Indymedia Italia


L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2006/10/1160944.php Nascondi i commenti.

Partigiano Carlo Venturi, nome di battaglia "Ming"
by spoon Friday, Oct. 06, 2006 at 12:16 PM mail:

a cura di Wu Ming

Di nuovo mal di Pansa e dissenteria giornalistica. Dibattiti ritriti, pseudo-scoperte storiografiche, denuncia di aggressioni e "linciaggi" presuntamente subiti dai coraggiosi e anticonformisti (Pansa) a opera dei vigliacchi (la presunta "intellighenzia antifascista" e storici seri come Luzzatto, D'Orsi, Pavone). E poi: retrospettive tedesche sulle foibe che danno per scontato e acquisito quel che scontato e acquisito non è (siamo bravissimi a esportare le panzane e a sfruttare le code di paglia e i sensi di colpa altrui); tentativi di rivalutazione del colonialismo fascista in Africa (milioni di morti, guerra chimica, missione civilizzatrice!). Siamo insomma alle solite. Questi ci provano sempre, a montare lo spettacolino. L'allestimento è ogni volta più ridicolo: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa, la terza come Pansa, la quarta come orchestrazione di conati di vomito. Come si dice in Emilia, meglio "non smollare il colpo", meglio continuare a vigilare, meglio tenere viva la discussione.
Quelli che seguono sono due estratti dal video di Germano Maccioni "Carlo è scappato da casa" (Italia, 2005). E' un'intervista al casalecchiese Carlo Venturi, nome di battaglia "Ming", della Brigata partigiana "Stella Rossa" (quella del comandante Lupo), attiva sull'Appennino tosco-emiliano dall'Armistizio alla Liberazione.

Ming compare come personaggio anche in "Asce di guerra". La "Stella Rossa" è anche la brigata da cui proviene Ettore Bergamini, uno dei personaggi di "54".
Nel primo estratto (8 minuti), Ming racconta di quando, giovanissimo, s'incamminò in cerca dei partigiani, e cosa accadde quando li trovò.

http://www.youtube.com/watch?v=3MfCw-pA5aI

Nel secondo estratto, più breve, Ming racconta di quando, per errore, due gruppi di partigiani si spararono addosso.

http://www.youtube.com/watch?v=P4HMWSCGIGI

Questa stessa storia è servita da spunto per un articolo di Wu Ming 2 su storia e narrazione.

Germano Maccioni sta ora lavorando a un documentario sul cosiddetto "armadio della vergogna" e sulla riapertura del processo per la strage di Marzabotto.

Per contatti, proiezioni etc. pecosgm@yahoo.it

Tutti i video incorporati su (o linkati da) pagine di wumingfoundation.com o proposti da Wu Ming su carmillaonline.com sono disponibili qui (http://www.squidoo.com/wumingvideo) in un unico colpo d'occhio.

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vedi
by vedi Wednesday, Oct. 18, 2006 at 11:09 AM mail:

vedi
http://italy.indymedia.org/news/2005/03/744322.php

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merda che fissa che c'hai!
by . Wednesday, Oct. 18, 2006 at 12:22 PM mail:

Ancora 'sto link che non significa una sega? Cazzo che ossessione, si vede che un wuming ti ha fregato la fidanzata, altrimenti non si capisce.

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Una qustione politica
by il punto Wednesday, Oct. 18, 2006 at 12:48 PM mail:

Io lascerei perdere le interpretazioni personali, per quel che valgono.
E' una questione politica. E' chiaro da articoli come questo:
http://italy.indymedia.org/news/2004/12/702065.php
che la questione del revisionismo ha toccato certi ambienti che adesso insabbiano tutto.
E' importante sapere come sono nate certe cose.

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è proprio questo "punto" che non c'è
by indyano Wednesday, Oct. 18, 2006 at 1:47 PM mail:

Io quel che leggo in quelle pagine linkate è che qualcuno ha detto che ecc. Cose concrete non ce ne sono, soltanto opinioni e scazzi e accuse tra diversi collettivi senza mai portare prove, e siccome questa polemica va avanti su Indy ormai da diversi anni e l'unica cosa che si è prodotta è sempre lo stesso link alle stesse discussioni, viene da pensare che non ci sia nient'altro. Perché dovremmo prendere come oro colato quello che raccontava quindici anni fa un collettivo bolognese, sicuramente in forte e acceso scazzo con i compagni che accusava? Il fatto che sia un documento vecchio non vuol mica dire che quel che c'è scritto sia vero. Finora, quello che c'è scritto là non ha avuto nessun tipo di riscontro, solo "ho sentito da questo che un altro diceva che". Ognuno si tiene le antipatie che ha, ma esistono cose oggettive e dimostrabili, e altre che sono solo opinioni e interpretazioni. Nel percorso dei Blisset/WuMing, verificabile da tutti, non c'è traccia di quello che dici. Oltre al fatto che in uno dei thread che linki sempre c'è anche una spiegazione di Bui del '98, che per me taglia la testa al toro. Se in quasi nove anni nessuno è riuscito ad andare oltre il pettegolezzo di movimento, forse vuol dire che è robetta sollevata solo per piccole vendette personali.

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Invece è vero
by invece Wednesday, Oct. 18, 2006 at 2:28 PM mail:

Invece è vero: se no come mai perfino Evangelisti ha ammesso che il collettivo di Roberto Bui aveva pubblicato dei files negazionisti sulla rete ECN?
Che ci fossero polemoche all'epoca si capisce: cosa pretendeva queto BUI, di fare del negazionismo e diavere l'applauso generale dei compagni?

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invece un cazzo
by felsineo Wednesday, Oct. 18, 2006 at 3:04 PM mail:

Te lo dico io com'è andata: Evangelisti, all'epoca, ha creduto a quel che gli raccontavano, poi non ha più approfondito.
Se davvero fossero state vere quelle accuse dei primi anni novanta, vi pare possibile che gli accusati potessero rimanere nel movimento per tutti gli anni che sono seguiti (Radio K, Pellerossa, primo Livello, TPO, Contropiani, 2001 Odissea negli Spazi, No-Ocse, tute bianche, BSF e tutto il resto, e poi trasmettere su Città del Capo, scrivere sulle riviste di Monteventi ecc.?)
Pochi giorni dopo il testo di Evangelisti, sempre su Carmilla (e quindi PER FORZA con l'approvazione di Evangelisti che la dirige), Bui ha scritto:
______________

sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia scritto o detto che mai vi furono camere a gas nei lager nazisti o che non vi fu sterminio degli ebrei da parte del regime hitleriano.

Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia sostenuto posizioni diverse da questa: i fascisti di ogni tendenza e sfumatura vanno combattuti sempre, per ogni dove e con ogni mezzo che sia necessario.

Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia giustificato le azioni di un regime nazifascista o un qualunque crimine d'impronta o ispirazione nazifascista.

Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia sostenuto posizioni basate sulla discriminazione di un popolo, di un'etnia, di una razza (non credo alla loro esistenza), di una cultura, di un genere.

Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia criticato un'azione di antifascismo militante per motivi che non fossero la sua scarsa efficacia o la sua approssimativa realizzazione.

Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia criticato la memoria storica della Resistenza per fini diversi dal suo rinnovamento e perfezionamento, verso una migliore prevenzione dell'insorgere di nuovi fascismi.
____________

Questa cosa è ancora su Carmilla, è del gennaio 2005, sono passati quasi due anni e le cose sono rimaste com'erano, nessuno ha dimostrato niente. Prova che sono solo veleni per diffamare dei compagni, e è abbastanza triste che un mezzo come Indy sia diventato un mezzo per questo tipo di operazioni.

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Salumi vari
by Basta Thursday, Oct. 19, 2006 at 7:02 PM mail:

Questo tizio con un nick da mortadella prodiana non può venire a raccontarci che la redazione di Progetto Memoria pubblicava dei pezzi basati sui pettegolezzi e sul sentito dire. Quella non è stata una rivista fatta da incoscienti come lui.
NESSUNO dei compagni della redazione di PM ha mai sconfessato il pezzo ripubblicato da Arkivia. NESSUNO, nemmeno Vlerio Evangelisti, ha mai scritto che pubblicare quell'articolo è stato uno sbaglio.
Se c'è gente che ha perso la dignità e il senso del ridicolo non dia del suo agli altri.
Ognuno ha la sua storia, e la nostra non è quella di questo salumaio.

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uhm...
by però.... Thursday, Oct. 19, 2006 at 7:23 PM mail:

Allora come mai Evangelisti ha pubblicato su Carmilla il pezzo di cui sopra? E come mai in anni e anni di polemiche non è mai venuto fuori niente di sostanza? E se quell'articolo di tanti anni fa era vero come mai il movimento bolognese non lo ha considerato importante? Ci sono molte cose che non quadrano, nella posizione dei "complottisti".....

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machecaz
by ..... Thursday, Oct. 19, 2006 at 8:10 PM mail:

ma uno non può essere di bologna senza sentirsi dire "mozzarella prodiana"? pure mazzetta è di bologna o no? e allora un napoletano è "pizza e camorra"?

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Basta complottismi incongruenti
by !!! Friday, Oct. 20, 2006 at 10:31 AM mail:

Ma i complottisti se lo sono letto l'articolo ripescato da Arkivia?

