Lunedì, 16 Ottobre 2006
Castello vietato per evitare disordini Mobilitazione "no Tav" al summit dei ministri Anarchici e no global in piazza Libertà Il loro avamposto sarà la loggia del Lionello. Qui verranno issate il più grande numero possibile di bandiere con lo slogan "No Tav" e altre frasi ad effetto. Gli autonomi del Centro sociale autogestito di via Scalo Nuovo hanno messo a punto, fra sabato e domenica, la loro ennesima protesta, in concomitanza con quello che hanno ribattezzato il "G8 sulla Tav", by Paolo De Toni, leader degli anarchici friulani. Ci saranno anche i disubbidienti goriziani e monfalconesi, ora ribattezzatisi "reti anti-razziste" e comitati anti-proibizionisti? «Vedremo chi verrà», fa sapere De Toni che spera anche nella presenza, se non di Rifondazione («Non vanno certo in piazza contro i loro ministri...»), almeno della falce e martello a supportare le ragioni del no. Gli ex-disubbidienti non si sono mai interessati direttamente della questione alta velocità, ma in questa circostanza particolare, visto l'afflusso dei ministri dei Paesi dell'Est oggi in Castello a Udine, non è detto che restino in disparte, secondo alcune indiscrezioni.
Proprio mentre tutta l'area del Castello, e non solo, è stata sottoposta a delicate operazioni di bonifica, che verranno ripetute oggi stesso con il monitoraggio anche di tombini e cestini e uno spiegamento massiccio di forze dell'ordine, gli autonomi si danno appuntamento dalle 10 alle 15 per gridare ancora una volta che "della terra non si abusa". Il programma iniziale prevedeva un sit-in di dissenso sul colle del Castello, ma la Questura ha posto il divieto segnando tutta l'area come "zona rossa". Inaccessibile. Quindi, niente opzione Castello. Seconda chance: un mini corteo da piazza Libertà con toccata e fuga fuori dal Castello. Niente da fare nemmeno per questa opzione. Non è rimasto che concentrarsi sul sit-in in loggia del Lionello.
«Hanno tenuto nascosto a lungo i dettagli del vertice», attacca De Toni, che non molla. Dopo l'eliminazione dell'opzione zero e le battaglie perse, gli autonomi non rinunciano a dissentire fino alla fine. «È chiaro che non possiamo bloccare più nulla, ma questo non significa di certo rinunciare alla mobilitazione», chiarisce De Toni che intona definitivamente il de profundis degli interessi locali: «Il criterio della razionalità locale e degli interessi locali è stato sacrificato sull'altare del capitale globalizzato». Che tipo di protesta ci si deve aspettare per oggi? «Non saremo molti, perchè noi lavoriamo, ad ogni modo, faremo sentire la nostra voce, elencando le responsabilità dei politici che hanno ignorato la volontà della popolazione, profondamente contraria, o quanto meno scettica». L'errore fatto dai sindaci, costretti a firmare per un ricatto, secondo De Toni, verrà ripetuto anche oggi.
Irene Giurovich
|