H.I.R.H. Princess Yasmin von Hohenstaufen Avril de Burey d'Anjou Puoti von Plantagenet Canmore und von Hohenzollern La vera storia dell'Ordine Teutonico e' Sovrana Assoluta Gran Master dell'unico Vero Ordine Teutonico risalente al Barbarossa e al Gran Master Hermann de Salza -----------------
di Tommaso Peruzzi Tratto da Archeomisteri Gennaio-Febbraio 2005
Tacciati di insensata brutalità e di inaudita e di inaudita ferocia, accusati di plagio nei confronti dei Templari e degli Ospitalieri, quasi ignorati dalla storiografìa italiana, sfruttati a fini mediatici tanto dalla propaganda nazista quanto da quella socialista, identificati dall'immaginario collettivo come precursori dei nazisti: questa è la fama comune dei Cavalieri Teutonici. Fama distorta e lontana dal vero, che cela invece una realtà storica poco conosciuta, molto complessa e ricca di avvenimenti non sempre pienamente documentati, spiegati compresi, che meritano di essere riportati alla giusta attenzione
Innanzitutto si impone una precisazione: col termine 'crociata' si intende qualsiasi iniziativa bellica intrapresa su proposta della Chiesa al fine di liberare un territorio cristiano, o che anticamente era stato tale, caduto sotto il dominio di infedeli. In questo senso si inquadrano nell'ambito delle crociate anche la Reconquista1 della Spagna e la cristianizzazione di quelle popolazioni che, essendo ancora dedite a culti pagani, costituivano una minaccia spesso tangibile per le popolazioni cristiane che abitavano nelle loro vicinanze. Le iniziative belliche svolte nelle terre baltiche dell'Europa nordorientale contro le popolazioni pagane autoctone si possono inquadrare pertanto, in linea di principio, in questo ambito.
Rispetto agli altri ordini cavallereschi coevi, l'ordine dei cavalieri teutonici si è distinto per vari aspetti. Se da una parte ha infatti partecipato attivamente alle campagne militari in Terra Santa (e i suoi membri con singolare vocazione, cercarono e trovarono in tali battaglie una morte eroica) fino alla caduta di Acri (18 maggio 1291), che segnò la fine del regno latino d'oriente, dall'altra si dimostrò particolarmente aperto nei confronti della cultura islamica, non esitando a privilegiare i mezzi diplomatici per raggiungere i scopi ogniqualvolta se ne presentasse l'occasione. Inoltre l'Ordine era riservato ai soli cavalieri tedeschi, a differenza di quanto accadeva in altri ordini come i Templari o gli Ospitalieri, i cui membri provenivano da tutta l'Europa cristiana. Un'altra peculiarità dell'Ordine fu a di non limitare le proprie iniziative politiche e militari alla sola Terra Santa, ma di operare anche nell'Europa Orientale, nel Regno d'Ungheria prima e, successivamente, agli estremi confini orientali del quadrante polacco-germanico, al fine di portare soccorso e protezione agli abitanti cristiani di queste zone che frequentemente pativano devastanti incursioni da parte dei popoli pagani della Prussia e dei territori baltici.
L'Ordine esiste ancora oggi, benché abbia rinunziato alla regola militare e sia pertanto presente unicamente in veste religiosa e caritativa. La memoria dei trascorsi militari dell'Ordine, negativa per le popolazioni slave ma positiva per quelle germaniche, è stata tramandata ai giorni nostri: nel 1938 Sergej Eisenstein ha celebrato, nel suo Aleksandr Nevskij, la lotta e la vittoria delle popolazioni slave contro i cavalieri germanici invasori, che furono fermati sui ghiacci del Peipus (5 aprile 1242); nello stesso momento, in Germania, i gerarchi nazisti meditavano i piani per razione Barbarossa al fine di assicurare al Reich tedescco uno spazio vitale, il Lebensraum, in ossequio alla politica del Drang nach Osten1, la spinta verso oriente; progettualità che, sul piano ideologico, aveva nella memoria la lotta dei cavalieri teutonici contro i barbari slavi; Heinrich Himmler inoltre, con la formazione e il consolidamento delle SS, aveva intenzione di ricreare in tutto e per tutto un elitario ordine cavalleresco-militare moderno, con gli esiti tragici che la storia ci ha mostrato.
La croce nera simbolo dell'Ordine
Origini e ascesa dell'Ordine
L'ordine di santa Maria dei tedeschi ("Ordo sanctae Mariae Teutonicorum", oppure "Ordo Teutonicus"), chiamato in lingua tedesca "Deutsche Ritterorden" o semplicemente "Deutsche Orden", ha delle origini tutt'altro che chiare. È cosa certa che i tedeschi, come molti altri cristiani europei, sin dagli inizi del medioevo avevano l'abitudine di recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme, o per nave, imbarcandosi dai porti del sud dell'Italia, oppure via terra, attraversando tutta l'Europa sino a Costantinopoli e proseguendo poi attraverso l'Asia Minore e la Siria. Entrambe le vie erano molto faticose e irte di pericoli, e molti pellegrini giungevano a destinazione, quando riuscivano ad arrivare vivi, in condizioni fisiche e sanitarie spesso precarie, a causa del clima, delle condizioni igieniche, delle epidemie e degli assalti di predoni o di gruppi islamici ostili. I pellegrini tedeschi, che generalmente preferivano la pericolosa via terrestre per giungere in Terra Santa, arrivavano spesso in Oriente in condizioni molto critiche e si trovavano in difficoltà anche per la lingua: di qui, la necessità di creare un'istituzione caritativa che si occupasse di loro sul posto, istituzione passata alla storia col nome di "fratelli dell'ospedale di Santa Maria di Gerusalemme". Le sue origini sono avvolte nella leggenda: si narra che un mercante tedesco, stabilitosi con la moglie a Gerusalemme verso la fine dell'XI secolo, durante la conquista di Gerusalemme nel 1099 da parte dei crociati accolse nella sua dimora un cavaliere tedesco gravemente ferito, curandolo e riportandolo in salute. In seguito, questi due coniugi si misero a disposizione dei connazionali che