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Sgombero sul Lungoreno maggioranza ai ferri corti
by apo Sunday, Oct. 23, 2005 at 11:58 PM mail:

La rottura. La vicesindaco Scaramuzzino, non informata dell’operazione, ha fatto trapelare la sua rabbia. Duro Zamboni: «Se il sindaco non si fida della giunta risolva il problema alla radice». Cofferati replica: «Chi non è d’accordo lo dica, non è questione di collegialità» Sgombero sul Lungoreno maggioranza ai ferri corti

DA IL DOMANI

Silvestro Ramunno
Non è la solita polemica interna
alla maggioranza di
centrosinistra sugli sgomberi.
La rottura ieri è stata
un’ipotesi presa davvero in
considerazione e per qualche
ora la parola “crisi” è circolata
nel Palazzo mentre
arrivavano le notizie dello
sgombero dei rumeni sul
Lungoreno e del lavoro che
le ruspe stavano portando a
compimento ancora nella
tarda mattinata. In serata
solo critiche dure, scambi
polemici e sganciamenti dal
programma di mandato, ma
lo scricchiolio continuo della
maggioranza potrebbe
portare ad una rottura.
A mettere Cofferati contro
una buona parte delle forze
che lo sostengono - praticamente
tutte, tranne i Ds -
sono state le modalità dell’intervento
congiunto tra
carabinieri, polizia e vigili
urbani scattato nella mattinata.
Le modalità, perché
nessuno ha difeso la vita nelle
baracche ai margini di un
fiume che può ingrossarsi in
qualunque momento. La sinistra
alternativa (Verdi, Pdci,
Cantiere e Rifondazione)
fa sapere che da ora in
poi avrà le mani libere, senza
vincoli di maggioranza,
sulle politiche per l’immigrazione
per contrastare «le
azioni da prefetto o da questore
del sindaco»; la Margherita
vuole «rispetto per la
dignità delle persone» e
Tommaso Petrella, vicepresidente
Dl di Borgo Panigale,
si chiede «cosa ci stiamo a
fare in giunta?». Ed è proprio
fra i componenti della squadra
del sindaco che la tensione
è palpabile.
C’è una contrapposizione
forte tra Cofferati e gli assessori
Scaramuzzino, che è
anche vicesindaco, e Zamboni.
Alla fine delle operazioni,
il sindaco ha spiegato
il motivo per cui ha scelto di
non informare la giunta e la
sua vice: la delega sulla sicurezza
è nelle sue mani e
quello di ieri era un intervento
di ordine pubblico e
non di carattere sociale. Ma
nella rete lanciata dalle forze
di polizia sono rimasti anche
alcuni neonati. Al Comune
di Bologna risultava, fino al
tardo pomeriggio, che in
quelle baracche ci fossero
solo una ventina di persone
adulte senza minori, ma in
situazioni del genere, con
300 persone che vanno e
vengono, è difficile sapere
chi realmente viva nelle baracche.
Adriana Scaramuzzino, vicesindaco e assessore alle
politiche sociali, ieri ha fatto
trapelare la sua rabbia per
quello che era successo in
mattinata e a chi l’ha sentita
ha detto di essere molto
“provata”. Nei giorni scorsi
aveva marcato le distanze
dal sindaco anche sui lavavetri,
ribadendo che nel
2006 deciderà se lasciare o
continuare.
La reazione più esplicita è
stata quella dell’assessore
Zamboni. Se in politica valgono ancora i simboli, la riunione
di Rifondazione Comunista
ospitata negli uffici
del suo assessorato, non lasciava
presagire nessuna distensione.
Nel pomeriggio
l’assessore ha diffuso una
nota nella quale contesta in
maniera radicale “i tempi e le
modalità” dello sgombero.
E riferendosi direttamente
al sindaco, puntualizza:
«Una piccola parte (degli
sgomberati, ndr) finirà al Cpt
e già questo non può essere
motivo di soddisfazione
per chi ha scritto nel proprio
programma di volere operare
per il superamento di
quelle strutture».
Zamboni, che si è detto molto
preoccupato per le considerazioni
del sindaco sulla
necessità di non avvisare i
servizi sociali, pone anche
una questione politica. «Rilevo
che in questa ed altre
occasioni sembra venir meno
quella collegialità della
giunta - scrive - che dovrebbe
essere una risorsa per tutti
e non un ostacolo all’esercizio
delle competenze di
ognuno». L’invito al sindaco
è quello di risolvere «il problema
alla radice»: «Se vi sono
dubbi sull’affidabilità
della giunta vi sono tutti gli
strumenti e i poteri per risolvere
il problema». Non lo
dice esplicitamente ma anche
il suo è una sorta di ultimatum
con il mandato da
assessore messo sul tavolo.
La risposta del sindaco non
smussa gli angoli. Cofferati
ricorda a Zamboni che la
questione Lungoreno è stata
già discussa in giunta e che
appellarsi alla collegialità è
un modo per aggirare la vera
questione. «Capisco le difficoltà
dell’assessore Zamboni
con il suo partito - ha
detto il sindaco - e come
sempre me ne farò carico.
Ma il tema della collegialità è
privo di fondamento. L'idea
di ridiscutere sempre tutto è
contraria all’efficacia dell’azione
amministrativa. È legittimo
non essere d’accordo,
ma allora lo si dica esplicitamente.
Il metodo
non c’entra nulla».
Zamboni, infatti, aveva criticato
proprio il metodo dello
sgombero, ma convenuto
sulla necessità di eliminare
le baracche («intollerabili o
pericolose») mettendo però
in campo anche interventi
di carattere sociale, «tant’è
vero che da qualche tempo
gli uffici comunali stavano
lavorando attivamente per
attrezzare un’area di accoglienza
temporanea». Un
progetto che stava coinvolgendo
proprio Zamboni e la
Scaramuzzino.
Le reazioni allo sgombero di
questa mattina sono state
numerose. La parlamentare
del Prc Titti De Simone andrà
oggi al Cpt per incontrare
i rumeni. I deputati
Cento (Verdi) e Giordano
(Prc) hanno criticato le scelte
del sindaco e oggi pomeriggio,
alle 17, ci sarà una
manifestazione sotto il comune.
A difesa del primo cittadino
i Democratici di Sinistra.
Il capogruppo Claudio
Merighi parla di «intervento
mirato e circoscritto»
in un’area pericolosa, ma
ammette che «resta aperto»
il problema di una presenza
più ampia che «va affrontata,
come previsto, da un piano
di accoglienza di cui si sta
occupando con determina-zione, intelligenza e sensibilità
il vicesindaco Scaramuzzino
». Merighi ha anche
ricordato che chi governa ha
il dovere di assumersi resposabilità
«e non nascondere i
problemi come faceva la
precedente amministrazione
di centrodestra».

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