Events

Select event terms to filter by
Select event type to filter by
« Sabato Gennaio 23, 2010 »
Sab
Start: 09:00
End: 23:59

BRUCIAMO LE FRONTIERE!

La rivolta che ha portato all’incendio della più grande prigione per stranieri in Francia è una risposta concreta e storica all’esistenza dei centri di trattenimento e all’insieme della politica di controllo dei flussi migratori. Nei giorni 25, 26 e 27 gennaio, dieci persone saranno giudicate per questa rivolta nel Tribunale di Parigi (Metropolitana Cité). La nostra solidarietà deve essere all’altezza della posta in gioco: rilascio degli accusati e, inoltre, libertà di movimento e di insediamento.
Il 22 giugno 2008, il più grande CPT di Francia è bruciato. Tra giugno 2008 e giugno 2009, una decina di ex- trattenuti sono stati arrestati e collocati in detenzione preventiva – per la maggior parte da quasi un anno -. Sono accusati di danneggiamento, distruzione di edifici del centro di trattenimento amministrativo di Vincennes e/o violenza contro le forze dell’ordine.
Durante i sei mesi precedenti all’incendio, il centro di Vincennes è luogo di continui movimenti di protesta di coloro lì rinchiusi perché sprovvisti di documenti. Scioperi della fame, piccoli incendi, rifiuto all’appello, diverbi con la polizia, forme di opposizione individuali o collettive, si sono succeduti all’interno del centro per tutto questo periodo. All’esterno, manifestazioni e iniziative denunciano l’esistenza stessa di questi centri e sostengono gli atti di rivolta.
Il 21 giugno 2008, Salem Souli muore nella sua stanza dopo aver invano chiesto di essere curato. Il giorno dopo, una marcia organizzata dai detenuti in ricordo di quest’uomo, è repressa con violenza. Scoppia allora una rivolta collettiva e il centro di trattenimento brucia.

Un processo esemplare
Per impedire che questo tipo di rivolta si diffonda, lo Stato deve colpire duramente, trovare dei responsabili. Queste dieci persone sono state arrestate per servire come esempio. Non importa che siano “innocenti” o “colpevoli”. Lo Stato, punendoli, desidera veder scomparire la contestazione, la ribellione, gli atti di resistenza di quelli che si trovano, o si troveranno un giorno, rinchiusi fra le mura di questi centri.
La rivolta di Vincennes non è isolata. Ovunque esistano questi centri di reclusione, scoppiano rivolte, avvengono incendi, evasioni, scioperi della fame, ammutinamenti, devastazioni. È successo in Francia (Nantes, Bordeaux, Toulouse dove sono bruciati dei centri) e in numerosi paesi europei (Italia, Belgio, Olanda, Germania) o nei paesi dove i controlli delle frontiere avvengono alla partenza, come in Libia e in Turchia.
L’incendio del centro di Vincennes non è solo simbolico: la scomparsa di 280 posti all’interno del centro ha avuto come conseguenza immediata una importante diminuzione delle retate e delle espulsioni nei dintorni di Parigi, durante il periodo successivo. In concreto, migliaia di arresti sono stati evitati. Con il loro agire, i detenuti hanno bloccato per un lasso di tempo il funzionamento del meccanismo di espulsione.

Prigione per stranieri: rinchiudere, espellere, dissuadere l’immigrazione
I centri di trattenimento sono una delle tappe tra l’arresto e l’espulsione. Servono a tenere rinchiusi gli stranieri per il tempo necessario a preparare le condizioni necessarie alle espulsioni, che si tratti di un passaporto o di un lasciapassare rilasciato da un consolato e un posto in aereo o in nave. Più uno Stato vuole espellere, più sono i centri di reclusione che costruisce. Ovunque, il loro numero continua ad aumentare. In Europa, c’è la tendenza ad allungare i tempi di trattenimento, il che permette di aumentare le espulsione, ma anche di dissuadere l’immigrazione. Di fatto, questi luoghi di trattenimento sono strutture punitive. Vengono sempre più costruiti come fossero carceri: video-sorveglianza, unità ridotte, celle d’isolamento… In Francia, ad esempio, il più grande centro in costruzione a Mesnil-Amelot (240 posti), che aprirà tra qualche settimana, ha adottato questo modello. In Olanda, dove i suicidi e i decessi ‘inspiegabili’ sono frequenti nei centri, la detenzione dura 18 mesi e può essere riconfermata una volta tornati in libertà, le persone sono rinchiuse singolarmente in cellule molto piccole, oppure su battelli- prigione, con scarse possibilità di accedere all’esterno.

