori privati, i Finanzieri corrotti, gli spioni con le loro cimici che lavoravano per "bonificare" gli uffici di Storace, hanno poi frugato nella poste, nei documenti, nei cassetti, nelle cartelle private dei , guarda che coincidenza, i suoi due massimi avversari, la odiata paleo fascista Mussolini e il "comunista" Marrazzo, per loro personale intrattenimento? Ma qui davvero pensano che siamo tutti coglioni?

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Ecco le nuove intercettazioni
by KEN PARKER Friday, Mar. 10, 2006 at 6:25 PM mail:



"Hai sentito? Che Qui è di nuovo in corsa, Si?".
"No, che è il Consiglio di Stato?".
"Si è di nuovo in corsa ,ma vaffan...".
"No non l'avevo sentita questa".
"Te la sto dicendo io che l'ho appena sentita al TG4".
"Mortacci sua.. va bè mo vado e vedè il telegiornale".

E' il testo di una intercettazione telefonica rilanciata dall'agenzia Ansa, allegata all'ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano, Paola Belsito, tra Gaspare Gallo e Pierpaolo Pasqua, i due detective arrestati ieri.

I due scrive il gip parlano "della raccolta di informazioni ai danni di Piero Marrazzo". "E nella conversazione - si legge nell'ordinanza - si intreccia il commento sulla decisione del Consiglio di Stato". Decisione che riammise in corsa Alessandra Mussolini, ribaltando le precedenti decisioni prese dalla Commissione elettorale e dal Tar del Lazio.

Poi Pasqua - si evince dalle intercettazioni - ricontatta Gallo per riuscire ad ottenere on line la sentenza del Consiglio di Stato. "Al tal proposito - osserva il gip - è da notare il tono dei due che, commentando il fatto che le firme sarebbero state false, danno mostra di sapere molto cose sul fatto e arrivano a dire che non vi può essere dubbio che quelle firme sono proprio false. Facile commentare che tanta certezza in ordine alla presunta falsità delle firme è quanto meno sospetta".

"So c... acidi ora eh?". Dice Gaspare alludendo alla riammissione della Mussolini alle elezioni. "Ma lo sai perché? - replica Pasqua - Lo sai quale cosa dicono?. Dicono che le prove che le firme (della lista della Mussolini, ndr) erano false, non sono state raccolte legalmente!!".
"Hai visto" rispode Gallo.
"Ma vaffa...' (i due ridono). Perchè vuoi dire che non sono false!!!. Non è che ci possa essere dubbio".

(10 marzo 2006)

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La spia nel fianco
by GUGLIELMO RAGOZZINO Saturday, Mar. 11, 2006 at 10:19 AM mail:



Cosa aveva in mente Silvio Berlusconi quando il 12 gennaio scorso promise di andare dai magistrati a dire tutto quello che sapeva? Cosa sapeva e soprattutto, chi glielo aveva detto? L'occasione per dirla in breve, era quella di un incontro in televisione con Fausto Bertinotti che gli aveva detto più o meno così: se lei sa qualcosa di illecito avvenuto tra Ds e Unipol, la vada a dire ai magistrati. E Berlusconi promise che sarebbe andato. Arrivato in procura deluse le attese. «Non so niente di penalmente rilevante», disse. E farfugliò di pranzi tra il presidente delle Assicurazioni generali con esponenti politici. La cosa finì lì. Molti pensarono che Berlusconi, alla sua maniera, aveva ottenuto per un paio di giorni i titoli dei quotidiani. Adesso possiamo immaginare un'altra storia. Da ricco imprenditore aveva forse comprato (o da massimo responsabile dei servizi, forse era stato messo al corrente) di intercettazioni ad effetto nello scandalo bancario. In procinto di farne uso, tutto giulivo, si sarebbe vantato con i suoi. E i vari Pierferdinando Casini e Beppe Pisanu e Gianni Letta, terrorizzati, gli si sarebbero attaccati alla falde della giacchetta scongiurandolo di lasciar stare, per il bene della destra. E anche per il bene della repubblica.

Questa occasione mancata e il rischio, evitato per un capello, di una grave crisi istituzionale, tornano alla memoria nel momento in cui esplode il caso delle intercettazioni professionali che mettono insieme le strutture di intelligence dello stato, il sistema oligopolistico delle telecomunicazioni, le case di spionaggio private, i pubblici funzionari da queste stipendiati. Si delinea, con il caso Storace, un sistema di informazioni, raccolte e poi vendute a qualche interessato per essere tenute nascoste, in una forma assai simile al ricatto; o al contrario, per essere divulgate, e usate come una clava sull'avversario politico (o sul rivale di partito) e pertanto pagate profumatamente. Un sistema perfetto. Finanziato in parte dallo stato, ma non con denari messi in bilancio, noti in parlamento; autorizzato, in parte, dalla magistratura, per controllare i cattivi, o i possibili devianti.

Un sistema che una volta superata la fase di incertezza del debutto, ha saputo divenire autonomo, si è molto allargato, è stato capace di procedere con le proprie gambe (altri direbbe: con le proprie orecchie). In breve è diventato un potere nel potere, una macchina apparentemente fuori controllo. Da mesi, o meglio da anni , saltano fuori notizie e soprattutto colloqui privati, resi pubblici senza che nessun magistrato lo abbia autorizzato. Servono solo a suscitare scandalo e riprovazione pubblica, a troncare carriere bancarie o politiche, a spostare il consenso. E' roba che si vende e si compra, a caro prezzo. Si delinea la società del ricatto, potente, inarrestabile: una specie di mafia dai contorni imprecisati.

I giornali, per concludere, hanno pieno diritto di pubblicare le informazioni che ricevono, soprattutto in alcuni momenti di passaggio. Il compito di scavare nel letame, cercando, è la gloria di tutta una tradizione del giornalismo (i muckrakers degli antichi tempi, il Washigton Post che rivela il torbido del Watergate). Ma non basta. E' buona norma cestinare le lettere anonime. Ed evitare le provocazioni, i messaggi falsi, controllando l'autenticità delle fonti; e il fine ultimo del gioco in cui si finisce per entrare. Solo compiuto l'esame, pesate la questioni di libertà e giustizia, pubblicare.


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Piano (fallito) per far vincere Storace
by SARA MENAFRA Saturday, Mar. 11, 2006 at 10:36 AM mail:


La gip di Milano: investigatori privati, arrestati martedì, nel 2005 spiavano gli avversari del governatore del Lazio

Seguire Alessandra Mussolini, l'allora candidato Piero Marrazzo e la moglie a caccia di «precedenti di polizia, disponibilità patrimoniali, negozi giuridici... redditi percepiti». Il tutto entrando e uscendo dalla regione Lazio senza «passi» e facendo «rosicare» quelli della sicurezza. Pierpaolo Pasqua, il capo, e Gaspare Gallo, il secondo, della agenzia di spioni Ssi assoldati dall'allora presidente della regione Lazio Francesco Storace per partecipare alla campagna elettorale delle regionali 2005 con un Watergate de noantri non si facevano troppi scrupoli. Stando alle trecentoquattro pagine di ordinanza di custodia cautelare che due giorni fa li ha portati in carcere insieme ad altri quattrordici tra detective privati, poliziotti e finanzieri, erano loro i «promotori e organizzatori» dell'associazione che coinvolgeva anche due uomini della guardia di finanza di Novara, incaricati di setacciare la banca dati delle forze dell'ordine (Sdi) alla ricerca di particolari utili. Pariolino con simpatie a destra, figlio di un generale dei carabinieri e a sua volta graduato nell'arma, Pierpaolo Pasqua, 35 anni, il direttore della Ssi (Security service investigation) viene da quella Roma bene che vive dalle parti della Cassia. Uno che frequenta la destra romana senza avere tessere in tasca e che dopo aver avviato una brillante carriera nell'Arma sulle orme del padre qualche anno fa ha deciso di mettersi in proprio. Prima lavorando per la Tom Ponzi e poi aprendo una ditta di spionaggio tutta sua, la Ssi, la stessa che un anno fa fu contattata dal comitato elettorale di Francesco Storace per «investigare» su Alessandra Mussolini, Piero Marrazzo e «una terza persona non ancora identificata». Con un certo senso dell'ironia, visto che stando all' ordinanza che lo ha portato in carcere li aveva soprannominati «Qui, Quo e Qua».

