Indymedia Italia


L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2004/04/526890.php Nascondi i commenti.

Guardie private: i conti economici del nuovo modo di fare la guerra
by tibi/slovnius Friday, Apr. 16, 2004 at 5:33 PM mail:

Privatizzazione e globalizzazione: la nuova guerra si combatte secondo i più attuali schemi dell'economia liberista, con specialisti costosi, ma che offrono un servizio flessibile e non soggetto a invadenti controlli.

Mandare in giro per il mondo le forze armate per combattere una delle tante guerre dell’era moderna, è molto costoso e richiede un notevole dispendio di mezzi, a partire da navi e aerei, per arrivare ai servizi logistici specializzati e a tutto ciò che serve per condurre una guerra secondo il più attuale stile high-tech, o digitale, una caratteristica che sembra essere fondamentale per poter vendere ciò che non è altro che la solita merce di morte, come guerra di precisione.
Ma chi ci guadagna, nelle guerre recenti, non sono più le grandi compagnie che producono armi: la Lockheed Martin, la Rayteon, la Boeing non hanno incrementato esponenzialmente il loro valore in borsa a partire da marzo scorso, quando è scoppiato il conflitto in Iraq. Non quanto avvenne poco dopo l’11 settembre, quando i dividenti aumentarono nettamente perché si pensava che da quel momento in tutto il mondo ci sarebbero stati gravi crisi. Anche gli introiti sono aumentati senza impennate. La ragione è che l’approvvigionamento di armi e mezzi pesanti (e quindi i più costosi) viene di solito distribuito su tempi più ampi.
Il vero affare per questo tipo di eventi dunque, non è tanto per i giganti, che continuano a guadagnare in modo regolare, ma per le agenzie che offrono vari servizi esterni. La Halliburton per esempio(già compagnia petrolifera precedentemente diretta dall’attuale vicepresidente americano Dick Cheney) e la CscDyn Corp che provvedono a vari servizi, dalle bevande al ritiro della spazzatura, ai computer. Questo tipo di agenzie si stanno via via sostituendo ai tradizionali corpi delle varie forze armate, secondo uno stile tipicamente utilizzato nel business commerciale e industriale, che prevede una progressiva conversione alla privatizzazione e a una gestione basata su fornitori esterni del numero più alto di prestazioni d’opera possibili.
Basti dire, come sottolinea l’Economist, che dalla prima guerra del Golfo, il numero delle truppe americane al fronte è diminuito in totale del 32% .La Brookings Institution, riporta sempre l’Economist, calcola che nel Medio oriente ci sono circa 10 persone provenienti da staff privati ogni 100 persone di ruolo nelle forze armate. E sono proprio questi “ausiliari” il vero grande affare della guerra in corso.

Veniamo a questi giorni. I civili americani che erano a Fallujah, il più pericoloso posto in Iraq, senza scorta militare,non erano degli sprovveduti. Facevano parte delle guardie private che lavoravano per la Blackwater, un’azienda americana che ha firmato un lucroso contratto con il governo Usa. Si calcola che in Iraq siano attualmente presenti circa 15 mila di questi “soldati” civili. Soldati, perché il numero non considera i tecnici, gli ingegneri, gli specialisti del petrolio, i geologi, gli esperti di sistemi informatici e di comunicazione che lavorano per rimodellare le infrastrutture irachene. “Solo” 6 mila però sarebbero vere e proprie guardie armate che hanno funzioni varie, che prima venivano svolte all’interno delle forze armate: intelligence,aiuto per le truppe, difesa di punti sensibili, mantenimento di armi particolarmente sofisticate o pericolose, training.
La Blackwater ha ricevuto 35,7 milioni di dollari per addestrare 10 mila soldati americani. La DynCorp ha un contratto di oltre 1 miliardo di dollari per garantire la sicurezza di alcuni personaggi come il presidente afgano Garzai. L’Economist stima che un decimo del costo totale della ricostruzione in Iraq vada ora in sistemi di sicurezza, la maggior parte dei quali vengono appunto gestiti da queste compagnie.