Clandestini: mano d’opera fatta su misura…
I centri di reclusione sono parte della politica di “gestione dei flussi migratori”, elaborata secondo i criteri della “immigrazione scelta” ossia in funzione dei bisogni di mano d’opera dei paesi europei. Non è da oggi che il padronato dei paesi ricchi fa ricorso ai lavoratori immigrati per accrescere i profitti. In modo legale come nel caso del lavoro a termine, di quello che era il contratto OMI (che permette di adeguare il diritto di presenza sul territorio al tempo dei lavori stagionali) oppure con il lavoro nero, dove gli stranieri sono impiegati molto spesso nei settori più difficili (BTP, lavori nei ristoranti, pulizie, lavori stagionali, …). Questi settori richiedono una mano d’opera flessibile, da adattare ai bisogni immediati della produzione. Oltre all’assenza di diritti legati al loro statuto, per esempio in caso di infortunio, la costante minaccia di arresto e di espulsione che pesa sui clandestini, permette ovviamente ai padroni di pagarli di meno, se non addirittura di non pagarli per niente (non è poi così raro). Questo abbassamento dei salari e delle condizioni di lavoro permette al padronato di rafforzare lo sfruttamento di tutti. Gli innumerevoli scioperi dei lavoratori privi di documenti mostrano a che punto padroni e Stato hanno bisogno di questa mano d’opera, ma anche che organizzandosi insieme, i clandestini possono talvolta tenere loro testa ed ottenere di essere messi in regola.

… e capro espiatorio ideale
La politica migratoria, e i centri di reclusione che fanno parte dell’ingranaggio, serve soprattutto a stigmatizzare chi non ha documenti. Lo Stato ne fa il capro espiatorio delle difficoltà che incontra oggi il popolo francese. L’utilizzo spettacolare delle espulsioni di Stato contribuisce a dimostrare da una parte l’ampiezza del “pericolo” che l’immigrazione irregolare rappresenta per la Francia e dall’altra l’efficacia di uno Stato che protegge i propri concittadini contro questo pericolo.
Lo Stato utilizza artifici come le cosiddette “minacce dell’immigrazione clandestina”, la “feccia delle periferie”, le “donne che portano il velo”, o la campagna sull’identità nazionale, per suscitare i peggio rigurgiti xenofobi e razzisti e tentare di creare consenso intorno al potere e al mondo che produce.

Frontiere ovunque
I centri di reclusione costituiscono un elemento indispensabile per applicare una politica europea di controllo dei flussi migratori che, mentre pretende abolire le frontiere all’interno dello spazio di Schengen, all’esterno le rafforza, in particolare con il dispositivo Frontex. Così il controllo inizia aldilà delle porte dell’Europa in accordo con paesi come la Libia, la Mauritania, la Turchia o l’Ucraina, dove vengono finanziati campi di detenzione per stranieri decretati indesiderabili, prima ancora che abbiano avuto la possibilità di mettere piede in Europa.
Allo stesso tempo dentro questo spazio territoriale le frontiere si moltiplicano, si spostano e quindi sono ovunque: ogni controllo di identità può portare all’espulsione. Perché la frontiera non è solo una linea che demarca un paese, ma soprattutto un posto di controllo, di pressione, di scelta. Così la strada, i trasporti, le amministrazioni, le banche, le agenzie di lavoro a termine, di fatto funzionano come frontiere.
I centri di reclusione, come tutti i campi per migranti, sono particole di frontiere assassine dell’Europa di Schengen. Sono luoghi dove si aspetta, rinchiusi, a volte senza scadenza e senza sentenza, dove si muore per mancanza di cure, dove ci si suicida piuttosto che essere espulsi. Bisogna farla finita con le frontiere!
Per tutte queste ragioni e perché la gestione dei flussi migratori non è “giusta”. Perché ciascuno deve poter decidere di vivere dove gli pare. Noi siamo solidali con gli accusati della rivolta e dell’incendio del centro di reclusione di Vincennes.

LIBERTÀ PER TUTTI GLI ACCUSATI!
LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE E DI INSEDIAMENTO!
CHIUSURA DEI CENTRI DI RECLUSIONE!
BASTA COI DOCUMENTI!

SETTIMANA DI SOLIDARIETÀ DAL 16 AL 24 GENNAIO 2010
Primo appuntamento il 16 gennaio 2010: Documentari, Dibattito,
Informazioni alle 19.00 al CICP (21 ter, rue Voltaire, 75011 Paris)

Start: 14:00
End: 18:00

Utilizzano oltre 1500 uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza per tutelare l'illegalità dei sondaggi e dicono che c'è il consenso della popolazione.

Parlano di accurati sondaggi per raccogliere dati sulle falde acquifere ma montano una trivella all'alba poi la smontano al tramonto e fanno credere all'Europa che stanno lavorando seriamente.

Barano con i numeri, confondono le migliaia con le centinaia e le decine quando parlano delle proteste notav, poi organizzano un "grande" manifestazione bipartisan sitav in una piccola sala del Lingotto

Il presidente della privincia e l'assessore ai trasporti della regione si riducono a volantinare nella piazza del mercato a Susa, poi balbettano e se ne vanno di fronte alle richieste di chiarimenti tecnici e alle domande scomode.

E' in atto una grande operazione mediatica che punta a fare numerose vittime: la Valsusa in primo luogo ma anche tutti coloro che vedono i TG e leggono i quotidiani.