I tre sarebbero state le vittime di un piano tessuto con il chiaro intento di «agevolare la vittoria elettorale di Francesco Storace, all'epoca governatore in carica della regione Lazio». Il piano «mirava in parte ad ostacolare la lista del deputato Alessandra Mussolini, candidata alle elezioni regionali in contrapposizione alla lista del governatore Francesco Storace, in parte a tentare di screditare Piero Marrazzo». Persino la sede del comitato elettorale di Marrazzo era monitorata e fotografati come avevano scoperto i carabinieri romani che il 29 marzo trovarono gli uomini della Ssi piazzati in un'auto davanti alla sede.

Il legame tra Pasqua e Storace passava, dice l'ordinanza firmata dal gip Paola Belsito, da «un soggetto inserito presso la regione Lazio ed interessato all'esito delle elezioni regionali del Lazio che si sono svolte il 3 e 4 aprile». Il nome nel documento della procura non c'è, ma a farlo ieri pomeriggio è stato il ministro Storace durante la conferenza stampa convocata nel tentativo di arginare una inchiesta che l'anno scorso lo portò a perdere malamente le elezioni regionali e quest'anno rischia di funestargli anche la campagna per le politiche: Niccolò Accame, allora coordinatore della lista elettorale e oggi braccio destro di Storace al ministero. A lui (perquisito due giorni fa) Storace avrebbe chiesto di contattare una ditta privata per far «bonificare» i telefoni della regione Lazio a spese della lista Storace: «Volevamo evitare intercettazioni telefoniche contro di noi. Alla fine, non trovarono nulla di anormale, nessuna cimice».

Basta dare una occhiata all'ordinanza milanese, però per capire che la versione di Storace non regge. Il piano per far vincere l'attuale ministro della Salute era stato pensato nei dettagli e passava per l'«eliminazione di Alessandra Mussolini tramite l'invalidazione delle schede, cioè degli elenchi autenticati di coloro che presentavano le liste dei candidati per i candidati di Alternativa Sociale». Il riferimento, evidente, è all'inchiesta che un anno fa travolse la campagna elettorale di Storace, quella legata alla ditta informatica Laziomatica da cui era partito il filone romano dell'inchiesta finita a Milano. Secondo i pm romani, che per quella inchiesta avevano puntato gli occhi su Pasqua e su Gaspare Gallo, responsabile del settore sicurezza della Ssi, la ditta di spioni potrebbe aver fornito a Laziomatica il know how per accedere all'anagrafe elettronica del comune di Roma e controllare le firme a sostegno della lista Mussolini. Gli accessi abusivi alla rete del comune spuntarono nel bel mezzo della campagna elettorale dell'aprile scorso e costarono la poltrona a Storace. Oggi i pm milanesi aggiungono che «il contenuto delle intercettazioni fa pensare che effettivamente vi possa essere stata una qualche manipolazione di schede contenente le firme dei sottoscrittori per le elezioni regionali del Lazio, relativamente al partito di Alternativa Sociale».



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«Come per Nixon»
by FR. PI. Saturday, Mar. 11, 2006 at 10:41 AM mail:

INTERVISTA

Ferdinando Imposimato, a lungo magistrato del pool «antiterrorismo»

«A favore di chiunque sia stata fatta un'operazione del genere, è un fatto gravissimo. E' il segnale di gravi deviazioni, anche da parte di appartenenti alle istituzioni». Ferdinando Imposimato, ex magistrato del pool antiterrorismo - uno che di intercettazioni se ne intende - non usa mezzi termini, fatta salva l'ovvia presunzione di innocenza sugli arrestati. Preoccupa che il massimo responsabile di una struttura tecnicamente abilitata a interferire nella vita privata di tutti noi - in questo caso addirittura della classe politica - fuoriesca totalmente da un compito istituzionale.

Questo è l'aspetto più grave. Il primo interrogativo da porsi in questi casi è «per conto di chi sono state fatte?». Al colonnello in questione non interessa nulla che vinca Marrazzo, Storace o Mussolini. Se è colpevole, è uno che ha fatto un uso deviato dei suoi poteri, senza il controllo della magistratura e senza le garanzie che la legge dispone. Sono fatti di una gravità inaudita che dovrebbe imporre alla magistratura un'inchiesta a tutto campo per vedere quanti altri episodi dello stesso genere si siano verificati o siano in atto anche adesso. Per fatti di questo genere, in America, fu costretto alle dimissioni il presidente Nixon. Non si tratta solo di un caso giudiziario, ma di un fatto politico di portata enorme. Che imporrebbe anche l'intervento del parlamento con l'istituzione di una commissione di inchiesta. A meno che non se la prendano con i magistrati.

Non sembra questa l'aria...

Ne abbiamo viste di tutti i colori, in questi anni. E comunque i magistrati sono vincolati: non possono disporre, né conoscere, intercettazioni nei confronti di parlamentari. Anzi, debbono addirittura cancellare anche quelle in cui i parlamentari potrebbero risultare politicamente o penalmente responsabili. Perciò l'unico soggetto che può condurre un accertamento senza questi limiti è il parlamento stesso. Dovrebbe essere un impegno prioritario del prossimo parlamento. Informazioni prese in questo modo, e in via privata, diventano mezzi di ricatto e pressione. E' un fatto grave che esista questo Cnag (Centro nazionale per l'autorità giudiziari, ndr), di cui persino io ignoravo l'esistenza.

La cosa che stupisce è che ci sia un centro nazionale di ascolto, di proprietà privata, che spia «istituzionalmente» tutti gli italiani che hanno un telefono fisso, con a capo ex dirigenti di servizi più o meno segreti. Sembra quasi una privatizzazione dei servizi di spionaggio.

E' una cosa grave e intollerabile; significa che nessuno di noi è più garantito contro interferenze dirette a ricattare su affari che riguardano la vita privata delle persone. Un po' quello che faceva il generale De Lorenzo. E' un fatto di portata enorme, ma che secondo me è solo la punta dell'iceberg. E che coinvolge una parte delle istituzioni. Bisogna perciò vedere se dietro gli arrestati ci siano dei mandanti politici o di altro tipo, se c'è stato il coinvolgimento di altre istituzioni e a quale livello. Se c'è qualcuno disposto a fare cose di questo genere, anche una sola volta, è disposto a farlo molte altre volte.


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ANfami in ogni manifestazione ....
by keoma Saturday, Mar. 11, 2006 at 11:01 AM mail:


da "Il Manifesto" 10.3.2006


Aerei di stato per Tremaglia

Il ministro di An Mirko Tremaglia usa gli aerei di stato per la sua campagna elettorale dedicata agli italiani all'estero. Lo denuncia la Margherita, che chiede di sapere quanto costa l'utilizzo dell'aereo di stato per la campagna elettorale della sua lista all'estero, se sarà usato per trasportare anche i suoi candidati, perché è stato chiesto l'aumento di fondi chiesto dal suo dicastero per questo ultimo periodo di attività, quali sono le ragioni che lo portano in missione all'estero in deroga a quanto previsto dalle disposizioni vigenti.



