Segretario x 15 anni a Spoleto, ora Consigliere comunale passa al PCL
ULTIMA ORA FABIANI : SONO STATO TRA I FONDATORI DI QUESTO PARTITO E ORA CHE E’ UN’ALTRA COSA ME NE VADO E ADERISCO AL MOVIMENTO PER IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI. Sabato, 14 Ottobre 2006 ore 23:57
Aurelio Fabiani
AURELIO FABIANI
CONSIGLIERE COMUNALE SPOLETO
Il 24 settembre a Roma è iniziata la fase costituente della Sinistra Europea, ovverosia l’atto formale di trasformazione del Partito della Rifondazione Comunista in una nuova formazione di democratici di sinistra.
Un approdo ormai da tempo scontato e irreversibile. In questi ultimi due anni abbiamo assistito alla rottura con tutte le esperienze rivoluzionarie dei comunisti nel XX secolo, abbiamo avuto l’accettazione del bipolarismo e delle logiche del maggioritario.
In altre parole i dirigenti del PRC sono arrivati alla conclusione che la via rivoluzionaria della presa del potere è sbagliata e che la maggioranza elettorale di un governo dei lavoratori è una condizione impossibile, perciò l’accettazione del sistema è inevitabile e quindi anche la partecipazione ai governi di centro sinistra, cioè la partecipazione ad una alleanza con la borghesia per raggiungere un compromesso “avanzato” con il capitale.
E’ l’approdo definitivo al riformismo e il tentativo di occupare lo spazio socialdemocratico abbandonato dai DS. La conseguenza è che non si ha più neanche l’imbarazzo a pensare che se non si è proprio usurati si può anche andare in pensione più tardi, né a votare e sostenere la nostra presenza militare negli scenari di guerra mediorientali, Afghanistan e Libano.
La forbice tra le affermazioni verbali del primato del conflitto e la sostanza di una politica di compromesso si è così chiusa definitivamente, tranciando di netto l’esile filo che ancora legava il PRC alla prospettiva comunista.
In questi giorni perciò nulla di nuovo se non la messa in opera di quanto progettato nell’ultimo congresso. La novità è invece è che io non ravviso più alcuna ragione per una battaglia interna che non ha più ragione di essere, e che anzi, ogni ulteriore attardarsi in schermaglie senza speranza sarebbe un danno per la causa comunista per cui mi batto da 35 anni.
Lascio perciò questo partito di cui sono stato uno dei primi fondatori, dove sono stato presente fin dal ’91, dal Brancaccio, ben prima quindi di quando Bertinotti venne paracadutato dal PDS direttamente sulla poltrona di segretario del PRC e anche prima che giungessero tutti gli attuali dirigenti regionali e provinciali del PRC, molti dei quali ex demoproletari.
Ora che Bertinotti si è seduto sulla poltrona di Presidente della Camera e che il partito incapace di guidare le lotte cresce dove ha potere, tanti compagni che l’hanno sostenuto ora pensano che è come tutti gli altri, mentre altri, molti altri, ora lo cercano proprio perché è come tutti gli altri.
Il cambiamento di natura politica e l’adattamento ai sistemi clientelari del potere ha così cancellato tante speranze, forse semplici illusioni.
La battaglia dei comunisti e dei lavoratori comunque continua ed è per questo che ho deciso di fare qualcosa di utile, di lavorare nel movimento che sta tentando di costruire il Partito Comunista dei Lavoratori. Come me altri compagni hanno già fatto questa scelta e molti altri ne verranno ancora.
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