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Discutere di Milano
by Bruslì Sunday, Mar. 12, 2006 at 2:22 AM mail:

Usiamo indymedia

Resistenza e opinione pubblica

Due schieramenti contrapposti:

1)Ricordiamoci che i criminali sono i fascisti che hanno insanguinato il paese e proviamo a fermarli, costi quel che costi, l’antifascismo non è una passeggiata e i mass media sono il nostro referente.

2)L’opinione pubblica è spaventata da un atteggiamento simil teppista con cui criminalizzate un movimento, rischiamo di far perdere punti alla nostra credibilità e di dare armi alla propaganda autoritaria anche in vista delle prossime elezioni.

SINTESI incompleta e depurata dall’enfasi dei bambini in lacrime e dei partigiani baldi e fieri, dei ingenti danni ai portafogli dei normali cittadini e del sacrosanto sfascio delle vetrine del mercato globale.

INVECE di insultarci l’un l’altro non si potrebbe discutere CRITICAMENTE sui punti di vista di cui sopra. L’orgoglio di avere ragione e di poter criminalizzare l’altro non porta da nessuna parte se non in una logica autoreferenziale in cui gli SCAZZI diventano insanabili e i veri nemici diventano i compagni che sbagliano chiunque essi siano.

Riporto un intervento che si è perso tra le ondate di post ( mi scuso con chi ha già letto)

1)Io non condivido questa tattica suicida di alcuni compagni/e perché non puoi fare la guerra se davanti hai chi è attrezzato meglio di te per farla, soprattutto se ti stanno aspettando apposta per l’occasione. Non voglio offendere ma mi sembra una conferma (a se stessi) della propria identità di duri e puri seguendo uno schema non adatto per tutte le occasioni.

2) 20-30-40 compagni/e arrestati, probabilmente sottoposti alle gentilezze della questura, +eventuali denunce, sono un prezzo troppo alto da pagare. Un risultato non a sorpresa: se non c’è un organizzazione in grado di reggere il livello di scontro è inevitabile che finisca così, non è la prima volta.

3)La situazione diventa merce spettacolare da mandare in onda, con i relativi risvolti criminalizzanti. I media, che piaccia o no, sono un territorio di scontro/strategia, e questo non significa minimizzare lo scontro reale nel quartiere al lavoro nelle nostre relazioni faccia a faccia o piegarsi alla paura delle possibili definizioni mediatiche, ma un altro fronte da non sottovalutare in cui si gioca la partita.

4)In piazza ci sono i nazisti. Pur non condividendo le scelte dei compagni/e mi guardo bene dal contestare la loro giusta rabbia ( secondo me non andava espressa così). Non si può fare di ciò che è avvenuto un problema morale quando è evidente che la questione è la paura di un potere di non conquistare le poltrone/elezioni (al di là delle favole raccontate dei partiti clerical capitalisti della sinistra). È triste, qui dentro, che per mandare a casa la destra si abbia bisogno di etichettare compagni “teppisti delinquenti” come fanno i grandi media nazionali e tutti i partiti politici.

5)”hanno distrutto un negozio” ”andate a lavorare” “hanno fatto bene a menarvi” “provocatori infiltrati” fanno ricordare: le interviste a quei poveretti che non riescono a raggiungere le Maldive, quando i/le lavoratori scioperano; gli stalinisti che riconoscevano pazzo o prezzolato qualsiasi foglia si muovesse senza il loro appoggio; la tristezza delle gente “per bene”...

Ritengo sia ora di ricominciare a ragionare, a “sentire”, cercando di evitare le solite accuse urlate, le solite etichette: autonomo-sfasciavetrine sclerotizzato, disobbediente riformista amico delle guardie, rifondarolo rafaniello, eccetera eccetera eccetera.

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Correggo
by Bruslì Sunday, Mar. 12, 2006 at 2:29 AM mail:

1)Ricordiamoci che i criminali sono i fascisti che hanno insanguinato il paese e proviamo a fermarli, costi quel che costi, l’antifascismo non è una passeggiata e i mass media NON sono il nostro referente.

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informazione?
by io Sunday, Mar. 12, 2006 at 2:32 AM mail:

è tutt'oggi che cerco notizie sulla rete su quanto accaduto oggi..ma trovo sempre i soliti 3 paragrafini smunti..possibile che tutti dicano le stesse cose nello stesso modo con le stesse parole..che cazzo dove sono i giornalissi..o è una professione morta?

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ma checcazzo
by k Sunday, Mar. 12, 2006 at 12:45 PM mail:

io ma che ti devono dire?
300 persone si sono date appuntamente in Loreto, hanno fatto un po' di riot in BuenosAires, sono arrivate in PortaVenezia, la ps li ha fronteggiati e poi caricati e poi arrestati in 43.

non è che sia molto da ricamarci sopra.

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già postato e io ti ri-rispondo
by gianni Sunday, Mar. 12, 2006 at 12:53 PM mail:

ciao bruslì, intanto apprezzo la tua pacatezza che sicuramente aiuta nella discussione. ma questa , se ci pensi è già una presa di posizione. da una parte ci sono quelli che si confrontano, dall'altra ci sono quelli che si scontrano e basta. I 200 di ieri non sono interessati a queste discussioni. Quanti interventi hai letto su Indy che rivendicassero, spiegandole razionalmente, le azioni di ieri? io nessuna. Solo affermazioni del tipo: "andate affanculo con fassino", "contro i fascisti con ogni mezzo, anche incendiando un fottutissimo negozio nokia", fino a un significativo "basta con queste discussioni, no razionalità". io sto ancora aspettando dagli eroi di ieri una spiegazione politica e razionale che mi convinca delle loro azioni. Senza andare ad allargarci all'infosfera e ai piani incrociati della comunicazione odierna, è chiaro che anche su indy, non siamo tutti d'accordo. ci sono molti p.d.vista che io riassumerei in due grupponi:

GRUPPO A: la situazione italiana è drammatica: chi dice tanto peggio tanto meglio è un cretino, bisogna cambiare il parlamento (via Berlusconi), bisogna cambiare le strade (via i fascisti), bisogna cambiare la comunicazione (VIVA indymedia). Non bisogna mai più fare gli errori di ieri.
GRUPPO B: cazzi vostri, fotte un cazzo del tuo motorino, borghesi, fascisti, bertinotti, fassino di merda vaffanculo!

Come far comunicare i due gruppi? ma specialmente: è proprio necessario?

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