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Lo scandalo della democrazia
by EZIO MAURO Saturday, Mar. 11, 2006 at 1:18 PM mail:




Nell'agonia del governo Berlusconi, scoppia lo scandalo più grave che una democrazia debba affrontare: lo spionaggio politico. Due candidati alle elezioni regionali di un anno fa sono stati pedinati, filmati, fotografati, con incursioni nei loro tabulati telefonici e sui loro conti bancari, con gli spioni giunti persino a indagare illegalmente sulla moglie dell'attuale presidente del Lazio, Marrazzo, negli stessi giorni in cui si introducevano nella sede di Alessandra Mussolini per falsificare le firme raccolte tra i sostenitori, nel tentativo di invalidare la candidatura. È qualcosa che il nostro Paese non aveva ancora conosciuto, un'alterazione gravissima della battaglia elettorale, un'ombra sulla democrazia politica, a meno di un mese dal voto per il rinnovo del Parlamento.

È per queste due ragioni - l'evidenza dello scandalo, e la sua gravità per il nostro sistema democratico - che ieri il ministro Storace si è dimesso, dopo che per un'intera giornata aveva provato a derubricare il caso parlando di "schizzi di fango" e accusando la sinistra. Va detto che Storace non è indagato, né è stato convocato o interrogato dai magistrati. Si è proclamato innocente, anzi "indignato" per il sospetto che lo circonda di aver architettato una manovra contro i suoi avversari politici, e ha spiegato di essersi dimesso per difendersi meglio e per difendere la sua "comunità politica" e il governo dalle "strumentalizzazioni della sinistra".

Ma va detto anche che al di là del rilievo penale la posizione di Storace al governo non era più sostenibile. I magistrati di Milano infatti non sembrano muoversi sulla base di semplici sospetti e con i loro 16 arresti hanno disegnato un tipico presepe del sottobosco spionistico italiano che opera nel nuovo, redditizio mercato delle informazioni riservate: 11 investigatori privati, due sott'ufficiali della Finanza, un ispettore di polizia e due dipendenti Tim.

Nell'ordinanza, il Gip parla di un vero e proprio "piano" finalizzato "ad agevolare la vittoria elettorale di Francesco Storace", "ostacolando" la candidatura di Alessandra Mussolini e "screditando" Piero Marrazzo.

Non solo: gli ideatori del piano secondo il magistrato sono "soggetti che operano, hanno una base operativa o comunque una sede di lavoro presso la Regione Lazio", fanno entrare ed uscire dalla sede le spie senza alcun controllo, coprono la loro attività illecita con un normale contratto di bonifica ambientale nella stanza del presidente Storace, che gli spioni chiamano "Ciccio", mentre concordano col suo uomo "l'intervento" che stanno organizzando. Nell'insieme, scrive il giudice, "un quadro sconfortante". E allega al mandato di cattura le intercettazioni telefoniche dove gli investigatori privati raccontano di aver invalidato 3200 firme per la candidatura della Mussolini, si preparano a rubare un telefonino per fare anonimamente la denuncia delle irregolarità che loro stessi hanno costruito a danno della concorrente di Storace, si passano il codice fiscale della moglie di Marrazzo, si augurano che la destra vinca le elezioni perché la truffa non venga scoperta, e infine, dopo la sconfitta di Storace, si rassicurano a vicenda: "Senti un po', ma adesso che ha perso le elezioni ti paga lo stesso"? "Veramente mi ha già pagato".

Può darsi che Storace riesca a dimostrare che tutto questo lavorio illegale e sordido contro i suoi avversari non è in alcun modo riconducibile a lui, ma è magari dovuto allo zelo di terze persone: lo chiarirà la magistratura, e l'ex ministro dice giustamente di aver diritto ad un rapido accertamento della verità. Ma al di là della magistratura, alla politica basta molto meno per capire che le dimissioni sono inevitabili, e non sono rinviabili: bastano l'evidenza e la convenienza dello scandalo, entrambe squadernate dal combinato-disposto dell'ordinanza del magistrato, dal testo delle intercettazioni telefoniche, dal paesaggio politico di una vicenda che sarebbe squallida nei suoi pedinamenti, nei travestimenti, nelle intrusioni notturne, nel gergo delle spie ("Io te l'avevo detto che prima o poi ce la chiedevano una zozzata"), se non fosse un segnale di pericolo per il libero gioco democratico di una campagna elettorale: e non solo.

Dobbiamo infatti prendere atto che il mercato politico è stato violato ed alterato pesantemente, in un momento cruciale della competizione tra i candidati, poco prima del voto. Non sappiamo chi ha ordinato l'operazione di inquinamento, ma sappiamo che il piano era organizzato contro i due avversari-competitori di Storace per la guida di una Regione come il Lazio, cruciale nel gioco degli equilibri politici. Marrazzo e Mussolini hanno corso ad handicap, e mentre si confrontavano alla luce del sole con Storace, qualcuno stava muovendo sott'acqua una squadra di inquinatori professionali, che hanno scavato nel torbido per almeno tre mesi.

La questione con cui la politica, tutta la politica, si deve confrontare oggi è tutta qui. Altro che le chiacchiere della destra sull'"onore" e sulle "lezioni di moralità" che Storace avrebbe impartito a tutti con le dimissioni. Il problema non sta nelle dimissioni di Storace, che sono una semplice - e obbligatoria - conseguenza: il problema sta in un inedito scandalo della democrazia, che vede alterate le sue regole fondamentali, sul terreno sensibilissimo della privacy, delle informazioni riservate, della vita privata dei cittadini-candidati e addirittura dei loro familiari.

È comprensibile, di fronte al clamore evidente di uno scandalo che parla da solo, che Berlusconi cerchi di rinviare il confronto televisivo con Prodi. È probabile, infatti, che questa vicenda dai contorni così netti ed univoci lavori sugli elettori indecisi, orientandoli contro la destra. È addirittura possibile, infine, che lo zoccolo duro del sostegno berlusconiano non venga toccato e nemmeno scalfito dalle rivelazioni sulle spie nella politica.

Ma proprio questo dovrebbe far riflettere la destra: che cosa ha spinto molti sostenitori di Berlusconi, anno dopo anno, a diventare refrattari ai temi della legalità, dello Stato di diritto, delle regole e della democrazia minuta, concreta, quotidiana, fatta di gesti, comportamenti, diritti e doveri? Qual è il procedimento alchemico attraverso il quale Berlusconi ha costruito un suo seguito, lo ha chiamato alla politica, e lo ha reso automaticamente incapace di reagire di fronte a vicende come queste, nel nome dell'interesse generale, di un valore democratico comune da difendere, di uno spirito repubblicano? O anche soltanto, più semplicemente, di un rifiuto e di un moto di repulsione - da destra responsabile - per certi metodi e certe avventure?

Qui sta, a mio parere, il vero fallimento del Cavaliere, dopo un decennio in cui ha conquistato due volte la guida del governo. Il legame con il suo popolo Berlusconi lo ha costruito tutto dentro un'appartenenza ideologica, monumentale ma immobile, fedele ma statica, conservatrice e non rivoluzionaria come vorrebbe la furia sacra del Capo. Dunque incapace di cambiare: nemmeno davanti allo scandalo di Calderoli, neppure davanti allo squallido gioco di spie che ha inguaiato Storace. Viene al pettine la mancanza di una vera ambizione "politica" che superi la dimensione organizzativa e numerica, e punti a fondare nel decennio una nuova cultura di destra, la moderna cultura conservatrice d'impianto europeo che il nostro Paese non ha mai avuto. Tutto questo non c'è stato, ed è la vera condanna del Cavaliere: e con lui degli intellettuali di complemento, ridotti a coro eccitato delle acrobazie sulla giustizia, a claque degli sfondamenti istituzionali, tra un elogio del malandrino e il canto di ogni arditismo, purché deformi di qualche centimetro le regole e gli ambiti in cui ogni giorno si compie la fatica della democrazia.

Tutto questo, mentre il malgoverno spiega perché Berlusconi è indietro nei sondaggi, dà la misura ansiosa di un'avventura che insegue la sua fine. Certo, gli elettori rifletteranno sui due scandali nelle ultime due settimane, su Storace dopo Calderoli, sui 14 ministri e viceministri cambiati in cinque anni. Ma la vera questione è un'altra: capire finalmente di che pasta è fatta la destra italiana forgiata da Berlusconi, e per questo, proprio per questo, mandarla a casa.



