tanto di cappello ad haaretz..basterebbe tradurre i suoi articoli per zittire tutt i veri antisemiti :coloni, destra nostrana ed ebraica ed israeliana
http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=470342&contrassID=2&subContrassID=14&sbSubContrassID=0&listSrc=Y
http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=470411&contrassID=1
http://www.rense.com/general56/susp.htm
http://www.forward.com/main/article.php?re...ef=200405271238
http://www.haaretz.com/hasen/spages/470886.html
http://www.haaretz.com/hasen/pages/ArticleNews.jhtml?itemNo=470799%20&contrassID=13&subContrassID=1&sbSubContrassID=0
http://www.antiwar.com/cole/?articleid=3467
http://www.haaretz.com/hasen/spages/472644.html
L'inchiesta sulla spia si concentra sui legami tra i neoconservatori e Israele Lo scandalo del funzionario del Pentagono accusato di aver passato documenti altamente riservati a un gruppo di pressione sembra far parte di un'indagine più ampia dell'FBI e del Pentagono, iniziata trent'anni fa, sulla stretta collaborazione tra esponenti di spicco del movimento neoconservatore e Israele. Secondo fonti informate, che hanno chiesto di rimanere anonime, l'FBI sta passando in rassegna una serie di indagini di controspionaggio, che hanno riguardato diversi neoconservatori di alto profilo ma che non hanno mai portato a condanne formali, causando in molti casi la frustrazione degli addetti al controspionaggio.
Alcune di queste indagini riguardano attuali funzionari d'alto rango dell'amministrazione, incluso il vice segretario della Difesa Paul Wolfowitz; il sottosegretario della Difesa per gli affari politici, Douglas Feith, il cui ufficio sembra essere al centro delle indagini appena trapelate; e Richard Perle, che si è dimesso lo scorso anno da Presidente del Defense Policy Board.
Tutti e tre sono protagonisti di un lungo articolo del giornalista investigativo Stephen Green, pubblicato su "Counterpunch" a Febbraio. Green è l'autore di due libri sulle relazioni Usa-Israele, tra cui Taking Sides: America's Secret Relations with a Militant Israel, che si basa su interviste con ex funzionari del Pentagono e addetti al controspionaggio.
Contemporaneamente, un altro ufficio del Pentagono coinvolto nel trasferimento di tecnologie militari e dual-use [che possono essere cioè impiegate a scopi sia militari sia civili, NdT] sta esaminando l'acquisizione, la modifica e la vendita da parte di Israele di importanti apparecchiature militari ottenute dagli Stati Uniti, in alcuni casi con l'aiuto di prominenti neoconservatori che ai tempi servivano nell'amministrazione.
Israele - che negli ultimi vent'anni è diventato uno dei maggiori esportatori della più sofisticata tecnologia militare e informatica al mondo - direttamente o per mezzo di intermediari, ha venduto alcune di quelle apparecchiature alla Russia, alla Cina e ad altri potenziali rivali degli Stati Uniti. Una parte di queste apparecchiature è finita anche sul mercato nero, dove, sempre secondo queste fonti, gruppi terroristici - incluso forse al-Qaeda - si sono procurati delle copie pirata.
Particolarmente interessante, in quel contento, sono i derivati di un potente software di case management(*) chiamato PROMIS, prodotto nei primi anni '80 da INSLAW, Inc. e acquisito dal Mossad, i servizi segreti israeliani, che hai poi venduto le proprie versioni ad altre agenzie di intelligence in Medio oriente, Asia ed Europa orientale.
Queste versioni modificate, però, includevano una "porticina nascosta", che permetteva al venditore di spiare i documenti di intelligence dell'acquirente, secondo quanto hanno rivelato diversi report. Si pensa che anche l'FBI sia coinvolta nelle indagini del Pentagono, che sono coordinate dal sottosegretario della Difesa per la sicurezza tecnologica internazionale, John A "Jack" Shaw, che appoggia esplicitamente il segretario della Difesa Donald Rumsfeld.
Le ultime indagini ruotano attorno a un funzionario di carriera della Dia, la Defence Intelligence Agency, Larry Franklin, che nel 2001 era stato assegnato a un ufficio speciale alle dipendenze di Feith che si occupava di Iraq e Iran, e che è accusato di aver fornito informazioni altamente confidenziali, inclusa la bozza di un documento strategico statunitense sull'Iran, a due membri dello staff dell'AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), uno dei gruppi di pressione più influenti di Washington. I due sono accusati di aver passato il materiale all'ambasciata israeliana.
