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Non bevo Coca-Cola, non mangio MC Donalds e loro perdono 49MLD di $
by Stealth Saturday, Aug. 11, 2001 at 1:06 AM mail:

Allora funziona! Ecco come fare danni alle alla multinazionali globalizzatrici senza rompere vetrine e senza rischiare nulla, anzi guadagnarci in salute, portafoglio e sodisfazione personale.

Interessante articolo da Repubblica.

Io sono un paio d'anni che ho iniziato il mio personale boicottaggio di diversi marchi. Piu' siamo e piu' i danni fatti dai black bloc risulteranno meno che patetici al confronto...

http://www.repubblica.it/online/societa/marchi/crisi/crisi.html

I "loghi" più noti del mondo hanno perso valore nell'ultimo anno
per 49 miliardi di dollari a favore dei nuovi prodotti locali
La crisi dei marchi globali
più che il G8 poté il mercato
di RICCARDO STAGLIANO'
ROMA - Se sei un "logo" ti tirano le pietre. Sono tempi duri per i grandi marchi, quelli internazionalmente noti da New York a Vladivostok: in strada gli anti-global li contestano come le ultime incarnazioni del Male capitalistico, sul mercato le loro quotazioni non brillano più come una volta. Anzi. Solo Coca-Cola, per dire del più globale brand di tutti i tempi, ha visto le proprie azioni scendere a un valore di circa la metà rispeto a quello raggiunto in Borsa alla fine degli anni '90. E se è vero - come scriveva in copertina "Business Week" della settimana scorsa - che i marchi globali valgono ancora un sacco di soldi lo è altrettanto che la quantità di valore perso nell'ultimo anno non ha pari nella loro storia recente. Dei 74 "loghi" apparsi nella classifica di quest'anno ben 41 hanno infatti perso terreno: 49 miliardi di dollari (circa 100 mila miliardi di lire) volatilizzati (ovvero una perdita di oltre il 5 per cento), toccando quota 851,6 miliardi di dollari. Di chi è la colpa?
Una lunga analisi apparsa nei giorni scorsi sul "Financial Times" azzarda alcune ipotesi. C'è un dato macroeconomico generale, ovvero la crisi delle dot-com che ha decurtato il valore di tante compagnie ad alto contenuto tecnologico. Ma questo non spiega l'indebolimento di tanti campioni della Old Economy, come il -5 per cento di Coca-Cola e Nike, il -9 per cento di McDonald's e il -12 per cento di Gillette, solo per citarne alcuni. Declini insospettabili sino a pochissimi anni fa quando l'investitore più scaltro di tutti i tempi, quella sorta di Re Mida della finanza che ha per nome Warren Buffett (l'uomo più ricco del mondo secondo la classifica di Fortune sino alla staffetta con Bill Gates), aveva investito massicciamente in tutte queste e in altre ancora.
Un'euforia giustificata da vari sommovimenti mondiali. La caduta del muro di Berlino, per esempio, che aveva liberato mercati potenziali enormi (Russia, Cina e così via) e enormemente affamati di beni occidentali, i frutti proibiti loro preclusi sino a pochi mesi prima. Un effetto che aveva fatto lievitare le vendite e, soprattutto, le prospettive delle multinazionali yankee. "Era solo una prima fase, però - spiega oggi Tim Ambler, ricercatore di marketing internazionale alla London Business School -. Nell'attuale seconda fase questi Paesi hanno riscoperto un po' del loro nazionalismo e del loro orgoglio commerciale e hanno detto: 'Aspettate un minuto: perché stiamo svendendo il nostro patrimonio nazionale agli americani che, dopo tutto, sono stati i nostri nemici per tutti questi anni?'". Una riscossa giocata molto con l'arma tipica del consumatori: decidere di non comprare. E così, sempre l'anno scorso, né Coca-Coila né Procter & Gamble né altri nomi importanti dell'industria americana figuravano nelle classifiche dei 10 marchi più pubblicizzati in Cina che erano tutti, strettamente, Made in China.
E se molte multinazionali stanno cercando di seguire il vento e adattare i loro prodotti alle realtà locali (magari comprando aziende del posto come ha fatto di recente McDonald's), si tratta della presa d'atto di una sconfitta, del risultato di 1 a 0 nella partita localismo contro globalismo. I super-marchi sono sotto schiaffo anche in patria: solo l'anno scorso sono stati 31.432 i nuovi prodotti "senza marca" introdotti sul mercato americano. "E' sempre più difficile fare marketing di massa - spiega Martin Hayward, presidente del londinese Henley Center - perché a nessuno piace più essere considerato normale, tutti vogliono essere trattati come individui, nella loro specificità". E per le elefantiache multinazionali il mestiere si fa sempre più complicato. Concetto espresso anche da Susan Fournier, docente di marketing alla Harvard Business School: "Il modello 'taglia unica', per cui una formula andrebbe bene per tutti, va ormai abbandonata anche per i prodotti di massa. Le multinazionali prima di tutto devono comprendere come sono le vite dei loro consumatori e costruire i prodotti affinché vi si adattino". Non viceversa, altrimenti la punizione del mercato sarà molto più dolorosa - per le grandi compagnie - di quelle che qualsiasi Black Bloc saprà infliggere loro.
(9 agosto 2001)

