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Una proposta di legge contro i brevetti software
by ctrl+v collective Wednesday, Jun. 29, 2005 at 11:13 AM mail:

Il 24 Giugno è stata depositata presso la Corte di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare, per cui nei prossimi giorni partirà la raccolta delle almeno 50.000 firme necessarie e richieste dalla Costituzione, per la tutela e la valorizzazione dei beni comuni.

Per beni comuni si intendono quelli di tipo tradizionale come l'acqua, l'aria, le terre e quelli di nuova generazione come i programmi informatici, la sicurezza alimentare, l'istruzione. La proposta di legge è disponibile sul sito di una delle organizzazioni promotrici dell'iniziativa popolare: il Forum Ambientalista, insieme ad altri come Attac Italia, Legambiente, le Rdb, l'Arci, la rivista "Quale Stato" della Cgil, Rifondazione Comunista.

Con questa legge si propone una gestione partecipata dei beni comuni, in una forma nè statale ma privata ma collettiva. Citiamo i due articoli della proposta di legge che riguadano gli algoritmi informatici e le scoperte scientifiche e il software.

Art. 11 Disposizioni relative alle scoperte scientifiche

Fermo restando quanto disposto dall'art. 7, non possono essere oggetto di brevetto:

a) le formule matematiche

b) gli algoritmi informatici

c) gli elementi chimici artificiali

d) i procedimenti logici di ogni tipo

Le formule dei composti chimici possono essere sottoposte a brevetto non più che quinquennale, e in ogni caso devono essere pubbliche in ogni forma. Deve essere pubblico anche il procedimento di sintesi del composto.

Il governo è delegato ad emanare, entro 60 giorni dall'approvazione della presente legge, un decreto legislativo di modifica delle attuali norme in materia che preveda anche tempi e modalità di revisione dei trattati internazionali in materia.

Art. 12 Disposizioni particolari relative ai programmi informatici

I programmi informatici non possono in nessun caso e sotto nessuna forma essere sottoposti a brevetto.

Fatti salvi tutti gli altri diritti, il codice sorgente dei programmi informatici deve essere pubblico. Il codice sorgente deve essere allegato al programma in forma eseguibile, ovvero devono essere indicate nella documentazione del programma stesso le modalità per ottenere il codice sorgente.

La Repubblica tutela e promuove il «software libero», rilasciato sotto la licenza commerciale GPL o altre licenze equivalenti, e ne riconosce il valore scientifico e sociale.

Per licenze equivalenti alla GPL si intendono tutte quelle licenze che permettono: a) l'uso senza limitazioni del programma; b) la disponibilità del codice sorgente; c) la possibilità di modificare il codice sorgente, di utilizzare il programma così modificato, e di ridistribuire la versione modificata del programma senza oneri verso l'autore originale o altri titolari di diritti.

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Unione Europea: il 6 luglio si vota per la brevettabilità del software
by ctrl+v collective Wednesday, Jun. 29, 2005 at 11:15 AM mail:

La proposta di normativa europea sui brevetti software sarà votata al Parlamento europeo il prossimo sei luglio, in seconda lettura, nonostante i tentativi di modifica proposti dal parlamento europeo e gli emendamenti, rigettati, di Michel Rocard in Commissione giuridica, risultati dal movimento d'opinione che si è organizzato negli ultimi due anni contro tale direttiva. Un esempio è la proposta di legge di iniziativa popolare che il 24 giugno scorso è stata depositata presso la Corte di Cassazione per la tutela e la valorizzazione dei beni comuni, per cui nei prossimi giorni partirà la raccolta delle firme necessarie. Anche alcune amministrazioni pubbliche sono contrarie a questa direttiva, come nel caso del comune di Pisa che ha recentemente approvato una mozione in cui si legge che "la protezione brevettuale quasi illimitata che il testo approvato in Consiglio accorda al software non soltanto non è utile per la competitività delle imprese europee, ma al contrario finisce per porle sotto la minaccia di un continuo e spesso pretestuoso contenzioso legale". D'altro canto, durante il recente convegno «Il futuro del software», la Confindustria ha sostenuto che la direttiva non riguarda il software come tale, che non è brevettabile per la convenzione di Berna del 1973, ma che essa è necessaria per la competitività del mercato, in particolare per gli investimenti in innovazione e ricerca. In vista della prossima votazione, il 4 luglio a Bologna si terrà un incontro presso la Sala Farnese del Comune, in Piazza Maggiore, dalle ore 16; ne parleranno lo scrittore Franco "Bifo" Berardi, il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana e Alessandro Rubini della Free Software Foundation Europe.

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