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Una storia italiana: le bombe intelligenti
by Garabomgbo Thursday, Feb. 28, 2002 at 1:03 AM mail: bbb

………Due chili di polvere da sparo e una tonnellata di dichiarazioni politiche……... ……….."Una reazione così scomposta indica che i movimenti di protesta hanno molto allarmato settori vicini all'area di governo. Probabilmente si contava su una rapida conclusione di quei movimenti, che non c'è stata. Bisognerebbe essere più prudenti, con la storia che abbiamo……….




Ma..."……..Ma il ministro della Giustizia, dopo la manifestazione del Palavobis di Milano, ha tirato fuori dall'armadio un paio di espressioni d'antan: "cattivi maestri" e "anni di piombo".

………l'esplosione di Roma autorizza a credere che il ministro sia dotato di poteri paranormali………. ……..Auguriamoci che in futuro non abbia più occasione di esercitarli"…...

…………Un'esplosione in pieno centro, in una notte non qualsiasi: carabinieri e polizia ancora in giro alla ricerca di tracce di terroristi nei cunicoli sotterranei di Roma. "Sembra strano - dice ancora De Lutiis - che l'attentatore possa aver raggiunto indisturbato la sede del ministero dell'Interno proprio in un momento di massima mobilitazione delle forze investigative e di prevenzione…….

………….."Potrei citare la campagna elettorale del `72, punteggiata di attentati a sedi della destra a Napoli, Bari, Pavia. In seguito il colonnello Viezzer del servizio segreto militare consegnò al giudice istruttore Sica un memoriale nel quale ricostruiva gli attentati alle sedi del msi compiuti dal maresciallo Esposito e dal capitano Labruna "per alienare le simpatie degli elettori del pci e in genere dei partiti di sinistra dipinti come eversori, responsabili degli attentati"…………...


Una storia italiana: le bombe intelligenti
ANDREA FABOZZI - Il Manifesto 27-02-2002

Due chili di polvere da sparo e una tonnellata di dichiarazioni politiche. La destra di governo ha già chiuso il caso. Il presidente investigatore, poi, è stato il più rapido: la bomba è figlia delle manifestazioni contro di lui.

Sorride al telefono Giuseppe De Lutiis, studioso di intelligence, storico dei servizi segreti, ex consulente della commissione stragi:

"Una reazione così scomposta indica che i movimenti di protesta hanno molto allarmato settori vicini all'area di governo. Probabilmente si contava su una rapida conclusione di quei movimenti, che non c'è stata. Bisognerebbe essere più prudenti, con la storia che abbiamo.

Quarant'anni di attentati in gran parte ancora da chiarire, una scia di sangue che ha portato lutti e sofferenze al popolo italiano.

Speravamo di poterli archiviare per sempre. Certo, è presto per esprimere valutazioni su una bomba che può essere frutto di provocazioni ben architettate, o magari di un folle. Ma...".

Ma il ministro della Giustizia, dopo la manifestazione del Palavobis di Milano, ha tirato fuori dall'armadio un paio di espressioni d'antan: "cattivi maestri" e "anni di piombo".

Quarantott'ore dopo, la bomba al Viminale. "Quello di Castelli è un riferimento privo di fondamento e offensivo - dice De Lutiis -, l'esplosione di Roma autorizza a credere che il ministro sia dotato di poteri paranormali.

Auguriamoci che in futuro non abbia più occasione di esercitarli". Intanto l'attentato di ieri notte colpisce l'ufficio di un ministro, Scajola, appena uscito da una clamorosa gaffe sull'ordine di sparare a Genova durante il G8. "Il Viminale è un luogo molto controllato, ci sono delle telecamere attive: dobbiamo aspettarci una soluzione investigativa rapida.

Se così non fosse dovremmo pensare che in Italia c'è ancora qualcuno che crede di poter collocare un po' di esplosivo per strada per tentare di fermare movimenti popolari nascenti o per rimediare a situazioni di imbarazzo politico".

Un'esplosione in pieno centro, in una notte non qualsiasi: carabinieri e polizia ancora in giro alla ricerca di tracce di terroristi nei cunicoli sotterranei di Roma. "Sembra strano - dice ancora De Lutiis - che l'attentatore possa aver raggiunto indisturbato la sede del ministero dell'Interno proprio in un momento di massima mobilitazione delle forze investigative e di prevenzione.

Se questa disattenzione è conseguenza di una carenza di controlli il fatto è preoccupante, in caso contrario torniamo a quei sospetti che avremmo voluto confinare nella memoria". Sospetti cresciuti su una lunga storia.

"Potrei citare la campagna elettorale del `72, punteggiata di attentati a sedi della destra a Napoli, Bari, Pavia. In seguito il colonnello Viezzer del servizio segreto militare consegnò al giudice istruttore Sica un memoriale nel quale ricostruiva gli attentati alle sedi del msi compiuti dal maresciallo Esposito e dal capitano Labruna "per alienare le simpatie degli elettori del pci e in genere dei partiti di sinistra dipinti come eversori, responsabili degli attentati".

O la campagna per il referendum sul divorzio nel '74, accompagnata da una serie di attentati culminati con la strage di Brescia, o la testimonianza ancora precedente di alcuni neofascisti che raccontarono di essere stati incaricati di compiere attentati in alcune chiese, siglandoli con una A anarchica".

Ma non c'è bisogno di andare tanto indietro. "Anche l'ultima campagna elettorale è stata segnata da attentati di medio livello, che all'epoca offrirono lo spunto per dichiarazioni allarmate.

Ancora non sappiamo nulla degli autori di quegli attentati, cosa alquanto sorprendente vista la professionalità raggiunta dalle nostre forze di polizia".

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