Lo sviluppo di questo tipo di mercato è esteso a tutto il mondo, e non è neppure nuovo: negli anni 60 e 70 c’erano i mastini, che venivano arruolati in vari modi. Ora il servizio è un po’ cambiato. Ci sono società vere e proprie che offrono vari servizi e che lavorano secondo il più classico stile delle economie globalizzate. La Ibssa (International body guard and security services) una compagnia internazionale che ha sedi anche in Italia e offre vari servizi, dalla protezione di alte cariche al controllo del narcotraffico, fa corsi di training in Francia, Svizzera, Israele, Romania, Lituania e Ungheria. Altre società hanno sede a Londra o a Washington, ma arruolano personale proveniente da Nepal, Fiji, Ucraina, Russia e Bangladesh. La loro paga mensile varia a seconda della nazionalità,ma è comunque pari a circa tre volte quella delle truppe regolari.
Ma allora perché l’esercito se ne serve? Perché in un quadro internazionale in cui le forze armate devono essere formate da volontari che vengono assunti in servizio e che si specializzano, e non da giovani leve a costo zero, obbligate a svolgere un compito troppo grande per loro, il precariato e l’utilizzo a richiesta di specialisti si rivela un modello duttile e molto più efficiente. E’ possibile tra l’altro, in questo modo, scegliere di volta in volta gli addetti migliori e più adatti alla situazione, a seconda che si tratti di Sud america o Africa, guerre high tech o di forza.
Questi cambiamenti hanno permesso di creare il più efficiente esercito del mondo, un esercito internazionale, che ha una strana prerogativa: non può completamente essere controllato né politicamente né militarmente.
Negli Stati Uniti, dove le compagnie private hanno contratti per oltre 50 milioni di dollari, c’è l’International traffic in Arm regulations, un ufficio che dovrebbe controllarle. Inoltre il Pentagono ha sempre in mano la possibilità, nel caso creino problemi, di rompere l’accordo. In pratica però tutto è molto sfuggente. Nessuno effettua una reale supervisione, anche perché mancano le competenze. In teoria le compagnie private non dovrebbero ricevere incarichi in situazioni critiche. Ma come gli ultimi eventi in Iraq hanno dimostrato, il confine è molto aleatorio.

A volte, come è successo nei Balcani, le compagnie private cercano alleanze in campo indipendentemente da come vengano gestiti gli accordi a livello istituzionale. Potrebbero avere dunque interessi privati che sono più importanti di quelli ufficiali, per i quali hanno preso la commissione. Inoltre, mentre i soldati regolari sono soggetti alla corte marziale e alle leggi internazionali, non è affatto chiaro quale legge internazionale o locale possa essere applicata agli addetti di questi servizi, nel caso si comportino al di là di ogni limite. Di sicuro non potrebbero, in questo caso, essere sottoposti a leggi irachene. In Bosnia, dove gli impiegati di una compagnia privata vennero accusati di gestire un bordello, vennero rispediti a casa senza alcun carico né penale né economico. Non ci sono leggi internazionali per i mercenari, e la convenzione di Ginevra è stata pensata per essere estesa ai civili che accompagnano le forze armate, ma non per le guardie private che possono sempre far figurare il loro operato come totalmente indipendente.
Di sicuro questi uomini, quando vengono catturati,non hanno alcun diritto di ritenersi prigionieri di guerra.






versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

Cile, Ulster, Sud Africa , Tiger Force
by garabombo Monday, Apr. 26, 2004 at 7:47 AM mail: bbb

Golpisti di tutto il mondo unitevi, e con i soldi del petrolio iracheno, tenetevi in allenamento nella vostra specialita' (potra' servire nel prossimo teatro di impiego della guerra preventiva, in Colombia, Venezuela, Cuba, Arabia Saudita, Spagna, ecc) :

LA TORTURA E REPRESSIONE.