Franklin non ha fatto commenti sulle accuse, mentre Israele e l'AIPAC hanno negato ogni coinvolgimento e hanno detto che stanno cooperando con gli investigatori dell'FBI.
L'ufficio in cui Franklin lavora dal 2001 è dominato dai neoconservatori, incluso lo stesso Feith. Capeggiato da William Luti, un ex ufficiale della marina che ha lavorato per Newt Gingrich, membro del DPB, quando era speaker della camera dei rappresentanti, questo ufficio ha avuto un ruolo di primo piano nel trovare una giustificazione per la guerra contro l'Iraq.
La strategia dell'ufficio consisteva nel lavorare a stretto contatto con l'Iraq Nationa Congress (INC) di Ahmed Chalabi, ormai caduto in disgrazia e in esilio, e i membri del DPB, per sviluppare e far trapelare analisi di intelligence che sostenevano la tesi, ormai screditata, che l'ex presidente iracheno Saddam Hussein avesse stretti contatti con al-Qaeda.
L'ufficio di Feith aveva legami particolarmente stretti con il chief of staff del vice presidente Dick Cheney, I Lewis Libby, a cui trasmetteva le proprie analisi senza che venissero approvate da analisti di intelligence professionisti della CIA, della DIA o del Bureau for Intelligence of Research (INR) del dipartimento di Stato.
Da quando è cominciata la guerra in Iraq, l'ufficio di Feith ha esercitato notevoli pressioni con il governo americano perché assumesse un atteggiamento conflittuale con l'Iran e la Siria e intraprendesse azioni volte a stabilizzare i due governi. Politiche, queste, che i neoconservatori più illustri e oltranzisti, inclusi tra gli altri Perle e MIchael Ledeen, collega di Feith e Perle all'American Enterprise Institute, hanno chiesto pubblicamente a gran voce, insieme al rovesciamento di Saddam Hussein.
Nonostante sia un funzionario di carriera, Franklin, che è uno specialista dell'Iran, è considerato personalmente e ideologicamente vicino ad altri neoconservatori, che hanno rivestito funzioni di consulenza al Pentagono, incluso Ledeen e Harold Rhode, che una volta si è descritto come il principale consulente sull'Islam del vice segretario della Difesa Wolfowitz.
Nel dicembre 2001, Rhode e Franklin hanno incontrato in Europa un losco mercante di armi iraniano, Manichur Ghorbanifar che, con Ledeen, ha avuto un ruolo di primo piano nell'accordo "armi in cambio di ostaggi" che ha visto coinvolti l'amministrazione Reagan, Israele e l'Iran verso la metà degli anni '80 e che è passato alla storia come "lo scandalo Iran-Contra".
Ledeen ha poi organizzato altri incontri che avrebbero spinto l'FBI a lanciare le indagini, intensificatesi in mesi recenti dopo che si è venuto a sapere che l'INC di Chalabi, da tempo sostenuto dai neoconservatori, avrebbe passato informazioni riservate all'Iran.
Feith è da tempo un esplicito sostenitore del partito del Likud israeliano; l'ex socio del suo studio legale, Marc Zell, è stato portavoce in Israele del movimento dei coloni in Cisgiordania.
Feith, Perle e altri oltranzisti come loro hanno preso parte a una task-force per chiedere all'allora primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di impegnarsi per l'instaurazione di un governo amico a Baghdad, al fine di alterare l'equilibrio di poteri in Medio Oriente a favore di Israele, permettendogli così di abbandonare il processo di pace di Oslo, a cui Feith si opponeva pubblicamente.
Durante l'amministrazione Reagan (1981-89) Feith era stato analista per il Medio oriente nel Consiglio per la sicurezza nazionale, ma nel marzo del 1982 venne rimosso dall'incarico perché l'FBI stava indagando su di lui per aver fornito materiale top secret a un funzionario dell'ambasciata israeliana a Washington, secondo quanto ha rivelato Green.
