L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2005/04/774484.php Stampa i commenti.
Bolzaneto: «Archiviate il pm Sabella» | ||
by dal manifesto Saturday, Apr. 16, 2005 at 11:52 AM | mail: | |
Secondo i magistrati l'ex capo del Dap vide i detenuti faccia al muro. «Ma non percepì le violenze più gravi».
A Bolzaneto vide che i detenuti erano tenuti in piedi con la faccia contro il muro, ma non fu testimone diretto delle violenze più gravi, né della loro sistematicità, quindi non avrebbe potuto impedirle. Con queste motivazioni i pm genovesi Patrizia Petruziello, Vittorio Ranieri Miniati e Francesco Pinto hanno depositato la richiesta di archiviazione per il loro collega Alfonso Sabella, oggi pm a Firenze e all'epoca del G8 dirigente dell'Amministrazione penitenziaria (Dap) e «superiore di tutto il personale del Dap» presente a Genova nel luglio 2001. La parola passa al giudice per le indagini preliminari, davanti al quale le parti civili faranno sicuramente opposizione, chiedendo che Sabella sia processato insieme ai 47 appartenenti alla polizia penitenziaria, alla polizia di stato e all'arma dei carabinieri per i quali è stato già chiesto il giudizio. Le accuse a questi ultimi, a vario titolo, sono abuso d'ufficio, abuso d'autorità, violenza privata, lesioni, percosse, ingiurie e falso ideologico per comportamenti qualificati dai pm come «trattamenti inumani e degradanti», appena un gradino al di sotto della tortura, ai sensi della convenzione europea dei diritti umani. Manca l'apologia del fascismo perché i pm non ritengono che le manifestazioni fascistoidi dei poliziotti di Bolzaneto, come l'imposizione di gridare «viva il duce» o la canzoncina «un due tre viva Pinochet», fossero davvero pericolose per l'ordine democratico. Sabella, che negli anni 80 e 90 si fece onore a Palermo nella caccia ai latitanti di mafia, a Genova sovrintendeva alle strutture carcerarie provvisorie istituite per il G8, quella di Bolzaneto (reparto mobile di Genova) e quella di Forte San Giuliano (comando provinciale dei carabinieri, anche lì ci sono state denunce di abusi e le indagini non sono concluse). Il Dap aveva deciso di «anticipare» in quei siti gli uffici matricola e le infermerie delle carceri di Genova, Pavia, Alessandria e altri, facendo una previsione di almeno 350 arresti (in realtà saranno meno di 300). Dovevano essere luoghi «di transito» ma le «permanenze» si allungarono fino ad oltre trenta ore. E l'altra misura da stato d'eccezione, che di fatto favorì gli abusti, fu la sospensione generalizzata dei colloqui tra gli arrestati e i loro avvocati, della quale l'allora procuratore di Genova, Luigi Francesco Meloni, dovette rispondere al Csm. |
||
versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum | ||