Cile
News, rivolte e repressione in Cile
Cile - Due morti e decine di feriti negli scontri dell'11 settembre
da Culmine
Anche questo 11 settembre cileno s'è caratterizzato in pieno con le forti proteste da parte dei settori popolari e dei compagni rivoluzionari. Scontri sono proseguiti per tutta la notte. Barricate sono state erette anche davanti a dei commissariati di quartiere per impedire agli sbirri di intervenire. Sono tanti gli sbirri colpiti da pietre, molotov e pallottole. Oltre le barricate, numerosi sono stati gli attacchi al sistema elettrico, provocando blackout in tutta la città di Santiago.
Cile - Rivendicazione dell'attentato esplosivo contro il circolo dei carabineros
fonte: Liberación Total
I fatti: Un ordigno esplosivo è detonato ieri, mercoledì alle 21.00,
davanti al circolo dei sottufficiali dei carabineros, sito in calle
Serrano 281, a Santiago del Cile.
L'esplosione ha causato danni materiali all'infrastruttura, ad un
veicolo di un agente di polizia e nelle vicinanze. Il sottufficiale
Juan Carlos Álvarez ha subito un trauma acustico ed è stato
trasportato all'ospedale dei Carabineros.
Comunicato:
Il paese continua ipnotizzato a guardare lo show elettorale, mentre
aumentano senza sosta la repressione e la criminalizzazione della
protesta sociale, avanzando a passi giganteschi verso uno stato di
polizia. Nel sud contro i mapuche, nel resto del paese contro i
settori sociali che si organizzano in maniera combattiva e nella città
contro un settore della gioventù che s'identifica come okupa o
anarchico. Lo Stato è in guerra. La cosa, tuttavia, non è una
sorpresa, è la dinamica della guerra sociale sotto la forma
democratica borghese che ha adottato la dominazione capitalista,
impiantata in Cile 36 anni fa. Per questo, per noi il problema non è
avere 40, 60 o 15 anni, stare con i militari con gli anfibi o i
politici democratici con le cravatte italiane, se t'ammazza la CNI o
il GOPE con autorizzazione legale. Quel che importa è il progetto
capitalista che continua e che si è approfondito a partire dal
riaggiustamento borghese avviato nel 1990 sotto la forma democratica.
Miglior esempio di ciò è che durante la democrazia si è concentrata la
ricchezza ed il Cile è divenuto uno dei paesi più ingiusti del mondo
in quanto a ripartizione della ricchezza, educazione, salute e
abitazioni, con i poveri che sono condannati a vivere nei ghetti.
Queste non sono anomalie che possono essere migliorate attraverso
riforme, sono il nucleo centrale della dittatura della merce e
l'imposizione delle sue condizioni da parte della borghesia e della
classe politica al suo servizio che oggi cerca di espandere la base di
rappresentazione dello stato, compreso il Partito Comunista che solo
aspira a dei posticini all'ombra del potere.
Oggi la ribellione e la protesta sociale stanno di nuovo esprimendosi
e la risposta dello Stato e del capitale non s'è fatta sperare. La
repressione e la violenza terrorista dello stato s'è manifestata in
maniera contundente. Carabineros assassinano alle spalle e la PDI
dissolve una manifestazione studentesca con le armi in maniera
indiscriminata. E' la guerra sociale che si esprime nella modo più
scarno. Minacciano con il carcere e le pallottole tutti noi che
vogliamo organizzare un nuovo tentativo insurrezionale, soprattutto
adesso che si stanno accumulando elementi di crisi. Ma noi non cadiamo
nel vittimismo. Il carcere e la morte sono la diretta conseguenza del
fatto di ribellarsi contro quest'ordine ingiusto. E' sempre stato
così. Ci sono i nostri compagni morti ed i nostri prigionieri a
ricordarcelo. Ma diamo la risposta contundente che si meritano.
Nessuno sembra preoccupato che durante l'auto-denominato governo di
protezione sociale sono già 4 i morti durante le azioni di protesta:
Matías Catrileo, Jhonny Cariqueo, Rodrigo Cisternas e adesso Jaime
Mendoza Collío, assassinio avallato dallo Stato e dalla stampa della
borghesia. Solo pochi giorni fa il corpo dei Carabineros de chile,
quei criminali dalla verde uniforme, hanno fatto una violenza
irruzione al Pedagogico e con un lacrimogeno hanno gravemente ferito
alla testa una alunna. E' stata visitata dalla presidente del Cile ed
ha qualificato come codardo l'attacco della polizia? Ne ha parlato
qualche giornale? I democratici e i progressisti hanno condannato il
fatto? Non è accaduto nulla. Questa è la dittatura della merce in
tutta l'espressione della sua fase democratica.