<<CONTRO IL REVISIONISMO STORICO "DI SINISTRA"
(da "La Comune- progetto Memoria, n. 15, 1994, pag. 20)

E' un fenomeno preoccupante, segno dei tempi confusi in cui viviamo. Persone o gruppi di "sinistra" accostano o fanno proprie tematiche della destra, e addirittura dell'estrema destra, in nome della libertà di discussione, del rifiuto dei dogmi o a fini di pura provocazione dagli effetti "stimolanti". Noi non consideriamo tutto ciò un esercizio di intelligenza, bensì un ulteriore tassello dell'opera di demolizione dell'identità della sinistra - ma qui intendiamo in primo luogo la sinistra di classe - a cui da temposi sono dedicati i vari Cacciari, Vattimo e soci. Un gioco micidiale che non credevamo di vedere riproposto in ambito di movimento.
Eppure così sta avvenendo da quasi due anni, ad opera di personaggi che hanno scelto un'ambiguità ostentata quale
forma di agire "politico". Ha cominciato Franco Berardi detto "Bifo", che solo la stampa borghese ama definire MITICO LEADER DEL 77, con collaborazioni sporadiche alla rivista di estrema destra ELEMENTI. Ha proseguito (ma era attivo da un bel poi'), tale Cesare Saletta, pittoresto "storico" bordighista e divulgatore della paccottiglia antisemita di Faurisson. C'è stato poi il caso della casa editrice SYNERGON di Bologna, che ha avuto il buon gusto di offrire pagine e tribune ad alcuni fascisti militanti.
Il caso più allarmante e ambiguo è però quello del collettivo "situazionista" TRANSMANIACON. Allarmante perché chi compone questo gruppo trova spazio e credito in settori di movimento non sospetti, e anzi carichi di meriti per grado di militanza, per tenacia e anche per integrità morale. Approfittando di questa eccessiva condiscendenza (che attribuiamo a leggerezza, e non a malafrede), il collettivo TRANSMANIACON ha invaso la rete telematica ECN, una delle più preziose sedi di dibattito di cui la sinistra rivoluzionaria disponga, con una pioggia di files tesi a rivalutare - da sinistra (?) - le tematiche del revisionismo stotiografico di bassa lega caro ai gruppetti nazisti di tutto il mondo. Operazione ai confini del delirio, accompagnata da attacchi all'antifascismo e ak concetto stesso di sinistra.
C'è stato chi ha reagito con la necessaria durezza. E' il caso del centro di Comunicazione Autonomo di Bologna, che tra l'altro redige la migliore rivista oggi espressa dal movimento (VIS-A_VIS - QUADERNI PER L'AUTONOMIA DI CLASSE). Il documento che proponiamo ci pare esemplare per chiarezza e complessità. Siamo naturalmente disposti a pubblicare evntuali repliche, purché non provengano da chi, avendo scelto la via della commistione con la destra, si colloca in bilico tra l'incoscienza e l'infamia>>

E' chiaro per esempio che se fosse stato vero che Bifo collaborava con le riviste di estrema destra come c'è scritto lì un compagno come Monteventi invece di farlo scrivere sul suo giornale l'avrebbe messo alla porta a pedate e degli antifascisti convinti come i Wu Ming invece di farlo comparire in Lavorare con lentezza l'avrebbero mandato a quel paese.
Per favore lasciamo perdere queste riviste minori e introvabili e piene di inesattezze e parliamo di cose un pò più importanti e in un modo più costruttivo.

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ma sai leggere?
by il precisatore Friday, Oct. 20, 2006 at 10:58 AM mail:

Forse non hai capito: l'articolo (scritto da Evangelisti) se la prende sia con Bifo che con i Transmaniacon (cioe' Bui, cioe' Wu Ming1) accusandoli di fare il gioco dei revisionisti.

Quindi l'argomento: Bifo non poteva aver scritto su riviste fasciste, perche' i wuming ("sinceri" antifascisti) non l'avrebbero preso per il loro film non vale una mazzetta.

Quanto a Monteventi, un velo pietoso.

I casi sono due: o Evangelisti scriveva cazzate

oppure nel frattempo ha cambiato idea.... (o ha cambiato idea Bui, cosa non infrequente)

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un poco di becgrau
by Terron Power Friday, Oct. 20, 2006 at 9:43 PM mail:

Ragazzi ma forse voi non avete ben presente chi erano gli autori di quel documento ripreso da Progetto Memoria... Si tratta di un collettivo che all'epoca scazzò davvero con tutti quanti, e i complotti che descriveva erano tutti funzionali a ribadire le loro posizioni contro questo e contro quello. Validità e fondatezza pari a zero virgola. Evangelisti gli avrà concesso ospitalità sulla sua rivista personale per amicizia personale con alcuni di loro, non so, ma io ricordo bene che tra i vari complotti che questi si inventavano c'era anche il fatto che "Come si cura il nazi" di Bifo era un libro filo-nazi... cosa che chiunque lo abbia letto sa essere ridicola. La tesi di quel libro di Bifo era che "all’origine della psicosi fascista v’è paura disperata del contatto": i fascisti hanno paura del corpo, sono dei bambocci pieni di tare e carenze affettive, avrebbero bisogno di carezze etc. Non credo che ai nazi faccia piacere essere descritti così, eppure a quei tempi, senza averne letta una sola riga, c'erano compagni (di merende) che accusavano il libro di nazismo. Ad un certo punto, quelli di via Avesella e qualche loro sodale descrivevano tutti quanti come fasci o aventi rapporti coi fasci, a sentir loro l'intero movimento era in combutta coi fasci, coi revisionisti, coi naziskin (cose che erano campate in aria allora e sono rimaste campate in aria). Le accuse a Bui e compagnia nascono in questo contesto di delirio e distacco dalla realtà. Sicuramente il collettivo Transmaniacon (che poi più che un collettivo era una trasmissione demenziale su Radio K) usava un umorismo nero di ultima e provocazioni tardo-punkettone, con quella storia del "tutto si può dire" hanno detto anche una marea di stronzate, e tra l'altro spesso proprio per fare inkazzare quelli di via Avesella..... ma se davvero erano come li descrive questo articolo, sarebbe da capire perché gli ex di quella trasmissione sono ancora in giro, anzi, sono delle star del cazzo dell'antifascismo militante. perché? Forse perché le accuse venivano da soggetti poco credibili e facevano riferimento a scazzi che, visti oggi, sono a dir poco ridicoli? Evidentemente, per alcune persone, quegli scazzi di quindici anni fa sono ancora in corso: ieri li fomentavano in osteria, oggi su Indy. Peccato che a qualunque persona un minimo seria di queste cose non freghi un cazzo.

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fare nel presente
by Franz Friday, Oct. 20, 2006 at 11:46 PM mail:

Già, però il problema delle collaborazioni pubbliche con i fasci era reale, perché Bifo predicava la "nuova tolleranza" verso l'estrema destra (e sdoganava) e i giovinastri subito dopo predicavano le tesi di Faurisson e Rassinier (non ci capivano nulla, le avevano avute da un bibliotecario bordighista) e sulla rivista di Monteventi ci scriveva un fascio trasgressivo come Zekkini:

«Proprio per esorcizzare la paura del “contatto” con i naziskin, lunedì 26 aprile, alle ore 22, alla discoteca Akab di Roma, si terrà una manifestazione per salutare “Il manifesto della nuova tolleranza” ideato da Franco Berardi: giovani con simpatie “estremiste” opposte si ritroveranno a ballare e a parlare insieme per un happening che qualcuno ha già definito “storico”» (cfr. “Il resto del Carlino”, 23/4/1993, p. 7).

Insomma, bella gente, artisti! Ma compagni, no. Antifascisti, nemmeno.

Poi ormai è tutta roba sepolta: nella società dello spettacolo la categoria del 'documentabile' non ha nessuna pertinenza, perché si riscrive il passato continuamente, ossessivamente.

Occupiamoci di fare nel presente

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x Franz
by sei un boccalone!!!! Saturday, Oct. 21, 2006 at 1:28 AM mail:

Ma quella di Bifo era una burla, quella serata non c'è mai stata! Era una presa per il culo dei fasci, secondo te quanti "giovani estremisti di tendenze opposte" si sono presentati? Ma va'! Maro', come siete, come siete...

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1993-1999: scemenze sì, ma non burle
by Franz Saturday, Oct. 21, 2006 at 9:39 AM mail:

Senti, perché non ti vai a leggere la cronaca locale dal 1993... quella di Bifo era una burla (!?) e ne faceva tante allora! e tutto il resto invece? scazzi? Ti do qualche altra letturina d’archivio, visto che sembri provare interesse per queste robacce muffite.

1993-1999
Sulla rivista “Mongolfiera” diretta dal compagno Valerio Monteventi (poi “Zero in condotta”) si può trovare un appello a firma del fascista Valerio Zecchini, credo molto eloquente sul clima in cui nascevano le provocazioni di Trasmaniacon:
“[...] facendo poi appello al superamento delle consunte etichette destra/sinistra per giungere a feconde sintesi eterodosse e non conformiste. [...] In sostanza dunque, dopo essersi combattuti per decenni, i residuati del fascismo e del comunismo trovano oggi buoni motivi per combattere nella stessa trincea...” (V. Zecchini, Sweet and Tender Hooligan, “Mongolfiera”, 28/5/1993).

Chi è Valerio Zecchini?
È un creativo, un intellettuale! Così viene entusiasticamente ritratto su “l’Unità” del 6/8/2001:
“Una destra senza briglie, senza bavagli e senza remore, scapigliata e bastarda. Destra scomoda alla destra. E, per antonomasia, imbarazzante per la sinistra. Fino al punto da diventare attraente. E infatti lo Zekkini performa a Teatri di Vita senza problemi, e viene corteggiato segretamente dal Teatro Polivalente Occupato. Va dove lo porta la testa abbinando santini di Predappio a frasi storiche di Antonio Gramsci o a dipinti di bruttezza inenarrabile”.

Per fortuna, poi si affermarono le tute bianche e i social forum, l’antifascismo tornò di moda, chi ci aveva sputato sopra per quasi un decennio si adeguò al nuovo corso socialdemocratico-spettacolare (che ora è finito) e, nonostante tutto ritorni, questo vecchio capitolo si è chiuso nel 2001.

