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Tutte le bugie di Martino | ||
by dal manifesto Thursday, May. 13, 2004 at 6:49 PM | mail: | |
Il ministro della difesa dice che il governo italiano non sapeva nulla delle torture in Iraq. Ma Amnesty International ricorda tutto: Farnesina (Boniver e Frattini) e Palazzo Chigi (Castellaneta e Scarante) erano stati avvisati.
Khreisan Aballey, iracheno di 39 anni, è stato arrestato per errore il 30 aprile 2003 dai soldati americani e condotto ad Abu Ghraib. Durante gli interrogatori è stato tenuto per quasi otto giorni in piedi o in ginocchio e faccia al muro, incappucciato e ammanettato. «Per tutta la durata della sua detenzione, le luci sono state sempre accese e una musica distorta ad altissimo volume scuoteva la cella. Non ha mai dormito (a parte brevi periodi di incoscienza) e i soldati americani lo hanno preso a calci in faccia e sui piedi fino a fargli saltare le unghie». Quando è uscito dall'inferno di Abu Ghraib, dopo nove giorni, i suoi piedi erano come «palloni da football e le ginocchia un brandello macilento». E' solo una delle tante storie di tortura raccolte da Amnesty International e scodellata sui tavoli del governo almeno dall'estate scorsa. Uomini tenuti in piedi per ore, privati del sonno e dell'acqua, detenuti senza incriminazione formale né difesa legale, in condizioni degradanti, casi di desaparecidos, una giustizia a doppio binario per criminali comuni e «sospetti terroristi». «Il punto non è se il governo sapeva o non sapeva», dice il presidente di Amnesty Italia Marco Bertotto. «Il problema è che sulla base degli elementi di cui era in possesso non ha fatto nulla. Non gli ha dato la giusta importanza, tutte le informazioni sono state ignorate». La litania di «non so, non sapevamo, nessuno ci ha detto niente» ripetuta dal ministro della Difesa Martino non convince affatto Amnesty, che ieri ha diffuso un lungo elenco di incontri e occasioni in cui informò il governo italiano sulla drammatica situazione in Iraq. |
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