1-
http://www.rebelion.org/imperio/040412mercenarios.htm
EEUU cuenta en Irak con 10.000 mercenarios, muchos acusados de violaciones de DDHH en Sudáfrica, Chile o Ulster

2-
http://www.rebelion.org/opinion/040419av.htm
Cuando la Guerra es una Empresa Privada


3-
Soldados y fortuna
http://www.rebelion.org/imperio/040425lando.htm


@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

1-
EEUU cuenta en Irak con 10.000 mercenarios, muchos acusados de violaciones de DDHH en Sudáfrica, Chile o Ulster

Europa Press


Estados Unidos cuenta en Irak con alrededor de 10.000 mercenarios, muchos de ellos vinculados con abusos de Derechos Humanos en Sudáfrica, Chile e Irlanda del Norte, según informaron los especialistas en asuntos estadounidenses del diario mexicano 'La Jornada'. Asimismo, el Pentágono ha reactivado la unidad Tiger Force, empleada durante la guerra de Vietnam para asesinar a guerrilleros y sus simpatizantes civiles, con la misión de vigilar el oleoducto de Kirkuk.

Según Jim Cason y David Brooks, el contingente internacional más numeroso de la coalición en Irak después de los estadounidenses no procede de Reino Unido o España, sino de los contratistas militares privados que en estos momentos constituyen uno de cada 10 soldados destinados en el país mesopotámico.

La semana pasada, cuatro de estos contratistas militares privados, antiguos soldados de fuerzas especiales estadounidenses que trabajaban para la Blackwater Security Consulting Company, murieron en un ataque y los cuerpos de dos de ellos colgados desde un puente cerca de Faluya (oeste).

Según el diario, Blackwater no ha logrado contratar a suficientes estadounidenses -en su mayoría soldados retirados- para todos los puestos que tiene en Irak, y ha empezado a contratar a antiguos militares chilenos de la época del dictador Augusto Pinochet. El periódico británico 'The Guardian' informó el pasado mes de febrero de que la empresa había enviado a Irak un primer contingente formado por unos 60 comandos chilenos, con salarios que llegaban hasta mil dólares por día. Un portavoz de Blackwater declaró a 'The Guardian' que "los comandos chilenos son muy, muy, profesionales".

Asimismo, el diario sudafricano 'The Nation' informó recientemente de la contratación de la empresa sudafricana Erinys para proteger los oleoductos iraquíes. No se sabía mucho de esta compañía hasta el pasado mes de enero, cuando murió un empleado de Erinys y otros resultaron heridos en Irak. Los medios de comunicación sudafricanos descubrieron que Francois Strydom, el soldado privado de Erinys que murió en Irak, fue integrante del conocido grupo contrainsurgente Koevoet, implicado en numerosos asesinatos políticos en Namibia en los años ochenta.

Uno de los sudafricanos heridos en Irak fue Deon Gouws, antiguo miembro de la policía secreta de Sudáfrica en la época del 'apartheid', quien durante las audiencias de la Comisión de la Verdad en los años 90 confesó que había participado en un atentado contra un opositor político e incendiado los hogares de entre 40 y 60 activistas contra el régimen de segregación racial.

Según el diario 'Washington Post', se calcula que hay alrededor de 10.000 soldados privados en Irak. Uno de ellos es Derek William Adgey, un marine real británico retirado, contratado por la empresa inglesa Armor Group para trabajar en el país árabe. La organización de investigaciones empresariales CorpWatch informó el pasado mes de marzo de que, antes de viajar a Irak, Adgey estuvo en la cárcel durante cuatro años por su trabajo con los paramilitares Ulster Freedom Fighters, en Irlanda del Norte.

UNIDADES DE VIETNAM

Las organizaciones de Derechos Humanos han expresado su preocupación por los peligros que representan los ejércitos privados y los agentes de servicios de seguridad privada destacados en Irak.

El experto en asuntos estratégicos del diario 'The Guardian', Michael Klare, ha alertado también de que Estados Unidos ha reactivado en Irak algunas de las unidades militares más conocidas del Ejército durante los años de la guerra de Vietnam. Por ejemplo, entre los grupos armados movilizados para defender un oleoducto que transporta petróleo de Kirkuk (norte) a la frontera turca, destaca la unidad Tiger Force, de la aerotransportada 101 estadounidense, que fue empleada durante la guerra de Vietnam para asesinar a guerrilleros y sus simpatizantes civiles.

"Armados con miras de visión nocturna y rifles de alto poder M-107 de calibre 50, los francotiradores sobrevolaron los oleoductos en helicópteros UH-60 Black Hawk especialmente configurados y dispararon contra sospechosos de sabotaje a distancias de más de 1.5 millas", escribió Klare, quien destacó que los disparos se hicieron sin confirmar la identidad de los presuntos sospechosos o que estuvieran cometiendo actos hostiles.


