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[Milano] «Via Lecco, finita l’illegalità». I rifugiati: mai nei container | ||
by rassegna stampa (corriere) Wednesday, Dec. 28, 2005 at 11:00 AM | mail: | |
Salta la mediazione, gli sfollati dormono in strada. Il Comune: pronti ad accoglierli nella sede della Protezione civile. Il prefetto: l’intervento? Un atto dovuto. Sgombero nel palazzo occupato. Tensione tra la polizia e gli immigrati che salgono sui tetti e s’incatenano nel cortile.
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Hanno lasciato il palazzo e si sono presi la strada. Via Lecco. La pioggia bagna per un intero giorno cataste di valigie, trolley , scarpe, maglioni, un divano, una lavatrice, immigrati avvolti nelle coperte, nei piumini fradici, seduti per terra. Facce e cappelli che grondano acqua. Freddo nelle ossa. Amhed spezza due rami e aggiunge legna al falò. Sono le sette di sera. Il Comune chiedeva lo sgombero e lo sgombero è arrivato. Ma i 200 rifugiati politici provenienti da Sudan, Eritrea e Somalia rifiutano le sistemazioni nei dormitori. Quando anche le associazioni gettano la spugna, restano solo i poliziotti, a guardia di un marciapiede trasformato in accampamento per la notte. Cronaca di una giornata di trattative senza sbocchi, iniziata con mezz’ora di tensione. Polizia e carabinieri circondano il palazzo intorno alle 9 e mezzo. L’ordine: «Nessuno deve farsi male». Una decina di rifugiati e un esponente dei centri sociali si incatenano al portone. Altri passeggiano sul tetto, un paio sul cornicione. I vigili del fuoco gonfiano un enorme materasso in strada, per paura che qualcuno cada. «Non siamo bestie - urlano dalle finestre - siamo persone pacifiche». La polizia sgombera il portone con qualche spinta. Nulla più. Iniziano i colloqui. |
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