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bravo stealth!
by Fantom Friday, Aug. 10, 2001 at 12:07 AM mail: xxxx

sottrarre alimentazione alla BELVA, solo così si indebolirà fino a morire, e aggiungo: liberarsi sempre di più dal processo d'identificazione di noi stessi con il soggetto-consumatore scoprendo di quanto poco in realtà ci basta per vivere una vita gratificante per giungere a boicottare non solo questa o quella marca ma l'intero processo produzione-consumo a cui il MERCATO ci costringe.
Lo so, scacciare la scimmia dalla spalla è doloroso e difficile, siamo viziati ma......

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interessante ma...
by mediazone Thursday, Aug. 09, 2001 at 11:03 PM mail: mediazone@katamail.it

L'articolo è molto interessante ma non pensate che si organizzeranno, questa è gente con notevole acume economico centinaia di uomini impiegati bel marketing, non pensate che comunque riusciranno a capire cosa vuole il consumatore medio e recuperare elaborando strategie alternative?
In ogni caso chi è contrario a questo sistema economico DEVE EVITARE DI CONSUMARE prodotti di marche legate alle multinazionali, piccolo inciso: io la cocacola la usavo da piccolo per pulire le marmitte, non c'era nulla di più efficace per svuotarle, pensate al vostro stomaco.

mediazone

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Funziona davvero
by Cavolo Thursday, Aug. 09, 2001 at 11:17 PM mail:

E' bene sapere che funziona davvero la strategia del boycott.

Da anni non ho televisione (anche se del computer non faccio a meno), ho venduto la mia machina quest'anno e mi rifiuto di mangiare le "marche" internazionali: i prodotti locali, meglio se biologici, sono molto preferibili.

Facciamo un trend. Perche' non cominciare tutti a buttare la tv (e chiaramente non a comprarne una nuova). In questo modo avremo piu' tempo per pensare e forse riusciamo a combinare qualche guaio per i grandi!

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nun ve fate 'ncantà...
by Uncle Friday, Aug. 10, 2001 at 2:05 AM mail:

Ma questo è lo stesso post di No-Logo! Postate senza leggere quelli precedenti?
Comunque ribadisco quello che lì avevo risposto a proposito di queste farneticazioni buoniste di RICCARDO STAGLIANO', aggiungendo che queste aziende NON hanno perso 49 mld di $ DIRETTAMENTE (nel senso di utili/profitti aziendali), ma qui ci si riferisce al valore delle AZIONI di queste aziende in borsa (che, come è noto, non rappresentano vere perdite per i proprietari finchè non vengono vendute, o scambiate) e sottolineando che la perdita di valore di queste azioni è del tutto simile a quella avvenuta per le altre, nello stesso periodo!!!

In questo articolo teorizzano solo il marketing del "No Logo" e cercano di irrigimentare le proteste, affermando in fondo che il mercato neoliberista è la massima autorità, che arriva addirittura a sancire il fallimento delle aziende "cattive". Nun ve fate 'ncantà! E' il massimo del disprezzo.

Che non sia vero quanto affermato nell'articolo (cioè che le azioni delle aziende bersaglio del boicottaggio abbiano perso più valore AZIONARIO delle altre) ve lo dimostro se cliccate su questi grafici:

http://finance.yahoo.com/q?s=KO&d=c&k=c1&c=^spc&a=v&p=s&t=1y&l=on&z=m&q=l

http://finance.yahoo.com/q?d=c&c=&k=c1&t=1y&s=mcd&a=v&p=s&l=on&z=m&q=l&x=on

http://finance.yahoo.com/q?s=G&d=c&k=c1&c=^spc&a=v&p=s&t=1y&l=on&z=m&q=l

NB: G=Gillette, KO=Coca Cola, MCD=Mc Donald's ^SPC=Standard&Poor's 500 (l'indice americano più rappresentativo, tipo il nostro Mibtel)
Come potete vedere le azioni citate (e quindi il valore delle società corrispondenti) non sono variate granchè rispetto all'indice di riferimento.

Questa stessa favola la mette in giro Franca Rame & Dario Fo, sicuramente in buona fede. PERO' BASTA CON LE FAVOLE!

PS A disposizione di tutti e anche di Riccardo Stagliano per commentare i grafici linkati

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Il vero boicotaggio
by Federica79 Thursday, Aug. 09, 2001 at 11:35 PM mail:

Questi si che sono risultati! Non come predica la Klain (la profetessa del movimento no-global, autrice del libro-Bibbia "No Logo"), che ammette di comprare indumenti firmati e in un secondo momento di strapparne l'eticchetta attestante il marchio di fabbrica. Che ipocrita...
La cosa più preoccupante è i suoi proseliti sono milioni!

P.S: Per cavolo. Non cicredo che ti sei venduto la macchina.