@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

2-
19 de abril de 2004
Cuando la Guerra es una Empresa Privada
Arturo von Vacano
http://www.rebelion.org/opinion/040419av.htm
Rebelión

Algunas almas inocentes se asombraron ante la barbarie con que una muchedumbre iraquí capturó, golpeó, torturó, quemó y colgó de un puente a cuatro denominados "consultores de seguridad" hace un par de semanas. Ese asombro se diluyó en tristeza cuando muchos observadores comprendieron que los cuatro "civiles" eran en verdad mercenarios contratados por empresas privadas norteamericanas dedicadas al lucrativo negocio de la "seguridad" en Irak.

Fue más fácil entender esa situación cuando se comprende que tales "civiles" no son soldados, no respetan la Convención de Ginebra ni ninguna ley civilizada y pueden, por tanto, dedicarse a librar "su" guerra torturando, violando, quemando, golpeando y asesinando a hombres, mujeres y niños de cualquier nacionalidad, raza o bandera. No hay ley ni autoridad que ponga freno a sus desmanes, como informa hoy (Abril 19, 2004) el New York Times en su primera plana.

Esa ha sido la principal actividad de esos 20.000 mercenarios llamados "consultores de seguridad" que cuestan al contribuyente norteamericano cinco mil millones de dólares y son la más reciente expresión del capitalismo brutal dedicado a la guerra sucia.

Cuando se entiende que tales combatientes han estado asesinando iraquíes durante 365 días y noches y en todo lugar y circunstancia, se entiende también por qué las autoridades norteamericanas de la invasión de Irak prefieren no contar los cadáveres ni las víctimas de su "democratización" del país. Es decir, se entiende el desprecio norteamericano contra los iraquíes y el odio iraquí contra un ejercito "secreto" de 20.000 asesinos profesionales encargados de "pacificar" al pueblo de Irak.

Son mercenarios de toda nacionalidad y raza, llegados de todas las esquinas del mundo tras el "dinero fácil" que esta guerra monstruosa del Siglo 21 les ofrece. Son comandos de los Navy Seal de la marina de guerra de USA. Son Gurkas de Nepal (cito aquí al NYT) Son ex-soldados de Sud Africa, los dedicados hace un lustro a torturar a los negros de Mandela. Son "civiles" cuya experiencia criminal proviene de las "fuerzas especiales" (léase criminales) de todos los ejércitos del mundo. Es decir, son la flor y nata de la criminalidad militar del mundo moderno.

Se mueven por el país en vehículos blindados provistos de todas las armas que el dólar puede comprar. Tienen sus propios equipos de espionaje e interrogación, sus propios helicópteros y aviones. Andan sonrientes y amables, una pesadilla de 20.000 torturadores mercenarios libres como palomas. O como hienas.

Entre las tareas que el Pentágono les ha confiado (tal vez porque no confía en sus propios soldados) está, claro, la protección personal del jefe de la Autoridad Provisional de la "Coalición" invasora, L. Paul Bremer III, y toda su plana mayor. Pero su principal tarea es la guerra sucia lanzada contra Irak y no contra el dictador "made in USA" hoy ya preso y "desaparecido."

Dada la extorsión a la que USA ha sometido a la mayoría de los países por la que los ciudadanos de USA (y los asesinos contratados por ese gobierno) no pueden ser juzgados por ningún país que no sea USA, la pregunta lógica emerge por sí sola: ¿quién juzgará y castigará algún día estos crímenes? ¿Cuántos miles de iraquíes han sido torturados, quemados y asesinados con impunidad por estos mercenarios?
La principal: ¿Quién le va a poner el cascabel a este gato?
Y aún otra: ¿quién garantiza que lo que hoy sucede en Irak no sucederá mañana en Colombia, Bolivia, España o cualquier país declarado "terrorista" por el Imperio entre gallos y medianoche?