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Zecchini, AN e la rivincita di Julius Evola
by antifa Saturday, Oct. 21, 2006 at 6:12 PM mail:

Ho cercato un po' di ricerca in internet su Zecchini, ecco una perla della fine dell'anno scorso(dicembre 2005). E'un articolo che non so bene se faccia ridere o piangere dal titolo:
"Reggio Calabria Rende Omaggio a Evola",
dove si vede di che pasta è fatta la cultura della destra (dove Zecchini è di casa):





>> Si è inaugurata ieri sera a Reggio Calabria, nella suggestiva cornice del Castello Aragonese – ore 18,30 del 2 dicembre 2005 - la mostra “Julius Evola: arte come alchimia, mistica, biografia. Opere e documentazione” , che resterà aperta fino al 6 gennaio 2006.

L’evento, realizzato dal Comune di Reggio Calabria in collaborazione con la Fondazione Julius Evola e con il Centro Studi Libero Pensiero, prosegue oggi 3 dicembre, alle ore 10,00, nel Salone Conferenze del Palazzo della Provincia col convegno “Attraversando Julius Evola: segreto e attuale ”. Dopo i saluti del sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti e l’intervento dell’assessore all’istruzione Amedeo Canale, il convegno si articola nei seguenti interventi: Vitaldo Conte, docente di Storia dell’Arte AA.BB. di Catania e critico d’arte, coordinatore della mostra, relaziona su Alchimie e maschere di Evola, Gianfranco de Turris, studioso del pensiero evoliano e segretario della Fondazione J. Evola, guida una Introduzione alla ‘sconveniente’ figura di Evola, Carlo Fabrizio Carli, scrittore e critico d’arte, parla di Alchimia e mistica nell’arte di Evola, Gabriele Simongini, docente di Storia dell’Arte AA.BB. di Roma e critico d’arte de “il Tempo” , su Evola e l’astrazione spirituale dal ‘900 ad oggi , Valerio Zecchini, poeta e performer, recita, infine, brani da ” La parole obscure du paysage intérieur ”.

Ho partecipato ieri sera con l’amico e collaboratore de “La Cittadella” Gennaro D’Uva all’inaugurazione. Devo dire che abbiamo provato una certa commozione nel vedere sull’ingresso del bellissimo castello reggino (non v’era più adeguata sede per il “graalico” Evola) campeggiare uno striscione con scritte a lettere cubitali le due magiche parole JULIUS EVOLA. Vi era molto pubblico tra cui - devo aggiungere – anche delle bellissime ragazze e signore, il che non sarebbe spiaciuto ad Evola. Un certo effetto lo dava anche il vedere la presenza di carabinieri in alta uniforme, con mantello e pennacchio: una bella rivincita postuma per l’Evola portato, già paralitico, in tribunale, nel processo dei FAR. E certamente di tutto ciò non si può non ringraziare il sindaco alleanzino di Reggio, Giuseppe Scopelliti.

Abbiamo avuto il piacere, in questa occasione, di conoscere di persona Gianfranco de Turris, che ha messo a disposizione della mostra reggina materiale della Fondazione e non difficilmente osservabile in altre occasioni. La mostra non presenta, infatti, solo i bellissimi quadri di Evola, alla cui magia è difficile sottrarsi ancor oggi, ma anche una serie straordinaria di documenti: dalle pagine originali dei giornali su cui Evola scrisse (da “Regime Fascista” fino al “Meridiano”) alla mai pubblicata lettera di Umberto II al Filosofo, dai documenti del Minculpop a quelli della Questura, fascista e “democratica”. Da segnalare la fotocopia della famosa carta di scatola da sigari con le firme (Evola, Pavolini, Preziosi ecc.) raccolte al Quartier Generale di Hitler, dopo la liberazione di Mussolini dalla prigionia badogliana.

Insomma, un Evento riuscito e un punto fondamentale nella riscoperta e valorizzazione pubblica di Julius Evola.

Il catalogo della Mostra, dal titolo JULIUS EVOLA. ARTE COME ALCHIMIA, MISTICA, BIOGRAFIA, a cura di Vitaldo Conte e con testi di Carlo Fabrizio Carli e Gianfranco de Turris è edito da IRITI EDITORE, Via del Torrione 3, 89125 Reggio Calabria, tel. 0965.811278, http://www.iritieditore.com.

Sandro Consolato, direttore culturale de “La Cittadella”

L'indirizzo di questa schifezza è:
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=210927

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al boccalone
by stai proprio messo male male male Saturday, Oct. 21, 2006 at 6:49 PM mail:

Orpo, certo che siete proprio alla disperazione se l'unico "appiglio" che trovate è Zekkini, la macchietta più macchietta delle macchiette di Bologna... Zekkini è stato cacciato a pedate quando ha provato a entrare al TPO, cosa che stride un poco con la storiella del movimento che "flirtava" con lui. Le riviste di Monteventi sono sempre state una corte dei miracoli, che in mezzo ai freak sia capitato pure Zekkini non è strano, accanto alla trans campionessa di cricket e al paziente dell'Ottonello che ha vinto la gara mondiale di castelli di carte. Poi prima dite che Transqualcosa erano bordighisti, adesso dite che volevano superare la distinzione tra destra e sinistra, e manco vi rendete conto che le due cose non c'entrano un cazzo una con l'altra... Mummie, siete rimasti con la testa alle vostre micro-controversie di vent'anni fa, e intanto non risulta che nessuno (né Bifo né gli altri) sia passato coi nazi come dicevate voi. La cosa che non capite è che dopo il '92 ci sono stati il '93, il '94, il '95, il '96, il '97, il '98, il '99, il 2000, il 2001, il 2002, il 2003, il 2004, il 2005 e ormai è finito pure il 2006 e NESSUNA di quelle che secondo voi erano le "tendenze" allarmanti ha avuto nessun tipo di seguito. Siete stati smentiti, rassegnatevi, lo "sfondamento" dei fasci a sinistra non c'è stato, tranne nella mente di qualche fissato. A Bologna Forza Nuova e VAG non vanno a braccetto, Zekkini non se lo caga nessuno, Bifo non è diventato fascista e tantomeno i Wuminghi, avete spacciato storie di merda e adesso potete solo continuare a dire: "Ma nel '92... Ma nel '93..." Mummie, tornate nel sarcofago!

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piccolo errore
by xdr Saturday, Oct. 21, 2006 at 6:51 PM mail:

Le tute bianche sono nate nel '98. Nel 2001, invece, si sono sciolte. Questo tanto per far capire quanto siano corrette le ricostruzioni dell'erudito mattoide che conserva da vent'anni ritagli di "Mongolfiera".

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okkio al provokatore
by tpo Saturday, Oct. 21, 2006 at 6:56 PM mail:

Proprio su Politicadomani il deficiente che accusa il TPO di avere "corteggiato" Zecchini poteva trovare la vera versione dei fatti, che è diametralmente opposta.

Fascismi
SEI DI DESTRA: NON ENTRI
A scuola d'intolleranza al centro sociale

Giorgio Innocenti

Bologna, venerdì 17 maggio, è sera e al Teatro polivalente occupato (Tpo) va in scena uno spettacolo di "Angelica", rassegna di teatro sperimentale patrocinata dal Comune.
Valerio Zecchini - attore, poeta, musicista e traduttore, vicino prima al MSI, poi tra i fondatori di AN - invitato da un'attrice della compagnia, si presenta ai cancelli; alcuni giovani occupanti lo riconoscono, lo bloccano e con gentilezza gli spiegano che, nel Tpo, lui non può entrare: "Niente fascisti al Tpo". Zecchini inizialmente pensa ad uno scherzo, tenta di entrare, protesta, interviene il direttore del festival, Mauro Sanzani, ma nulla vale a convincere i giovani. L'attore bolognese alla fine desiste ma la sera successiva è nuovamente davanti ai cancelli in compagnia del consigliere comunale di AN Massimiliano Mazzanti. La scena si ripete: gli occupanti lo attendono al varco e, con la medesima fermezza del giorno precedente, gli ostruiscono il passaggio; "qui i fascisti non entrano".
Forse è bene raccontare come si è arrivati all'odierno Tpo.
Negli anni sessanta si decise di dotare la Scuola di grafica di un teatro, per fare pratica. Il ministero dei lavori pubblici finanziò il progetto dello scultore ed architetto Farpi Vignoli. Inutile dirlo: l'opera non fu mai conclusa. L'edificio fu a lungo utilizzato come magazzino dell'Accademia di Belle Arti e cominciò ad essere frequentato abusivamente da alcuni ragazzi. Il 6 novembre del 1995 un gruppo di teatranti occupò la struttura. Da allora il Tpo è divenuto centro di molteplici attività sociali e politiche e soprattutto culturali, per queste ultime è stato apprezzato, oltre che dal pubblico, anche dalle istituzioni che non hanno mancato di patrocinare alcune iniziative, ultima proprio "Angelica".
L'intolleranza ci rattrista sempre ma quando si manifesta in quei centri che si candidano a teste di ponte della pluralità, allora cadiamo preda del più totale sconforto. Chi dice di accettare le diversità non può scegliere quali diversità ammettere e quali no. Spesso l'apertura mentale è solo un abito che ci si mette per sentirsi più di sinistra, più alternativi; quando s'incrocia chi non la pensa alla stessa maniera, c'è sempre il manganello verbale del "fascista" pronto all'uso. Sono troppi i luoghi in cui i giovani crescono immersi in uno dei tanti "pensieri unici". Sembra una contradictio in terminis ma non lo è: pensiero unico è una corrente d'idee dominanti che, in un dato ambiente, è considerata indiscutibile, verità assoluta. Esso porta a stimare le proprie convinzioni ineluttabili ed implica perciò il disprezzo di chi non le condivide.
Il consigliere Mazzanti ha annunciato che farà di tutto perché il Tpo chiuda i battenti. Probabilmente l'episodio sarà anche oggetto di un´interpellanza parlamentare di AN. Sarebbe un peccato se un simile punto di riferimento culturale della città di Bologna (e non solo) dovesse scomparire. Allo stesso modo non si può accettare che esso continui a porre in atto tali discriminazioni. La speranza è che la vicenda stimoli una riflessione su questi fatti da parte degli occupanti: credo che delle scuse pubbliche sarebbero segno di grande maturità.
Più in generale, non credo che, restando chiusi nelle sedi dei nostri partiti, delle nostre associazioni (mono)culturali, avremo mai la possibilità di andare molto avanti.
http://www.politicadomani.it/Pagine/Giornale/Num15-16/Destra.htm