giungevano malati o feriti, e pian piano, con l'approvazione del patriarca di Gerusalemme, quest'opera caritativa non ufficiale si tramutò in un ospedale con centro di accoglienza per i pellegrini tedeschi. Questo ospedale, cui la coppia lasciò i propri averi in eredità, e in cui prestavano servizio dei frati, prese il nome di "ospedale di santa Maria dei tedeschi di Gerusalemme". Questo ospedale fu messo sotto l'autorità degli ospitalieri di San Giovanni, mantenendo però un priore tedesco; l'esistenza di tale ospedale è peraltro confermata da Jacques de Vitry, nel primo volume della sua "Historia Orientalis". Generalmente viene proposta la data del 1118 come anno di fondazione dell'istituzione ospedaliera; è comunque certo che, verso la metà del XII secolo, esistesse a Gerusalemme un ospedale con ospizio destinato all'alloggio e alla cura dei pellegrini tedeschi, gestito da un priore tedesco e posto sotto la tutela dell'ordine degli ospitalieri di San Giovanni. I fratelli dell'ospedale di Santa Maria dei tedeschi nei primi anni della loro esistenza erano numericamente molto limitati rispetto agli ospitalieri di San Giovanni ed ai templari, e la loro storia di quel periodo è sostanzialmente sconosciuta, anche se è presumibile che abbiano continuato a compiere il loro servizio assistenziale, specialmente dopo la seconda crociata del 1147, che contribuì ad aumentare il flusso di pellegrini tedeschi in marcia per Gerusalemme; ma la conquista di Gerusalemme da parte del Saladino, avvenuta nel 1187, li costrinse ad abbandonare la città e a rifugiarsi in qualche luogo che peraltro rimane a noi sconosciuto in assenza di testimonianze storiche. La terza crociata, organizzata dall'imperatore Federico Barbarossa per liberare Gerusalemme dal dominio musulmano, fu la prima crociata prettamente tedesca, cui peraltro si unirono anche il re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone ed il re di Francia Filippo Augusto. Purtroppo l'imperatore morì prima di arrivare in Palestina, annegando nel fiume Kalykadnos, in Cilicia, il 10 luglio 1190; l'armata tedesca, atterrita da tale pessimo auspicio, rischiò di sfaldarsi, e solo grazie all'abilità del duca Federico di Svevia, figlio del Barbarossa, il gruppo rimase unito e riuscì a ricongiungersi con l'esercito di re Riccardo, che aveva invece scelto la via marittima. Nel frattempo ad Acri, conquistata dal Saladino nel 1187 e sotto assedio dall'agosto 1189, era stato allestito un ospedale da campo da alcuni mercanti tedeschi al seguito di Adolf von Holstein, con la concessione da parte del re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, di poter edificare un ospedale all'interno della città, una volta conquistata. E presumibile che in tale ospedale da campo prestassero opera anche alcuni fratelli dell'antico ospedale di santa Maria di Gerusalemme, dato che, dopo la presa della città nel luglio 1191, l'ospedale si trasferì in un palazzo entro le mura e riprese l'antico nome di "ospedale di Santa Maria del tedeschi di Gerusalemme". Le truppe imperiali, giunte ad Acri e unitesi all'assedio nell'ottobre 1190, trovarono assistenza presso l'ospedale da campo, e tale fu la sollecitudine dimostrata dai fratelli di santa Maria che fu loro accordata la protezione imperiale. La continuità dell'istituzione di Gerusalemme con quella di Acri è stata a lungo tempo dibattuta, ma a tutt'oggi sembra un'ipotesi più che verosìmile. Dal momento in cui l'ospedale si impiantò a San Giovanni d'Acri, si venne a creare uno stretto collegamento tra questa istituzione e il Sacro Impero Romano-germanico, collegamento che sarebbe saldamente durato per molto tempo. Durante l'impero di Enrico VI (1190-1197), l'ospedale ricevette molte donazioni fondiarie, tanto da far sorgere nei confratelli il desiderio di ricevere un riconoscimento ufficiale della propria indipendenza. Tale riconoscimento si andò formalizzando negli anni tra il 1191 ed il 1199, periodo in cui l'ospedale divenne una non trascurabile potenza economica e militare, grazie all'appoggio dei principi tedeschi. Papa Innocenzo III stabilì definitivamente, nel 1199, lo statuto dell'ordine di Santa Maria, sottoponendolo alla regola degli ospitalieri per ciò che concerneva l'azione assistenziale, e imponendo ai fratelli cavalieri dell'Ordine la regola dei templari, dai quali si distinguevano portando un mantello bianco con una croce nera, invece della croce rossa templare. In quel momento l'Ordine possedeva già, oltre alla casa madre di Acri, altre cinque sedi in Terra Santa; inoltre aveva sede anche a Barletta e a Palermo, due dei maggiori punti di partenza dei pellegrini verso la Palestina. L'espansione dell'Ordine al di fuori della Terra Santa non si limitò alla sola Italia: entro il 1209 i cavalieri avevano stabilito altre commende e ospedali in molte città tedesche, a Vienna, a Praga, nuovamente in Sicilia e nel Peloponneso: l'Ordine viveva ormai di . vita propria. Il primo Gran Maestro (Hochmeister), eletto dal capitolo nel 1198, fu Heinrich Walpot von Passenheim, appartenente ad una famiglia di mercanti di Magonza; i fratelli dell'Ordine si dividevano in tre gruppi, i cavalieri, i fratelli-servi ed i fratelli-preti. Essi erano vincolati dai voti di povertà, castità ed obbedienza; inoltre, i cavalieri ed i fratelli-servi si, impegnavano a difendere la Terra Santa. Il secon<3 Gran Maestro proveniva, come il primo, dagli ospitalieri, mentre il terzo, Heinrich von Bard (1206-09), fu il primo a non avere tale provenienza; questi primi tre Gran Maestri posarono le fondamenta che permisero al quarto, Hermann von Salza, di 'lanciare' l'Ordine a partire dal 1209. Quest'uomo, cui va il merito di aver stretto un saldo legame con la corona imperiale, fu al tempo stesso uomo di guerra e fine diplomatico, accorto amministratore e disincantato stratega.