La situación hoy tiene un solo precedente: la Europa ocupada por los Nazis. Esa situación forzó a cada ser humano a tomar partido ­ por la vida o por la muerte; por la dignidad o por la barbarie ­ y es una situación que se impone como realidad en el mundo todo. Una coyuntura en la que no puede haber indiferentes. Sólo hay cómplices o víctimas.

Al parecer, las predicciones bíblicas comienzan a cumplirse al pie de la letra. Pero algunos no las necesitamos: nos bastan los ojos para ver, los oídos para escuchar y una conciencia no muy tupida para hablar y actuar. Si nadie protesta y grita hoy, que no se queje mañana si lo torturan, lo violan, lo queman y asesinan como a un animal dañino. Por lo menos tuvo esta nota como advertencia.

Las entrevistas, artículos y notas de Arturo von Vacano han sido publicados por PARADE y por muchos diarios y revistas de 19 países latinoamericanos desde 1960. Vacano vive en EE.UU. desde 1980 y fue editor de United Press International entre 1980 y 1987. Es autor de varios libros. "Morder el Silencio", una novela, fue publicado en 1987 por AVON BOOKS de Nueva York como "Biting Silence". RUMINATOR BOOKS publicó "Biting Silence" en Junio de 2003. NoticiasBolivianas.com publicó como libro digital su "Memoria del Vacío" en Abril de 2004.

http://www.avonvac.com/index.html

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
EL CUARTO REICH

25 de abril del 2004


Soldados y fortuna
Barry Lando
tompaine.common sense

Traducido para Rebelión por Germán Leyens
http://www.rebelion.org/imperio/040425lando.htm


¿Quién es actualmente el mayor aliado de Estados Unidos en Irak? Un dato: podría no formar parte de la "Coalición de los dispuestos". En su lugar, podrías etiquetarlos como "la Hermandad de los extremadamente bien pagados": mercenarios que trabajan para firmas de seguridad privada en Irak. Se calcula su número entre 5.000 y 15.000. Y, aunque nadie realmente sabe cuántos son, miles más se van a sumar a ellos.

En este momento extremadamente crítico, cuando la acción militar mal concebida puede degenerar en desastrosos estallidos religiosos, ¿quién es el que tiene la última palabra? Este tema está recién recibiendo algo de atención.

Por ejemplo, dos de las acciones más violentas en los últimos días en Irak no fueron lo que pensamos que eran. Un sangriento ataque de cientos de milicianos iraquíes contra los cuarteles del gobierno de EE.UU. en Najaf, la semana pasada, fue derrotado no por valerosos soldados de EE.UU. - como primero hicieron creer a la prensa - sino por ocho mercenarios de una firma de seguridad privada estadounidense.

Según el Washington Post, esa compañía, Blackwater Security Consulting, incluso llamó su propio helicóptero para rescatar a un marine herido y para aprovisionar a sus propios hombres cuando el ejército de EE.UU. no apareció.

¿Y esos cuatro "contratistas" que fueron descuartizados en Faluja unos días antes? No se trataba de desventurados civiles, resulta ahora - sino de mercenarios estadounidenses asalariados, que también trabajaban para Blackwater Security. Actualmente tiene unos 450 guardias trabajando en Irak, y es sólo una de muchas empresas similares - lo que hace que Blackwater sola sea mayor que muchos de los contingentes nacionales que forman parte de la Coalición.

Los mercenarios van desde sudafricanos y filipinos a iraquíes, indios y chilenos, a antiguos miembros de los SEAL de la Armada y de las Fuerzas Especiales de EE.UU. - que realizan lo que son en realidad servicios militares en Irak, con salarios muchísimo más elevados que los de los más capacitados de los soldados de EE.UU..

Estados Unidos es quien paga, directa o indirectamente, por la mayoría de esos mercenarios, pero no por todos. Los japoneses, por ejemplo, también tienen su propio contratista de seguridad privada.

¿Y quién es el que manda?

¿Quién tiene el control militar sobre esos miles de combatientes? ¿Quién les dice cuándo atacar? ¿Cuándo retirarse? ¿Cuándo evitar la batalla? ¿Qué sucederá con esos ejércitos privados después del 30 de junio de 2004, cuando la soberanía sea - por lo menos en teoría - transferida al pueblo iraquí?

