14 novembre 2012 - Un resoconto dai rivoltosi di Lisbona

riceviamo e diffondiamo:



Siccome i racconti tanto dei vari media che dei blog non si occupano di fatti che consideriamo più interessanti relativamente alla manifestazione durante lo sciopero generale del 14 novembre a Lisbona, abbiamo deciso di farlo noi.

La manifestazione che è partita all'una di pomeriggio circa dalla piazza Cais do Sodrè contava alcune centinaia di persone, alle quali si unirono molte altre nel cammino tra Cais e la piazza Rossio. Nonostante il numero iniziale di partecipanti non fosse quello che ci si aspettava, la manifestazione è partita con molto animo al suono di tamburi, petardi e canti. Appena dieci minuti dall'inizio, arrivando alla piazza del commercio, alcuni “professionali del (dis)ordine” appartenenti alla squadra di investigazione criminale della PSP (polizia di sicurezza pubblica),  in borghese o infiltrati (perché mescolati in una manifestazione non con il proposito di manifestarsi ma di controllare chi lo stava facendo), hanno avuto la brillante idea di avanzare e detenere un manifestante nella coda della manifestazione. La reazione immediata e spontanea degli altri manifestanti fu quella di agire immediatamente per fermare il sequestro di uno di quelli che stava al loro fianco, cacciando gli sbirri in borghese , circa 15, in quel momento ed appoggiati da un plotone di antisommossa (EIR) che è indietreggiato di fronte alla solidarietà tra manifestanti. È stata tutta la manifestazione ad impedire l'arresto, è importante sottolineare questo. Successivamente a questo professionale intervento sbirresco un signore ha avuto un attacco cardiaco ed ha avuto bisogno di aiuti medici, strano che questo non si racconti in nessun giornale!

Il corteo è continuato fino alla piazza Rossio, dove si è fermata un momento per poi continuare nella coda della manifestazione del sindacato CGTP. Nell'entrare in via del Carmo, si gridava all'unisono “Passos (presidente del governo) ascolta, sei un figlio di puttana” ed il classico , ma sempre bello, “O povo unido jamais sera vencido”, amplificato per l'acustica del quartiere. Questi canti erano illustrati da striscioni appesi nel momento sui palazzi circostanti  ed accompagnati da diversi atti di sabotaggio: regolamenti di conti con alcune banche (scritte spray e bancomat incendiati), parchimetri danneggiati ed un petardo lanciato in una chiesa, come chi afferma “abbi fiducia nella madonna e non correre”. È stato il paradiso in terra : questi fatti si sono meritati forti applausi tra l'ilarità generale. La manifestazione continuava animata e combattiva, contando ora con diverse migliaia di persone.

Ma la crisi colpisce anche la polizia: nonostante il 10% di aumento concessogli, continuano a non avere soldi per gli elicotteri, visto che scendendo dalla strada di Combro si vedevano due sbirri spiando in cima al tetto di un palazzo, cosa che innescò un generale ed allegro “SALTA! SALTA!”. Un modo differente per dirgli “unitevi a noi”; come si può notare il popolo sta con gli sbirri...

Giunta al parlamento la manifestazione ha riempito il manifestodromo. Poi  il leader de la CGTP
ha recitato il suo sermone mentre il suo servizio d'ordine stava allineato di fronte alle transenne che stavano a protezione delle scale del parlamento. Per qualche ragione che ignoriamo questi “compagni” erano girati verso i manifestanti e non verso il parlamento.
Per non essere accusata di crimine di interruzione di servizio religioso, una grande massa ha aspettato la fine del discorso, e la conseguente fuga della cupola del sindacato, prima di tirare giù la barricata di transenne che era a protezione del parlamento. Almeno 150 persone (non c'era spazio per più gente) hanno alzato allegramente tutte le transenne unite da fil di ferro e le hanno portate via.

Quello che è successo dopo è ampiamente conosciuto: un'ora di sassaiola continua contro gli antisommossa, intervallato dal lancio di vernice, spazzatura, petardi ed altre coccole. Sempre al suono degli applausi, risate e cori.
Vari scudi della celere son stati sostituiti perché spaccati, uno gli è stato  rubato e graffitato con la parola “popolo” , vari agenti sono stati sostituiti perché feriti o perché avevano sporcato le mutande...
In mezzo c'era spazio per i momenti più comici, come quel signore che andava in giro con un sacco a “vendere” sassi ad 1 euro quando questi sembravano scarseggiare o al grido di “ fintanto che non aprano la caccia al coniglio faremo il tiro al bersaglio” (coelho, coniglio in portoghese, è anche il cognome del presidente). Si è sentito anche gridare “vendetta”, forse perché molta gente non dimentica la violenza esercitata ogni giorno dal sistema, nei più svariati contesti.
Dopodiché “l'avviso”. Uno sbirro in cima alla scala ben inquadrato dalle telecamere televisive ma ben lontano dalla vista e dall'ascolto dei manifestanti, ha detto al megafono che concedevano  5 minuti per smetterla, e poi avrebbero caricato. Ed è stato proprio così. In 15 secondi una carica brutale ha pulito, di fatto, quella piazza. Siamo sorpresi non ci siano stati morti o feriti più gravi : l'onda di dispersione, come la chiamano ora, ha lasciato decine di persone con la testa rotta e ha spinto un enorme moltitudine verso un fosso di due metri che circonda la piazza del parlamento. Così come fanno allo stadio, ma questa volta alla vista di tutti.

Mano a mano che la moltitudine scorreva come poteva per le strade adiacenti a quel fosso, hanno iniziato ad apparire barricate ovunque. Primo per fermare l'avanzata di quegli assassini, poi per occupare le strade. Ovunque si passasse c'erano gruppi di persone in mezzo ad ogni incrocio, ora già non si capiva se erano manifestanti, passanti, abitanti o qualsiasi altra cosa...
Adesso stavano tutti lì, a proteggere le barricate in fuoco, a trovare gli amici ed a farsene di nuovi, a prendersi cura dei feriti ed a ridere con degli sconosciuti. La tipica fuga quando avanza un gruppo di sbirri era sostituita da un rilassato “ehi gente, son solo quattro!”, e la fuga cambiava di bando. Ovunque in un perimetro di più o meno trecento metri intorno al parlamento le strade smisero di appartenere ai mezzi di trasporto ed alle merci, la gente se ne era riappropriata. In mezzo a tutto ciò qualche banca attaccata e qualche vetro rotto... L'avanzare degli sbirri non fermava la gente. Lì, in quel momento, Lisbona era libera!

Più tardi, seguirono varie ore di spari con pallottole di gomma, cariche, check-point e persecuzioni per tutta la città, con identificazioni di massa e l'arresto di più di 100 persone. Come tante altre volte il permesso di telefonare o di contattare un avvocato è stato puntualmente negato.
Sequestro?

Il ritorno alla normalità ha sempre un gusto amaro...ma, come si ascoltava l'altra sera, “questo è solo l'inizio”.







Mer, 21/11/2012 – 12:28
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