Quando questa notte abbiamo attaccato il circolo dei sottufficiali dei
Carabineros, di calle Serrano, con mezzo chilo d'esplosivo attivato da
una miccia a lenta combustione, avevamo nella memoria ed erano con noi
tutti i nostri compagni prigionieri, in clandestinità o morti, che li
abbiamo conosciuti o meno, sono fratelli nostri ed erano con noi. Il
nemico non capisce queste cose, ma i nostri compagni, il movimento
anticapitalista autonomo siamo certi di sì. Gli sbirri non possono
ammazzare alle spalle e poi sedersi tranquillamente a vedere una
partita di calcio, bevendo un sorso. Devono sapere che è finita
l'impunità. Per anni abbiamo detto che tutte le pallottole sarebbero
state restituite e che i nostri morti sarebbero stati vendicati, che
avremmo consegnato una vita intera al combattimento. E' giunta l'ora
di esser coerenti con quelle parole e le conseguenze della guerra
sociale.
A restituire colpo su colpo! Punizione per gli sbirri e la PDI,
assassini e repressori!
Quest'11 settembre che si esca per la strade e si restituiscano tutte
le pallottole!
Jaime Mendoza Collío, Presente!
Santiago de $ile, 10 Settembre 2009
Grupo Antipolicial Jhonny Cariqueo Yañez
Cile - Due universitari arrestati per l'attacco al commissariato
da Culmine
fonte: La Tercera, 04.09.09
La corte d'appello ha rovesciato la sentenza della giudice di garanzia, Marcela Figueroa, che aveva risolto per la liberazione di Pablo Carvajal e Matías Castro.
L'ottava sezione della Corte d'Appello di Santiago ha stabilito di lasciare in carcere i due studenti della Universidad Academia de Humanismo Cristiano fermati per la presunta partecipazione all'attacco con molotov che ha colpito un commissariato della PDI, nel comune di Providencia, lo scorso mercoledì.
Cile - Attaccato un commissariato con pietre e molotov, un agente pestato perde i denti
Santiago del Cile - Mercoledì 2 settembre, ore 13.30, un gruppo di
circa 50 incappucciati uscendo dall'università UAHC ha dato il via ad
un blocco stradale, dando fuoco ad alcune barricate.
Tutto procedeva come in altre occasioni, fino a quando un agente della
PDI ha voluto far l'eroe cercando di arrestare, da solo, un compagno.
I manifestanti hanno subito risposto, liberando il compagno e pestando
l'agente. A questo punto altri agenti sono usciti dal commissariato un
difesa del loro collega, steso a terra, sparando contro i manifestanti
che per fortuna non sono stati feriti, salvo alcuni raggiunti da
pallottole di gomma. Proprio allora, in risposta, i compagni hanno
iniziato a lanciare pietre, molotov e vernice. Le bombe incendiarie
hanno scatenato un principio d'incendio del commissariato.
L'agente della PDI è stato trasferito all'ospedale dei carabineros,
dove gli sono state riscontrate delle lesioni sul corpo. Una pietra
sul volto gli ha fatto anche volare tre denti.
Sul posto gli agenti hanno sequestrato striscioni allusivi al 36°
anniversario del golpe di stato (11 settembre) e in solidarietà a
Jaime Mendoza Collío ed al compagno Mauricio Morales.
Agenti antisommossa del Gope hanno ottenuto il permesso di irrompere
all'interno della Universidad Academia de Humanismo Cristiano (UAHC).
Lì hanno cercato di fermare qualche autore dell'attacco o del
materiale incendiario, ma senza esito.