En un tiroteo ¿como pueden llegar a distinguir los iraquíes entre las acciones de "contratistas civiles privados" y las de los militares de EE.UU.?

Es el sueño húmedo de un contador de Enron: contratistas privados que se hacen cargo de tanto de lo que solía ser considerado un deber militar. ¿Cómo estima el Congreso, no sólo lo que cuesta realmente la guerra en Irak, sino el nivel real de las tropas? Otra ventaja para la Casa Blanca de Bush es que esas víctimas de entre los contratistas - y ha habido muchas - no son incluidas en el recuento militar oficial.

Uno de esos contratistas privados - llamémoslo Jerry - acaba de volver de una estadía en Irak. Le pagaron 174.000 dólares al año, dijo, más de cuatro veces el salario de oficial que recibía después de 27 años en las fuerzas armadas. Pero sólo formaba parte de una pequeña parte de la cadena de contratistas privados que ganan miles de millones de dólares al año en Irak, apoyando a los militares de la Coalición.

Jerry fue contratado por una compañía privada de seguridad de Louisiana para proteger a otra compañía privada, U.S.A. Environmental, que fue contratada por el Cuerpo de Ingenieros del Ejército para eliminar suministros militares iraquíes capturados en un sitio llamado Taji, el mayor depósito de municiones en Irak. Es un sitio peligroso, y para hacer su trabajo en Irak, los de U.S.A. Environmental tienen que ser protegidos. Es el negocio de la compañía que contrató a Jerry y a otros muchos antiguos soldados como él.

Pero no son los únicos. Otra de las compañías que suministran guardias de seguridad fue establecida por un antiguo coronel del ejército iraquí, que también se beneficia con la mina de oro de la Coalición. Contrató 240 iraquíes, todos ex soldados, para que ayuden a patrullar el depósito de municiones. "Cada uno de ellos gana 300 dólares al mes", dice Jerry. "Cobraban 60 dólares al mes antes de sacarse la lotería".

Según Jerry, todos esos antiguos soldados iraquíes fueron bien escudriñados antes recibir su contrato. ¿Cuán difícil sería infiltrarlos? Es otro tema.

Ahora bien, lo normal sería pensar que los militares de EE.UU. se ocuparían de destruir las armas capturadas y de proveer seguridad para los expertos en demolición, igual como normalmente controlarían la seguridad de un funcionario importante como Paul Bremer. Pero no en este Maravilloso Nuevo Mundo Militar. Bremer tiene su propia fuerza de seguridad privada: cinco ex SEALs y un marine.

* Barry Lando es un antiguo productor de 60 Minutes de CBS, y también ha contribuido a CBS News, Time magazine y Time-Life





versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
c'e' un altro fattore da considerare
by ccc Monday, Apr. 26, 2004 at 8:05 AM mail:

molto semplice ma molto importante: le popolazioni occidentali non digeriscono piu' di veder tornare i soldati nel sacco di plastica. Orami neanche negli stati uniti la retorica dell'eroe riesce a fare molta presa, la si butta la' nei discorsi presidenziali ma i funerali non possono essere ripresi ne' trasmessi . In Italia si e' avuto un fiume di retorica per i morti di nassirya (quelli italiani intendo degli altri non glie ne chiava un cazzo a nessuno) ma vi immaginate cosa succederebbe se ci fossero cinquanta, cento, seicento morti? Berlusconi sarebbe gia' caduto o sul punto di cadere, mamme in piazza etc. Non lo dico con disprezzo anzi sono molto contento che sia cosi'. Ma se muore un mercenario si puo' dire che era un civile e che ci era andato di sua scelta, se muoiono dieci mercenari idem, se ne muoiono cinquecento e' comunque molto piu' facile da far digerire. I seicento morti post guerra stanno facendo tremare il culo a bush. Anche questo va tenuto in considerazione molto bene, e' un aspetto importante.Per di piu' e' improbabilissimo che muoiano cinquecento mercenari perche', si sa, in guerra i mercenari sono sempre stati quelli con la maggiore probabilita' di sopravvivere: hanno mezzi persino superiori a quelli dell'esercito e si muovono solo su rischi calcolati, alla prima necessita' se la danno a gambe.quindi fanno meno problemi anche per questo.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.