Ma Perle, che allora era assistente del segretario della Difesa per le politiche di sicurezza internazionale, e che aveva tra, le altre, la responsabilità di concedere o rifiutare licenze per esportare materiale militare o dual use all'estero, lo assunse prima come "consigliere speciale" e poi come vice, posizione che Feith ha ricoperto fino al 1986, quando ha lasciato l'incarico per tornare allo studio legale con Zell, che nel frattempo si era trasferito in Israele.
Sempre in quegli anni, un altro dipendente di Richard Perle era Stephen Bryen, un ex membro dello staff della Commissione per le relazioni esteri del Senato americano. Secondo il reportage di Green, basato su 500 pagine di documenti investigativi rilasciati a seguito di una richiesta inoltrata 15 anni fa in base al Freedom of Information Act, anche Bryen alla fine degli anni '70 è stato coinvolto in un'altra indagine dell'FBI, per aver offerto documenti top secret a un agente segreto israeliano in presenza del direttore dell'AIPAC.
Sebbene i funzionari governativi decisero di non procedere con le accuse, si dice che Bryen venne invitato a lasciare il comitato e, fino a quando non venne assunto da Perle nel 1981, lavorò come capo del JINSA (Jewish Institute for National Security Affairs), un gruppo impegnato a promuovere legami strategici tra gli Usa e Israele e nel quale operano da tempo Perle, Feith e Ledeen.
Mentre era vice di Perle, Bryen ha creato il Defense Tecnology Security Administration (DTSA), che faceva rispettare i regolamenti relativi il trasferimento di tecnologie ai paesi stranieri.
Mentre serviva in quell'incarico, stando a una fonte che conosce personalmente il lavoro di Bryen, "gli Usa hanno cessato i trasferimenti di tecnologia all'Europa e al Giappone (perché sarebbero stati pronti a venderla a Mosca) e hanno aperto la porta posteriore a Israele" - uno schema diventato evidente non senza un certo imbarazzo dopo che Perle ha lasciato l'incarico ed è stato sostituito dall'attuale vice segretario di Stato, Richard Armitage, nel 1987.
Ben presto, infatti, Armitage ha cominciato a sollevare dubbi sull'approvazione data da Bryen al trasferimento di materiale "delicato" a Israele senza l'OK di altre agenzie governative.
"E' nell'interesse degli Usa e di Israele rimuovere tutti gli ostacoli inutili a una proficua collaborazione tecnologica", ha scritto Feith su Commentary nel 1992. "La tecnologia nelle mani di paesi amici e responsabili sottoposti a minacce militari, paesi come Israele, servono a scoraggiare le aggressioni, a favorire la stabilità della regione e dunque a promuovere la pace".
Secondo Green, anche Perle, Ledeen e Wolfowitz sono stati indagati dall'FBI. Nel 1970, un anno dopo essere stato assunto dal senatore Henry "Scoop" Jackson, una microspia installata dall'FBI all'ambasciata israeliana ha intercettato una conversazione di Richard Perle, che stava discutendo di informazioni riservate con un funzionario dell'ambasciata. Wolfowitz, invece, è stato indagato per aver fornito a un funzionario israeliano, attraverso un membro dell'AIPAC, un documento riservato sulla vendita di un armi statunitensi a un governo arabo.
Nel 1992, quando Wolfowitz lavorava come sottosegretario della difesa per gli affari politici, i funzionari del Pentagono che indagavano su esportazioni non autorizzate di tecnologia top secret alla China hanno scoperto che l'ufficio di Wolfowitz stava incoraggiando Israele a esportare missili aria-aria a Pechino, in violazioni di un accordo scritto con Washington sulla vendita di armi.
Si dice che l'FBI e il Pentagono stiano dando una nuova occhiata a questi e ad altri incidenti per "capire meglio le relazioni tra funzionari conservatori con forti legami a Israele", secondo un articolo del New York Times di domenica scorsa.
Secondo alcune fonti, sarebbe un errore considerare Franklin il principale obiettivo delle attuali indagini; piuttosto, andrebbe visto come la tessera di un mosaico più grande.
(*) Studiato come un software di case management per i procuratori legali, PROMIS permette di combinare diversi database, e di monitorare le persone in base al loro coinvolgimento con il sistema legale. Alcuni sostengono che il dipartimento della Giustizia abbia modificato PROMIS per monitorare le operazioni di intelligence, gli agenti e i loro bersagli, invece dei casi giudiziari.
Fonte:http://www.zmag.org/Italy 8.09.04
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