Sequenza fotografica su:
http://liberaciontotal.entodaspartes.net/archives/6207#more-6207
Cile - Ai compagni squatters e agli inevitabili spioni
fonte: Hommodolars.org, 01.08.09
A partire dagli ultimi avvenimenti relativi agli attacchi esplosivi diretti contro il capitale e lo Stato, abbiamo deciso di render pubbliche alcune delle nostre riflessioni: son già alcun anni che si verificano azioni dirette contro diversi simboli che sostengono la schiavitù sociale in cui viviamo. Queste azioni vengono fatte iniziare dallo Stato al 2006, con l'attentato dinamitardo ai danni della caserma centrale di quella che ha ereditato la CNI, ossia la Agencia Nacional de Inteligencia (ANI). Tuttavia, per noi che riconosciamo nella storia una lunga continuità di resistenza alla società del potere imposto, questa data è irrisoria e non ha nulla a che vedere con la realtà e la lunga vita dell'azione diretta. Nella continuità temporale della Guerra Sociale è importante riconoscere il valore delle azioni che sono state effettuate precedentemente al periodo storico in cui viviamo, stando bene attenti agli orientamenti politici che hanno sostenuto tali azioni di resistenza. Da qui ed in maniera immediata possiamo collocare l'inizio del presente modo d'agire a partire dalla messa in marcia di questo sistema politico creato dalla dittatura militare. Ancor prima di questa data, gli orientamenti si collocano alla sinistra delle tradizionali forze della politica cilena. Al contrario, le attuali azioni sono lontane da queste posizioni riformiste, optando per vie che ci allontanano da quelle vecchie tradizioni, piene di vizi della cultura del potere, della quale sono i diretti discendenti. Noi abbiamo scelto di realizzare azioni dirette autonome e di attacco contro tutto ciò che fa risplendere le catene sociali che ci opprimono. La scelta di relazionarci in maniera orizzontale, senza gerarchie né autorità, ben lungi dalla centralità organica che, tra gli altri fattori, ha portato alla sconfitta delle organizzazioni di sinistra.
Questa forma di affrontare la Guerra Sociale non è nuova, molte sono state le esperienze storiche che ce ne danno conto; le organizzazioni informali di attacco d'orientamento antiautoritario sono così vecchie quanto la lotta per la libertà. Pertanto, l'informalità e la decentralizzazione delle organizzazioni non nascono dal '90 ma riprendono, si riarticolano incorporandosi alle esigenze e alle realtà proprie dell'attualità. La flessibilità e il dinamismo, così come la capacità di reinvenzione sono caratteristiche proprie di questi gruppi informali, i quali si sono propagati e moltiplicati non solo in questo paese, ma anche in tutto il mondo, rappresentando una minaccia all'ordine stabilito, in quanto fino ad ora non sono stati neutralizzati né incorporati alla mercificazione capitalista.
I Centri Sociali Occupati, o Movimento Okupa, fanno parte di questa reinvenzione organizzativa. Una parte importante, ma non l'unica, poiché dobbiamo considerare la rilevante esistenza di gruppi ed individui che apportano con capacità ed esperienza alla ricerca e all'esercizio di una pratica sociale di libertà.
In tal senso, riteniamo che i CSO costituiscano una parte importante di spazi concreti in cui si praticano relazioni sociali che rompono gli schemi imposti dallo Stato, che fuggono da quest'ordine per costituirsi a mo' di spazi liberati autogestiti, ben oltre quello fisico (alla fine si trovano all'interno del territorio statale e
perfino sotto il controllo della polizia) e altamente simbolici, il che permette la loro riproduzione e riedizione dopo ogni sgombero ("uno sgombero, un'altra occupazione!"). Sono la negazione della proprietà, la sua distruzione ed apertura ad un'occupazione collettiva che tende al bene comune non solo dei suoi partecipanti, bensì deborda
dalle sue mura per dare un esempio di un modo organizzativo che si sviluppa nella quotidianità e si moltiplica negli impeti non addomesticati di quelli che non solo sognano la libertà, ma decidono di sperimentarla.
E questi spazi si moltiplicano, il che non è casuale, in quanto rispondono alla necessità delle persone di stabilire relazioni sociali egualitarie, solidali e cooperative. La fiducia che in precedenza si aveva nei partiti e nei dirigenti della sinistra, è stata ed è tradita dalla conformazione di mafie riproduttrici dell'ordine sociale
autoritario, per cui questa fiducia (che esprime la necessità sociale) oggi si plasma nel Gruppo dei Pari, nel Gruppo d'Affinità, stabilendo relazioni faccia a faccia, basate sull'onestà, sull'autocontrollo e l'autodisciplina.
E' per queste caratteristiche, trasversali al processo di reinvenzione organizzativa, per cui l'esistenza dei CSO viene percepita come una minaccia dagli apparati di sicurezza statali; i quali nella loro missione di garantire la riproduzione dell'ordine sociale autoritario non hanno esitato ad accusarli degli attentati contro simboli dello Stato e del Capitale. Hanno festeggiato con il corpo di Mauricio Morales Duarte, hanno colpito il suo circolo di amici e di compagni alla cieca, cercando una linea investigativa che li faccia uscire dal pozzo di sconfitte consecutive che rappresentano gli attacchi esplosivi non risolti dall'inefficacia delinquenziale delle polizie e degli apparati d'intelligence del governo del Partito Socialista del Cile. In seguito, con l'indagine di polizia associata ad una crisi assoluta (che s'è palesata con il ricorso alla vecchia pratica di "scoprire" elementi lasciati dagli stessi sbirri), trovano in Diego Ríos (infamato da sua madre) il perfetto colpevole, costringendolo a restare in clandestinità, per cui a questo livello non ci sorprenderebbe che lo stesso compagno venisse accusato di essere il grande vecchio della lotta di liberazione del popolo mapuche.
