Dal Guardian Unlimited, l'ultima riflessione critica di George Monbiot,alla luce del vergognoso comportamento di Yahoo verso le autorità cinesi. Datata 13 settembre, e grazie al cielo tradotta in italiano, un'analisi impietosa e realistica del fallimento dei sogni di democrazia telematica.
"Coltivavamo il sogno che internet avrebbe
liberato il mondo, che ogni dittatura sarebbe
caduta", dice Julien Pain di Reporter Senza
Frontiere. "Abbiamo realizzato che si trattava
solo di un sogno".
Si era detto che le comunicazioni via internet e via satellite avrebbero fatto cadere le dittature. Ma gli interessi commerciali stanno garantendo che ciò non accada
'Alcuni di questa maledetta covata, cresciuti sui rami lì dietro, sono balzati sull'albero, da dove hanno iniziato a scaricare i loro escrementi sulla mia testa'. Così Gulliver descrive il suo primo incontro con gli Yahoos [gli "abietti schiavi degli Houyhnhnms" nel romanzo di Jonathan Swift, NdT].
Qualcosa di molto simile sta accadendo oggi alla democrazia.
Lo scorso aprile un giornalista di un quotidiano cinese, Shi Tao, è stato condannato a dieci anni di carcere per "aver divulgato segreti di Stato ad alcune istituzioni straniere". Aveva passato i dettagli di un ordine di censura all'Asia Democracy Forum e al sito internet Democracy News [Il "segreto di Stato" che ha rivelato è una circolare diffusa l'anno scorso dal ministero dell'Informazione a tutte le redazioni dei giornali cinesi, per proibire ogni sorta di commemorazione del 15esimo anniversario del massacro di Piazza Tienanmen. Shi Tao ha semplicemente riprodotto quella circolare su un sito Internet, NdT].
Il gruppo Reporter Senza Frontiere (RSF) era stato ingannato con la stessa facilità con cui è stato catturato Shi Tao. Egli inviò il suo messaggio tramite un anonimo account di Yahoo!, ma la polizia giunse a prelevarlo direttamente nel suo ufficio. Come potevano sapere dove si trovasse?
La settimana scorsa RSF ha ottenuto una versione del verdetto della giuria, dove si trova la risposta. Le informazioni sull'account personale di Tao erano state fornite "da Yahoo Holdings". Sul documento si legge che Yahoo! aveva comunicato al Governo il numero di telefono e l'indirizzo del luogo di lavoro del giornalista.
Non male se ci si ricorda della promessa secondo la quale internet avrebbe "liberato gli oppressi". Questa teoria era stata accuratamente formulata dall'editorialista del New York Times Thomas Friedman. Nel suo libro 'The Lexus and the Olive Tree' che due grandi forze "democratizzanti" - le comunicazioni e la finanza globali - avrebbero spazzato via ogni regime dittatoriale. "Grazie alle piattaforme satellitari, internet e la televisione", sostiene Friedman, "ora possiamo vedere, sentire e guardare oltre qualsiasi immaginabile muro. Š nessuno detiene internet, è un sistema totalmente decentralizzato, nessuno lo può spegnere Š La Cina avrà una stampa libera Š I leader cinesi ancora non lo sanno, ma presto se ne accorgeranno". La stessa cosa, sosteneva, sarebbe accaduta in tutto il mondo. Egli vedeva già gli iraniani godersi Baywatch sui propri illegali satelliti. Con il risultato, secondo Friedman, che "entro pochi anni, ogni cittadino della Terra sarà in grado di confrontare la bottega del proprio paese con quella del paese confinante".
In parte ha avuto ragione. Internet ha contribuito alla nascita e allo sviluppo dei movimenti di trasformazione sociale - dal grado di autenticità variabile - in Serbia, Ucraina, Georgia, Kyrgyzistan, Libano, Argentina e Bolivia. Ma il punto debole della teoria di Friedman è che essa non considera gli intermediari. La tecnologia alla base di internet non nasce dal nulla. È fornita da coloro che sfruttano la rete per un proprio interesse commerciale. Questo interesse in alcuni casi favorisce la libertà, in altri favorisce il controllo.
Nel 2002 Yahoo! ha sottoscritto un accordo col Governo cinese per l' "autoregolamentazione": l'impegno prevedeva che non si dovevano pubblicare informazioni che potessero compromettere la "sicurezza di Stato". L'anno scorso Google pubblicò una dichiarazione in cui affermava che non avrebbe mostrato nei computer del territorio cinese link a materiali proibiti dalle autorità della Repubblica Popolare. E, se gli utenti cinesi del servizio di Microsoft MSN avessero cercato di inviare messaggi contenenti i termini "democrazia", "libertà" o "diritti umani", sarebbero stati avvertiti con la seguente: 'Questo messaggio contiene espressioni proibite. Si prega di eliminare le parole vietate'.