Hermann von Salza
Hermann von Salza proveniva da una famiglia di "ministeriales" della Turingia, che possedevano delle terre concesse loro in feudo dal langravio (Landgraf) di Turingia. Nato intorno al 1170, essendo per una sorta di maggiorasco6 escluso dall'eredità familiare, si rifugiò nell'Ordine Teutonico verso la fine del XII secolo; evidentemente fu uno dei primi reclutati nell'Ordine, se già nel 1196 era presente in Terra Santa. La permanenza in quei luoghi gli permise di rendersi conto che il paese era abitato in larga maggioranza da musulmani, che consideravano i cristiani dei nemici da scacciare con ogni mezzo. Von Salza comprese inoltre che, per mantenere il presidio in quell'area, sarebbe stato necessario un costante afflusso di truppe fresche dall'Europa, mentre invece, a un secolo dall'inizio della prima crociata, il fervore si era molto affievolito e arrivavano solo pochi pellegrini e ancor meno cavalieri, che di rado sceglievano di stabilirsi in oriente. Solo gli ordini religiosi militari erano in grado di presidiare continuativamente i luoghi santi, ma anch'essi avevano costante bisogno di nuove reclute. Egli era ben conscio di ciò quando prese le redini dell'Ordine, che all'epoca era ancora molto ridotto, sia per effettivi che per risorse, rispetto agli ospitalieri ed ai templari, dai quali faticava non poco per mantenersi indipendente. Hermann von Salza d'altronde strinse relazioni continue con il papato e l'Impero, ed ebbe modo di far valere in molte occasioni le sue arti di abilissimo diplomatico. Papa Gregorio IX lo definì "un uomo di una lealtà al di sopra di qualsiasi sospetto e di un'esperienza del mondo che lo rende gradito a tutti". Dal papato era riuscito ad ottenere, nel 1216, privilegi uguali a quelli degli ospitalieri e dei templari, come l'esenzione dal pagamento delle decime, il diritto di costruire edifici religiosi sui propri possedimenti e, soprattutto, il privilegio di non poter essere giudicato e scomunicato che dal Papa medesimo. La vita e l'operato di Hermann von Salza furono inoltre legati molto strettamente all'imperatore Federico II di Hohenstaufen: sin dal 1214 l'imperatore aveva nominato il Gran Maestro dell'Ordine e i suoi successori membri di diritto della corte imperiale; inoltre, von Salza fu per un ventennio il consigliere più stretto di Federico II, e suo intermediario nei confronti del papato, alle scomuniche del quale von Salza sottrasse l'imperatore più volte: in particolare, intercedette più volte presso il Papa perché non scomunicasse Federico II a causa dei continui ritardi nella partenza della crociata che si era impegnato a condurre in Terra Santa. Dal 1216 prese parte alle decisioni della Dieta di Norimberga, prestando giuramento di fedeltà all'imperatore e dimostrandosi il più ferreo sostenitore della politica imperiale. Hermann von Salza fu anche un ottimo stratega, dimostrando in varie occasioni la sua perizia militare e diplomatica nel corso delle continue schermaglie tra cristiani e musulmani in Terra Santa. Egli peraltro, avendo compreso che dai musulmani si poteva ottenere di più trattando piuttosto che combattendo, fu sempre sostenitore dell'azione diplomatica per dirimere le controversie in Oriente, anche contro le opinioni dei legati pontifici in Terra Santa, che invece spingevano per l'azione militare a ogni costo.
L'imperatore Federico II di Svevia era assolutamente d'accordo con questa linea di condotta: in parallelo all'organizzazione della crociata, impegno preso col papa in occasione della sua incoronazione ad imperatore, aveva infatti intrapreso una fitta rete di colloqui e di negoziati segreti, sfruttando le divisioni tra i sultani che regnavano nell'Oriente, in modo da ottenere concessioni territoriali con le arti della diplomazia piuttosto che con la spada; in questa, come in molte altre circostanze, fu pienamente sostenuto da Hermann von Salza, perseverante fautore della linea diplomatica, che si occupò in prima persona per conto dell'imperatore delle trattative col sultano d'Egitto.
Hermann von Salza si mosse ed agi per tutta la sua vita attraversando le terre del Sacro Impero Romano-germanico e incoraggiando la nobiltà e la borghesia a sostentare con aiuti militari ed economici la missione dell'Ordine, ottenendo un risultato al di là delle più rosee previsioni. Morì a Salerno, in circostanze non ancora ben chiare, il 20 marzo 1239, lo stesso giorno in cui Federico II veniva scomunicato per la seconda volta. Il suo corpo fu, per suo espresso desiderio, sepolto non in Germania, bensì a breve distanza da Castel del Monte, nella splendida chiesa di San Tommaso dell'Ospedale di Barletta.
La Fortezza di Marienburg
La 'Crociata Incruenta' di Federico II
Federico II, che aveva procrastinato l'inizio della crociata fino al punto di ricevere la scomunica da parte di Gregorio IX dopo la falsa partenza della crociata nel settembre 1227, essendo a buon punto i negoziati segreti che aveva condotto anche tramite l'Ordine Teutonico con i sultani mediorientali, decise di partire per la crociata nel giugno 1228, nonostante la scomunica papale gli imponesse di non avviarsi per la Terra Santa. Una volta giunto a san Giovanni d'Acri nel settembre di quello stesso anno, venne accetto con tutti gli onori anche dalle autorità religiose, ivi inclusi i membri degli ordini cavaliereschi dei templari, degli ospitalieri e dei teutonici. Questi ultimi inoltre, a differenza dei templari e degli ospitalieri, che non vedevano di buon occhio un sovrano scomunicato, non solo accolsero Federico II con fasti solenni, ma addirittura gli resero pubblicamente atto di omaggio e sottomissione compiendo il cerimoniale della "proskynesis", inchinandosi di fronte al sovrano e baciandogli il mantello. Con questo gesto i cavalieri teutonici suggellarono pubblicamente l'alleanza ed il legame con la corte imperiale, anche a rischio di incorrere nell'ira pontificia, indice questo della loro effettiva potenza. Nelle settimane successive, valendosi dei negoziati segreti che aveva condotto, Federico II intraprese una serie di falsi preparativi per dare l'impressione di voler portare la guerra all'Egitto, cercando di forzare la mano al sultano per costringerlo al compromesso. La tattica riuscì pienamente, e nel febbraio 1229 l'imperatore scomunicato recuperò, senza versare una goccia di sangue, territori e luoghi santi come Betlemme, Nazaret, la Galilea occidentale, la signoria di Toron, una parte di Sidone e soprattutto la città di Gerusalemme. La diplomazia aveva reso possibile ciò che fino a pochi anni prima era stato un sogno effimero, supportato solo dalla forza militare. Federico II si dimostrò peraltro riconoscente nei confronti dell'appoggio incondizionato che aveva ricevuto da parte dell'Ordine Teutonico, facendogli dono, oltre al castello di Montfort, del castello di Toron, di diversi territori nei pressi di Sidone, e del Maniero del Re, antica residenza dei re di Gerusalemme, all'interno delle mura della Città Santa nei pressi della Torre di Davide. Hermann von Salza non mancò di comunicare al papa una aperta critica alla sua malafede ed intransigenza nei confronti dell'imperatore che, ricevuta la scomunica, era stato costretto in una difficile posizione di inferiorità nel corso dei negoziati col sultano d'Egitto. Inoltre, von Salza si fece promotore della riconciliazione tra chiesa e impero, e una volta di più le sue arti diplomatiche furono d'aiuto a Federico II: nell'agosto 1230 fu annunciato all'imperatore che la scomunica e tutti gli interdetti che aveva subito dal 1227 erano stati revocati.