(11 marzo 2006)

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LA ZOZZATA
by repubblica.it Saturday, Mar. 11, 2006 at 1:28 PM mail:

Le telefonate tra gli investigatori privati Pasqua e Gallo
"Storace adesso è alla Sanità, andiamo a proporgli dei lavori"
Microfono laser per intercettare Marrazzo
"Dobbiamo fare una cosa approfondita"
di LUCA FAZZO e MARCO MENSURATI

MILANO - Il via alla "operazione Quo", lo spionaggio contro il candidato dell'Unione Piero Marrazzo, è raccontato con dovizia di dettagli da altre intercettazioni realizzate dai carabinieri.

LA CENA CON STORACE
11 marzo, ore 23,04. Pierpaolo Pasqua, l'investigatore privato assoldato dallo staff di Storace, chiama la moglie Costanza.

P: "Noi c'eravamo già seduti, arriva Storace passa la tavola e comincia a salutare quello vicino a me. Arriva a me, mi guarda e fa: "Uhmm uuhmm". Si gira e passa a quello successivo. Ci siamo fatti due risate. Allora quello vicino a me mi dice, "ma che gli hai fatto?", "no niente, non ti preoccupare"".

La conversazione prosegue. Pasqua parla di "Fabio", il collaboratore di Storace che ha denunciato i presunti falsi della Mussolini e per questo è finito a sua volta sotto inchiesta.

P. "A Fabio gli hanno fatto l'esposto, s'è beccato l'esposto alla procura perché ha forzato un pochino la mano, io gli ho fornito i dati ma se qualcuno non si esponeva per costringerli a indagare passava sotto silenzio... Allora si è esposto Fabio nel senso che ha fatto finta di essere lui ad avere raccolto tutte quelle cose lì. Siccome sono state raccolte non in maniera perfettamente lecita, se sapessero che invece le abbiamo messe proprio noi...".

I RISULTATI CON CICCIO
3 aprile, ore 21,13. Pasqua viene chiamato dal complice Gaspare Gallo. I due parlano di una cassetta da cambiare in una microspia e della serata del voto che Pasqua seguirà insieme a Storace.

G. "Domani non devi fare niente, domani sera poi devi andare a cambiare la cassetta".
P. "Vabbé quello si può fare".
G. "Hai le chiavi, entri, cambi la cassetta e vai via".
P. "Io domani sera sto proprio con Ciccio (Francesco Storace, ndr) a vedere i risultati, hai capito?"
G. "Eh va bene, stai con lui, poi quando finisci passi da là e vai via (...) Meno gente c'è e meglio è... anche perché non è che stiamo facendo...".
P. "Non è che facciamo una cosa simpatica".

IL DOSSIER QUO
11 marzo, 14,13 Pasqua avvisa Gallo che gli è stato dato il via per le indagini su Quo, nome in codice del candidato della sinistra Piero Marrazzo.
P. "Senti mi hanno dato il via per andare via con il dossier Quo".
G. "Benissimo, mi metto subito in movimento".
P. "Datti da fare vedi che possiamo fare e poi parliamo pure di soldi".
12 marzo, ore 12,18. I due commentano l'andamento dell'indagine.
P. "Per quanto riguarda Quo, tu puoi fare qualcosa allora?"
G. "Sì mi sto già muovendo io. Sta settimana gli faccio telefoniche e bancarie".
P. "Non puoi fare pure qualcosa sul passato? Titoli, anche titoli di studio?".
G. "Facciamo la storia completa, precedenti, segnalazioni".
P. "Magari uscissero ste cose qui. E poi invece fra domani e dopodomani farò i sopralluoghi e gli chiederò se vogliono che ascoltiamo".

14 marzo, ore 14,47. Gallo chiama Pasqua.
P. "Hai capito con chi hai a che fare, sì?".
G. "Si ho capito (ridono entrambi) comunque per quanto riguarda Quo già ho chiesto in giro e quindi cominciamo già ad avere qualche informazione nei prossimi giorni".
P. "Calcola che pure su Quo c'hai i tempi, capito? Cioè vale fino al... dopo non vale più niente".

UN MICROFONO PER MARRAZZO
17 marzo, ore 11,24. Pasqua chiama Gallo.
G. "Ho un po' di dati per Quo, li devo fare più approfondire o mi fermo?".
P. "Intanto mi dai quei dati che c'hai e poi di dirò come fare per approfondire".
G. "Ci sono un po' di dati a livello di residenze, utenze Enel, registri, cambi di proprietà, auto, cose del genere".
P. "Intanto a me me serve perché sabato dobbiamo prendere sta decisione se fa sta cosa approfondita o meno, nel caso un apparecchio di quelli seri, direzionale, laser eccetera, in quanto tempo riusciamo ad averlo e quanto ce costa".
G. "Ti faccio sapere subito".
P. "Però deve essere efficace e funzionante. Tu calcola che lì la possibilità di puntare i vetri è molto facile, ci si può piazzare a 30 metro, 20 metri, come ci pare".
G. "E non riusciamo a mettergliela al vetro, una cosa?".
P. "Sì sì sennò c'è de notte, annamo lì e gliela mettiamo ar vetro. Perché calcola che è un piano terra e un primo piano. Al primo piano i vetri sono liberi nun ce sono manco le imposte, al piano terra c'è la grata però de quelle... la serranda de ferro però con le croci che se passi, la metti all'angoletto sopra, la becchi comunque. Però quello che ci interessa so i piani superiori volendo se po' mette dar tetto quelle a spillo che vanno giù dentro. Se po' fa de tutto".

CICCIO ALLA SANITÀ
25 aprile 2005, ore 18,22 Pierpaolo Pasqua chiama Gaspare Gallo.
P. "Ok, un'altra cosa più importante, tu hai visto che Ciccio (Storace, ndr) è andato alla Sanità?".
G. "Certo che l'ho visto, infatti volevo parlarti di una cosa".
P. "Io lo incontrerò la settimana prossima, segniamo tutto quello che una cosa del genere ci potrebbe affidare come lavori; io ad esempio mi sono già segnato: verifica curriculum di tutti ad esempio, verifica manager, però aiutatemi pure voi con le idee, cominciamo ad averle pronte ragionando sui prezzi e su quanto chiedere. Perché a me non mi va di andare lì e dirgli generico, "dammi lavoro". Quello mi dice: "Pierpa'...". Se io vado lì e gli dico vorrei fare questo, questo, questo a 'sti prezzi... allora è diverso".

(11 marzo 2006)

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Questa è veramente fantastica .....
by keoma Wednesday, Mar. 15, 2006 at 11:26 PM mail:


INTERCETTAZIONI: PASQUA A PM, VOLEVO FARE LIBRO SU SPIONAGGIO

Pierpaolo Pasqua, l’investigatore privato della Ssi in carcere da alcuni giorni su ordine della magistratura di Milano nell’ambito di una inchiesta su una illecita attivita’ di spionaggio, stava lavorando per fare uscire un romanzo di spy-story. Lo ha rivelato lo sesso indagato ai magistrati romani e lombardi che oggi lo hanno interrogato a Regina Coeli. Pasqua avrebbe cosi’ giustificato l’attivita’ di appostamento e pedinamento effettuata nei pressi del comitato elettorale di Piero Marrazzo e di Alessandra Mussolini, candidati alle regionali del Lazio del 2005.

http://www.repubblica.it


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Indagato Nicolo' Accame, portavoce di Storace
by reporter Thursday, Mar. 16, 2006 at 10:45 AM mail:

Indagato Nicolo' Acc...
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Tra i "sorvegliati" anche un ultrà laziale in lista con la Mussolini
Un disguido tra Roma e Milano "regala" la libertà a un altro degli inquisiti
Gli spioni della politica
indagato il portavoce di Storace
Uno dei detective arrestati: "Spiavo Marrazzo perché volevo scrivere un libro"
Nicolò Accame aveva già subìto una perquisizione.