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anche il Carlino
by tpo Saturday, Oct. 21, 2006 at 6:57 PM mail:

Dal "Resto del Carlino" del 19 maggio 2002:

Artista di destra? Niente Tpo

«Quelli del Teatro polivalente occupato non mi hanno fatto entrare perchè ho militato nel movimento sociale prima e in An. E hanno detto che chiunque sia del Polo e oltre, dai radicali ai poliziotti o carabinieri in borghese, lì dentro non ci può mettere piede». E' davvero infuriato Valerio Zecchini, «artista alternativo» e autore, fra l'altro, del libro «Io non so niente non conosco nessuno». Zecchini ha anche un trascorso politico: è stato consigliere di quartiere, ha lavorato con Stefano Morselli quando faceva parte del gruppo regionale di An, per poi abbandonare il partito circa cinque anni fa. Questi, secondo zecchini, i motivi per cui sarebbe stato lasciato fuori dal Tpo. Ma lui non è deciso a mollare: stasera si ripresenterà in viale Lenin, insieme a Massimiliano Mazzanti, consigliere comunale di An, e Giovanni Preziosa, ex assessore comunale alla sicurezza e vice questore, per assistere al festival «Angelica». La questione arriverà anche lunedì in consiglio comunale: Mazzanti annuncia un «durissimo» ordine del giorno, in cui chiederà che gli esponenti del Tpo vengano messi fuori dalla sede.

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segnalazione
by Max Debunker Saturday, Oct. 21, 2006 at 7:34 PM mail:

Infatti pure a me pareva strano, grazie! E io ci aggiungo che qui
http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/Giap6_VIa.htm#fascisti
WuMing 1 racconta di scontri coi fasci a cui prese parte nel 91 insieme a un altro WuMing, e se non sbaglio quello è proprio il periodo in cui, secondo i complottisti, lui andava a braccetto coi nazi. Qualcosa non torna, no... E secondo me 'sti complottisti sono gli stessi che accusano di essere antisemiti tutti quelli che criticano la politica israeliana...


La prima volta che ho visto i fasci da vicino li ho comunque visti da lontano, scusate. Dico i fasci fasci, mica i compagni di liceo che si davano arie da fascistelli così per fare. S'era nella primavera del '91 e una squadretta di costoro fa un mordi-e-fuggi nell'aula bianca di Lettere, al pianterreno di Zamboni 38, che è "autogestita dagli studenti", cioè dagli autonomi, che poi siam noialtri. In realtà è un luogo di cazzeggio, dentro non c'è niente. Entrano coi bastoni, lottano eroici contro nessuno, buttano un po' di niente a gambe all'aria e se ne ripartono, pregni di chissà che soddisfazione.
Non ricordo di che sottospecie erano, Fare Fronte, Fronte della Gioventù, boh. Se la memoria non m'inganna, era tempo di elezioni universitarie. La lista di destra si chiamava "Sturm und Drang" (subito ribattezzata "Strunz und Sprang"), ma con questi non c'entrava, forse.
Siccome qualcuno - chi?, boh - li ha visti che partivano da un bar di via Belle Arti - facciamo che si chiama "La Coccinella" - si decide d'andarli a pigliare mentre prendono il caffè, fargli sentire lo stalin tra labbro e tazzina. Il problema è che, al bar, i tipi erano in attesa, se ne escono da sotto un'impalcatura con caschi e spranghe. Noialtri ci si blocca un istante, ché non siamo attrezzatissimi. Non so perché ma rimaniamo fermi lì, a cinquanta metri. Sopra l'impalcatura c'è un manovale, che bello bello se ne scende e ci porta un manico di vanga. Noi si esulta, è chiaro. Grazie, prego, auguri, ci vediamo.
Forti della solidarietà militante del popolo, torniamo in Zamboni per disselciarne un pezzetto, ma quando torniamo i fasci sono iti, c'è solo più qualche digossino e il bar è sguarnito. La vetrina si prende un par di sampietrini, così, tanto per metterci la firma. Il barista urla (giurin giuretta): - No, vi sbagliate, non sono di destra, io finanziavo Prima Linea! - Boh.
Non sapendo che fare, decidiamo per un' assemblea, tipo i rivoluzionari ebrei in Brian di Nazareth.
Per il giorno dopo è annunciato un banchetto dei fasci a Giurisprudenza, non si sa se son gli stessi ma fa niente, "cinìs, giapunìs, ien tot prezìs".
Di quell'assemblea ricordo solo una frase topica: - I fascisti non sono un problema politico, e non sono un problema militare: sono un problema politico E un problema militare! - Perle di saggezza.
L'indomani s'esce dal 38 tutti bardati, i giornali han parlato del bordello di ieri e si vuol far bella figura. Passamontagna di lana (a fine maggio, roba da farci le esche da pesci), spranghe d'ogni natura e dimensione, qualcuno c'ha pure un estintore e un tizio, con 'na bomboletta e 'n'accendino, s'è fatto un lanciafiamme rozzimentale. Pure i più incazzosi lo guardano un po' così, come si guarda il matto che gli dài ragione a prescindere.
Ci si muove verso Piazza Verdi, che è tipo l'Ok Corral. Di là dal cordone di polizia c'è Giurisprudenza. I fasci sono a duecento metri, li si vede a spizzocchi e bocconi. Dietro i caschi dei celerini solo due-tre braccia tese, qualche bastone (o sono manifesti arrotolati?), pare di vedere facce di merda coi Ray-ban ma forse è dissonanza cognitiva: da che mondo è mondo, i fasci hanno i Ray-ban, quindi li si vede.
L'Armata Brancaleone ci fa una pippa. C'è un compagno che ne sa quanto gli altri ma ci tiene a spiegare la situazione, e chiaramente gesticola, solo che mentre gesticola c'ha la spranga in mano e prende in faccia un altro compagno, che poi lo devono accompagnare in aula bianca ché gli esce sangue dal naso. Riusciamo a farci del male pure senza fare un cazzo. Siamo lì fermi e c'è Luca, che non è ancora Wu Ming 3 ma più tardi lo diventa, alza un piede, lo indica e mi fa: - Io ho questi anfibi fatti dal laboratorio del Leoncavallo, e si sta staccando la suola. Che faccio se gli sbirri caricano e si stacca la suola, eh, che faccio?
In quel momento gli sbirri decidono che caricano. Mentre ripieghiamo, la suola di Luca si stacca da davanti, come una bocca che s'apre per mordere il pavè. Luca cade mentre un celerino gli dice: "Pezzodimerdapezzodimerdapezzodimerda...", si protegge la testa e si prende un po' di randellate sulle mani, che poi le avrà gonfie fino a notte.
Il bilancio dello scontro: due contusi. Uno sprangato per sbaglio da un compagno, l'altro fottuto dagli anfibi del Leo. Poi dice gli scazzi interni alla sinistra.
Il giorno dopo su "L'Unità"-Bologna esce una foto di noi tutti bardati, pare il carnevale di Cento, facciam ridere i polli. La didascalia dice: "Autonomia schierata in via Zamboni". Capirai...
Qualche mese dopo, una sera, qualcuno li ha beccati che attacchinavano, e stavolta le pacche le han prese, senza messinscene, una cosa tranquilla.

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.
by . Saturday, Oct. 21, 2006 at 8:49 PM mail:

Esiste anche un negazionismo di sinistra.
Per cui si può essere negazionisti e antifascisti.

Poi sul fatto che i fasci non possano entrare al CPO,
mi viene in mente un concerto dei Death in June,
che la mattina dopo chiesero di andare a Predappio a vedere la tomba del duce.

Poi non capisco se anche uno 20 anni fa, magari con spirito un pò provocatore, faceva il negazionista, non mi sembra caschi il mondo.
Curcio era un fascio, che è anche peggio, cos'è bisogna saccagnare anche lui x questo?

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Zecchini marginale?
by non minimizzare, non mistificare Saturday, Oct. 21, 2006 at 10:59 PM mail:

E' un personaggio organico alla nuova destra. Vedi la sua intervista al loro maggiore ideologo su "L’Italia Settimanale", de 12.5.1995:
Valerio Zecchini, "Intervista ad Alain de Benoist"

C'è poco da fare i burloni.

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le chiacchiere stanno a un cazzo
by .. Sunday, Oct. 22, 2006 at 12:33 AM mail:

Zekkini è un buffone e un mentecatto, a Bologna è noto (a pochissimi) soprattutto per un suo libretto di aforismi goliardici sfigatissimi, cose tipo: "E' iniziata l'epoca delle fighe di legno". Fuori Bologna, invece, non lo conosce proprio nessuno. Se per voi il pericolo viene da gente così perché dodici anni fa gli è riuscito di intervistare uno su una rivista nel frattempo stra-morta e stra-defunta...
E poi dovete ancora spiegare come c'entrerebbe Zekkini coi WuMing, e perché il TPO avrebbe cacciato questo soggetto a calci in culo creando un caso politico se invece secondo voi erano in combutta. Zekkini l'avete tirato fuori e vi siete concentrati su di lui quando vi si è fatto notare che le altre cose che dicevate non stavano in piedi, e avete anche detto sfondoni notevoli e sbagliato date (secondo voi con il BSF e le tute bianche finisce questa presunta epoca delle ambiguità e torna di moda l'antifascismo (!), poi invece dite che nel 2001 il TPO corteggiava Zekkini, ma il 2001 è l'anno della fine delle tutine, non dell'inizio, e "Asce di guerra" dei WuMIng è dell'anno prima)...
Non basta conservare gelosamente i ritaglietti dei giornali locali (certo che avete 'na vita triste), bisogna anche capire se quello che c'è scritto sopra era vero o fondato oppure no, e cosa gli anni successivi hanno smentito (quasi tutto) o confermato (un cazzo, direi). Io finora vi ho visto solo tirare fuori dalla tasca frammenti dal significato e dal valore praticamente nulli: Bifo che annunciava una festa che in realtà non c'è stata, e Zekkini che faceva una mostra (da tutt'altra parte). E allora? Un po' poco per corroborare accuse gravissime come quelle che ululate alla luna da vent'anni.