Purtroppo gli accordi diplomatici non durano in eterno, e le schermaglie ripresero una decina d'anni dopo; dopo alterne vicende, le faide intestine e .le divisioni interne ai ranghi cristiani, le lotte fra guelfi e ghibellini, i conflitti tra i poteri ecclesiastici ed imperiali, e l'anarchia che da questi fatti derivò, compromisero definitivamente la stabilità del regno latino d'oriente, portando ad una progressiva erosione dei territori conquistati da parte dei musulmani, erosione che culminò con l'assedio e la disperata, indomita difesa di Acri fino alla sua caduta, avvenuta il 18 maggio 1291; in quell'occasione templari, teutonici ed ospitalieri si ritrovarono un'ultima volta a combattere eroicamente fianco a fianco, difendendo strenuamente ogni metro della città contro l'invasore infedele e sacrificandosi "usque ad effusionem sanguinis" in nome del voto di "difendere la fede cristiana contro tutti i nemici della Cristianità e della Chiesa". Questi atti di eroismo, questa dedizione nobile ed assoluta ai voti ed ai giuramenti, questi estremi sacrifici nel momento supremo della sconfitta, , non possono e non devono essere dimenticati, perché sono una essenziale chiave di lettura dello spirito che animò le crociate, che altrimenti rischierebbero di essere svilite e ridotte ad un abietto, meschino bilancio economico.
Alcuni degli stendardi teutonici catturati alla fine della battaglia di Tannenberg
Dall'outremer alla Prussia, l'apogeo dell'Ordine
La caduta di Acri segnò la fine del regno cristiano in Terra Santa e dell'illusione di poter creare un Oriente cristiano, e fu una sconfitta di proporzioni disperate. Più di trentamila cristiani trovarono la morte nel corso di combattimenti e del sacchéggio che seguì alla caduta della città; i pochissimi superstiti degli ordini cavaliereschi presero la via del mare: ospitalieri e templari ripiegarono su Cipro, mentre i teutonici mossero verso Venezia.
D'altra parte, la perdita dei territori in Palestina non fu per l'Ordine Teutonico, a differenza di quanto accadde a templari ed ospitalieri, una mutilazione territoriale rilevante, dato che già da tempo l'Ordine si era impegnato a creare un proprio dominio nelle fredde lande dell'Europa baltica. Uno degli scopi principali che Hermann von Salza aveva perseguito nel corso del suo magistero era stato infatti quello di portare l'Ordine Teutonico allo stesso livello degli altri due ordini. Una prima occasione si presentò quando Andrea II, re d'Ungheria, si rivolse loro chiedendo protezione e aiuto per i territori orientali del suo regno, continuamente devastati dalle incursioni dei cumani, un popolo pagano che risiedeva presso quei confini. L'Ordine rispose positivamente a questo appello, e a partire dal 1211 alcuni cavalieri si stabilirono nella parte sud-orientale della Transilvania e cominciarono a consolidare il territorio e a porre le basi per creare una regione completamente amministrata dall'Ordine. Questo fatto testimonia l'interesse di von Salza per la diffusione dell'Ordine anche in territori al di fuori della Terra Santa, e inoltre l'importanza che già all'epoca, a poco più di vent'anni dalla fondazione ufficiale, l'Ordine aveva assunto sullo scenario militare e politico del tempo. L'esperienza ungherese d'altronde non andò a buon fine, e ci vollero tutti gli sforzi e le esortazioni di Konrad I Mazowiecki, duca di Mazovia, a far accettare a von Salza la richiesta di stabilire l'Ordine nel territorio di Chelmno, che avrebbe avuto in feudo, in cambio della difesa della Mazovia dai feroci assalti delle tribù vetero-prussiane. Sotto il governo di Hermantl von Salza, dunque, le attenzioni dell'Ordine si rivolsero non solo a territori della Terra Santa, ma anche a zone ben più prossime agli interessi e all'influenza del Sacro Impero Romano-germanico.
Le terre baltiche nel XII secolo, pur confinanti con la Polonia ed il Sacro Impero Romano-germanico, costituivano ancora una terra incognita, abitata da popolazioni (i cosiddetti vetero-prussiani) dedite a culti pagani che assaltavano e razziavano continuamente i territori cristiani prossimi a loro. Questo indusse il papa (Innocenzo III, già a partire dal 1199) a proclamare più volte la crociata per difendere i cristiani dagli assalti e dalle scorribande dei popoli pagani del Baltico, particolarmente nella Livonia, corrispondente al territorio della Lettonia e dell'Estonia. Il vescovo di Livonia caldeggiò la creazione sul posto un ordine cavalieresco analogo a quelli che combattevano in Terra Santa, e il progetto si concretizzò nel 1204, quando una bolla papale sancì la creazione dell'Ordine dei 'Fratres militiae Christi' (i fratelli della milizia di Cristo), cui diede la stessa regola dell'Ordine Templare. Questi cavalieri erano comunemente noti come 'Cavalieri Portaspada', a causa del loro mantello bianco ornato da una croce rossa e da una spada. I tentativi di cristianizzazione e pacificazione della Livonia venivano ripetuti anche dai polacchi nei confronti dei vetero-prussiani, che saccheggiavano continuamente la Mazovia. La resistenza pagana in Prussia ed in Livonia era forte quanto feroce. Il duca Conrad di Mazovia era costantemente vittima dei saccheggi dei vetero-prussiani, né poteva contare molto sull'appoggio della Polonia e della Danimarca, già impegnata in Estonia. Per questo si rivolse, nel 1226, all'Ordine Teutonico. La scelta non era casuale: l'Ordine infatti aveva già avuto esperienza della difesa dei confini dai popoli pagani nel regno d'Ungheria, una decina di anni prima. Nel 1211 gli era stato offerto, da parte del re d'Ungheria Andrea II, di insediarsi nel territorio di Burzenland, nella Transilvania sud-orientale, allo scopo di popolarlo e di trasformarlo in un baluardo contro la minaccia rappresentata dal popolo pagano dei cumani. L'Ordine Teutonico ottenne anche ampia autonomia politica ed amministrativa, inclusa la totale indipendenza dal voivode di Transilvania, che gli consentì di costruire tra il 1211 ed il '22 una serie di fortezze a difesa del centro principale della regione, Kronstadt. Inoltre si attuò una rapida politica di colonizzazione incentivando l'ingresso di coloni tedeschi, ungheresi e sassoni, uomini liberi ai quali veniva assegnato un appezzamento di terra che garantiva loro la sussistenza e una rendita in natura per l'Ordine. Il re d'Ungheria cominciò a temere la politica di eccessiva autonomia condotta nel Burzenland dai cavalieri teutonici, che stavano creando uno stato indipendente all'interno del regno d'Ungheria: questo portò, nel 1225, all'espulsione dell'Ordine Teutonico dal Burzenland, che tornò sotto il controllo della corona ungherese, nonostante le recriminazioni dell'Ordine e del papa Onorio III. Questa pesante onta subita dall'Ordine fece sì che Hermann von Salza fosse molto restio ad intraprendere un'avventura simile in Prussia quando, agli inizi del 1226, ne ricevette richiesta da Conrad di Mazovia. Egli era disposto ad offrire all'Ordine l'intero territorio di Kulm e tutti i territori che avrebbero strappato ai vetero-prussiani, se i teutonici avessero accettato di insediarsi in quelle lande a difesa della Mazovia.
