un po' di cose da sapere sul Ponte
Società Stretto di Messina S.p.A. http://www.strettodimessina.it/ita/societa/23_ITA_HTML.htm Chi sono questi loschi individui http://www.messinasenzaponte.it/site/leggi.asp?id=28 http://www.terrelibere.org/counter.php?riga=236
Rischio mafioso http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=commant06.htm http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=sciarrone.htm http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=wwf.htm http://www.messinasenzaponte.it/site/mafia/mafia.asp
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90217,00.html http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90218,00.html
Progetto preliminare http://www.strettodimessina.it/ita/progettopreliminare/88_ITA_HTML.htm http://www.strettodimessina.it/ita/progettopreliminare/90_ITA_HTML.htm http://www.strettodimessina.it/ita/tuttiinumeridelponte/72_1294_ITA_HTML.htm http://www.strettodimessina.it/ita/tuttiinumeridelponte/72_1293_ITA_HTML.htm http://www.strettodimessina.it/ita/accordodiprogramma/40_ITA_HTML.htm Costi http://www.strettodimessina.it/ita/costi/37_ITA_HTML.htm Piano finanziario http://www.strettodimessina.it/ita/pianofinanziario/38_ITA_HTML.htm Studio d’impatto ambientale della società Stretto di Messina http://www.strettodimessina.it/ita/impattoambientale/36_ITA_HTML.htm
tanti motivi per il no http://www.verdi.it/document/pontemessina/2.htm http://www.terrelibere.org/terrediconfine/index.php?x=completa&riga=02216 documenti http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=mobilita.htm
gli ingegneri http://www.terrelibere.it/noponte/index.php?x=inc&lin=dubbi.htm i geologi Raccolta di firme contro la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina L’associazione geologia senza frontiere sente l’esigenza di esprimere una posizione rispetto alla realizzazione di grandi opere nel nostro paese. Tale esigenza è rafforzata dalla quasi totale assenza di una presa di posizione da parte del mondo delle scienze della terra. In particolare riteniamo che il ponte sullo Stretto di Messina sia sostanzialmente inutile per lo sviluppo del mezzogiorno; che non offra sufficienti garanzie di sicurezza; che comporti una spesa pubblica inopportuna e che la sua realizzazione sia causa di un impatto ambientale inaccettabile. Già numerosi sono i gruppi, persone e associazioni, che da tempo hanno promosso e promuovono iniziative e campagne di boicottaggio, di informazione e raccolta di firme per opporsi alla realizzazione del ponte. Noi riteniamo che i geologi, per la specifica formazione scientifica, possano e quindi debbano dare un contributo a questo importante movimento di opposizione. Inoltre riteniamo necessario, in questa campagna, l’appoggio di tutta la società civile. L’obiettivo è di raccogliere una diffusa adesione tra docenti, ricercatori, professionistie dottori del settore delle Scienze della Terra, con l’appoggio della società civile, per esprimere contrarietà al progetto del ponte sullo stretto di Messina e renderla nota alle autorità a cui compete l’approvazione del progetto e alle istituzioni garanti della tutela ambientale: Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Infrastrutture, Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Reggio Calabria e Messina, Regione Calabria, Regione Sicilia, Provincia e Comuni di Reggio Calabria e Messina, Protezione Civile, INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), A.N.A.S. S.p.A., APAT (Agenzia Nazionale per la protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici), Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., Dipartimenti Universitari Italiani di Scienze della Terra, Autorità di Bacino Regionali. L’elenco dei firmatari verrà inoltre pubblicato sul sito web dell’associazione Geologia Senza Frontiere. diciamo no alla realizzazione del ponte perché: 1. La Sicilia nord-orientale e la Calabria meridionale sono le regioni a più alto rischio sismico dell’intero bacino mediterraneo. Reggio Calabria e Messina furono rase al suolo nel 1908 da un sisma responsabile di 80.000 morti (XI-XII grado della scala Mercalli). L’area è stata colpita, a partire dal IX secolo da almeno 13 terremoti d’intensità superiore al VII grado della scala Mercalli.
2. Il quadro geologico dello Stretto di Messina è a tutt’oggi luogo di discordanti interpretazioni geologiche. Sono ancora oggetto di discussione sia il tipo di processo geodinamico responsabile dell’attività tettonica dell’area sia lo stesso assetto tettonico della zona, né vi è accordo su quali siano le energie in gioco e quindi i tempi di ritorno e la magnitudo dei terremoti che colpiranno lo Stretto. La società Stretto di Messina S.p.A., invece, elude il problema sostenendo che: “… il potenziale sismogenetico dell'area dello Stretto non è in grado di generare terremoti di magnitudo sensibilmente più elevata di quella stabilita per il progetto. Inoltre le infrastrutture di collegamento al ponte sullo Stretto, viadotti e gallerie, sono progettate, secondo i termini di legge, con i più avanzati criteri antisismici. Riguardo gli spostamenti tettonici lenti (l'allontanamento delle coste), autorevoli studi condotti per oltre 20 anni da diversi Enti con tecniche tradizionali e satellitari, hanno concluso che nella zona dello Stretto non sono in atto deformazioni significative. In ogni caso, anche l'ultimo studio prodotto dall'Enea al riguardo afferma che gli spostamenti ipotizzabili tra i piloni del ponte determinerebbero solo piccole variazioni e sono "estremamente ininfluenti ai fini della stabilità dell'intera struttura".