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scontri con i fasci?
by Assurancetourix Sunday, Oct. 22, 2006 at 2:22 AM mail:

<<Infatti pure a me pareva strano, grazie! E io ci aggiungo che qui
http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/Giap6_VIa.htm#fascisti
WuMing 1 racconta di scontri coi fasci a cui prese parte nel 91 insieme a un altro WuMing, e se non sbaglio quello >>>
Vabbè l'autoreferenzialismo,
vabbè che il gusto di riempirsi la bocca con frasi tipo: "fargli sentire lo stalin tra labbro e tazzina"
ma di che scontri con i fascisti parli?

Nello scritto linkato a parte 2 pietre contro una vetrina e un compagno sprangato(fuoco amico) non mi pare facciano altro:

quando i fasci arrivano in università non fanno niente<<Entrano coi bastoni, lottano eroici contro nessuno, buttano un po' di niente a gambe all'aria e se ne ripartono, pregni di chissà che soddisfazione.>>

quando vanno a prenderli al bar la prima volta...scappano
<<Il problema è che, al bar, i tipi erano in attesa, se ne escono da sotto un'impalcatura con caschi e spranghe. Noialtri ci si blocca un istante, ché non siamo attrezzatissimi. Non so perché ma rimaniamo fermi lì, a cinquanta metri(chissà perchè aggiungo io:))>>>

poi quando tornano non trovano nessuno.<<quando torniamo i fasci sono iti, c'è solo più qualche digossino e il bar è sguarnito. La vetrina si prende un par di sampietrini, così, tanto per metterci la firma>>>(chissà invece che aria pregna di soddisfazione ci sarà stata là)

il giorno dopo termina con 2 feriti
<<solo che mentre gesticola c'ha la spranga in mano e prende in faccia un altro compagno, che poi lo devono accompagnare in aula bianca ché gli esce sangue dal naso>>
<<Luca cade mentre un celerino gli dice: "Pezzodimerdapezzodimerdapezzodimerda...", si protegge la testa e si prende un po' di randellate sulle mani, che poi le avrà gonfie fino a notte.>>>

e gli scontri con i fasci?

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leggi bene...
by . Sunday, Oct. 22, 2006 at 3:18 AM mail:

...l'ultima riga.
E comunque pure in piazza l'intenzione c'era :-)))))

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Non minimizzare non mistificare
by non minimizzare non mistificare 2 Sunday, Oct. 22, 2006 at 10:32 AM mail:

dice ..
:"Fuori Bologna, invece, non lo conosce proprio nessuno."

Ma i documenti pubblicati qui sopra dimostrano che lo consce AN, lo conosce ALAIN DE BENOIST, lo conosce L'iTALIA SETTIMANALE.

Aggiungo che scrive sul SECOLO D'ITALIA e spesso sulla rivisrta della destra soviale "AREA"

Quindi sono certi bolognesi che non conoscono le attività di Zecchini e soprattutto che non conoscono bene la nuova destra. Se non non tratterebbero certe cose come fatti di folkore.

E se il revisionismo è banalizzare il fascismo e il nazismo, magari in buona fede, questi bolognesi sono revisionisti.

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piselloni
by No cool Sunday, Oct. 22, 2006 at 12:02 PM mail:

mmm quell'ultima riga mi sembra il solito tocco sborone,
senza testimoni, buttata lì x non fare la figura dei piselloni...dai meglio che scrivano che gli riesce meglio.

A scrivere "abbiamo picchiato quelli" è molto facile..
però allora bisogna parlare di pestaggi non di scontri.
xchè in 10 contro 1, sono tutti(compagni e fasci) bravissimi a menare.Quando i9nvece c'è da scontrarsi x davvero...bè succede come nel raccontino:si fermano a 50 metri e poi scappano con qualche scusa.
Daiiii, vabbè che i WM sono il tuo mito,
ma non è che possano essere i + bravi,
i + cool ogni cosa che facciano.

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Un parere
by ** Sunday, Oct. 22, 2006 at 2:36 PM mail:

Scusa "non minimizzre non mistificare", hai fatto un buon lavoro di documentazione sulla nuova destra e questo personaggio inquietante di Zecchini, ma dove la vedi la buona fede di gente che risponde ai documenti usciti qui dicendo che Zecchini FUORI DA BOLOGNA non lo conosce nessuno?
Se è stato dimostrato (anche da te)che Zecchini lavorava in un omaggio al nazi Julius Evola dal sindaco di AN di REggio Calabria, o che ha lavborato per l'Italia settimanale che gli ha affidato un'intervista con Alain de Benoist, come fa certa gente a dire che fuori da Bologna non lo conosce nessuno?

E poi il ricordo antifascista di Bui è uscito DOPO la polemica "Wu Ming revisionismo" linkata dai Kartografi, quindi sembra scritto apposta come un alibi per risspondere a quel che è venuto fuori (naturalmente senza riferirsi a quel che è venuto fuori): cioè che dal 92 erano attaccati (quelli di transmaniacon) perché postavano file negazionisti in ECN e poi che Bui e Gugliemi e Bifo pubblicavavo per l'editrice Sybergon, che ha pibblicato anche un libro di Zeccchini...

Insomma, l'impressione è che a Bologna come in tante altre città ci sia tata all'inizio degli anno 90 una serie di apprendisti stregoni del Kaiser che hanno fatto delle grosse cazzate e delle provocazioni contro i compagni, gente che proveniva dai movimenti e che giocava allo sfascio. Il grave è che non erano dei fascisti, che i fascisti scrivano coi fascisti, che dei compagni, ma disastrosi, pubblichino i fasci (come ha fatto Mongolfiera) o pubblichino cose per delle editrici che pubblicano anche i fasci (e Zecchini è un fascio che lavora a livello nazionale, come è stato documentato) è quello il problema.

E che un po' di mesi prima della propaganda revisionista in rete Bui e Di Meo abbiano partecipato a una mobilitazione contro i fasci non dimostra un bel tubo di niente.

La mia impressione è che bui & C. pubblicano e ricordano solo certe cose dei primi anni 90 perché voglio rifarsi la biografia.

E quindi si porteranno dietro queste polemiche finchè campano. Come scriveva un compagno: chi è causa del suo mal pianga sé stesso.

Certo che la malafede di certe reazioni non aiuta a rasserenare il clima.

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non bastano le "impressioni"
by ..... Monday, Nov. 20, 2006 at 1:09 PM mail:

Appunto: "l'impressione è che". Quando qualcuno vi ha chiesto qualcosa di più di una "impressione", nessuno ha saputo dire un cazzo. La mia impressione è che a Bologna, molti anni fa, ci siano stati scazzi tra compagni sfociati in infamate gravi, e che a distanza di tanto tempo qualcuno che rosica ancora abbia deciso di ritirarle fuori confidando nell'anonimato di Indy, uno strumento che prima non c'era e che permette di riprendere all'infinito voci e pettegolezzi, senza il bisogno di sostanziare niente, svicolando ogni volta che si trova un vicolo cieco. Un tale Zecchini sarebbe stato "corteggiato dal TPO". Si scopre che in realtà il TPO lo ha preso a calci nel culo. E quindi? Si cambia argomento, in attesa che tutti si dimentichino che era una cazzata, e quindi di poterla riscrivere come se non fosse mai stata smentita. Tra l'altro, fuori da Indy queste cose non hanno mai attecchito. Come mai? Forse perché sono viste come quel famoso "10% di post di invasati" di cui parla la lettera riassuntiva per l'indymeeting di Torino.

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Leggere
by altro che impressione! Monday, Nov. 20, 2006 at 5:59 PM mail:

Ma guarda che se sai leggere capisci che prima il TPO di Bologna ha ospitato quel fascista di Zecchini e più tardi (nel 2001) non l'ha fatto entrare,
Quindi un certo ambiente bolognese ha avuto delle grosse sbandate, anche se alcuni hanno corretto il tiro.

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stronzate
by ex-tpo Monday, Nov. 20, 2006 at 6:08 PM mail:

No, guarda, "se sai leggere" non sta proprio scritto da nessuna parte che il TPO abbia ospitato Zecchini. Perché non è mai successo. Zecchini, da troia quale è, si proponeva a tutti quanti, poi diceva ai giornalisti che tutti lo volevano. Ha detto che il TPO lo "corteggiava" a un giornalista de L'UNità locale, che senza verificare un cazzo né chiedere niente a nessuno ha riportato la cosa di striscio in un articolo che era una mezza presa per il culo dell'elemento in questione. Una frasetta che poi qualche poveraccio privo di una vita propria ha preso per vero (anche lui senza domandare niente ai diretti interessati), tanto che lo ha conservato per anni e adesso lo tira fuori su Indy per prendersi qualche vendetta privata. Possibile che si tratti di qualcuno che, proprio come Zecchini, si è preso qualche calcio nel culo o schiaffone o qualche pestata di occhiali. Poi ovviamente ci sono i rosiconi di professione che ce l'hanno con questo o con quel compagno o gruppo di compagni per i motivi più svariati, e quindi si accodano a gonfiare la bolla di sapone. E' proprio merda come questa che ha distrutto Indymedia: quando uno spazio di movimento diventa un posto dove sguazzano gli infami, è chiaro che i compagni più seri si interrogano se valga la pena tenerlo aperto.

