Torino, tre ordigni esplodono in cassonetti dell'immondizia

fonte repubblica.it

Le deflagrazioni intorno alle 4.30 nell'elegante quartiere Crocetta
Nessuna rivendicazione ma si pensa agli anarco-insurrezionalisti

L'esplosivo era contenuto in pentole a pressione collegate a timer

TORINO - Tre ordigni rudimentali sono esplosi la scorsa notte a Torino in altrettanti cassonetti della spazzatura nell'elegante quartiere della Crocetta. Le deflagrazioni non hanno provocato feriti. Gli attentati potrebbero essere collegati all'anniversario degli arresti degli anarchici Maria Soledad Rosas detta "Sole" ed Edoardo Massari chiamato "Baleno". I due giovani furono arrestati il 6 marzo 1998 nell'ambito dell'inchiesta sugli attentati in Valle di Susa e si suicidarono qualche settimana dopo: Massari nel carcere delle Vallette, la ragazza poco dopo nella comunità di cui era ospite. Secondo gli esperti dell'antiterrorismo non ci sarebbero infatti dubbi, per le modalità e la fattura degli ordigni sulla matrice anarchica. Si attende ora una possibile rivendicazione tipica di questo modus operandi.

Il fatto è accaduto intorno alle 4.30 nei vicini corsi Einaudi, Govone e Trento. Gli ordigni erano composti da pentole a pressione con all'interno materiale che al momento è ancora al vaglio della polizia: secondo le prime indiscrezioni, sarebbero stati di "discreta" fattura.

Gli scoppi hanno creato subito allarme nella zona, un'isola pedonale. Due dei contenitori sono andati completamente distrutti mentre un altro è stato parzialmente danneggiato. "Le esplosioni - ha raccontato una coppia che abita all'angolo di corso Einaudi con corso Govone - sono state fortissime. La prima è avvenuta intorno alle 4.30 e nell'arco di un quarto d'ora sono arrivate le altre due. I vetri hanno tremato e abbiamo avuto paura. Ci siamo affacciati alla finestra e abbiamo visto il fumo e tutta la spazzatura per terra. Così abbiamo chiamato la polizia".

La prima esplosione è avvenuta nel cassonetto in corso Govone all'angolo con corso Einaudi, all'inizio della zona pedonale. E' stato lo scoppio più potente che ha proiettato i pezzi del cassonetto a una decina di metri di distanza. Incredibilmente non c'è stato nessun danno alle auto parcheggiate poco lontano: gli investigatori comunque sottolineano che se qualcuno fosse passato vicino al cassonetto al momento dello scoppio le conseguenze sarebbero state gravi.

La seconda esplosione è avvenuta in corso Trento, a poche decine di metri dalla prima. Anche in questo caso è andato distrutto il cassonetto. Il terzo scoppio ha avuto luogo in corso Arimondi ma gli effetti sono stati più ridotti, con il contenitore dei rifiuti parzialmente danneggiato. All'interno, è stato ritrovato parte dell'ordigno ancora intatto: una pentola a pressione con i fili elettrici collegati a un timer.

(5 marzo 2007)


fonte "Lastampa"

Tre ordigni esplosi nei cassonetti
Nessun ferito, gli ordigni rudimentali erano realizzati con pentole a pressione. Si segue la pista anarco-insurrezionalista
TORINO
Pentole a pressione contenenti materiale esplosivo collegato a piccole bombole, tipo quelle da campeggio, per dare più potenza. Erano stati realizzati in questo modo i tre ordigni che questa mattina all’alba sono esplosi, il terzo facendo solo una fiammata, all’interno di altrettanti cassonetti della spazzatura nell’isola pedonale del quartiere Crocetta di Torino.

La prima esplosione che ha mandato in frantumi il bidone, è avvenuta intorno alle 4.30 in Corso Trento e una decina di minuti più tardi, ad un centinaio di metri di distanza, in corso Govone angolo Corso Einaudi, è esploso il secondo rudimentale ordigno. Sul posto è arrivato il personale delle Forze dell’ordine, gli artificieri della polizia e gli agenti della Digos e poco prima delle 5 si è verificato il terzo episodio in via Arimonda, a circa 50 metri dal secondo cassonetto. Fortunatamente in questo caso non c’è stata un’esplosione ma solo una fiammata e questo ha evitato che ci fossero feriti.

La modalità della doppia o tripla esplosione ad alcuni minuti di distanza l’una dall’altra, fa pensare ad altri attentati analoghi, come quello accaduto qualche tempo fa davanti alla caserma dei carabinieri di Cuneo. Episodi di matrice anarco-insurrezionalista.

ANALOGIE CON GLI ATTENTATI ANARCHICI
Le pentole a pressione esplosive sono già comparse in passato in attentati riconducibili all’area anarco-insurrezionalista. Ed è su questo elemento che si concentrano le indagini della Digos torinese per risalire agli autori.

Nel dicembre del 2003 due pentole a pressione furono usate per fabbricare altrettanti ordigni messi nei cassonetti dell’ immondizia scoppiati a Bologna, vicino alla casa dell’ allora presidente della Ue Romano Prodi. Sempre a Bologna due anni prima c’era stato un analogo attentato in via Terribilia. Più recentemente una pentola esplosiva fu usata nell’attentato del primo marzo 2005, a Genova. Ma analogie con l’attentato di stamani a Torino vi sarebbero anche, secondo gli inquirenti, con l’esplosione di un cassonetto avvenuta il 2 giugno 2006 a Fossano (Cuneo).

A Fossano due bombe esplosero nel cuore della notte, a circa un quarto d’ora l’una dall’altra, nei cassonetti dell’immondizia sistemati davanti alla scuola allievi carabinieri, mentre a Genova furono fatti esplodere due ordigni in altrettanti cassonetti dell’immondizia lungo la via Aurelia, a Voltri e Prà, in punti non distanti da caserme dei carabinieri. In entrambi i casi ci fu una rivendicazione della Federazione anarchica informale. La stessa sigla che aveva firmato, tra l’altro, la busta incendiaria del dicembre 2003 a casa di Romano Prodi a Bologna ed a diverse istituzioni della Ue e della Bce, nonchè l’attentato alla caserma della Polizia di Genova Sturla.

A Torino gli ordigni erano composti da pentole a pressione collegate a bombolette di gas da campeggio e timer. Non risulta che ci fossero biglie o bulloni, ma non è ancora chiaro che tipo di sostanza sia stata usata per fare esplodere l’ordigno. Secondo una più dettagliata ricostruzione della Questura di Torino, la prima esplosione è avvenuta alle 4,30 in corso Trento, la seconda alle 4,45 in corso Govone e la terza alle 4,55 in corso Arimondi, mentre le volanti della polizia erano già sul posto.

«Ho udito una prima forte esplosione - ha confermato Francesco Antonioli, che abita in corso Einaudi a poche decine di metri di distanza - e sono uscito sul balcone con mia moglie; una decina di minuti è avvenuto dopo il secondo scoppio. Pezzi di immondizia e di cassonetto sono stati scaraventati al di là del corso».

Per ora le indagini tenderebbero ad escludere che l’attentato fosse indirizzato a un personaggio in particolare, anche se nel quartiere abitano banchieri, imprenditori e professionisti, tra i quali l’ ex presidente di Confindustria, Sergio Pininfarina.

Lun, 05/03/2007 – 16:09
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