A ogni buon conto, prima di partire per l'avventura prussiana Hermann von Salza ottenne da Federico II un documento che concedeva all'Ordine Teutonico i privilegi e lo status di Principe dell'Impero, con facoltà di creare uno stato sovrano nei territori che l'Ordine avesse conquistato strappandoli ai vetero-prussiani, cosicché nessuno avrebbe potuto mettere in questione la legittimità del governo teutonico sui territori conquistati. Le trattative col duca di Mazovia durarono a lungo, non solo perché Hermann von Salza era assai prudente nell'intraprendere una simile iniziativa, ma anche poiché nel frattempo era coinvolto anche nella crociata dell'imperatore Federico II, che aveva molto a cuore. Il trattato definitivo che stabiliva gli impegni e i compensi per l'Ordine fu stipulato nel 1230 e fatto confermare a più riprese dal papa Onorio III, dallo stesso duca di Mazovia e dal figlio di questi, Kasimierz. Ottenute tutte le garanzie del caso, l'Ordine cominciò ad installarsi in Prussia. L'insediamento fu rapido ed efficace, e furono subito consolidate le fortezze che costituivano la prima linea di difesa della regione. Una volta consolidate le basi, i cavalieri cominciarono ad attaccare le installazioni dei prussiani, costruendo via via nuove fortezze e villaggi, man mano che stringevano l'accerchiamento. Tra questi nuovi insediamenti vi era anche quella che sarebbe diventata la città di Torun. Inoltre, come in Ungheria qualche anno prima, per consolidare il territorio e renderlo pacifico e produttivo venivano fatti affluire dalla Germania coloni, che ricevevano terre e maggiori libertà rispetto alla consuetudine. Contro i vetero-prussiani si susseguirono numerose campagne, che consentirono all'Ordine di edificare fortezze e consolidare le proprie posizioni in Pomesania e Pogesania. Il metodo di conquista era ripetuto secondo uno schema ben sperimentato: i gruppi prussiani venivano accerchiati e impegnati in una dura battaglia; dopo la loro sconfitta, veniva accettata la conversione del capo prussiano, che implicava quella dei suoi sottoposti. Quindi, nel territorio conquistato veniva costruito un castello che originava una città, e le terre venivano distribuite ai crociati, che chiamavano i coloni per farle fruttare; una volta consolidato il territorio e radunate le truppe, si passava alla regione più vicina. In questo modo, l'Ordine costituì una fitta rete di strade, città e fortezze, che garantiva un potere solido e immenso. Nel frattempo, la situazione in Livonia non era molto promettente: i Cavalieri Portaspada ("Fratres militiae Christi") erano stati pesantemente sconfitti dai lituani, e nel maggio 1237 erano stati incorporati da papa Gregorio IX nell'Ordine Teutonico; questo fatto caricò l'Ordine della responsabilità anche per il territorio della Livonia, proprio nel momento in cui i tartari arrivavano in Russia (1236-37). Lo scontro fra l'Ordine (che solo si era mobilitato per fronteggiare la minaccia, ricevendo unicamente l'aiuto di Federico II) e i tartari avvenne nel 1241, e fu violentissimo. L'armata cristiana fu cancellata, ma anche i tartari subirono perdite pesantissime, tali da indurii a ritirarsi in Russia e non proseguire più oltre la loro avanzata verso Occidente. L'avvento tartaro si fece sentire pesantemente anche in Prussia, dove le popolazioni soggiogate ripresero i vecchi culti pagani e misero a ferro e fuoco l'intera regione.
Si dovette arrivare al novembre 1248 prima che la calma fosse ristabilita. L'Ordine aveva inoltre rivolto le sue attenzioni alla Lituania, che era continua fonte di aggressioni. Si cominciò a ventilare la possibilità di indire una crociata, ma il principe dei Lituani decise di sottomettersi e farsi battezzare nel 1251. Rimanevano comunque alcuni distretti indipendenti, la Sambia, la Nardrovia e la Scalovia. Fu predicata una nuova crociata e si cominciò la conquista, che portò fra le altre cose alla fondazione della città di Konigsberg; la ribellione dei lituani (1260) fece divampare nuovamente la rivolta in tutta la Prussia, e le violenze si susseguirono senza sosta, compromettendo seriamente il controllo dell'intero territorio, tant'è che solo nel 1274 la Prussia era ritornata ad uno stato di quiete. La pacificazione della Prussia è simboleggiata dall'edificazione (1274) di una poderosa fortezza sulla riva destra del fiume Nogat, che ricevette il nome di Marienburg, in onore della Vergine Maria, sotto la cui protezione l'Ordine si era posto fin dalle più remote origini. La fortezza, tuttora presente e visitabile in Polonia nella cittadina di Malbork, è un poderoso insieme di tre castelli collegati fra loro e circondati da una doppia cinta muraria e da un fossato. Occupa una superficie di 52 acri, 4 volte l'area del castello di Windsor, ed è a tutt'oggi la fortezza più grande d'Europa, nonché una ragguardevole testimonianza di architettura militare medievale. Fu residenza del Gran Maestro dell'Ordine Teutonico dal 1309 al 1457, e simbolo tangibile del potere dell'Ordine in Prussia.