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Sinergie destra/sinistra
by Stronzate? Tuesday, Nov. 21, 2006 at 9:33 AM mail:

Ma l'Unità nel 2001 (a proposito, l'articolo è firmato? o è una velina redazionale anonima?) non aveva nessuna intenzione di "infamare" il TPO! Anzi si complimentava per l'apertura a Zecchini.
Era la politica della pacificazione coi fasci inaugurata da Violante.
E l'amministrazione bolognese in quegli anni si è data da fare.
Era una politica che marciava anche nei mivimenti alternativi.

Pensate alla collana "Percorsi Synergon" della synergon di Bologna. Ci si trova:

- un libro di Pierre Levy, tradotto da Franco Berardi Bifo,
- un libro di VALRIO ZECCHINI (G. Orwell e i mondi virtuali)
- uno di Robero Bui (Wu Ming 1): Transmaniacalità e situazionauti con la prefazione di Guglielmi (Wu Ming 4)
con scritte le cose che sappiamo:
http://italy.indymedia.org/news/2005/01/710965_comment.php#716751

Ma ci trovi anche:
- un libro di Bruno Giorgini (oogi in redazione del Domani di Bologna, un giornale collaterale alle giunta di centrosinistra
- e un libro di Oscar Marchisio, che è stato un papavero alto dell'amministrazione (dirigente dell'Opera Universitaria)

Quindi le sinergie tra spezzoni di movimento, amministrazione, e la nuova destra ci sono state, ma adesso a certuni non piace ricordarle.

Comunque, se il TPO era estraneo a questa poltiglia sinergica è una buona cosa.
Ma la poltiglia c'era.


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stronzate è poco: "infamate" è la parola giusta
by ex-tpo Tuesday, Nov. 21, 2006 at 1:12 PM mail:

A parte che, "buone" intenzioni a parte (comunque tutte da dimostrare, perché la tua è più che altro una congettura), quello che scriveva L'Unità in quell'articolo rimane falso, perché un fatto o è successo o non è successo e nessuna dietrologia può far succedere quello che non è successo: Zecchini non ha mai fatto serata al TPO (provatemi che le ha fatte, forza!); mentre è ampiamente provato, con centinaia di testimoni oculari e articoli sui giornali e interrogazioni in consiglio comunale, che Zecchini dal TPO fu CACCIATO A CALCI NEL CULO! Rimaniamo ai fatti, non alle stronzate.
La Synergon, se non sbaglio, pubblicava anche Roberto Sassi (un libro su Mao e uno su Lenin), un compagno sulla cui integrità a Bologna si possono avere pochi dubbi, e libri con prefazioni di Antonio Caronia, e tante altre cose non riconducibili ad alcuna "poltiglia", dopodiché, a parte il libro di Zekkini che dici (e non discuto che sia stata una cazzata pubblicarlo, e ricordo che il movimento bolognese criticò con durezza quella scelta, altro che connivenze), gli altri sono libri di Bifo, Bui e Pierre Levy, che a parte le critiche (io con Bui ho scazzato in modo pesante) solo nella tua immaginazione malata possono essere fascisti.
Questo tentativo di infamare il movimento bolognese va avanti da parecchi anni, e non si è ancora visto uno straccio di prova di nulla. Quindi tu sei un rimestatore e un infame. Non so se ti manda qualcuno o se ti mandi da solo, ma che le tue siano infamate è vero fino a prova contraria. E prove contrarie di questo "grande complotto" o alleanza tra compagni e fasci non me ne hai date.

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Thaelmann
by Rivoluzionario/Stalinista Tuesday, Nov. 21, 2006 at 1:15 PM mail:

Non voglio entrare nel merito, che mi sembra contortissimo e viziato da personalismi, ma dico una cosa: il link sopra manda a una discussione dove si dice con sicurezza che Ernst Thaelmann non era a Buchenwald.
Ovviamente, invece, e lo riportano tutte le biografie, il compagno Thaelmann era proprio a Buchenwald. Ma se prima di montare discussioni prima si studiasse un pochetto?
http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/germania/thalmann.htm
http://www.scrapbookpages.com/Buchenwald/Resistance.html
http://www.dhm.de/lemo/html/biografien/ThaelmannErnst/index.html

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Effettivamente...
by Franz Tuesday, Nov. 21, 2006 at 4:02 PM mail:

Mi scuso per aver riprodotto parte di un articolo dell’Unità contenente un’imprecisione: a fine luglio 2001 il fascista Zecchini non era “corteggiato segretamente dal Teatro Polivalente Occupato”, ma soltanto da alcuni pochi compagni ALLORA esponenti storici del TPO e oggi finiti altrove, interessati alle sperimentazioni teatrali e al discorso artistico di Zecchini e forse ad altro.
Nel maggio 2002 fu giustamente allontanato.

Su quel che accadeva prima del 1999 non ho nulla da correggere o da aggiungere ai fatti già riportati, ma inviterei tutti coloro che hanno di MEGLIO da fare a non perdere il loro tempo pro o contro, visto che in ballo non c’è nulla. I danni sono sotto gli occhi di tutti.

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Caro rivoluzionario/stalisnista
by chi infama chi.? Tuesday, Nov. 21, 2006 at 5:03 PM mail:

Già che hai tanto studiato, ci dici dov'è che gli scrittori in erba di Transmaniacon, poi passati a Wu Ming. hanno preso la fandonia che Ernst Thaelmann faceva il KAPO'?

Magari Bui, che è tanto occupato, visto che 'sta roba l'ha scritta, troverà un momentino per farci sapere dove l'ha presa?
Perché se non documentano e NON DIMOSTRANO questa affermazione,allora quelli che infamano un prigioniero comunista ucciso dai nazi nei Lager sono stati proprio loro.

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kapo e kazzi e kape di kazzo
by Rivoluzionario/Stalinista Tuesday, Nov. 21, 2006 at 7:29 PM mail:

io la gente che nomini non la conosco quindi non so dire. Thaelmann non faceva il kapo, dove sta scritto? lo avevano messo ausiliario sanitario, come è accaduto a tanti altri. Tra i prigionieri dei lager c'erano lavori e mansioni. tecnicamente non c'è niente di sbagliato, poi sulle valutazioni o sulle provocazioni punkettone o sulle figure retoriche sono altri kazzi e io infatti non concordo con quel tono come non mi piacevano i Sex Pistols con la svastica addosso anche se non erano nazi ma dicevano che nazi era il sistema. L'anarchismo è un'ideologia piccolo-borghese quindi non sto con gli anarchici. invece se uno dice, convinto come un pompiere, che Thalmann non era a Buchenwald dice una vaccata e mostra di non sapere niente, quindi prima di fare dotte analisi almeno informarsi sui fatti, non dico altro. soprattutto prima di dare del fascio a destra e a manca.

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uhm...
by uhm Tuesday, Nov. 21, 2006 at 7:38 PM mail:

"a fine luglio 2001 il fascista Zecchini non era “corteggiato segretamente dal Teatro Polivalente Occupato”, ma soltanto da alcuni pochi compagni ALLORA esponenti storici del TPO e oggi finiti altrove, interessati alle sperimentazioni teatrali e al discorso artistico di Zecchini e forse ad altro."

Prove?

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Ancora per riv/stan
by Sta scritto in un libro Synergon Tuesday, Nov. 21, 2006 at 7:57 PM mail: dove sta scritto

Carissimo "rivoluzionaripoo/stalista".

Questo è un pezzo del libro di Bui (WM1)pubblicato per Synergon (con prefazione di Guglielmi, WM4), ripubblicato da "Alice" in risposta alla sfida di Bui e linkato qui sopra:

<<La famiglia Addams dell’estrema sinistra ha in casa una pianta carnivora, una Dionea Horribilis che continua a buttare qui e là germogli di ceti politici, destinati a seccarsi e rattrappirsi o a crescere per gestire il nulla. [...]
È esattamente come a Buchenwald: i nostri padroni selezionano i prigionieri più capaci & creano gerarchie ufficiose (i “politici” contrapposti ai “comuni”, con alcuni “comunisti” a fare da kapò) per garantire il massimo controllo col minimo sforzo dei carcerieri. Chi sono i più adatti ad autoamministrarsi? Come a Buchenwald il leader stalinista Ernst Thaelmann “smistava” i nuovi arrivati & misurava loro il torace, oggi i vari spacciatori di politica incanalano & incasellano il disgusto TOTALE degli spossessati, ricompongono i conflitti livellandoli su parzialissime piattaforme, confondono il desiderio di CAMBIARE LA VITA con la periodica opportunità di “emendare” alcuni aspetti della sopravvivenza. Ciò che misurano i Thaelmann di oggi è la “soglia di socializzazione”, è FINO A CHE PUNTO SI PUÒ TOLLERARE LA NON-VITA>>.

Prove su Thaelmann? Nessuna! Indicazioni di testi che documentano queste affermazioni? Nessuna! Quindi, fino a prova contaria sono calunnie contro un dirigente comunista uccisao dai nazisti. Ma i Wu Ming hanno certo altro da fare e così non ci spiegano pèerché hanno scritto queste cose.

Ma lascia perdere Stalin e anche i finti antistalinisti, se vuoi fare il rivoluzionario!

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chiariamo alcuni punti
by Rivoluzionario/Stalinista Wednesday, Nov. 22, 2006 at 2:43 PM mail:

E' la solita polemica anti-stalinista, e quindi controrivoluzionaria. Il compagno Thaelmann misurava i toraci perché non poteva fare altro, in una situazione come quella. Ma sul conto di Stalin e della rivoluzione d'ottobre, sinceramente, ho letto anche di peggio qui su Indymedia, per cui la cosa non mi scandalizza. Chi critica Stalin o lo "stalinismo" o il patto Molotov-RIbbentropp o i fronti popolari, quando non è in malafede perché infiltrato della reazione, pensa così facendo di esprimere un punto di vista più radicalmente antifasicsta, e in realtà soccombe all'estremismo malattia infantile del comunismo. Il patto di non aggressione con la Germania nazista era un passaggio necessario a prendere tempo e permettere allo stato operaio di approntare le difese. Non sempre si può agire come credono i "duri e puri" come quello che tu citi, però, ripeto, non si può astrarre un passaggio come questo dal problema generale, che è quello di una mancata comprensione dell'operato del compagno Stalin a difesa dei lavoratori e della rivoluzione. Invito chi si pensa comunista ad approfondire e di non accontentarsi di una versione "più a sinistra" delle panzane anti-Stalin propinate dai mass media della borghesia internazionale. E invito anche gli incompetenti a evitare di esprimersi prima di avere approfondito: ripeto, dire che Thaelmann non era a Buchenwald è un errore grave, perché il senso della sua parabola umana e politica è definito dalla sua morte a Buchenwald. Azzardo addirittura che dire che non era là è più grave che fraintendere il suo comportamento in quel contesto, per cui attenti!