( nella foto Nicolò Accame )

ROMA - Nello spy-gate del Lazio è indagato Nicolò Accame, portavoce di Francesco Storace. Il suo nome è finito nell'inchiesta sul presunto spionaggio durante la campagna elettorale delle regionali 2005. Nei giorni scorsi era stato lo stesso ex ministro della Salute a confermare che il suo collaboratore "è stato oggetto di una perquisizione", spiegando che Accame si era limitato "a commissionare una bonifica all'agenzia investigativa di Pierpaolo Pasqua (uno degli 007 privati finiti in cella-ndr). L'incarico fu pagato con i soldi della lista Storace e non della Regione Lazio". Accame, difeso dall'avvocato Paolo Colosimo, ha già chiesto ai magistrati di essere sentito: "Voglio chiarire che sono estraneo alla vicenda".

Il sospetto dei pm milanesi che hanno ordinato la perquisizione è che il portavoce dell'ex ministro si sia avvalso dei detective privati al di là dell'operazione-bonifica. "Fu tutta una mia iniziativa. Ma Accame sapeva che controllavo Marrazzo, poi mi ha stoppato" ha dichiarato Pasqua nel primo interrogatorio davanti ai magistrati romani che indagano in tandem con i colleghi di Milano.

Gli 007 rubavano elenchi, tabulati, immagini dai comitati elettorali. Non si documentavano soltanto sui politici di professione. Lo facevano anche su persone vicine al candidato della sinistra e ad Alessandra Mussolini, leader di Alternativa sociale. Controllavano tra gli altri un ultrà della Lazio, ora in corsa alla Camera con la Mussolini: si tratta di Paolo Arcivieri, uno dei capi della curva laziale all'Olimpico, che da una radio privata parlava contro le scelte politiche dell'ex governatore Storace.

Durante le "operazioni" Pasqua e il suo socio Gaspare Gallo - intercettati dai carabinieri su ordine dei pm - parlano dei controlli sull'ultrà. I due, scrivono i magistrati nell'ordinanza di custodia cautelare, "su Arcivieri raccoglievano informazioni a pagamento".

Pasqua, titolare della società Ssi, durante il secondo interrogatorio ha dovuto rispondere su molte telefonate. In una di queste, Gallo gli dice: "I dati su Arcivieri ce li ho già". Poi parlano di somme in entrata su un conto corrente presso un'agenzia della Cassa di Rimini.

La voce di Arcivieri è notissima tra i tifosi biancocelesti, seguitissima la sua trasmissione a Radio Flash. Non è difficile intuire che durante la campagna elettorale le sue opinioni potessero orientare scelte politiche degli ascoltatori.

Intanto a casa di Pasqua gli investigatori hanno sequestrato il dossier Marrazzo, una decina di pagine con tutte le abitudini del giornalista poi diventato governatore del Lazio. "Volevo venderlo - si è giustificato Pasqua - per decine di migliaia di euro allo staff di Storace. Ma non lo hanno voluto". Ieri a Regina Coeli il detective, assistito dall'avvocato Francesco Scacchi, ha poi offerto un'ulteriore versione difensiva: "Volevo scrivere un romanzo. Fotografavo e spiavo Marrazzo e la Mussolini perché volevo scrivere una spy story".

Sull'altro fronte di indagine, quello delle firme false nella lista di Alternativa sociale, i carabinieri hanno acquisito l'elenco degli iscritti al circolo di An che Pasqua aveva fondato nel Viterbese. I pm Italo Ormanni, Achille Toro e il pm Francesco Ciardi verificheranno se quei nominativi sono finiti nel blocco dei "falsi" sotto accusa.

C'è da registrare anche un "incidente di percorso". Per decorrenza dei termini è stato scarcerato uno degli investigatori privati arrestati l'8 marzo dai pm di Milano. Marco Vinicio Amati, accusato di associazione per delinquere, rivelazione segreto d'ufficio e altri reati minori, non è stato chiamato per tempo a rispondere all'interrogatorio di garanzia. Un disguido nell'esecuzione della rogatoria tra i tribunali di Roma e Milano, che gli ha "regalato" la libertà. Oggi i pm milanesi Fabio Napoleone e Stefano Civardi saranno a Roma ad affiancare i colleghi che indagano sulle incursioni informatiche all'anagrafe comunale. Tra gli altri sarà sentito Mirko Maceri, ex direttore tecnico di Laziomatica.


(16 marzo 2006)

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LAZIOGATE: "QUA" DAI PM
by repubblica.it Thursday, Mar. 16, 2006 at 12:35 PM mail:

Roma, 12:09

LAZIOGATE: "QUA" DAI PM; PROCURA ROMA,ACCAME NON INDAGATO

Giampiero Antonioli, consigliere dell'governatore del Lazio Francesco Storace, si e' presentato spontaneamente in procura a Roma per confermare il contenuto di una serie di interviste rilasciate alla stampa. Antonioli, definito nelle intercettazioni "Qua", sarebbe stato nel mirino degli spioni. Antonioli sara' sentito nell'uffico del procuratore aggiunto Italo Ormanni, titolare dell'inchiesta sul Laziogate assieme al pm Francesco Ciardi e all'aggiunto Achille Toro. Antonioli, esperto in comunicazione, avrebbe dovuto consigliare Storace nella riconquista della Regione Lazio. Il suo passato come consulente dell'Unione dei consumatori e di collaboratore del ministro diessino Pierluigi Bersani, aveva pero' insinuato nello staff dell'ex ministro della Salute il dubbio che fosse un infiltrato. Ecco perche', secondo quanto starebbe emergendo dall'inchiesta milanese, sarebbe finito sotto osservazione degli spioni privati. Antonioli ha dichiarato di essere stato all'oscuro di questa attivita' di intercettazione e di ritenere che i detective fossero, in realta', gente che cercava di accreditarsi presso Nicolo' Accame. Quanto alla posizione di quest'ultimo, a piazzale Clodio si precisa che non e' iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma.


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Cimici e bufale
by Carta canta Thursday, Mar. 16, 2006 at 12:44 PM mail:



"Mi spíano: ho trovato una microspia dietro il termosifone del mio studio a Palazzo Grazioli, una cimice perfettamente funzionante, in grado di trasmettere fino a 300 metri di distanza. Abbiamo procure eversive che calpestano l’immunità parlamentare".
(Silvio Berlusconi, 11 ottobre 1996).

"Onorevoli colleghi, il fatto è davvero grave... Un’attività spionistica ai danni del leader dell’opposizione, da chiunque sia stata ordita, rientra perfettamente nel panorama non limpido della vita nazionale. Mai, in nessun periodo della storia repubblicana, sono gravate sulla libera attività politica tante ombre e tanto minacciose... Le aule parlamentari possono diventare ricettacolo per attività spionistiche di agenti provocatori... delazione, provocazione, spionaggio... Nella giustizia malata di questo Paese siamo arrivati fino alle intercettazioni virtuali".

(Silvio Berlusconi alla Camera dei deputati riunita dal presidente Luciano Violante in seduta straordinaria per il ritrovamento della "microspia" in casa Berlusconi, 16 ottobre 1996. Qualche mese più tardi si scoprirà che il "cimicione" era un ferrovecchio scassato e a piazzarlo non era stata una procura deviata, bensì la stessa ditta incaricata da Berlusconi di "disinfestare" casa sua).