L'Ordine, potenza territoriale
Alla fine del XIII secolo, il dominio teutonico su Prussia e Livonia era ormai consolidato, e l'assimilazione delle popolazioni ex-pagane procedeva speditamente. Tuttavia gli stati confinanti erano una minaccia costante all'Ordine, che doveva pertanto mantenere attivo ed efficiente un potente apparato militare. Gli scontri tra i polacchi e i margravi di Brandeburgo per il controllo del confinante ducato della Pomerania orientale avevano fornito il pretesto all'Ordine per assumere il controllo dello strategico porto di Danzica (1308), grazie al quale non solo acquistava un importante centro commerciale della lega anseatica, ma poteva anche controllare e tassare i traffici fluviali provenienti dalla Polonia. I primi screzi cominciarono già nel 1316, e sfociarono in aperte ostilità nel 1328. Il motivo del contendere era il controllo della Pomerelia, altrimenti detta Pomerania Orientale, con l'importante porto di Danzica. La lotta si prolungò fino all'estate del 1343, quando fu ratificato un trattato che sanciva una "pace perpetua" tra la Polonia e l'Ordine Teutonico, confermando a quest'ultimo il possesso della Pomerelia e di tutte le concessioni precedentemente fatte all'Ordine dalla corona polacca. Nel frattempo si era riaccesa la guerra anche con la Lituania che, apostata, aveva ripreso le antiche usanze religiose e belliche riprendendo le razzie già dal 1311 e intraprendendo una vera e propria offensiva a partire dal 1320. I lituani ottennero delle vittorie che diedero loro baldanza, e si abbandonarono ad atti di inaudita ferocia sui prigionieri. Questi scontri peraltro contribuirono ad avvicinare molto la Polonia alla Lituania, entrambe mosse dal desiderio di impadronirsi dei territori dell'Ordine Teutonico. Nel 1346 l'Ordine acquistò dalla corona danese tutti i suoi possedimenti in Estonia, estendendosi senza interruzioni dalla foce della Vistola fino al lago Peipus e al golfo di Finlandia. La guerra coi lituani si prolungò, con alterne vicende, per molto tempo. Polacchi, lituani, samogiti, russi, tartari, tutti combattevano fianco a fianco per piegare la resistenza dell'Ordine. Nel 1386 Jagellone, figlio del re lituano Algirdas, si convertì al cristianesimo per sposare la principessa Jadwiga, figlia ed erede del re di Polonia. Questa unione tra Polonia e Lituania costrinse l'Ordine a venire a patti. Nel maggio 1404 il Gran Maestro dell'Ordine, Konrad von Jiingingen, e il nuovo re di Polonia, Jagellone, sigiarono una nuova "pace perpetua", nella quale si cedeva la Samogizia, oggetto del contendere tra lituani e teutonici, all'Ordine, che a sua volta rinunciava a tutte le conquiste fatte in Lituania. Il trattato inoltre sanciva il controllo teutonico sul Brandeburgo, che si estendeva dal fiume Oder alla Pomerelia lungo i confini nordoccidentali del regno polacco. L'Ordine era finalmente riuscito a coronare il desiderio di Hermann von Salza, cioè la creazione di uno stato sovrano governato dai monaci-guerrieri teutonici, che si estendeva dall'Oder fino al golfo di Finlandia lungo tutta la costa meridionale del Baltico.
Decadenza
Terminata la missione di evangelizzazione delle terre baltiche, l'Ordine aveva perso uno dei suoi principali motivi di esistenza, e si era trasformato in una vera e propria potenza temporale, florida e robusta. Tutto questo splendore era destinato a durare a malapena un secolo. La mentalità gerarchica, autoritaria e intraprendente che era stata la spina dorsale dell'Ordine nei secoli dal XII al XIV si trovò a dover fare i conti, agli inizi del XV secolo, con una nuova diffusa mentalità, affarista e bottegaia, compromissoria e mestatrice, che mal si adattava alla ferrea disciplina imposta dall'Ordine. Cominciarono a sorgere leghe contro gli "abusi" dell'Ordine, fino a creare un vero e proprio "fronte interno" che, fomentato e supportato dalla corona polacca, ebbe un ruolo decisivo nel minare la resistenza dell'Ordine. L'unione del Regno di Polonia col Granducato di Lituania aveva infatti creato una potenza territoriale non indifferente, che però era limitata economicamente dal ferreo controllo dell'Ordine Teutonico sull'accesso al mar Baltico e sulla "via dell'ambra", sul cui commercio l'Ordine esercitava un deciso monopolio. La Polonia rispondeva a questo "embargo" ostacolando e boicottando regolarmente le attività dei mercanti prussiani, fino a impedire loro il transito sul territorio polacco. La crisi sfociò nella feroce guerra tra l'unione polacco-lituana e l'Ordine, guerra che lo avrebbe condotto al dissolvimento dei suoi possedimenti e quasi alla cessazione della sua stessa esistenza. Il re polacco Wladislaw Jagiello, non appena stipulata la "pace perpetua" del 1404 con i teutonici, cominciò ad alimentare lo scontento dei samogiti, che erano stati da lui affidati al controllo dell'Ordine. Nel 1407 essi si ribellarono. Il nuovo Gran Maestro Ulrich von Jiingingen si rivolse, invano, allo stesso Jagellone per far cessare le cruente rivolte nella Samogizia. Jagiello voleva arrivare alla resa dei conti coi teutonici. Nel giugno 1410 lo Jagellone mise in campo un'armata di centomila uomini, in gran parte contadini, e marciò verso lo scontro. Dal canto suo, l'Ordine poteva contare su circa cinquantamila effettivi, meglio addestrati, armati e disciplinati. Il 14 luglio le truppe polacche, affiancate da lituani, samogiti, russi e tartari, cominciarono a disporsi nella piana tra i villaggi di Grunwald e Tannenberg. L'armata teutonica giunse, dopo una faticosa marcia nella pioggia e nel fango, nei pressi del villaggio di Tannenberg la notte fra il 14 ed il 15 luglio. La cavalleria pesante dell'Ordine mosse battaglia la mattina del 15 luglio, e i combattimenti durarono tutta la giornata, dapprima con predominio dei teutonici; poi, man mano che le ore passavano, la stanchezza derivante dalla lunga marcia e dall'equipaggiamento pesante presero il sopravvento. Il Gran Maestro stesso si gettò nella mischia nella speranza di risollevare le sorti della battaglia, ma fu colpito a morte. Questo fatto gettò scompiglio tra le fila teutoniche fu la disfatta. L'Ordine aveva subito la sua prima vera grande sconfitta militare, e dovette patire l'umiliazione suprema di veliere 51 dei suoi stendardi caduti in mano nemica ed esposti come trofei di guerra in una cappella della cattedrale di Cracovia. Tutte le più alte cariche dell'Ordine avevano trovato la morte in battaglia, e l'integrità stessa dei suoi territori era messa in discussione. Questa drammatica sconfitta ha segnato pesantemente la coscienza collettiva germanica e slava, tant'è che oggi in Polonia non esiste città che non abbia almeno una via intitolata alla battaglia di Grunwald; da parte tedesca, l' "Onta di Tannenberg" non fu lavata che nel 1914 dalla vittoria di Hindenburg e Ludendorff sui russi.