La verità è che sono con l'acqua alla gola e sabato 23 Gennaio glielo ricorderemo ancora una volta.

Partecipate numerosi alla manifestazione a fianco della Valsusa!

Per arrivare al punto di partenza della manifestazione:

Con l'autostrada A32: prendere l'uscita per SUSA EST e seguire le indicazioni per Autoporto
In alternativa: seguire la statale 24 in direzione Susa, superare S.Giorio e proseguire per 7- 8 Km fino all'autoporto di Susa (frazione Traduerivi)

Start: 15:00
End: 18:00

A ROBBI, NICU E ANDREA, CHE A DISTANZA DI UN MESE SONO ANCORA RECLUSI, VA TUTTO IL NOSTRO AMORE E LA NOSTRA COMPLICITA'.

LA RABBIA DELL'AZIONE NON SI SPEGNE.

Sabato 23/1 ore 15.00 presidio al carcere della Dozza, via del Gomito 2, capolinea bus 25, con musica e microfono aperto

Start: 16:00
End: 19:06

CHE L’ASSILLO CONTINUI...

La tendenza di questa società è sempre più evidente: ghettizzare i poveri, reprimere i dissidenti, difendere i privilegi dei ricchi, se necessario con l’esercito.
È in questo contesto che si inseriscono il progetto della base militare di Mattarello, da un lato, e la repressione contro gli anarchici, dall’altro.
L’ex Asilo di via Manzoni a Trento – uno stabile vuoto e inutilizzato da anni, ribattezzato l’Assillo – era stato occupato, nel settembre scorso, per farne uno spazio autogestito, un luogo di incontro e di lotta proprio contro la base militare di Mattarello.
La repressione che ne è seguita – sgomberi, trenta fogli di via da Trento, otto “avvisi orali”, arresti domiciliari per tre compagni – è il tentativo di impedire l’opposizione alla base di Mattarello e di chiudere gli spazi autogestiti che non sono disposti a mediare con le istituzioni.
La manifestazione del 7 novembre a Trento è stata una decisa risposta a tutto questo.
Stando ai giornali, ora 39 persone sono state denunciate per il corteo. Tra le accuse, quella di devastazione.
I devastatori del Trentino – Dellai, Andreatta e soci, promotori di TAV, inceneritore, base di Mattarello, megacentrale sotto l’Altissimo, impianti di risalita, responsabili dell’avvelenamento della Valsugana tramite le Acciaierie e la discarica di monte Zaccon – accusano i manifestanti di devastazione per le scritte sui muri e i bancomat danneggiati...
Questa manovra dei padroni della città non deve passare.

SABATO 23 GENNAIO, ORE 16,00
PIAZZA FIERA, A TRENTO

PRESIDIO
contro la base militare di Mattarello
contro la repressione
in solidarietà con Sara, Mike e Evelin

anarchiche e anarchici
Assillo in movimento

Start: 18:00
End: 02:45

Radiocane Benefit sabato 23 gennaio @ TeLOS -

SARONNO(via Milano 17)

ore 18 : presentazione progetto e discussione

ore 20 : aperi/cena vegan

ore 21.30 : proiezione del video "Divide et Impera"

dalle 22 fino a tarda notte: DJ-SET con "The Enver Brothers"

collettivolafenice@email.it - radiocane@autistici.org

 

www.radiocane.info

Start: 18:00
End: 23:59

SABATO 23 GENNAIO 2010
18 ANNI DI AUTOGESTIONE SENZA COMPROMESSI

“OGGI CERCO UN’ORA DI FURIBONDA ANARCHIA E PER QUELL’ORA DAREI TUTTI I
MIEI SOGNI, TUTTI I MIEI AMORI, TUTTA LA MIA VITA” (Renzo Novatore)

ORE 18 Incontro dibattito: Anarchismo verde- Azione e resistenza.
Presentazione del nuovo numero di Terra Selvaggia- Pagine
anticivilizzatrici e la lotta del prigioniero rivoluzionario Marco
Camenisch.
Discussione sulle prospettive di lotta contro la reimposizione del
nucleare.

Gozzilla e le 3 bambine coi baffi in concerto.
Palco liberasuoni d’amore e rabbia degli amici di cuore.

CREANDO E RICREANDOCI NELLA LOTTA CONTRO OGNI AUTORITARISMO
APPASSIONATI DELL’INCERTO VOLO DELLA LIBERTA’.

TORRE MAURA OCCUPATA
Via delle Averle 10
Bus 312 105 556 tranvetto Roma-Giardinetti

Start: 21:00
End: 23:59

Al Telos occupato di Saronno

Via Milano 17 (angolo Via Varese)

10 min a piedi dalla stazione, come arrivare: http://collafenice.files.wordpress.com/2008/09/telosqui.jpg?w=376&h=366

Presentazione di “RadioCane” + musica benefit (info in arrivo)

Fonte: http://collafenice.wordpress.com/

 

 

Condividi contenuti
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione