Bombe anarchiche, un avvertimento diretto all'Onu

fonte lastampa.it

massimo numa Piazzate vicino alla casa di De Mistura, il diplomatico ha cambiato residenza

MASSIMO NUMA
TORINO
Un attentato mirato? O un’incredibile coincidenza? Se fosse vera la prima ipotesi sarebbe molto meditata, l’azione terrorista degli anarchici della Rat-Fai (Informale) che, all’alba del 5 marzo scorso, fece tremare le finestre delle case, nel cuore del quartiere Crocetta. Tre ordigni, regolati dai timer, esplosi in rapida sequenza. Una trappola per la polizia, si era detto. Ma forse un segnale - di cui si ha notizia solo in questi giorni - inviato direttamente all’ambasciatore Onu Staffan De Mistura, a cui il governo Prodi aveva affidato il compito di presiedere una commissione d’inchiesta proprio sui Cpt, oggetto della rivendicazione della Fai.

L’ambasciatore, infatti, viveva con la famiglia in via Galliano, in una splendida palazzina con giardino. De Mistura, il giorno dell’attentato sarebbe stato fuori sede ma l’eco delle esplosioni fu avvertito anche all’interno della sua abitazione. Ora la casa di via Galliano, «poco difendibile da incursioni o attentati», è stata lasciata per una più sicura. Poco tempo prima, sui muri della Crocetta erano stati appiccicati (e poi sequestrati) volantini dell’area anarchica-insurrezionalista, che a Torino ha un punto di riferimento preciso in un centro culturale - in una traversa di corso Regina Margherita - contro i Cpt e per chiederne l’immediata chiusura.

Il lavoro della commissione De Mistura era stato fortemente criticato nei siti internet antagonisti, anarchici e anche dell’autonimia: è pur vero che per alcuni Cpt veniva proposta la chiusura per le pessime condizioni di fabbricati e strutture; per altri, invece, veniva suggerita l’ipotesi di conservarli in attività. Appare, ora che l’attentato della Fai-Informale sia stato programmato proprio nei dintorni della «segretissima» abitazione dell’ambasciatore Onu. Un caso? Nulla è impossibile. Su questo fronte gli inquirenti si sono chiusi nel più assoluto silenzio. Alle 4,25 del 6 marzo la prima esplosione, in corso Trento, civico 11. La seconda alle 4,29 in corso Einaudi, angolo corso Govone. Il terzo, fallito, alle 4,35, in via Arimondi 5, all’interno dell’isola.

La rivendicazione della Fai, in merito al significato politico degli attentati, non lascia alcun dubbio: «Iniziamo la campagna Fai Da Te con una serie di esplosioni nei viali della Crocetta. Questa volta abbiamo scelto il quartiere d’elezione degli sfruttatori e dei potenti, un quartiere d’elite dove certo non sorgeranno mai carceri o centri di detenzione per immigrati, destinati sempre alle periferie: gli esclusi tra gli esclusi. Questa volta abbiamo portato la guerra tra gli sfruttatori, oggi abbiamo programmato le esplosioni di notte, la prossime, se il Cpt di corso Brunelleschi non chiuderà, di giorno. Così la prossima volta la Croce Rossa potrà raccogliere nel mucchio dei privilegiati piuttosto che contribuire alla repressione degli sfruttati». Nella seconda parte, la «prova» dell’autenticità del documento: «2pentole a pressione + clorato, 1bombola del gas + dinamite...».

Unito alla prima parte, c’era il resoconto di una riunione programmatica dei terroristi. Tanto per semplificare avevano scelto soprannomi tratti dal mondo di Disney: Topolino, Minni, Qui, Quo e Qua. Gente informata sulle iniziative e forse anche sulla vita stessa di De Mistura. Non sarebbe una novità: i bersagli degli assassini politici di quest’ultima stagione di sangue, sono sempre stati scelti tra la seconda linea: professori o consulenti del governo. Come Biagi e D’Antona.

Mar, 15/05/2007 – 13:22
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