Il 25 luglio 1410 le truppe di Jagiello si presentarono sotto le possenti mura della fortezza di Marienburg, conquistando e sottomettendo ogni territorio che attraversavano. Torun, Strassburg e Schweiz si consegnarono all'invasore, mentre Kònigsberg, Danzica, Elbing, Kulm e Balga resistettero a oltranza. L'Ordine si salvò solo grazie alle divisioni interne che avevano portato la discordia nell'accampamento polacco. Jagiello tolse l'assedio al castello il 19 settembre 1410.
L'8 dicembre 1410 vennero iniziati i negoziati, conclusi il primo febbraio 1411 con la "pace di Torun", che stabiliva una nuova "pace perpetua" tra l'Ordine e la Polonia-Lituania, la liberazione senza riscatto dei prigionieri e la restituzione reciproca di tutti i territori catturati durante la guerra. Inoltre veniva sancito il diritto dei mercanti ad usare senza limitazioni le rotte commerciali. Non appena ratificata la pace, Jagiello pretese, per liberare i prigionieri, un riscatto di cinquantamila fiorini d'oro, che l'Ordine acconsenti a pagare per salvare la pace. Ovviamente, conclusa la pace, i teutonici si affrettarono a punire severamente tutti coloro che avevano tradito e "pugnalato alla schiena" l'Ordine nel momento della sconfitta. Le purghe e le confische non si fecero attendere. Venne inoltre stabilita un'imposta sui beni e sui redditi per risanare le casse dell'Ordine, cosa che mandò su tutte le furie tutti i potenziali contribuenti. Le tensioni si ripercossero in tutto l'Ordine, tanto da provocare l'allontanamento dilla nobiltà tedesca.
Anche l'avvento degli hussiti si ripercosse sulle sorti dell'Ordine Teutonico. Il dibattito sulla linea politica da seguire nei confronti dei riformati provocò una lunga serie di faide, che fecero detronizzare numerosi Grandi Maestri e rimisero in guerra l'Ordine con la Polonia. Si arrivò ad una nuova pace nel 1422, con la cessione della Samogizia, salvo una stretta fascia costiera, alla Polonia, e una serie di altre concessioni. La pace fu rotta nuovamente dai polacchi nel 1433, e le truppe mercenarie si impegnarono a devastare il più possibile dei territori teutonici. Si firmò una nuova "pace perpetua" nel 1435, che sanciva quanto stabilito nel 1422 e accollava pesanti indennità all'Ordine. La struttura dell'Ordine vacillava. Nel 1454 scoppiò in Prussia una rivolta contro l'Ordine. Molte città si arresero, e Marienburg fu messa sotto assedio. Alla rivolta, naturalmente, si uni la Polonia, che intendeva attentare all'integrità della Prussia. Fu l'inizio della guerra dei tredici anni, che avrebbe visto la vittoria dei nemici dei teutonici. Nel 1457 l'Ordine perse Marienburg, che fu consegnata ai polacchi da alcune truppe mercenarie, e trasferì la propria sede a Kònigsberg. L'Ordine non aveva più truppe e risorse per opporsi agli invasori, e il territorio prussiano si sfaldò lentamente.
Nel 1466 iniziarono i negoziati che portarono alla seconda pace di Torun, nella quale l'Ordine rinunciava al possesso dei territori meridionali a vantaggio della Polonia, conservando la propria sovranità sulla Prussia orientale e sulla Livonia, ma facendo atto di vassallaggio al re di Polonia. Tale pace fu messa in discussione dal Gran Maestro dell'Ordine Federico di Sassonia nel 1498, non essendo stata confermata né dall'imperatore né dal pontefice; Federico di Sassonia, una volta eletto, si rifiutò infatti di recarsi dal re polacco per porgergli omaggio, come prescritto dal trattato. Quando egli morì, pel 1,510, la questione sull'omaggio era, ancora apertagli capitolo scelse come Gran Maestro il margravio di Brandeburgo Albrecht, figlio del margravio di Brandeburgo-Ansbach e di Sofia, figlia del re di Polonia Casi miro IV. Albrecht si rifiutò parimenti di porgere omaggio al re di Polonia, nonostante l'esortazione in questo senso da parte dell'imperatore Carlo V. Albrecht considerò anzi un tradimento ciò che gli era stato suggerito da Carlo V. Si recò quindi a Wittemberg, dove ebbe un colloquio con Lutero. Gli effetti di questo colloquio non tardarono a farsi sentire: le idee luterane presero rapidamente piede nella Prussia teutonica. Lo stesso Gran Maestro, Alberto di Brandeburgo, infranse i voti monastici, aderì alla riforma luterana, secolarizzò i beni dell'Ordine e si accordò con la Polonia nel 1525, dichiarando di essere vassallo del re e di ricevere dalle sue mani, a titolo di feudo ereditario, il ducato di Prussia. Albrecht Hohenzollern von Brandenburg-Ansbach, nonostante le proteste del papa Clemente VII e dell'imperatore Carlo V, diveniva pertanto il primo duca di Prussia, ricevendo giuramento di fedeltà per sé e i propri eredi da parte dei territori a lui soggetti. La Livonia rimase per un certo tempo fedele a Roma, ma il suo maestro provinciale passò alla Riforma nel 1560, cedendo la Livonia alla Polonia e ricevendo in cambio i ducati di Curlandia e Semgallia; inoltre depose il mantello bianco dei Cavalieri Teutonici e prestò giuramento al re di Polonia. La presenza dell'Ordine Teutonico nel Baltico era conclusa, il sogno di Hermann von Salza svanito per sempre.
