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IL "RESPONSABILE" DI PIAZZA ALIMONDA
by gin{ Sunday, Dec. 01, 2002 at 7:08 PM mail:

...Sono stato l'ultimo a lasciare via Caffa. Tra l'altro, mi ero piantato davanti con un carabiniere, cercando di rimanere. Dopodiché, quando sono andato verso il collega Fiorillo, ricordo di avere avuto con me un gruppetto di carabinieri (ossia "inseguivo" questo gruppetto di carabinieri)...

Riassunto delle puntate precedenti.
Franto scrive "la Bestia nera"
http://italy.indymedia.org/news/2002/09/84372_comment.php#121795
Arto si aggiunge con "una nuova foto di Placanica
http://italy.indymedia.org/news/2002/11/119052_comment.php#121886
io leggo tutto e mi soffermo su una frase di Adriano Lauro detta in commissione G8 (per chi ancora non lo sapesse, Lauro è il vicequestore che comandava il drappello di carabinieri in piazza Alimonda).

...Stavano scappando ma, quando hanno avvistato il gruppo di carabinieri (il nostro), composto da un centinaio di uomini, che comunque erano niente al cospetto di migliaia di manifestanti, hanno cominciato ad avanzare ed a spingere...

Riguardo le foto e mi accorgo che i conti non tornano, perché i carabinieri sono al massimo una cinquantina. Poi leggo ancora e trovo un'altra frase di Lauro.

...Ho chiesto al Capitano che comandava il gruppo dei carabinieri se se la sentisse, in considerazione del loro notevole numero, di fronteggiare i manifestanti. Questi rispose affermativamente...

Dal che scrivo il mio post
http://italy.indymedia.org/news/2002/11/119716.php
e concludo che Lauro mente sul numero perché altrimenti dovrebbe ammettere che erano troppo pochi per intraprendere una qualsiasi azione e mente per proteggere il capitano Cappello, che aveva affermato che potevano farcela.
Che ingenità da parte mia pensare a tanto altruismo da parte di Lauro!
A Lauro non interessa affatto difendere il suo stimato collega, piuttosto para il suo di culo da eventuali accuse. Perché è Lauro il funzionario preposto alle operazioni di ordine pubblico. E' lui che ordina cosa fare ai carabinieri, attraverso Cappello.

...In base alle disposizioni di Genova, ogni gruppo rispondeva direttamente al suo comandante che, in quel caso, era il capitano. Io ero il responsabile dell'ordine pubblico, però dovevo dare gli ordini
al capitano che gestiva materialmente gli uomini...

Sono andato a leggermi l'intera audizione di Lauro in commissione G8 e ho trovato alcune cose interessanti (io ne sottolineo alcune, ma vi invito a leggere il testo completo, perché c'è parecchio su cui riflettere).
http://www.google.it/search?q=cache:pBxhjPftk-4C:www.misteriditalia.com/genova/giuliani/download/Audizioni%2520Lauro%2520e%2520Fiorillo%2520(5%25209).pdf+audizione+adriano+lauro&hl=it&ie=UTF-8

Nella sua audizione Lauro specifica ben 6 volte che il suo gruppo era composto da 100 carabinieri.

1)...Ero responsabile di un centinaio di carabinieri. Quando...
2)...il gruppo di carabinieri (il nostro), composto da un centinaio di uomini..
3)...in quel momento, cento persone non sono più facilmente coordinabili...
4)...era impossibile cercare il capitano tra cento carabinieri vestiti allo stesso modo...
5)...C'era l'ufficiale e i capisquadra. I cento erano divisi in squadre...
6)...ho ripreso la via dei mezzi marciando a piedi con i miei 100 carabinieri...

Ribadisce continuamente questo numero 100, anche se non c'è nessuno che glielo chiede specificatamente. E quando si fa così, cioè si forniscono informazioni non richieste, vuol dire che lo si è programmato in precedenza, perché si vuole basare tutta la propria testimonianza su quel dato (un avvocato potrebbe spiegarlo meglio di me, ma siamo davanti a una strategia precisa).
Poi ricostruisce a modo suo la vicenda.
I punti salienti sono che verso le 16,30 Truglio arriva con le due jeep, fa "l'appello" e se ne va. Lauro prende il suo gruppo per tornare ai mezzi (alla fiera), ma sentendo via radio che attorno alla stazione ci sono suoi colleghi in difficoltà decide di andare a dargli man forte.

...detti problemi erano legati al famoso corteo delle tute bianche che, cercando di sfondare le barriere nei pressi della stazione, si era scontrato con nostro personale. A quel punto, ho deciso di dirigermi in quella direzione per dare man forte ai colleghi, visto che erano abbastanza allarmati e si trovavano in difficoltà...

Prima constatazione: sono in servizio da 10 ore e, sempre a detta di Lauro, hanno avuto già parecchi scontri, bevuto poco e mangiato niente, sono a piedi, stanno per smontare dal servizio... e Lauro ordina un'altra azione!?

Continuiamo.

...Appena ci hanno avvistato, ci siamo guardati vicendevolmente; quindi, presi alcuni cassonetti, li hanno posizionati tutti davanti, in via Caffa, mentre noi stavamo in piazza Alimonda: eravamo, praticamente, divisi da via Caffa. Hanno cominciato a marciare nella nostra direzione con questi cassonetti...

Ok, Lauro sostiene che loro passavano per caso e che quando i manifestanti sono venuti verso di loro hanno dovuto difendersi. Ma c'è di più, perché subito dopo aggiunge.