Una ricerca condotta all'inizio di quest'anno da un gruppo di studenti chiamato 'OpenNet Initiative' ha rivelato ciò che nessuno avrebbe ritenuto possibile: il Governo cinese sta riuscendo a controllare e a censurare internet. Lo strumento principale è il controllo degli instradatori, i dispositivi di base in internet per l'indirizzamento dei dati tra luoghi diversi. Tramite appropriati sistemi filtranti, questi instradatori possono bloccare i messaggi contenenti le espressioni proibite. Le organizzazioni che si occupano di diritti umani hanno affermato che le multinazionali occidentali - soprattutto Cisco Systems - hanno fornito a tal fine la tecnologia e l'assistenza degli esperti. Cisco era stata più volte citata da Friedman come uno dei promotori della sua "rivoluzione globale".
"Coltivavamo il sogno che internet avrebbe liberato il mondo, che ogni dittatura sarebbe caduta", dice Julien Pain di Reporter Senza Frontiere. "Abbiamo realizzato che si trattava solo di un sogno".
Friedman non è stato il primo a pubblicizzare questo sogno. Nel 1993 Rupert Murdoch esclamò che la TV satellitare sarebbe stata "una decisiva minaccia per i regimi totalitari di tutto il mondo". L'Economist ha riprodotto in copertina lo stesso concetto: "Dittatori attenti!" I Cinesi sono usciti di testa, e Murdock, a sua volta, ha assicurato poi che la minaccia non si sarebbe materializzata. Nel 1994 Murdock decise di eliminare i notiziari della BBC dal proprio satellite dopo che la TV britannica trasmise un ritratto decisamente poco lusinghiero di Mao Zedong. Nel 1997 ordinò alla propria casa editrice HarperCollins di silurare un libro di Chris Patten, l'ex-governatore di Hong Kong. Criticò apertamente il Dalai Lama e il figlio James attaccò il movimento religioso della Falun Gong. La politica strisciante di Murdock ebbe successo, e nel 2002 era già in grado di trasmettere da Guandong. "Non trasmetteremo programmi che in Cina possano essere offensivi", dichiarò il portavoce di Murdock Wang Yukui. "Se volete chiamarla autocensura allora, naturalmente, noi stiamo facendo autocensura".
Se tutti fossero onesti come Wang Yukui, ogni dipendente di Murdock - e di qualsiasi corporate media del mondo - riconoscerebbe queste costrizioni. Per essere proprietario di un giornale, di una TV o di una radio nazionale bisogna essere milionari. Quello che i milionari vogliono è quello che tutti vogliono: un mondo migliore per le persone come loro. Il compito dei loro giornalisti è fare sì che ciò accada. Come ha ammesso l'ex-direttore del Mirror, "Per entrare nelle grazie dei milionari sono stato costretto a cambiare la mia vita". Questa gente manterrà il posto di lavoro fino a quando continuerà a interpretare correttamente gli interessi dei propri capi.
A ciò che non riescono a ottenere i proprietari rimediano i pubblicitari. Nel corso degli ultimi mesi - ha rivelato AdAge.com - sia Morgan Stanley che BP hanno imposto ai propri quotidiani e alle proprie riviste di rimuovere da ogni edizione i servizi sgradevoli. Le compagnie automobilistiche, aeree e del tabacco stanno facendo la stessa cosa. Molte pubblicazioni non possono permettersi di perdere gli ingenti conti bancari: possono perdere però gli articoli biasimevoli. Perché i giornali sono zeppi di ritratti entusiastici del magnate della pubblicità Martin Sorrell? Perché ne sono terrorizzati.
Quindi, invece di avere la democrazia abbiamo Baywatch. Non sono la stessa cosa. Una TV che stimola un appetito per il denaro o per la chirurgia plastica può incoraggiare il pubblico a desiderare un sistema politico che garantisca tali effimere necessità. E questo rappresenta il contrario di ciò che si definisce una democrazia.
Come risultato della pressione dei gruppi d'interesse pubblicitari, ad esempio, tra il 1993 e il 2003 i programmi sull'ambiiente sono stati eliminati dai palinsesti della BBC, di ITV e di Channel 4. Sebbene da allora tre o quattro documentari siano scomparsi, la scomunica non è ancora stata del tutto compiuta. Per quelli di noi che si sono scontrati contro questo muro, questo suona, a sua volta, come una censura.
Il dibattito politico è tutt'ora dominato dalle logiche dei media mainstream: una storia che appare sul web non risulta efficace fino a quando non viene riportata nei quotidiani o sulle reti TV. Questo significa che, mentre Friedman celebra l'avvento della transizione democratica, c'è qualcuno che la democrazia la controlla. Qualcuno che possiede gli instradatori.
George Monbiot
Tradotto da Luca Donigaglia per Nuovi Mondi Media
www.guardian.co.uk/comment/story/0,3604,1568479,00.html#article_continue
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