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Alessandra Mussolini dai P.M.
by reporter Friday, Mar. 17, 2006 at 4:55 PM mail:

La leader di Alternativa sociale al termine dell'audizione, durata
circa 2 ore, ha detto: "Non posso dire niente, meglio che mi mordo la lingua..."
Spionaggio, Alessandra Mussolini
ascoltata dai pm di Roma e Milano
Ormanni: "Alla luce delle sue dichiarazioni, dobbiamo fare altri
accertamenti". Escluse a breve audizioni di Storace e Accame


Alessandra Mussolini
ROMA - La leader di Alternativa sociale, Alessandra Mussolini, è stata ascoltata, come persona informata sui fatti, dai pubblici ministeri romani e milanesi che conducono l'inchiesta sul presunto spionaggio politico avvenuto nella capitale a ridosso delle elezioni regionali dello scorso anno.

A raccogliere la testimonianza di Alessandra Mussolini sono stati i magistrati di Roma Italo Ormanni e Francesco Ciardi e il collega milanese Fabio Napoleone.

Al termine dell'audizione, durata circa due ore, la leader di Alternativa Sociale è uscita sorridente, accompagnata fino alla sua auto dal comandante del nucleo operativo dei carabinieri colonnello Giovanni Arcangioli.

Ha risposto alle domande dei giornalisti solo con una breve dichiarazione: "Dopo quanto è accaduto sono soddisfatta del colloquio con i magistrati che ritengo essere stato importante, ma mi è stato chiesto di non parlare dei contenuti", ha precisato.

Successivamente però è tornata sul contenuto dell'audizione: "Non posso dire niente. Mi hanno fatto delle domande importanti alle quali ho risposto. Ho visto i fatti e non ho parole, non ho parole. Mi hanno fatto vedere delle cose e io ho risposto su alcune informazioni. Comunque tutto bene, ma è meglio che mi mordo la lingua, altrimenti...".

Una breve dichiarazione è stata rilasciata ai giornalisti poco dopo anche da Ormanni: "Alla luce della deposizione di Alessandra Mussolini dobbiamo fare ulteriori accertamenti", ha detto il procuratore, che ha inoltre escluso che altri esponenti politici possano essere convocati a breve, a cominciare da Francesco Storace e dal suo portavoce Niccolò Accame.

Quanto a Piero Marrazzo, che come la Mussolini fu oggetto di attività di spionaggio, Ormanni ha precisato che non c'è alcuna esigenza di procedere a una sua audizione.

(17 marzo 2006)

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LAZIOGATE: GUP, COMUNE ROMA E LAZIOMATICA PARTE CIVILE
by reporter Thursday, Mar. 23, 2006 at 4:31 PM mail:

Roma, 13:23

LAZIOGATE: GUP, COMUNE ROMA E LAZIOMATICA PARTE CIVILE

Con la costituzione di parte civile del Comune di Roma e di Laziomatica, quest'ultima attraverso l'avvocato Gianluca Tognozzi, e' entrata nel vivo l'udienza preliminare fissata dal gup Maria Giulia De Marco che deve pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio sollecitata dalla procura nei confronti dell'avvocato Romolo Reboa, di Mirko Maceri e Daniele Caliciotti (rispettivamente ex direttore tecnico e impiegato della stessa Laziomatica), accusati di accesso abusivo in un sistema informatico in relazione all'intrusione illecita nell'anagrafe comunale alla vigilia delle elezioni regionali del 2005. Il pm Francesco Ciardi, che ha ribadito le conclusioni dell'indagine auspicando un processo per i tre, aveva chiesto originariamente al gup un rinvio dell'udienza e la trasmissione degli atti perche' sulla vicenda sono in corso ulteriori accertamenti da cui potrebbero scaturire riscontri anche favorevoli agli stessi indagati. Il giudice, pero', ha preferito dare il via alla discussione (il 25 maggio parleranno i difensori degli indagati) riservandosi soltanto alla fine una decisione sulla remissione degli atti. In udienza era presente, tra gli imputati, soltanto l'avvocato Reboa, accusato dalla procura di Roma di aver consapevolmente istigato Maceri e Caliciotti a commettere l'incursione nella banca dati dell'anagrafe capitolina. "Devo dare atto al pm di essersi comportato in modo giuridicamente corretto - ha spiegato il penalista, difeso dal collega Maurizio Sangermano - ma io ribadisco la piena legittimita' del mio operato. Esercitavo una indagine difensiva e non ha francamente senso sostenere che io abbia commesso un reato quando poi con la documentazione acquisita da Laziomatica mi presento in procura per fare un esposto". Il riferimento di Reboa e' alla denuncia firmata da Marco De Vincentiis che, all'epoca in corsa per le elezioni con la lista Storace, sollecito' un intervento della magistratura affinche' accertasse che le firme raccolte a sostegno di Alternativa Sociale, la lista guidata da Alessandra Mussolini, erano in gran parte false.

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quelli che chiedono di scusarsi con Storace
by ghghghgh Thursday, Mar. 23, 2006 at 4:39 PM mail:


fonte
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/03_Marzo/22/pasqua.shtml

.......FINI E BERLUSCONI - Immediato il commento positivo dei leader della Cdl alle notizie che scagionerebbero Storace. «Storace merita le scuse di chi lo ha accusato. La sua totale estraneitá al presunto caso di spionaggio politico è giá emersa. Ne eravamo sicuri, ma ciò non può essere sufficiente. Confidiamo che tutta la veritá emerga quanto prima». È quanto ha dichiarato il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, in una nota.
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha invece successivamente dichiarato: «ho letto con grande piacere che un indagato ha ammesso di fronte ai giudici di avere mentito, attribuendo a Francesco Storace la colpa di un progetto di spionaggio.»
22 marzo 2006

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e che è una barzelletta ?
by keoma Thursday, Mar. 23, 2006 at 5:39 PM mail:

Uno dichiara di aver avuto 20.000 euro (di cui 18.700 in nero ...) da Niccolò Accame, portavoce e factotum di Storace, per non fare niente ?

O meglio certe puttanate le fa ( anche se piuttosto malamente) ma le fa di iniziativa sua e solo per farsi bello con la moglie ?

E i soldi che gleli avrebbero dati a fare ? Solo per "bonificare" ( dal nulla peraltro, a sua detta ) gli uffici di Storace alla Regione ?

Ma per favore ....

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LAZIOGATE:INDAGATO VICEPRESIDENTE CONSIGLIO COMUNALE ROMA
by reporter Thursday, Mar. 23, 2006 at 6:39 PM mail:

Roma, 18:16

LAZIOGATE:INDAGATO VICEPRESIDENTE CONSIGLIO COMUNALE ROMA

Fabio Sabbatani Schiuma, vicepresidente del Consiglio comunale di Roma, entra nell'elenco degli indagati per il cosiddetto "Laziogate". Sabbatani Schiuma, Mirko Maceri e Romolo Reboa sono indagati dalla procura di Roma nell'ambito degli accertamenti legati a una presunta attivita' di spionaggio che i detective privati Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo avrebbro svolto ai danni di Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo. Violazione della legge elettorale e accesso abusivo a un sistema informatico, a seconda delle posizioni, sono le ipotesi di reato formulate dai pm romani. Nell'inchiesta e' coinvolto da alcuni giorni anche Nicolo' Accame, portavoce di Francesco Storace quando questi era alla Regione Lazio. Sabbatani Schiuma, vicepresidente del consiglio comunale, Mirko Maceri, ex direttore tecnico di Laziomatica e l'avvocato Reboa erano gia' stati coinvolti negli accertamenti che la procura di Roma svolse lo scorso anno indagando sulle firme false presentate da varie liste alla vigilia elle elezioni regionali. La posizione del primo era stata poi archiviata dal pm Francesco Ciardi e dall'aggiunto Achille Toro che, invece, avevano chiesto il rinvio a giudizio degli altri due in relazione all'illecita incursione nella banca dati dell'anagrafe del Comune di Roma. Vicenda, questa, attualmente al vaglio del gup Maria Giulia De Marco che deve pronunciarsi anche sulla posizione di Daniele Caliciotti, ex dipendente di Laziomatica. Le novita' investigative, che hanno determinato l'iscrizione di Sabbatani Schiuma, Maceri e Reboa sul registro degli indagati, sono legate anche alle numerose intercettazioni telefoniche disposte dalla procura di Milano a carico di Pasqua e Gallo, soci della Ssi, societa' di investigazione privata, e da qualche settimana acquisite dai pm romani.