3. Per fabbricare i due piloni del ponte e le infrastrutture di raccordo saranno necessari circa 500.000 metri cubi di calcestruzzo che necessitano l’apertura di decine di nuove cave per l’estrazione di ghiaia e sabbia e per la produzione di cemento, portando inevitabilmente grandi modifiche ambientali ed un esagerato consumo di risorse ambientali nell’area di escavazione. per 1mc. a resa di calcestruzzo si utilizzano circa: acqua =100-200 litri sabbia=0,400 m3. ghiaia=0,800 m3 cemento=3q.li quindi saranno necessari 150.000 tonnellate di cemento, 200.000 metri cubi di sabbia e 400.000 metri cubi di ghiaia. Inoltre per ottenere una tonnellata di cemento sono necessari 1.5 tonnellate di materie prime, secche. Circa un terzo (33 per cento) del peso iniziale viene eliminato dal forno sotto forma di anidride carbonica e vapore acqueo. La materia prima utilizzata su larga scala e' il calcare (52 per cento, oltre la meta'), poi le marne da cementi (20); l'argilla e la pozzolana sono sfruttate in egual misura (9 per cento). Le ingenti quantità di materie prime necessarie rimandano alle problematiche legate alla coltivazione delle cave (vedi l’elenco a fondo pagina). 4. La messa in posto di piloni alti 380 metri s.l.m. ed attestati in profondità a 50 metri dal piano campagna comporterà un alterazione irreversibile dell’equilibrio idrogeologico le cui conseguenze sui laghi di Ganzirri non sono del tutto chiare. 5. Lapprovvigionamento idrico per la costruzione di un' opera di tali dimensioni produrrà un ulteriore disagio ad un isola già in via di desertificazione (durante la stagione estiva molti paesi non hanno l'acqua da bere a suffucienza). Solo per la produzione dei 500.000 metri cubi di calcestruzzo saranno necessari 75.000 metri cubi di acqua di buona qualità. 6. Come ultimo ma non meno importante l’enorme impatto visivo per gli abitanti, di quest’ opera ciclopica che deturpa un paesaggio naturale come un mostro di acciaio e cemento. Le problematiche ambientali più ricorrenti per le cave da utilizzare per la produzione di sabbia ghiaia e cemento sono: • rapporti esistenti tra l'intervento estrattivo proposto e i vincoli paesaggistici ed ambientali dell'area (tutti i tipi di cave) • frequente presenza di soprassuoli boscati in corrispondenza delle aree di intervento (cave di arenarie, torbiditi, alternanze di arenarie, calcari, calcari marnosi e marne); • alta visibilità dell'area di cava (cave di conglomerati, calcari, calcari marnosi e marne); • difficile attuazione degli interventi di recupero ambientale dell'area di cava (per cave di conglomerati, calcari, calcari marnosi, marne e depositi alluvionali di ambiente continentale); • stabilità dei fronti di coltivazione e dei versanti di abbandono (cave di calcari, calcari marnosi e marne, sabbie, argille e alternanze argillo-sabbiose); • interferenza tra attività estrattiva e bacini idrogeologici di ricarica di pozzi e di sorgenti captate e falde acquifere (cave di calcari, calcari marnosi e marne, depositi conglomeratici, depositi alluvionali di ambiente continentale, sabbie, argille e alternanze argillo-sabbiose); • interferenza tra le modalità di coltivazione realizzate mediante l'abbattimento con mine e l'esistenza di centri abitati, infrastrutture, ecc.(cave di calcari, calcari marnosi e marne); • dispersione del materiale di interesse estrattivo in sterili di coltivazione, in altre parole occorre operare grosse movimentazioni per estrarre poco materiale utile (cave in depositi alluvionali di ambiente continentale e depositi conglomeratici); • interferenza dell'attività estrattiva con l'idrodinamica superficiale: formazione di zone esondabili, indebolimento di arginature, modificazione del reticolo idrografico e del senso di movimento delle acque superficiali, ecc. (cave in depositi alluvionali di ambiente continentale) http://www.dst.unipi.it/fist/geoitalia8/Ricerca2.pdf i sociologi http://www.sociologia.unical.it/scillacariddi.htm
inchiesta report http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90117,00.html
le lotte http://www.messinasenzaponte.it/site/cronologia/cronologia.asp http://www.retenoponte.org http://www.nopontestrettomessina.it/ http://stern26.piranho.com/concorso.html http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=2680 http://www.nuovomunicipio.org/news/notavnoponte.pdf#search='no%20ponte'
Ultimi sviluppi parlamentari http://italy.indymedia.org/news/2006/10/1164354.php
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(A)
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