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Thalmann
by Andrea R. Wednesday, Nov. 22, 2006 at 2:49 PM mail:

Siccome tra gli antifascisti celebrati dai WM sul loro sito c'è anche in effigie Ernst Thalmann, la presa di distanza da quella boutade antistalinista (di quand'è poi? di che anni stiamo parlando? sai quante stronzate ho detto io da ragazzino quando facevo l'iperrivoluzionario?) mi sembra esplicita e praticata:
http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/antifa/tematico_antifascismo.htm
e in ogni caso, anche quella frase sgradevole non è certo tacciabile di nazismo, anzi, piuttosto "sbrocca" per troppo antinazismo, mi pare fin troppo evidente.
in ogni caso credo che un libro come "Asce di guerra" smentisca tutte le cazzate scritte qui sopra.

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anch'io sulla boutade
by x Wednesday, Nov. 22, 2006 at 3:12 PM mail:

"una boutade che al me di oggi suona aliena e puerile, ma il me ventiduenne era frequentemente puerile"

così scriveva Bui su Carmilla tempo fa.
e proprio tra i link su WM e revisionismo proposti di continuo (nel primo di quei link, per la precisione) si trova questa cosa sempre di Bui del 1998 (quasi nove anni fa):

"ANNI FA CERCAI DI SPIEGARE LE MIE RAGIONI, E LO FECI IN MODO TROPPO CONFUSO, DA VENTENNE QUALE ERO. Tra non molto tempo saro' "dalla parte sbagliata dei trenta", e se
indago su qualcosa non lo faccio per mera "provocazione"."

che senso ha inchiodare le persone a parole o frasette di tanto tempo fa da cui hanno già preso le distanze nelle parole e soprattutto nei fatti? chi ammette di essere stato puerile e confuso è da lodare, non da linciare. E poi ha ragione R/S, contro gli stalinisti si è detto e si dice anche di peggio, per esempio c'è l'equiparazione antistorica lager-gulag che tanto piace agli anarchici. se Bui va fulminato per la frase incriminata, agli anarchici cosa bisognerebbe fare?

Non vedo l'utilità di un "processo" come questo. cui prodest?

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questione di metodo
by Otto Neurath Wednesday, Nov. 22, 2006 at 3:36 PM mail:

Molto interessante, il tutto, invece.
Io volevo solo presentare una "mozione d'ordine", è una questione di metodo. E' improprio dire che riportare la frase su Thelmann risponde alla "sfida" di Bui riportata anche in questo 3d.
La "sfida" di Bui, fatta due anni fa, era questa, punto x punto:

<b>"sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia scritto o detto che mai vi furono camere a gas nei lager nazisti o che non vi fu sterminio degli ebrei da parte del regime hitleriano."</b>

La frase su Thelmann, per quanto sia un errore politico (del resto riconosciuto e sconfessato), non risponde a questa sfida.

<b>"Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia sostenuto posizioni diverse da questa: i fascisti di ogni tendenza e sfumatura vanno combattuti sempre, per ogni dove e con ogni mezzo che sia necessario."</b>

E anche in questo caso, la frase su Thelmann non c'entra.

<b>"Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia giustificato le azioni di un regime nazifascista o un qualunque crimine d'impronta o ispirazione nazifascista."</b>

Pure qui, è palese che la frase su Thelmann non c'entra.

<b>"Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia sostenuto posizioni basate sulla discriminazione di un popolo, di un'etnia, di una razza (non credo alla loro esistenza), di una cultura, di un genere."</b>

Idem con patate.

<b>"Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia criticato un'azione di antifascismo militante per motivi che non fossero la sua scarsa efficacia o la sua approssimativa realizzazione."</b>

Idem.

<b>"Sfido chiunque a dimostrare che in una qualunque occasione e in una qualunque fase della mia vita io abbia criticato la memoria storica della Resistenza per fini diversi dal suo rinnovamento e perfezionamento, verso una migliore prevenzione dell'insorgere di nuovi fascismi."</b>

Probabilmente, nella sua visione distorta di allora, Bui pensava (e con lui chissà quanti altri nella sinistra estrema) che con la polemica antistalinista si potesse rinnovare e migliorare la memoria della Resistenza. Volendo si può anche sostenere che non sia così e che il fine fosse un altro, ma non lo si può provare in nessun modo, anzi, vi sono prove contrarie: il percorso successivo di Bui, di Blisset e dei WMing si è basato anche sul lavoro di ricostruzione e miglioramento della memoria storica della guerra partigiana.

Quindi anche in questo caso, la sfida rimane e non si è dimostrato niente. Aggiungo che uno non fa una sfida così se sa che può essere dimostrato qualcosa. Solo se uno è sicuro e in pace con la propria coscienza può sfidare gli altri a sporcare la sua reputazione. A questo forse non ci aveva pensato, chi dedica tanto tempo a spaccare in quattro capelli conservati per vent'anni?

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Una boutade?
by per Thaelmann Wednesday, Nov. 22, 2006 at 7:13 PM mail:

Ma la storia che Thaelmann selezionava gli internati da dove viene?

Ho interpellato via e-mail un amico che ha lavorato sul movimento operaio tedesco e mi ha risposto che non conosce nessun riscontro, quindi che secondo lui è una pura invenzione, o un calunnia che non ha mai trovato nei libri di storia e nei documenti sulla deportazione.

Altro che boutade! Se è così, e se Bui non documenta quello che ha scritto, è un'infamia contro un militante comunista ucciso dai nazi.

Sarebbe questa la versione rinnovata della Resistenza?
Ma andate a...

E anche questo strano rivoluzionario-stalinista, perché da per scontato che Thaelmann misurava i toraci? Dove l'ha letto? Sui libri di Synergon?


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non mi quadra
by non mi quadra neanche un po' Wednesday, Nov. 22, 2006 at 7:58 PM mail:

Ma anche fosse, mica sarebbe stata colpa sua! L'avete letto "Se questo è un uomo"? Il punto non era quello, e nessuno difende quell'errore, ma

UNO state rompendo i coglioni a una persona per una frase scritta un pacco di anni fa e da cui ha già preso le distanze (probabilmente scritta senza verificare) e cmq, pur contenendo una informazione sbagliata e grave, non era certo un'affermazione a contenuto fascista;

DUE state "arrivando dopo la puzza", e di parecchio, accusando Bui di attaccare Thaelmann come se quelle cose le avesse scritte oggi, mentre invece oggi, ammesso l'errore, mette Thaelmann tra gli antifascisti da onorare, sul suo sito web, in modo visibile, esplicito e plateale.

TRE state rovistando nel torbido con tutte le vostre forze per infamare una delle persone che sta facendo lavoro culturale antifascista in Italia, a livelli che voi vi sognate. Sì, perché le chiacchiere contano quel poco che contano, mentre l'attività dei WM è sotto gli occhi di tutti.

quindi mi viene da chiedere: chi cazzo siete? Perché contro i Wu Ming, perché contro TUTTI i Wu Ming, perché proprio adesso e perché con questo accanimento? che intenzioni avete? Più che ammettere l'errore, prendere le distanze e onorare la memoria di Thaelmann, cos'altro dovrebbe fare??

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Millequattrocento giorni
by Wu Ming 1 Wednesday, Nov. 22, 2006 at 10:03 PM mail: wuming1@gmail.com

Millequattrocento gi...
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Cari compagni,

nel corso degli anni, quando qualcuno mi interrogava in pubblico o in privato, ho avuto modo di precisare alcune cose che mi stavano a cuore. Ringrazio chi mi da l\'occasione di farlo ancora una volta.
Se chi mi attacca è in buona fede e lo fa sinceramente in nome della lotta al fascismo, allora riconosco in lui un fratello e un compagno, cerco di distinguere tra l\'intento e il risultato, e mi adopero per fargli capire che non sta attaccando me, bensì un riflesso deformato di quel che sono, dico e faccio.
In parole povere, non ho problemi a rispondere a chi mi interpella su cose che ho scritto e fatto. Diverso il discorso quando si cerca di calunniarmi, si inventano frequentazioni che non ho mai avuto, alleanze trasversali mai esistite, complotti che non ho mai ordito, e si scambiano per fonti neutrali e oggettive opinioni di parte espresse da chi mi tiene il broncio per motivi legati alla storia delle occupazioni bolognesi, dalla Pantera al 36. Ma quello è un altro discorso.

Il libro a cui si fa riferimento qui è (era) in realtà un pamphlet intitolato \"Transmaniacalità e situazionauti\", firmato col mio nome anagrafico, stampato a Bologna in una manciata di copie (trecento, se non ricordo male) nel 1993, ma contenente interventi radiofonici e telematici del periodo 1992-93 (quando avevo ventidue anni). La prefazione era di Federico Guglielmi, che all\'epoca non conoscevo di persona. Io non ero ancora \"Wu Ming 1\", Federico non era ancora \"Wu Ming 4\", ed è quindi sbagliato e disonesto attribuire il pamphlet a Wu Ming, anche perché nel collettivo ci sono altre tre persone, che con quel libretto non hanno niente a che vedere.
Il pamphlet uscì con la Synergon perché era la casa editrice di riferimento del cyberpunk bolognese. A fare il mio nome all\'editore fu la scrittrice Pina D\'Aria, che aveva pubblicato con lui una raccolta di racconti, \"Flatline romance\".