Infine, attraverso questo comunicato esprimiamo il nostro fraterno appoggio a tutti i gruppi e le individualità che nei loro spazi rendono reali pratiche sociali libere che rinvigoriscono e stimolano la società autonoma e cooperativa che cerchiamo di costruire con le nostre esistenze. Lo stesso, li incoraggiamo a continuare e ad approfondire moltiplicando tutti i tipi di azioni antiautoritarie e costruttrici del mondo libero che portiamo. Lo reiteriamo: tutti i tipi d'azione, dove nessuna è minore di qualcun'altra, dove tutte apportano all'obiettivo comune della libertà.
Columnas Armadas y Desalmadas Jean Marc Rouillan
Caravanas Iconoclastas por el Libre Albedrío
Federación Revuelta – Grupo Antonio Ramón Ramón
Santiago del Cile - Abbiamo dato fuoco ad una futura stazione della metropolitana
fonte: e-mail anonima inviata a siti cileni
Abbiamo dato fuoco ad una futura stazione della metropolitana
Siamo ancora qui, non siamo mai scomparsi.
Oggi, 26 agosto, abbiamo collocato un ordigno incendiario attivato da un sistema ad orologeria e da una miccia. Abbiamo così ravvivato la doverosa miccia in modo che il nostro fuoco redima il sangue sparso.
Abbiamo appreso la possibilità che questa stazione chiamata “Gruta de lurdes” (Grotta di Lourdes) porterà il nome dell'assassino come risposta diretta all'assassinio di Jaime Mendoza Collío. Di fronte a questa ipotesi noi abbiamo risposto con il fuoco. Che le fiamme facciano sparire qualsiasi tentativo di onorarlo. Bernales, il generale che ha ottenuto la sua carica a spese del sangue mapuche, il responsabile di ondate repressive contro i sovversivi, la faccia visibile del potere, Bernales è un bene che tu sia morto (Bernales, il generale capo dei Carabineros, è morto a Panama - ndt).
Le nostre fiamme salutano la vita del compagno Mauricio Morales, nessuno resta indifferente dinanzi alla sua morte, nessun compagno deve morire così, per via del proprio ordigno costruito per attaccare.
Ma fa parte della guerra e della sfida all'ordine imposto dai potenti.
E' una possibilità. Il nostro cammino punta sempre a minimizzare i rischi, senza fermarci in assoluto, sebbene la magistratura ed i portavoce del governo dicano di tenerci accerchiati. Attaccheremo, sempre più.
Le inette squadre di giudici, poliziotti e d'intelligence fantasticano su prove fornite da un delirante collaboratore colpito da un deplorevole equilibrio mentale ed emotivo, con il desiderio di apparire ad ogni costo ravvivando gli organigrammi immaginati negli uffici del potere.
Dinanzi a questo collaboratore interdetto ed ai vergognosi silenzi del F.A.R (Frente Anarquista Revolucionario): il nostro disprezzo pieno di polvere nera.
Inviamo il nostro saluto ai compagni che in altre regioni di questo territorio sono passati all'offensiva propagando realmente l'insurrezione. Ci riconosciamo in voi e continueremo a comunicare attraverso le nostre azioni.
Con affetto ai perseguitati ed ai sequestrati:
Detonazioni e incendi!
Grupo Autónomo por el Incendio
Cile - A 3 mesi dalla morte in combattimento di Mauri
riceviamo e pubblichiamo
A 3 mesi dalla morte in combattimento del compagno Mauri, avvenuta il
22 maggio '09 nei pressi della Gendarmeria del Cile (l'equivalente
della polizia penitenziaria italiana) mentre trasportava un ordigno
esplosivo, i compagni cileni lo hanno ricordato con scritte e
volantini. Ecco il testo di un volantino:
Prima di morire nel fango della strada, imiteremo Mauricio Morales!
"Armati e sii violento, meravigliosamente violento, fino a che tutto
esploda. Ricorda che qualsiasi azione violenta contro questi promotori
della disuguaglianza è pienamente giustificata da secoli d'infinita
violenza alla quale siamo stati sottoposti... Armati e combatti il
terrorismo, brucia, cospira, sabota e sii violento, meravigliosamente
violento, naturalmente violento, liberamente violento"
Mauri
Fratello Mauri!
