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«E' morto per asfissia». Polizia sotto accusa | ||
by dal manifesto Sunday, Feb. 19, 2006 at 11:53 AM | mail: | |
La perizia di parte conferma l'ipotesi del soffocamento per il giovane.
Asfissia posturale. Secondo la perizia ordinata dai legali che assistono la famiglia Aldrovandi è questa la causa della morte del giovane Federico, deceduto davanti a quattro poliziotti intervenuti all'alba del 25 settembre in viale Ippodromo perché alcuni abitanti avevano sentito delle urla in strada. Significa che il cuore di Federico ha smesso di battere a causa della pressione esercitata sul suo corpo, mentre era a terra bocconi e i poliziotti cercavano di ammanettarlo. Le anticipazioni della perizia, che probabilmente verrà depositata la prossima settimana - mentre quella della Procura sarà consegnata lunedì - sono state rivelate ieri mattina dagli avvocati degli Aldrovandi, Fabio Anselmo e Riccardo Venturi. E' stato proprio quest'ultimo a ricostruire la «sequenza fatale» di quanto avvenuto quella notte, allo scopo di fornire «un'interpretazione dei risultati dell'indagine autoptica, alla luce dei comportamenti umani evidenziati dalle indagini». I fatti sono perlopiù noti, ma gli avvocati che in questi mesi si sono spesi per rintracciare testimoni (difficilissimo) e analizzare tutti i verbali a disposizione, ci tengono a specificare alcune circostanze, che dimostrano come la conclusione della perizia sia in linea con quanto si è riuscito fin qui a ricostruire. La prima è che quella notte tra il diciottenne e i quattro poliziotti c'è stata una violenta colluttazione. La seconda è che l'immobilizzazione forzata di Federico «è ammessa dagli stessi agenti e confermata dalla testimonianza di persone che hanno assistito all'episodio e hanno sentito i rantoli e le richieste di aiuto». La terza è che Federico era già morto quando arrivò il 118. Il verbale della Croce Rossa, d'altronde, mette in fila tutti i tempi dell'intervento di soccorso, richiesto alle 6,04 via radio alla centrale operativa della polizia: l'ambulanza arriva in viale Ippodromo alle 6,15 mentre l'auto medicalizzata alle 6,18. «In sostanza si può quindi affermare che Federico Aldrovandi è rimasto a terra in posizione prona con le braccia ammanettate dietro la schiena per undici minuti», ha spiegato Venturi. Sottolineando che una delle testimonianze racconta di come Federico facesse fatica a respirare mentre si stava ancora tentando di ammanettarlo, cosicché si può supporre che il ragazzo sia rimasto a terra per almeno quindici minuti. Undici o quindici minuti che siano, si tratta di un bel po' di tempo per una persona sotto stress. D'altronde la morte per asfissia posturale è abbastanza frequente in interventi di questo tipo e ci sono luoghi in cui - come in alcuni ospedali psichiatrici - si sono stilati dei protocolli per vietare di atterrare i pazienti agitati. I medici che hanno stilato la perizia per la famiglia si sono occupati a lungo di episodi di questo tipo, in particolare il dottor Giorgio Gualandri dell'Istituto di medicina legale di Modena. |
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