La radio, dicevo. Con altri personaggi dell\'underground bolognese (tra cui Aldo Vignocchi, leader della band Cavalla Cavalla) conducevo una trasmissione sperimentale su Radio K Centrale che si chiamava \"Transmaniacon\" (e più tardi \"La merenda uruguagia\", da un fumetto di Scozzari). Collegavamo al mixer campionatori e strumenti elettronici, creavamo un ambiente di voci, rumori di strada e musichette lontane, e leggevamo - filtrando e accelerando le voci - testi provocatori, sarcastici, anche stupidi, influenzati dal punk, dal dadaismo, dal futurismo russo, dall\'ultrasinistra radicale post-situazionista o addirittura post-bordighista (a parte il punk, tutta roba per cui oggi provo ben poco - se non zero - interesse).
Molto spesso era vero e proprio ciarpame, pseudo-teoria pretenziosissima oppure aforismi demenziali, e spesso l\'unica finalità era \"épater le camarade\", fare incazzare quelli che consideravamo i bacchettoni di movimento. Intorno a noi vedevamo troppo conformismo, e codici comunicativi vecchi decrepiti. Certo le alternative che avevamo in mente erano parecchio fumose, e l\'atteggiamento non era molto propositivo, anzi, sputavamo su tutto e tutti. Non che fosse tutto quanto insensato, anzi, alcune tendenze degli anni a venire le avevamo individuate \"di pancia\", ma il modo in cui ne parlavamo era superficiale. Con eccessiva leggerezza trattammo anche tematiche molto pesanti, come la libertà d\'espressione per tutti, ivi compresi gli storici negazionisti. Giudicavamo liberticide le leggi approvate ad hoc in alcuni paesi europei per vietare quel genere di argomentazioni (cosa di cui rimango convinto ancora oggi), ma erano argomenti troppo grandi per noi, non riuscimmo a tracciare un confine netto tra argomentare serio e provocazione dada, e in definitiva riuscimmo solo a esasperare gli animi (ma oggi collaboro felicemente con diverse persone che all\'epoca esasperammo, quindi non dev\'essersi trattato di grossi traumi).

[Va precisato che, al contrario di quanto affermano certi finti \"testimoni\" di quei giorni, persino in quel marasma e pur nella scarsa lucidità, non concedemmo mai un\'unghia a discorsi come la contaminazione tra destra e sinistra e balle del genere, ridadimmo sempre la necessità di lottare contro fascismi e razzismi, contro le nuove destre, contro il razzismo differenzialista etc. Alcuni dei miei appunti di allora su questi temi sono gli unici scritti che salvo di quella fase della mia vita, e infatti li ho riproposti di recente. Chi si aggrappa strumentalmente ad antichi dissidi e su quei livori azzarda strampalate ricostruzioni, inventandosi mie presunte prossimità a fascisti e consimile feccia, agisce in completa malafede. C\'è da dire che non produce molti danni, dato che molte persone hanno ben chiaro in testa il mio percorso e in qualunque momento possono confrontare bugie e realtà.]

Due stagioni radiofoniche, e avevamo la nausea. E\' vero, dal letame nascono fior, ma puzza lo stesso.
Pensai di raccogliere un po\' di quegli interventi in un pamphlet. Un po\' per gggiovanile narcisismo (\"me la tiro perché pubblico un libro!\"), un po\' anche per chiudere una fase, mettere un punto e passare ad altro (cosa che poi ho fatto, perché è cominciato il Luther Blissett Project). Lasciar perdere l\'avanguardismo fine a se stesso, riscoprire le mie radici nella cultura pop/di massa (sicuramente devo molto più a Star Trek che a Giorgio Cesarano) e trovare una modalità comunicativa più democratica e accessibile.

Il libretto, dunque, raccoglieva quasi senza filtri un po\' del ciarpame di cui sopra, quindi conteneva robe che oggi mi fanno accapponare la pelle. Appena pubblicato, già mi sembrava lontanissimo. Non so dove avessi trovato l\'informazione sbagliatissima su Ernst Thälmann, l\'avevo letta in radio in mezzo al marasma poi, senza controllare alcuna fonte e fidandomi di chi me l\'aveva detta (vatti a ricordare chi era!), la riproposi nel testo. Non era l\'unica stronzata abnorme, ce n\'era pure una su Giovanni Falcone, davvero infantile e demente. Erano tutte \"boutanades\" che in radio - per fortuna - non avevano avuto il minimo peso, mentre su carta erano pugni negli occhi. O meglio, pugnette.

Il libro non ebbe la minima risonanza né circolazione, non fu mai ristampato, poi la casa editrice fallì e le copie rimaste andarono al macero senza rimpianti da parte di nessuno. Anche per quello non potei pubblicare un\'edizione con rettifica, anche dopo avere scoperto che quella su Thälmann era una menzogna. Del libro me ne dimenticai e passai ad altro. Nemmeno ne possiedo una copia, e tutte le volte che qualcuno mi chiede informazioni, gli dico che era all\'80% merda. Il 20% che si salva contiene anticipazioni proto-blissettiane. Quando mi è capitata l\'occasione ho spiegato chiaramente che scrivere quella frase su Thälmann era stata uno sbaglio madornale. Del resto, come faceva notare qualcuno, l\'ho smentita sul piano concreto e senza equivoci.

La discontinuità tra le trasmissioni radio che facevo a vent\'anni e il lavoro che porto avanti adesso è evidente a chiunque all\'epoca ascoltasse le prime e oggi segua il secondo con il minimo sindacale di attenzione. Certamente vi sono anche elementi di continuità, ma non stanno nella modalità provocatoria di comunicare (oggi provocare non mi interessa): stanno nell\'interrogarsi sull\'uso dei media che abbiamo a disposizione. Ieri usavamo le BBS, reti telematiche pre-web, con \"nodi\" che si collegavano tra loro ogni 24 ore, utilizzavamo un mix di alta tecnologia (campionatori) e residui delle innovazioni precedenti (radioemittenti scalcagnate). Facevamo fanzines con forbici e fotocopiatrici, volantinavamo, qualcuno di noi ha fatto in tempo a usare il ciclostile. Oggi è tutto diverso, 13-15 anni sono due secoli nel tempo della rete, eppure l\'intenzione di creare una \"narrazione transmediale\" è figlia anche delle povere sperimentazioni di quei tempi, e questo lo rivendico.

Questo post si intitola \"millequattrocento giorni\". Sono quelli trascorsi da quando postai la mia rinuncia a utilizzare Indymedia come strumento e luogo in cui rispondere a chi mi poneva domande. Cercando negli archivi, non è difficile ritrovare quel comunicato. Mi sembra molto lungimirante, alla luce delle notizie degli ultimi giorni. Poiché continuo a ritenere questo medium inappropriato a discussioni di questo tipo, consiglio a chi volesse ulteriori chiarimenti di scrivermi in privato, alla mail che figura nelle intestazioni.

In struggle,

Wu Ming 1

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postilla
by Wu Ming 1 Wednesday, Nov. 22, 2006 at 10:05 PM mail: wuming1@gmail.com

Penso che il server abbia avuto qualche problema mentre postavo. Connessione lentissima, strani caratteri e zero foto. Va bene lo stesso.

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mezze verità sono pur qualcosa
by Andrea S. Thursday, Nov. 23, 2006 at 6:25 PM mail:

Anche le mezze verità sono pur qualcosa.
Ma nel CD “Transmaniacon e La provoc/azione revisionista” del 2002, che raccoglie parecchi interventi del collettivo Transmaniacon nella rete ECN tra il 1992 e il 1993, ci sono molte stupidaggini propriamente revisioniste (tipo quella, meticolosamente argomentata, che il gas delle camere a gas era un disinfettante per i pidocchi!). E quasi tutti i testi sono furbescamente firmati con nick o sigle, ma non proprio tutti.

Comunque, vista la prolissità dei documenti e la scarsa pazienza, mi limito a citare uno degli ultimi file: END.ASC del 18/2/1993:

«Non abbiamo mai inteso spacciare nuove verita’, e’ che ci fanno orrore sia i miti sia gli "enunciati invulnerabili", come li chiamava il dadaista Hugo Ball... Su questo siamo con e contro Ball, perche’ lui la frase invulnerabile se l’era posta come obiettivo, anche se questo contrasta con tutta l’idea che ci siamo fatti di Dada. Insomma, quello che Lalo ha scritto e’ semplice: c’e’ stato un conflitto interimperialistico,ed entrambi i blocchi - l’imperialismo nazifascista e l’imperialismo alleato - hanno usato tutte le armi del Mito e della Propaganda. Certo da parte nazista c’e’ stata la persecuzione razzista, c’e’ stato l’internamento, la barbarie eugenetica, l’annientamento delle avanguardie di classe e del movimento operaio tutto: ma stiamo attenti, perche’ l’imperialismo alleato ha cristallizzato tutto cio’ in un enunciato invulnerabile; per giustificare la Yalta dei territori ha concordato con lo stalinismo una Yalta ideologica. Cosi’ il nazi e’ diventato la personificazione del Male assoluto, si e’ attribuita la "Barbarie" ad una parte sola, il Razzismo e’ stato posto al di sopra delle classi. Chi puo’ affermare a cuor leggero la veridicita’ di tutto quanto propagandato dagli americani? Non mi sento di escludere [...]»

Il compagno dalle tante sfide si riconosce? o è tutto un complotto di paranoici invidiosi?
Già, perché per lottare contro il fascismo bisognerebbe anche sapere che cos’è, non costruirne un’immagine stereotipata e fuorviante. Su questo lo invito a meditare, più che sulla sua volubile autobiografia. Per il resto, massimo rispetto. Chi non fa, non falla.
Un saluto a pugno chiuso

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Chi non fa
by non falla Tuesday, Nov. 28, 2006 at 5:54 PM mail:

ma chi mente è un bugiardo!

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