Presente!
Mauricio Morales Duarte, fratello, guerrigliero scomparso durante
un'azione di guerra il 22 maggio, mentre si recava ad attaccare la
repulsiva istituzione della gendarmeria, nei giorni in cui tutti erano
scossi dalla manifestazione del suo sindacato (i carcerieri cileni
sono stati protagonisti di un lungo sciopero - ndt), nei gironi in cui
tutti i falsi critici e i riformatori di questo mondo solidarizzavano
con quelli che isolano e vogliono annullare i nostri fratelli che
cadono in prigione.
Il Mauri ha deciso di mettere in atto le idee che ha sempre difeso,
porre in pratica la guerra alla società in tutti gli ambiti della
vita, facendo della sua quotidianità un atto di propaganda,
convertendo la sua vita in una propaganda per il fatto. Oggi siamo
dispiaciuti nel non averlo fisicamente tra noi per abbracciarlo, ma
sappiamo che egli non era solo corpo, era idee e sentimenti non grati
per il mantenimento di questa o qualsiasi società, per questo lo
ricorderemo sempre, in ogni azioni di rivolta egli sarà presente,
perché egli non ci abbandonerà, accompagnerà Diego Ríos nella sua fuga
insorgente, abbraccerà ogni giorno Axel Osorio in carcere e sopra
tutto starà qui, burlandosi ancora una volta della sicurezza e della
decantata pace sociale. Appoggiando, cospirando e sorridendo con tutto
quel che comporta pulire le nostre armi per distruggere la società.
Per la distruzione della società
Per la proliferazione degli attacchi al potere
Guerra alla società
Cile - La CAM rivendica l'incendio di un capannone
La Coordinadora Mapuche Arauco Malleko -CAM- comunica all'opinione
pubblica nazionale e internazionale quanto segue:
1- Che gli Órganos de Resistencia Territorial (O.R.T.) pewenche della
CAM rivendicano l'incendio di un capannone e di una casa, avvenuto
giovedì 13 agosto nel fondo La Bastilla, in mano della usurpatrice
Beatriz Hiriart, appoggiando in questa maniera il processo di recupero
territoriale di 3.000 ettari portato avanti dalla comunità Wawanco di
Cunco.
2- Che quest'azione di forza è anche una risposta al codardo
assassinio del weichafe (guerriero) della nazione Mapuche Jaime
Mendoza Collío, ucciso dai poliziotti cani del terrorista stato
cileno. Da questa parte del territorio mapuche inviamo tutta la nostra
forza alla sua famiglia e alla comunità Requem Pillán per superare
questo momento di dolore, affinché continuino con il processo di
recupero territoriale che stanno portando avanti.
3- Denunciamo le montature politico-giudiziarie condotte dai
procuratori anti-mapuche, che hanno portato alla detenzione di
dirigenti e militanti della causa mapuche in diverse carceri del
terrorista stato cileno.
4- Denunciamo la sporca ipocrisia del governo della concertación ed in
particolare di Michelle Bachelet che si duole della morte del
weichafe Jaime Mendoza Collío, mentre le sue mani sono macchiate di
sangue. Ancora una volta assistiamo a come il terrorista stato cileno
difenda il latifondo ed il sistema economico capitalista ai danni del
nostro territorio e della nostra gente. Per questo è doveroso che da
parte nostra ci si arroghi il diritto ad auto-difenderci.
Vogliamo sottolineare che fino a che ci sarà quest'offensiva
imprenditoriale con investimenti capitalisti che minacciano il nostro
territorio e la vita mapuche, fino a che ci sarà povertà e miseria per
via della mancanza di terre con politiche di stato che legittimano la
depredazione territoriale, la CAM continuerà ad esistere.
Fuori la latifondista usurpatrice Beatriz Hiriart dal territorio mapuche!
Libertà a Héctor Llaitul, Sergio Tralcal, Mauricio Waiquilao, Ramón
Llanquileo, José Huenuche, Ignacio Coña, Jonathan Huillikal, Luis
Menares Chamilao e a tutti gli altri prigionieri politici mapuche!
Basta con la militarizzazione nelle comunità mapuche!
Con i nostri eroi Lemún, Katrileo e Jaime Mendoza Collío continuiamo
ad avanzare verso la liberazione nazionale mapuche.
Coordinadora de comunidades mapuche en conflicto Arauco- Malleko y Cautín.
C.A.M.
WEUAIÑ!!!!
Territorio Mapuche, 14.08.09
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