Diffìcile sopravvivenza
Un nuovo Gran Maestro dell'Ordine fu eletto nel 1526, nella persona del Maestro Provinciale di Germania. Da quel momento l'Ordine avrebbe avuto a capo uno "Hoch und Deutschmeister", un "Gran Maestro e Maestro Tedesco", sotto la protezione della casata degli Asburgo. L'esistenza dell'Ordine, diviso tra due fedi e privato dei suoi possedimenti, era in serio pericolo. Il numero dei fratelli cavalieri era in costante diminuzione: sembrava che l'Ordine non servisse più a nulla. Con l'arciduca Massimiliano d'Asburgo, che diviene Gran Maestro nel 1595, l'Ordine fu posto sotto la completa tutela della casa d'Austria. Furono anche riformati gli statuti dell'Ordine per adattarli alla nuova situazione. Da lì in avanti l'Ordine sopravvisse a stento a molte traversie, tra cui anche la guerra dei trent'anni (1618-48), cercando di consolidare la propria situazione finanziaria e militare. L'Ordine tornò varie volte in campo, nonostante l'esiguità delle sue forze, combattendo valorosamente per difendere il proprio onore cavalieresco, anche per liberare Vienna dall'assedio dei Turchi. Nel XVIII secolo il declino dell'Ordine continuò inesorabile. L'affiliazione dei fratelli-cavalieri divenne un fatto puramente formale, un titolo da aggiungere ad altri già posseduti. L'Illuminismo portò l'Ordine ad entrare in contatto con la Massoneria.
Carlo di Lorena e il suo successore, Massimiliano, Gran Maestri dell'Ordine, ebbero rapporti stretti con varie logge massoniche; Massimiliano di Lorena fu inoltre protettore di Haydn, Mozart e Beethoven. Nel XIX secolo la componente cavalieresca dell'Ordine è quasi scomparsa, e fa'maggior parte dei membri è composta da fratelli-preti. La componente clericale dell'Ordine diviene predominante. L'avvento di Napoleone assesta il colpo di grazia all'Ordine, sopprimendolo il 24 aprile 1809. Il congresso di Vienna del 1815 non si occupò minimamente di restituire all'Ordine le sue proprietà, e l'Ordine sopravvisse solo in virtù del sostegno dell'imperatore d'Austria.
Nel 1834 l'imperatore restaurava l'Ordine come "istituzione autonoma religiosa e militare". Il Capitolo Generale si riunì a Vienna tra maggio e giugno del 1834, e avviò un processo di revisione degli statuti, votati definitivamente nel 1839. Il numero dei cavalieri dell'Ordine passò da cinque nel 1835 a trenta nel 1863. I nuovi statuti rimasero in vigore sino al 1929. Furono ricostituite le categorie delle Sorelle Teutoniche, con compiti caritativi e assistenziali, e dei Fratelli-Preti. Le generose donazioni che l'Ordine ricevette gli permisero di edificare numerosi ospedali conventi, ritornando così alle origini ospedaliere che lo avevano visto nascere. Dal 1877 al 1923 l'Ordine fu presente sui campi di battaglia per portare soccorso ai soldati feriti di tutti gli schieramenti. Dopo la sconfitta austriaca del 1918, l'esistenza dell'Ordine torno nuovamente a essere messa in discussione. Si arrivò alla riforma della regola, approvata dalla Santa Sede nel 1929, che modificò pesantemente l'assetto dell'Ordine. Il nome di Cavalieri Teutonici doveva essere abbandonato, prendendo il nome di "Fratelli dell'ordine tedesco di Santa Maria di Gerusalemme' ; l'Ordine diveniva unicamente religioso e rinunciava alla tradizione militare, mantenendo l'unico privilegio di attribuire l'investitura cavalieresca. La Santa Sede ha attualmente il conti olio sull'Ordine. Le difficoltà dell'Ordine comunque non erano finite. Dopo l'annessione dell'Austria alla Grande Germania del 1938, fu pesantemente attaccato dalle autorità naziste in quanto considerato un relitto filoasburgico. Il 6 settembre 1938 l'Ordine fu soppresso ed i beni confiscati. Numerosi fratelli, compreso il Gran Maestro, furono arrestati e deportati. La costituzione del protettorato di Boemia e Moravia nel 1939 riservò alle sedi dell'Ordine in quei luoghi un trattamento simile.
Curiosamente, proprio nel momento in cui l' "establishment" nazista sopprimeva l'Ordine Teutonico, Heinrich Himmler tentò di recuperare una parte della simbologia e della tradizione dell'Ordine stesso, a vantaggio del nuovo regime. Le SS, l' "Ordine Nero" di Himmler, dovevano essere una reincarnazione dell'Ordine Teutonico, privato di tutti gli elementi cristiani. Il ricostruito castello di Wewelsburg, presso Paderborn, vero e proprio "tempio" delle SS, fu riedificato secondo gli stilemi delle fortezze teutoniche nell'Europa dell'Est. Himmler sfruttò dunque un'iconografia suggestiva e piena di storia per degli scopi assolutamente distorti e aberranti. I risultati dell'azione delle SS purtroppo sono sotto gli occhi di tutti, e i veri cavalieri teutonici, fedeli al papa e al loro Ordine, furono perseguitati e vittime del populismo razzista propagandato dal nazismo.
Dopo la guerra, l'Ordine potè voltare pagina e ricominciare, per l'ennesima volta, una nuova esistenza. Nel 1947 furono abrogate in Austria le disposizioni del 1938, e si poterono recuperare un po' alla volta i possedimenti che l'Ordini aveva avuto in quelle terre. L'Ordine hi inoltre autorizzato, dopo un secolo e mezzo, a riprendere la propria attività caritativa in Germania per portare soccorso alla popolazione. L'avvento dei regimi comunisti in Cecoslovacchia e Jugoslavia impedì che questo potesse avvenire anche in quei territori; l'Ordine rimase fuorilegge e i suoi beni, confiscati una prima volta dai nazisti, furono confiscati una seconda volta dai comunisti.
Dopo il crollo dell'egemonia comunista nell'Europa orientale avvenuto tra il 1989 ed il 1991, l'Ordine ha potuto riprendere le proprie attività assistenziali anche in quei territori da cui era stato espulso nei precedenti cinquantanni, sopravvivendo in tal modo all'avvento del nazismo e del comunismo. L'Ordine attualmente ha sede a Vienna ed è diviso nei Priorati d'Austria, Germania ed Italia, con circa ottanta religiosi professi di cui cinquanta sacerdoti.
Conclusione
Mille anni di intensa storia non possono certo essere ridotti in un numero di pagine cosi limitato. Ma d'altronde una vita impegnativa, ricca e articolata come quella dell'Ordine Teutonico merita di essere conosciuta, compresa e rispettata. Se questo articolo è riuscito a sfatare un po' di luoghi comuni su questo complesso e illustre ordine cavalieresco, tanto basta. È un primo passo verso una conoscenza più obiettiva e rispettosa di ciò in cui tanti uomini hanno creduto fermamente, anche a prezzo della propria vita, nel corso di quasi nove secoli.
|