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L'intercettazione riguardante Sabbatani Schiuma
by interceptor Thursday, Mar. 23, 2006 at 9:34 PM mail:




"A Fabio gli hanno fatto l'esposto perché ha forzato un pochino la mano".

La frase, che fa riferimento a Fabio Sabbatani Schiuma viene pronunciata da Pierpaolo Pasqua, lo 007 arrestato, intercettato al telefono l'11 marzo dello scorso anno mentre parla con la moglie Costanza.

"Si è beccato l'esposto alla procura - dice al telefono Pasqua - perché ha forzato un pochino la mano.

Io gli ho fornito i dati ma se qualcuno non si esponeva per costringerli a indagare (il riferimento è alla prima inchiesta sulle firme false di Alternativa sociale guidata da Alessandra Mussolini, ndr), passava sotto silenzio perché avevano qualcuno lì dentro che glieli aveva fatti passare".

In un altro brano della conversazione, Pasqua dice: "..e allora si è esposto Fabio nel senso che ha fatto finta di essere lui ad aver raccolto tutte quelle cose e siccome sono state raccolte in maniera non perfettamente lecita, se sapessero che invece le abbiamo messe proprio no(Pasqua ride al telefono, ndr).

Insomma, tanto la questione è depenalizzata. Faremo la solita cosa: la magistratura se la piglia con i nostri esponenti e allora si dirà: ma come, voi controllate il corretto svolgimento democratico delle cose e voi ci date addosso...".

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Laziogate, indagato Storace
by interceptor Wednesday, Mar. 29, 2006 at 2:32 PM mail:


ROMA - Francesco Storace è indagato dalla procura della Repubblica di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul presunto spionaggio politico e la presunta incursione informatica relativa alla falsificazione delle firme a sostegno di Alternativa Sociale. Lo si apprende da indiscrezioni trapelate dagli ambienti investigativi.

(29-03-2006)

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"Pierpaolo Pasqua aveva rapporti con Francesco Storace"
by reporter Thursday, Mar. 30, 2006 at 5:47 PM mail:



Da questa frase di Gaspare Gallo, uno dei detective arrestati
la decisione dei magistrati di indagare l'ex ministro della Salute
"Pasqua mi disse: ho rapporti
con Francesco Storace"

ROMA - "Pierpaolo Pasqua aveva rapporti con Francesco Storace". Scaturisce anche da questa dichiarazione, resa da Gaspare Gallo durante l'interrogatorio nel carcere di Rebibbia a Roma, l'iscrizione sul registro degli indagati dell'ex presidente della Regione Lazio.

Gaspare Gallo, uno dei detective arrestati su disposizione del gip di Milano, durante l'interrogatorio ai pm di Milano, Fabio Napoleone e Francesco Civardi, e ai pm di Roma Italo Ormanni, Achille Toro e Francesco Ciardi, avrebbe riferito dei rapporti intercorsi tra Pierpaolo Pasqua, e non solo relativamente alla bonifica degli uffici della presidenza (che sarebbe stata pagata 20 mila euro, la maggior parte in nero), e Francesco Storace.

"Pasqua - ha detto Gallo agli inquirenti - mi diceva che era in contatto con lo staff elettorale di Storace e con Storace stesso". La procura starebbe ora cercando riscontri per definire la natura di tali rapporti, limitati dallo stesso Pasqua, durante l'interrogatorio, a comune militanza politica e all'incarico di bonificare gli uffici della presidenza regionale. Dichiarazioni che, secondo quanto si è appreso, gli inquirenti avrebbero giudicato in contrasto con il quadro indiziario e con i riscontri raccolti finora. Non è previsto al momento alcun interrogatorio degli indagati (sono sette) e tantomeno di Francesco Storace.

Il nome dell'ex presidente della Regione Lazio ed ex ministro della Salute era emerso nell'ambito delle intercettazioni allegate all'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura di Milano. Gaspare Gallo e Pierpaolo Pasqua definiscono "Ciccio" l'ex ministro della Salute e sperano, si legge nelle intercettazioni, che da lui possa arrivare ancora lavoro dopo gli incarichi già svolti. "Hai visto che Ciccio è andato alla Sanità?", dice Pasqua in un colloquio telefonico finito al centro dell'inchiesta.

I reati ipotizzati dalla procura di Roma a carico degli indagati sono, al momento, quelli di violazione della legge elettorale e accesso abusivo in sistema informatico. Ma i magistrati starebbero valutando anche l'ipotesi di un reato associativo finalizzato alla corruzione elettorale.

(30 marzo 2006)

http://www.repubblica.it



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LAZIOGATE: MIRKO MACERI EBBE CONSULENZA DA MIN. SALUTE
by reporter Tuesday, Apr. 04, 2006 at 3:56 PM mail:

Roma, 15:48

LAZIOGATE: MIRKO MACERI EBBE CONSULENZA DA MIN. SALUTE

Alcune consulenze assegnate dal ministero della Salute, nel periodo in cui alla guida del dicastero era Francesco Storace, sono all'attenzione dei magistrati della procura di Roma che indagano sull'attivita' di spionaggio e pedinamento che alcuni investigatori privati attuarono ai danni di Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo alla vigilia delle elezioni regionali del 2005. L'audizione di Walter Bergamaschi, direttore generale del sistema informatico del ministero, e' servita al procuratore aggiunto Italo Ormanni e al pm Francesco Ciardi per apprendere che Mirko Maceri fu tra i beneficiari di una consulenza. Maceri era il direttore tecnico di Laziomatica che entro' nella banca dati dell'anagrafe del Comune per andare incontro alla richiesta avanzata dall'avvocato Romolo Reboa intenzionato a denunciare in un esposto alla magistratura le tante firme false raccolte da Alternativa Sociale. Per questa vicenda, che chiama in causa anche Daniele Caliciotti, impiegato di Laziomatica, pende una richiesta di rinvio a giudizio davanti al gup Maria Giulia De Marco per violazione della privacy e accesso abusivo a un sistema informatico. Maceri e Reboa, pero', sono indagati nella inchiesta-bis anche per violazione delle legge elettorale perche', e' il sospetto di chi indaga, avrebbero avuto un ruolo diverso nell'attivita' di boicottaggio di AS, la lista guidata da Alessandra Mussolini. I pm vogliono verificare se Maceri, dopo l'esperienza a Laziomatica, fu in qualche modo ricompensato dallo staff legato all'ex presidente della Regione Lazio Storace, con un contratto di consulenza con il ministero della Salute proprio per aver mantenuto durante la prima inchiesta un profilo molto basso.

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«Storace sapeva»
by Guido Ruotolo Tuesday, Apr. 25, 2006 at 3:52 PM mail:





Un suo ex collaboratore lo accusa: "Era presente quando violammo il sistema informatico di Roma"


SI ALLARGA LO SCANDALO DEL «LAZIOGATE»


ROMA. «Ricordo che Storace era contento e aveva un’aria soddisfatta; apprendevo dalla voce di Storace che avevamo la possibilità di controllare i nominativi degli elenchi dei sottoscrittori della lista di Alternativa Sociale, che lo stesso Storace presumeva falsi. Tale possibilità era legata alla disponibilità del collegamento all’anagrafe del Comune di Roma che avrebbe permesso di effettuare i controlli sui predetti nominativi».