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anche il principe Alwaleed bin Talal boicotta?...
by Uncle Friday, Aug. 10, 2001 at 12:18 AM mail:

Che straordinaria combinazione di marchi citati... e di date....ma guarda un po'...

Wednesday August 8, 12:20 pm Eastern Time
Saudi prince sells Gillette, Coke, McDonald stakes
DUBAI, Aug 8 (Reuters) - Saudi billionaire Prince Alwaleed bin Talal has sold his stakes in fast-food giant McDonald's Corp, soft drinks company Coca-Cola Co and consumer products maker Gillette Co, a spokesman said on Wednesday.


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``They were sold in the second half of last year as part of the prince's trading portfolio,'' Amjed Shacker, public relations manager for the prince and his Kingdom Holding company, told Reuters.

``The prince realised a profit of $25 million at the time,'' he added, but declined to give further details.

The prince's company said in May last year that he had made new investments worth $1 billion in 15 U.S. companies, including Coca-Cola, McDonald's Corp and Gillette. It said his stakes in each of the firms amounted to $50 million.

Earlier this year the prince sold his entire stake in Donna Karan International Inc at a loss shortly after the U.S. fashion design house agreed in April to be purchased by French luxury group LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton .

The 44-year-old prince, a nephew of Saudi King Fahd and whose net worth is estimated at $20 billion, is known for his high profile international investments. He holds investments in media, banks, hotels, airlines, computers, autos, real estate and technology.

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ANCHE IO...
by Gloria Friday, Aug. 10, 2001 at 12:41 AM mail:


Anche io ho buttato il televisore. E' scomodo solo quando ti viene voglia di cinema in casa...ma per il resto credo che sia essenziale buttare nel cesso la scatola per purificarsi la testa. Ciao.

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Uncle ha ragione e ha torto
by Stealth Friday, Aug. 10, 2001 at 1:03 AM mail:

Ha ragione sul tono imbonitorio dell'articolo, che avevo notato, e ho ripostato di proposito con il "mio titolo" per far capire dove ha "torto".
Se non dico tutti, ma parecchi facessero come me, che non tocco Coca-Cola dal marzo 1999 ed evito persino la Nutella da quando ho avuto la ferale notizia che se l'e' comprata la Nestle', le quotazioni di borsa delle compagnie interessate calerebbero alla grande e questo, non altro, e' quello che fa paura ai MOSTRI.

Io non capisco che ci voglia a provare: provate e vedrete quanto si sta meglio e quanto si risparmia.

Per chi butta la TV: non sono d'accordo. Ogni strumento e' neutro, dipende dall'uso che ne fai. Ad ogni modo basta staccare l'antenna e usare il VCR per godersi qualche buon film.

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fuori dal mercato
by mediazone Friday, Aug. 10, 2001 at 1:21 AM mail: mediazone@katamail.it

cercare di eliminare dalla propria vita le "marche è praticamente impossibile e in findo sbagliato, filtrare quelle che sappiamo essere dannose per la vita su questo pianeta è, (come dice il neoduce mediatico italiano) un dovere morale!
Buttare il televisore mi sembra una grande sciocchezza, il vero problema è che i media unidirezionali (io trasmetto e voi pecore assorbite) sono fondamentalmente autoritari o se preferite intrinsecamente fascisti, la svolta della rete è che stiamo quì a discutere (anche se una bella discussione dal vivo ritengo sia più naturale e guardarsi negli occhi è un'altra cosa) interaggendo, parte di un universo interconnesso in cui si scambiano idee e informazioni, questo è il bello/brutto delle nuove tecnologie, ma attenzione, oggi stiamo discutendo partendo dall'onda di Genova, ma la rete serve primariamente allo scambio di informazioni altrimenti rischiamo di FUGGIRE DALLA REALTA'.
mediazone

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GHEZZI, UOMO LIBERO...
by TIZIANIO Friday, Aug. 10, 2001 at 11:19 AM mail:

IO AL "FUORI ORARIO" DI GHEZZI [L'UOMO CHE PARLA COME SE FOSSE IN UNA SALA D'INCISIONE] SU RAITRE ALL'UNA DI NOTTE NON POSSO RINUCIARE...è L'UNICO UOMO CHE APPREZZO IN TELEVISIONE...E PRESENTA DEI FILM INCREDIBILI...LA MIA TV MI SERVE PER QUESTO...
BOICOTTO IL BOICOTTABILE, E MI RIESCE FACILMENTE, VISTO CHE PER LUNGHI PERIODI ALL'ANNO FACCIO LA FAME...

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Ipocriti
by Preacher Friday, Aug. 10, 2001 at 11:21 AM mail:

Cavolo e Gloria ipocrisie assolute le Vostre! Buttate via anche il computer allora!!Solo accendendolo e collegandovi arricchite quelli contro cui combattete.

Pensateci

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X preacher
by 1 Saturday, Aug. 11, 2001 at 1:06 AM mail:

sebuttavo il PC non sapevo quello che ora so.
Fate comunque un uso parsimonioso della rete e dell'informatica,

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