...spingevano i cassonetti in avanti e procedevano nella nostra direzione. A quel punto, chiesi al capitano che comandava il gruppo dei carabinieri se se la sentisse, in considerazione del loro notevole numero, di fronteggiare i manifestanti. Questi rispose affermativamente...

E qui (in my opinion) c'è una carognata da parte di Lauro, che scarica su Cappello tutta la responsabilità. In fondo, sottintende Lauro, se Cappello mi avesse detto che non se la sentivano ci saremmo ritirati.
Continua Lauro.

...Dunque, siamo entrati in via Caffa procedendo verso il corteo; a metà di via Caffa sono iniziati gli scontri...

Seconda constatazione: non hanno avuto ordini specifici di intervenire, non hanno una posizione da difendere e potrebbero ritirarsi, addirittura dovrebbero andare ad aiutare i loro colleghi in difficoltà, e invece "avanzano" in via Caffa. Per far che?

Sorvoliamo su tutto il resto (franti ha già messo l'accento sulle famose jeep e sul tenente colonnello Truglio) andiamo oltre la loro ritirata disastrosa.

...Sono stato l'ultimo a lasciare via Caffa. Tra l'altro, mi ero piantato davanti con un carabiniere, cercando di rimanere. Dopodiché, quando sono andato verso il collega Fiorillo, ricordo di avere avuto con me un gruppetto di carabinieri (ossia "inseguivo" questo gruppetto di carabinieri)...

Adesso ci occupiammo solo del coraggioso Lauro, il "responsabile" di quello che sta accadendo a piazza Alimonda. Carlo è già stato colpito e giace a terra. Lauro afferma di non aver sentito il colpo e di aver visto una pietra insanguinata accanto al corpo.

...Quando ho visto il ragazzo per terra e ho visto un "fuggi fuggi" generale; mi sono avvicinato a quel lago di sangue che usciva e ho visto una pietra, come quella che ha visto il dottor Fiorillo, intrisa di sangue e molto vicina alla tempia; dunque ho pensato che il giovane fosse stato colpito dalla pietra. In parte ero convinto che fosse stata la pietra, in parte credevo che se loro non avessero attaccato, non sarebbe accaduto questo fatto; ecco il senso di quella frase famosa...

Già, perché la frase "Sei stato tu, col tuo sasso!" è proprio lui a pronunciarla, lui che ha dato inizio a tutto quel casino e che ora ha tutte le ragioni per fare un po' di confusione.

...abbiamo operato per tre giorni - e lo sapevamo da tempo - con le telecamere; quindi, qualsiasi gesto da parte nostra... Se io avessi impedito ad un fotografo di riprendermi sapevo che lo avrebbero fatto altre dieci telecamere...

Infatti, Lauro sa benissimo che ci sono le telecamere a riprenderlo quando fa il suo show.
Ma torniamo al momento in cui Lauro si rende conto di quanto è accaduto. Cos'è che fa?
Intanto non risulta che chieda a qualcuno, come sarebbe stato naturale, cosa è successo. Non al capitano Cappello, non al suo collega Fiorillo. Non chiede niente, come se "non volesse" sapere niente. Convinto, dall'alto della sua notevole esperienza, che Carlo è stato colpito da un sasso, non perché l'ha visto, ma perché l'ha dedotto. E che altro fa?

...lei ha fatto diversi tentativi di chiamare la centrale operativa della questura per riferire degli accadimenti, ma la centrale non rispose e quindi lei si rivolse, col suo cellulare, ad un vicequestore, per dire di mandare immediatamente i soccorsi medici...
...La domanda che volevo farle è: non le parve strano che chiamando la centrale operativa non ricevesse alcuna risposta in una giornata come quella del 20 luglio, che, effettivamente, fu una giornata di ferro e fuoco in tutta la città?..

Questo è quello che domanda Grazia Labate, uno dei membri della commissione, e questa la risposta di Lauro.

...Quando ho chiamato, stavano avvenendo tafferugli altrove ed i colleghi chiamavano con urgenza: a quel punto ho capito che si stava verificando un intasamento ed ho chiamato telefonicamente un collega, che mi ha risposto...

Verosimile, no? Peccato che facendo così Lauro abbia interrotto la "naturale" catena di comando. Badate, dice che sta chiamando i soccorsi.

...io ero certo che fosse morto - ho una certa esperienza -, mentre due esponenti del Global social forum con la Croce rossa, che sono intervenuti e sono stati i primi a toglierli il cappuccio, pensavano ancora che si potesse salvare, hanno cercato di rianimarlo e mi hanno chiesto di fare intervenire un'unità di rianimazione, che ho chiesto via radio...

Allora, lui è convinto che Carlo è morto e che l'ambulanza è inutile. E chi chiama? Non la centrale, a cui dovrebbe riferire l'accaduto, non un'ambulanza, ma con il suo cellulare, e non con la radio di servizio, chiama un altro vicequestore per chiedergli... Già cosa gli chiede?
Non si dice chi è l'altro vicequestore e perché potesse aiutarlo. Il fatto è che Lauro, con un morto davanti, non passa dai canali istituzionali, come dovrebbe, ma si rivolge a "suoi" contatti per sapere... cosa fare.
L'ho già detto una volta: mille sospetti non fanno una prova. Ma ce n'è abbastanza perché l'omicidio di Carlo non venga archiviato così facilmente. Non credete?

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