Giovedì, prima delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile. Al terzo piano della Procura si presenta Dario Pettinelli, ex collaboratore dello staff di Francesco Storace quando stava alla Regione Lazio. Pettinelli era già stato sentito dai magistrati che indagano sul pasticciaccio della «Laziomatica», la società di informatica della Regione Lazio il cui responsabile, Mirko Maceri, nella notte tra il 9 e 10 marzo del 2005, si introdusse «abusivamente nel sistema informatico dell’Anagrafe del comune di Roma, acquisendo dal medesimo i dati personali relativi a numerosi soggetti». Solo il 6 aprile, per la prima volta, Pettinelli chiama in causa direttamente Francesco Storace, che sarebbe stato presente quella notte, tra il 9 e il 10 marzo del 2005, negli uffici della regione Lazio mentre i suoi collaboratori si intromettevano (illegalmente) nel sistema informatico del comune di Roma.

«Ne risponderà in Tribunale chi oserà trascinarmi in questa storia». Diceva più o meno così l’ex governatore del Lazio ed ex ministro della Salute, Francesco Storace, dimessosi con tanti osanna di stima e di riconoscimenti (da parte degli alleati di governo) per la sua integrità e correttezza. Lui, di questa storia delle false firme di presentazione di Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, ex candidata alla presidenza della regione Lazio, primavera 2005, ha sempre negato di saperne qualcosa. Ha messo la mano sul fuoco anche sul suo collaboratore Nicolò Accame. Non solo, ma anche quando è esploso lo scandalo dello spionaggio nei confronti di Piero Marrazzo suo avversario del centrosinistra, poi eletto a governatore del Lazio, e della stessa Mussolini, Storace si è sempre chiamato fuori.

E invece, almeno per quel che riguarda lo «scherzetto» contro la sua ex camerata di partito, Alessandra Mussolini, sembrerebbe proprio che ne sapesse qualcosa: «Ricordo - verbalizza Pettinelli - che al momento in cui ho fatto ingresso nell’ufficio dell’Accame allorquando vi era anche la presenza di Storace, ho notato la presenza degli elenchi dei sottoscrittori sui quali poi provvedevamo ad effettuare i controlli. Non posso dire che gli elenchi fossero stati portati da Storace, in quanto non li ho visti nelle mani di quest’ultimo. Posso però dire che tali elenchi non erano nell’ufficio di Accame quando verso le ore 20 ero in detto ufficio a seguire i telegiornali. Detti elenchi, infatti, li ho notati per la prima volta quando Storace è rientrato alla Regione Lazio e si è portato presso l’ufficio di Accame».

Non ha difficoltà ad ammettere, l’indagato Pettinelli, di aver fatto parte della squadra che quella notte entrò nel sistema informatico del comune di Roma. Con lui c’era il responsabile di Laziomatica, Mirko Maceri, Nicola Santoro, Nicolò Accame. E lo «spettatore» Francesco Storace. Ricorda Pettinelli una riflessione dell’allora governatore del Lazio: «Evidenziò la stranezza circa la celerità con la quale la Mussolini aveva raccolto le firme dei sottoscrittori necessarie per la presentazione della lista dei candidati». Chissà perché Storace quella sera era convinto che molte firme erano false. Un sospetto c’è, in realtà. A voler pensar male, forse anche Storace sapeva quel che gli spioni privati Pier Paolo Pasqua e Gaspare Gallo avevano imbastito, introducendo nominativi falsi nelle liste dei sottoscrittori di Alternativa Sociale. Su questi aspetti i magistrati della procura di Roma stanno lavorando.

Pettinelli incastra Storace e anche altri esponenti di An: «Storace era presente durante le fasi preliminari e preparatorie rispetto all’attività di controllo vero e proprio dei nominativi. In particolare Storace era presente quando, al fine di verificare la funzionalità dell’accesso informatico, furono effettuati alcuni esperimenti inserendo i nominativi dell’Accame, il mio e quello del Maceri e verificando gli esisti di tali controlli anagrafici. Storace poi si allontanava dall’ufficio, mentre noi a quel punto iniziavamo l’attività vera e propria di controllo dei nominativi degli elenchi».

Insomma, l’offensiva distruttiva nei confronti di Alessandra Mussolini fu studiata nei minimi dettagli: «Confermo che il Maceri Mirko è stato fatto venire dall’Accame e lo stesso era presente durante la permanenza di Storace nell’ufficio di Accame. Inoltre Storace fece chiamare anche l’onorevole Piso, capo della Federazione provinciale di An. La presenza di quest’ultimo era legata alla possibilità da parte di quest’ultimo di effettuare un controllo preliminare dei nominativi riportati negli elenchi sopra menzionati, ovvero al fine di verificare se tali elenchi riportassero le sottoscrizioni di nominativi di persone sicuramente legate ad An e, pertanto, improbabili sottoscrittori delle liste della Mussolini».

La lista Alternativa Sociale fu poi ammessa alla competizione elettorale. Le elezioni le vinse il centrosinistra di Piero Marrazzo. Adesso la Procura di Roma è intenzionata a ricostruire anche una verità «giudiziaria» di quella vigilia di campagna elettorale. Storace è finito indagato e con lui i suoi collaboratori. L’interrogatorio di Pettinelli è un ulteriore passaggio che prelude a novità clamorose, nei prossimi giorni.






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ACCAME INDAGATO PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
by reporter Thursday, Apr. 27, 2006 at 2:07 PM mail:

Roma, 13:45

LAZIOGATE: ACCAME INDAGATO PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

Si aggrava la posizione di Nicolo' Accame, l'ex portavoce di Francesco Storace, coinvolto nell'inchiesta della procura di Roma su Laziogate. Il suo nome e' stato iscritto sul registro degli indagati anche per il reato di associazione per delinquere, in concorso con altri, che si va ad aggiungere alle ipotesi di violazione della legge elettorale e accesso abusivo a un sistema informatico. Gli inquirenti stanno compiendo accertamenti per verificare se l'incursione alla banca dati dell'anagrafe del comune di Roma, alla vigilia delle elezioni regionali del 2005, sia stata preordinata al fine di boicottare la lista di Alternativa Sociale guidata da Alessandra Mussolini.

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Storace indagato per associazione a delinquere
by reporter Thursday, Apr. 27, 2006 at 3:52 PM mail:


L'ex ministro sotto accusa per la vicenda dello spionaggio politico insieme al suo portavoce e ai due detective già finiti in carcere


Laziomatica, la rabbia del protagonista della vicenda: "Contro di me un linciaggio
E ancora una volta ho appreso la notizia dalle agenzie di stampa"


ROMA - L'ex ministro della Salute Francesco Storace è indagato a Roma per associazione a delinquere, nell'ambito dell'inchiesta su Laziomatica: vale a dire l'indagine sulla fabbricazione di firme false ai danni di Alessandra Mussolini, con conseguente violazione del sistema informatico del Comune per reperire informazioni anagrafiche sui firmatari. E lui, il protagonista dell'affaire, si difende contrattaccando: "Un linciaggio nei miei confronti", dichiara.

Lo stesso reato viene contestato anche ad altri indagati, tra cui il portavoce di Storace, Niccolò Accame. Ci sono poi l'avvocato Romolo Reboa, l'ex direttore tecnico di Laziomatica Mirko Maceri, il vicepresidente del Consiglio comunale Fabio Sabbatani Schiuma. E i due detective privati Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo, già finiti in carcere a Milano nell'ambito dell'inchiesta sullo spionaggio illegale a Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini, avversari dello stesso Storace alle ultime elezioni regionali del Lazio. Indagine che ha portato all'arresto di sedici persone.

Tutti gli uomini accusati di associazione a delinquere, inoltre, sono già finiti sotto accusa - nell'ambito della medesima inchiesta - per i reati di accesso abusivo a un sistema informatico e violazione della legge elettorale.

E poco dopo la diffusione della notizia arriva il commento di Storace. "Ancora non sono stato ascoltato
dall'inizio di questa vicenda - dichiara - l'unica comunicazione che ho avuto è stata la proclamazione a senatore della Repubblica. E' un linciaggio. E anche questa volta l'ho appreso dalle agenzie di stampa". Così Francesco Storace commenta le notizie di stampa".

(27 aprile 2006)




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